In occasione della “Giornata della Memoria 2019” le sale del Palazzo dei Principi
Gallone a Tricase ospitano la mostra “Racconti di Memoria. Storie di Accoglienza da una Terra di Frontiera”.
Sarà possibile visitare l’esposizione dal 24 gennaio, giorno dell’inaugurazione alle ore 17.30, fino al 7 aprile 2019.
La mostra, organizzata e curata dalle associazioni The Monuments People e Meditinere Servizi Turistici, propone un percorso che, partendo dall’accoglienza
data ai profughi ebrei nel secondo dopoguerra, racconta più in generale storie di accoglienza in Italia e nel Salento fino ai giorni nostri. Obiettivo principale è di attingere alla Memoria storica del nostro territorio (luoghi, persone, testimonianze materiali e immateriali) per raccontare come in diversi periodi e contesti storico-sociali è stata affrontata a livello nazionale e locale la tematica dell’Accoglienza.
Il percorso espositivo è articolato in due sezioni: la prima si colloca a cavallo e dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale quando la necessità di trovare una collocazione a milioni di persone scampate alla persecuzione nazi-fascista portò all’istituzione in tutta Europa di Campi di Transito e di Accoglienza in cui i profughi potessero “sostare” prima di intraprendere il viaggio verso una nuova patria dove iniziare nuovamente a vivere.
La seconda sezione analizza i flussi migratori che dall’Albania negli anni ‘90 e in anni ancora più recenti dal Nord Africa hanno coinvolto il territorio nazionale, e in particolare il Salento, meta di passaggio e di prima accoglienza dei profughi.Il percorso si conclude con due casi esemplari, riconosciuti a livello internazionale ed estremamente attuali, quello di Lampedusa e quello di Riace.
È possibile sia per singoli che per scolaresche visitare la mostra con l’accompagnamento di una guida turistica con abilitazione regionale, facente parte dello staff delle associazioni The Monuments People e Meditinere Servizi Turistici.
La mia colonna
di Alfredo De Giuseppe
Esiste un hotel a Tricase il cui sito così informa la propria clientela: “il centro San Basilio, dell'I.D.S.C. della Diocesi di Ugento, si rivolge soprattutto ai gruppi parrocchiali o movimenti cattolici che possono scegliere fra le varie tipologie di camere e servizi, sale di ritrovo, TV, ascensore, ampio parcheggio, campo di calcetto, cappella, ed assistenza religiosa e sanitaria”.
E ancora su Booking: “Fiancheggiato da terreni agricoli, questo ostello in stile minimalista dista 4 minuti a piedi dalla fermata dell'autobus più vicina e 11 minuti a piedi dalla spiaggia e dalla piscina naturale di Marina Serra. Le camere essenziali hanno arredi in legno e bagno interno. Sono disponibili anche delle camerate con letti a castello. Sono disponibili i pasti. La struttura comprende sale riunioni, piscina scoperta, campo da calcio, cappella e parcheggio.”
Si tratta di quella discutibile costruzione che si trova sulla strada fra la Serra e Tricase, quel pugno che ti arriva nell’occhio se la guardi dall’alto del Kalino, ma anche dal basso e di lato. Una di quelle cose che non si sarebbero mai dovute costruire se non grazie ad una legge regionale (la n. 3 del 1998) che rimase in vigore solo pochi mesi. Era l’anno 1998 e grazie a quella Legge, il Comune di Tricase, Amministrazione Ecclesia, concesse prontamente l’Autorizzazione a costruire un Albergo con tutte le relative pertinenze nel bel mezzo della campagna e senza che venisse adottato alcuno strumento urbanistico.
Non contesto qui la legittimità di quella concessione, né fare riferimento al solito PUG, ma voglio osservare oggi la situazione di fatto. Casa San Basilio viene aperta in effetti solo nei mesi di luglio e agosto e viene frequentata per lo più da comitive di sacerdoti in pensione o di giovani seminaristi. Non risulta da nessun organo informativo che durante quei mesi si faccia qualche attività integrata con la cittadina di Tricase né che vi siano altre iniziative culturali, musicali, artistiche, degne di note. Alla fine è diventato un semplice luogo per pernottare poche settimane, come un qualsiasi B&B che apre solo in estate, anche se in definitiva è l’hotel più grande del territorio con i circa 80 posti letto e con i suoi 1.500 mq coperti su un terreno complessivo di circa 3,5 ettari.
Quel manufatto, pur essendo stato realizzato perché opera di interesse pubblico, viene vissuto dalla popolazione di Tricase come un fantasma che nulla aggiunge alla vita cittadina. Non è stato mai vissuto da alcuno come momento aggregativo, fosse pure una festa in maschera a Carnevale, un dibattito sulle rose rampicanti o sui cavallucci marini. Nessuno ricorda un evento pubblico, una recita, una proiezione di un film, o una festa di matrimonio. Neanche il tornado del 25 novembre ha voluto toccarlo, non l’ha riconosciuto come tangibile di una carezza.
Niente di niente: solo una brutta struttura che ormai passa inosservata, come cosa inutile poggiata su un territorio fragile che avrebbe meritato ben altra progettazione su tutta la strada che dal centro porta ad una delle marine più belle del Salento. Ma la domanda più importante e sostanziale rispetto all’uso della struttura stessa: non potrebbe diventare un’importante struttura a disposizione di famiglie bisognose, comprese quelle dei migranti? Non sarebbe un modo per rivalutare un progetto inutile e sbagliato a favore delle fasce più disagiate?
Non sarebbe bello farne un centro di integrazione per i tanti giovani che arrivano in Italia e non trovano più solidarietà e neanche un minimo di umanità? Non sarebbe l’unico modo per riscattare l’impatto sull’ambiente a suo tempo compiuto? Non è quello che afferma ogni giorno papa Francesco e che faceva nella pratica il tanto citato don Tonino?
E’ arrivato il momento che Casa San Basilio diventi una casa aperta. La Diocesi non ha certo difficoltà a renderla operativa, viste le tante Associazioni, anche di Tricase interessanti e benemerite.
Un bene come quello, seppur brutto e discutibile va vissuto dalla comunità, va considerato ormai un plus per tutti, non solo una muraglia che deturpa la bella piana di Tricase,in antichità denominata Palane.
di Marina Zocco
Grande emozione ha suscitato Domenica 13 gennaio la inaugurazione dell’antico organo restaurato presso la Parrocchia della Natività.
La cerimonia, con il concerto inaugurale, è stata fatta coincidere con il 40° anniversario della “presa di servizio” di don Tonino Bello come parroco della Parrocchia Matrice. E’ stato l’avverarsi di un sogno: il restauro dell’antico organo era, infatti, tra i più grandi desideri di don Tonino quando era parroco a Tricase (1979-‘82).
Così ricorda il maestro Francesco Scarcella: “Ero ancora studente di organo quando ne parlammo con don Tonino: ne fu così entusiasta che subito ci ritrovammo, questa volta insieme al maestro Luigi Celeghin, docente di Organo al Conservatorio “S. Cecilia” di Roma con cui studiavo in quegli anni”.
Ed è stato proprio il maestro Scarcella, Consulente organologico e Ispettore onorario del MiBAC oltre che noto organista salentino, a promuovere insieme al parroco don Flavio Ferraro il processo di restauro. E i ricordi di Scarcella proseguono: “Convenimmo di far costruire un nuovo organo a canne da posizionare dietro l’altare maggiore – contratto firmato da don Tonino e in mio possesso e, di pari passo, di far restaurare quello antico”.
Ed oggi, dopo 40 anni, l’organo torna a risuonare nella chiesa, grazie all’impegno di don Flavio, del contributo dell’8 x Mille della CEI e alla generosità dei fedeli, dopo un restauro di tre anni, magistralmente curato dall’organaro Paolo Tollari da Mirandola Modenese per la parte fonica e da Dea soc. coop. a.r.l. di Lecce per il recupero cromatico e ligneo della cassa e della cantoria.
LA STORIA DELL’ORGANO E LA SERATA DI INAUGURAZIONE
Si tratta del più grande organo che Vincenzo De Micheli costruì nel 1860 riutilizzando 40 canne di un precedente organo settecentesco.
Il De Micheli si rivela un grande organaro, dalle caratteristiche costruttive eccellenti: come evidenziato dal maestro organaro Tollari, si rileva l’ottima qualità dei materiali utilizzati per costruire lo strumento, la precisione centesimale dei lavori di falegnameria e il senso architettonico dell’intera opera espresso nella linea classica delle sue proporzioni. Un ringraziamento al dott. Sergio De Blasi e a Ginarocco Maggio per la meticolosa ricerca archivistica e bibliografica portata avanti durante il processo di recupero dell’organo.
Il ripristino di un organo, frutto di un processo lungo e complesso, che richiede una grande fucina di risorse umane e materiali, è testimonianza di un background ricco e variegato, oggi come allora: organari, organisti, pittori, cantori, strumentisti, compositori e ancora assemblee festose e canti di chiesa, per citare don Tonino, tutti siamo chiamati a godere di tale ricchezza.
Il programma musicale del 13 gennaio ne ha dato un vivo assaggio: il direttore artistico Francesco Scarcella ha voluto inserire sia autori coevi allo strumento o ad esso prossimi nella loro estetica sonora sia più antiche e più nuove sonorità. Nell’ambito degli autori coevi, il celebre operista ottocentesco Donizetti, il pugliese Mercadante e l’eterno Mozart. Degna di nota è la Pastorale tricasina che è tornata a risuonare sullo stesso organo dove molto probabilmente fu composta da un anonimo musicista locale e dedicata "Al M[olto] Reverendo Cavaliere D. Vincenzo Sacerd[ot]e Ingletti per affezione ed amicizia", databile tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del 900, gentilmente donata da S. De Blasi. Significativa è stata la partecipazione del Coro parrocchiale “San Vito Martire” diretto da Tiziana Marra che ha eseguito una dolcissima ninna nanna ottocentesca di scuola napoletana.
Accostando all’organo la voce del soprano leccese Maria Cristina Fina, il violino di Ivo Mattioli e la tromba di Emilio Mazzotta, si sono fatte rivivere le antiche sonorità del francese M.A. Charpentier e dell’inglese J. Clarke, come anche le nuove sonorità del brano s’accese una lampara, scritto da me per l'occasione, sulle parole di “Preghiera sul molo” di don Tonino Bello affidate alla voce recitante di Pasquale Santoro.
All’evento hanno partecipato Sua Eccellenza Mons. Vito Angiuli Vescovo della nostra Diocesi,
don Gianluigi Marzo Direttore Ufficio Diocesano Beni Culturali, Maria Piccarreta Soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Brindisi Lecce e Taranto, Paolo Tollari e Damiana Cianci Restauratori di Beni Culturali.
Passione , Sfida , Vittoria. Lo sport è donna!
Organizzata dal Tricase Rugby domenica pomeriggio 13 Gennaio nelle Scuderie di Palazzo Gallone, si è svolta con grande successo la manifestazione sullo sport e le donne.
L’omaggio allo sport declinato al femminile è stata la prima tappa degli eventi collaterali a quello di rilievo internazionale di Sabato 9 Febbraio alle 20.00, data in cui lo Stadio di Via del Mare di Lecce ospiterà, per la prima volta in Puglia, l’incontro di apertura del Torneo del 6 Nazioni Femminile Italia vs Galles (I biglietti sono acquistabili su prenotazione all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o chiamando il 333.7954368 ). All’incontro di Tricase hanno partecipato numerose personalità sportive ed istituzionali, dal Presidente della Federazione Italiana Rugby Grazio Menga al sempre disponibile Assessore al turismo e allo sport Lino Peluso, in rappresentanza della intera giunta comunale.
L’incontro è stato moderato magistralmente dalla Dr.ssa Chiara Vantaggiato, dirigente dell’Istituto Salvemini di Alessano, che ha aperto la discussione presentando i molteplici aspetti della presenza femminile nello sport, la evoluzione della donna da ”semplice” presentatrice/velina a personaggi di spessore professionale quali giornaliste come Ilaria D’Amico; l’importanza della donna per evitare alcuni eccessi nelle tifoserie; la necessità di aggiornare la legge 81/91 che esclude le donne dal professionismo sportivo; per toccare infine la Carta Costituzionale che negli articoli 2 e 3 prevede la tutela dei diritti dei suoi cittadini e il pieno sviluppo della persona umana senza distinzione di genere.
Difficoltà e soddisfazioni sono state messe in evidenza dalle campionesse presenti in Sala, come Francesca Lanciano, atleta di salto triplo di Specchia, che, seppur giovanissima, conta un notevole numero di successi e record tuttora imbattuti.
Di attività sportive pioneristiche in discipline cosiddette “minori” quali il rugby femminile hanno parlato Alessandra Pastorelli, Maricielo Chirico e Annamaria Giangregorio, rispettivamente delle Bears di Capurso, del Salento Rugby e delle Bees di Bisceglie e poi l’allenatore della Salento rugby Fabio Manta reduce dal secondo posto agli Europei di beach volley disputato a Mosca lo scorso luglio.
Non meno motivata anche la rappresentativa old femminile, nella persona di Paola Solda, “contaminata” dal rugby dopo una lunga permanenza in Nordest e promotrice nell’estremo Sudest del movimento femminile old nazionale con la squadra delle Randaggie…che, a conferma e onore del nome, raccoglie giocatrici da un po' tutta Italia.
Lo sport, la fatica, l’impegno, il desiderio ardente di raggiungere una meta; tanto maggiore è la fatica, lo sforzo, tanto più importante è il sostegno dei o delle compagne…quello che il rugby, così poco conosciuto e praticato alle nostre latitudini insegna, è la bellezza del gioco di squadra, che è un investimento per la società intera.
A chiusura dell’incontro l’intervento toccante e illuminante della atleta paralimpica Grazia Turco, campionessa di handbike e di tennistavolo, che con una serenità e semplicità d’animo tanto disarmanti quanto coinvolgenti ha dimostrato come si possano ottenere risultati impensabili, con la costanza, con l’umiltà e la tenacia di campionesse nello sport e nella vita, ponendo quel valore aggiunto di gentile e grintosa femminilità.
A lei è andata la meritatissima standing ovation della sala intera pienissima di gente; il suo intervento ha fatto riflettere tutti i presenti su quanto si possa fare con forza d’animo e volontà.
Passione, Sfida, Vittoria….non a caso…. Femmine!
di Alessandro Distante
Siamo all’anno ventidue (22) e scusate se è poco. Per questo, il 24 gennaio riceveremo un Premio in occasione del Festival dell’Informazione Giornalistica Locale che si svolgerà a Gallipoli.
Avremo l’onore di essere premiati insieme a giornalisti di primissimo livello come Alessandro Barbano, già direttore de Il Mattino, Xavier Jacobelli, direttore di TuttoSport e ai Capo Redattori di Gazzetta e Quotidiano e ed altri professionisti del giornalismo.
Il Premio è merito di tutti coloro che nel corso di questi anni hanno permesso al Giornale di uscire e di dare contenuti.
Dopo questa bella notizia l’attenzione torna sui temi della Città.
Tricase è sempre più chiamata a ricucire fratture e colpi inferti al suo patrimonio e alla sua comunità.
In questo senso abbiamo apprezzato l’iniziativa presa dal Sindaco sul finire dello scorso anno su una questione che si protraeva da decenni e cioè lo stato di abbandono della Villa che sovrasta il Porto di Tricase.
A prescindere dagli esiti di un eventuale giudizio, rimane importante la “presa di posizione” del Comune.
Ma altre ferite reclamano interventi urgenti: innanzitutto l’ACAIT.
A distanza di ormai troppi anni dall’acquisto e dopo i recenti crolli, occorre ricucire quella maglia del centro della Città.
La sistemazione a parco dell’area circostante l’edificio è certamente un primo passo: mette in collegamento, e perciò ricuce, quell’area con il Parco cittadino di zona Lama e con l’edificio della Biblioteca comunale. Ma il complesso del fabbricato centrale chiede a gran voce interventi urgenti e, soprattutto, una risposta sulla sua destinazione funzionale.
Voci attendibili danno per imminente una svolta nel segno della utilizzazione della struttura quale centro di ricerca e produzione e, al contempo, sede degli uffici comunali.
Altri interventi di ricucitura riguardano il centro storico. Dopo i lavori di Piazzetta don Tonino Bello dovrebbero a breve giungere importanti notizie sul basolato con la chiusura al traffico e quindi con un circuito cittadino che colleghi piazza Pisanelli con Piazza Cappuccini attraverso il Rione Puzzu.
Un percorso interessante che, a quel punto, porterà in evidenza la necessità di un recupero del Palazzo dove nacque Giuseppe Pisanelli. Il significato e la bellezza di quel Palazzo renderanno intollerabile il permanere di un degrado che offende il ricordo dell’illustre Concittadino.
La tromba d’aria ha costretto ad interventi urgenti a Tricase Porto e Marina Serra.
Passata l’emergenza (sperando in tempi celeri per il ristoro ai danneggiati) non può che riprendere il percorso di valorizzazione delle due Marine, rafforzando le tradizioni della storia marinaresca e ricucendo il collegamento con il centro attraverso la trasformazione dell’ex macello in un laboratorio per la preparazione del pescato.
Alle iniziative del Comune e di qualche Associazione, deve affiancarsi, in quest’opera di ricucitura, l’iniziativa degli operatori privati. I tempi non sono dei migliori ma certamente sorprende leggere che i bandi per l’assegnazione delle zone dove installare stabilimenti balneari siano andati deserti.
Ma una ricucitura diventa effettiva se non riguarda solo l’urbanistica o le opere pubbliche; una ricucitura vera è quella tra i cittadini, è “sentirsi e riconoscersi come una comunità di vita”, come ha detto il Presidente Mattarella nel porgere gli auguri per il nuovo anno.