di Alessandro Distante
Avevo augurato una partecipazione disinteressata alla due giorni sul PUG organizzata dall’Amministrazione Comunale: un confronto della Città con alcuni componenti dell’Ufficio di Piano per fare il punto della situazione ed accelerare sui tempi per l’adozione (sei mesi, pena il venir meno dell’appoggio del Movimento 5Stelle alla attuale Amministrazione).
L’augurio era innanzitutto alla partecipazione; dalle notizie avute, le due mattinate hanno registrato una scarsissima presenza di cittadini.
Una decina di persone il primo giorno ed ancor meno il secondo.
Potrei uscirmene con la solita “tiritela” sulla crisi della partecipazione, sulla sfiducia nelle Istituzioni,……. ma mi limito ad alcune semplici e brevi note.
Una prima considerazione: tranne poche eccezioni (Sodero, Giannini e Dell’Abate Fernando) nessun altro Consigliere comunale ha partecipato ai lavori. Ora, al netto di qualche possibile defezione per impegni personali ed istituzionali, colpisce l’assenza di pressocché tutti i Consiglieri. Purtroppo non è possibile neppure parlare di sorpresa, stante l’assenza della maggior parte dei Consiglieri anche ad altre iniziative cittadine.
La giustificazione può forse essere quella dell’eccessivo impegno dai Consiglieri per partecipare alle sedute consiliari (quasi otto ore l’ultima) e a quelle delle tante Commissioni. Ma il messaggio che passa è pericolosissimo: se i Consiglieri non partecipano, se sono loro a non dare l’esempio, diviene difficile sperare nella partecipazione dei cittadini.
Una seconda considerazione: quale radicamento hanno gli Amministratori nel territorio? Solitamente quando si organizza un’iniziativa si estende l’invito ai conoscenti e si spinge alla partecipazione. Le due riunioni sul PUG mettono in evidenza un rapporto tra eletti ed elettori che non sembra andare oltre il momento del voto. Se prima erano i partiti a garantire una presenza, ora il rapporto diretto tra eletti ed elettori deve portare i primi a curare il collegamento con la base e ciò deve avvenire soprattutto sulle grandi questioni cittadine, quale può essere il progetto di sviluppo della Città.
Una terza considerazione: l’assenza –tranne qualche eccezione (Coppula Tisa)- delle associazioni e dei gruppi organizzati sul territorio. Ancora una volta l’impressione è che non si riesca ad andare oltre la sfera degli interessi diretti e di gruppo, rifiutandosi di inserire le proprie specifiche progettualità ed iniziative all’interno di un contesto di riferimento più ampio. Certo non ho difficoltà ad individuare alcune circostanza che possono essere delle attenuanti per gli assenti, ma che suonano come colpe per gli organizzatori.
Innanzitutto, non avvedersi (malgrado il concesso patrocinio) che il sabato mattina alla stessa ora e nello stesso luogo (Sala del Trono) si sarebbe tenuto un importante convegno organizzato dal GAL Capo di Leuca sullo sviluppo rurale con particolare attenzione alla tutela del paesaggio e quindi su argomenti interessanti il PUG.
Quindi, la poca attenzione alla “forza” della comunicazione: un incontro riesce se l’ambiente viene non solo informato ma anche preparato, magari con approfondimenti precedenti utilizzando anche le “testatine” locali, piacciano o non piacciano. Quel che resta è un bilancio finale negativo, per non dire fallimentare. Non serve tuttavia gridare all’insuccesso o speculare sulle lacune e “disattenzioni” dell’Amministrazione.
Il rimedio va trovato, perché ne va di mezzo non solo il Piano Urbanistico di Tricase ma ne risulta offuscato quell’amore per il bene comune che è alla base di qualsivoglia attività pubblica e di ogni progettazione di un futuro che sia utile per i giovani, altra componente troppe volte assente in appuntamenti non da loro organizzati ma aperti,trasversalmente, a tutta la Città. Ed anche qui il discorso sarebbe
DOMENICA 15 DICEMBRE RACCOLTA FONDI A SOSTEGNO DEL POPOLO ALBANESE NELLE PARROCCHIE
DELLA DIOCESI DI UGENTO – SANTA MARIA DI LEUCA
APPELLO A VOLONTARI CON SPECIFICHE PROFESSIONALITÀ PER
INTERVENIRE A SOSTEGNO DELLE POPOLAZIONI COLPITE DAL TERREMOTO
La CARITAS della Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca, comunica di aver inviato una lettera ai 43 Parroci diocesani,affinché Domenica 15 dicembre sia dedicata alla “Raccolta fondi a sostegno del popolo albanese” colpito dal terremoto.
Inoltre, il Direttore, Don Lucio Pompeo Ciardo e il Vicedirettore, Claudio Morciano, chiedono ai parroci di raccogliere la disponibilità di persone, anche con professionalità specifiche (muratori, idraulici, elettricisti, ecc.), intenzionati a fare attività di volontariato in Albania, a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto.
Don Lucio Pompeo Ciardo: “Carissimi, come avete potuto apprendere dai notiziari un violento terremoto si è verificato in Albania, paese molto vicino a noi con cui, in passato, abbiamo stretto un patto di amicizia durante il periodo dell’esodo degli albanesi.
Frutto di questo patto è stata la presenza delle Suore Martelline in Saranda, dove operano al servizio del popolo albanese occupandosi dei più bisognosi attraverso un’azione di promozione umana e una testimonianza di servizio cristiano. Riporto uno stralcio del comunicato di Caritas Italiana <….
Come avete appreso le città più colpite sono Durazzo e Thumane, dove diversi edifici sono crollati, numerosissimi sono stati danneggiati. Durazzo è senza luce e con l'arrivo dell’alba i danni sono molto visibili e importanti. Si registrano morti, feriti e numerosi dispersi, ma il bilancio è destinato ad aumentare.
I soccorritori e l'esercito stanno scavando sotto le macerie.
Purtroppo sono crollati diversi palazzi e anche un hotel nella zona di Durazzo. Danni si sono registrati in molte città: Durazzo, Kruje, Lezhe, Tirana, Scutari, Lac, Lushnje, Fier. Purtroppo lo sciame sismico continua e scosse si sono registrate in tutti i Balcani>.
Alcuni di voi mi hanno chiamato per chiedermi cosa fare, in questo momento Caritas Albania supportata da Caritas Italiana sta mappando i bisogni per far seguire, nei prossimi mesi, una progettualità che risponda alle esigenze delle popolazioni colpite dal sisma e sarà nostra cura aggiornarvi sulle richieste specifiche che saranno fatte da Caritas d’Albania attraverso Caritas Italiana.
Sono stati accertati 51 morti e più di 700 feriti e moltissime abitazioni non agibili. Certamente come in passato non lasceremo solo il Popolo Albanese. Per questo motivo in accordo con il Direttore di Pastorale Familiare, Don Pierluigi Nicolardi, si è deciso di destinare la Questua della Terza Domenica - Avvento di Carità-, 15 Dicembre 2019, alle popolazioni albanesi colpite dal terremoto e di spostare la raccolta per la costituzione del “Fondo di solidarietà per le Famiglie” in febbraio in occasione della Giornata per la Vita.
Ai parroci chiedo di raccogliere la disponibilità di persone, anche con professionalità specifiche, che vorrebbero fare volontariato in Albania a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto. Buon cammino di avvento 2019.“
Per qualsiasi informazione: Caritas Diocesana, sede operativa:
Auditorium Benedetto XVI , SS 275 Km 23,600 73031 Alessano Tel/fax
0833/1826042, Don Lucio Ciardo 335.228673 E-mail.:
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A Natale si può fare…
Riprendere a sognare…
di Pino Greco
Il Magico Bosco del Natale. Dal 1° dicembre al 6 gennaio 2020.
Magia e bambini sono le parole chiave dell’Associazione Commercianti di Tricase che ha pensato bene di creare il Magico Bosco del Natale in piazza Pisanelli.
Quest'anno,per rendere ancora più unico l’evento,oltre ai 400 punti luce in tutta la Città e 10 km di paese coperto dalle luminarie,un’idea speciale per una fiaba speciale.
Spazio agli occhi sognanti dei bambini ai quali appartiene Babbo Natale.
La conferma è arrivata la sera della presentazione (domenica 1° dicembre),guardando gli occhioni spalancati dei più piccoli e lo stupore dei più grandi di fronte alla magia delle luci del grande coniglietto, di Babbo Natale o del più fedele amico di Topolino, il cane domestico Pluto
Insomma,a Natale si può fare.
Fare quello che non puoi fare mai: riprendere a giocare, riprendere a sognare…
di Giuseppe R. Panico
Tempi duri, quasi da tempesta perfetta.Dalle Alpi a Lampedusa, il nostro paese è sempre più zavorrato dai suoi tanti problemi.
A cominciare da una politica che non riesce né a migliorarsi né a migliorarci.
E’ come annaspare in un fangoso torrente, e non solo per le tante piogge, diretto verso un’alta e vicina cascata e quindi un abisso dal quale solo un miracolo può farci risalire verso una più avanzata cultura di Stato, di Repubblica, di Democrazia e dunque di Civiltà.
Crollano i ponti sulle autostrade (Genova), Venezia va sott’acqua, Roma (Caput Mundi!) è un disastro fra buche stradali, spazzatura, metropolitane chiuse e… mafia Capitale. La nostra ALITALIA, di fatto fallita da anni, ma non ancora svenduta, più che farci volare, ci svuota le tasche.
In Campania, la Terra dei Fuochi continua a far vittime con segnali di fumo che sono segnali di morte. Altri fumi, polveri e vittime anche a Taranto; una città quasi disperata per un ex ILVA con meno acciaio da produrre, ben più disoccupazione e nuovi massicci interventi di Stato.
Ancora una volta, la nostra politica litigiosa e tardiva, insieme a burocrazia e giustizia, sempre più invasive, incerte e lente, allontana le imprese italiane e straniere e conferma la sua inaffidabilità.
Intanto, nelle acque fra Libia e Lampedusa, si affollano, soffrono ed annegano tanti migranti, senza che, accanto al dovere dell’accoglienza, sorga il dovere e la capacità di una efficace integrazione o di rapida espulsione.
Sono ormai centinaia di migliaia gli sbandati che vagolano nelle nostre città, piazze, stazioni e periferie; schiavi e manovalanza criminale di mafie sempre più potenti e diffuse. Anche nel nostro Salento, ormai crocevia della droga e “terra di conquista”.
Ai consueti disastri naturali, abbiamo aggiunto quelli del riscaldamento globale e dell’inquinamento ambientale. In tanti ne parlano e sentenziano, ma le soluzioni credibili e condivise (fra le nazioni) sono ancora troppo lontane.
A meno della decrescita infelice, con ritorno a fame e mortalità dell’epoca preindustriale e più ridotta popolazione mondiale. Nel “Mal Paese” vanno purtroppo aggiunti anche i tanti disastri dovuti a carenti opere pubbliche e sviluppo urbanistico da parte di una politica sovente corrotta e inadeguata a ben progettare, realizzare e gestire.
Quasi un invito alla natura ad essere ancora più invasiva e disastrosa con bombe d’acqua e terremoti, mareggiate ed alluvioni. La stessa giustizia con le sue troppo tardive e contrastanti sentenze, anche verso i tanti indagati per reati amministrativi, sembra aver quasi svilito il suo ruolo quale fonte del diritto, della rapida e giusta pena e come ultimo baluardo verso illegalità e corruzione.
Una situazione complessiva che, in ambito lavori pubblici, sembra aver originato un nuovo modo di creare lavoro, aumentare i costi e produrre debito e sottosviluppo: “fare male quello che andava fatto meglio, per poi rifarlo peggio”.
I lavori pubblici sono infatti da noi decisamente più lenti e costosi che nei vicini paesi europei, poco controllati e spesso lasciati incompleti (in Italia circa 700 grandi opere attendono di essere completate).
Il MOSE, le paratie che avrebbero dovuto proteggere Venezia, sembra ormai il corrotto simbolo della nostra disastrosa inadeguatezza. Ha inghiottito una massa sconvolgente di fondi pubblici e tanti altri ne inghiottirà Venezia per i danni subiti.
L’Europa intanto ci richiama inutilmente al nostro enorme debito pubblico.
Saranno le nuove generazioni o le… “sardine” in salsa politica, in questi giorni nelle piazze, ad evitarci l’abisso? Ma dal 2009, dirette all’estero, abbiamo già perso mezzo milione di persone e dal 2002 al 2017 dal Sud verso il Nord ne sono emigrate oltre due milioni (per metà giovani e…sardine).
Dal Sud stiamo ora perdendo pure gli anziani. Emigrano o verso l’ombra dei cipressi locali o, se non in paesi più favorevoli per le loro pensioni, come il Portogallo, per avvicinarsi a figli e nipoti per i quali ben poco ha fatto la politica da loro eletta, da loro voluta, da loro stipendiata, da loro trascurata e da loro lasciata incontrollata.Ma, in fondo, perché preoccuparsi dei problemi del Mal Paese?
Non bastano quelli propri o del proprio familismo amorale? Forze aveva ragione Giacomo Leopardi nel dire che noi italiani ci prendiamo gioco di tutto perché non abbiamo stima di niente.
Forse nemmeno dei nostri guai, del nostro bene collettivo e dunque anche di noi stessi e di quello che è ancora il nostro Bel Paese in solitaria corsa verso la sua rovina
La consigliera Esposito si siede tra la minoranza.
La rotatoria di Lucugnano si farà,grazie ai Consiglieri di minoranza.
E’ tutto accaduto nell’ultimo Consiglio Comunale di Tricase
di Pino Greco
La rotatoria di Lucugnano si farà, grazie ai Consiglieri di minoranza.
Dopo il Presidente del Consiglio comunale, il dott. Dario Martina e il consigliere Giuseppe Peluso, il sindaco Chiuri perde anche la consigliera Federica Esposito (Vicepresidente della Provincia).
Oltre a ciò, la minoranza fa la maggioranza.Vale a dire: la maggioranza non ha i numeri per deliberare e l’opposizione resta in aula e mantiene il numero sufficiente per la validità della seduta.
Non siamo su “Scherzi a parte”.
E’ tutto accaduto nell’ultimo Consiglio Comunale di Tricase.
Per la cronaca:13 presenti e quattro assenti tra cui per la maggioranza erano in aula: Alessandra Ferrari, Maurizio Ruberto, Antonio Baglivo, Francesca Longo, Luigi Giannini, Pasquale De Marco e il sindaco Chiuri. Per la minoranza tutti presenti.
Era un Consiglio Comunale molto atteso, per valutare la tenuta della maggioranza. All’ordine del giorno c’erano delibere di vitale importanza per la comunità che dovevano essere approvate entro il termine perentorio del 30 novembre: la variazione dell’elenco annuale dei lavori pubblici con la relativa variazione di bilancio per consentire la realizzazione di opere o l’asfalto di diverse strade; il riconoscimento di debiti fuori bilancio la cui mancata approvazione avrebbe esposto le casse comunali ad ulteriori esborsi; la richiesta alla Regione dei contributi in materia di diritto allo studio.
Se la minoranza si fosse allontanata, il Consiglio sarebbe saltato ed addio a rotatoria, asfalto, pagamento di debiti e contributi regionali. La minoranza ha voluto segnalare un altro incrocio pericoloso che ha visto già diverse vittime.
E’ quello che immette a Depressa provenendo da Tricase e che proprio su questo ha trovato le parole del Presidente del consiglio, Dario Martina, il quale riconoscendo che non c’è differenza di dolore nelle tragedie, ha sottolineato il suo rammarico, come quello di tutte le forze di opposizione, nel non vedere inserita nel piano delle opere triennali un progetto di messa in sicurezza di quella strada.
Forte il segnale lanciato dalla consigliera Federica Esposito che nel corso della seduta, in contrapposizione alle dichiarazioni della maggioranza, ha abbandonato i seggi della maggioranza per sedersi tra i banchi della minoranza.
Tutto questo mentre in Città si pensa ormai al dopo Chiuri. Tanti già i nomi dei possibili candidati sindaci, tante già le riunioni per programmare le prossime amministrative che molti danno già come vicine.
PREMIO IL VOLANTINO
X^ Edizione
Premiato: ANTONIO PADELLARO
Venerdì,22 novembre 2019 – Ore 18.30
Sala del Trono – Palazzo Gallone
TRICASE
Motivazione del Premio
Ad Antonio Padellaro perché con scelte coraggiose testimonia ungiornalismo capace di andare oltre lo spunto sensazionalisticocogliendo le coordinate culturali e sociali degli accadimenti; perchècon la forza delle argomentazioni offre chiavi originali diinterpretazione delle vicende politiche del Paese cogliendo e dandoevidenza a gesti significativi e talvolta nascosti.
Lo so che un bilancio fatto da chi ha organizzato l’evento rischia di essere poco credibile perché di parte. Tuttavia –dopo aver ricevuto messaggi ed acquisito informazioni- mi sembra che alcuni punti meritano di essere evidenziati.
E ciò al di là dell’evento in se stesso. Innanzitutto la formula del coinvolgimento di altre esperienze di giornalismo locale ha funzionato.
Non solo nella qualità e nella freschezza e varietà delle domande poste dagli intervistatori (che pubblicamente ringrazio), ma anche perché hanno dato l’idea di come la collaborazione e la messa in comune di varie risorse e diverse esperienze può portare al risultato di una comunità che, unita, presenta il meglio di sé.
E’ quanto ha percepito e dichiarato pubblicamente chi, come Antonio Padellaro, veniva da fuori. Non era scontato che il tentativo riuscisse, in un contesto, quello cittadino, dove spesso non si riesce ad andare oltre il proprio orticello, ciascuno per proprio conto, indifferente –se non addirittura ostile- a quello che altri fanno.
In secondo luogo, la dimostrazione che iniziative anche di alto livell si possono realizzare senza contributi pubblici. La scelta –che da sempre caratterizza il Premio giornalistico e il Giornale in tutte le sue uscite- di non attingere a finanziamenti pubblici è in contrapposizione a chi ritiene che la cultura non possa prescindere dall’essere “industria culturale”.
Il Premio è la dimostrazione del contrario, anche perché –come ho detto nel corso della serata- il Premio, come il Giornale, è una libera iniziativa e se l’iniziativa è libera e se tale vuole restare é giusto che si mantenga da sola.
Quanti contributi vengono elargiti per iniziative che di valore sociale e di impatto per la Città hanno molto poco, per non dire di bandi regionali che sperperano fondi comunitari in iniziative che fanno pesare sulle tasche dei contribuenti il costo del piacere di pochi. In terzo luogo, lo sforzo che il Premio in questi anni ha con determinazione perseguito è stato quello di far venire a Tricase persone da fuori.
La Sala del Trono di Venerdì sera –ed anche la Cena che è seguita- ha visto la presenza di molte persone provenienti da ogni parte della Provincia.
Una Tricase capace di essere polo attrattivo qualificato, al punto da mettersi in vetrina con un’eco nei quotidiani a larga diffusione.
In quarto luogo, il Premio ha mantenuto un altro obiettivo: far conoscere firme prestigiose del giornalismo nazionale e farle conoscere, oltreché per quello che dicono (possibile attraverso i giornali dove scrivono o nelle trasmissioni televisive alle quali partecipano), anche e soprattutto per quello che sono. Padellaro, in questo senso, si è rivelato una persona di notevole spessore umano.
In quinto luogo: superare il concetto di periferia, dimostrando che anche in zone non centrali si può fare cultura e si possono tenere iniziative che nulla hanno da invidiare ad analoghe iniziative che si organizzano in grandi Città.
E’ per questo che il bilancio, senza enfasi, può dirsi positivo. La risposta di una Sala del Trono gremita di persone e di una Cena ampiamente partecipata hanno costituito la prova di quanto sopra detto; i commenti del giorno dopo e gli apprezzamenti di Antonio Padellaro ne sono stati la conferma.
ALCUNI RINGRAZIAMENTI PARTICOLARI:
All’Hotel Callistos per la disponibilità e l’ottimo servizio prestato
nell’ospitare il Premiato;
Alla pasticceria La Golosa per la magnifica e buona torta;
A Beneveni Rodolfo e alla sig.ra Rosanna per l’addobbo floreale del
palco;
Alla ditta Totò Piccinni per gli sgabelli offerti per la serata;
A Costantino De Giuseppe e ad Antonio Ficocelli per il servizio
fotografico;
Al Ristorante Bellavista per l’ottima cena e lo squisito servizio;
Alla Libreria Mondadori Tricase.
CSP e De Riccardis Officine da Galatina per la ideazione e costruzione del trofeo
ALCUNE PRESENZE IMPORTANTI:
Stefano Minerva, Presidente della Provincia di Lecce;
Sen. Giorgio Costa;
On.le Antonio Lia;
Salvatore Musarò, Sindaco di Andrano;
Michele Sperti, Sindaco di Miggiano;
Lino Peluso, Assessore di Tricase;
Dario Martina, Presidente del Consiglio comunale di Tricase;
Maria Assunta Panico, consigliere comunale;
Anna Maria Turco, dirigente scolastica G. Pascoli Tricase;
Chiara Vantaggiato, dirigente scolastica G. Salvemini Alessano;
Edoardo Winspeare, regista.
Si è tenuta mercoledì 27 novembre a Roma, presso la IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, l’audizione dell’Associazione Sindacale Carabinieri UNARMA circa il dibattito politico-istituzionale sulla futura legge sindacale per i carabinieri e per le forze armate in genere.
L’audizione, presieduta dal Presidente Gianluca Rizzo, deputato del Movimento Cinque Stelle, aveva per oggetto il disegno di legge 875, un progetto di legge non ben visto dai dirigenti sindacali militari poiché fortemente limitativo dell’azione del diritto sindacale ed in quanto scaturito da non si sa bene quali dibattiti e tra quali parti sociali, atteso che soltanto di recente si sta procedendo all’audizione dei direttivi dei sindacati appena nati, la cui linea di pensiero è univoca, determinata e aderente a quella della maggioranza del popolo con le stellette.
Nel dibattito, che origina dai dettami della sentenza della Corte Costituzionale n. 120 del 2018, ad ormai oltre un anno da essa, vi sono posizioni contraddittorie, alla luce del fatto che emergono differenti visioni su quali dovranno essere i compiti dei sindacati militari.
Nella foto il segretario generale UNARMA Puglia,
il tricasino Gianluca Tondo
Ci sono ancora oggi correnti politiche che avrebbero una visione dei cittadini in uniforme come cittadini di seconda fascia, auspicando una forte limitazione del diritto sindacale e dei diritti in genere, come lasciano chiaramente intendere le dichiarazioni dell’esponente di Fratelli D’Italia, on. Salvatore Sasso Deidda, per il quale il mandato sindacale dovrebbe prevedere per i suoi rappresentanti limiti temporali esprimendo finanche la necessità di prevenire rischi di strumentalizzazione da parte di qualcuno o il deputato della Lega, on. Roberto Paolo Ferrari, secondo cui il termine sindacati, nel mondo militare, richiamerebbe addirittura tempi nefasti.
Ma non solo, rientrerebbe nella naturalità delle cose pure che un sindacato di militari debba essere preventivamente vagliato ed autorizzato dal Ministro della Difesa e per giunta previo assenso del Comando di Corpo di appartenenza dei militari che lo vorrebbero costituire (come se il sindacato degli operai di una fabbrica dovesse essere autorizzato dalla casa madre tanto per intenderci), così come rientrerebbe nella normalità delle cose che il sindacato dei militari non possa trattare di materie afferenti, per esempio, il rapporto d’impiego e il rapporto gerarchico-funzionale, cioè quel campo su cui si gioca ogni giorno la partita, quella partita che giocano per l’appunto i militari, nel loro rapporto d’impiego, che non può prescindere da quello gerarchico-funzionale e che molto spesso, come abbiamo avuto modo di leggere, sentire e vedere, costa anche la vita dei nostri giovani ragazzi con le stellette.
Ma le limitazioni non si fermano qui, nell’ambiguo disegno di legge se ne leggono tante che di fatto minerebbero la reale rappresentatività e renderebbero sterile l’azione sindacale militare.
UNARMA - Associazione Sindacale Carabinieri, non solo non condivide le restrizioni paventate da certa classe politica ma rilancia con le richieste del suo segretario generale Antonio Nicolosi, circa l’opportunità per le sigle sindacali di poter sedere, anche soltanto come garante senza diritto di voto, ai tavoli di valutazione e avanzamento del personale al fine di garantire la trasparenza sulla discrezionalità di attribuzione di punteggio prevista in capo ad ogni membro della commissione.
Ma non solo, Nicolosi continua auspicando previsioni innovative come per esempio l’istituzione di tavoli di raffreddamento dei conflitti in ambito comando di Corpo, onde assicurare una figura super partes nelle tante questioni gerarchico-funzionali (che poi sono quelle da cui molto spesso genera il malcontento, la demotivazione e in alcuni casi situazioni ancora più tragiche).
Ed infine, conclude il segretario generale, con la previsione per le sigle sindacali di poter presenziare nelle commissioni di disciplina.
Invito tutti ad una maggiore serenità, a non vedere fantasmi o spettri inesistenti commenta il dirigente sindacale Unarma, Gianluca Tondo, relatore nell’audizione - unitamente al segretario generale Unarma Antonio Nicolosi ed al segretario nazionale Massimo Borraccini - perché i sindacati sono portatori sani di diritto ed hanno fatto sempre e soltanto il bene della nostra democrazia, del cittadino lavoratore, con o senza stellette.
Ed aggiunge una siffatta legge sindacale, con riferimento al disegno 875, sarebbe un passo indietro di molti decenni, un tonfo arcaico che non si addice ai tempi del cambiamento. Mi ritrovo spesso a parlare continua il segretario con cittadini che poco conoscono del mondo militare e debbo constatare come tantissimi di loro restano basiti quando vengono messi al corrente che noi militari non abbiamo mai avuto i sindacati.
Sono certo, afferma Tondo, che la maggioranza del popolo italiano sarebbe d’accordo affinché giunga finalmente, anche nel mondo militare, una sana e tangibile ventata di democrazia; perché le forze armate e i carabinieri in particolare, non appartengono a nessuno, non sono dominio di alcuno, sono bensì patrimonio del popolo italiano, per il popolo italiano e sono composte da italiani che meritano pari dignità, diritti e considerazione. E a dirla tutta, anche un poco di fiducia. Il dibattito è aperto, la speranza è che aperte siano anche le menti e le visioni di chi ha in mano il destino sociale dell'intera collettività militare.
di Ercole Morciano
Una cornice manieristica sormontata dallo stemma mediceo esibito da due angeli, racchiusa alla base da una veduta cinquecentesca di Firenze: la svelano una coppia di putti ai piedi di due muse che sostengono, in funzione di cariatidi, la trabeazione ricca di fiori e di frutti. All’interno della cornice, come usava, il lungo titolo dell’opera: LE ISCRITTIONI/ POSTE SOTTO LE/ VERE IMAGINI DE/ GLI HUOMINI/ FAMOSI/
Le quali à Como nel Museo/ del GIOVIO fi veggiono/ tradotte di Latino in/ volgare da HIPPO/ LITO ORIO/ Ferrarese. Il libro risulta stampato a Firenze il 1552 presso l’impressor ducale Lorenzo Torrentino (Laureens van den Bleeck, di origini olandesi) che esibisce la sua marca.
L’autore, Paolo Giovio, è un medico, storico e letterato molto noto nel suo tempo. Nato a Como il 1483, dopo gli studi a Pavia e a Padova si trasferì a Roma presso la corte del papa Clemente VII (1523-1537), Giulio de’ Medici (a fianco del quale visse l’esperienza drammatica del “Sacco di Roma” nel 1527). Dal medesimo papa fu nominato vescovo di Nocera nel 1528.
Autore di opere storiche, di curiosità e vivace informazione, viaggiò molto e conobbe personaggi famosi. Alle loro immagini esposte nel museo da lui fondato a Como, la sua patria, diede le didascalie.
Trasferitosi a Firenze dal 1549, godette della protezione di Casa Medici e presso quella corte visse fino alla morte occorsagli il 1552.
Mentre avevo il suo libro tra le mani, davanti alla dott.ssa Gloria Fuortes, responsabile della Biblioteca Comunale trasferita temporaneamente a Palazzo Gallone, al secondo piano, non nascondo di aver provato una certa emozione.
Un’opera tanto antica quanto delicata e fragile; nata molto prima degli ambienti in cui si trova, tra le due fasi del Concilio di Trento (1545-1563), anni in cui la storia d’Italia e dell’Europa tutta era segnata dalla grave crisi politica e religiosa, fomite di guerre e laceranti divisioni.
Il raro libro è stato donato alla Biblioteca comunale da Ettore Abramo Cazzato. Tricasino di nascita, propriamente di S. Eufemia, svolgeva il suo lavoro di impiegato a Lecce, dove abitava in un’antica, grande casa del centro storico.
In quella dimora piena di libri si recava Tonino Maresca, all’epoca unico addetto alla biblioteca, su mandato dell’assessore alla pubblica istruzione del tempo, Gaetano De Giuseppe, per elencare e impaccare i libri che il Cazzato andava donando a Tricase.
Per conoscere meglio A. E. Cazzato, bibliofilo d’eccezione, e approfondire il suo rapporto col Comune di Tricase, v. C.V. MORCIANO, Abramo Ettore Cazzato
bibliofilo e benefattore tricasino nel ventennale della morte, in “Terra di Leuca”. Bimestrale di informazione, storia, cultura e politica, A. VI, n. 34, Tricase, dicembre 2009, p. 3.
Prima della donazione di Ettore Abramo Cazzato, la Biblioteca comunale di Tricase era piuttosto misera per quantità e qualità di unità librarie.
Il numero dei volumi era intorno ai 1.300 e pochissimi erano quelli di pregio; con la donazione Cazzato i libri diventano, negli anni Ottanta, oltre 5.000 e la Bibliotecacomunale di Tricase per decisione del direttore, dott. Francesco Accogli e del Comitato di gestione presieduto dal prof. Hervé A. Cavallera, si arricchisce, grazie alla donazione Cazzato, della “Sezione chiusa delle edizioni rare e pregevoli” il cui nucleo forte comprende 2 cinquecentine, 6 seicentine e svariate settecentine.
Del fondo Cazzato, mi informa la dott.ssa Fuortes, è in corso la ricostituzione al fine di valorizzarne ancor più il patrimonio librario che, grazie al programma OPAC-SBN, è entrato nella rete del Catalogo unico nazionale.
Contribuiscono a delineare la fisionomia del “Fondo Cazzato” - continua la dott.ssa Fuortes - libri di varia natura: dalle opere agiografiche e devozionali a quelle di tipo teologico dogmatico, esegetico e spirituale, dai trattati dell’ambito filosofico, pedagogico e scientifico-matematico ai classici delle letterature latine, italiane e francesi, dai testi giuridici alle esposizioni geografiche, alle enciclopedie e dizionari di varie epoche.
Quest’anno ricorre il 30° anniversario della morte di Ettore A. Cazzato e pertanto sarebbe doveroso ricordarlo dedicandogli una strada; per l’occasione si potrebbe presentare il fondo a lui intestato con una bella conferenza per svelarne gli aspetti bibliografici, scientifici, letterari e le immancabili curiosità.
Un appello e un auspicio a chi di dovere e a tutti i cittadini: valorizziamo le nostre biblioteche! La ciiviltà di un popolo si misura anche dalla cura con la quale viene trattata la biblioteca pubblica.
I lavori in corso presso la biblioteca comunale non solo servano a renderla un luogo di attenta conservazione e di accogliente fruizione, ma siano anche di stimolo perché essa diventi il cuore pulsante delle attività culturali della comunità, a servizio della quale essa è nata ed opera.
Il medesimo appello-auspicio valga per la biblioteca di “Casa Comi” a Lucugnano: arricchita dalla donazione Donato Valli, la biblioteca pubblica a p.t. dipende, col personale addetto, dalla Provincia di Lecce, mentre quella con i libri del Poeta è della Regione e si trova al piano nobile della Casa, gestito con competenza e impegno costante dall’associazione di volontariato “Tina Lambrini-Comi”.
POLITRIC Politica Tricasina
Non può non essere positivo che la Città venga convocata per discutere del suo sviluppo e specificatamente del Piano Urbanistico Generale.
Nessuna programmazione può essere valida se non è condivisa, specialmente quando l’interesse pubblico si incrocia con gli interessi privati.
Già la precedente Amministrazione non aveva mancato di organizzare momenti di confronto con i Progettisti del PUG, affrontando in più sedute temi specifici dello sviluppo del territorio. L’augurio e la speranza è che gli incontri del 29 e 30 vedano una buona e disinteressata partecipazione.
Disinteressata nel senso che non prevalgano spinte corporative o addirittura questioni di singoli e che la rivendicazione di paternità delle iniziative non porti a distrarre dall’oggetto degli incontri o a speculazioni politiche che rischierebbero di deviare dal percorso intrapreso, con il pericolo di creare momenti non di confronto ma di scontro.
In questo senso un ruolo fondamentale devono interpretarlo il Sindaco e la Giunta, chiamati ad essere guida autorevole in quanto legittimati dal consenso ottenuto;
ogni abdicazione a compiti e funzioni metterebbe in luce una debolezza politica dell’Esecutivo e farebbe passare il messaggio (pericoloso per la Maggioranza) che le questioni si risolvono per iniziativa dei singoli consiglieri, anche se non di maggioranza, a fronte della incapacità di chi è stato scelto dagli elettori per governare la Città.
L’attivismo dei singoli consiglieri –si badi bene- è pienamente legittimo e risponde alle logiche politiche, ma ciò non esime dal dare un giudizio politico: una maggioranza, se è tale, deve essere il traino delle scelte amministrative; se a dettare obiettivi e tempi diventa un consigliere comunale, il problema non è certo del consigliere ma di chi, Sindaco in testa, dovrebbe avere il timone della barca per evitare che si volgano in contemporanea e nello stesso luogo due incontri pubblici (per averne la prova andare a pag. 6). A.D.
ZONA CAPPUCCINI ? ZONA A RISCHIO ILLIMITATO !
Due donne sono già cadute ed hanno ricevuto l’assistenza sanitaria.
Un piazzale “vietato” ai diversamente abili.
Una strada che già una persona sana non può camminare per mille dislivelli e buche.
In più,da quanto appreso dagli esercenti commerciali della zona, già in passato altre persone sono state vittima di cadute a causa della cattiva manutenzione del piazzale.
Una zona franca, o meglio un piccolo fazzoletto di terra dove le auto possono essere lasciate a caso, circondate da buche con crateri profondi quanto un piede.
Un piccolo spazio che contiene più o meno una ventina di parcheggi liberi dove ognuno può fare un po’ quello che vuole.
Non siamo in campagna, ma in pieno centro a Tricase.
Parliamo del piazzale antistante la chiesa e il convento dei Cappuccini.
Siamo nella centralissima piazza Cappuccini.
In uno dei centri dove ruota la vita commerciale, politica e “di animazione” della Città.
E’ il caso di passare almeno un manto di asfalto e non le solite toppe?
“INSIEME SI PUO’ ” – Grande successo per la serata di beneficenza organizzata dall’Inner Wheel Club Tricase - Santa Maria di Leuca a favore del Dipartimento Oncologico “Cardinale Panico” di Tricase Si è tenuta il 17 novembre 2019 nella bellissima cornice del Messapia Hotel Resort di Santa Maria di Leuca una emozionante serata di beneficenza organizzata dal Inner Wheel Club di Tricase – Santa Maria di Leuca.
“Insieme si può” questo il titolo della serata che ha avuto come obiettivo l’acquisto di un casco refrigerante da donare al Dipartimento Oncologico “Cardinale Panico” di Tricase.
Un impegno molto importante quello preso dalle innerine di Tricase guidate dalla Presidente del club Tina De Francesco; un impegno all’insegna dello slogan internazionale 2019/2020 ; Together we can” che le porterà a realizzare la mission di questo anno sociale e che le vedrà “donne in azione” per l’acquisto di un casco refrigerante che riduce l’alopecia causata dalle cure chemioterapiche. Secondo recenti studi il 75% delle donne sottoposte a chemioterapia ha potuto beneficiare degli effetti del raffreddamento del cuoio capelluto.
Il casco refrigerante che sarà acquistato grazie al sostegno di tantissimi cittadini sarà poi donato al reparto Oncologico del nosocomio di Tricase.
Prestigioso parterre per l’occasione con importanti ospiti. Hanno, infatti, presieduto l’evento le più alte cariche innerine e rotariane: la Presidente del Consiglio Nazionale Lina De Gioia Carabellese Cormio, la Governatrice del Distretto 210 carf Caterina Bove Narullo, la Editor nazionale Amalia Sales Vella, la Segretaria distrettuale Elena Sanpaolo Antonacci, Carmelina Cafiero Casamassima, Membro del Comitato Permanente al servizio internazionale del Distretto 210 e l’Assistente del Governatore del Distretto Rotare 2120 Puglia e Basilicata Maria Rosaria Filograna. Presenti anche le autorità civili e religiose, tra cui il Sindaco di Tricase Carlo Chiuri.
Tra gli ospiti speciali, la Direttrice Generale della Pia fondazione di Culto e Religione “Card. Panico” Suor Margherita Bramato ed il Primario del Dipartimento di Oncologia Dott. Emiliano Tamburini e i tanti ospiti che con entusiasmo hanno fatto proprio il progetto, sostenendo con affettuosa partecipazione l’invito dell’Inner Wheel Cleb di Tricase.
La cena ha preso il via con il saluto della presidente Tina De Francesco e delle rappresentanti innerine che, commosse dalla numerosissima presenza di tanti ospiti definiti “straordinari e sorridenti” hanno constatato come l’opera del Club sia ben inserita nel territorio in quanto capace di intercettarne le richieste.
Riflessione arricchita dalla Governatrice che sottolinea la sua gioia di essere ritornata a Tricase a distanza di una settimana dal precedente impegno istituzionale, unitamente alla Segretaria Distrettuale.
Anche Suor Margherita, Direttrice Generale della Pia Fondazione “Card. Panico” di Tricase ha sottolineato, commossa, come il motto “insieme si può” riprenda la frase “fatelo, se potete” pronunciata dal Cardinale nel momento della consegna della gestione dell’ospedale all’Ordine delle Suore Marcelline.
Donne che affrontano problemi di grande entità, proprio come l’acquisto di un casco refrigerante, afferma il Dott. Tamburrini: “Un casco non è una macchina che salva la vita e la sofferenza oncologica non è solo fisica. La sofferenza è anche emotiva, emozionale, sociale.
E’ una sofferenza trasversale in cui tante piccole grandi cose possono fare la differenza e impattano tantissimo sulla serenità del percorso, consentendo di mantenere anche solo un flebile sorriso”.
L’esperienza di Giulia Chiuri, infermiera specializzata, racconta la sua esperienza in riferimento all’estetica oncologica che promuove, attraverso diverse strategie, una immagine di se stesse confortante, restituendo sicurezza, amore e di come, prendersi cura di qualcuno, renda soddisfatti “restituendo a quel qualcuno quel sorriso in un momento difficile della vita, proprio nel momento in cui sembra davvero impossibile”.
Grande soddisfazione, quindi, per la Presidente Tina De Francesco e le socie tutte non solo per il sold out raggiunto, ma anche per l’ingresso nel Club di Angela ed Anna, nuove socie accolte nel consolidato gruppo innerino che hanno fatto proprie le finalità di amicizia, servizio e comprensione internazionale che muovono l’Inner.
Il progetto “Insieme si può” vuole essere di supporto alle donne che affrontano i lunghi percorsi chemioterapici, ma necessita di tanto sostegno.
Contattateci, quindi, effettuando un bonifico sul c/c bancario
IT 71U0200880111000105288563 intestato a I
INNER WHEEL CLUB TRICASE – SANTA MARIA DI LEUCA.
Grazie di cuore a tutti voi che ci sostenete!