Le patologie dell’intestino. Nutrizione e supplementazione
Se ne parla in un incontro informativo aperto a tutti con il dott. Vito MASSARO
Giovedì, 13 febbraio ore 18 al Cinema Paradiso (via Roberto Caputo)
- Tricase. (Ingresso gratuito)
Coordina Mariolina DELL’ABATE
Interverranno:
Prof.Oronzo RUSSO
Pino GRECO (Corrispondente del Nuovo Quotidiano di Puglia)
Il detto "LA SALUTE INIZIA NELL'INTESTINO" colpisce il punto.
Il fondamento del sistema immunitario si trova infatti proprio lì. Per questo è importante e fondamentale mantenere l'intestino sano. L'intestino è un organo che è stato, nel passato, altamente sottovalutato.
È stato un argomento trascurato per decenni di ricerca medica ma negli ultimi anni l'argomento è stato nuovamente preso in considerazione e si è scoperta l'importanza di esso. Una sana flora intestinale è il segreto per un sistema immunitario funzionante. Già nei tempi antichi è stato riconosciuto che una cattiva digestione può causare molte malattie. Questo è logico: se l'intestino non può assorbire le sostanze nutritive in modo adeguato, mancheranno di conseguenza le sostanze vitali a tutto il corpo.
L’intestino è l’organo interno più lungo del corpo umano. Misura circa 7 metri ed è la parte finale dell’apparato digerente. Si presenta come un tubo flessibile ripiegato su se stesso, dotato di pareti multi stratificate e di muscolatura liscia.La sua funzione è assorbire i principi nutritivi derivanti dai cibi che arrivano dallo stomaco.Questo permette l’alimentazione delle cellule e dei tessuti del nostro organismo.Nell’intestino si formano inoltre le feci, che derivano da tutti gli scarti dei cibi che ingeriamo.
IL GAL CAPO DI LEUCA RIPUBBLICA BANDI PER CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO PER L’ARTIGIANATO TIPICO E I SERVIZI TURISTICI LE DOMANDE DI SOSTEGNO ENTRO E NON OLTRE IL 16 MARZO
Il Gruppo d’Azione Locale “Capo di Leuca” informa che, nell’ambito del PSR PUGLIA 2014 – 2020 Piano di Azione Locale “il Capo di Leuca e le Serre Salentine” - Misura 19 "Sostegno allo Sviluppo Locale Strategia di Tipo Partecipativo" - Sottomisura 19.2 " Sostegno all'esecuzione nell'ambito degli interventi della strategia", che sul BURP n. 7 del 16 Gennaio 2020 sono stati ripubblicati i bandi: Intervento 4.1 “Valorizzazioni delle produzioni tipiche locali” e Intervento 4.2 “Servizi al turismo rurale”.
L’intervento 4.1 “Valorizzazioni delle produzioni tipiche locali” sostiene gli investimenti per la valorizzazione delle produzioni dell’artigianato e della gastronomia locali. La finalità è di favorire la creazione di nuove attività e servizi nei centri urbani e nelle campagne, contrastando l’abbandono del territorio. L’Intervento 4.2 “Servizi al turismo rurale” sostiene gli investimenti per migliorare la qualità della ricettività in un contesto di paesaggio urbano e rurale riqualificato, con attività e servizi di carattere innovativo.
Possono essere beneficiari dei contributi le microimprese ai sensi della Raccomandazione della Commissione n. 2003/361/Ce del 6.5.2003, iscritte alla CCIAA con sede legale ed operativa nel territorio del GAL, e che svolgano la loro attività nei settori oggetto di sostegno con i Codici ATECO indicati nell’Allegato A, parte integrante di ciascuno dei due bandi pubblici, e con esclusione delle aziende agricole solo per l’Intervento 4.1. La microimpresa dovrà avere sede legale ed operativa nel territorio del GAL “Capo di Leuca” operante nei Comuni di: Alessano, Alliste, Casarano, Castrignano del Capo, Corsano, Gagliano del Capo, Matino, Melissano, Miggiano, Montesano Salentino, Morciano di Leuca, Patù, Presicce-Acquarica, Racale, Ruffano, Salve, Specchia, Taurisano, Taviano, Tiggiano, Tricase e Ugento.
Per l’intervento 4.1“Valorizzazioni delle produzioni tipiche locali” saranno ritenuti ammissibili investimenti per le tipologie di attività: artigianato tradizionale legato alle tipicità locali, per esempio: ceramica, ferro battuto, legno d’ulivo, giunco, pietra leccese, cartapesta, oggettistica, tessitura, ecc..; attività artigianali nei settori della trasformazione alimentare, liquoreria, pasticceria, prodotti da forno, pasta fresca, ecc.., con particolare riguardo ai prodotti compresi nella XVIII revisione dell’Elenco delle produzioni tipiche locali pubblicato dal MIPAAFT e con esclusione dei prodotti compresi nell’Allegato I del T.F.U.E.; ristorazione tipica e da asporto, friggitorie, utilizzando prodotti agricoli e agroalimentari tipici del territorio; commercio, riguardante le produzioni tradizionali e tipiche del territorio di riferimento, compreso anche il commercio “elettronico”, la produzione di pasti e piatti pronti di altri prodotti alimentari” e il commercio al dettaglio di altri prodotti alimentari in esercizi specializzati nca (solo in riferimento al commercio di prodotti tipici legati alla tradizione locale, non compresi nell’Allegato I previsto dall’art. 32 del Trattato CE). Solo per l’intervento 4.1, saranno ammissibili le spese: acquisto di vetrine mobili, rimorchi o carrelli auto negozio trainabili, carretti a pedali o elettrici e piccoli mezzi di locomozione motorizzati, esclusivamente utilizzati per la promozione e commercializzazione dei prodotti artigianali e per la degustazione delle produzioni agroalimentari.
Per l’intervento 4.2 “Servizi al turismo rurale” sono ritenuti ammissibili investimenti le seguenti attività: agenzia di servizi al turismo/punti di accoglienza turistica; potenziamento del comparto outdoor, esempio: cicloturismo, turismo equestre, trekking, aree giochi, spazi per il tiro con l’arco, punti di rifornimento e di assistenza; realizzazione di servizi direttamente connessi al turismo per famiglie, scuole e gruppi organizzati; realizzazione e potenziamento dei servizi che favoriscano l’avvicinamento del turista ai prodotti tipici del territorio (laboratori di degustazione legati all’utilizzo dei prodotti tipici locali, circuiti enogastronomici, ecc.); servizi turistico-culturali e servizi connessi al turismo rurale relativi alla realizzazione di esperienze legate alle pratiche agricole tradizionali; servizi per il benessere, fitness, percorsi vita, percorsi sensoriali; punti di osservazione del paesaggio e della fauna; servizi per il benessere degli animali. Possono partecipare al Bando 4.2, tutte le aziende agricole appartenenti alla sezione A divisioni 01 e 02 della classificazione ATECO per la realizzazione di attività e servizi turistici multifunzionali; di trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente; di trasporto marittimo e costiero di passeggeri, trasporto di passeggeri per vie d'acqua interne (inclusi i trasporti lagunari), noleggio senza equipaggio di imbarcazioni da diporto (inclusi i pedalò),attività delle agenzie di viaggio, attività dei tour operator, attività di biblioteche e archivi e gestione di impianti sportivi polivalenti. Solo per l’intervento 4.2 saranno ammissibili le spese per l’acquisto di piccoli mezzi di locomozione ecosostenibili, per favorire la fruibilità del territorio via terra e via mare, con le caratteristiche indicate nell’apposito Bando.
Per entrambi i bandi saranno ammissibili le seguenti spese: ammodernamento ed adeguamento funzionale di immobili/locali preesistenti destinati allo svolgimento delle attività di impresa, ivi compresi modesti ampliamenti limitati a vani tecnici e servizi nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti; sistemazione di spazi esterni di pertinenza degli edifici se direttamente collegati e funzionali alle attività; acquisto attrezzature, strumenti, arredi ed impianti, funzionali all’intervento; l’acquisto di hardware, software e sviluppo di programmi informatici e costi per la realizzazione e l’aggiornamento di siti internet, con l’esclusione dei costi di gestione; le spese generali, compresi onorari di consulenti e professionisti, nel limite massimo del 12% degli investimenti previsti dal bando, ad esclusione degli “investimenti immateriali”.
Per tutti gli investimenti ammissibili al sostegno previsti nei due interventi, l’aiuto sarà concesso nella forma di contributo a fondo perduto pari al 50% della spesa ammessa ai benefici. Il limite massimo ammissibile agli aiuti (contributo pubblico insieme a cofinanziamento privato) per intervento, non potrà essere superiore a 70.000,00 euro.
Per ogni altra informazione farà fede il testo dei due bandi. Le domande di sostegno, con procedura dematerializzata utilizzando l’apposito portale SIAN - Sistema Informativo Agricolo Nazionale, dovranno pervenire esclusivamente entro e non oltre il 16 Marzo 2020. La versione integrale del bando è disponibile sul sito internet: www.galcapodileuca.it. Informazioni potranno essere richieste, previo appuntamento, presso la sede del GAL “Capo di Leuca” - Piazza Pisanelli (Palazzo Gallone) - 73039 Tricase (Le) Tel. 0833542342 - Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.galcapodileuca.it.
di Giuseppe R. Panico
Ma da cosa derivano le inefficienze del nostro Sud, se ancora oggi non si riesce a concretizzare un più costruttivo percorso?
Più che colpa degli altri (del Nord) o della scarsità di risorse materiali, sembra sia colpa di una mentalità che vede ancora il suo progresso nel “familismo amorale”, in marginali interventi a spese dello Stato e nella cultura del passato.
Non certo nel favorire nuove imprese, realizzando moderne infrastrutture e servizi. In un mondo che corre rapido e dove ogni settore economico è dominato da competizione, rinnovamento e movimento di merci e persone, o si tiene il passo o si arretra per poi scomparire o rimanere in pochi.
In natura, numero e caratteristiche degli esseri viventi sono in funzione delle risorse geografiche / economiche /alimentari locali. Ma essendo l’homo anche “sapiens”, può disporre anche delle risorse umane di cui sa dotarsi, fatte in gran parte di politica e “capitale sociale” (cittadinanza attiva).
Senza una loro vincente sinergia, anche territori potenzialmente ricchi degradano nel sottosviluppo, regressione ed emigrazione fino ad arrivare a civiltà perdute o a “ghost town” (paesi fantasma).
Un male questo ormai diffuso non solo in poveri paeselli sul cocuzzolo della montagna ma anche nel nostro Salento, ricco di mare, di buon clima e di storia e che di montagnoso ha solo delle alture. Basta dare un’occhiata alle anagrafi di tanti comuni, ai troppi “vendesi” di case e proprietà, al bassissimo livello di investimenti privati ed alle tantissime partite IVA che chiudono.
Basta fare una passeggiata nei piccoli borghi ove, d’inverno, di umano si incontra solo un po’ di anziani e, d’estate, qualche turista in più. Una triste realtà che, oggi, ben più di ieri, necessiterebbe di una accorta e lungimirante politica da statisti e non certo da populisti o troppo spesso incolta/inesperta, distorta e distratta da torcicollo a destra o sinistra, o con la testa rivolta all’indietro.
Nella nostra Tricase, la passata attenzione verso il turismo e la relativa economia, ci aveva dato il porto e poi il suo ampliamento e, a Marina Serra, il porticciolo e poi la piscina (poco naturale), come anche la litoranea Serra-Leuca.
Da troppi decenni, pur con il turismo in crescita, è come se il tempo si fosse fermato, non più nuove infrastrutture e più avanzati servizi, ma solo rifacimenti, abbellimenti e recuperi di quanto già esistente e che, lasciato per decenni in abbandono ed ora rifatto, evidenzia un ben scarso e passivo utilizzo.
È prevalsa la politica del disfare e rifare, del latino “festina lento” (affrettarsi lentamente) o della “decrescita infelice” fatta anche di “imprese comunali” rivelatosi poi meri sprechi milionari. Senza credibili piani per il futuro, almeno per il turismo, anche quell’enorme capitale, fatto di sacrifici, risparmi ed esperienze umane e professionali, che i nostri padri o nonni, emigrati in Svizzera, Germania, etc., avevano riportato a casa per investire in loco a favore di figli e nipoti e della comunità tutta, si è in gran parte dissolto.
I loro beni, spesso sottovalutati e svenduti, servono a sostenere una nuova emigrazione. Non più quella delle loro braccia e del loro sudore, non quella straniera sostenuta dallo Stato, ma quella, sostenuta da loro, dei loro eredi e della loro sapienza, acquisita nelle scuole meridionali e università settentrionali e poi offerta ad altri; non al loro Salento, non alla loro Tricase.
Figli e nipoti hanno imparato la lezione, condiviso la frustrazione dei padri e abbandonano sempre più numerosi la sempiterna mentalità del “familismo amorale” e la povera politica che ne deriva.
Agli sprechi politico- amministrativi, a quello economico dei vecchi migranti, a quello giovanile-intellettuale dei nostri nuovi migranti, ai problemi della bassissima natalità, la politica ha saputo aggiungere anche l’inerzia infrastrutturale/decisionale per moderni collegamenti ferroviari/viari/ e le scandalose o inaccorte gestioni regionali (FSE, AqP, ex ILVA, Xylella, TAP, etc.).
E per finire, il radicalismo ecologico/naturalistico che troppo limita e burocratizza l’uso del territorio e della costa. Ormai quasi uniche residue risorse per un pur modesto e sostenibile sviluppo turistico- economico, ora tanto condizionato da piani paesaggistici e parchi costieri (poi lasciati all’incuria,), da ostilità verso nuovi insediamenti turistici di lusso, oggi così richiesti, (colonia Scarciglia a Leuca, resort Briatore ad Otranto etc.), dal mancato utilizzo dei fondi strutturali europei 2014-20120 (in Puglia solo il 27%.).
Un gran mucchio di inefficienze, sprechi e ritardi, alto ormai quanto l’altura del Golgota ove sembrano da tempo crocefisse la fede nella politica, la speranza nel futuro, e la carità di patria.
Se essere “sapiens” vuol dire anche chiedersi il perché dei nostri Mali del Sud, più che sperare in una futura resurrezione, bisognerebbe darsi da fare perché la resurrezione avvenga al più presto. Cominciando a curare il male peggiore, ovvero la mentalità di quel Capitale Umano che, restio ad essere Capitale Sociale, si accontenta di essere solo Capitale Elettorale, attivo o attivato solo per recarsi o disertare la sua croce alle urne.
Una cura da cavallo per un civismo che, troppo assente dalla scuola, dalla famiglia e dalle priorità politiche, sappia “produrre” meno sudditi e ben più cittadini, attenti e vigli sulle scelte dei loro “eletti” e per un futuro che non sia da “ghost town”.
di Alfredo Codacci Pisanelli
Caro Direttore,
ho letto con attenzione e interesse l’articolo di Alfredo De Giuseppe che riguarda, tra l’altro, la mia breve esperienza quale Sindaco della nostra Tricase. Quanto scritto è tutto vero, ma – se posso – incompleto.
A febbraio del 1988 mio Padre, Giuseppe Codacci-Pisanelli, che aveva 74 anni, si è improvvisamente sentito male e – dopo una brevissima agonia – è morto.In primavera si sarebbero svolte le elezioni amministrative nel Comune di Tricase e alcuni sostenitori di mio Padre avevano preso contatto con la nostra famiglia suggerendo la candidatura a Consigliere Comunale di uno dei figli o figlie di Giuseppe.
Non ero interessato anche perché non ho mai avuto alcuna simpatia per i “democristiani” e ho sempre criticato mio Padre per la sua appartenenza a quel gruppo politico che profanava il nome e la croce di Cristo. Apprezzavo Maritaine che diceva: “Demo-cretienne cest’a dire demi-cretienne” (demo-cristiani vuol dire mezzi-cristiani)”.
Mio Padre, gran sofista, diceva che la croce della DC non era quella di Cristo, ma quella dei crociati! Eppure su consiglio della mia famiglia ho deciso che dovevo candidarmi.
I “Capi” della DC non hanno apprezzato la mia improvvisa accettazione: mi avevano depennato, e hanno reinserito “al volo” il nome CODACCI sbagliando anche l’ordine alfabetico: mi hanno messo dopo Giuseppe COLAZZO, mio amico, che è l’unico che mi ha veramente e con lealtà sostenuto e anche, quando ci voleva, criticato.
I “Capi” della DC, che facevano riferimento ai deputati Quarta e Leccisi, non mi hanno mai apprezzato, e mi impedivano di avere il palco per tenere comizi elettorali.
Tenevo i miei “mini comizi” dal camion di un amico costruttore: aveva improvvisato un impianto di amplificazione e buttava giù gli spalti. Io parlavo e la gente – per quel che potevo percepire – gradiva. Sentivo un particolare affetto da parte dei miei concittadini tricasini ai quali delle faide di partito non interessava assolutamente nulla.Inaspettatamente sono stato il primo degli eletti.
Si è riunita la direzione della DC per un commento al voto ed è stato affermato che “i voti di Codacci non contano perché è stato votato dalle donne” (sic!!!). Ho replicato che non capivo se si rendevano conto della idiozia che avevano detto: “Quando anche fosse vero, volete dire che il voto delle donne non conta?”.
Oltre a Quarta e Leccisi c’era un terzo soggetto che andava emergendo: era il Presidente della Regione Puglia Salvatore Fitto (per gli amici “Totò”), che mi ha chiesto di accettare la candidatura a Sindaco.
Gli ho fatto presente che – con tutto il rispetto per la sua richiesta – quella candidatura era un “non senso”. La nostra Tricase è al centro di tutti i miei pensieri ed affetti, ma non ne conoscevo l’organizzazione, le necessità, le istituzioni, a cominciare dalle scuole.
Come potevo fare il Sindaco? Il Presidente mi ha ribadito la richiesta di accettare la candidatura a Sindaco dicendomi “Non preoccuparti!”. Ho accettato per la sua insistenza e simpatia: pochi giorni dopo il Presidente è morto in un tragico incidente stradale. Volevo andarmene, ma c’era il grande problema della scelta del mio successore.
Alla fine, per farmi fuori, i “Capi” DC mi hanno levato l’indennità di Sindaco, che io passavo direttamente all’ALITALIA per pagare i biglietti Roma-Brindisi e viceversa. Non ho mai utilizzato l’auto di servizio per andare all’aeroporto; l’”Autista del Sindaco”, nonché mio caro amico, Fernando Rosafio potrà confermare.
Mi sono dimesso. Il resto è notorio e fedelmente riportato dall’articolo di De Giuseppe. A Piazza dei Cappuccini era apparso un “murales” che mi aveva commosso: “Alfredo, eppure ti volevamo bene!”. Una curiosità: al nuovo sindaco, eletto al mio posto, l’indennità di carica” è stata immediatamente ripristinata ….
L’articolo dell’Amico (e omonimo!) Alfredo De Giuseppe passa ad altre vicende, che riguardano lavori “pubblici” attualmente in corso al Porto di Tricase su un manufatto “comunale” adibito a caffè-bar, che sarebbe oggetto di ampliamenti con fondi non si sa se pubblici o privati, che stimoleranno gli “intrattenimenti musicali” (alias “schiamazzi”) notturni nella piazzetta del Porto.
Noi che passiamo le vacanze a Tricase Porto chiediamo solo di poter dormire di notte. E’ TROPPO?!?
Con affetto,Alfredo