di Pino Greco

E’ arrivata in una busta bianca indirizzata ai ragazzi dell’istituto Salvemini di Alessano la lettera che Papa Francesco ha spedito agli alunni. Il Santo Padre ha così risposto a quello che gli avevano scritto quando il Pontefice era venuto ad Alessano il 20 Aprile.

Gli alunni avevano informato il Papa della marcia che avrebbero fatto dalla tomba di don Tonino fino a Leuca e Francesco ha detto loro che “Tutti siamo in cammino” ed ha parlato di un cammino rischioso.

Ma se un giovane non rischia, è invecchiato. E noi dobbiamo rischiare. Voi giovani dovete rischiare nella vita.

Oggi dovete preparare il futuro. Il futuro è nelle vostre mani”.

Il Papa ha ricordato la sua venuta ad Alessano confidando agli studenti di avere “ancora negli occhi e nel cuore la bella accoglienza che mi avete riservato”.

E poi, nel dare appuntamento al Sinodo dei giovani di Panama, Francesco ha invitato gli studenti a chiedere a Dio

il dono di un cuore libero, un cuore che possa dire quello che pensa e quello che sente”. Alla fine una richiesta: “Quando sarete davanti alla cara immagine della Madonna di Leuca, ricordate che ho riposto i vostri progetti di bene sotto il suo Manto di grazie e, in quel momento vi benedirò tutti di cuore unitamente agli insegnanti e alle persone care”.

La lettera è giunta mentre si svolgeva la marcia, una marcia che ha visto oltre 3.000 ragazzi, provenienti da tutta la Puglia, camminare e riflettere sui temi cari a don Tonino.

Al Santuario, dove sono confluiti da diversi punti i ragazzi delle scuole superiori, quelli delle scuole medie e quelli delle primarie, i saluti delle Autorità, dell’assessore regionale Sebastiano Leo, della prof.ssa Francesca Romana Di Febo dell’Ufficio Scolastico Regionale, del Questore di Lecce dott. Leopoldo Laricchia, del presidente della Provincia dott. Antonio Gabellone, dei sindaci di Alessano, Gagliano e Castrignano del Capo, del presidente della Fondazione don Tonino Bello dott. Giancarlo Piccinni e del Vescovo di Ugento Mons. Vito Angiuli.

Certamente non è mancata la benedizione del Papa come da Lui assicurato nella lettera trovata nella posta il giorno dopo.

 

 

 

di Andrea Piscopiello

Ad agosto 2017 alcuni dirigenti,  sacrificandosi personalmente, salvavano il calcio tricasino iscrivendo la squadra al campionato di promozione. Il successo ottenuto nei recenti playoff pertanto è anche merito loro ed a loro va il plauso di chi scrive. Ad ottobre dello stesso anno la situazione diventava insostenibile dal punto di vista finanziario ed il titolo rossoblu veniva affidato al Sindaco.  Quest'ultimo nominava lo scrivente Commissario straordinario con il compito di individuare nuove forze imprenditoriali che potessero portare avanti il discorso calcio a Tricase.

Grazie in particolar modo all'impegno di Michele Dell'Abate, l'attuale Presidente Raone nel mese di ottobre palesava la sua disponibilità a rilevare la compagine rossoblu. Nasceva una nuova struttura societaria ed una nuova filosofia gestionale sportiva che portava ottimi risultati. Nonostante le difficoltà nell'affrontare tardivamente un mercato di rafforzamento, a dicembre venivano acquistati tre ottimi calciatori che hanno contribuito in maniera determinante al successo ottenuto: il portiere Alessandro Leopizzi, il centrale difensivo Diego De Giorgi e l'attaccante Francesco Giorgetti. Dopo l'esonero di mister Errico arrivava in panchina mister De Benedictis, per il quale dopo poco più di un mese non erano sufficienti tre vittorie (tra cui Ostuni) , un pareggio ed una sconfitta per salvare la panchina. Per amore della verità va detto che De Benedictis lasciava il Tricase terzo in classifica a quattro punti dall'Ostuni secondo. Rientrava pertanto mister Rocco Errico.

Nel frattempo dopo una estenuante ricerca a febbraio veniva individuato il tassello più difficile, un centravanti che potesse far fare il salto di qualità alla squadra. Il Presidente Raone non si tirava indietro e affrontava l'ulteriore sforzo economico. La scelta non poteva che ricadere sul mercato sudamericano e la dirigenza di quel periodo individuava, con l'ausilio di tecnici esperti, Juan Bautista Salguero, centravanti argentino che si è poi dimostrato determinate con ben 4 reti in 7 partite. Quanto innanzi é storia ed il lavoro fatto con professionalità e competenza non é opinabile.

Alla squadra ed ai quadri tecnici vanno i complimenti da parte mia per il prestigioso traguardo raggiunto.

Al Presidente Raone vanno pure i complimenti per gli sforzi economici sostenuti e per il successo finale.

Ad Maiora. 

 

 

di Ernesto Abaterusso

Gentile direttore,

ho letto con un po’ di ritardo l’intervento del prof Ercole Morciano sulla situazione dei comuni del Capo di Leuca.

Con ritardo, quindi, le invio queste mie riflessioni, nel caso in cui dovesse ritenere interessante renderle pubbliche.

Lo dissi nella campagna elettorale del 2015 che mi vedeva impegnato per la elezione in consiglio regionale: la provincia di Lecce non ha avuto negli anni precedenti quanto le spettava dal governo regionale. I fondi Ue arrivati a Lecce rappresentano appena il 10% di fronte ad una popolazione che rappresenta il 25% dei pugliesi. C’è stata una evidente discrasia dovuta ad una classe politica poco rappresentativa degli interessi del territorio.

A ciò si aggiunga che i fondi destinati alla nostra provincia sono andati per il 50% alla città capoluogo e che al capo di Leuca sono arrivate solo le briciole. Dal 2015 ad oggi la situazione è leggermente migliorata. Nel patto con la Puglia è stata inserita la somma di 150 milioni per la realizzazione della elettrificazione della linea Martina Lecce Otranto Gagliano del Capo, opera propedeutica alla realizzazione della Metropolitana di superficie del Salento.

E’ una mia personale battaglia portata avanti quando nessuno ci credeva più.

La giunta regionale è stata “costretta” a riconoscere il capo di Leuca quale seconda Area interna di Puglia ed il consiglio regionale ha approvato alla unanimità la legge di iniziativa di 31 Comuni sugli accordi di area. I comuni del Capo di Leuca hanno avuto un ruolo trainante nel territorio. Sono tre grandi questioni che avevo posto nel corso della campagna elettorale e che , come suol dirsi, abbiamo portato a casa.Non saranno il toccasana che farà invertire il trend , ma se i comuni, le imprese, gli operatori e le organizzazioni di categorie sapranno farlo , con questi strumenti il capo di Leuca potrà programmare autonomamente il proprio presente ed il proprio futuro senza delegarli ad altri.

Ovviamente vi sono tante altre questioni che pesano sull’arretramento del nostro territorio. Qui è stato programmato il turismo di massa ( sarebbe più esatto dire quello da sballo) che crea più problemi che utilità. In altre parti di Puglia si è  programmato il turismo d’elite che porta ricchezza ed evita problemi. E’ stata una scelta studiata e realizzata nel silenzio, anzi con la condivisione, non so quanto cosciente , di rappresentanti  della provincia di Lecce che da ben 8 anni hanno responsabilità di governo con tali risultati. Stessa cosa dicasi per lo sviluppo.

Abbiamo la fortuna, lo dico anche da imprenditore del settore, di un ritorno dei marchi del lusso nella nostra terra che ha una grande tradizione nel settore. Ci sono tanti strumenti che la Regione può mettere in campo, ma ad oggi non ha ancora fatto nulla.

Le zone industriali attendono i servizi per le imprese, gli interventi per la sicurezza, gli incentivi per i bassi consumi energetici, per l’abbassamento del costo del lavoro. Tutto ciò significherebbe sviluppo, investimenti, lavoro.

E poi c’è la grande questione della Xilella. Nell’ultima sessione di bilancio ho presentato un emendamento che destinava 300 dei 1.600 milioni del Psr per i territori colpiti da Xilella. Il presidente Emiliano ne ha chiesto il ritiro con l’impegno che si provvederà in sede di rivisitazione del Psr.  Il nostro è un territorio che , al pari di quelli terremotati, ha bisogno di un aiuto straordinario e duraturo nel tempo.

La Regione deve farsene carico. Le questioni da toccare sono tante e non ho voglia di annoiare.Vorrei solo aggiungere che i sindaci del Capo di Leuca farebbero bene a valutare l’opportunità di una mega fusione che, da sola, consentirebbe una serie di vantaggi economici, finanziari e non solo. “Tricase di Leuca “ sarebbe un comune di 78/80 mila abitanti ed avrebbe voce per imporre in ogni tavolo le sue problematiche.

A cominciare da quelle che il prof Morciano ha così egregiamente elencato.

Suggerisco al direttore ed al prof Morciano di organizzare prima dell’estate un seminario sul tema con la partecipazione di quanti si sentono parte di tale questione. Io do già ora la mia disponibilità.

Un caro saluto

di Giuseppe R. Panico La SS. 275, mal concepita circa 25 anni fa, continua a travagliare la politica locale. Nelle scuderie di Palazzo Gallone si è tenuta, lo scorso venerdì, una nuova riunione. Presenti il Sindaco Chiuri, il Vicepresidente della Regione Puglia, Nunziante, l’assessore alla Regione, Ruggeri, il Presidente della provincia di Lecce Gabellone e i tecnici ANAS. I tricasini presenti sono stati invitati ad esprimersi su una possibile tratta a due corsie, fra un tracciato a Levante, utilizzando la Cosimina, o uno nuovo a Ponente.  Presenti cittadini e amministratori anche dei comuni vicini.

Ma, come spesso avviene in un dibattito fra persone troppo schierate, o ideologizzate o poco attente alle altrui opinioni ed esigenze, molto si discute, alcuni si agitano pure e ben poco si conclude. Molteplici osservazioni e perplessità hanno accolto la semplice idea di proseguire con nuovi tracciati oltre Montesano o la nostra zona industriale. Per il Levante o Ponente, possiamo dunque aspettare, magari osservando la luna o sfogliando margherite.

Ne è stata messa in dubbio la necessità, se non per favorire uno spreco di territorio e quattrini (125 milioni di euro). Situazione non nuova nel nostro Salento, ove, non di rado, si preferisce e si spende troppo per ciò che piace a pochi e troppo poco per quello che serve a tanti. Come la recente enorme rotatoria di Lucugnano e quella superstrada, oltre Maglie e verso Nord, così poco utilizzata se non come discarica sulle tante piazzole di sosta. Razionalizzare la viabilità ’già esistente, senza coprirci di nuovo asfalto, sembra l’opinione prevalente dei tricasini intervenuti nel dibattito.

D’altro canto, in tale sede, le autorità presenti non hanno fornito dati e motivazioni per un ipotetico grande aumento di traffico, né illustrato alcun “Piano Strategico”, comprensivo d nuova viabilità, per il rilancio del Capo. A guardare poi la cartina, di strade verso Leuca ve ne sono già tante, compresa la SS 274 a Ponente e la litoranea a Levante.

Che sul nostro territorio possa poi svilupparsi un rilevante traffico di mezzi pesanti/industriali, sia per il settore agricolo che manifatturiero, rimane, come sempre, una mera utopia.

Per il trasporto passeggeri, è poi ormai evidente come la popolazione del Capo sia in rapida decrescita/invecchiamento. Meno future esigenze di mobilità dunque, anche nel settore scolastico-giovanile, e meno automezzi in circolazione.

La metropolitana di superficie (ove veramente si faccia e sia resa funzionale), dovrebbe poi assorbire gran parte degli stessi passeggeri. La realizzazione di un nuovo più comodo tracciato per la S.S. 275, e non la messa in sicurezza delle strade attuali, porterebbe anche ad un più scarso uso di queste ultime con carente manutenzione e maggiore pericolosità.

Un sistema di trasporto (metro di superficie + nuova strada quasi parallela) sarebbe inoltre giustificabile solo con un ben più elevato e continuativo numero di passeggeri, come quello da/per le grandi città, non certo ipotizzabile nel nostro peninsulare Capo, ove la terra finisce e l’Africa è lontana. Ovviamente va favorito un multiforme e destagionalizzato turismo ma migliorando la viabilità esistente ed eliminando qualche attraversamento di paese.

Da Montesano (termine quattro corsie) verso Leuca, il percorso preferenziale, potrebbe essere lungo la via “Cosimina”, congiunta alla litoranea con un migliore allacciamento. Quest’ultima, migliorata anche con nuove piazzole e slarghi, sarebbe la vera strada-parco e nel parco Otranto-Leuca, fra mare e terra, marine sulla costa e comuni nell’interno.

Se poi da Montesano, si realizzasse uno scorrimento più ampio e veloce fino alla SS 274, avremmo finalmente anche un più rapido e sicuro collegamento fra i nostri alti e rocciosi litorali d’Oriente e quelli bassi e sabbiosi d’Occidente. Dalla Regione Puglia è stato richiesto al nostro Sindaco di comunicare, entro fine maggio, le intenzioni di Tricase.

Non una imposizione dall’alto dunque ma una accurata valutazione dal basso. Non sappiamo ancora se la risposta sarà “alla americana” dopo un mal di capo da “ brain storming” per pochi interessati, o alla francese con un “debat public” ovvero ascolto dei cittadini da parte di commissari “super partes” e dunque non certo schierati. Procedura che consente al pubblico di interrogarsi sulle esigenze fondamentali del territorio e non su semplici varianti tecniche.

O ancora, come da regolamento comunale, attivandosi per un referendum cittadino con una scheda e una semplice croce o forse ancora per un consiglio comunale ma senza luna e margherite. Se i progetti li fanno i tecnici, la progettualità sul futuro del territorio appartiene alla cittadinanza ed alle sue istituzioni.

E noi, con i comuni vicini, potremmo porci l’obiettivo di trasformare finalmente il Capo, se non in una Florida vacanziera come negli USA, in un grande albergo/villaggio diffuso ove una migliorata ragnatela viaria (e ciclabile), favorirebbe oltre che il turismo della terza età, il “buon ritiro” residenziale di tanti anziani provenienti da altrove. Una nuova economia dunque, anche socio-sanitaria, uno sprone al recupero di tante case ormai disabitate o abbandonate e rilancio di un asfittico settore edilizio e relativo indotto.

Ne godrebbero anche coloro che, arrivati a Montesano sparati come una Ferrari, intendessero proseguire dritti e sparati fino a Leuca. Scalando le marce e un po’ di cavalli, godrebbero, per qualche minuto in più, del territorio ed il territorio con loro.

                                                                                            

e’ la festa della mamma..

la più bella tra le belle…

Una mattina, un professore di cardiologia condusse gli alunni al laboratorio di anatomia umana dell’università.

Stavano osservando alcuni organi, quando notarono un cuore smisuratamente grande.

Il professore chiese ai ragazzi se sapevano dire a chi fosse appartenuto, intendendo quale malattia avesse causato la morte di quella persona.

Io lo so ”, disse un ragazzo in tono molto serio: “ Era il cuore di una madre

di Alessandro Distante

L’assemblea sulla 275 tenutasi nelle Scuderie di Palazzo Gallone, seppure organizzata all’ultimo momento, ha rappresentato un

un'occasione importante nel panorama del confronto democratico.

Interessante è l’aver illustrato due proposte ed ancor più interessante è che sia stato affidato ai cittadini di Tricase il difficile compito di dare una indicazione, quasi un’anticipazione di quel dibattito pubblico che l’ordinamento sta definendo per le grandi opere quale è la strada in questione. L’opera deve ottenere un grado di accettabilità da parte del territorio per evitare che accada quello che sta accadendo, ad esempio, a Melendugno ma questo chiama il territorio ed i suoi abitanti ad esercitare con responsabilità il compito assegnatogli.

In questo senso interessante e di grande significato è stata la finale dichiarazione del sindaco Chiuri il quale ha aperto il dibattito al necessario coinvolgimento degli altri Sindaci. Quest’ultima indicazione è indubbiamente di estremo rilievo perché pone una grossa e cruciale questione e cioè se Tricase possa ipotizzare un futuro a prescindere da una dimensione allargata a tutto il Capo di Leuca.

In contemporanea, i giornali riportavano la notizia di un Capo di Leuca più vicino al resto d’Italia con l’annuncio del biglietto unico Trenitalia-Ferrovie del Sud Est.

La notizia, di estremo interesse, è che Tricase è stata individuata come uno dei punti nevralgici, insieme a Maglie, del sistema ferroviario, un vero e proprio hub, punto di riferimento per i treni ma anche per il trasporto pubblico su gomma. “Appena conclusi i lavori di elettrificazione dell’anello di Bari –ha detto il Sindaco Chiuri- toccherà alla strada ferrata che arriva nel Capo di Leuca, ottenere i benefici dell’innovazione tecnologica”.

Ed allora se la mobilità vedrà in Tricase uno snodo fondamentale, è necessario pensare ad un sistema di collegamenti per tutto il Capo di Leuca, con una Tricase centrale ma non isolata e non escludente.

E’ questa la sfida per uno sviluppo del Capo di Leuca, all’interno del quale Tricase non può giocare da sola e tanto meno può unicamente pensare alle proprie convenienze.

Non è ben chiaro come Tricase darà le sue indicazioni sulla 275 (referendum, assemblea, consiglio comunale,…), ma un segnale di metodo è stato dato: se vuole divenire un punto credibile e una forza trainante di un’Area vasta deve abbandonare e rifuggire dall’idea di essere il punto unico ed esclusivo intorno al quale deve ruotare tutto il resto del mondo e, a partire dal dibattito sulla 275, dare un segnale di un respiro ampio capace di dare risposte utili a tutto il Capo.

 

 

Passaggio di consegne al Comando della Polizia Locale del Comune di Tricase

Un Corpo con 10 agenti che “vigilano” dalle ore 7,45 alle ore 20.30.

Il passato e il futuro della Polizia Locale di Tricase sono stati protagonisti in questi giorni.

L’avvocato Luigi Muci lascia l'incarico e transita al Ministero della Giustizia andando a dirigere, per la sua specifica professionalità, l’Ufficio Misure di prevenzione con una competenza Distrettuale e cioè estesa alle province di Lecce, Brindisi e Taranto.

Nei giorni scorsi i saluti presso il Comando di via Leonardo da Vinci, dove tutto il personale in servizio ha espresso il proprio ringraziamento nei confronti del Responsabile del Servizio che ha guidato per sette anni la struttura Comunale.

All’avvocato Luigi Muci subentra Angelo G. Lanzilotti, avvocato che aveva già retto il Comando di Polizia Locale per la prima metà del 2017.

A Tricase -comunica il “nuovo” Comandante- avevo già prestato servizio, a partire dalla fine del 2013, come agente di Polizia Locale. Avevo infatti partecipato ai concorsi sia per agenti che per Ufficiali. Essendomi classificato secondo in quello per Ufficiali, sono stato assunto ad Ottobre del 2016, ricevendo l’incarico come Comandante a Gennaio del 2017. La mia carriera professionale nel settore della Polizia Locale è quindi strettamente legata alla Città di Tricase.

La mia esperienza da agente di polizia locale, fino al marzo del 2014, mi ha permesso di avere un primo importante approccio con il territorio, avendo svolto differenti tipologie di servizio, anche quello appiedato che consente di rapportarsi in modo più diretto con la cittadinanza. Nel periodo compreso tra la prima esperienza “tricasina” ed il ritorno in Città, dal marzo del 2014 sino ad ottobre 2016, ho continuato a maturare esperienza professionale presso il Comune di Martina Franca cimentandomi nel settore annonario ed edilizio ed avendo altresì modo di partecipare ad operazioni di polizia giudiziaria nel settore dell’immigrazione e della tutela della salubrità degli alimenti.

A Tricase -continua il Comandante- sarò affiancato da colleghi capaci e professionali, in un servizio che dobbiamo erogare alla cittadinanza senza improvvisazioni. Affronteremo ogni sfida con professionalità, determinazione e convinzione, nell’interesse della comunità. Tanti gli impegni che vanno dal degrado ambientale generato spessodall'abbandono di rifiuti, all’abusivismo, ai parcheggi selvaggi alle situazioni di pericolo per i pedoni, i portatori di handicap”.

Il “nuovo“ Comandante Lanzilotti è brindisino, nato a Cisternino il 19 giugno 1980 e residente a Carovigno.

Da lunedì 7 a giovedi 10 Maggio la Città di Tricase si apre al mondo della letteratura e dell’illustrazione per bambine con Facciamo storie, una festa del Kamishibai la valigia dei racconti, con laboratori creativi, esposizioni, formazione.

L’ evento è organizzato da Libreria Marescritto e Artebambini di Bolognain rete congli istituti scolastici, in collaborazione con il Comune di Tricase.

Durante la settimanadalle ore 9,15 alle 12,30 i bambini delle scuole dell’infanzia e gli studenti delle scuole primarie parteciperanno ai laboratori creativi condotti da Mauro Speraggi e Paola Ciarcià di Artebambini e da Fuad Aziz , artista e poeta.

Facciamo storie nasce come un pretesto culturale che intende coinvolgere tutto un territorio e chi si occupa a diversi livelli di educazione.

L’ iniziativa è inserita nel progetto nazionale maggio dei libri promosso dal centro per il libro e la lettura.

Ritorniamo in edicola

sabato 12 maggio

La mia colonna di Alfredo De Giuseppe

Ho visto nei giorni scorsi il film di Sorrentino su Berlusconi dal titolo “Loro 1”. Sul film, comunque bello, sospendo il giudizio in attesa della seconda parte “Loro 2” che uscirà nelle sale il 10 maggio. Ma questo lavoro del nostro regista Premio Oscar è l’occasione per un ulteriore riflessione sul berlusconismo più che sulla figura e sulla vicenda personale del Silvio nazionale. La domanda è: cosa è stato, cosa è ancora il berlusconismo nel sistema politico, sociale e culturale di questo Paese? E poi, ha riguardato solo l’Italia?

Il berlusconismo è una filosofia, un modo d’essere che ha pervaso la nostra società, l’ha peggiorata in quasi tutti i suoi aspetti e infine l’ha inginocchiata. Non è stato solo l’ideologia senza ideologie sottesa al partito padronale Forza Italia, ma anche e soprattutto lo strumento per la modificazione genetica e morale di un’intera classe politica. La manipolazione costante, sotterranea e palese della verità. Il suo pervicace sistema di bugie, ben riuscito grazie al proprio potere mediatico, ha fatto scuola, ha generato piccoli e grandi mostri, al di là forse della stessa intenzione del fondatore che, per lunghi periodi, stava pensando solo a come salvare sé stesso e le sue aziende.

Però… chi per primo fra i politici mondiali ha messo alla berlina i giudici che volevano giudicarlo? Chi ha potuto per primo cambiare idea nell’arco di poche ore, pochi giorni o anni, senza mai provare un minimo di vergogna, senza mai tentare un’autocritica? Chi ha potuto gestire per anni quasi tutte le trasmissioni tv, senza preoccuparsi della qualità delle stesse, se non per il legame al sistema di potere che si andava delineando? Chi ha mostrato al mondo intero quanto inutile fosse il concetto di conflitto d’interessi? Chi ha sdoganato per primo i post-fascisti, paragonandoli esattamente ai partigiani, o i leghisti secessionisti paragonandoli ai liberatori celtici, ricevendo comunque applausi dalla platea? Chi ha, anche in diretta internazionale, soggiogato i suoi ospiti con una barzelletta da varietà anni ’50?

Il berlusconismo ha talmente abbracciato la società italiana che nessun partito è più riuscito a divincolarsi. Ancora oggi il Silvione resta figura centrale e comunque importante per qualsiasi accordo politico che si voglia azzardare. Renzi è l’emanazione conseguenziale del berlusconismo insediatosi dentro la cultura del partito democratico. Tant’è vero che il buon Matteo andò prima ad Arcore a farsi benedire e poi inventò il Patto del Nazareno, un accordo che doveva cambiare l’Italia e che invece, ancora una volta, era utile solo al salvataggio e alla resurrezione di Berlusconi. La caduta di valori, di etica e di giustizia ha nel berlusconismo, nei suoi alleati, nei suoi giornali e nella sua stessa dimensione umana, il massimo epigone storico con uno stratagemma molto semplice: attaccare gli oppositori (anche interni) sullo stesso livello scandalistico.

Far vedere che fra il mancato pagamento dei contributi di una colf, fra una casa con affitto calmierato e le bombe mafiose non c’è nessuna differenza. Così milioni di italiani sono cresciuti con la convinzione che Bersani o Pertini siano uguali a Berlusconi, che Gerry Scotti sia meglio di Umberto Eco, che Dell’Utri una vittima e il Milan di un povero cinese. Giornali come “CHI” sono diventati gli unici divulgatori di verità sconosciute, la cultura devastata ai margini della visione sfarzosa e caricaturale della modernità. E infatti per la scuola nessuna priorità: meglio un casting di “Amici”, o una diretta sul calcio di 4 ore piuttosto di una lezione di Storia e Geografia (materie ormai bandite perché potrebbero anche formare un pensiero critico). La superficialità al potere, l’inglobamento in un pensiero unico, la forza del denaro e dei media lanciati come sassi populisti contro equità e ambiente sostenibile.  

La cosa però che mi ha fatto riflettere molto in questi ultimi tempi è che il modello politico lanciato da Berlusconi ha fatto breccia in tutto il mondo. Tanto è stato devastante l’esempio italiano da divenire modello per le peggiori pulsioni di arricchiti ignoranti, di malavitosi in doppio petto, di tycoon mediatici, di fascistoidi mascherati da amanti delle libertà nazionalistiche. Berlusconi è stato molto importante per Trump (alcuni suoi Twitt sembrano scritti dalla segretaria di Silvio), ma anche per l’ungherese Orbán, per il thailandese Boonsongpaisan, per alcuni dittatorelli africani e per tanti altri suoi estimatori.

Dopo di lui nessun politico al mondo pare abbia vergogna ad esternare le proprie idee (anche le più atroci), a diffamare chi indaga su di lui, a portare in Parlamento suoi parenti, consiglieri e avvocati, a produrre leggi chiaramente contro le Costituzioni, a disprezzare i più poveri, a confondere le idee dicendo tutto e il suo contrario, a denigrare e demonizzare i pochi avversari, corrompendo gli incerti. Il Berlusconismo, al di là dei film, può essere il de-profundis della democrazia: aprire gli occhi è ora indispensabile.                                                                    

“In cammino con don Tonino”; sarà questo lo slogan della Marcia che si svolgerà

venerdì 4 maggio dalla tomba di Don Tonino ad Alessano fino a Leuca

La Fondazione don Tonino Bello, con il suo Presidente Giancarlo Piccinni, ha lanciato l’idea, nell’ambito delle celebrazioni del 25° dalla morte, coinvolgendo da subito la Regione Puglia Assessorato alla Pubblica Istruzione guidato dall’assessore Sebastiano Leo e l’Ufficio Scolastico Regionale nella persona del direttore Anna Cammalleri. L’organizzazione è stata affidata all’Istituto di Istruzione Superiore Salvemini di Alessano, diretto dalla preside Chiara Vantaggiato.

Hanno aderito all’iniziativa Mons. Vito Angiuli, vescovo della Diocesi di Ugento S. Maria di Leuca ed i Comuni di Alessano, Castrignano del Capo e Gagliano e l’Unione dei Comuni Terra di Leuca.

La marcia vedrà coinvolte numerose scuole della Puglia e già si prevede la presenza di migliaia di studenti.

I più grandi partiranno dalla tomba di Alessano, mentre gli altri si aggregheranno da Gagliano e, i più piccoli, poco prima di Leuca. Durante il percorso verranno affrontati i temi della pace, della giustizia e dei diritti umani, con animazione a cura degli studenti delle varie Scuole.

La marcia si concluderà sulla Piazza del Santuario con i saluti e le testimonianze

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