TRICASE, CHE FARE ?
In premessa sarebbe opportuno chiarire che buona parte delle decisioni sul passato, sul presente e sul futuro delle marine tricasine non è di esclusiva competenza delle amministrazioni locali. Lo stesso Piano Comunale delle Coste, approvato dal Consiglio Comunale di Tricase il 22/11/2016 (Deliberazione N. 59), ha dovuto seguire i principi e le norme del Piano Regionale delle Coste che disciplina le attività sul demanio marittimo e sulle zone del mare territoriale.
Se dovessimo, dunque, interrogarci su cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato del Piano Comunale delle Coste dovremmo certamente partire da un dato e cioè: il PCC prevede la possibilità di avere sui 9,04 km di costa ben sette SLS (Spiagge Libere con Servizi) e quattro SB (Stabilimenti Balneari). Alla data odierna il risultato è zero. Ovviamente le motivazioni sono tante, ciò nondimeno era prevedibile.
È innegabile, il mare è una risorsa. Tuttavia per tutto c’è un tempo e purtroppo il nostro è passato da almeno trent’anni. Alla data odierna le nostre marine, come l’intera costa, sono all’interno del Parco “Otranto-Tricase- S. M. di Leuca”, c’è da sei anni un PCC e di recente il Consiglio Comunale ha deliberato l’avvio dell’iter per l’istituzione dell’Oasi Blu. Pertanto, non ci sono grandi margini di azione.
E con specifico riferimento ad interventi sovrastrutturali sulla costa quali porto/piscina, ampliamento del porto o realizzazione di una piscina dietro Punta Cannone, per restare tra gli esempi da voi suggeriti, escludiamo a priori si possano realizzare; è impossibile, non si può continuare a gettare fumo negli occhi dei cittadini.
Idee per il Lungomare?
Anche sull’avanzare idee per il lungomare bisogna parlar chiaro. Sui 9,04 km di costa tricasina ben l’82% è ad “alta sensibilità ambientale”, e la parte restante a “media sensibilità ambientale”. Ci sono ampie zone a rischio idrogeologico e/o crollo. Un esempio le arcate della piscina di Marina Serra o il tratto di strada litoranea verso Marina di Andrano.
Più che di un lungomare sarebbe giusto e concreto parlare di una passeggiata sul modello della Marina di Andrano, accessibile a tutti, diversamente abili e anziani in particolar modo, come già previsto nel progetto “Balneazione in caso di disabilità”.
Ed in questo contesto, se ci si chiede “quale messaggio far passare a chi viene da fuori”, certamente fondamentale sarebbe capire la portata dei flussi turistici, rendicontare cioè il turismo effettivo. I dati reali sono sempre la cartina di tornasole. Chi, quanti e in quale periodo dell’anno vengono da fuori? Iniziamo con il porci queste domande…
E tra le tante, domandarsi come poter conciliare il passeggio in sicurezza con il traffico della marina. Ebbene, nella bozza del Piano Urbanistico Generale sono previste alcune soluzioni in tale direzione. D'altronde tutte le “sperimentazioni” fatte fin qui sono state fallimentari o provvisorie. Per realizzare piste per i pedoni serve spazio, per i parcheggi serve spazio, per le piste ciclabili serve spazio, senza quello si può fare poco o niente.
A questo punto della nostra analisi non possiamo non accennare alla tanto questionata costruzione esistente sul porto, il cosiddetto “ecomostro”.
La struttura è di proprietà privata ed è fatto notorio il contenzioso in corso tra la proprietà ed il Comune di Tricase. Molto dipenderà quindi dalle decisioni dell’attuale maggioranza a Palazzo Gallone. Una soluzione più celere potrebbe essere un percorso condiviso con i privati, sempre che ci sia la volontà di questi ultimi.
In conclusione, quali interscambi con altre realtà e con il Mediterraneo?
Anche su questo anzitutto sarebbe appropriato pesare le parole. Il porto di Tricase è una realtà ben diversa da quelle di Otranto o Gallipoli. E quando si parla di ampliare il porto si commette sempre lo stesso errore di pensare alla struttura e non a tutto il contesto. Per un porto più ampio servono strutture a monte, in primis strade larghe per giungere al mare.
Un servizio utile e poco costoso potrebbe essere un collegamento marittimo estivo con le isole greche, una su tutte Corfù. Per fare questo basterebbe mettere a bando, per quattro/cinque mesi, una decina di metri di banchina.
Il nostro slogan pensando al mare?
Tricase Porto e Marina Serra, un mare di pace.
La presidente Sonia Sabato
PARTITO DEMOCRATICO TRICASE
Tricase ha il dovere di recuperare l’importante ritardo che sconta rispetto alle altre comunità costiere che negli anni hanno lavorato e sviluppato politiche di attrazione turistica ben strutturate e tese alla valorizzazione dei luoghi.
Le marine, infatti, non devono più essere pensate come mete di passaggio ma, auspicabilmente come mete d’arrivo.
Per far questo, occorre intervenire obbligatoriamente su tre questioni fondamentali: la rigenerazione urbana dei luoghi, l’incentivazione alle attività turistico-ricettive e una programmazione di iniziative ed eventi turistico-culturali che ne favoriscano l’incoming.
Come Partito Democratico crediamo che la conformazione territoriale delle marine di Tricase imponga scelte sempre più incisive e non più rinviabili fra cui certamente la strutturazione di un sistema di mobilità alternativa che ci consenta di liberare la costa dal traffico veicolare cui siamo abituati da decenni. Per far ciò, è fondamentale partire dall’individuazione di aree pubbliche da destinare a parcheggi d’interscambio cui legare il rafforzamento del trasporto pubblico.
Ciò consentirà di liberare spazi da destinare alla libera fruizione (piazzette, aree di sosta, punti d’osservazione) e offrire le nostre bellezze naturalistiche e paesaggistiche ai turisti e ai cittadini che - mediante il censimento, la riqualificazione e la valorizzazione delle discese a mare (con apposizione di apposita segnaletica verticale turistica) – potranno assaporare appieno il nostro mare.
Tricase Porto, per noi, non è a sé stante: abbiamo chiesto ai nostri amministratori di lavorare ad un sistema di attrazione turistica che guardi sempre più a Tricasecome città di borgo e mare, legati da strade e tratturi che hanno la necessità di essere riqualificati e valorizzati, incentivando così il turismo lento e consapevole.
L’attività laboriosa delle diverse associazioni già esistenti, le imprese presenti e costituende,i privati interessati e l’attenta regia dell’amministrazione comunale, possano creare terreno fertile per far attecchire le numerose iniziative turistico culturali che consentiranno un vero e proprio slancio della marina.
Dal dialogo possono nascere idee interessanti: così è accaduto, ad esempio, con la costruzione delle progettualità presentata “Salento Outdoor” nell’ambito del CIS Brindisi-Lecce-Costa adriatica, che ci auguriamo vengano inserite nel redigendo Piano degli investimenti da parte dell’Agenzia per la Coesione territoriale.
Un Porto e – più in generale – una costa sempre più legata al centro cittadino con sistemi di trasporto efficienti ed efficaci che consentano di abbandonare le auto, la rinascita dei luoghi attraverso miglioramenti infrastrutturali e la rinaturalizzazione di alcuni punti e scorci fortemente attrattivi, l’incentivazione della mobilità lenta e dolce con due ciclovie e la riqualificazione dei tratturi e delle strade rurali.
Questo serve – a nostro avviso – per rilanciare Tricase Porto in ottica di posizionamento nel mercato turistico.
È evidente che siamo nel caso di un sistema di promiscuità esistenti fra aree pubbliche, aree demaniali e aree private. È altrettanto inequivocabile che questioni come l’accessibilità dei luoghi di Tricase Porto possano essere risolti attraverso iter di semplificazione delle progettualità in corso o per quelle che verranno programmate. Per far questo, occorre necessariamente lavorare sulla pianificazione urbanistica e portare a compimento i relativi percorsi amministrativi.
Covid, le regole dal 1 aprile: decreto in Gazzetta Ufficiale. Ecco cosa cambia
La fine dello stato d'emergenza e, nel volgere di poche settimane, anche lo stop a Green pass e mascherine: l'Italia si avvia al ritorno alla normalità, o meglio alla convivenza con il virus, che continua a circolare ampiamente.
Non vengono più lasciati senza stipendio gli irriducibili no vax (sanitari esclusi), e di fatto non ci saranno più le quarantene, sostituite dall'autosorveglianza.
Dal 1 aprile nessun obbligo di Green Pass per accedere ai negozi, resta solo l'obbligo di indossare fino al 30 aprile una mascherina, anche chirurgica.
Stop al Green Pass anche per soggiornare in un hotel e strutture ricettive dove il passaporto sanitario rafforzato resta obbligatorio fino al 30 aprile per accedere alle aeree benessere, piscine e spogliatoi.
Nessun Green Pass anche per recarsi dal parrucchiere, barbieri, saloni di bellezza e centri estetici, ma anche per entrare in banca, uffici pubblici e poste.
Per piscine, palestre e centri benessere al chiuso resta obbligatorio il Green Pass rafforzato per allenarsi, rilassarsi, ma anche per accedere a docce e spogliatoi fatta eccezione per "gli accompagnatori delle persone non autosufficienti in ragione dell’età o di disabilità".
L'obbligo decade dal 1 maggio. Novità anche in merito agli spettacoli, concerti, manifestazioni ed eventi sportivi: fino al 30 aprile è richiesto il Green Pass base con obbligo di mascherina Ffp2, mentre per andare al cinema, teatro e sale al chiuso è richiesto Green Pass rafforzato e mascherina Ffp2.
Stesse regole anche per discoteche e feste dove è necessario, fino al 30 aprile, l'obbligo del green pass rafforzato
di Pino GRECO
TRICASE- NUOVO CIMITERO
Sono 138 i defunti “in sosta” - nell’attesa che siano completati i lavori per la realizzazione di nuovi loculi
Tante le segnalazioni giunte alla nostra redazione ma altrettante quelle manifestate nel “ Nuovo” cimitero di Tricase.
La domanda dei familiari dei defunti è una sola: “I nostri cari defunti sono “ in sosta” nei loculi delle confraternite da alcuni anni. Siamo molto addolorati perché dopo tutto questo tempo non abbiamo ancora un posto “stabile” dove pregare i nostri cari che non sono più in vita. E’ arrivato il momento di avere una sepoltura definitiva e dignitosa?
L’assessore comunale Rocco Piceci: “Si, il tempo è breve. Fra 30/40 giorni saranno disponibili 300 nuovi loculi
Restiamo in attesa, vigilando, della soluzione di questa spiacevole situazione per le famiglie dei defunti
Tricase è un Comune dove ci sono 4 cimiteri, due nel capoluogo, uno nella frazione di Lucugnano ed uno nella frazione di Depressa. Il “vecchio” cimitero sito in piazza Cappuccini è inattivo dall'anno 1987, anno in cui è stata effettuata l'ultima sepoltura.
Poi il “Nuovo” camposanto, situato a poche decine di metri dalla strada provinciale “Cosimina” e l’ospedale Panico, dove il primo atto di deporre un cadavere è stato effettuato nel 1987.
Nei quattro cimiteri tricasini di certo negli ultimi anni non sono mancate le “attenzioni” di chi frequenta, purtroppo, tutti i giorni il cimitero (Nuovo), come la signora Paola Cazzato : “Tra buche, cumuli di scarti di materiale edile, viali fatti di brecciolino, toppe di pietre che fanno da piccoli scalini, bisogna anche evitare di distrarsi e tenere invece lo sguardo ben fisso a terra per evitare di cadere o di farsi male in particolar modo quando piove”, sottolinea la signora.
Ma i quattro cimiteri di Tricase, come tutti i cimiteri sono luoghi di pace e fede.
Ed è in questa prospettiva che si pone la necessità di risolvere gli innumerevoli problemi che le amministrazioni comunali devono affrontare, anche con una certa difficoltà, nella gestione dei cimiteri per poter fornire un servizio efficiente
Tricase Porto, la sua costa ed il mare. Una località importante per l’intera Città, un posto incantevole tra il mare azzurro e trasparente ed il verde della collina che vi si specchia. E poi un porto pieno di bagnanti oltreché di barche. Una località che è stata preservata dalla speculazione edilizia e dal grosso fenomeno dell’abusivismo, a differenza di molte altre località costiere del Salento. Negli anni, grande è stato il dibattito, anche politico, sulla opportunità di estendere l’edificato dal capoluogo verso la marina, come grande è stato il rimpianto per l’assenza di strutture ricettive indispensabili per un incremento della ospitalità estiva.
Le belle ville contornate da splendidi parchi verdeggianti sono ammirate (dall’esterno) da tutti ma, al tempo stesso, sono viste come limite ad ogni ipotesi di sviluppo (parcheggi, aree di sosta, spazi pubblici). Tricase sconta la mancata approvazione dei Piani particolareggiati ai quali la Regione, stralciando ampie aree di Tricase Porto, fece rinvio allo scopo di consentire una edificazione compatibile con il paesaggio: niente Piani particolareggiati e quindi niente edificazione.
Il fallimento del Piano Coste, malgrado Tricase lo abbia approvato più che tempestivamente, ha portato, ad esempio, a non vedere insediato neppure uno stabilimento balneare, indubbiamente utile per incrementare le presenze ed anche per consentire a tutti, anche disabili, comodi accessi al mare, perché i “cuti” saranno pure belli ma francamente scomodi.
Intanto per fare il bagno c’è il porto dove, però, non si potrebbe fare il bagno e, per evitare i tuffi dal muraglione, si è dovuto fare ricorso a ringhiere ferma-tuffi.
Sullo sfondo l’ecomostro; il tentativo di demolirlo, coraggiosamente avviato dall’Amministrazione Chiuri, si è impantanato in controversie giudiziarie ed ora la nuova Amministrazione punta ad un recupero ecocompatibile, magari di intesa con la proprietà attuale o futura.
Il Parco Otranto S. Maria di Leuca Bosco di Tricase continua ad essere percepito più come un ostacolo che come un volano per uno sviluppo che salvaguardi il paesaggio. I tanti anni trascorsi senza l’approvazione del Piano non aiutano a comprendere la funzione di un Ente che appare come una duplicazione della Soprintendenza.
I lavori di rifacimento del muro del pianto (amministrazione Coppola) hanno superato le aspre critiche, frutto di un ambiente in genere restìo a qualsivoglia cambiamento; l’anfiteatro in località Rotonda è sottoutilizzato anche perché molte delle iniziative estive si svolgono nel Capoluogo. Tra questo e il Porto, la maestosa Quercia dei Cento Cavalieri; la strada, per rispetto, le gira intorno, ma vederla oggi, chiusa in un recinto con costruzioni diroccate non è certo un bello spettacolo.
Negli ultimi anni, poi, per merito di una Associazione e di un Istituto internazionale ha preso corpo un’interessante idea di sviluppo, aperto anche a scambi con altre località del Mediterraneo ed in collegamento con l’Università del Salento. Rimangono da superare i dubbi sulla opportunità di concedere molti dei locali comunali, anche se per finalità importanti e scientificamente valide; ma, se per alcuni dette strutture finiscono per non essere fruite dalla collettività, è altrettanto vero che vengono ristrutturate con fondi reperiti dai concessionari.
Intanto, coraggiosi imprenditori hanno valorizzato e dato vita a bar e ristoranti che si sono affermati, divenendo elemento di richiamo turistico.
In questi giorni il Comune (amministrazione De Donno) ha presentato progetti per circa 11 milioni, molti dei quali per opere proprio a Tricase Porto. Potrebbe essere la svolta.
Tutto ciò non può avvenire dall’alto, ma deve essere partecipato e condiviso: per questo abbiamo voluto, con questo numero monotematico, fare un focus sulla località, chiedendo ad associazioni, operatori economici e gruppi politici di intervenire, oltre, naturalmente, a rivolgere al Sindaco alcune domande.
Ringraziamo chi ha trovato il tempo e la voglia di rispondere al nostro invito. Per gli altri, speriamo sia stato solo un momentaneo impedimento perché, ne siamo certi, non può essere poca propensione al confronto e alla condivisione, convinti, come siamo, che o si cresce insieme o non si cresce, al di là dei propri interessi, privati o pubblici che siano.
Venerdì, 25 marzo 2022
Covid: Attualmente positivi
Fonte Asl Lecce
ALESSANO 170
ALEZIO 194
ALLISTE 214
ANDRANO 186
ARADEO 364
ARNESANO 90
BAGNOLO DEL SALENTO 40
BOTRUGNO 103
CALIMERA 180
CAMPI SALENTINA 290
CANNOLE 59
CAPRARICA DI LECCE 58
CARMIANO 336
CARPIGNANO SALENTINO 95
CASARANO 769
CASTRI' DI LECCE 64
CASTRIGNANO DEI GRECI 92
CASTRIGNANO DEL CAPO 197
CAVALLINO 406
COLLEPASSO 142
COPERTINO 518
CORIGLIANO D'OTRANTO 212
CORSANO 202
CURSI 113
CUTROFIANO 322
DISO 76
GAGLIANO DEL CAPO 226
GALATINA 849
GALATONE 532
GALLIPOLI 656
GIUGGIANELLO 52
GIURDIGNANO 56
GUAGNANO 145
LECCE 2.556
LEQUILE 276
LEVERANO 344
LIZZANELLO 383
MAGLIE 428
MARTANO 229
MARTIGNANO 42
MATINO 430
MELENDUGNO 364
MELISSANO 193
MELPIGNANO 74
MIGGIANO124
MINERVINO DI LECCE 102
MONTERONI DI LECCE 308
MONTESANO SALENTINO 98
MORCIANO DI LEUCA 100
MURO LECCESE 111
NARDO' 724
NEVIANO 64
NOCIGLIA 103
NOVOLI 304
ORTELLE 100
OTRANTO 176
PALMARIGGI 58
PARABITA 346
PATU' 59
POGGIARDO 261
PRESICCE-ACQUARICA 215
RACALE 404
RUFFANO 404
SALICE SALENTINO 185
SALVE 117
SANARICA 45
SAN CESARIO DI LECCE 334
SAN DONATO DI LECCE 190
SANNICOLA 151
SAN PIETRO IN LAMA 112
SANTA CESAREA TERME 83
SCORRANO 380
SECLI' 55
SOGLIANO CAVOUR 146
SOLETO 180
SPECCHIA 175
SPONGANO 153
SQUINZANO 351
STERNATIA 111
SUPERSANO 171
SURANO 51
SURBO 451
TAURISANO 319
TAVIANO 388
TIGGIANO 63
TREPUZZI 466
TRICASE 658
TUGLIE 158
UGENTO 320
UGGIANO LA CHIESA 129
VEGLIE 356
VERNOLE 163
ZOLLINO 84
SAN CASSIANO 84
CASTRO 56
PORTO CESAREO 159
il volantino settimanale cittadino di Tricase
Domani (sabato 26 marzo) in distribuzione un numero monotematico su Tricase Porto
Una località importante per l’intera Città, un posto incantevole tra il mare azzurro e trasparente ed il verde della collina che vi si specchia…
Una località che è stata preservata dalla speculazione edilizia e dal grosso fenomeno dell’abusivismo…
Abbiamo contattato l’Amministrazione Comunale, i Gruppi politici, le Associazioni e i Cittadini
Domani in distribuzione gratuita
Per la seconda settimana consecutiva si registra un netto incremento dei nuovi casi di Covid. A rilevarlo è la Fondazione Gimbe che analizza l'andamento della pandemia tra il 16 e il 22 marzo: sono stati oltre mezzo milione, passando dai 379.792 della settimana precedente a 502.773, con un aumento del 32,4%.
I contagi corrono in particolare nel Sud Italia, compresa la Puglia dove sono cresciuti del 51,6% in 7 giorni. Salgono da 17 a 38 le province italiane con un'incidenza superiore a 1.000 casi di Covid-19 per 100.000 abitanti, un valore chiave per capire la velocità di circolazione del virus. E quella che registra il valore più elevato è Lecce, che supera quota 2.000 casi.
COVID: Dati del giorno: 24 marzo 2022
8.420 Nuovi casi
41.866 Test giornalieri
14 Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 2.685
Provincia di Bat: 582
Provincia di Brindisi: 805
Provincia di Foggia: 1.043
Provincia di Lecce: 2.262
Provincia di Taranto: 955
Residenti fuori regione: 54
Provincia in definizione: 34
113.156 Persone attualmente positive
609 Persone ricoverate in area non critica
38 Persone in terapia intensiva
Dati complessivi
867.522 Casi totali
9.470.727 Test eseguiti
746.470 Persone guarite
7.896 Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 281.532
Provincia di Bat: 82.001
Provincia di Brindisi: 79.484
Provincia di Foggia: 132.165
Provincia di Lecce: 168.737
Provincia di Taranto: 114.522
Residenti fuori regione: 6.256
Provincia in definizione: 2.825
OLTRE 11 MILIONI PER RIFARSI IL LOOK
Nuovo look per Tricase. Progetti per oltre 11 milioni con fondi statali.
Oggetto: Tricase Porto, Marina Serra, Palazzo dei Principi Gallone e Convento die Domenicani e poi collegamenti con Caprarica e centro Città e Quercia Vallonea e Boschetto.
Il Comune si è così inserito all’interno del Contratto Istituzionale di Sviluppo, fondi statali erogati dal Ministero per la Coesione Territoriale (o per il Sud), che interessa i Comuni di Brindisi e Lecce e tutti i Comuni che si affacciano sull’Adriatico.
Ad essere finanziati sono progetti che si inseriscono in una progettazione molto più ampia e, nel caso di interesse, in quella che riguarda tutta la costa adriatica.
Da qui l’idea di Tricase di rigenerare e riqualificare la costa e i paesaggi costieri con riguardo alle infrastrutture di collegamento, allo sviluppo socio-economico, al rilancio culturale e al rilancio turistico.
Tra gli interventi progettati vi è il recupero di Torre Palane, la messa in sicurezza della Piscina a Marina Serra, il pendolo dolce tra la ciclovia Adriatica e l’hub di Tricase e con Caprarica e poi interventi sulla Quercia dei Cento Cavalieri e sul Boschetto delle vallonee.
Un altro intervento riguarderà Palazzo Gallone e il Convento dei Domenicani.
Insomma un volto nuovo per Tricase con risorse per € 11.566.000,00.
Perché sono aumentati i casi di Covid anche a Tricase?
C’è un ritorno di fiamma?
A queste domande risponde il medico Roberto Castelluzzo di Tricase
Molto probabilmente l’allentamento delle restrizioni e il mancato uso delle mascherine all'aperto hanno avuto "un ruolo determinante nell'inversione di tendenza" ma non è tutto. La scarsa vaccinazione nella fascia d'età pediatrica 6-12 anni starebbe incidendo sull'aumento dei casi perché i bambini possono essere veicolo di infezione all'interno del nucleo familiare.
"Ecco perché si registra un aumento di contagi"
LA RISPOSTA VIENE DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ
L'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ BACCHETTA ANCHE L’ITALIA: “HANNO REVOCATO TROPPO BRUTALMENTE LE MISURE ANTI COVID”
Diversi Paesi europei, inclusa l'Italia, hanno revocato troppo “brutalmente” le loro misure anti Covid e si trovano adesso di fronte ad un forte aumento dei casi legati alla sub varian"te BA2 di Omicron.
A dirlo è il direttore regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Hans Kluge durante una conferenza stampa tenuta in Moldavia.
“Molto probabilmente le ragioni sono: prima di tutto la variante BA.2 di Sars-CoV-2, (noto come Omicron 2) che è molto più trasmissibile, ma non più grave”. Per Kluge c’è poi l'effetto che si osserva “in quei Paesi che stanno allentando le restrizioni in maniera brutale. Da troppo a troppo poco”.
Il direttore rimarca come “dovremo convivere con Covid-19 per un certo tempo, ma questo non significa che non possiamo uscire dalla pandemia. Credo che si debba distinguere fra questi due aspetti”
Martedì, 22 marzo 2022
A Tricase non era mai successo
Decine e decine di persone in isolamento per Covid.
Molte le famiglie che hanno chiesto aiuto per andare a ritirare la spesa o passare in farmacia a ritirare le medicine.
Mai così tanti casi - con contagi ai livelli più alti da inizio pandemia
Coronavirus Tricase, nuovo record di positivi: superata quota 600.
Battuto il record dello scorso 4 febbraio ( erano 573 i positivi al Covid- 19 nella nostra Città). L'incidenza dei casi Covid-19 mostra una tendenza alla risalita.
Il coronavirus non è sparito anzi cresce, continua l’avanzata di Omicron.
“Ancora c'è molto virus in giro, siamo ancora a marzo e fa freddo. Rispettiamo le regole.” dicono gli esperti
COVID, dati del giorno: 22 marzo 2022
12.007 Nuovi casi
56.169 Test giornalieri
13 Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 3.669
Provincia di Bat: 843
Provincia di Brindisi: 1.073
Provincia di Foggia: 1.534
Provincia di Lecce: 3.339
Provincia di Taranto: 1.403
Residenti fuori regione: 95
Provincia in definizione: 51
107.952 Persone attualmente positive
620 Persone ricoverate in area non critica
32 Persone in terapia intensiva
Dati complessivi
851.832 Casi totali
9.391.623 Test eseguiti
736.005 Persone guarite
7.875 Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 276.592
Provincia di Bat: 80.906
Provincia di Brindisi: 78.062
Provincia di Foggia: 130.208
Provincia di Lecce: 164.457
Provincia di Taranto: 112.696
Residenti fuori regione: 6.137
Provincia in definizione: 2.774
di Giuseppe R. PANICO
Forse credevamo o molti ancora credono:
Che il male oscuro della guerra, da sempre presente nella storia dell’umanità e inquietante artefice di cambiamenti culturali, sociali e soprattutto geopolitici, fosse stato debellato. Se non nel mondo, almeno in Occidente e, soprattutto, nella libera e democratica Europa.
Che la disastrosa ultima guerra mondiale, con decine e decine di milioni di morti, in gran parte civili, ed enormi distruzioni, ci avesse “educati” ad evitare il suo ripetersi.
Che al grande avanzamento tecnologico, che la guerra sovente comporta, seguisse il diffondersi della cultura se non proprio della pace, della convivenza pacifica.
Che la bomba atomica e la paura della Mutua Distruzione Reciproca (M.A.D. Mutual Assured Destruction) fosse sufficiente ad evitarci altri immani conflitti.
Che, grazie all’ONU, ogni controversia fra stati o nazioni potesse essere risolta o almeno contenuta a livello locale, con interposizione di forze di pace.
Che le differenze religiose, culturali, storiche ed economiche non ci avrebbero più portato a grandi guerre, ma alla reciproca tolleranza e collaborazione.
Che la libera determinazione dei popoli fosse un valore ormai acquisito e rispettato e così anche la libertà di scegliere chi votare, con chi stare o con chi allearsi.
Che distruggere città e dilaniarne gli abitanti, per poi riempire fosse comuni e indurre il nemico alla resa, non fosse più guerra ma la depravazione e la disumanità della guerra.
Che la globalizzazione, col suo interscambio commerciale culturale e comunicativo avrebbe anche portato a maggiore comprensione fra i popoli e al loro comune progredire.
Che la libertà di navigazione sui mari, le grandi autostrade dell’economia e del commercio, fosse ormai recepita e consolidata.
Che il fondale dei mari e le acque soprastanti fossero il regno dei pesci e non il prolungamento del territorio nazionale ove estendere, anche con la forza delle armi, l’esercizio del possesso e del potere su pesca, gas, petrolio, minerali etc.
Che, trascurando la storia o facendola dimenticare, insieme alla geopolitica, soprattutto ai giovani, la guerra sarebbe scomparsa dal loro futuro o ridotta, in Europa, ad una arcaica umana imperfezione di un triste passato.
Che avendo ripudiato la guerra con la Costituzione, si potesse anche ripudiare la difesa dei nostri interessi e valori minacciati, sulla terra, sui mari, nei cieli ed ora anche nello spazio, dalle guerre dichiarate da altri.
Che svilendo e/o indebolendo chi per la difesa del paese si fosse impegnato a dare anche la vita, aiutasse a coltivare la pace e non certo indurre altri a sentirsi più forti e già vittoriosi nel fare la guerra.
Che farsi pecora e belare per la pace, fosse più importante che farsi forti, unirsi ad altri e insieme contrastare i lupi che, dagli oscuri boschi dell’umanità, escono a fare scempio della pace e delle pecore.
Che ascoltando” Imagine all the people living in peace” di John Lennon fosse sufficiente ad avere la pace e non solo il sogno di una notte di mezza estate.
Che uscendo nelle piazze gridando e sbandierando solo la bandiera della pace, ma non alzando quella del paese invaso e trucidato e abbassando quella del paese invasore e distruttore, fosse utile alla pace e non invece a rafforzare, con la propria equidistanza, chi ha già posto la pace sotto i cingoli della sua guerra.
Che le parole di Primo Levi, “se è successo può succedere ancora”, fossero solo parole del suo passato e non un allarme per il nostro presente e il nostro futuro.
Forse in troppi credevamo in tutto questo o in altri sogni e utopie lontane dalla storia e dalle depravazioni politiche di un potere assoluto che ha di nuovo aperto il vaso di Pandora e diffuso in Europa i miasmi della morte, della distruzione e della povertà.
Ma quel vaso può essere rinchiuso e i lupi scacciati; se non dalle pavide, sognanti e belanti pecore, da forti pastori, capaci di esprimere la cultura della storia e della concretezza, la perseveranza e l’arte della diplomazia e, come dissuasione o ultimo non voluto impiego, la forza delle armi. In difesa di sé stessi e famiglie, di ogni bene personale e nazionale e di quell’immensurabile bene comune che si chiama libertà.