di Ercole Morciano

La pubblicazione sui quotidiani locali ( Gazzetta del Mezzogiorno e Quotidiano del 30 marzo) della situazione economica della provincia di Lecce (fonte: Osservatorio D. Stasi, Quotidiano 30.3.18, pp. 10-11), come emerge dall’elaborazione dei dati dell’Agenzia delle Entrate (redditi 2017), non può lasciare indifferenti, specialmente noi del Capo di Leuca che abbiamo storia, cultura, tradizioni ed economia in comune.

Ho sperato che altri: esponenti di istituzioni-enti-partiti-movimenti-sindacati-associazioni professionali o di categoria, non per piangerci addosso, prendessero posizione pubblicamente con proposte concrete di coinvolgimento o di azione. Nessuno purtroppo l’ha fatto (se sbaglio correggetemi) e pertanto ho deciso di scrivere io qualcosa, da semplice cittadino, pur iscritto ad un partito politico, il PD, nel quale nessuna riflessione a riguardo risulta al momento essere stata fatta.

Una prima riflessione è richiesta dalla posizione generale della provincia di Lecce che, in confronto alle altre provincie d’Italia, risulta sprofondata nella parte più bassa della graduatoria nazionale. E questo già crea un problema politico di giustizia sociale e di stringente attualità che richiama le responsabilità di quanti hanno il dovere istituzionale di analizzare, studiare, riflettere e proporre, anche alzando la voce, se occorre; e mi riferisco in primis al mondo politico-amministrativo, ai partiti e movimenti. Il dovere di riflettere spetta agli enti pubblici; da quelli finalizzati alla formazione a partire  dall’università, a quelli economico-finanziari; dai mondi della produzione e del lavoro, comprese quelle delle professioni fino alle libere aggregazioni che la nostra Costituzione valorizza come corpi intermedi.

La Chiesa stessa, che condivide «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce» con l’umanità nella quale è immersa, non mancherà di dare il suo autorevole  contributo in questa drammatica contingenza che caratterizza  qui  e ora il territorio provinciale. Un crono-programma che, pensato e gestito dalla Provincia, come organo politico amministrativo di coordinamento sovracomunale, dovrebbe concludersi con una proposta operativa  unitaria di sviluppo, da sostenere con l’impegno di tutti i rappresentanti  istituzionali ai livelli superiori (Consiglio regionale, Parlamento, Consiglio europeo).

Il mio abbozzo di riflessione però riguarda principalmente Tricase e il Capo di Leuca, l’estremo sud del Salento. Dall’analisi dei dati, esposti sugli organi di stampa, emerge chiara un’altra, ancora più amara, considerazione. All’interno della provincia di Lecce si conferma un ulteriore divario nord-sud:

l’area più povera del Salento siamo ancora noi, quelli più a sud, quelli del Capo.

Se osserviamo i dati esposti nelle tabelle ci  accorgiamo che quasi tutti i comuni del Capo di Leuca e dintorni ricadono nelle due ultime fasce di reddito, quelle più povere, rispetto alle 5 totali. Nell’ultima, dal n. 54 al n. 97, per redditi compresi tra 0 e 12.000 € troviamo i comuni di Acquarica del Capo (97), Morciano di Leuca (95), Supersano (94), Taurisano (93), Presicce (92). La penultima fascia, la IV, che comprende i comuni per redditi compresi tra12.000 e 14.000 € troviamo Gagliano del Capo (91), Ugento (88), Salve (87), Ruffano (85), Corsano (82), Patù (78), Specchia (69), Castrignano del Capo (63), Alessano (58). Nella III fascia, con redditi tra 14.000 e 15.000 € vi sono Montesano Salentino (48), Miggiano (46), Tiggiano (44). Andrano (23), con Castro (18) e Diso (17) si trovano tra i comuni della II fascia con redditi compresi tra 15.000 e 16.000 €.  L’unico comune del Capo compreso nella prima fascia (reddito superiore a 16.000) è Tricase (11), seguito all’ultimo posto da Gallipoli (12), mentre Casarano, l’altro centro più popoloso del Sud-Salento, si attesta al n. 45 nella III fascia. Nella prima fascia, al primo posto vi è Lecce, seguita da Maglie, Cavallino e altri centri del centro-nord della provincia.

Fin qui la serie dei dati aggregati secondo le fasce di reddito ufficiali,  ma altre considerazioni si potrebbero fare sul probabile, preoccupante futuro del nostro territorio, se si comparassero i dati economici con quelli demografici. I saldi sull’andamento della popolazione presagiscono un futuro fatto di spopolamento; di esodo di giovani cresciuti e laureati con i sacrifici delle nostre famiglie e destinati ad arricchire altri territori in Italia e fuori: un circolo vizioso che condannerebbe i nostri paesi, partendo da quelli più piccoli, a svuotarsi sempre di più, a diventare per lo più “dormitori” di assistiti e di pensionati, come già si può rilevare in alcune aree, quelle poste più sud del sud.

Ecco perché non possiamo tacere. Dobbiamo invece, ciascuno nel proprio ambito, premere affinché ci sia una riflessione comune sulle cause della nostra povertà e sui destini del Capo di Leuca. Allora chi ricopre ruoli istituzionali ai vari livelli, chi già è dirigente o semplice iscritto ad un partito politico o a un movimento, ha secondo me il diritto-dovere di non stare in silenzio;  questo è pure il momento che, chi ha a cuore il destino della nostra terra, non deleghi altri, si impegni in prima persona in un partito o movimento conforme – se non in tutto almeno in parte – ai propri ideali e contribuisca responsabilmente e direttamente  a costruire insieme con gli altri il futuro comune .

Ferma restando l’urgenza e l’opportunità di riflettere all’interno delle varie realtà esistenti nella nostra città , il Comune di Tricase potrebbe pensare alla convocazione di una prima conferenza di sindaci del Capo di Leuca per stabilire insieme un percorso che porti a un progetto di sviluppo e rinascita del nostro territorio, condiviso dalle  popolazioni e da far valere nelle sedi opportune attraverso i rappresentanti istituzionali eletti. Tutto ciò potrebbe riempire di contenuti preziosi il tempo presente nell’attesa che si formi il Governo ed avere così il quadro istituzionale completo col quale potersi confrontare.

 

di Maria Assunta Panico - Consigliere Comunale

Egregio Direttore, scrivo, dopo aver letto nel precedente numero l’intervista all’Ing. Vito Ferramosca, per dettagliare e contestualizzare il percorso politico-amministrativo che ha interessato il Parco cittadino affinchè tutti possano essere informati. La realizzazione del parco in zona Lama, i cui lavori sono quasi terminati, discende dalla pervicacia e perseveranza della passata    Amministrazione che si è, con impegno, battuta per la realizzazione dello stesso. Come già indicato dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico, la realizzazione del parco è il risultato di un complesso iter progettuale, avviato dall’Amministrazione Coppola, di cui ero componente di Giunta, che ha fortemente voluto e perseguito l’intero iter, prima urbanistico e poi realizzativo del parco.

Non è stato semplice far rivedere al Commissario ad Acta, nominato dal TAR, il progetto che era stato dallo stesso Commissario approvato con deliberazione del 10 novembre 2011 e che prevedeva proprio ove ora sorge l’area attrezzata a verde la possibilità di edificazione. Grazie alla Conferenza di Servizi, del 18-07-2013, promossa dal Comune presso la Regione Puglia alla presenza del Sindaco Coppola, dell’Assessore Regionale Barbanente, dei proprietari delle aree, del Commissario ad Acta e del Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, è stato possibile avviare il procedimento di variante del piano particolareggiato già redatto.

Il nuovo studio è stato condotto in maniera tale da ricomprendere sia le aree oggetto della ritipizzazione urbanistica sia di quelle ad essa adiacenti. Ciò ha portato ad ottenere un disegno urbanistico integrato delle aree edificabili e di quelle per standard che sono successivamente state armonizzate con atti amministrativi di competenza del Commissario, della Regione e del Comune come di seguito elencati: con Deliberazione del Commissario ad Acta del 15-11-2013 è stata adottata la variante alla strumentazione urbanistica comunale per l’area; con la Determinazione del Dirigente Regionale n.330 del 21-10-2014 è stato dichiarato concluso il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS); con la Deliberazione della Giunta Regionale n.1112 del 26-05-2015 la variante è stata approvata con prescrizioni; con la Deliberazione della Giunta Regionale n.2078 del 21-12-2016 la variante al Piano di Fabbricazione per ritipizzazione delle aree di proprietà Bentivoglio è stata approvata in via definitiva.

Mentre procedeva l’iter per l’acquisizione della formale variazione urbanistica dell’area, con Deliberazione della Giunta Comunale n.104 del 15-04-2016 si esprimeva l’atto di indirizzo al Responsabile del Settore LL.PP per la redazione di un progetto preliminare relativo alla realizzazione del parco cittadino per l’importo disponibile di Euro 600.000. Con successiva Deliberazione della Giunta Comunale n.203 del 12-08-2016 si procedeva all’approvazione del progetto di fattibilità tecnico-economico dei lavori da finanziare per Euro 200.000 con fondi comunali e per la rimanente parte di Euro 400.000 mediante la contrazione di un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti. In seguito con Deliberazione della Giunta Comunale n.297 del 06-12-2016 è stato approvato il progetto esecutivo del primo lotto funzionale di via Pirandello e con la determinazione del Responsabile del Servizio n.68 del 30-01-2017 si è proceduto all’affidamento dei lavori, mentre il secondo lotto in fase di completamento, all’interno dell’area Acait, ha visto l’approvazione del progetto esecutivo con la Deliberazione della Giunta Comunale n.69 del 16-03-2017.

E’ motivo di grande orgoglio verificare che l’impegno profuso all’epoca abbia portato i giusti frutti, la comunità di Tricase ha a disposizione un bel parco pubblico che viene concesso all’uso di tutti ed in grado di collegare parti nevralgiche della città. Un chiaro risultato dell’azione intensa e sinergica che abbiamo messo in campo sia a livello locale che regionale, riuscendo, con perseveranza, a creare un polmone verde cittadino impedendone l’edificazione disordinata, avallata da molti. Il parco testimonia la lungimiranza delle scelte fatte, quando il governo del territorio punta alla qualità della vita della collettività i buoni risultati ci sono e si vedono. Esso rappresenta l’esempio concreto di un’azione politica e amministrativa condivisa, attuata con impegno e con obiettivi chiari con una visione del territorio e della città improntata alla qualità ambientale ed urbanistica.  






IL MOTORINO CIAO  DI DON TONINO A TRICASE

 

Un gesto d’Amore…Un atto di riconoscenza verso tutta la comunità tricasina

Il motorino Ciao di don Tonino a Tricase

Presso “ il tempio” sito in via Tempio, sosta un’altro pezzo di storia di don Tonino

E’ il motorino Ciao, che centinaia di volte ha segnato il percorso , da gennaio 1979 all’estate 1982, da Alessano a Tricase e viceversa,

del nostro “ parroco”, che si apprestava a diventare pastore

Il dono è stato fatto dai familiari di don Tonino 

di Pino Greco

Alessano, venerdi 20 aprile 2018

IL SANTO PADRE: DON TONINO “ SEMINATO “ NELLA SUA TERRA…

 

Papa Francesco: “Cari fratelli e sorelle, sono giunto pellegrino su questa terra che ha dato i natali a don Tonino Bello.

Oggi ho pregato sulla tomba del servo di Dio, una tomba che non si innalza monumentale verso l’alto , ma è piantata sulla terra, don Tonino “ Seminato” nella sua Terra, che ci vuole dire quanto è radicato in questa territorio.

Capire i poveri era la sua ricchezza, perché chi ama i poveri segue Dio.

Una chiesa povera rimane sempre sintonizzata sulle frequenze di Dio.

Don Tonino ci richiama a stare vicino ai poveri, lo feriva l’indifferenza, si preoccupava dell’incertezza del lavoro, non stava con le mani in mano agiva promuovendo la giustizia.

la famiglia di don Tonino

Ancora il Santo Padre : “Questa meravigliosa terra di frontiera “ Finis Terrae” che don Tonino chiamava “terra/finestra”, perché dal Sud dell’Italia si spalanca ai tanti Sud del mondo, dove “i più poveri sono sempre più numerosi mentre i ricchi diventano sempre più ricchi ”.

Siete una “finestra aperta, da cui osservare tutte le povertà che incombono sulla storia”, ma siete soprattutto una finestra di speranza perché il Mediterraneo, storico bacino di civiltà, non sia mai un arco di guerra, ma un’arca di pace accogliente per tutti

di Pino Greco

Venerdi, 20 aprile 2018. E’ tutto pronto per la visita di Bergoglio ad Alessano nel nome di don Tonino.

E’ il secondo Papa, dopo Ratzinger( 2008), che “ visita” il Capo di Leuca dopo solo 10 anni

ATTESA DEL PAPA DALLE ORE 7,00 ALLE 8,30

Attesa del Papa con preghiere,canti e testimonianze ( don Luigi Ciotti di LIBERA, don Salvatore Leopizzi di PAX CHRISTI) dalle ore 7,00 alle ore 8,30 ( arrivo del Papa)

Saluto del Papa a 20 ammalati

Delegazione che saluta il Papa rappresenta diverse categorie di persone e istituzioni.

Tra queste una famiglia di rifugiati dalla Siria,due giovani immigrati ospiti del Centro Accoglienza di Alessano

il palco che ospiterà il Papa

ALCUNI NUMERI

5 mila posti a sedere;

4 ettari per ospitare i fedeli;

150 giornalisti;

50 testate giornalistiche;

150 uomini delle forze dell’ordine;

250 volontari;

80 steward;

Attesa più di 20mila presenze.

I DONI OFFERTI AL PAPA

Offerta in denaro della comunità parrocchiali e della diocesi per le opere di carità del Papa;

Quadro in argento della Madonna di Leuca ( Diocesi);

Quadro in argento “ due angeli abbracciati” ( Comune di Alessano);

Ferula in legno di ulivo ( Fondazione don Tonino Bello);

Prodotti di artigianato locale;

Prodotti alimentari tipici del territorio ( olio,vino, dolci…)

Addobbo floreale del palco donato dal Comune di Taviano e dalla Aziende florovivaistiche di Taviano ( progetto del paesaggista Piero Tunno)

 

 

 

 

Per la scuderia Salentomotori di Tricase è giunto il momento di riaccendere i motori. Quasi tutto pronto per l’inizio stagione, in vista del primo appuntamento casalingo con il 25° Rally Città di Casarano, che si disputerà il 21/22 aprile. La stagione agonistica della Salentomotori non poteva iniziare nel modo migliore, con la figurazione di un Direttore Sportivo, un uomo sportivo di notevole conoscenza rallistica, il dott. Paolo Potera, che metterà a frutto la sua esperienza a tutti gli equipaggi.

Dopo una sosta di alcuni mesi, è arrivato il momento di stabilizzarsi e di concretizzare il programma di ogni equipaggio. Nella gara salentina, che sarà la prima del 2018, la maggior parte degli equipaggi della Salentomotori ha già dato la loro adesione.

Sarà una gran battaglia, dove, tra i favoriti alla vittoria assoluta troviamo proprio gli equipaggi della scuderia tricasina. Il già più volte vincitore del rally di Casarano, Francesco Rizzello che ritorna sulle prove speciali a bordo di una Skoda Super2000, coadiuvato dal suo affezionato Fernando Surano. Riflettori puntati proprio nella classe super2000, in quanto Rizzello dovrà sfidarsi con il suo conterraneo e compagno di scuderia, Mauro Adamuccio, vincitore delle due passate edizioni del Rally 5 Comuni, accompagnato da Salvatore Tridici, con una Peugeot 207 del Team Colombi.

A sfidare la categoria più combattuta, la R5, ci penserà Tommaso Memmi con alle note Monica Cicognini, a bordo di una Ford Fiesta. Passaggio di vettura per Albino Pepe, che al via della gara si presenterà con un due ruote motrici, la Peugeot 306 K11, accompagnato dall’alessanese Davide Rizzo. Cambio di categoria anche per Luca Negro e suo fratello Nicola, che dalla Renault Clio R3 passano alla piccola ma prestante Twingo R2B del Team Trodella. Ancora una volta, sui nastri di partenza si presenterà il già collaudato equipaggio Antonio Russo con Gabriele Sorrone, che dovranno sfidare con la Citroen C2 RS una categoria assai partecipata, la racing start. La coppia volante, Pasquale Protopapa e Sandra Ruberto ritornano sulle prove speciali dopo un anno di fermo, con l’intenzione di portare a casa un bel successo, sfidandosi in classe A5 con la loro piccola Peugeot 205.

Occhi puntati sul driver Donato Parrotto, leggendario navigatore di Pasquale Fiorito (quest’ultimo impegnato alle note per Vincenzo Tortorici), che dal Rally di Casarano si schiererà con la toscanaCristiana Morbidi, nuova e talentuosa navigatrice, alla prima esperienza sul sedile di destra, a bordo della Citroen Saxo.

Entusiasta è il Presidente della Scuderia Salentomotori – Antonio Forte, colonna trainante della Scuderia Salentomotori, che sidichiara soddisfatto del lavoro fatto in questi mesi, dall’inserimento del Direttore Sportivo e dai programmi futuri che ogni equipaggio intende realizzare. Per informazioni utili sul Rally Città di Casarano, vi invitiamo a visitare il sito internet www.casaranorallyteam.it

 

di Ercole Morciano Cutrino Albione e Lutgarda Alfarano, pensionati, mi accolgono nella loro casa con affabile simpatia. Ci conosciamo da tanto tempo; loro per molti anni sono stati attivi nei Cursillos de cristianidad, un’associazione ecclesiale impegnata nella formazione del laicato cattolico. Molti sono i ricordi che i coniugi conservano nel loro cuore e in particolare quelli legati a don Tonino Bello quand’era parroco a Tricase.

Nella loro casa don Tonino capitava con una certa frequenza: il maggiore dei figli, Vito Antonio, di 18-19 anni era catechista, frequentava il liceo scientifico e si sarebbe iscritto a legge; la figlia, Eufemia, era alunna di don Tonino al liceo classico. È Lutgarda a parlare: «Con noi don Tonino aveva un bel rapporto, forse perché eravamo e siamo gente semplice. Capitava per esempio che si rivolgesse in dialetto: “Lutgarda, me tene fame, nunn’aggiu manciatu, damme ‘nna frasedda o ‘nnu taraddu cullu pummidoru”. Ed io preparavo il piatto che lui voleva consumare sul tavolo della cucina” in modo famigliare.

I rapporti di don Tonino con la famiglia Albione continuarono anche dopo la nomina a vescovo di don Tonino e il suo trasferimento a Molfetta. Vito Antonio Albione, divenuto intanto avvocato e residente a Lecce con la sua famiglia, conserva di don Tonino lettere e libri con dedica e soprattutto alcuni ricordi personali. «Avevamo scelto don Tonino, Maria Luisa ed io, per le nostre nozze – mi dice per telefono Vito Antonio da Lecce – ma in quel periodo, era maggio del ’92, don Tonino si dovette operare presso l’ospedale di Gagliano per la sua malattia. Ho vivi nella memoria vari ricordi; quello che emerge spesso nella mente come un flashback e sul quale torno a riflettere, riguarda un fatto avvenuto tra fine maggio e primi di giugno del 1980 o del 1981.

Eravamo don Tonino ed io a S. Maria Leuca per un incontro al santuario; la stagione era già buona per il bagno al quale avevamo già pensato prima della partenza. Alla fine della riunione con don Tonino, che aveva sempre in macchina le pinne, ci portiamo alla banchina del porto che allora era formato da un solo grande bacino. Ci tuffiamo in acqua e dopo qualche bracciata mi accorgo che sullo specchio d’acqua affiorano, spinte dal vento o dalle correnti, molti gruppi di meduse, di quelle violacee e particolarmente urticanti. Avendo io già fatto esperienza dolorosa di contatto con le meduse, grido a don Tonino di fermarsi. E don Tonino che mi dice? “Non preoccuparti Vito, vieni dietro a me”; io con molta fiducia lo seguo e tutto va per il meglio nella lunga nuotata che egli soleva fare».

Riprende la parola Lutgarda, una donna-moglie-madre dalla fede forte, alla quale la vita non ha risparmiato sofferenze, non solo fisiche, che lei ha sempre affrontato con “l’abbandono alla volontà di Dio”. «Era novembre 1991 – ricorda – e mia figlia Eufemia aveva avuto da 15 giorni il figlio Michele. Mi permise di portare il bambino a Molfetta, da don Tonino, per una benedizione speciale.  Quando giunsi col bambino nella cattedrale di Molfetta, don Tonino stava celebrando Messa; si accorse di me e mi fece un breve cenno.

Alla fine della Messa don Tonino si avvicina e mi accoglie. Io commossa gli dico il motivo della visita, lui mi guarda sorridendo e mi dice: “Benedicimi tu, tu devi benedire me”. In seguito volle che andassi col bambino in episcopio e mi donò un suo libro con la dedica, un altro me lo diede per mia figlia Eufemia e mi donò per lei una statua di ceramica che rappresenta una chioccia con i suoi pulcini. Michele crebbe bene e ora è medico». Per me - conclude Lutgarda – don Tonino è già santo e mi mostra i quadri che raffigurano don Tonino presenti nella sua casa quasi in ogni stanza.

 

di Giuseppe R.Panico Ancora un decennio fa quella discarica che, dal belvedere sulla litoranea, scendeva lungo il fianco del Calino fin quasi alla grotta Matrona ricordava la cascata delle Marmore. A guardare invece il panorama dall’alto, invitava, con i suoi miasmi, a scappar via, sia pur dopo una rapida foto. Era il benvenuto dal nostro litoraneo ingresso Sud a Tricase ove, già da molti lustri, si parlava di sviluppo turistico destagionalizzato. A ripulire quel fianco del Calino ci pensava un po’ la natura, prima biodegradando qualcosa, poi coprendo la monnezza con un po’ di verde primaverile ed infine, d’estate, complice qualche accendino o cerino, con qualche “spintanea focara”. Uno spettacolo estivo e suggestivo, non di rado con inediti air shows degli aerei antincendio. Tornato da poco dalle lontanissime Ande ad essere cittadino di Tricase ed a vivere fra le pendici di un Calino da discarica, la verde valle del Rio percorsa dalle acque reflue e i vicini fondali marini popolati da pochi pesci e tante insalubri alghe verdastre, ritenevo inconcepibile che, almeno per quella discarica, nessuno osasse dire o far nulla.

Nello stesso periodo, giù presso il santuario di Marina Serra, quella pubblica fontana frequentata da turisti, passanti e fedeli, nonché fonte d’acqua potabile per vicini contadini e villeggianti, veniva distrutta da un automobilista. Costui, arrivando da Tricase, invece di svoltare a destra o a sinistra, decise di tirar dritto e tirar forte. Costrinse così tutti a dire addio alle chiare, dolci e fresche acque, ma, essendo un primario bene pubblico, si sperava per poco. Purtroppo, come per il belvedere, poco importava alle preposte autorità e poco importava a tutti. Poco sembrava importare anche a Santa Madre Chiesa per il suo muretto distrutto accanto alla fontana.

Forse non importavano nemmeno i salaci commenti dei turisti in transito o dei clienti dell’adiacente bar. Passarono circa due anni e, quasi ogni giorno, passavano davanti autorità e funzionari competenti a risolvere il caso, ma anche loro tiravano dritto verso altre mete. Il Volantino pubblicò più volte qualche mio pezzo e più volte feci anticamera dal Sindaco. Ottenni al fine di vedere al belvedere alcuni paletti con una rete a maglie larghe, in modo da non disturbare le fotografie di chi con sé volesse portare il ricordo di quel nostro splendido panorama. La fontana invece, dopo così lunga attesa senza un “like”, nemmeno da chi, rimasto senza acqua, poteva di nuovo brindare almeno alla sua salute, fu riparata ed il muretto pure.

Ma, vicino a quel bel santuario sul mare, pare vi sia da tempo un diavoletto che, oltre a regalarci furti e vandalismi nella cappella e nuovi incidenti automobilistici, si diletta a far le pentole ma non i coperchi. Permane infatti, da allora, lo squallore di una fontana, pur funzionante, tanto malmessa e con contatore privo di…coperchio, mentre il belvedere, ritornato ad essere preda dell’incuria, non è certo ora degno di tal nome.  Correvano le ultime feste di Natale, un decennio era passato, e un altro automobilista decise, allo stesso incrocio, di “tirar dritto”. Lasciò sulla dritta la povera fontana, fece a pezzi il muro della scalinata e la scalinata fu chiusa. Venne Pasqua di “resurrezione” e quel muretto, finalmente risorse senza bisogno (almeno da parte mia) né di anticamere dal Sindaco, né di nuovi pezzi sul Volantino. Ora anche i novelli sposi, con compari e comari d’anello ed amici/amiche da bar o da letto, possono ridiscendere quella bella scalinata fronte-mare, resa ormai così spesso nuziale. Si potrebbe dir quasi che, come “pronto soccorso” nei lavori pubblici, andiamo più forte.

Ma se poi a quell’incrocio si gira a destra e si scende giù fino alla torre di Palane, transenne, incuria e squallore sembrano ormai il “decoro” permanente di quel sito meraviglioso. Se poi si torna indietro e ci si avventura verso quell’impervio e sporco sentiero che porta fino alla grotta Matrona, lo squallore non cambia. Dalla nostra ultima torre alla grotta sarebbe (da decenni) uno stupendo lungomare o passeggiata di circa un km, con capolinea da un lato la nostra storia contro i “mamma li turchi” e dall’altro la nostra natura costiera con la grande grotta e il promontorio del Calino con intermezzo di piscina, porticciolo e cavità costiere recintate ora da rugginosi e cadenti paletti. Forse a quel diavoletto, a sentir parlare di “vocazione turistica” e “destagionalizzazione”, gli scappa da ridere. Se poi si sposta a Tricase Porto, può vedere le transenne sulla banchina, ormai lì da quasi un anno, dopo essere state per tanti anni sulla opposta banchina sotto il costone.

Pare siano lì a proteggerci, non più dalla caduta massi, ma dalla caduta delle pesanti travette in marmo che sostengono il famoso muretto, con i suoi tanti giovani ospiti. Forse meglio tenere in mano, più che una birra, un rosso cornetto e ingaggiare un capace esorcista. La Giornata Nazionale del Mare, 11 aprile, istituita da poco e per legge per incentivare (anche nelle tante scuole di una Tricase sul mare) lo sviluppo, sociale culturale ed economico è già passata. Ma Forse vi è ancora tempo per una giornata al mare di un Consiglio Comunale che con scarpe comode ed occhio attento, vorrà farsi un bel giro sulla costa e rendere possibile anche l’impossibile. Se lo facessero, senza mala voglia o mal di schiena, anche tantissimi cittadini, sarebbe proprio un bel giorno sul mare.

 

a cura della Redazione

In questi giorni, e specialmente domenica scorsa approfittando della bella giornata, il Parco in zona Lama, non ancora aperto ufficialmente, è stato vivacizzato dalla piacevole presenza di numerose persone, specialmente nuclei familiari. Abbiamo posto alcune domande all’ing. Vito Ferramosca, responsabile dell’Ufficio tecnico comunale che ha sta curando la realizzazione del parco

 

Come nasce l’idea del Parco?

La realizzazione del Parco cittadino in zona “Lama” è il risultato di un complesso iter progettuale urbanistico che ricomprende anche le aree esterne dell’adiacente complesso immobiliare ex ACAIT. L’Amministrazione Comunale ha inteso considerare questo di Via Pirandello il primo lotto funzionale mentre quello dell’ACAIT, in fase di realizzazione e di completamento, il secondo lotto. Detto percorso, avviato con la “ritipizzazione” urbanistica della zona bianca (cioè inedificabile e destinata a verde e servizi) ha portato, attraverso una opportuna integrazione del piano di lottizzazione già approvato, ad un disegno urbanistico tale da consentire al Comune di ottenere in proprietà ulteriori aree poste a confine con la stessa zona bianca in maniera concentrata per una superficie di oltre un ettaro utile per la realizzazione dell’attuale area attrezzata il cui costo complessivo è risultato di € 200.000,00.

Una convergenza quindi di pubblico e di privato?

In effetti ciò è stato possibile grazie alla lungimiranza dei proprietari che hanno creduto nell’A.C. e che hanno condiviso il progetto di sistemazione dell’area nonostante il Commissario ad Acta, nominato dal Tribunale Amministrativo Regionale, avesse già approntato una diversa soluzione progettuale che prevedeva, proprio al posto del parco, una costruzione analoga a quella recentemente realizzata ad uso residenziale in Via Pirandello posta a confine con l’ex comprensorio dell’ACAIT cedendo superfici superiori ai normali standard urbanistici richiesti dalla normativa.

Quale lo scopo fondamentale del Parco?

L’opera pubblica che in questi giorni spontaneamente viene utilizzata dai cittadini si poneva l’obiettivo di creare spazi di aggregazione per le famiglie. La dotazione dei giochi anche di tipo inclusivo (alcuni dei quali sono ancora in fase di installazione) ha consentito di centrare quell’obiettivo progettuale ancor prima della formale inaugurazione. A tal proposito corre l’obbligo di ringraziare l’Associazione INNER WHELL CLUB TRICASE – S.MARIA DI LEUCA che ha voluto, in collaborazione con l’A.C., integrare la dotazione delle attrezzature del parco con la donazione di n°3 giochi inclusivi. La proposta dell’Associazione è stata approvata con la delibera della G.C. n.87 del 23/03/2018.

Abbiamo notato la presenza anche di cani

Il Parco è anche fruibile dagli animali di affezione. Sono state infatti realizzate due apposite recinzioni distinte per cani di piccola e grossa taglia. Sarà a breve allestita la cartellonistica contenente le norme comportamentali. Nelle more, si auspica che gli animali di affezione siano condotti dai proprietari al guinzaglio e a debita distanza dell’area ludica dedicata ai bambini e ciò per ovvi motivi.

E per le famiglie?

“E’ stata allestita un’area pic-nic anch’essa con la caratteristiche dell’inclusività e si auspica a breve di allestirne una parte anche con una dotazione utile per chi voglia praticare attività sportiva all’area aperta con attrezzature tipiche del percorso vitae. A tutela della pubblica sicurezza tutta l’area è dotata di un impianto di videosorveglianza.

Quali le prossime tappe dei lavori?

Il secondo lotto è in fase di completamento con un costo complessivo pari ad € 300.000,00; si estende per una superficie di circa un ettaro e mezzo ricomprendendo anche l’area della Biblioteca comunale di Via Micetti. Questo intervento, al netto del nefasto evento che ha caratterizzato il fabbricato storico, si pone l’obiettivo non solo di mettere in comunicazione funzionale le due aree parco, ma di riconnettere diversi quartieri della città. Sarà possibile attraversare la Città, per esempio da Caprarica a Santa Lucia, in zona protetta, a piedi o in bicicletta immersi nel verde come accade nelle città che andiamo a visitare con il rammarico di non potere godere anche noi di queste opportunità in maniera sostenibile e vivere la città come mai prima d’ora è successo a Tricase. Con le economie di gara, pari a € 100.000,00 si realizzerà la connessione funzionale le due aree mediante la sistemazione di via Pirandello che dovrà essere transitata dagli autoveicoli a velocità molto limitata per evitare possibili incidenti agli utenti almeno in prossimità dell’area parco.

di Alfredo De Giuseppe  Oggi, 11 aprile 2018, all’improvviso, da pochi minuti, è esplosa sul web la notizia della morte di Jessy Maturo. Non è una bufala, la notizia viene confermata da altri amici: l’incredulità, la costernazione, il pathos. Jessy, lo pseudonimo di Cristian Ruberto, era un amico di tutti noi, un amico di Tricase.

Ognuno di noi può raccontare un aneddoto su di lui, può dire di averlo sentito in una magnifica performance, di aver trascorso insieme almeno una serata, un caffè, un aperitivo, di averlo ascoltato sul palchetto di un bar o sulle scene più importanti con lo stesso entusiasmo per la musica, per la canzone, per la voce.

La sua bellissima voce, bassa e piena di vibrazioni, dapprima vicina al soul, al blues, ai James Brown dell’epoca poi via via sempre più sua, più originale fino a diventare una vera icona della musica rock, magari in un ambito locale ma senza mai concedersi alle mode del momento. Una costante ricerca di una sua personalissima strada ha contrassegnato la vita di Jessy Maturo. Da ragazzo si vestiva come Elvis Presley, con i costumi bellissimi che si cuciva nella sartoria di famiglia. Una famiglia di persone buone ma irrequiete, a loro modo gentili, mai arroganti. Poi il salto a Milano e Roma, nel tentativo di diventare il cantante che voleva essere.

Ma la grande città a volte è impietosa, ti prende, ti avviluppa, ti soggioga, ti conduce su strade impervie e pericolose, ti seduce con effetti speciali e ti abbandona sul marciapiede. Il ragazzo è talentuoso, ma è fuori le regole: per avere un contratto devi avere un buon manager e uno come lui si fidava del primo conosciuto,magari, non del più bravo. Una vita che si direbbe disordinata, nonostante lo studio al conservatorio, nonostante la ricerca di una dimensione “normale”: Cristian è un ragazzo vivace, che ama esibirsi in pubblico, è un animale da palcoscenico, un amore viscerale per le canzoni che esaltino gestualità e voce. Un romanticone travestito da rocknroller, sempre disponibile e sorridente. Era impossibile non volergli bene.

Ormai in questi ultimi anni aveva assunto piena consapevolezza della sua dimensione: sapeva di essere bravo, di poter diventare un grande della canzone italiana, ma aveva filosoficamente, prosaicamente,pragmaticamente accettato di vivere nel suo paese con tutti i limiti che questo impone. Con un unico faro sempre acceso dentro di sé: essere Jessy Maturo non la cover di qualcun altro. Un piccolo baretto vicino a una scuola, la partita a carte nel club Juventus, le serate alla Serra e al Porto, i dischi con gli amici, le continue collaborazioni, dischi per beneficienza, per aiutare un amico, per la sopravvivenza dignitosa, senza rubare, senza pietire nulla alla politica e allo star-system.

Ora, a soli 45 anni ci hai lasciato e ci mancheranno molte cose di te: ci sarà modo e tempo per valorizzare la tua opera, per ascoltare le persone a te più vicine, per confortare i tuoi cari. Oggi possiamo solo piangere e ricordare tutto di te, per quanto ci sia possibile in questo momento straziante. Nel 2010 appena ascoltai la tua “ Fino alla luna ”, magistralmente eseguita insieme agli amati Super Reverb, ti chiamai per dirti semplicemente “ sei un grandeee

”! Ogni volta che ci incontravamo, negli ultimi due anni, parlavamo del progetto di un documentario sulla tua arte, ma io dicevo, soprattutto sulla tua persona. Perché era la tua persona, tutta intera, ad essere vera e interessante, non solo la tua musica. E ci emozionavamo davvero ogni volta che veniva fuori il nome di tuo padre, il buon Frank Ruby. Eri geniale e fragile, lo sapevamo già, non ti dimenticheremo.

Il Papa ad Alessano. Venerdi, 20 aprile ore 8,30. Alcune indicazioni

L’apertura dei parcheggi è fissato per le ore 04:45 e sarà consentito fino alle ore 07:15, oltre l’orario sarà permessa esclusivamente l’uscita .È fortemente consigliato arrivare tra le 5:00 e le 7:00.

Solo i veicoli provvisti dell’apposito ticket elettronico potranno accedere all’area comunale e di parcheggio.

Il luogo dell’incontro con il pontefice è raggiungibile esclusivamente a piedi. Dalle aree parcheggio/scarico sarà segnalato da apposita cartellonistica il percorso più breve.

E’ possibile prenotare gratuitamente il parcheggio per le auto, bus, moto e biciclette sulla piattaforma elettronica informativa : http://www.busforfun.com/articolo/papa-francesco.

Per motivi di sicurezza sarà necessario prenotare entro il 15 aprile il ticket di parcheggio elettronico per poter accedere all’ area dell’evento, tramite la piattaforma:  http://alessano2018.parkforfun.it/.

Tutti coloro che sono sprovvisti di Pass Disabile ma necessitano di assistenza esigenze per ridotta mobilità potranno richiedere l’assistenza gratuita della Soc. Coop.

L’Integrazione: telefonicamente al 347.1852698 – 348.10 28 394 

oppure tramite e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Per informazioni: +39 339 82 25 007 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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