di Nunzio Dell'Abate
Una borsa di studio, anche se di poche centinaia di euro, da assegnare agli alunni più meritevoli e bisognosi che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo grado.
E’ la nostra proposta avanzata all’Amministrazione Comunale che voglia contraddistinguersi nel welfare studentesco.
Un modo per premiare l’impegno nello studio e per sensibilizzare i nostri giovani scolari a dare il meglio di sé, anche in situazioni di evidente disagio economico.
Ma altresì un significativo investimento in cultura, volano della crescita di una comunità e dello sviluppo del territorio in cui vive.
Saperi e talenti che abbiamo dunque il dovere di coltivare e di raccoglierne il frutto in loco.
Una iniziativa che recherà tanto beneficio, in termini di risorse umane, quanto più sarà stretta e sincronizzata la collaborazione fra rappresentanti istituzionali, personale docente e famiglie.
Il Governo cittadino non abbia timore di sprecare soldi nell’istituire tale tipologia di premialità.
E’ questo un modo esemplare per costruire cultura.
di Giuseppe R. Panico
Il solstizio d’estate con la pioggia ci ha portato anche la Waterloo di una classe politica che, troppo dedita ai propri virtuosismi intellettuali, aveva trascurato le reali pubbliche esigenze. Pure Napoleone perse la sua ultima battaglia anche per colpa della pioggia e poi del fango che frenava le sue palle di cannone sparate contro i nemici. In attesa del suo ultimo 5 maggio, poi così ben celebrato dal Manzoni con una splendida poesia, fu inviato, con biglietto di sola andata, sulla lontana isola di Sant’Elena a meditare, osservando il mare, su luci ed ombre del suo passato. Forse politici e politicanti della recente Waterloo politica verranno anche loro inviati su qualche isola sperduta, in forzata vacanza a cantarsi da soli e inascoltati le loro gesta.
Il nuovo corso della politica intanto rapido avanza pur, fra bordate social, balle di fango e stelle cadenti in cerca di una perduta via lattea. Per la deriva immigratoria, che dall’Africa vien dal mare, si è messa così in luce la tanta ipocrisia politica, l’ affarismo privato ed un’Europa che, sui troppi migranti senza diritto di asilo, sembra proprio voler dire “che si aiutino da soli in casa loro e chi tanti ne ha accolti (come l’Italia), tutti se li tenga”. Ma è ormai estate con parenti e conoscenti in arrivo, pure loro un tempo emigrati altrove, e turisti già in viaggio. Ne trarrà beneficio la nostra povera economia, in una Tricase ove però poco si fa per essere più attraenti e competitivi.
E se in città vale il “ricomincio da zero”, per le due marine, sembra dover ripartire se non da “sottozero” almeno da “sott’acqua”. Non solo per i “grandi temi” attinenti al mare, come il solito depuratore (oltre alla grave carenza di parcheggi), ora pure in ampliamento per depurare le acque pluviali. Spesso ci inquina le narici, ci schiuma la vista sul mare e, quando usciamo dall’acqua, altro che quel romantico “sapore di sale… sapore di mare” sulla pelle.
Complice pure l’assenza di tratti fognari urbani, anche nelle marine (la priorità è ora ripulire le acque che vengono dal cielo e non quelle dal cesso!), ci ritroviamo, diluito in mare e sovra-pelle, quanto rimesso dal sottopancia. Speriamo almeno che la pioggia, prima di essere depurata, non indebolisca le fondamenta della Chiesa-Madre, lasciate da tanti mesi, per scavi archeologici a rilento, alla penetrante mercé della nostra natura. Di storici crolli, se Porta-Terra regge e l’arcata della piscina a Marina Serra pure, ci basta l’ACAIT.
Con l’estate ci si aspettava di vedere, a seguito del Piano Coste, tratti di scogliera coperti di sdraie, ombrelloni, gazebo, docce etc. per chi volesse, pagando, dare più confort alle proprie parti molli, fino ad ora in gran parte rosolate, fra mischie di barche e bagnanti, sul cemento della banchina del porto, o sulla solita impervia e vietata scogliera. Divieti di balneazione”, poco credibili, mai rispettati e mai fatti rispettare, ancora impazzano sotto il sole e sotto gli occhi di perplessi turisti.
Altro che una nuova estate da Rimini Rimini, pur in embrione, con soft drink sulle arse labbra, occhiali da sole e penetranti sguardi sulle altrui parti molli o sode. Ci ritroviamo nella solita Tricase ad osservare pure il muraglione del porto con la sua testata smozzicata, transennata e pericolante da lungo tempo e che impedisce il collegamento fra i due lati, se non con una lunga circumnavigazione. Malgrado lo scarso “appeal” dei previsti “stabilimenti balneari” e “spiagge libere con servizi”, sono state avanzate diverse domande di concessione, ma con esito negativo (per eccesso di burocrazia? e dunque mancato benessere paesano e servizi turistici.
E’ venuta a mancare pure la regata velica Coppa Magna Grecia che ogni anno dava lustro e notorietà alla nostra Tricase. E’ un po’ anche il risultato di un carente sostegno istituzionale alla Lega Navale, soprattutto in termini di locali da risanare a proprie spese, per i corsi di vela, per avvicinare al mare le persone diversamente abili e per supportare i corsi professionali a carattere nautico recentemente istituiti nella scuola. Tricase si è negato così un progetto che tanto successo ha avuto altrove. Il Mare è Vita, lo si dice spesso ma, per essere tale, bisogna farlo vivere, non solo da pesci, molluschi e ingiallite memorie storico-marinare, ma anche con una moderna e libera economia turistica e pluriservizi. Lungo la litoranea si avventurano intanto molti ciclisti stranieri.
Ma a loro (e a noi stessi) non offriamo altro che una viabilità ristretta e pericolosa per gli incolti oleandri bordo-strada, e un panorama costiero impedito da selve di canne. E se per un attimo, all’altezza del Rio, pongono lo sguardo verso terra, scoprono che, a differenza del resto del mondo, l’energia elettrica viaggia con una fila di pali rotti e cadenti retti dai fili e non attraverso fili retti da solidi pali. Se poi arrivano al belvedere del Calino non possono che rimanere stupefatti, non solo dal bel panorama, ma dal degrado del luogo.
Sulla via del mare, la grande quercia dei cento cavalieri vivacchia fra sterpaglie, incuria e sarcasmi. Pare non sia rimasto nessun ardimentoso cavaliere, armato di durlindana e con pulzella dal cuore infranto, che si degni di bonificare e valorizzare quell’area. Lo stesso dicasi per la “via del sole” (verso Marina Serra), oggetto di tante passeggiate. Senza un Napoleone locale, è difficile parlare di una Waterloo del nostro sviluppo turistico.
Ma, avendo non un’isola in mezzo all’oceano come S. Elena, ma solo una isoletta senza storia e senza nome, con acque da ripopolare d’urgenza con squali-tigre affamati, si potrebbero lì incatenare a meditare, gli artefici della nostra stagnazione che, troppo avvezzi ai grandi inutili temi e alle loro utopie, ci lasciano in brache di tela a meditare…sugli squali. Ma meritevoli di qualche mordace e sdentato squaletto lo siamo forse un po’tutti.
" È inutile negare che la situazione societaria sta vivendo un momento delicato.
Abbiamo ricevuto le dimissioni dell'ex presidente Antonio Raone
e del vice presidente dott. Francesco Cito.
La società, ringraziandoli per il notevole contributo economico profuso, al contempo auspica già nei prossimi giorni un ripensamento convinta che vi siano ancora ampi margini per lavorare insieme per il bene del Tricase e di Tricase. Se ciò non dovesse avvenire vedremo nei prossimi giorni come poter garantire un futuro a questa società.
A questo proposito mi sento di dire che stiamo parlando di una società finanziariamente sana grazie ad una gestione attenta ed oculata e grazie al continuo apporto economico dell'ex Presidente Antonio Raone.
Detto questo faccio un invito a tutte le forze imprenditoriali locali e non locali.
Chi vuole contribuire a portare in alto i colori del Tricase si faccia avanti, troverà porte aperte ed orecchie pronte ad ascoltare. Spero che già nel corso dei prossimi giorni questa situazione di stallo possa essere superata."
Avv. Andrea Piscopiello
Momo dal Senegal per sognare nuovi traguardi
Momo ha 22 anni, viene dal Gambia ed è ospite di un progetto SPRAR a Tricase gestito da Arci Lecce. La sua è una storia di integrazione riuscita grazie anche all’atletica, sport che Momo pratica fin da quando era ancora bambino e viveva nel suo villaggio situato a poca distanza dalla capitale Banjul.
Il Gambia è una striscia di terra che si incunea nel più grande e popoloso Senegal, che ha da poco imboccato la strada verso la democratizzazione del suo sistema politico, dopo oltre venti anni di tirannia durante i quali la popolazione ha dovuto assistere a massacri e violenze di ogni tipo, costringendo alla fuga migliaia di persone.
Anche se lentamente la situazione va migliorando, le ferite inferte al paese dagli anni di dittatura rimangono ancora aperte. Il quadro economico-finanziario rimane drammatico, altissimi rimangono i livelli di povertà e di disoccupazione (specie giovanile), mentre l’enorme debito pubblico riduce al minimo i margini di manovra del governo.
Momo segue con grande interesse le vicende del suo paese di origine e sente spesso i suoi familiari rimasti in patria, condividendo con loro speranze e preoccupazioni.
A Tricase ha trovato una nuova famiglia. Grazie al suo impegno e a quello degli operatori di Arci Lecce ha potuto riprendere in mano la sua vita, migliorando il suo livello di conoscenza della lingua italiana (ha preso da tempo la licenza media) e trovando una società sportiva che gli permette di gareggiare e prendersi delle grandi soddisfazioni in pista.
Rocco De Giorgi, il suo allenatore, se lo coccola e lo stimola a fare sempre meglio. Momo è un ragazzo ambizioso, ma anche molto responsabile: non dimentica che oltre alla passione dello sport deve garantirsi un futuro nel nostro paese. Sta cercando di prendere la patente (fa sempre meno errori ai quiz ed è quasi pronto per fare l’esame!) e prova a mettere a frutto le sue capacità nel mondo del lavoro.
Le strade di Tricase sono il suo campo di allenamento: mentre corre e suda, Momo sogna nuovi e più grandi traguardi. Dopo essere riuscito a vincere gare importanti negli 800 metri, vuole diventare competitivo anche sulle lunghe distanze. Correre i 10.000 m e stare davanti a tutti è il suo obiettivo.
Grazie allo sport Momo ha imparato a battere non solo gli avversari, ma anche la timidezza, che resta comunque il tratto distintivo del suo carattere. Da pochissimo ha ricevuto una proposta di lavoro molto interessante, che potrebbe cambiargli la vita e dargli l’opportunità di uscire dal progetto SPRAR, trovare una casa e riprendersi la sua autonomia e indipendenza. Gli operatori di Arci Lecce e i tricasini che lo conoscono fanno il tifo per lui, come se fosse in una gara.
Come ha detto il grande Nelson Mandela “lo sport ha il potere di unire le persone come poco altro può”. Per Momo lo sport è stato ed è molto di più. Lo sport, in questo caso, ha unito le speranze di persone che vivono a migliaia di chilometri di distanza: ogni volta che Momo gareggia, corre su un filo immaginario che lega Nema Kunku a Tricase, il lontano Gambia alla sua nuova patria.
di Alessandro Distante
E’ questo il nome che si è dato il Coordinamento nato a Tricase contro ogni forma di razzismo.
Da questo numero il nostro Giornale darà spazio alla voce di coloro che, venendo dal mare, hanno trovato ospitalità in Tricase.
Riteniamo che la conoscenza sia la fondamentale premessa per ogni utile forma di integrazione e che navigare in Mare aperto, senza limiti e confini, possa essere un luogo di incontro.
Se il mare, per noi salentini, diventerà l’appuntamento di un’Estate ormai iniziata, luogo di svago, di incontri e di piacere è bene pure ricordarsi di come il mare sia un luogo di speranza ma anche di disperazione per tante persone che lo affrontano per scappare da guerre o dalla miseria e sperano in una terra e in una vita migliore.
Non è giusto far finta di niente, quando a morire sono essere umani.
Come possiamo godere del mare se per altri il mare diviene sofferenza e morte? Neppure è possibile chiudere mari e frontiere, come se ci dovessimo difendere da altri essere umani, umani come noi, che cercano unicamente di trovare qui da noi quello che per secoli abbiano rubato loro.
Perciò come Giornale offriamo, a partire da questo numero, una pagina a chi, attraversato il mare, vive a Tricase.
Potranno scrivere di loro e di noi e così aiutarci a capire, a capirli e a capirci.
In controtendenza alle influenze globalizzanti che stanno cambiando abitudini e tradizioni degli italiani, UNPLI Puglia e Pro Loco di Tricase, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Tricase e con ben 20 Pro Loco provenienti da tutta la Puglia che hanno confermato la loro entusiasta partecipazione, hanno proposto “Puglia Tipica”, manifestazione, giunta già alla sua VII edizione, che punta alla valorizzazione della ricca e multiforme tradizione culinaria pugliese che si basa su prodotti poveri, oggi unica garanzia di genuinità e salute.
Quest’anno Tricase si è aggiudicato il prestigio di ospitare l’evento che si è svolto nelle giornate del 23 e 24 giugno nello splendido salotto di Piazza Pisanelli, cuore vivo del paese. Venti Pro Loco, ciascuna con un proprio stand dedicato, hanno dato la possibilità ai tantissimi visitatori di scoprire i prodotti tipici locali e l’artigianato oltre che quella di conoscere e assaggiare le proprie specialità enogastronomiche. L’evento si è aperto sabato mattina con un corso di formazione riservato a presidenti e segretari di tutte le Pro Loco delle provincie di Brindisi, Taranto e Lecce che si è svolto presso la Sala del Trono di Piazza Pisanelli.
Alla presenza del presidente del comitato Regionale Unpli Puglia sig. Rocco Lauciello i tanti presenti hanno avuto modo di ascoltare gli interventi del prof. Angelo Lazzari e dell’ing. Fernando Dell’Abate. Nel pomeriggio si è svolto un interessante convegno avente come tema “Lo sviluppo culturale, sociale, economico e ambientale del territorio pugliese” presso la sala del trono di palazzo Gallone.
Dopo i saluti del Presidente del Comitato Regionale Unpli Puglia Rocco Lauciello; del vice sindaco del comune di Tricase dott.ssa Antonella Piccinni e del Presidente della Pro Loco di Tricase avv. Paolo A. Scarascia Relatori dello stesso sono stati: il dott. Giuseppe Maglie, neo sindaco del Comune di Montesano Talentino e ideatore dell’iniziativa “Puglia Tipica” insieme al prof. A. Lazzari; Donato Micaletto, presidente dell’Associazione Lecce cuochi; Giulio Sparascio, presidente dell’associazione Turismo Verde; dott. Antonio Errico presidente della Associazione Magna Grecia Mare.
Al termine del convegno si è proceduto alla premiazione dei due vincitori della prima gara gastronomica “La cucina tradizionale del territorio di Tricase” che sono stati Antonio Carbone della pizzeria-steakhouse Puerto Escondido e Federica Sparascio dell’agriturismo “Gli Ulivi”.
All’uscita da Palazzo Gallone, dopo il tradizionale e ben augurante taglio del nastro di inaugurazione, si è dato il via ufficiale all’evento: sono stati aperti tutti gli stand che hanno proposto ai tantissimi presenti le tipicità artistiche e culinarie del proprio territorio e si sono esibiti i diversi gruppi musicali e le compagnie di danza e spettacolo cha hanno dato saggio anche della eterogeneità della tradizione artistica salentina e pugliese.
La mattinata del 24 si è svolta, in collaborazione con InfoPoint Tricase, una visita guidata, aperta a tutti, finalizzata alla scoperta delle bellezze delle più importanti chiese, monumenti e palazzi del centro storico di Tricase raccontati nella loro affascinante storia e riscoperti anche dai cittadini che ne hanno appreso curiosità e particolarità.
Lo scenario è stato costantemente intarsiato ed impreziosito da mostre fotografiche, esposizioni di manufatti della tradizione, spettacoli in costume e numerose e coinvolgenti esibizioni di musica, balli e folklore non solo salentini, ma dell’intera penisola pugliese. E’ stata, insomma, un’occasione irripetibile per venire a contatto con altre realtà che, seppur territorialmente non troppo distanti, a volte non si ha la possibilità di scoprire.
NASCE “MARE APERTO”
Relazione su incontro del 26/06/2018 tenuto in Tricase Scuola Materna “T.Caputo” del Coordinamento del Capo di Leuca contro ogni razzismo
Durante un’affollata assemblea, composta da vari componenti della società civile, del volontariato, e delle Associazioni, moderata da Alfredo De Giuseppe, ribadendo i principi che sono alla base dell’impegno per non disperdere i valori di umanità e uguaglianza messi in discussione in questo preciso momento storico, sono state approvate delle modalità operative da attuare in tempi brevi:
Al fine di coordinare al meglio l’operatività delle tre diverse aree, si è deciso di formare dei gruppi di lavoro che potranno lavorare in autonomia, rapportandosi con il coordinamento durante gli incontri periodici e attraverso la pagina facebook e il gruppo what’s up.
GRUPPO INFORMAZIONE: Agnese dell’Abate, Roberto Molentino, Serena Fracasso, Alessia Martire, Gigi Za, Alessandro Distante.
GRUPPO SOCIAL MEDIA: Gianluigi Elia, Claudia Stomeo, Luigi Mastria, Giovanni Carità.
GRUPPO EVENTI/MUSICA/TEATRO: Giovanni Martella, Gustavo D’Aversa, Carmine Zocco, Gianluigi Elia, Giampiero Pappadà
Vi sono state inoltre altre disponibilità concrete per altre forme di accoglienza e integrazione:
insegnamento codice della strada: Ercolino Morciano
utilizzo sala Tommaso Caputo: Giuseppe Colazzo e Rocco Cosimo Musio
utilizzo struttura G. Comi Lucugnano: Simone Coluccia
laboratorio teatrale: Gustavo D’Aversa
accoglienza ad personam nelle famiglie più sensibili: don Flavio Ferraro
Infine si è dibattuto sul nome del Coordinamento, soprattutto sull’opportunità di utilizzare il termine “antirazzista”, giungendo alla conclusione di utilizzare “MARE APERTO” con il sottotitolo “Coordinamento del Capo di Leuca per l’integrazione coinvolgente, contro ogni razzismo”.
Tali titoli saranno immediatamente utilizzati nella creazione della pagina Fb e nei comunicati stampa.
di Pino Greco
L’impressione che si ha, arrivando nel rione Draghi,
è molto simile a strade che sembrano reduci da un attacco aereo militare.
Oltre a ciò, non solo“Draghi”, ci sono anche i serpenti.
Nella zona “Draghi”di Tricase è comparso un serpente nelle vicinanze del cassonetto della spazzatura.
I residenti del popoloso quartiere ( siamo alle spalle dell’ospedale) di Tricase, vogliono cambiare nome al rione:
da zona “Draghi a zona Serpenti”.
Scherzi a parte, da queste parti della Città sono molto arrabbiati.
A lanciare l'allarme sono alcuni residenti della zona che,tra incuria e strade sempre più dissestate e piene di buche giurano di aver avvistato topi e anche serpenti:
“Siamo stanchi, siamo stati abbandonati, anche un serpente è spuntato nelle vicinanze del cassonetto della spazzatura. Il degrado del nostro rione è stato più volte segnalato all’Amministrazione Comunale, tra strade impercorribili e alberi con rami spezzati…la situazione peggiora giorno dopo giorno".
Non ci resta che sperare che qualcuno intervenga quanto prima…
almeno che sia in grado di affrontare “Draghi e Serpenti”
E’ in uscita il libro “Ahimé, parlo il francese”
scritto da Emanuele Codacci Pisanelli sul padre Giuseppe.
Un grazie all’Autore e all’editore Piero Manni per averci dato in esclusiva la possibilità di pubblicare alcuni stralci del Libro.
(Dalla introduzione di Bruno Manfellotto) “Posso serenamente affermare che Emanuele Codacci-Pisanelli ha fato benissimo a raccogliere, in questo libro delizioso, fatti, aneddoti, retroscena, fotografie che ripercorrono la vita densa e proficua del padre Giuseppe. Per almeno due buone ragioni (…) La prima riguarda la necessità di coltivare le memoria (…) E poi, ecco la seconda ragione, questo libro è uno stimolo a guardare indietro.
Provo a spiegarmi, non vorrei essere frainteso. La via di Giuseppe Codacci-Pisanelli studioso e docente id diritto; deputato alla Costituente e poi alla Camera; sindaco di Tricase, nel suo Salento; fondatore dell’Università di Lecce; presidente dell’Unione interparlamentare; più volte ministro; poliglotta (da cui il titolo tratto da un grazioso aneddoto), testimone e protagonista di decisivi accordi internazionali è il paradigma di come si svolgesse, allora, la selezione della classe dirigente, e di come ciascuno degli eletti si sentisse poi orgogliosamente ed eticamente impegnato a mettere le proprie conoscenze a disposizione della nazione che servi nell’Aula comunale, in Parlamento, all’estero.
Oddio, come tutto questo appare oggi così lontano, dimenticato, smentito, Eppure, se il Paese ha ancora una speranza di rinascita, di riscatto, di crescita è proprio da qui che bisognerebbe ricominciare, dalla formazione e dalla scelta di politici e grand commis all’altezza die tempi e di sfide terribili” (Bruno Manfellotto).
(Dal Libro) Papà era anche quello di cui nessuno nei primi tempi sapeva che si occupasse di armi atomiche e della pace nel mondo. Nella piazza di San Francesco ad Assisi nel 1961, in occasione della Prima marcia per la pace, venne invitato dai Padri francescani e nella Basilica pronunciò un discorso sui rischi che avrebbe comportato la esclusione della saggezza dalla politica internazionale.
Era già stimato Presidente dell’Unione interparlamentare e le maggiori potenze a lui si rivolgevano affinché anche a Berlino si raggiungesse il necessario equilibrio per la pacifica convivenza.
Nella Basilica disse: “Purtroppo centinaia di migliaia di persone continuano ad essere convinte della inevitabilità delle guerre. Gli italiani, ai quali tanta luce è stata concessa dalla loro storia, debbono svolgere ogni possibile azione, specialmente nel campo della cultura, per dimostrare come la guerra sia in contrasto con i fondamentali principi dell’ordinamento giuridico umano”.
Oggi quella marcia, nata per ricordare la guerra sia sempre e comunque da evitare per risolvere qualsiasi controversia, è famosa in tutto il mondo.
In qualunque luogo mio padre non dimenticava mai di essere italiano e di operare per la pace.
E’ vero che, giusto un mese dopo Assisi, incontrò Kruscev e poi De Gaulle, Macmillan, Kennedy e tanti altri capi di Stato come nessuno ha mai fatto? Certamente, corrispondeva al mandato che gli era stato affidato dall’Unione interparlamentare, e volle coniugare il raggiungimento della pace a Berlino con il contenimento della proliferazione degli ordigni nucleari.
Ma quale era la sua forza? Perché lo ricevevano alla Casa Bianca e al Cremlino? Perché era da solo nella Sala Ovale a discutere con il Presidente degli Stati Uniti? I Presidenti d’oltreoceano da sempre, dopo una foto ed una stretta di mano in compagnia degli ambasciatori, dicono: “Prego la porta è da quella parte…”.
Perché al Cremlino Kruscev con lui era disteso, lo chiamava con simpatia “Il vecchio moscovita” e, citato il Vangelo nell’incontro, quasi in cambio della firma del trattato, la figlia Rada incontrò riservatamente a Roma papa Giovanni XXIII?
“Papà perché eri lì? Ma è vero che hai incontrato tanti presidenti, re e primi ministri?” gli chiedevo curioso quando ero bambino.
“Forse” rispondeva e poi cambiava discorso, spostando l’attenzione su argomenti che sapeva essere di mio interesse.
di Carlo Cerfeda
Qualche breve annotazione sulla prossima raccolta differenziata approntata dal Comune di Tricase secondo lo schema della Lecce ARO 8. Andando a ritirare i nuovi contenitori per “differenziare” ho avuto la netta sensazione, io come altri utenti presenti al momento del ritiro, di un’ulteriore complicazione, che sicuramente genererà nuova confusione.
Premesso che sicuramente gli intenti sono meritori e tentano di diminuire la produzione in generale di “spazzatura”, tutta l’operazione presenta dei punti critici che sicuramente potrebbero, per assurdo, produrre l’effetto contrario di quanto desiderato. Intanto ogni casa dovrà avere degli spazi ben congegnati per poter ospitare tutti i contenitori, e poi ci vorrà un computer per gestire giornalmente la differenziata.
Tant’è che al momento del ritiro dei contenitori viene consegnato un opuscolo con addirittura una sequela di pagine definite “Rifiutologo” ove vengono elencati in ordine alfabetico una serie di prodotti (circa 350) e come dovranno essere smaltiti. Un vero e proprio rompicapo, con centinaia di prodotti da selezionare, mentre rimangono in casa alcuni prodotti storicamente complessi (vedi pile) che ogni cittadino dovrebbe portare direttamente all’ecocentro presso la zona industriale (su quanti lo faranno è lecito avere dei grossi dubbi).
Un capitolo a parte merita poi lo smaltimento dei pannolini in quanto, se ho capito bene, è necessario recarsi presso gli uffici e denunciare la presenza di tale oggetto da smaltire. Si rasenta la violazione della Privacy, specie in persone sole, anziane, che dovessero ricorrere all’uso del pannolone, il tutto per poter avere in casa un ulteriore contenitore esclusivo. C’è da porsi alcune domande: come si fa a pagare importi impressionanti di TARI annuale e poi delegare quasi tutto il lavoro alla famiglia stessa che ha già pagato per tali servizi?
Possibile che una ditta specializzata diventi solo una ditta di trasporti? Che previsione di riduzione del costo c’è in vista di tali novità di raccolta rifiuti (specie per chi come il sottoscritto cerca da anni di riutilizzare l’umido attraverso una propria compostiera, seppur improvvisata)? Quale mente ha pensato che un’intera cittadinanza possa seguire tali pratiche senza un’adeguata educazione civica, questa sì da farsi porta a porta?
L’impressione è di una certa complessità, tale che molti preferiranno altre soluzioni, magari più semplici e già adottate in precedenza: riempire una busta, aprire il finestrino dell’auto e buttarla in qualche campagna. In effetti molti cittadini potrebbero non avere dimestichezza con tanta “letteratura” e potrebbero optare per una differenziata fai da te, da sempre la più praticata e la più dannosa. E quando dovessero ritrovarsi decine di buste gettate dentro altra proprietà, è mai possibile che l’unico responsabile sarà il proprietario medesimo?
Forse è il caso, se si fa ancora in tempo, a porre dei correttivi a tale operazione di raccolta rifiuti, destinata a “sporcare” ancora di più le nostre contrade, già abbandonate da tanti punti di vista. Non so se l’Amministrazione Comunale di Tricase abbia voce in capitolo, ma non mi pare che vi siano state in questi mesi voci dissenzienti. In ogni caso i cittadini vanno prima educati e poi sanzionati, e non viceversa.
IL COMUNE INFORMA
Tricase. Parte il nuovo servizio di raccolta differenziata porta a porta.
Un servizio che interessa 9 Comuni.
Tra questi anche la Città di Tricase che attraverso
un comunicato stampa fa sapere che:
“Dal 1° luglio, parte il nuovo servizio di raccolta differenziata porta a porta. Gli incaricati della ditta appaltatrice divulgheranno un volantino che riporta il calendario per i conferimenti.
Al fine di non incorrere in equivoci si precisa che, non avendo ancora l’Agenzia Regionale per i Rifiuti indicato all’A.R.O. Le 8 l’impianto presso cui conferire la F.O.R.S.U.,nei giorni in cui,per il nuovo servizio è prevista la raccolta della frazione organica, si continuerà, come fatto finora, a raccogliere il rifiuto indifferenziato utilizzando, allo scopo , il bidone di colore grigio.
Appena l’Agenzia Regionale per i Rifiuti indicherà a questo A.R.O. l’impianto presso cui conferire la F.O.R.S.U. se ne darà comunicazione e si avvierà completamente il nuovo servizio”.
Il nuovo servizio iniziò il 2 aprile scorso quando, la gestione dei rifiuti nei Comuni di Alessano, Castrignano del Capo, Corsano, Gagliano del Capo, Morciano di Leuca, Patù, Salve, Tiggiano e Tricase, è stata affidata ad una nuova società: l’A.T.I. Gial Plast Srl Bianco Igiene Ambientale Srl, che si è aggiudicata l’appalto lo scorso 27 marzo.
Con l’arrivo della nuova società, partono anche nuove regole che,ogni Comune, come ogni cittadino, anche se all’inizio non sarà facile, dovrà rispettare. Tante le novità dalla quantità dei contenitori , ben 7 alla qualità degli stessi,saranno ergonomici ed impilabili, consentendo la riduzione dei volumi, e saranno inoltre dotati di RFID (acronimo per Radio-Frequency Identification), un dispositivo identificativo della singola utenza e della singola raccolta, in modo da individuare immediatamente chi non rispetta le regole per la differenziata.
Dunque dal 1° luglio si parte ma, per chi avesse ancora qualche dubbio la società oltre al classico materiale informativo cartaceo, fornito agli utenti, mette a disposizione appositi canali di comunicazione continuamente aggiornati che vanno dal sito internet: www.arolecce8.it, ai numeri verdi 800 30 33 33 e 800 363 623, oppure tramite WhatsApp al 370 1037842