di Alessandro DISTANTE
Il dibattito sviluppatosi sul campo sportivo di Depressa offre lo spunto per alcune considerazioni di fondo.
Per scelta, non mi addentro su aspetti tecnico-giuridici; mi sforzerò, invece, di esaminare alcuni profili per così dire socio-politici.
Innanzitutto è veramente sorprendente e indubbiamente preoccupante che una procedura avviata nel 2015 sia ancora lontana dal vedere la luce.
Se nel 2015 l’allora Amministrazione Coppola decise di trovare una soluzione alla urgenza di riaprire il campo sportivo, già chiuso da alcuni anni, durante l’Amministrazione Chiuri il Comune ha modificato la convenzione ed eseguito alcuni lavori ma senza giungere alla meta.
Oggi la terza Amministrazione, guidata dal sindaco De Donno, è alle prese con una nuova proposta sull’uso del campo sportivo e cerca una soluzione che è tutta da trovare. Più di sei anni e tre Amministrazioni senza dare una risposta ad un bisogno della collettività. Se oggi ci si interroga sulle capacità delle amministrazioni di utilizzare i fondi europei la vicenda del campo sportivo di Depressa suscita non poche preoccupazioni.
Seconda considerazione: il distacco tra la classe politica e i cittadini. Ritenere che i giovani di Depressa abbiano bisogno del campo sportivo per aggregarsi significa non conoscere il problema dei giovani di Depressa e non conoscere Depressa.
La vera questione politica è interrogarsi sulla fuga dei giovani da Depressa sapendo che a Depressa vi è un’altra struttura, oratoriale, che non viene adeguatamente utilizzata e non certo per colpa di chi la gestisce e che fin dal 2011 i giovani potevano organizzarsi per prendere in gestione il campo sportivo ma così non fu e non per cattiva volontà ma più semplicemente e più drammaticamente per la mancanza di giovani.
La terza considerazione: lo scollamento tra apparato burocratico e apparato politico. Non è un grande spettacolo sentire e leggere di incomprensioni, di equivoci, di scarica barili, di scelte che dovrebbero essere prese dalla politica e invece vengono prese dai funzionari.
Ed è ancor più sconfortante seguire l’ultimo Consiglio comunale dove, nonostante una mozione e una interrogazione sempre sul Campo di Depressa, non si è giunti a capo di nulla, mentre il neo entrato consigliere De Marco, piuttosto che partecipare al dibattito, prende la parola e non trova di meglio se non pretendere delucidazioni dalla Segretaria comunale e non invece dal Sindaco o dall’Assessore al ramo, come a dire “io, da politico, non mi fido dei politici”. Ed anche questo è un triste spettacolo
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 10 maggio in Puglia, sono stati registrati 4.769 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 247 casi positivi: 32 in provincia di Bari, 18 in provincia di Brindisi, 10 nella provincia BAT, 47 in provincia di Foggia, 136 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Taranto,1 caso di residenti fuori regione, 2 casi di provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 25 decessi: 3 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 3 in provincia BAT, 5 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 11 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.322.283 test.
193.345 sono i pazienti guariti.
43.461 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 242.934 così suddivisi:
92.542 nella Provincia di Bari;
24.148 nella Provincia di Bat;
18.383 nella Provincia di Brindisi;
43.701 nella Provincia di Foggia;
24.933 nella Provincia di Lecce;
38.076 nella Provincia di Taranto;
776 attribuiti a residenti fuori regione;
375 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Lunedi,10 maggio 2021
Per la fascia 59-50 anni le prenotazioni si aprono da oggi lunedì 10 maggio a partire dalle ore 14.00, gradualmente per età, tramite i canali del sito lapugliativaccina.regione.puglia.it , il numero verde 800713931 e le farmacie del servizio FarmaCUP.
“Abbiamo già raggiunto con la prima dose il 90% degli ultra 80enni ed l'80% degli ultra 70enni. In settimana la metà dei 60enni ed un quarto dei 50enni potrà aver avuto accesso alla vaccinazione. Non sprechiamo questo enorme lavoro – conclude l’assessore Lopalco - e manteniamo un atteggiamento di prudenza fino a che tutte le persone a rischio non abbiano ricevuto almeno una dose di vaccino. Manca davvero poco”.
ASL LECCE
Record di vaccinazioni sabato 8 maggio in ASL Lecce: 10.301 le dosi somministrate ieri su un totale di 305.514 dosi inoculate finora.
Rilevante il contributo dei medicina generale in ambulatorio, a domicilio e negli hub: 34579 le vaccinazioni effettuate finora.
Si accelera per il completamento della vaccinazione degli over 80: sono 50591 gli over 80 ad aver ricevuto la prima dose e 38207 ad aver completato la vaccinazione.
Grande il contributo dei centri comunali, in ordine di tempo allestiti ad Arnesano, San Pietro in Lama, Seclì, Minervino, Sanarica, Nociglia, Diso, Trepuzzi, Guagnano, Tricase, Ugento.
Fino a martedì 11 maggio le persone di età compresa tra i 79 e i 70 anni - che non hanno ancora ricevuto la prima dose e che non hanno effettuato la prenotazione o hanno saltato l'appuntamento - possono accedere direttamente e senza prenotazione presso Il Punto vaccinale di popolazione del Distretto socio sanitario di riferimento. L'accesso diretto riguarda i cittadini nati entro il 31.12.1951.
di Luca ESPOSITO
Oggi siamo combattuti fra il desiderio di voler ripartire, di ritornare “alla normalità”, e il timore che i tempi non siano propriamente maturi da permetterlo. Il graduale allentamento delle restrizioni può sembrare una conseguenza forzata di mesi di reclusione, che ormai rischia di creare una situazione sociale incontrollata. Sorge un dubbio: siamo diventati più consapevoli di tutto ciò che abbiamo affrontato in quest’ultimo anno o ci siamo semplicemente assuefatti a una situazione oppressiva?
Dai più recenti fatti di cronaca, senza voler criticare in alcun modo la gestione degli stessi, non si evidenzia una maggiore consapevolezza delle persone, anzi l’esatto contrario.
Il desiderio di riacquistare la propria quotidianità e le libertà, che prima davamo per scontate, ha portato a comportamenti che sfociano nell’eccesso: ristoranti affollati, parchi inondati e ogni forma di assembramento, anche la più articolata, sembra trovare voce in questa prima fase della ripartenza. Abbiamo, forse, già dimenticato i mesi addietro. In fin dei conti, non si dovrebbe neanche parlare di mesi bensì giorni dal momento che siamo da poco usciti da zone rosse rafforzate e chi più ne ha più ne metta.
Dalle grandi città ai piccoli borghi si riprende a uscire, a incontrarsi con sempre maggiore leggerezza; indice del fatto che vi è la convinzione dilagante e, forse, conveniente che il pericolo non ci sia o sia stato sconfitto. In realtà, il marasma d’indicazioni e regole dovrebbe far riflettere che forse non siamo giunti oltre quella linea che dovrebbe essere il punto di discesa verso la fine di una situazione che ci accompagna da più di un anno.
Oggi stiamo attraversando una fase che è stata etichettata con il nome di “rischio controllato”, ma pur sempre di rischio si tratta. Basti pensare alla situazione attuale Indiana o, senza andare troppo lontano, considerare che ogni giorno continuano a morire persone in Italia per Covid-19 e i positivi superano ancora le migliaia d’individui. La campagna vaccinale, che ha rappresentato per mesi la luce in fondo al tunnel, prosegue e sembra ad oggi che si stia rispettando, seppur a fatica, la tabella di marcia.
A livello locale, non mancano i disagi: appuntamenti cancellati, vaccini insufficienti. Insomma, una situazione all’italiana che parte dallo Stato e giunge fino al singolo cittadino: in fondo è facile lamentarsi di un’amministrazione e addossare colpe a chi ha il “potere” di prendere decisioni, ma in questa vicenda ognuno di noi ha la sua parte di responsabilità e inconsapevolezza.
Responsabilità che se ci fermiamo un attimo riusciamo a riscontrarne l’assenza nelle situazioni che ci circondano. Una coscienza civica e un’onestà dovrebbero suggerire che una ripresa è possibile, ma solo con una marcia consapevole verso la sconfitta del virus e la ripresa economica di un paese stremato. Quest’ultima è una delle note dolenti della pandemia che, oltre alla profonda e incolmabile perdita di vite umane, porterà i suoi strascichi per molti anni.
Il settore economico del paese necessità di ripartire, la ristorazione e il turismo insieme a tutta la filiera richiedono ossigeno e forse questa riapertura è anche frutto di questa esigenza. Ora come non mai il futuro e il rischio di un passo falso poggia sulle spalle di ognuno di noi in primis. Il mio monito è una speranza di ritornare quanto prima a riassaporare quella libertà della quale la pandemia da molto tempo ci sta privando.
Il mio vuole essere un invito a riflettere e a non farsi prendere dalla foga di ripartire con fretta a vivere come prima. Il tutto è possibile ma richiede che il c.d. rischio controllato non sfoci in un dilagare di assembramenti noncuranti e leggeri.
Il tempo sarà il metro di giudizio del futuro della situazione.
Tricase, 9 maggio 2021
Anche Tricase volta pagina, sperando di non dover tornare indietro.
Da domani si cambia: la Puglia torna in zona gialla dopo circa due mesi.
Un cambio di colore che modifica le regole e per certi aspetti anche le abitudini di noi pugliesi.
L’importante, raccomandano gli esperti, è che al cambio delle regole non corrisponda un abbassamento del livello di guardia: mascherine e distanziamento, innanzitutto.
A TRICASE PORTO PROVE D’ESTATE
Le avvisaglie di un’estate tanto desiderata, hanno portato al mare tanta gente. Nonostante manchi una settimana alla partenza della stagione balneare, in molti ne hanno comunque approfittato per una prima tintarella e qualche tuffo in acqua. Dopo mesi di chiusure e divieti, le premesse dei grandi numeri-con rischio assembramenti ci sono tutte