Presentazione Libro “Le Colpe del Sud. Ripensare la Questione Meridionale, per il Mezzogiorno,la Puglia, il Salento” - Auditorium Benedetto XVI Alessano (Le)- Lunedì 27 Gennaio - ore 19.00
Il Parco Culturale Ecclesiale “Terre del Capo di Leuca ‐ De Finibus Terrae”, Fondazione di Partecipazione della Diocesi di Ugento - S. Maria di Leuca, comunica che Lunedì 27 gennaio prossimo, alle ore 19.00, ad Alessano, presso l’Auditorium “Benedetto XVI” - S.S. 275 Km 23.600, sarà presentato il libro “Le colpe del Sud. Ripensare la questione meridionale, per il Mezzogiorno, la Puglia, il Salento”, scritto dal Dott. Claudio SCAMARDELLA, Direttore Responsabile del “Nuovo Quotidiano di Puglia”, pubblicato da Manni Editore.
Il programma dell’evento culturale,moderato dal giornalista della stessa testata, Dott. Rosario TORNESELLO, oltre all’ intervento dell’autore,prevede i saluti di Don Stefano ANCORA,Presidente Fondazione di Partecipazione Parco Culturale Ecclesiale “Terre del Capo di Leuca ‐ De Finibus Terrae”, dell’Avv. Francesca TORSELLO,Sindaco di Alessano, del Dott. Giovanni STEFANO,Sindaco di Casarano e Vice-Presidente ANCI Puglia. Le conclusioni saranno affidate a S.E. Mons. Vito ANGIULI,Vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca.
Il libro “Le colpe del Sud. Ripensare la questione meridionale, per il Mezzogiorno, la Puglia, il Salento” sta suscitando un notevole interesse perché affronta, in modo originale, il nodo del mancato sviluppo del mezzogiorno e delle responsabilità delle classi dirigenti meridionali. Dopo una prima parte incentrata sul ripensamento della questione meridionale, l’autore dedica la seconda parte alla Puglia e al Laboratorio Salento.
La Puglia è la regione che, negli ultimi anni, più di tutte ha incubato ed elaborato le varianti e le contraddizioni del “sudismo” sia di governo che di opposizione, un sudismo impastato di sovranismo e antimodernismo.
Le allucinanti vicende della Xylella, della TAP e dell’ILVA, temi sensibili e di rilievo nazionale, ma soprattutto di facile manipolazione nella formazione del sentimento pubblico hanno dimostrato le disastrose conseguenze a cui un territorio va incontro quando la politica e le istituzioni rincorrono tutte le piazze reali e digitali, del ribellismo, parlando il linguaggio del consenso, anziché il linguaggio della verità, ricercando la popolarità anche se in contrasto con l’etica della responsabilità.
E sul Salento che ha saputo imporsi come terra di vacanze, glamour, relax l’autore invita a non cedere all’ottimismo patinato da cartolina, il territorio vive una fase di cambiamento il cui approdo non è scontato, meglio non lasciarsi sedurre solo dalle luci e dal divertimentificio estivo, il Salento resta una terra di crisi e sofferenze, di bisogni e diritti ancora negati e dove la lacerazione degli affetti, con la divisione tra genitori e figli che emigrano senza più tornare, non accenna a diminuire.
La spirale decremento demografico-fuga dei giovani-invecchiamento rischia di consegnarci, nel breve periodo, una terra spopolata, un luogo per soli anziani o per turisti. È necessario che le classi dirigenti locali assumano una maggiore responsabilità rispetto alle sfide dello sviluppo, mettendo in rete progetti e competenze per imporre un federalismo dal basso che superi un neocentralismo regionalista che allontana e deresponsabilizza. Temi importanti sui cui riflettere insieme.
La Fondazione “ Don Giuseppe Colavero” e la Pia Fondazione “ Cardinale Panico”terranno giovedì alle 18 a Tricase presso l’Auditorium dell’ospedale,un incontro (“Ero malato e siete venuti a curarmi”) con il professore Aldo Morrone,un medico che associa il suo sapere scientifico (dermatologo di fama mondiale) con il volontariato,essendo referente di molte istituzioni umanitarie e impegnato in prima persona nella cura integrale delle persone in difficoltà.
L’incontro,che parte dal tema evangelico del curare i malati,si prefigge l’obiettivo di porre in evidenza lo spessore etico del prendersi cura dell’altro,anche oltre il momento clinico;l’aprirsi ai bisogni di chi chiede aiuto oppure,ancora meglio, di chi non chiede neppure aiuto pur avendone bisogno.
Morrone, autore,tra gli altri, del libro “ Lampedusa porta d’Europa” è stato il coordinatore dell’equipe medica nell’isola siciliana e quindi testimone sul fronte dell’immigrazione, in un luogo dove la cronaca come egli dice si è incontrata con la storia.
Ad introdurre il tema sarà Alessandro Distante,presidente della Fondazione” Don Colavero”, mentre le conclusioni saranno di suor Margherita Bramato, direttore Generale dell’Ospedale Cardinale Panico
OMAGGIO A MOZART 2020
L’Associazione di Alta Cultura Musicale “W. A. Mozart” si sta ritagliando un ruolo
importante nel panorama musicale ed artistico nazionale ed internazionale ma non
vuole perdere il contatto con il territorio.
Con grande slancio e impegno, grazie al sostegno di numerosi amici, per il quindicesimo anno consecutivo riproponiamo alla Città di Tricase ed al Salento il nostro OMAGGIO A MOZART.
Il concerto ha assuntonegli anni un ruolo importante nell’ambito dell’offerta culturale e musicale del Salento, è un’imperdibile occasione per esperti e neofiti di avvicinarsi al bello e trascorrere una serata elegante.
La XV edizione ospiterà le pianiste Anna Maria e Damiana Sallustio, docenti del
Conservatorio di Bari apprezzate concertiste con esperienza internazionale, le quali
proporranno un bel repertorio per pianoforte a 4 mani che porterà il pubblico in giro
per il mondo tra poemi musicali, storie incantate e danze, con una sorpresa tutta
mozartiana.
Così il M° Giovanni Calabrese “Quest’anno abbiamo pensato ad un
programma veramente innovativo che sono sicuro coinvolgerà il pubblico dalla
prima all’ultima nota”. Come ogni anno il concerto si concluderà con il tradizionale taglio della torta di Mozart.
Domenica 26 gennaio ore 19.00 presso la sala del trono di Palazzo Gallone, ingresso solo su prenotazione al numero 347/8022725 -M° Giovanni Calabrese-
Il presidente della Giant Trees Foundation, Andrea Maroè con la sua èquipe, a Tricase dal 13 al 15 gennaio per esaminare la Quercia di Vallonea
Si apre la fase più delicata del contest europeo: Dopo l’assegnazione del titolo Albero dell’anno 2019 che la comunità si mobiliti per far assegnare alla “Quercia dei cento cavalieri” l’ambito riconoscimento del Tree Of The Year 2020
Da Udine a Tricase. Dalle parole ai fatti. Una delegazione della Giant Trees Foundation, la Onlus che sostiene l'importanza della tutela e della salvaguardia dei grandi alberi e promotrice del contest internazionale, sarà a Tricase il prossimo 13, 14 e 15 gennaio nel solco dello spirito del contest che assicura anche il supporto tecnico gratuito da parte del comitato scientifico di Giant Trees Foundation per il mantenimento dello stato di salute o la cura di eventuali problematiche dell'albero stesso.
«Saremo a Tricase per effettuare delle riprese e produrre una documentazione fotografica da presentare per il contest europeo oltre che per stabilire gli interventi migliori per la gestione di eventuali problemi fitopatologici e di salvaguardia della pianta» – anticipa telefonicamente il presidente della Fondazione Andrea Maroè agronomo, arboricoltore, istruttore e tree climber professionista e responsabile tecnico alberi monumentali della regione Friuli Venezia Giulia.
Lui, che ha scalato in treeclimbing le vette di oltre diecimila alberi in giro per il mondo e misurato, quando ancora non ci aveva pensato nessuno, le sequoie americane, salirà sulla Quercia di Vallonea per un primo approccio conoscitivo con la pianta tanto amata dai salentini e dai pugliesi. «Il risultato straordinario che si è raggiunto finora è stato dettato dal rapporto emotivo che lega la pianta alla sua gente, non abbiamo premiato forse la più bella ma sicuramente quella che maggiormente è “radicata” con il proprio territorio». Chiarisce il presidente che è fiducioso nella candidatura della Quercia di Vallonea al contest europeo ma c’è bisogno di un ulteriore sforzo, di sensibilizzare l’intero territorio così come è avvenuto nella prima parte del concorso.
«Il secondo step è più delicato, ci piacerebbe che nascesse un movimento mediatico che porterebbe per la prima volta l’Italia con la Quercia di Vallonea a vincere il contest e ciò significherebbe dare un valore aggiunto alla tutela dei grandi alberi monumentali, una risorsa di bellezza e di storia del patrimonio naturale del Belpaese.» “Un riconoscimento, Italian Tree of the year 2019, quello ritirato ad Udine che riempie di orgoglio la nostra famiglia e che dimostra ancora una volta l’attaccamento della comunità al nostro albero.
Per noi la quercia è solo “La grande signora”», commenta la biologa Mila Boso de Nitto. In epoca mussoliniana, negli anni 20 e poi negli anni 70 la costruzione di infrastrutture ha rappresentato un pericolo per la nostra Quercia che si è salvata grazie alla mobilitazione della sua gente. La sua stessa posizione, posta ad un bivio sulla strada che porta al mare, lo testimonia. «Lei è forte e resistente ma si vede già che è anziana. Prima aveva il rigoglio di una pianta spettacolare, adesso ha ridotto la chioma». Sarà infatti la Quercia di Vallonea (Tricase – Puglia) a rappresentare l’Italia in Europa nell’ambito del Premio Tree Of The Year 2020.
A decretarlo, lo scorso 30 novembre a Villa Florio di Buttrio (Udine) nell’ambito del convegno internazionale Giant Tree Days, il comitato scientifico della Giant Trees Foundation dopo l’incredibile risultato di preferenze registrate attraverso la piattaforma web del concorso dedicato alle piante monumentali che ha visto posizionarsi lì in vetta – è il caso di dirlo - con i 350800 consensi registrati proprio la Quercia di Vallonea che ha distaccato gli altri esemplari in gara ovvero la Quercia di Fossalta della zona veneta di Portogruaro (110.198 voti), il Leccio dell’Etna (64.040 voti) e la Quercia delle Checche della Val d’Orcia in provincia di Siena (62.264 voti).
GTF, La Fondazione “Perché alle radici del mondo c’era un albero e solo gli alberi ci possono salvare” LA Giant Trees Foundation, che ha sede a Tarcento (Udine) è una fondazione senza scopo di lucro nata per conoscere, difendere e tutelare i grandi alberi. Dalla conservazione della biodiversità e dalla salvaguardia delle grandi foreste può dipendere infatti la prosecuzione della nostra stessa esistenza.
Ecco perché la GTF si propone come obiettivo primario la conoscenza dei grandi alberi attraverso la loro corretta individuazione, il loro studio e la loro tutela. In questa maniera ritiene di poter contribuire in maniera efficace anche ad uno sviluppo ecosostenibile, sia delle popolazioni direttamente coinvolte con la vita della foresta, sia di tutta l’umanità. Con le sue spedizioni e iniziative culturali in varie parti del mondo pone l’attenzione alle interconnessioni esistenti tra la vita dell’uomo e dell’albero, per valorizzarle e migliorare di conseguenza la convivenza tra alberi e esseri umani.
Il comitato scientifico, che garantisce la bontà dei progetti di ricerca e di sviluppo, è costituito da illustri scienziati internazionali che studiano il mondo arboreo ma anche da esperti di altre discipline perché vuol essere uno sguardo a 360 gradi sul rapporto uomo-albero capace di esaltare, le proprietà fondamentali ancora poco valorizzate di questi grandi e ancestrali esseri che da milioni di anni ci proteggono, il più delle volte, a nostra insaputa. www.gianttrees.org
Il contest Il contest "Tree Of The Year" è un concorso internazionale che nasce nel 2011 per valorizzare la storia degli alberi monumentali, la loro connessione con la popolazione, il territorio e l'ambiente. Di anno in anno, il numero dei Paesi partecipanti ha continuato a crescere. Per la prima volta, dal 2019, l'Italia è presente ed attiva.
Ogni anno vengono scelti quattro alberi rappresentativi del territorio, scelti mediante una valutazione internazionale, e proposti attraverso un sondaggio online che raccoglie le preferenze dei propri estimatori. Nel 2019 il contest ha scelto le querce e la Quercia di Vallonea si è aggiudicato il primo step con il titolo di Tree of the Year 2019 per l'Italia e concorrerà alla fase internazionale durante lo step successivo che la vedrà competere con i vincitori degli altri round tenutisi nei Paesi europei, per aggiudicarsi il titolo di European Tree of the Year che sarà assegnato nel 2020.
La Quercia di Vallonea Posta su un bivio in una proprietà privata che divide i due sensi del traffico sulla strada che porta al mare, la provinciale Tricase-Tricase Porto, la Quercia di Vallonea è l'albero più antico del Salento: 700 anni, 700 metri quadrati di foltissima chioma ed un tronco di 4,25 metri. Candidata a diventare patrimonio nazionale dell'UNESCO già nel 2000 il WWF l'ha identificata come "Albero-Simbolo" del Salento e della Puglia. Tra le leggende che ha suggerito nel tempo la sua maestosità c’è quella che la lega al re Federico II.
Si narra che, in seguito agli scontri avvenuti a Barletta, trovò riparo durante un temporale con la sua armata proprio sotto la sua chioma, per questo viene chiamata la Quercia dei cento cavalieri. Il suo nome scientifico è Quercus aegylops, sottospecie macrolepis, ed è originaria della Macedonia.
In Italia cresce solo nel Salento che ospita una piccola colonia di questa sottospecie e tale peculiarità la rende ancora più preziosa come preziosa è stata la presenza di questi alberi per l’economia del territorio: le loro ghiande, ricche di tannino, una sostanza colorante utile per la concia, sono state fondamentali per lo sviluppo nel sud Salento della lavorazione delle pelli.
La quercia che appartiene alla famiglia De Nitto ricade nel Parco naturale regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e bosco di Tricase e rientra in quella parte della campagna tricasina che abbraccia il boschetto di Vallonee o Falanide con oltre 60 di questi alberi su un’area di circa 4.925 metri quadri. Il bosco con i suoi bellissimi esemplari in via di estinzione sono inseriti nell’ambito degli itinerari turistico-culturali finanziati dalla Comunità Europea e ritenuti monumenti arborei da conservare e tutelare.
di Ercole Morciano
In questo volumetto, nato per il centenario della fine della prima guerra mondiale,
grazie ai documenti d’archivio rapportati alle notizie storiche riguardanti persone e
fatti, ho cercato di delineare la figura e l’azione del vescovo Luigi Pugliese
(1850- 1923) che reggeva la Diocesi di Ugento negli anni di guerra.
Dal racconto emergono nomi di preti, di soldati,di prigionieri,dei loro parenti abitanti
nei nostri paesi del Capo di Leuca dai quali si elevavano le preghiere per la vittoria e
per la pace; affiorano anche nomi dei campi di prigionia sparsi in tutta l’Europa
centrale,luoghi di dolore e di morte di tanti giovani nostri,conseguenze della
“ inutile strage”.
Presentazione a cura dell’Unione Cattolica Italiana
Insegnanti Medi di Tricase con il patrocinio del Comune di Tricase.
GIOVEDÌ 16 GENNAIO ORE 18.30
SCUDERIE DI PALAZZO GALLONE
Saluti: Prof.ssa Rosa Nesca presidente UCIIM; avv. Carlo Chiuri sindaco di Tricase.
Interventi: Proff. Salvatore Palese, Hervè A.Cavallera.
Conclude S.E. il vescovo mons. Vito Angiuli.
LA CITTADINANZA È INVITATA. Il ricavato delle offerte per il libro sosterrà il
Service “Insieme si può” promosso da Inner Wheel International Club Tricase-S.M.
di Leuca, per l’acquisto di un casco refrigerante per chemioterapia da donare al
Dipartimento Oncologico dell'ospedale "Panico" di Tricase.