La riapertura può voler dire ripartenza. Il colore giallo finalmente conquistato dalla Regione Puglia segna la ripresa di una serie di attività e di abitudini di vita per tanto tempo compresse.
La foto che più è stata vista questa settimana è stata quella scattata dal nostro giornale domenica a Tricase Porto. Tanti bagnanti e tanti a prendere il sole e sopra, di fronte all’ex muro del pianto, tantissimi a godersi la bellezza di una giornata pressocché estiva. Il piacere di uscire e di stare insieme.
La riapertura può voler dire ripartenza?
Si torna al mare, si torna per le strade e, tra poco, si tornerà anche allo stadio. L’unico posto off limit sono le Scuole superiori.
In Puglia si lascia libertà di seguire le lezioni in DAD oppure di andare a scuola. La risposta dei giovani e delle loro famiglie è stata nella stragrande maggioranza quella di stare a casa. Ma allora dovrebbero stare a casa sempre; ed invece, la foto documenta che si va a scuola ma si va al mare. Si dirà: il mare è più sicuro della Scuola. E’ solo questo?
Lo sviluppo del territorio deve conciliare economia ed ambiente. E’ una delle sfide del Recovery Plan ed è uno degli obiettivi ONU per il 2030. Il Comune di Tricase ha lanciato una iniziativa di partecipazione dal basso per elaborare idee e progetti di sviluppo in linea con gli obiettivi ONU.
La foto dimostra che è la bellezza dell’ambiente a favorire incontri, sviluppo e benessere.
Sarà interessante verificare se la stessa voglia di uscire, di incontrarsi e di vivere -che la foto documenta- si vedrà anche nelle occasioni di confronto per occuparsi seriamente del futuro.
Venerdi, 14 maggio 2021
Fonte Asl
Attualmente positivi
ALESSANO 10
ALEZIO 27
ALLISTE 7
ANDRANO 0
ARADEO 95
ARNESANO 4
BAGNOLO DEL SALENTO 0
BOTRUGNO 0
CALIMERA 11
CAMPI SALENTINA 32
CANNOLE 0
CAPRARICA DI LECCE 2
CARMIANO 70
CARPIGNANO SALENTINO 0
CASARANO 121
CASTRI' DI LECCE 2
CASTRIGNANO DEI GRECI 1
CASTRIGNANO DEL CAPO 8
CAVALLINO 38
COLLEPASSO 15
COPERTINO 83
CORIGLIANO D'OTRANTO 5
CORSANO 19
CURSI 6
CUTROFIANO 16
DISO 0
GAGLIANO DEL CAPO 9
GALATINA 150
GALATONE 126
GALLIPOLI 59
GIUGGIANELLO 2
GIURDIGNANO 2
GUAGNANO 3
LECCE 288
LEQUILE 27
LEVERANO 53
LIZZANELLO 25
MAGLIE 16
MARTANO 9
MARTIGNANO 0
MATINO 98
MELENDUGNO 41
MELISSANO 30
MELPIGNANO 0
MIGGIANO 1
MINERVINO DI LECCE 1
MONTERONI DI LECCE 64
MONTESANO SALENTINO 7
MORCIANO DI LEUCA 4
MURO LECCESE 1
NARDO' 131
NEVIANO 18
NOCIGLIA 2
NOVOLI 7
ORTELLE 0
OTRANTO 10
PALMARIGGI 0
PARABITA 39
PATU' 1
POGGIARDO 0
PRESICCE-ACQUARICA 29
RACALE 44
RUFFANO 21
SALICE SALENTINO 8
SALVE 8
SANARICA 1
SAN CESARIO DI LECCE 20
SAN DONATO DI LECCE 11
SANNICOLA 25
SAN PIETRO IN LAMA 9
SANTA CESAREA TERME 0
SCORRANO 17
SECLI' 18
SOGLIANO CAVOUR 4
SOLETO 19
SPECCHIA 4
SPONGANO 2
SQUINZANO 20
STERNATIA 1
SUPERSANO 21
SURANO 0
SURBO 87
TAURISANO 104
TAVIANO 90
TIGGIANO 0
TREPUZZI 23
TRICASE 11
TUGLIE 32
UGENTO 110
UGGIANO LA CHIESA 3
VEGLIE 32
VERNOLE 9
ZOLLINO 1
SAN CASSIANO 3
CASTRO 0
PORTO CESAREO 77
Fonte Regione Puglia / Speciale Coronavirus
Lo sviluppo di un vaccino è un processo lungo che impiega solitamente dai sette ai dieci anni, e prevede più fasi di sperimentazione. In meno di un anno dall'inizio della pandemia da virus SARS-CoV-2, sono stati approvati già i primi vaccini contro il Covid-19. Questo eccezionale risultato scientifico è stato determinato da importanti collaborazioni internazionali e dai cospicui investimenti dei Paesi che si sono assunti il rischio economico per permettere alle aziende di sovrapporre in modo efficiente alcune fasi degli studi clinici. L’Ente regolatore europeo ha messo a punto un processo per monitorare tutti i passi effettuati, stabilendo un livello minimo di efficacia maggiore del 50% per l’immissione dei prodotti sul mercato. Nessun passaggio, dunque, è stato saltato e nessuna sperimentazione è stata meno rigorosa. L’accelerazione imposta dall’emergenza sanitaria nulla ha tolto alla sicurezza dei vaccini. Alcuni sono stati realizzati utilizzando la stessa tecnologia di vaccini attualmente in uso, altri adottando approcci innovativi o usati di recente contro SARS ed Ebola. Tutti sono accomunati da un unico obiettivo: produrre una risposta immunitaria utile a contrastare l’infezione dal virus SARS-CoV-2 e proteggere dalle forme sintomatiche più gravi di Covid-19.
PFIZER
Il vaccino Covid-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) di Pfizer/BioNTech è destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (Covid-19) nelle persone di età pari o superiore a 16 anni. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina presente su SARS-CoV-2, il virus responsabile del Covid. Il vaccino non contiene il virus e non può provocare la malattia. Conservato in congelatore a una temperatura compresa tra -90°C e -60°C, è somministrato attraverso due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra. Ha un’efficacia del 95% a partire da sette giorni dopo la somministrazione della seconda dose.
MODERNA
Il Covid-19 Vaccine Moderna di Moderna Biotech è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (Covid-19) nelle persone a partire dai 18 anni di età. È il secondo vaccino autorizzato da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) in Italia. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina presente su SARS-CoV-2, il virus responsabile del Covid-19. Questo vaccino non contiene il virus e non può provocare la malattia. Il vaccino è somministrato in due iniezioni, ciascuna di 0,5ml, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di 28 giorni l’una dall’altra. Il vaccino è conservato a temperature comprese tra -15 e -25 gradi, ma è stabile tra i 2 e gli 8 gradi per 30 giorni se la confezione rimane integra. La sua efficacia è del 94,1% a partire da 14 giorni dopo la somministrazione della seconda dose.
ASTRAZENECA
Il vaccino Covid-19 AstraZeneca viene somministrato alle persone dai 18 anni in su, ad eccezione dei soggetti individuati come estremamente vulnerabili. È progettato per preparare il sistema immunitario a identificare e contrastare il coronavirus (SARS-CoV-2) responsabile della malattia Covid-19. Si definisce vaccino a vettore virale perché utilizza un virus per portare all’interno della cellula le istruzioni per produrre la proteina presente sulla superficie dei virus. Il vettore è una versione modificata dell’adenovirus di scimpanzé che non è in grado di replicarsi, ma consente la sintesi della proteina spike di SARS-CoV-2. In questo modo il sistema immunitario si attiva contro questa proteina e produce gli anticorpi che proteggeranno la persona che entra in contatto con il virus. Il tipo di tecnologia utilizzata in questo vaccino è già stata testata con successo ed è utilizzata nella prevenzione di altre malattie. È somministrato in due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 4-12 settimane l’una dall’altra. È necessario conservarlo in frigorifero a una temperatura compresa tra 2°C e 8°C e non va congelato. La sua efficacia è del 59,5% a partire da 15 giorni dopo la somministrazione della seconda dose.
di Luca Antonio Esposito
Un titolo provocante, che ci porta a riflettere su come la pandemia ha cambiato la nostra visione del mondo e dei rapporti umani. Siamo ormai solo dei numeri?
Ogni giorno veniamo bombardati da statistiche, valutazioni economiche e sanitarie e dati di ogni sorta perdendo in qualche modo la consapevolezza che quei numeri rappresentano persone che hanno perso il lavoro, che si ammalano di Covid, che muoiono ogni giorno.
È interessante notare come i bollettini dei contagi e, ancor più, quelli dei morti non sorprendano e non destino più tanto clamore. Ci si abitua a tutto. O forse no? Siamo tutti più soli e, anzi, tutti abbiamo paura dell’altro. Le mascherine nascondono i volti e creano diffidenza. Gli isolamenti forzati, i cosiddetti “lockdown”, hanno compromesso molti rapporti con gli stessi familiari.
Gli studenti hanno vissuto una “rivoluzione” del concetto di lezione e con loro tutto il mondo scolastico di ogni ordine e grado è stato coinvolto da questo grande cambiamento, che ha portato a una nuova “quotidianità scolastica”.
La verità è che siamo cambiati, e forse non ne siamo del tutto consapevoli.
Siamo una società che ha paura, che ha sperimentato di poter subire innumerevoli privazioni in nome di una sicurezza sanitaria. Abbiamo assaporato la fragilità della vita umana davanti ad un nemico invisibile.
Ma tirando le somme.. Siamo migliorati, stiamo migliorando oppure no?
Si vede e si percepisce solitudine. Solitudine e amarezza nelle persone. Persone cambiate dal Covid nel modo di vedere le cose e nel modo di vivere i rapporti.
I social network hanno permesso forme di contatto e di rapporti umani anche nei momenti peggiori. Tutti si sono dovuti inesorabilmente adeguare a cambiare le loro abitudini e a ripensarle in nome di un nuovo modo di vivere, certamente più distaccato ma che permette di sentirsi ancora vicini. Lontani ma vicini. Un ossimoro quanto mai azzeccato in un contesto di bilanciamento tra la necessità di limitare il contagio e il bisogno di umanità.
Una grande lezione è che, forse, si è compreso che non siamo in grado di vivere isolati. Abituati alla nostra libertà, talmente assuefatti, che per apprezzare anche una piccola corsetta all’aria aperta, abbiamo dovuto privarcene.
Sarebbe interessante dedicare attenzione ad elaborare un indice di felicità e stress pre e post Covid. Certamente non è la prima volta che si assiste ad una crisi di tipo pandemico nel mondo, cito a tal proposito la peste di Atene, l’influenza spagnola, l’influenza asiatica, l’influenza di Hong Kong, l’HIV, la SARS, l’influenza suina e l’ebola.
In realtà, se ci pensiamo ad ormai un anno e mezzo di distanza, ci siamo abituati con alti e bassi a situazioni che ritenevamo impossibili da sopportare. Se nel 2019 ci avessero chiesto “Sei pronto a privarti di uscire per i prossimi due anni?”
Penso che chiunque ci avrebbe riso su ritenendo l’interrogativo alquanto assurdo e surreale. Basta pensare che nessuno, fin dallo scoppio della pandemia, ha mai voluto veramente prendere coscienza del fatto che per uscirne sarebbero stati necessari anni. Adesso tutto sembra paradossalmente normale.
Sorrido e provo a pensare come un bambino può concepire questo periodo, come se lo spiegherà. Riterrà normale tutte queste regole o considererà questo solo un frangente?
Infine, ci sono le vittime del covid, i contagiati, i numeri, i bollettini. Ormai parliamo genericamente di morti dimenticando che dietro ci sono nomi, persone e famiglie. Siamo vaccinati, positivi, negativi, ricoverati e morti.
Siamo numeri che finiscono per alimentare statistiche, giustificare operazioni, allentamenti e restrizioni.
Farebbe bene ricordare che, oltre ai dati, dietro ci sono persone.
In aggiunta, un fenomeno al quale bisognerebbe prestare la giusta attenzione è che oltre alle vittime in termini di vite umane, si ritrovano persone distrutte psicologicamente.
Le questioni, non di poco conto, a cui forse verrà dedicato spazio nei prossimi mesi sono gli strascichi psicologici e sociali del Covid. Le questioni sociali e psicologiche sono anch’esse importanti. Siamo destabilizzati da quella che si è ormai definita Infodemia.
Un termine quanto mai calzante per definire la circolazione di informazioni, anzi oserei dire il bombardamento di notizie poco accurate e di vasta portata che spesso hanno combinato allarmismo e superficiale ottimismo.
Siamo tutti in qualche modo provati dal Covid-19, il lockdown ha portato innumerevoli situazioni psicologicamente turbanti: pensiamo a chi è stato costretto a vivere condizioni di solitudine forzata, chi a contatto obbligato con i propri cari e chi (oserei dire tutti) è stato (ed è) costretto a interrompere relazioni sociali di ogni tipo.
La pandemia ha in qualche modo posto un freno alla vita frenetica che vivevamo.
Ci ha messo in contatto diretto con la nostra intimità. Non è semplice quantificare adesso i danni psicologici del Covid, ma se ci fermiamo a riflettere non sono pochi e, probabilmente, tra qualche anno si tireranno le somme anche di questi.
La solitudine può essere un momento di riflessione ma anche un modo per far uscire fragilità nascoste. Tra tutte, chiudo sottolineando come una delle parti più orrende a cui il virus ha in qualche modo abituato è la morte in solitudine.
In verità, non si è mai abituati alla morte di nessuno, il tutto è anche peggiorato dal non poter vedere e salutare i propri cari. Soffermarci sui danni irreversibili e l’impatto psicologico è di vitale importanza per riflettere che tutto quello che stiamo vivendo, anche con l'entusiasmo delle riaperture, non verrà cancellato né dal vaccino e né dalla fine stessa della pandemia.
VACCINO ANTI COVID: DA LUNEDÌ 17 MAGGIO
PARTONO LE PRENOTAZIONI PER GLI OVER 40
La Regione Puglia apre alle vaccinazioni anti covid anche per la fascia dei 40-49enni.
Così come previsto dall’ordinanza del commissario nazionale per l’emergenza covid, generale Figliuolo, la Regione ha deciso di aggiornare la timeline per le prenotazioni, sempre in maniera graduale e per ordine di età.
Sono al momento aperte le prenotazioni per la fascia over 50, per i nati tra il 1964 e il 1965.
Da sabato 15 maggio, dalle 14.00, le prenotazioni saranno aperte per una fascia più ampia: sarà il turno dei nati tra il 1966 e il 1969 (4 anni contemporaneamente).
Lunedì 17 maggio, alle 14.00, si apriranno le prenotazioni per la fascia degli over 40, solo per le fasce di età dei nati tra il 1970 e il 1973.
Saranno così inclusi anche i primi due anni degli over40, in linea con l'ordinanza del Commissario.
Mercoledì 19 maggio alle 14.00 saranno aperte le prenotazioni per la fascia 1974-1977, mentre venerdì 21 si passerà alla fascia 1978-1981.
Rimangono aperte le prenotazioni per il completamento delle altre fasce di età già iniziate.
Le prenotazioni saranno possibili con il sito lapugliativaccina.regione.puglia.it e con il numero verde 800713931 attivo dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20 e le farmacie accreditate al servizio FarmaCUP
Sono tuttavia preferibili le prenotazioni via web.
“Siamo consapevoli dello sforzo che sarà messo in atto per fornire una data per il vaccino alle fasce di popolazione over 40 – spiega l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco – ma intendiamo coprire quanto prima con una dose di vaccino quanti più pugliesi possibile. La macchina dei centri vaccinali è testata e funziona soprattutto grazie all’impegno dei dipartimenti di prevenzione, dei sanitari e della Protezione civile, la Puglia somministra tutti i vaccini che gli arrivano. Nel frattempo occorre non abbassare la guardia e mantenere tutte le precauzioni per evitare un ritorno di casi e ricoveri che metterebbero in difficoltà gli ospedali anche nella bella stagione. Quindi si devono mettere le mascherine in ogni luogo, curare l’igiene delle mani, controllare la temperatura corporea e soprattutto mantenere il distanziamento sociale in ogni occasione, a casa, al lavoro, per strada e nei luoghi pubblici”.