Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 3 maggio 2021 in Puglia, sono stati registrati 5.528 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 335 casi positivi: 54 in provincia di Bari, 39 in provincia di Brindisi, 47 nella provincia BAT, 81 in provincia di Foggia, 100 in provincia di Lecce, 11 in provincia di Taranto, 3 casi di residenti fuori regione.
Sono stati registrati 52 decessi: 19 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 2 in provincia BAT, 5 in provincia di Foggia, 8 in provincia di Lecce, 16 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.247.607 test.
184.129 sono i pazienti guariti.
47.023 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 237.116 così suddivisi:
90.778 nella Provincia di Bari;
23.453 nella Provincia di Bat;
17.850 nella Provincia di Brindisi;
42.904 nella Provincia di Foggia;
23.775 nella Provincia di Lecce;
37.226 nella Provincia di Taranto;
765 attribuiti a residenti fuori regione;
365 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Lunedì, 3 maggio 2021
Tricase- E’ stata una domenica di maggio da zona arancione e nerazzurra (interista).
Gita fuori porta, ma non per tutti. In tanti nonostante la zona arancione e le limitazioni agli spostamenti imposte dalla regola di contenimento del contagio Covid, si sono divisi tra mare e Città.
C’è chi ne ha approfittato della prima tintarella e un tuffo al mare e chi invece ha scelto le strade della Città. Mare preso d’assalto, soprattutto in mattinata grazie al repentino cambio di temperatura quasi estiva.
Non sono mancati i primi bagni al mare: a Tricase porto asciugamani stesi, tintarella in costume per gli amanti del genere e tuffi nelle acque ancora fredde.
Così come non sono mancate quattro chiacchere davanti alla linea d’orizzonte e i primi caffè in ghiaccio rigorosamente con il latte di mandorla.
Per i tifosi dell’Inter, campioni d’Italia, niente caroselli e sventolio di bandiere, solo qualche timida sfumatura nerazzurra.
Tutto questo con i numeri del bollettino (Covid) che restano alti con un tasso di positività che torna a salire: 13% rispetto al 1° maggio pari al 9,87%.
di Caterina SCARASCIA
Copio il titolo di un vecchio articolo della docente universitaria Adriana Luciano, perché è quello che esprime meglio il mio attuale stato d’animo, un miscuglio di disagio e rabbia per una classe politica che, causa pandemia, ha messo la scuola fra parentesi, chiudendola, in sostanza, per un anno e mezzo. Con un vergognoso balletto di decisioni e contro decisioni tra Stato e Regioni.
Ma se durante il lockdown iniziale, quello di marzo-aprile 2020, gusto per intenderci, tale chiusura aveva un senso, perché ne sapevamo poco, del virus e degli annessi e connessi, in seguito no, in seguito è stata una scelta infausta, peggiorata, in Puglia, dalle assurde ordinanze di Emiliano, che hanno trasformato la scuola in un ristorante d’asporto secondo le richieste e i bisogni delle famiglie.
Vuoi la didattica a distanza, non la vuoi? Prego, accomodati, siamo al vostro servizio!
Ma non è un servizio che ha fatto il bene dei ragazzi, né psicologico, né in termini di sviluppo degli apprendimenti. Spiace dirlo, ma è la verità.
Dopo il lavoro dell’estate, le determinazioni precauzionali, le misure di sicurezza, l’organizzazione faticosa della didattica a distanza (DAD), la disposizione minuziosa e faticosa degli spazi-aula, del numero degli alunni, dei distanziamenti, delle mascherine prima, durante e dopo le attività e via discorrendo, la scuola era in condizioni di reggere l’emergenza, non era necessario togliere agli studenti questo spazio vitale.
Sia chiaro: di errori ne sono stati fatti tanti anche lì, probabilmente si continua a farli, è ovvio, solo chi non fa non sbaglia, ma l’obiettivo era e resta chiaro: mantenere la presenza dei ragazzi e la relazione educativa, il rapporto diretto con i docenti e i compagni, l’inclusione dei diversabili e dei tanti allievi con bisogni educativi speciali.
E’ stato invece sacrificato tutto in nome della ricerca del consenso (di voti…alle elezioni…si sopravvive!), danneggiando, ancora una volta, un’istituzione responsabile del futuro dei giovani e quindi del Paese.
Oggi, ad appena due mesi dalla chiusura dell’anno scolastico, i bilanci sono inevitabili e le analisi, accademiche e non, sono ormai in dirittura d’arrivo: il livello di competenza degli studenti si è paurosamente abbassato; i loro disagi psicologici sono aumentati; il loro senso di responsabilità, già traballante in una società liquida e schiava dei social come quella attuale, sta franando a vista d’occhio; molte famiglie collaborano poco con l’istituzione scuola, perché scambiano il binomio diritti-doveri per pretese, non si fidano e pensano che i figli, 90 su 100, abbiano sempre ragione.
Sarei disonesta se, al contempo, non riconoscessi lo sforzo di tutti quei nuclei familiari che hanno dovuto affrontare difficoltà economiche e trasformarsi, nel medesimo tempo, in sostenitori dei loro ragazzi incollati ad uno schermo per avere riconosciuto il loro diritto all’istruzione.
Ma ritengo che era ed è necessaria più collaborazione, più sinergia, più forza nell’urlare, insieme, che la scuola non si tocca e le grida avrebbero dovuto raggiungere il cielo, soprattutto dinanzi al massacro della Superiore, con giovani ridotti a frequentare poco o nulla, perché non si potevano superare i limiti di determinate percentuali e che oggi hanno peraltro poca voglia di farlo (basta vedere le percentuali dei rientri di questa settimana).
Ma chi ha avuto il coraggio di denunciare, dai grandi politici agli ultimi consiglieri comunali, che il vero problema sono i trasporti ed il relativo indotto? I balletti con le ditte? Chi ha avuto il coraggio di dire che la mattina la scuola è chiusa, ma che il pomeriggio e la sera i ragazzi sono in giro, a frotte, anche senza mascherine?
Che la scuola non sia nelle priorità della nostra classe politica da…secoli…è noto ed arcinoto, ma poi non facciamo gli ipocriti parlando di lotta alla disoccupazione, di opportunità per i giovani, di fondi europei per questo o quell’altro progetto, perché senza conoscenze e competenze i nostri ragazzi non andranno da nessuna parte! E fra dieci, venti anni, avremo un’altra generazione di ignoranti, che potenzieranno le fila della politica, che continuerà a mettere pietre tombali sul futuro dell’Italia.
Siamo al capolinea ed io ho solo voglia di scendere, perché amo troppo il mio lavoro e soffro troppo per questa generazione allo sbando, per avere la forza di tacere.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 2 maggio 2021 in Puglia, sono stati registrati 6.226 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 810 casi positivi: 213 in provincia di Bari, 60 in provincia di Brindisi, 66 nella provincia BAT, 296 in provincia di Foggia, 146 in provincia di Lecce, 26 in provincia di Taranto, 4 casi di residenti fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito.
Sono stati registrati 18 decessi: 6 in provincia di Bari, 3 in provincia di Brindisi, 4 in provincia BAT, 5 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.242.079 test.
183.232 sono i pazienti guariti.
47.637 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 236.781 così suddivisi:
90.724 nella Provincia di Bari;
23.406 nella Provincia di Bat;
17.811 nella Provincia di Brindisi;
42.823 nella Provincia di Foggia;
23.675 nella Provincia di Lecce;
37.215 nella Provincia di Taranto;
762 attribuiti a residenti fuori regione;
365 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Martedì 4 maggio 2021 dalle ore 9 alle ore 14 e dalle ore 15 alle ore 20, il Centro Vaccini “ Ex-Acait” di Tricase verrà riattivato – secondo le disposizioni sanitarie per la somministrazione della seconda dose di vaccini SOLO ai cittadini che hanno ricevuto la prima somministrazione a Tricase in data 12 aprile 2021.
Per motivi logistici, gli ingressi al Centro vaccinale saranno scaglionati nel seguente modo:
DALLE ORE 9 ALLE ORE 14: COGNOMI DALLA A ALLA M
DALLE ORE 15 ALLE ORE 20: COGNOMI DALLA N ALLA Z.
Si invitano i cittadini a recarsi al Centro Vaccini solo se rientrati nella categoria indicata, portando tessera sanitaria e carta d’identità