di Alessandro DISTANTE

LA 167 UN NUMERO TANTE STORIE

Dopo aver dedicato uno speciale a Depressa, con questo servizio passiamo ad esaminare un quartiere “difficile” quale è la 167 situato a Tricase (rione Caprarica) nelle vie Costantino, Tiberio e Siciliani.

 “L’urbanistica è l’arte di costruire le città. Oggi preferisco dire: l’arte di capire le città. Capire le comunità e le loro particolarità, capire perché gli uomini si ostinino a voler vivere insieme. Ovviamente vogliono vivere insieme per sopravvivere (…) E anche nel caso sconvolgente di creazione ex novo di un luogo urbano, se è una città che si vuole, è necessario aver bene presente la comunità che vi si insedierà, altrimenti sono solo muri” (Luigi Za, Il territorio e il costruito, a colloquio con Marcello Fabbri, Minutodarco editore, 2012).

L’ing. Marcello Fabbri venne incaricato dal Comune di Tricase nel 1960 della redazione del primo Piano Regolatore della Città. L’incarico non giunse al termine e si concluse con la crisi dell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Cassati. L’idea di uno sviluppo ordinato ed “umano” della edilizia e della progettazione dei quartieri -della quale Fabbri era portatore- è fondamentale per scongiurare una crescita disordinata e disarmonica della Città, della quale anche la nostra zona 167 è una testimonianza.

GENESI DI UN QUARTIERE DIFFICILE

L’insediamento zona 167, per la parte dove sono ubicati gli alloggi popolari, nasce dalla attuazione, a fine anni Settanta/primi anni Ottanta, di una legge che ha dato poi il nome a simili interventi di edilizia pubblica: “167”. Si tratta infatti della legge n. 167 del 1962 che assegnava ai Comuni il compito di approvare un Piano delle zone da destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico o popolare, nonché alle opere e servizi complementari, urbani e sociali, ivi comprese le aree a verde pubblico.

In attuazione di quella Legge, il Comune avviò un intervento finalizzato a dare risposta alle situazioni di maggiore emergenza abitativa; per una parte, le aree espropriate vennero assegnate a cooperative edilizie che si impegnavano –così come è poi accaduto- a realizzare interventi abitativi per alloggi da consegnare ai soci delle stesse, e, per altro verso, all’IACP per la costruzione di alloggi da concedere in locazione (a prezzi calmierati) a fasce della popolazione che versavano in situazioni di particolare disagio economico.

In queste pagine, ci occuperemo di questo secondo tipo di intervento e quindi di quegli alloggi che si trovano in quello che, una volta, veniva, in maniera inaccettabile e dispregiativa, definito il “bronx”.

Per realizzare gli interventi edilizi, il Comune procedette alla espropriazione di terreni che erano, per la maggior parte, con destinazione agricola e quindi al di fuori di quello che, all’epoca, era il centro abitato.

La Legge, invero, dava la preferenza, nella scelta delle aree dove attuare il Piano, a quelle di espansione dell’aggregato urbano e consentiva di inserire nel Piano anche le aree sulle quali insistevano immobili la cui demolizione o trasformazione fosse richiesta da ragioni igienico-sanitarie.  Anche Tricase, come quasi tutti i Comuni, scelse di intervenire non con la ristrutturazione degli immobili mal messi, così lasciando gli abitanti nei luoghi dove avevano vissuto (molti nel centro storico), ma optò per la realizzazione di alloggi nuovi, anche se collocati in una zona periferica della Città.

Gli interventi di edilizia popolare hanno creato in tutta Italia non pochi problemi ed hanno fatto sorgere situazioni di criticità sociale; basti pensare a cosa accade a Napoli (Scampia) o Palermo (Le vele) o in altre Città. La caratteristica che accomuna tutti questi interventi, compreso Tricase, è la localizzazione in aree periferiche delle città, fino al punto che, se non separati dal nucleo urbano (come pure talvolta è accaduto), sono comunque in zone marginali. Già questo costituisce il punto critico di partenza che poi spiega l’origine del disagio attuale.

A ciò si aggiunge la carenza, come accaduto a Tricase, di servizi o di esercizi pubblici e privati, con la conseguenza che, per lo più, i quartieri 167 diventano dormitori. A dire il vero il Piano aveva previsto spazi verdi, luoghi e impianti di interesse pubblico ed anche per edifici pubblici o di culto ma localizzando quegli interventi nella parte del Piano dove si sono insediate le cooperative edilizie, mentre la parte destinata alle case popolari è rimasta del tutto sfornita di tali opere e servizi.

Il riferimento non è solo a piazze o parchi pubblici, ma anche a centri di aggregazione sociale e a quei luoghi o non luoghi di incontro e di naturale e tradizionale socialità che nei paesi erano, e talvolta ancora sono, i bar, le puteche, i negozietti di generi alimentari oppure i servizi essenziali come i barbieri o i piccoli laboratori artigianali.

Nulla di tutto questo, conseguenza di una concezione edilizio-urbanistica che, nonostante le buone intenzioni, si è rivelata socialmente fallimentare.

Si è data risposta all’emergenza abitativa –e ciò non è obiettivamente poca cosa- ma si sono creati i presupposti per situazioni di problematica vivibilità e di scarsa socializzazione che, a loro volta, sono generatrici di criticità sociali se non addirittura di ordine pubblico.

Anche la tipologia costruttiva delle palazzine (condomini per lo più a tre piani) è molto diversa dalle abitazioni nelle quali alcune delle famiglie hanno vissuto, seppure in condizioni di disagio inaccettabile.

Specialmente i nuclei familiari di primo insediamento sono stati trapiantati in quel nuovo quartiere, lasciando ed interrompendo i legami con quei luoghi nei quali erano riconosciuti, anche se talvolta emarginati. La diversità di ubicazione e di tipologia delle abitazioni loro assegnate spiega perché, andando nel quartiere, si osservano spesso le persone affacciate ai balconi come se stessero prendendo il fresco sull’uscio delle case che un tempo abitavano.

Anche la viabilità rimarca il senso di separazione ed emarginazione; le vie all’interno delimitano i palazzi e non sono collegate con il flusso del traffico; fino a qualche anno fa, addirittura, un muro separava, anche visivamente, quegli insediamenti dal resto della Città, come se questa non volesse neppure vedere un’altra parte e un’altra componente della popolazione residente.

LA SITUAZIONE A TRICASE

Gli alloggi assegnati sono ad oggi 46 per altrettanti nuclei familiari. Ultimamente su 84 domande di alloggi, si è proceduto con 18 assegnazioni e 2 rinunce. In graduatoria vi sono ancora 57 famiglie in attesa di alloggio, segno che il bisogno abitativo è una urgente necessità.

Sono state segnalate nove occupazioni abusive e circa una diecina di appartamenti necessitano di interventi di manutenzione straordinaria se non addirittura di ristrutturazione.

Un piccolo nucleo di edilizia popolare si trova a Marina Serra e a Tricase Porto ma il grosso dell’intervento è in Tricase su via Costantino, via Tiberio e via Siciliani.

Come in tutti i condomini, anche in quelli della 167, i problemi non mancano, ma sono –per così dire- accentuati. Un problema particolare è quello delle utenze comuni con debiti nei confronti dei fornitori che giungono a minacciare distacchi su servizi essenziali. Accade così che alcuni inquilini non pagano le quote dovute e che altri appartamenti, occupati abusivamente, non partecipano alla ripartizione die costi. Tutto questo genera distorsioni con la conseguenza che la morosità di alcuni si scarica anche su chi paga regolarmente.

I LUOGHI DELLA SOCIALITA’

Le recenti assegnazioni, cominciate un paio d’anni fa, hanno cambiato la fisionomia del quartiere ed aumentato un controllo diffuso interno.

Accanto a questo segnale positivo e che lascia ben sperare, non mancano, tuttavia, episodi di teppismo che giungono fino a minacciare chi tenta di intervenire.

Nelle strade antistanti i nuclei abitativi si fermano gruppi di minori e di giovani che la fanno da padroni. Lo spazio di socialità rimane la strada, unico luogo dove, non a caso, si danno convegno soprattutto i ragazzi e i giovani. Al di là di qualche partita a pallone, sempre per strada e con naturale disturbo per la quiete dei residenti, non vi sono occasioni e momenti dove vivere al meglio il tempo libero e spesso gli incontri di gruppetti di ragazzi finiscono per essere il punto di partenza per altre forme di protagonismo, non sempre accettabili.  La fine del periodo dell’obbligo scolastico segna, talvolta, l’inizio di un periodo di non occupazione che apre spazi di “tempo libero” che vengono riempiti con la disponibilità a lavoretti di vario genere.

Il rischio è che la voglia di emergere e di guadagnare e comunque di sentirsi importanti e con un ruolo porti questi giovani a offrirsi come pedine utili, magari di altre persone che vengono da fuori, per imprese poco nobili. Purtroppo non sono mancati casi di micro criminalità e di traffici di dubbia liceità che hanno visto come autori e/o referenti giovanissimi ragazzi figli di quel disagio sociale.

Difficile l’opera dei Servizi sociali, sempre a corto di personale, come scarsa è la presenza di altre istituzioni, pubbliche o private.

La presenza avvertita delle Istituzioni in questa realtà si riduce, sostanzialmente, a quelle delle Forze dell’Ordine. I passaggi e le visite di controllo da parte dei Carabinieri e della Polizia Municipale, che pure intervengono su segnalazione oppure per un normale giro di controllo, non possono rispondere adeguatamente alla domanda di tranquillità che spesso viene rappresentata da parte dei residenti.

I controlli giungono spesso quando il problema o la segnalazione è già superata e al solo apparire delle auto delle Forze dell’Ordine la condotta rientra nei normali canoni di gruppi di ragazzini che si divertono a giocare o, semplicemente, a stare insieme.

OCCASIONI PERSE

In passato non sono mancate idee per un intervento sociale nella zona. Durante l’Amministrazione Coppola venne approvato con la Regione Puglia un progetto di rigenerazione urbana che comprendeva, al suo interno, anche un Laboratorio Urbano Giovanile; un intervento di presenza e di animazione sociale che avrebbe dovuto avere come principali protagonisti i ragazzi del quartiere.

L’idea, che mirava ad aprire nei pressi di quella zona, un centro sociale con il coinvolgimento di numerose associazioni, non ebbe mai vita, o, meglio, venne realizzata ma nel centro storico di Tricase. Motivo? Il mancato reperimento di un locale idoneo ad ospitare il Laboratorio.

La rigenerazione urbana, per quanto riguarda opere infrastrutturali, ha così interessato la zona adiacente al così detto Bronx e cioè la zona degli insediamenti di edilizia residenziale convenzionata.

IL SINDACO DE DONNO CI DICE

“Il problema –ci dice il sindaco De Donno- è all’attenzione dell’Amministrazione Comunale. Stiamo cercando di inventarci forme di presenza costante. Per questo, di intesa con Arca Sud, vogliamo portare avanti un’idea per realizzare un luogo di socialità per i ragazzi che lì vivono. Non è facile, perché in quel quartiere vi sono soltanto edifici con le caratteristiche di residenza e destinati alla abitazione di famiglie che ne hanno bisogno. Tuttavia stiamo cercando la forma giuridica che ci consenta di prendere in uso uno degli appartamenti per ubicarvi un luogo aperto ai ragazzi. Debbo dire che per l’estate possiamo fare qualcosa fuori, all’aperto ed in tal senso abbiamo acquisito la disponibilità di alcuni volontari, ma, per il resto dell’anno, è difficile trovare una soluzione”.

Sempre a proposito di viabilità….

di Gian Paolo ZIPPO

Tornando a parlare di viabilità una cosa che mi sono sempre chiesto è: “perché occludere il prolungamento di Via Aldo Moro, anziché creare un collegamento con la strada extra-murale (Corso Ottaviano Augusto) e permettere quindi un facile afflusso/deflusso a/da Tricase di tutto il traffico veicolare da/per il Capo di Leuca”?

Specie adesso che la concentrazione di esercizi commerciali in quella zona è aumentata tantissimo.

Eppure sembra che originariamente doveva essere così! Infatti, se si fa attenzione, il tratto di strada (a due corsie) che costeggia la zona delle case popolari si interrompe bruscamente, lasciando intendere che da lì si doveva arrivare verso Corso Ottaviano Augusto Cui prodest?

Peraltro, l’aver intercluso dei monconi di strada intorno a quella zona non ha fatto altro che peggiorare l’isolamento di un intero quartiere che non ha nessun’apertura verso il resto del paese, se non degli accessi limitati alle stradine retrostanti!

Le erbacce e l’incuria delle strade ne sono una testimonianza: si è passati da un “muro reale” (finalmente abbattuto) ad un “muro urbanistico” generato da una viabilità che non facilita la libera circolazione in quella zona.  L’inclusione, termine oggi tanto in voga, parte anche da questo!

E giacché stiamo parlando di viabilità nella Zona 167, sarebbe il caso di prendere dei provvedimenti per regolamentare meglio l’incrocio nei pressi di Pausa Caffè, dove le auto sfrecciano a velocità sostenuta su Corso Giulio Cesare ignorando completamente lo STOP…l’attraversamento di quell’incrocio è ormai diventato veramente complicato e rischioso!

Considerata l’alta densità abitativa della zona si dovrebbe intervenire con urgenza.

Sempre da cittadino e da utente della strada penso che le soluzioni ci siano…

di Alfredo DE GIUSEPPE

Nel marzo 2013, mentre si stavano effettuando dei lavori di risistemazione viaria intorno alla 167, per completare un progetto finanziato di rigenerazione urbana, il Volantino pubblicò un mio articolo col titolo "Lavori in corso...pessimi" – che raccoglieva il grido di dolore, direi di buon senso, dei residenti di quella zona. Ero stato facile profeta nel dire, già nel 2008, che la mancata continuazione di Via Aldo Moro fino a via Lecce sarebbe stato un disastro dal punto di vista urbanistico, viario e soprattutto antropologico, evidenziando in maniera netta e definitiva la ghettizzazione di quel comparto abitativo. Le reazioni dei tecnici interessati e dell’allora sindaco furono veementi e fuorvianti. Le ragioni dei residenti furono vissute come inutili proteste di chi non comprende le alte strategie urbanistiche e residenziali dei pochi illuminati chiamati a disquisire della materia. I risultati, dopo 10 anni,  sono sotto gli occhi di tutti, ma grazie a Dio, nessuno in questo paese osa mai fare un po’ di autocritica. (https://www.alfredodegiuseppe.it/index.php/archivio-2013/213-lavori-in-corso-pessimi)

Lavori in corso...pessimi

Parliamo della nuova sistemazione viaria della zona 167. La parte che da sempre viene definita Bronx è in una situazione di solitudine, ghettizzata, non si sa quanto volutamente, sin dal progetto originario. Sarà un caso ma il primo insediamento era stato progettato ben lontano dalle altre case, dalla vita normale e così continua ad essere. C’era un solo progetto (di buon senso) per far decantare una situazione così degradata: fare una rotatoria all’incrocio fra via A. Moro e via G. Cesare e continuare la strada fino alla circonvallazione di via Lecce. Questo avrebbe fatto diventare la 167 il quartiere d’ingresso alla città di Tricase dalla parte sud, avrebbe valorizzato palazzi e strade, dato forse qualche possibilità di aprire negozi, distributori di benzina e posti di ritrovo. Invece che ti vanno a pensare i nostri tecnici?

Tutto con un bel marciapiede (facendone una specie di inutilizzabile pista ciclabile) e rendiamo le due 167 unite e quindi integrate. Niente di più assurdo: ora le due 167 sono entrambe ghettizzate e sempre disunite fra di loro. In compenso abbiamo ottenuto dei risultati paradossali:  una stradina tortuosa non asfaltata che dà in modo abusivo su via Lecce è frequentatissima, sia in entrata che in uscita, con grave rischio di incidenti; tentare di uscire da quella zona, ovunque si viva, è diventato un gioco labirintico, dove è facile andare a sbattere su qualche cordolo in cemento. Capitolo a parte (forse una tesi di laurea) meriterebbero in effetti i cordoli in cemento: i nostri tecnici ne sono innamorati, ne hanno previsto una quantità industriale, hanno giocato con la penna nel pensarli tondi, quadri, obliqui e oblunghi. Se solo avessero viaggiato un po’, anche senza studiare, avrebbero visto che tutte le vere piste ciclabili non sono su marciapiedi dai lati taglienti, ma a raso, divise dalle strade da semplici strisce gialle o da leggere balaustre in legno. Qui invece tutto all’insegna dell’inutile, del costoso e del pericoloso. Perché, perché? Quale forza sotterranea muove persone, anche oneste, nel progettare in modo così dissennato? Qui il problema non è prendersela con un’Amministrazione comunale o con un tecnico: a questa fantastica opera hanno lavorato, pare gratuitamente, il fior fiore dei tecnici tricasini, pare 20 (dicasi venti!) fra ingegneri, geometri, dipendenti comunali e laureati di vario tipo. Al di là dell’assurda sistemazione della zona 167, qui il problema è capire cosa muove le intelligenze in modo così perverso, tanto da incutere  in noi il terrore ogni qual volta si mette mano ad una nuova sistemazione, ad un restauro o ad un complessivo progetto urbano.

Cerchiamo di darci delle spiegazioni:

per quanto un bravo tecnico si sforzi, pare rimanere impigliato nel conformismo dominante dell’ambiente in cui vive e opera. Se qui è il momento dei cordoli in cemento, non ci sarà tecnico che sappia uscire da quella schifezza;

quando si progetta l’opera spesso si guarda al finanziamento e non alla sua reale utilità e al suo migliore utilizzo. Magari si insegue un bando di concorso regionale o europeo senza pensare davvero alle esigenze di chi vive in un particolare quartiere, trincerandosi spesso dietro parole vuote come “progettazione partecipata” o “cittadinanza attiva” (che significa riempire due paginette e non vivere ad esempio un mese dentro una casa popolare con le infiltrazioni d’acqua);

si ha paura di osare davvero. Come dimostrato da molte città europee, quando si progetta negli anni duemila, si deve portare una ventata di modernità nei colori, nei materiali, nelle soluzioni oppure si deve ricercare (anche con l’ausilio dei moderni mezzi tecnologici) il restauro più rigoroso e fedele che si possa immaginare;

per il solo fine di spendere, abbiamo perso il senso della semplicità, per cui quello che può essere fatto con pochi soldi ci appare sempre inadeguato e invece spesso è il contrario. Con poche e semplici accorgimenti si può rendere la vita più semplice e divertente senza interventi faraonici, (per esempio per una rotatoria basterebbe un albero o una bella pietra, dei segnali ben posizionati, e delle strisce a terra, mentre la provincia di Lecce spende fra 100 e 200 mila euro per ogni rotatoria, spesso errata e pericolosa);

spesso i tecnici sono succubi del volere di amministratori poco accorti, poco sensibili, poco informati e molto populisti. Tutto il resto è pressapochismo o malafede

di Pino GRECO

L’intensa pioggia di questi giorni non ha danneggiato soltanto le case dei vivi, ma anche quelle dei morti.

Piove nei reparti cimiteriali del Comune tra le proteste dei cittadini costretti nei giorni di pioggia ad armarsi di buona volontà per rendere più decorose e accoglienti le cappelle in cui riposano i loro cari.

Sono tante le segnalazioni arrivate in redazione per una situazione che si fa sempre più critica. “L’acqua piovana filtra dal tetto della struttura allagando il pavimento con grandi chiazze d’acqua “, segnalano alcuni familiari dei defunti- siamo costretti ogni volta ad asciugare il pavimento dove l’acqua ristagna. Le condizioni del cimitero non devono essere trascurate, perché è dal decoro e dal rispetto che viene riservato ai propri defunti che si misura il grado di civiltà di una comunità”, concludono i familiari dei defunti

 

Cittadini costretti nei giorni di pioggia ad armarsi di buona volontà per rendere più decorose e accoglienti le cappelle in cui riposano i loro cari

Acqua da infiltrazioni sul soffitto nel “nuovo” cimitero di Tricase

 

 

 

 

AURISPA LIBELLULA ( Serie A3 pallavolo maschile) Aurispa Libellula sbanca Roma in trasferta con un netto 3-0

VIRTUS TRICASE 1967 ( Serie C pallavolo maschile)  Domenica riposo

FULGOR VOLLEY TRICASE ( Serie C pallavolo femminile) Tre a zero a Monteroni. Tornano al successo le ragazze di mister Giuseppe Potente con un punteggio rotondo

NEW POINT VIRTUS TRICASE (Prima divisione pallavolo femminile) Quinta partita e quarta vittoria. New Point Virtus Tricase - Alliste Volley 3-0

ASD ATLETICO TRICASE (Calcio -Promozione) C’è qualcosa che non va: contro il Brindisi arriva la quarta sconfitta consecutiva ( 3 a 2).

TRICASE (Calcio -Seconda Categoria) Il Tricase di mister Andrea Desiderato pareggia per 1 a 1 con il Melpignano

 

 

 

Sabato, 3 dicembre 2022

AURISPA LIBELLULA ( Serie A3 pallavolo maschile) Cade malamente ad Aversa per 3-0. Sabato, ore 18 trasferta a Roma

VIRTUS TRICASE 1967 ( Serie C pallavolo maschile)  Vittoria per 3 a 0 contro i Falchi Ugento. Domenica riposo

FULGOR VOLLEY TRICASE ( Serie C pallavolo femminile) Una sconfitta interna per 2 a 3 contro Brindisi. Sabato, ore 18 a Monteroni

NEW POINT VIRTUS TRICASE (Prima divisione pallavolo femminile) Quattro gare,tre vittorie. Domenica ore 11, palestra scuola professionale don Tonino Bello contro Alliste.

ASD ATLETICO TRICASE (Calcio -Promozione) C’è qualcosa che non va: contro Talsano arriva la terza sconfitta consecutiva. Domenica a Brindisi

TRICASE (Calcio -Seconda Categoria) Quattro vittorie consecutive. Domenica, ore 14,30 al “ Vecchio” comunale contro Melpignano

di Alessandro DISTANTE

“C’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi d’antico”; torna, come ogni anno, il periodo natalizio e, con esso, la magica atmosfera fatta di luci, di addobbi e di panettoni che riempiono i supermercati.

 Quest’anno l’atmosfera, più che magica, sarà particolarmente rigida. Non per colpa delle temperature, ma del termostato che limiterà i gradi e le ore di accensione. Tutta colpa dell’antica arte della guerra!

Sembra di risentire i nostri genitori: “la guerra è brutta e tu, che non l’hai vissuta, non la puoi neppure immaginare”.

Oggi, la guerra in Ucraina non solo renderà più freddo il Natale, ma sta già raffreddando la nostra economia, così accentuando le ingiustizie e le diseguaglianze di sempre. La guerra, nuova o antica, è sempre guerra e porta lutti e miseria.

Il rapporto Svimez, pubblicato in questi giorni, ci consegna un Sud che, nel 2023, sarà in recessione, così riallontanandosi dal resto dell’Italia; mentre il Sud decrescerà dello 0,4%, il Nord crescerà dello 0,5%. E la forbice –motivo nuovo, anzi antico- si allarga.  

Nel 2023 –ecco qualcosa di nuovo- vi saranno 760.00 poveri in più, di cui la maggior parte, circa mezzo milione, saranno del Sud così sottolineando –ecco qualcosa di antico- divari e marginalizzazioni.

Cresce nel mondo, come in Italia, il gap tra agiati ed indigenti (vedasi pag. 2) ed anche a Tricase il divario permane se ben 57 famiglie sono in lista di attesa per un alloggio di edilizia popolare (vedasi pag. 4).

Permangono e si acuiscono situazioni di disagio sociale ed economico che –come ha affermato il Segretario dell’ONU- ci consegneranno un mondo (qualcosa di nuovo o di antico?) “pieno di tensioni, diffidenza, crisi e conflitti”.

Anche nella nostra Città il disagio porta a fenomeni di tensioni e micro conflitti che abbiamo ascoltato nella nostra 167 (vedasi speciale nelle pagine interne). La ripresa occupazionale, dopo la pandemia, è stata di bassa qualità e l’inflazione rosicchia i salari; è sempre il Sud a detenere il record di perdita di valore delle retribuzioni (-9 punti dal 2008 al 2021) a differenza del Nord (- 3 punti). E la crisi occupazionale tocca specialmente chi ha una bassa scolarizzazione, che, quasi sempre, colpisce chi viene da situazioni familiari e sociali di maggiore disagio.

Ed allora c’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria? No, anzi d’antico, o, forse, peggio dell’antico!

 

 

Venerdì, 2 dicembre 2022

COVID: ATTUALMENTE POSITIVI IN PROVINCIA DI LECCE

Fonte Asl Lecce

ALESSANO  14

ALEZIO  18

ALLISTE  25

ANDRANO  21

ARADEO 65

ARNESANO 13

BAGNOLO DEL SALENTO  6

BOTRUGNO  9

CALIMERA 58

CAMPI SALENTINA  56

CANNOLE  7

CAPRARICA DI LECCE 15

CARMIANO  74

CARPIGNANO SALENTINO 21

CASARANO 167

CASTRI' DI LECCE 13

CASTRIGNANO DEI GRECI 16

CASTRIGNANO DEL CAPO 27

CAVALLINO  43

COLLEPASSO 42

COPERTINO  111

CORIGLIANO D'OTRANTO  13

CORSANO 27

CURSI  11

CUTROFIANO 31

DISO 12

GAGLIANO DEL CAPO  21

GALATINA  147

GALATONE  75

GALLIPOLI 56

GIUGGIANELLO  5

GIURDIGNANO  14

GUAGNANO  28

LECCE 450

LEQUILE 35

LEVERANO 91

LIZZANELLO  54

MAGLIE 37

MARTANO  44

MARTIGNANO 18

MATINO 54

MELENDUGNO  31

MELISSANO 26

MELPIGNANO 14

MIGGIANO 24

MINERVINO DI LECCE  14

MONTERONI DI LECCE  84

MONTESANO SALENTINO 10

MORCIANO DI LEUCA 24

MURO LECCESE 9

NARDO' 130

NEVIANO 37

NOCIGLIA 15

NOVOLI  50

ORTELLE 12

OTRANTO  27

PALMARIGGI 12

PARABITA  42

PATU' 5

POGGIARDO 35

PRESICCE-ACQUARICA 34

RACALE  79

RUFFANO 44

SALICE SALENTINO  32

SALVE  16

SANARICA 1

SAN CESARIO DI LECCE  28

SAN DONATO DI LECCE  28

SANNICOLA 19

SAN PIETRO IN LAMA 17

SANTA CESAREA TERME 12

SCORRANO 36

SECLI' 6

SOGLIANO CAVOUR  11

SOLETO 45

SPECCHIA 12

SPONGANO  8

SQUINZANO 57

STERNATIA 21

SUPERSANO 20

SURANO  6

SURBO 65

TAURISANO 42

TAVIANO 110

TIGGIANO 14

TREPUZZI  46

TRICASE 124

TUGLIE 25

UGENTO 51

UGGIANO LA CHIESA  28

VEGLIE 48

VERNOLE 62

ZOLLINO 11

SAN CASSIANO 5

CASTRO  9

PORTO CESAREO 12

Venerdì, 2 dicembre 2022

Domani il settimanale cittadino di Tricase sarà in distribuzione con uno speciale:

LA 167 UN NUMERO TANTE STORIE

Dopo aver dedicato uno speciale a Depressa, passiamo ad esaminare un quartiere “difficile” quale è la 167 situato a Tricase (rione Caprarica) nelle vie Costantino, Tiberio e Siciliani

fonte Regione PUGLIA

Assessore Leo: al via i corsi di Operatore Socio Sanitario in autofinanziata

“La giunta regionale, su mia proposta, ha approvato l’atto definitivo con le disposizioni attuative per la realizzazione degli interventi formativi autofinanziati finalizzati al conseguimento della qualifica di operatore socio sanitario. Questa delibera – fa sapere l’assessore all’istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Puglia, Sebastiano Leo – fornisce tutti i dettagli utili agli enti di formazione professionale, accreditati e in possesso dei precisi requisiti previsti dalla norma, per erogare liberamente il corso da operatore socio-sanitario in regime di autofinanziata e non esclusivamente a seguito del bando regionale”.

“Era un atto molto atteso tanto degli enti di formazione che dai cittadini interessati a conseguire la qualifica da OSS. Ora gli istituti di formazione in possesso di rigorosissimi requisiti potranno erogare il corso liberamente, al pari di tutte le altre figure contenute nel Repertorio Regionale delle Figure Professionali, secondo le esigenze del territorio di riferimento. Tengo a precisare - continua Leo - che suddetto provvedimento non esclude la possibilità da parte di Regione Puglia di Avvisi per la realizzazione di corsi da OSS rivolti alle persone in condizioni di indigenza e quindi non in grado di coprire il costo del corso di formazione”.

“Tra le altre novità – continua l’assessore – abbiamo disciplinato anche il riconoscimento delle competenze acquisite mediante titoli pregressi oppure tramite esperienza professionale diretta. Verranno pertanto riconosciuti dei crediti per la frequenza del corso di formazione per OSS con una conseguente diminuzione del monte ore complessivo. Grazie a questo intervento andiamo incontro alle tante persone come ausiliari sanitari, assistenti familiari, ecc., studenti frequentanti gli Istituti professionali di Stato con indirizzo servizi per la sanità e i servizi sociali o come chi, dopo esperienze di lavoro plueriennali e con problematiche di riconoscimento del titolo precedentemente acquisito ma non riconosciuto, che potranno seguire il corso OSS in forma ridotta”.

“La liberalizzazione dei corsi OSS rappresentava uno degli obiettivi principali di questo mio secondo mandato assessorile e che oggi posso affermare di aver raggiunto. Con questo provvedimento – afferma Leo – da un lato diamo risposte ad una domanda del mercato del lavoro sempre più orientata verso profili impegnati nel benessere delle persone, con una forte richiesta di operatori socio-sanitari nelle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private e nelle equipe dei servizi territoriali, ma anche ad una elevata domanda di formazione e di riqualificazione da parte di tanta forza lavoro. Infine – ha concluso l’assessore - mettiamo anche fine a quel triste fenomeno di emigrazione da parte di tanti pugliesi che, per conseguire il titolo e nelle more del bando regionale, si sono spesso recati presso enti di formazione con sede in altre regioni italiane”.

Consiglieri di Cantiere Civico

La riunione del Consiglio Comunale del 29 novembre è stata convocata venerdì pomeriggio. Con la chiusura degli uffici nel fine settimana, rimanevano utili per prendere visione e studiare le proposte all'odg solo le mattine di lunedì e martedì. Un tempo esiguo, decisamente insufficiente per permettere ai consiglieri di svolgere con consapevolezza il proprio ruolo. Soprattutto i consiglieri comunali di minoranza, che hanno il dovere di controllare con rigore gli atti e proporre eventualmente soluzioni alternative. Questo canovaccio si ripete spesso. Qualche volta possono verificarsi motivi di urgenza. Questa volta no. Non ci sono giustificazioni. La scadenza improrogabile del 30 novembre per l'assestamento di bilancio era nota.

Abbiamo, perciò, espresso comprensione e solidarietà ai colleghi consiglieri di minoranza del gruppo "Tricase, che fare?", che hanno abbandonato l'aula in segno di protesta.

Noi, consiglieri di Cantiere Civico, abbiamo preferito, tuttavia, rimanere in aula per entrare nello specifico di alcune questioni. Era per noi necessario e indifferibile riportare in Consiglio l'invito al Sindaco e alla maggioranza per porre l'alt all' antenna di 42 m in Lucugnano. La nostra posizione era già stata espressa in tutte le sedi e l'abbiamo ribadita, anche alla luce delle buone notizie contenute nella sentenza del TAR Lecce del 23 novembre. Il Sindaco ha dichiarato di impegnarsi in tal senso e noi seguiremo l'evolversi del percorso.

Altri provvedimenti a cui abbiamo voluto dare il nostro consenso sono stati:

  1. l'approvazione delle spese necessarie a ripristinare i beni pubblici devastati  dalla pioggia del 13 ottobre,
  2. L'adozione del P.E.B.A., il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e negli spazi urbani. È un'azione che rappresenta un salto di civiltà, perché permette ai cittadini diversamente abili l'accesso e la frequenza degli spazi urbani senza difficoltà. È un percorso di inclusione che arricchisce le relazioni sociali e afferma diritti sanciti dalla Convenzione Onu del 2006 e ratificata dalle normative nazionali e regionali. Proprio la Regione, con un proprio bando, ha finanziato nel 2019 la richiesta della precedente amministrazione per la redazione del Piano, che è stato completato negli ultimi tempi. La vera sfida di oggi e del futuro è la sua realizzazione concreta, armonizzata (come già prevista nello studio) con il Piano Urbanistico Generale, al cui completamento Sindaco e maggioranza sembrano indifferenti o sordi.

Non abbiamo votato a favore, com'era inevitabile viste le premesse, l'assestamento di Bilancio e la revisione del Piano annuale delle opere pubbliche.

Mercoledì, 30 novembre 2022

Nuovo aggiornamento sul fronte Coronavirus a Tricase, dove si registrano oltre 100 nuovi positivi

Dopo il calo dei contagi registrato nelle prime settimane di novembre, le nuove positività tornano a tre cifre.

Negli ultimi giorni a Tricase sono stati accertati 107 nuovi casi di Covid-19

I numeri di novembre 2022

25 novembre 95 casi di Covid-19

18 novembre 79

11 novembre 90

4 novembre   87

Giovedì 1 Dicembre alle ore 18:00.

La cerimonia dell’annullo filatelico con Poste Italiane, momento di rilievo nazionale per i collezionisti e gli appassionati del settore, si vestirà del tema “pace”.

L’evento, aperto a tutta la cittadinanza, si terrà presso la Sala del Trono di Palazzo Gallone a Tricase e ospiterà un dialogo sulla pace tra il Vescovo di Altamura Mons. Giovanni Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi, dr. Giancarlo Piccinni, presidente della fondazione Don Tonino Bello ed Emanuela Ariano, Agesci – capo gruppo scout Tricase 1

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