di Alessandro Distante

Un’opera incompiuta lascia a tutti l’amaro in bocca; fermarsi a metà strada non rende ragione della fatica sopportata e toglie il senso a quello che si è fatto.

Tornerò alla fine su questi luoghi comuni, mentre espongo alcune notazioni sul dibattito apertosi da tempo a Tricase sulla Strada Statale 275.

Dopo l’incontro presso le Scuderie di Palazzo Gallone, organizzato dal Sindaco Chiuri, con la presenza del Vice presidente della Regione dott. Nunziante e dei rappresentanti di Anas oltrechè del Presidente della Provincia, si era rimasti in attesa di una indicazione da parte della città di Tricase da formulare entro il mese di Maggio.

In quell’incontro vennero illustrate due soluzioni: attraversamento del territorio di Tricase ad Est (utilizzando la c.d. Cosimina) oppure ad Ovest su un nuovo tracciato. Alcuni degli interventi furono invece nel senso di far terminare la strada a Montesano.

Non entro nel merito della questione, ma mi fermo al metodo di lavoro; se è apprezzabile e doveroso il coinvolgimento della popolazione, la questione diviene delicata nella individuazione del percorso per giungere alla proposta richiesta dalla Regione.

E qui le strade si divaricano: c’è chi reclama un consiglio comunale monotematico aperto alla cittadinanza; chi invece convoca pubblici dibattiti con la partecipazione di associazioni e di amministratori; chi si incontra con gli altri Sindaci per discutere e magari concordare una proposta; chi invece propone un referendum e via discorrendo.

La molteplicità di strade per giungere al traguardo, e cioè ad una proposta da avanzare alla Regione, rischia di frammentare la Città e di creare contrapposizioni all’interno e all’esterno.

La questione di metodo è centrale ed è di estrema attualità e deve essere governata con attenzione per non alimentare una pericolosa ed improduttiva contrapposizione tra Istituzioni e Cittadinanza.

Ascoltare tutti è fondamentale ma poi il momento ed il luogo della decisione, con le conseguenti assunzioni di responsabilità, deve essere quello delle Istituzioni.

In questo senso, è necessario che i rappresentanti locali, a partire dal Sindaco e dalla sua Giunta, per finire ai Gruppi consiliari dicano la loro e si esprimano; perché la politica non può ridursi a una delega pilatesca al contrario, magari nel tentativo di non scontentare nessuno senza prendere posizione.

E’ ovvio che, alla fine, la proposta sarà quella che risulterà dal confronto, ma nel confronto deve essere conosciuta la posizione dei principali attori della vita amministrativa locale.

Per tale ragione abbiamo chiesto ai capigruppo consiliari di dirci la loro (vedasi articolo successivo ), perché diamo per scontato che un’idea se la sono fatta; sarebbe del resto grave se non l’avessero.

Parlare di un confronto e poi fuggire dal confronto lascerebbe l’amaro in bocca; darebbe la sensazione di un’idea bella ma incompiuta; un confronto che non trovi poi un momento di sintesi alta nella sede istituzionale non darebbe soddisfazione e valore ad una indicazione, specialmente se questa diviene il risultato di un confronto ampio e non limitato a chi è già schierato.

Assunzione di responsabilità quindi di fronte ai cittadini con tutte le conseguenze che ne possono derivare; la politica è anche questo e la cosa peggiore sarebbe pensare di poter sfuggire al giudizio rimanendo neutrali o, in altre parole, indicare una strada, quella dell’ascolto e della partecipazione, salvo poi rimanere a metà strada, quasi un’opera incompiuta, come dicevo all’inizio.

 

 

La Redazione

BAGLIVO ANTONIO LUIGI :Cambiamenti per Tricase

Il gruppo Consiliare "Cambiamenti per Tricase" è  d'accordo con la  realizzazione del progetto 275 fino a Santa Maria Di Leuca ma, così come affermato dal Sindaco Carlo Chiuri, nessuna posizione sarà presa  senza  il confronto diretto con Associazioni e cittadinanza tutta, al fine di ponderare bene, soprattutto, la scelta  del passaggio ad est o ad ovest da Tricase della 275. Scelta di un certo spessore in quanto andrà a ricadere sulla quotidianità dei cittadini e sulla trasformazione di un territorio a cui gli stessi sono abituati da tempo. Ad ogni modo, l'unica cosa certa è la volontà di scegliere per il bene di tutti, la decisione finale dovrà essere condivisa così come lo sarà la responsabilità della scelta stessa.

ESPOSITO FEDERICA  :UDC - Unione di Centro

NON PERVENUTO

 

 

FERRARI ALESSANDRA :Noi per Tricase

Fermo restando che la progettazione delle infrastrutture e del loro inserimento nel contesto territoriale è una questione delicata e complessa, come gruppo consiliare Noi per Tricase ritieniamo che la SS 275 rappresenti un'opera strategica importante.

Si tratta di un progetto indispensabile per il Salento in termini di crescita, sicurezza, sviluppo territoriale e turismo, in quanto la nuova arteria stradale garantirebbe un collegamento celere, diretto e sicuro con il resto del territorio salentino. Come é noto, le soluzioni prospettate da ANAS per la nuova SS 275 sono due: una nuova strada che passa ad ovest di Tricase e una che passa ad est. La prima passerebbe nelle vicinanze di Lucugnano, la seconda si raccorderebbe all'esistente tangenziale del comune di Tricase chiamata "Cosimina".

Riteniamo di poter sostenere che la seconda ipotesi, il tracciato ad est, salvaguarderebbe delle esigenze del nostro territorio per vari motivi che andiamo ad elencare:

 - eviterebbe di consumare ancora nuovo suolo;

- eviterebbe di spaccare in due il territorio comunale di Tricase;

- permetterebbe di impiegare un'arteria stradale già esistente e sottoutilizzata, la cosiddetta Cosimina;

- permetterebbe finalmente di completare e mettere in sicurezza quest'arteria;

- in ultimo, garantirebbe un migliore collegamento con i comuni del Capo di Leuca e delle marine limitrofe. Ci auguriamo che le indicazioni dei sindaci vengano rispettate affinché ANAS coinvolga nella progettazione delle tavole esecutive, oltre ai propri tecnici, un team di tecnici esperti del nostro territorio in quanto ne conoscono le peculiarità e sono espressione delle esigenze dei cittadini del Capo di Leuca. Infine, ci auguriamo che ANAS inizi e porti a compimento tutti i lavori perché non vogliamo correre il rischio di avere un'opera incompiuta.

PELUSO GIORGIO GIUSEPPE :Tricase punto e a capo

Come gruppo “Tricase punto e a capo” siamo d’accordo sulla realizzazione della 275 sino a Leuca. Con riferimento al tracciato successivo a Montesano stiamo valutando, insieme a tutte le forze politiche esistenti sulla piazza e le attività turistiche- produttive del paese,quello più consono!

DELL’ABATE FERNANDO :Partito Democratico

1)   Preliminarmente allo scrivente, in qualità di Capogruppo del Partito Democratico, preme precisare che nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, tenutosi il 07 maggio ultimo scorso, ha richiesto al Presidente del Consiglio ed al Sindaco di convocare un Consiglio Comunale monotematico sulla vicenda S.S. 275, aperto alla cittadinanza ed alle sue molteplici articolazioni (associazioni, portatori di interessi diffusi, partiti politici, sindacati ecct.). Tale richiesta avveniva con ampio anticipo rispetto sia all’incontro tenutosi a Palazzo Gallone tra i tecnici dell’ASI e i Sindaci del territorio, alla presenza del Vice Presidente della Regione Puglia Nunziante, sia rispetto alla riunione tenute dal Sindaco Chiuri con i colleghi del sud Salento. Le polemiche e le accese discussioni seguite a tali incontri, confermano più che mai la necessità di un pieno coinvolgimento della comunità sulla vicenda, al fine di pervenire, possibilmente in tempi brevi, ad una soluzione plurale. La posizione del PD in Consiglio non si discosta da quanto espresso dal Circolo locale del Partito recentemente sulla stampa e sui social. Le due ipotesi di tracciato che dovrebbero costituire il II° lotto non ci convincono. La bellezza dei nostri luoghi, la particolarità del nostro tessuto sociale e culturale, le peculiarità della nostra terra, debbono essere i protagonisti del progetto. Il progetto affonda le sue origini ad oltre 25 anni fa e i due tracciati sottoposti al vaglio delle comunità non tengono conto delle mutate condizioni economiche, sociali e di sviluppo della nostra terra. Lo sviluppo di Tricase e dell’intero sud Salento si coniuga con la salvaguardia e la promozione di un territorio straordinario, per certi versi unico, ove veicolare flussi turistici che ricercano il contatto con la natura, la specificità di alcuni prodotti della terra, assaporando le prelibatezza della cucina tipica i tanti prodotti bio della nostra agricoltura. È tutto un sistema che si sta imponendo, che pone al centro l’umanità dei vari attori, che vivono “lentamente” le loro giornate. Vedi turismo religioso, via Francigena, trekking speleologico ed tanto ancora. Abbiamo quindi bisogno non di autostrade o super strade, con velocità di percorrenza che non consentono di “assaporare” il nostro paesaggio, ma di una Mobilità sostenibile e "lenta". Non perché noi Tricasini siamo “lenti” nel nostro agire, ma la lentezza esalta maggiormente le peculiarità straordinarie del nostro territorio. Abbiamo bisogno di una viabilità che si raccordi ed esalti la rete dei tratturi esistenti, vera linfa per la salvaguardia delle nostre campagne che non meritano di essere squarciate.

2)   La strada che dovrebbe essere realizzata è la cosiddetta S.S. 275 Maglie-Leuca. Le ingenti risorse previste per la progettazione e la realizzazione di questa strada sono state individuate con una cd Legge Obiettivo, appunto S.S. 275 Maglie-Leuca, considerata un opera di interesse stategico. Quindi non ci può essere una S.S. Maglie Montesano. Pertanto si deve arrivare a Leuca. Su come il PD ha espresso il suo orientamento, che prevede, ove possibile, l’utilizzo della viabilità esistete e soluzioni che prevedono il minor consumo di suolo possibile in un ottica di piena valorizzazione di un territorio straordinario.

PANICO MARIA ASSUNTA  : Tricase al centro e EREMITA ALESSANDRO  : Tricase sei tu

Unica risposta

Da sempre abbiamo ritenuto fondamentale l’adeguamento e la messa in sicurezza di questa strada, pur ritenendo della stessa importanza strategica l’ammodernamento strutturale e funzionale delle Ferrovie Sud Est. La Strada Statale 275 può essere un volano per lo sviluppo del nostro territorio, per le attività turistiche, commerciali ed industriali, con particolare riferimento a quella piccola industria, ancora vitale, che non può essere ulteriormente svantaggiata per la marginalità del nostro territorio e per la mancanza di infrastrutture efficienti. La colpevole incapacità di chi ha gestito le Ferrovie Sud Est ed il conseguente allungamento dei tempi per la risoluzione del problema, rende non più rinviabile l’ammodernamento della “275”, da realizzare con la indispensabile cura ed attenzione in un territorio di enorme valore per i suoi beni paesaggistici, storici ed artistici.

La strada è assolutamente necessaria fino alla zona industriale di Tricase. A sud, il traffico si divide tra Lucugnano e la “Cosimina” e non costituisce più un problema insormontabile, basterebbe una piccola circonvallazione ad est di Alessano. Se proprio si decidesse di proseguire fino a Santa Maria di Leuca, non vi può essere alcun dubbio sulla convenienza del tracciato ad est, in prosecuzione della “Cosimina”. Questo tracciato consentirebbe di completare l’infrastruttura con soli 3 chilometri di nuova strada (in parte in galleria sotto la collina), oltre agli svincoli per la messa in sicurezza, rispetto agli 8 chilometri che sarebbero necessari per la strada ad ovest, completamente nuova. La strada dalla zona industriale passerebbe vicino al palazzetto dello sport, attraverserebbe la provinciale Tricase-Specchia, proseguirebbe nei pressi della Madonna del Gonfalone, ed infine, correndo parallelamente all’attuale 275 che collega Lucugnano ad Alessano, sfocerebbe sulla provinciale che collega Alessano a Tiggiano. Una Follia! Sarebbe una scelta irrazionale e di enorme danno per il territorio di Tricase.

SODERO FRANCESCA :Movimento 5 Stelle

Innanzitutto che non sia stata gestita al meglio la nuova fase della programmazione, apertasi nell’autunno 2016 dopo la pubblicazione del parere dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione sulle numerosissime illegittimità dell’intero procedimento. Quello sarebbe dovuto essere il momento del reale ripensamento dell’opera, a partire dalle stanze ministeriali dove all’allora Ministro Delrio mancò il coraggio e la lungimiranza di rimettere in piedi un dibattito aperto e condiviso con il territorio rispetto all’opportunità stessa dell’ammodernamento così come pensato nel lontanissimo 2001! La verità sottaciuta è che il famigerato “secondo tratto”, a Sud di Montesano Salentino, non ha ad oggi alcuna evidente utilità (o significato, che dir si voglia) ed è anzi in aperto contrasto con l’idea di sviluppo economico-sociale-ambientale imperniato sul binomio agricoltura-turismo di qualità che sta prendendo corpo sul territorio. Ai cittadini del Capo di Leuca dovrebbe essere data la rassicurazione che le riflessioni sul secondo tratto possono essere rimandate, senza alcuna fretta o timore di perdere risorse, al momento opportuno, ossia dopo che saranno terminati i lavori di allargamento e messa in sicurezza del tratto da Maglie a Montesano Salentino e dopo che i cittadini del Basso Salento avranno avuto modo di “sperimentare” l’efficacia dell’intervento sul primo lotto. Siamo fiduciosi che a quel punto la gran parte dei disagi oggi avvertiti dai cittadini del Capo di Leuca svanirà e le ragioni di chi oggi è contrario a quel secondo tratto saranno finalmente percepite e sposate dall’intera comunità territoriale. Nessuno di noi, comunque, ha preclusioni assolute di stampo ideologico e siamo certi che l’ultima parola spetti ai cittadini, non prima di aver raggiunto l’adeguata consapevolezza delle ragioni del “sì” e del “no”. Nel frattempo dovranno essere realizzati piccoli interventi di messa in sicurezza e fluidificazione, non solo nel tratto più a sud della Statale 275 ma sull’intera rete stradale che collega il Capo di Leuca, nonché il potenziamento della rete ferroviaria. Per fare ciò è necessaria serietà, collaborazione e onestà da parte dei Sindaci, ingredienti finora risultati scarsi.

ZOCCO VITO  : Misto

La S.S. 275 va ammodernata da Maglie a Leuca, e non solo perché lo prevede espressamente la Legge Obiettivo che ne stanzia il finanziamento, ma per ragioni di sicurezza, vivibilità e sviluppo socio-economico del territorio interessato . Da tempo sollecitiamo un Consiglio Comunale aperto in cui ANAS e Regione illustrino visivamente entrambe le ipotesi ed anche -aggiungiamo- quella dell’ammodernamento del tracciato esistente per comprendere e far comprendere a tutti la fattibilità, i pro e i contro e poi decidere. Ma il Sindaco pare andare per una strada tutta sua che, per ora, ha portato solo ad acuire i contrasti sull’opera e non solo in Città. Nel dicembre del 2016 la precedente Amministrazione, di cui facevamo parte, deliberò all’unanimità -anche su nostro impulso- di “richiedere una nuova progettazione del tratto a sud della zona industriale di Tricase con il coinvolgimento degli Enti Locali, dei singoli cittadini e delle associazioni portatrici di interessi diffusi, in un processo virtuoso di pianificazione, coerente con le necessità attuali del territorio e orientato verso uno sviluppo sostenibile”. Ed è da quel deliberato che occorre ripartire per vagliarlo alla luce della nuova compagine amministrativa e degli eventi succedutisi. A prima vista e giusto per rispondere alla domanda, la soluzione ad est utilizzando la Cosimina sembrerebbe la meno impattante e la più funzionale, ma ciò va tecnicamente verificato per cui auspichiamo che non si decida nulla prima di un confronto consiliare aperto e chiarificatore

 

La strada che vogliamo. Incontro pubblico sulle proposte inerenti la S.S. 275.

Venerdi 1° giugno se ne parla in piazza Pisanelli a Tricase, ore 20.

Dopo l’incontro pubblico del 4 maggio scorso presso Palazzo Gallone a Tricase, organizzato dal Sindaco Chiuri, con la presenza del Vice presidente della Regione dott. Nunziante e dei rappresentanti di Anas oltrechè del Presidente della Provincia, si era rimasti in attesa di una indicazione da parte della Città di Tricase da formulare entro il 31 Maggio.

E’ venerdì 1° giugno,varie associazioni e comitati si organizzano con un incontro pubblico per proposte che riguardano la S.S. 275, invitando tutti a partecipare.L’incontro sarà fatto nel cuore della Città, nella centralissima e storica piazza Pisanelli, sede anche del Comune, a partire dalla ore 20.

La 275 una “strada” infinita. L’incontro di venerdi 1° giugno sicuramente rappresenterà un’altra occasione importante nel lungo panorama del confronto democratico salentino e del Capo di Leuca.

Si tratta ormai di decidere se accettare il progetto verso ovest con direzione Lucugnano, verso est, interessando la provinciale conosciuta come “Cosimina”, oppure verso nord, fermando il raddoppio al confine tra Surano e Montesano Salentino decisione questa portata avanti dal comitato SOS 275.

In ogni caso sembra che Anas abbia già presentato al CIPE il progetto e i relativi costi relativi al lotto che partirebbe da Melpignano e si chiuderebbe sulla rotatoria della Cosimina in zona industriale di Tricase (compreso quindi un tratto di circa 5km tra Montesano e Castiglione).

Da quel punto in giù, fino a Leuca, è tutto un susseguirsi di ipotesi e di divisioni fra i vari Sindaci, che da anni non trovano un comune denominatore per completare un’opera che almeno fino a Montesano mette tutti d’accordo e sarebbe urgente cantierizzare al più presto.

Oltre ai rappresentati del Comitato che ha organizzato l’incontro, vi saranno vari interventi che dovrebbero chiarire ulteriormente alla cittadinanza la sostanza della questione.

Sabato 26 maggio ho partecipato a Tiggiano ad un Convegno dei giornali editi dalle Pro-Loco italiane.Domenica 27, dal pomeriggio fino a tarda sera, ad una bella Festa di Maggio, organizzata soprattutto per ipiù piccoli, a Tutino presso la Chiesetta della Madonna della Pietà. Due cose diverse, ma che hanno lo stesso sapore, lo stesso comun denominatore: brave persone italiane che mantengono viva la diversità, che coltivano la partecipazione, che resistono all’invadenza globalizzante di tutti i mezzi meccanici, tecnologici e telematici. Nel corso della giornata a Tiggiano, anche nella mia veste di moderatore, ho avuto modo di parlare con molti uomini e donne provenienti da tutta Italia, dal Friuli alla Sicilia. Tutti innamorati del loro paesello, tutti volontari, senza stipendi e senza rimborsi.
Eppure impegnati in una specie di lotta contro l’indifferenza, contro l’abbandono, contro lo spopolamento. Perché uno dei gravi problemi dell’Italia è che
molti di questi piccoli borghi sono vicini al collasso per assenza di bambini, quindi di scuole, biblioteche, negozi, alberghi e ristoranti. Luoghi bellissimi, spesso teatro di vicende storiche rilevanti oppure antiche dogane o ancora dimore reali durante estati bollenti, destinati alla “chiusura per KO tecnico”.
Un’Italia minore, si direbbe. Invece no: è una locuzione che è stata smentita dai presenti. È forse l’unica Italia vera, quella delle piccole comunità, che si stringe intorno a quel poco che resta, che resiste, che tenta di creare un senso positivo del nostro essere cittadini. Resistere forse è il verbo più consono, nei giorni spaventosi di una crisi della politica che non riesce a prendersi le proprie responsabilità di governo, che non trova il modo di darsi delle regole di buon senso, che non riesce a costruire e trasmettere un vero spirito di bene comune.
Domenica 27 maggio, mentre il prof Giuseppe Conte, saliva e scendeva dal Colle del Quirinale, ero a Tutino, ad una festa poco più che rionale, una festa fatta di poco (perché di poco si vive). Il tiro alla fune di bambini che avevano momentaneamente abbandonato lo smartphone, giochi agli scacchi giganti, due frise al pomodoro, l’immancabile peperonata (sciuttiddu), un gruppo di ragazzi che suonano una bella musica.
E soprattutto, ancora una volta, un certo numero di persone che resistono, concedendo tempo e fatica, che creano comunità, che hanno trovato il modo di divertirsi senza ingigantire problemi, frizioni e disinteresse. Mentre ero lì, le breaking news continuavano a susseguirsi sul mio cellulare, senza sosta: dimissioni, nuovo governo, nuove elezioni, dichiarazioni di fuoco, battaglie costituzionali, furbate mondiali, e Balotelli torna in Nazionale. Ad un certo punto, ho spento tutto, mi sono anch’io rifugiato per almeno trenta minuti dentro la rassicurante certezza delle origini, di luoghi sempre amati e rispettati, di persone speciali che non vanno mai dimenticate.
La festa di Maggio di Tutino, nel bel mentre di una tempesta politica devastante, è diventata un rifugio sicuro, un luogo dove ritrovarsi per difendersi, per ripensarsi. Almeno per un po’, almeno per il tempo di tre canzoni. La crisi della politica è la nostra crisi, il cellulare si riaccende, le volgarità si sprecano, le ignoranze in pochi caratteri sono la legge dominante, la volontà di cambiare davvero, rinunciando tutti a qualcosa, è una strada che pochi vogliono percorrere. Segnali di positività arrivano, per ora, solo da piccole cose.
  Piccole comunità che si impegnano, piccole feste che creano armonia, piccole gioie che se ne vanno senza lasciare il retrogusto amaro. Se uno mi chiede da dove ricominciare, direi, da qui: da facce antiche, persone perbene, comunità coese, da una canzone e da un libro, piccole gioie senza il retrogusto amaro.

di Pino Greco

Nella foto la luce rossa intermittente

"attaccata "con il nastro adesivo che dovrebbe segnalare l'incrocio

Accidenti, è finita la pila , non c’è batteria, c’è poca luce, avranno pensato le centinaia di automobilisti che percorrono tutti i giorni la provinciale conosciuta anche con il nome de “ la Cosimina”, strada che proprio in questi lunghi anni è oggetto di “ discussione” per il tratto della nuova 275.

Era solo lo scorso gennaio quando alcuni tecnici delegati dalla Provincia, avevano nastrato una piccola luce rossa intermittente i due segnali stradali , per evidenziare la presenza della rotatoria a tutti gli automobilisti che arrivano dal Capo di Leuca per Montesano e viceversa.Tutto questo dopo il miracoloso incidente di inizio anno.

Incidente dove sei ragazzi furono “ miracolati ” nello spaventoso fuori strada alle porte di Tricase.

Furono portati tutti in ospedale, due le auto coinvolte, i conducenti non avevano visto la rotatoria anche per la scarsa illuminazione finendo per schiantarsi sulla stessa.

Era il 6 gennaio 2018. Poco dopo le 19.30 due auto, un'Audi A4 con targa svizzera e una BMW serie1, con a bordo 6 ragazzi si sono schiantati all'altezza della rotatoria all'ingresso di Tricase (cimitero nuovo).

Forse a causa dell'alta velocità e per via della scarsa illuminazione, i conducenti dei due veicoli non hanno visto il rondò: la BMW si è ribaltata finendo all'interno della rotatoria stessa, mentre l'Audi, dopo aver abbattuto il palo della luce ha finito la sua corsa dall'altra parte della strada.

Sul posto, immediato l'intervento della polizia locale, carabinieri e del 118 che ha trasportato i ragazzi in ospedale: all'arrivo dei soccorritori, i 6 giovani erano tutti fuori pericolo. Sono passati solo 4 mesi, la luce rossa intermittente non da più segnale da circa 20 giorni, è spenta, torna il buio totale, torna la paura.

E’ il caso che qualcuno faccia ritornare la luce in “ “Provincia e sulla provinciale la Cosimina”, prima che si verifichi qualche altro incidente “ miracoloso”.

Nella foto la rotatoria sulla strada provinciale " Cosimina"

all'ingresso di Tricase ( cimitero nuovo) di sera

 

Rizzello – Cicognini tra i beniamini

Un volto bello, quello del Salento 2018, manifestazione arricchita ed accompagnata dall’accordo di collaborazione con la Fondazione “La Notte della Taranta” per una sinergia che si presenta come un nuovo ed inedito canale per la valorizzazione turistica ed economica del territorio.

Dal punto di vista tecnico la manifestazione, tra le più impegnative del panorama nazionale, in programma venerdì 1 e sabato 2 giugno e valida quale seconda prova del Campionato Italiano WRC, nonché con lo stesso tracciato, come appuntamento d’apertura della Coppa Italia Quarta Zona e come terzo atto del Campionato Regionale a coefficiente 1,5, metterà in campo una ricca serie di novità.

La prima di queste riguarda il complesso apparato logistico con la cittadina di Melpignano che sarà completamente coinvolta nella gara ospitando il quartier generale e le verifiche sportive e tecniche presso l’Ex Convento degli Agostiniani, la pedana di partenza in Piazza San Giorgio, la cerimonia d’arrivo nel Piazzale antistante l’Ex Convento degli Agostiniani (luogo deputato ad ospitare anche il Villaggio Rally e noto ai più per essere ogni anno il luogo dove si svolge il concertone finale del Festival della Notte della Taranta), i Riordinamenti a Palazzo Castriota e il Parco Assistenza presso la Zona Industriale.

Ma Melpignano avrà anche un ruolo attivo per ciò che concerne la classifica di gara in quanto sarà teatro della nuova prova spettacolo d’apertura denominata “La Taranta” in programma nella serata di venerdì 1 giugno e che sarà allestita nei pressi dell’Ex Convento degli Agostiniani. La sezione cronometrata del percorso sarà poi completata nella giornata di sabato con la triplice ripetizione delle prove, già affrontate lo scorso anno, di Martignano, Santa Cesarea e Specchia. (comunicato stampa rally del salento)

Con l'accendersi dei motori al 51° Rally del Salento ci sarà anche la Scuderia Salentomotori di Tricase, con dieci equipaggi e solide ambizioni. Il primo equipaggio marcato Salentomotori a scendere la pedana di Melpignano sarà quello formato da Francesco Rizzello e Monica Cicognini con la Ford Fiesta WRC. Per Rizzello - Cicognini la gara rappresenta una candidatura di prestigio, con il giusto feeling sapranno dare il meglio di loro, puntando sicuramente ai gradini più alti della classifica.

Tra gli equipaggi iscritti al 51° Rally del Salento troviamo altri nove concorrenti della Scuderia Salentomotori, i fratelli Luca e Nicola Negro che ritornano in campo con la Renault Twingo R2B; il corsanese Antonio Russo che con il suo fidatissimo Gabriele Sorrone sfideranno la classe racing start con la Citroen C2; in classe A7 il nuovo equipaggio Salvatore Casarano che farà coppia con Gianmarco Ventruto a bordo di una Renault Clio RS; cambio vettura per Francesco Giangreco, che per la gara salentina ha deciso di gareggiare con la Peugeot 106 Kit/K10 affiancato per la prima volta dal ruffanese Antonio Passaseo. Ritorno in gara per Gianluca Lecci e Luca Leone, coppia già testata in precedenti competizioni, che si presenteranno con una Mitsubishi Evo X in classe N4, che dovranno sfidarsi con Antonio Forte e Pasquale Fiorito, a bordo di una Mitsubishi Lancer Evo IX. A distanza di un mese farà ritorno anche l’equipaggio Donato Parrotto con Cristiana Morbidi, che con la loro Citroen Saxo racing start cercheranno di portare a casa un buon risultato.

A chiudere la squadra Salentomotori due nuovi equipaggi, Tommaso Miccoli coadiuvato da Gianmarco Manco a bordo di una Renault Clio R1A; e Luca Falcone con alle note il tricasino Gianluca Stefanelli, con una Peugeot 106 racing start. Ulteriori dettagli organizzativi e aggiornamenti visibili sul sito ufficiale della manifestazione all’indirizzo www.rallydelsalento.info

 

Conosciamola... 

Sono Maddalena Atzori, ho 21 anni e sono nata e cresciuta a Tricase. Frequento il primo anno della Facoltà di Medicina, presso l’Università degli studi di Bari A. Moro. Mi definisco puntuale e pignola, ma non troppo: le mie pantofole sono sempre riposte con una giusta angolazione e faccio sempre un ugual numero di bocconi per ‘secondo e contorno’. Sono appassionata dell’arte in ogni sua forma, soprattutto della danza, la mia più grande passione, che mi ha trasmesso, con disciplina, l’eleganza e la precisione.

Mi piace essere impegnata, avere tante cose da fare e farmi coinvolgere. È così che ho trascorso i miei cinque anni di Liceo Classico, tra una versione di greco e un’interrogazione, tra un viaggio-studio all’estero e un’assemblea. Mi piace leggere e viaggiare, conoscere le altre culture, scoprire gli altri Paesi, ma ho radici ben radicate. La mia è una famiglia semplice: mia mamma è un’insegnante, mio padre lavora in ferrovia e mio fratello, il più piccolo di casa, frequenta la scuola superiore. La mia è una bella famiglia, che mi ha sempre sostenuto e accompagnato, insegnandomi l’importanza dell’umiltà unita ai grandi sogni, la potenza delle piccole cose e il rispetto nei confronti degli altri e di me stessa.

Sono cresciuta con i piedi per terra ma ho sempre guardato in alto: anche quando la vista era occultata da nuvole, grosse ma passeggere, ho sempre cercato di pensare positivo perché sentivo di poter fare la differenza. Forse è proprio questo sentimento che mi ha spinto a partecipare al contest #studioinPugliaperchè, indetto dall’Assessorato alla Formazione e Lavoro della Regione Puglia e ARTI - Agenzia Regionale per la Tecnologia e Innovazione, rivolto a tutti i diplomati con il massimo dei voti che avessero deciso di proseguire il loro percorso di Studi in Puglia.

Lo scopo di questo concorso era quindi premiare ed evidenziare le motivazioni per cui gli studenti hanno optato per un percorso accademico in istituzioni pugliesi di alta formazione. Leggendo per la prima volta riguardo questo concorso mi sono sentita chiamata in causa e ho sentito il bisogno di esprimere le mie idee. Questa è una tematica che mi sta particolarmente a cuore e sento a me vicina. Sono pochi i miei coetanei che hanno scelto di rimanere a studiare in Puglia. Cresciamo, infatti, con l’idea che dopo il Liceo debba esserci una partenza dolorosa ma inevitabile e indispensabile.

L’idea di poter rimanere a studiare vicino casa, quasi ci spaventa. Io mi sono chiesta perché: perché non ci pensiamo? Perché abbiamo questa idea della Puglia come di una regione povera, che ‘manca’ di qualcosa? Perché non restiamo? Perché non resistiamo?

Così è nato “Il fiore del partigiano”: titolo che si rifà all’ inno ‘Bella ciao’. È il titolo dell’articolo con cui ho deciso di partecipare al contest e che mi ha regalato il bellissimo primo posto. Le parole della canzone mi emozionano ogni volta e quasi per magia mi ricordano la mia terra: la Puglia, come un fiore dalla bellezza sconvolgente ma altresì fragile che, chi si sente un po’ “partigiano” –come me- ha il compito di proteggere. Ho scritto per difenderla, perché la Puglia mi ha dato tanto: ho scoperto una regione che ha voglia di crescere e di fare (un po’ come me!), che conserva la tradizione nell’innovazione e cerca sempre di valorizzare le sue origini.

“Siamo educati all’abbandono, l’abbandono della nostra terra”, ma possiamo cambiare le cose, possiamo fare la differenza. Non vorrei dare l’idea di una persona che non vede nulla se non il “proprio giardino” poichè penso che sia fondamentale per noi ragazzi fare nuove esperienze, conoscere nuovi posti e apprezzare la bellezza della diversità. Questo, in fondo, è il mio progetto di vita: fare esperienza per poi poter ritornare qui e seminare quello che di nuovo ho imparato e crescere ancora.

“Solo il partigiano può difendere la propria terra, solo noi possiamo valorizzarla e farla crescere.

Contro lo stereotipo di una Puglia povera di cultura, che manca di soldi e pensieri!

Il treno è partito: qualcuno è rimasto.”

di Giuseppe R. Panico

Le specie viventi che popolano i mari sono tante, alcune ancora sconosciute. D’estate sul mare si affollano anche le specie umane. Secondo la teoria dell’evoluzione di Darwin, queste discendono dalle scimmie che lasciati gli alberi e diventati bipedi, si diffusero in tutto il mondo. Si civilizzarono, divennero più forti e potenti solo i gruppi di “homo sapiens” capaci di adattarsi ai diversi ambienti e di utilizzarne le risorse. Alcuni si limitarono al territorio circostante e lì rimasero, fra capanne e caverne o, più al sicuro. su alte rupi.

Altri raggiunto il mare, laghi o fiumi, ne compresero le potenzialità e, utilizzando gli alberi dai quali erano prima discesi, costruirono piroghe, canoe, zattere etc. Impararono a pescare, poi a navigare ed occuparono tutte le terre emerse. Coloro che si insediarono lungo le coste, progredirono più rapidamente, svilupparono una più dinamica mentalità e ben difesero la loro più florida economia e più avanzata civiltà

. Prevalse l’attitudine a lavorare come “team”, o come “equipaggio su una stessa barca” ove ognuno ha un suo ruolo per pescare, navigare, dare sicurezza e “fare impresa” e ricchezza. Il mare dunque quale colonna portante e stimolo economico per una strategia politica che dura da millenni. Oggi più di ieri, le nazioni si battono per questo, dalla Russia di Putin che sostiene la Siria in guerra per poter dominare il Mediterraneo attraverso i suoi porti, alla guerra diplomatica della Bolivia contro il Cile per avere un accesso sul Pacifico, alle Marine Militari a protezione degli interessi nazionali.

Nel suo piccolo, la nostra Tricase, più che evoluire sul mare o verso il mare, sembra invece ancora arroccata sulla sua rupe (93 m sul mare) nell’entroterra, come se fosse abitata, se non da “montanari”, da “collinari” che per il mare hanno ancora un timore ancestrale o da “galleggianti” che d’estate si calano lentamente in acqua e rimangono nello stesso posto o attaccati allo stesso scoglio. Se una medusa è all’orizzonte, come un tempo “li turchi”, non si difendono eliminandola o allontanandola, ma risalendo la scogliera o rifugiandosi sulla rupe.

Ben poco si attivano verso l’economia e la cultura del mare e, avendo ben poco d’altro, continuano ad emigrare ed impoverirsi.  Pochi sono i “natanti” che, oltre a galleggiare, sanno pure ben nuotare lungo costa o verso altri vicini lidi, grotte ed anfratti e, non di rado, con maschera e pinne, vanno a conoscere anche il mondo sommerso.  Più “avventurosi”, interagiscono spesso fra loro per un pur limitato sviluppo sul mare. Ma mancano più audaci e preparati “navigatori” che, oltre a conoscere sé stessi ed i propri limiti, conoscono venti e correnti, vele e motori, porti ed approdi, onde e flutti, altre usanze e culture, povertà e ricchezze. Vigili ed attenti al mutare degli elementi naturali e degli umani eventi, prima che ad altri, danno fiducia alla propria conoscenza ed esperienza.

Sono coloro che da sempre popolano il mare e la sua storia; sono gli Ulisse dalle tante avventure, gli Argonauti in cerca del vello d’oro, i Colombo, i Magellano, i Verrazzano etc. scopritori, di nuovi mondi, nuove rotte e nuove economiche. Rappresentano un avanzato insieme di audacia, conoscenza e lungimiranza ed hanno aperto super strade verso ciò che oggi chiamiamo globalizzazione e progresso. Dai Fenici ai Vichinghi, dai Veneziani ai Genovesi, dalle triremi alle galee, dalle paranze alle caravelle, hanno gettato un ponte su quel mare che prima divideva trasformando in ricchezza ciò che era prima solo un pericolo. E una moderna ricchezza è oggi il turismo sul mare o costiero, la più importante risorsa che, nella nostra povera situazione geografico-economica, potremmo ben più sviluppare.

Ma il nostro passato, sia prossimo che remoto, dal mare ci ha addirittura allontanati. Con un depuratore a far da trincea verso la costa, oggi ancor più in ampliamento, poi con tantissimi vincoli costieri, poi con il parco Otranto -Leuca, poi con una cultura ecologica fattosi nuova ideologia politica e, come tale, utile a pochi e funesta per tanti. Tutto limita, tutto vieta, tutto ritarda e impedisce e nulla semplifica se non la mummificazione o l’abbandono del territorio costiero.

E così anche lo sviluppo sostenibile, ancor privo di un qualsiasi programma, rimane aria fritta sulla bocca dei tanti. Forse ci manca il saper “navigare”, il saper scegliere una valida rotta, o finanche il saper sognare, se non come equipaggio verso un gradevole porto, come comunità verso un valido obiettivo. Da “collinari”, “galleggianti”, poco “natanti” e per nulla “naviganti”, continuiamo, a inviar suppliche ai potenti, ad addossar loro le colpe della nostra impotenza, delle nostre incertezze e delle nostre pavidità, anche nel maturare ed esternare semplici ipotesi di sviluppo.

Di suppliche a Bari, a Lecce ed ai potenti forse ne servirebbe una ben forte, decisa e condivisa: quella di allentare sul mare e sulla costa vincoli e burocrazia e permetterci e non più negarci un più avanzato futuro turistico e residenziale, fonte di lavoro e progresso. Se non più con un povero Piano Coste che, privandoci di tanti posti-barca (a Marina Serra), non ha saputo darci in più nemmeno un pubblico posto-auto, né un pubblico bagno, con almeno un buon Piano Regolatore per le due marine.

Ormai da tempo in itinere, ma ancora dagli ignoti o “secretati” contenuti.         

La cucina tradizionale del territorio di TRICASE , ce la presenta

il Presidente della Pro Loco Tricase, avv. Paolo Scarascia:

La Pro Loco Tricase, nell’ambito delle iniziative volte alla valorizzazione del territorio, dell’agricoltura e delle tradizioni enogastronomiche di qualità della Città di Tricase, organizza la prima gara gastronomica:

"La Cucina Tradizionale del territorio di TRICASE".

L’iniziativa si propone di promuovere, valorizzare e riscoprire piatti della tradizione che utilizzano i prodotti di “Terra” e “Mare” del nostro territorio.

La manifestazione inizierà lunedì 28 maggio e si concluderà domenica 3 giugno.

La giuria (composta da sei giurati) si recherà presso il locale di ogni partecipante al fine di degustare il piatto proposto.

Detta giuria sarà così composta:

Delegato della Federazione Italiana Cuochi;

Giornalista gastronomo appartenente agli organi di stampa locali o indicato da essi;

Delegato dell’Associazione Commercianti Tricase che non sia nel campo gastronomico;

Rappresentante del direttivo Pro Loco Tricase;

Rappresentante comitato provinciale Unpli Lecce;

Rappresentante Amministrazione Comunale.

La giuria valuterà ogni piatto con molta attenzione prendendo in considerazione diversi parametri di giudizio: fedeltà alla tradizione; disposizione e presentazione; sapore; igiene. Per ogni parametro verrà espresso un voto da zero a dieci punti.

Il primo classificato si porterà a casa un premio in denaro e al piatto del vincitore verrà riservata la copertina della brochure pubblicitaria distribuita nello stand di Pro Loco Tricase in occasione della manifestazione PUGLIA TIPICA 2018.

Tutti gli altri partecipanti saranno giudicati secondi a pari merito.

La proclamazione del vincitore avverrà domenica 3 giugno in occasione della Giornata Nazionale delle Pro Loco mentre la premiazione avverrà nel corso di “Puglia Tipica 2018”, il grande evento itinerante dell’Unpli Puglia, giunto ormai alla sua VII edizione, che quest’anno si svolgerà a Tricase il 23 e 24 giugno.

Sarà un buon “primo” evento, ne siamo certi noi tutti della Pro Loco Tricase.

 

di Pino Greco

Libellula Fulgor Tricase : e’ Fabrizio Marano il nuovo allenatore

Fabrizio Marano con il direttore sportivo Antonio Scarascia

Una nuova guida per puntare in alto.

E' Fabrizio Marano il nuovo coach della società rossoblu , Fulgor Tricase.

Dopo aver chiuso la stagione scorsa con i programmi rispettati di inizio anno ( una tranquilla salvezza), conquistata con quattro giornate di anticipo, dopo aver ringraziato tutti in particolar modo mister Michele De Giorgi , un professionista che ha dimostrato grande senso di misura e di moderazione con tutti atleti, tifosi e società, conquistando un buon settimo posto , la società del presidente Francesco Cassiano ha deciso di affidare la prossima stagione di serie B nazionale al giovane allenatore cosentino, Fabrizio Marano.

Il nuovo tecnico è stato presentato dal direttore sportivo Antonio Scarascia: “c’è grande sintonia con coach Marano”.

Mister Marano, classe 73, carattere forte, lo scorso anno è stato allenatore del Potenza in serie B (quinto posto in classifica).

Oggi coach Marano arriva a Tricase stimolato dal progetto ambizioso della società :

sono a Tricase per fare le cose per bene, puntiamo in alto con una società giovane con un progetto ambizioso, presto ci metteremo a lavorare per definire tutto, acquisti inclusi, avendo già una buona struttura.”

La società inoltre comunica di aver confermato tutto la staff tecnico della scorsa stagione così composta.

Medici: Salvatore Cacciatore, Carlo Cazzato e Sandra Perrone.

Dirigenti: Antonio Scarascia, Letizia Pecoraro, Stefano Sodero, Pierangelo De Marco, Donato Casciaro, Massimiliano Coluccia, Francesco Ciardo, Giuseppe Stefanizzi ,Riccardo Lecci e Giuseppe Amoroso, secondo allenatore.

di Nunzio Dell'Abate

 

Chi riteneva che spirasse l’anno della neo Amministrazione senza alcun cambiamento è rimasto deluso. C’è stato, eccome, e si è fatto sentire per ora sulle casse comunali: sono aumentati i funzionari al vertice, da sei a sette, con uno sconvolgimento e disequilibrio dei settori della macchina amministrativa a dir poco irrazionale.

Al funzionario, già responsabile di Urbanistica, Pianificazione e Governo del Territorio, Sportello Unico dell’Edilizia, Lavori Pubblici, Sport e Sicurezza sono state assegnate le Manutenzioni e la Gestione del Verde Pubblico (sottraendole dal Settore Servizi Ambientali) e il Patrimonio (prelevandolo dal Settore Bilancio e Sviluppo).

Dovrà essere “Mandrake” a reggere un tale carico di funzioni.

Grottesca è poi la motivazione con cui la Giunta ha proceduto in tal senso: <il settore servizi ambientali non ha operai>. E perché il Settore Urbanistica ne possiede?

Per ripristinare il manto stradale, sfalciare l’erba e manutenere gli immobili comunali, non dovrà sempre rivolgersi a personale esterno?

Al funzionario invece, responsabile del Settore Servizi Ambientali, residuano la gestione dei rifiuti e dei cimiteri. A questo punto che senso ha mantenere il Settore e di conseguenza una figura apicale con spesa annessa?

Ancor più se si considera che la gestione dei rifiuti è stata data in appalto all’esterno per 9 anni e che a sovraintendere ai rapporti Comune/Azienda vi è una figura terza dedicata: il D.E.C. -Direttore dell’Esecuzione del Contratto- con il suo costo. Lo stesso dicasi per i cimiteri la cui gestione è affidata a ditta esterna e, comunque, trattandosi di immobili comunali, rientrano nella funzione Patrimonio ridistribuita ad altro Settore.

Per la verità, il Settore Servizi Ambientali ha mantenuto lo Sportello Agricolo. E che senso ha, se si è costituito ex novo il Settore S.U.A.P. -Sportello Unico Attività Produttive-? L’agricoltura non è più un’attività produttiva?  Poi come mai, da una parte si crea un Settore ad hoc con personale dedicato per rilanciare le attività produttive, e dall’altra si stanzia in bilancio per le medesime attività solo 1.000 euro?

Permane il Settore Servizi Sociali che da tempo non ha più ragione di mantenere una propria autonomia con un funzionario apicale. Difatti, tutta l’attività di programmazione e progettazione, anche ai fini delle richieste di finanziamento, viene espletata dall’Ambito di Zona e le incombenze si riducono per lo più al pagamento dei vari servizi appaltati all’esterno.

L’unico ad averlo intelligentemente intuito fu il Commissario Prefettizio che, durante il suo mandato, lo accorpò al Settore Amministrazione Generale e Servizi al Cittadino, conseguendo così anche il risparmio di circa 15.000 euro annue per l’indennità di responsabile di settore.

Trascurato, anzi impoverito, il Settore della Polizia Locale, proprio quello che per ragioni di sicurezza e controllo andava potenziato.

Difatti, si è fatto di tutto per spingere una unità D3 ad andarsene e per sostituirla con una più costosa unità di fascia D4 assegnata attualmente alla biblioteca (ne avevamo bisogno?).

In tal modo, il Corpo di P.L. rimane con 11 agenti (uno per ogni 1.600 abitanti) ed una sola unità D che ora, per gli incombenti legati alla funzione di comando assunta, non potrà garantire la presenza per strada.  

Avevamo il diritto ed il dovere di dare il nostro contributo, ma la programmazione del personale è stata portata direttamente in Consiglio, senza neppure essere discussa e vagliata nella Commissione Consiliare deputata.

Ci è parso di capire che anche la maggioranza l’abbia “subita” dal Sindaco che ha deciso per tutti, come se fosse sua prerogativa.

Eppure l’organizzazione del personale, nei Comuni come in qualunque azienda, è fondamentale per il conseguimento dei risultati e, prima di ogni decisione in merito, occorre avere le idee chiare e sensibilità giuste, altrimenti si rischia di fare danno.

Come gruppo consiliare abbiamo più volte dato degli input: rafforzare il servizio Contenzioso, sgravandolo dal Settore Amministrazione Generale per assegnarlo alla Polizia Locale, ma ora persa colpevolmente l’unità D sarà molto più difficile; prevedere il Servizio Attività Culturali e Turistiche nell’ambito del Settore Attività Produttive; dividere il Settore Lavori Pubblici da quello dell’Urbanistica; avere un Segretario full time e non in convenzione con altri Comuni, il cui costo fra l’altro è pressochè identico.

Ma cambiamenti vanno fatti soprattutto a bassa quota, in quanto ci sono uffici con personale sottodimensionato ed altri in eccesso. Anche la dislocazione degli ambienti lavorativi va rivista, in rapporto agli operatori che li occupano.  

Tanto altro verrebbe fuori, se ci si confrontasse nell’interesse del Bene Comune.

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