Egr. Direttore Avv. Distante,

invio queste righe di riflessione alla redazione de "IL VOLANTINO" nella consapevolezza che molto probabilmente anche questa volta mi sarà risposto che “manca lo spazio” sul cartaceo o che si tratta di uno scritto troppo “pubblicitario”.

D'altra parte, trattandosi di una riflessione che è fondamentale condividere con i cittadini, quelli a cui date importanza solo nella misura in cui si muovano nei confini informativi da voi tracciati, troverà pubblicazione sui nostri canali social, senza esclusiva.

Una breve nota la voglio fare in premessa sulla reiterata mancata pubblicazione della notizia della certificazione e ufficializzazione della nostra lista Movimento 5 stelle Tricase (avvenuta in data 27 marzo 2017), a fronte di un aggiornamento costante della cittadinanza al riguardo degli altri schieramenti politici. La risposta data che, se devo essere sincera, io personalmente non avrei neanche cercato avendo chiare le motivazioni dell'omissione, è stata che il nostro comunicato era “troppo pubblicitario” e non riportava i “contenuti” per i quali per noi avete sempre concesso spazio.

Sulla prima parte della risposta: nessuno avrebbe mai preteso la pubblicazione dell'intero comunicato ma un trafiletto informativo, questo sì, assolutamente! Lo dovevate ai cittadini di Tricase, non a noi. Come fa un settimanale locale ad omettere un'informazione così importante, riportata anche da “Il Quotidiano”? Avrebbe creato troppi problemi informare i cittadini del nostro sereno percorso politico in contrapposizione al totale disordine che impera nelle altre forze politiche a meno di due mesi dall'appuntamento elettorale (chi non ha uno straccio di programma e continua nella formazione di accozzaglie, chi non ha individuato neanche il candidato Sindaco, chi non trova candidati consiglieri)?

Sulla seconda parte della Sua risposta: come mai le ultime edizioni de “Il Volantino” sono piene zeppe di riflessioni da fantapolitica, di appelli elettorali e di analisi distorte e parziali dello scenario politico? Solo a noi è vietato il commento sulle spregevoli dinamiche che si stanno sviluppando sotto i nostri occhi? Siete un settimanale che guarda solo nei confini di una parte politica? Siete di parte? Perché se così fosse, come è evidente, i cittadini devono essere messi in guardia.

E qui veniamo all'uso disinvolto, subdolo e fazioso dell'informazione, roba da DEMOCRISTIANI! Eh già, quanto spirito democristiano si addensa negli ultimi tempi nelle righe de “Il Volantino”... avendo ascoltato la Sua breve intervista rilasciata a TeleRama, vorrei darLe una notizia: la democrazia cristiana non è mai scomparsa, siede ancora nei posti di governo delle Istituzioni di questo martoriato Paese, continua imperterrita a resistere nella difesa del potere secondo schemi che con il merito non hanno nulla a che fare, a costo di farlo definitivamente affondare. Soffoca le competenze e la fresca progettualità dei giovani esattamente come la Vostra retorica, dietro la quale si nasconde solo la speranza che i cittadini non crescano mai e restino sempre dipendenti dalle cure del potente politico di turno.

Nessun “politico di alto livello alla Pisanelli”, Lei afferma, è cresciuto in questi ultimi decenni a Tricase... mi chiedo: si è mai fermato a riflettere sui bisogni odierni del territorio? Si è fermato a riflettere sul contesto esterno? Ha preso atto che lo sviluppo oggi non si persegue più aspettando il posto pubblico in una pubblica amministrazione ipertrofica o calando sul territorio un'imprenditoria “di relazione” a “tempo determinato”? Ha notato che i migliori Sindaci che oggi esprime il Salento hanno dai 40 anni in giù e nessuno è stato scelto dai cittadini sulla base delle pubblicazioni scientifiche o di qualche importante incarico ministeriale?

Lei parla di Tricase come “terra di conquista”: ma cosa significa questa affermazione quando i nostri portavoce ad ogni livello (nazionale, regionale, locale) lavorano in stretta sinergia con il territorio? Le suggerisco io la risposta: significa che Tricase non esprime, come comunità, una convinta progettualità condivisa. E questo anche per responsabilità di chi vuole convincere la comunità che il suo destino è nelle mani del destino stesso, che deciderà se meriteremo un “politico di alto livello” oppure no, nel qual caso saremo tutti spacciati. Restate in stand-by, cari concittadini!

Sarà che io e Lei abbiamo un modo diametralmente opposto di vedere le cose, ma per me che ho 35 anni chi ha “conquistato”, o forse sarebbe meglio dire “espugnato”, Tricase, spegnendo il suo slancio creativo, la sua imprenditorialità, la libertà di pensiero, il senso civico, sedeva tanti decenni fa periodicamente in una stanza e accettava doni in cambio di vantaggi lavorativi e amministrativi.

Allora questa volta chiudo io con un appello e mi perdonerà se uso un liguaggio diretto: lasciate le redini che continuate a stringere con forza e con ogni mezzo, lasciate ai giovani ciò che, anche sbagliando, solo loro potranno fare, vale a dire costruire il futuro!

Francesca SODERO

Candidata Sindaco M5S Tricase

Siamo tornati per la terza volta a Gagliano del Capo, al distretto socio sanitario

Questa la situazione dopo il nostro intervento. Tutto quello che era di competenza comunale, strisce pedonale e spazio riservato ai disabili, nel percorso fuori dal parcheggio ASL, è stato risolto grazie all’intervento del sindaco Nesca . Con la stessa prontezza il direttore ASL, dott. Giuseppe Guida, ha risolto la sistemazione della segnaletica e delle strisce gialle all’interno del parcheggio ASL.

Dobbiamo ammettere che il sindaco Nesca e il direttore Guida, hanno affrontato prontamente e risolto gli ormai “ passati ” problemi di sistemazione delle 2 areepresenti all’esterno e all’interno dell’ex ospedale di Gagliano del Capo. Insomma , tutto è stato risolto anche a favore delle esigenze dei diversamente abili.

Le 4 vostre segnalazioni…RISOLTE

1 La segnaletica all’interno dell’ex ospedale...E’ tornata al suo posto                  

2 Sono state disegnate le strisce gialle per il parcheggio disabili sulla strada comunale

3 Sono state disegnate le strisce pedonale all’esterno dell’ex ospedale

4 Anche nel secondo parcheggio, all’interno dell’ex ospedale, sono state disegnate le strisce gialle per il parcheggio disabili

Nelle foto presenti solo due delle 4 vostre segnalazoni RISOLTE

anche a favore delle esigenze dei diversamente abili

La prestigiosa catena commerciale Kings ha allestito nelle sue sedi del NewJersey, un apposito scaffale per le ceramiche da tavola ideate e realizzate a mano nella Bottega di Agostino Branca di Tricase.

Nei primi 10 giorni di aprile si è attuata una campagna di promozione denominata "Piazza Italia” per la quale i buyer della nota catena commerciale KINGS, hanno selezionato alcune aziende artigiane di diverse regioni d’Italia, per la maggior parte nel settore del food, tra cui Bottega Branca di Tricase con una linea di manufatti per la tavola.

Alla campagna promozionale che si è svolta in diciassette centri commerciali dislocati nello stato del New Jersey, ha partecipato il ceramista Agostino Branca  che insieme ad altri artigiani rappresentanti l’eccellenza italiana hanno avuto modo di presentare i prodotti delle proprie aziende ai visitatori occasionali del network commerciale. 

Ad Agostino Branca è stato assegnato il compito di tenere tre workshop di ceramica, in tre centri commerciali  per far vedere come nasce un manufatto sicuramente artigianale, un oggetto decisamente made in Italy, un oggetto d’eccellenza made in Salento.

 

ALESSANO, COSI NON VA...

Potenza Picena 3 - ALESSANO 0

Domenica, 16 aprile 2017. E’ la Santa Pasqua. Si gioca all’Eurosuole Forum di Civitanova Marche.

L’Aurispa Alessano perde anche gara due dei play out salvezza contro la Potenza Picena e compromette seriamente la possibilità di permanenza in serie A2. Tre a zero per gli uomini di mister Di Pinto dopo una gara in cui i biancoazzurri sono stati deficitari in ricezione e difesa. Dopo un primo set impalpabile, Cernic e compagni hanno avuto la chance di riaprire il match conducendo per lunghi tratti la seconda frazione, ma dopo aver sprecato un setpoint, hanno ceduto per 26-24, dando così il via libera all’avversario che ha avuto poi vita facile nel terzo e decisivo parziale. In casa biancoazzurra ultimo a mollare ancora una volta Piscopo.

Area comunicazione Pallavolo Azzurra Alessano

 

X FORZA E X AMORE….VINCERE !

di Pino Greco

SABATO, 22 aprile 2017 ore 20.30

Gara 3 - Play out - PALASPORT TRICASE

AURISPA ALESSANO - Potenza Picena

Gli uomini del presidente Venneri incontreranno per la terza volta Potenza Picena. Dopo le prime 2 sconfitte per 3 -0, Cernic e compagni dovranno necessariamente centrare la vittoria, perché la speranza c'è ancora ma, per tenerla accesa serve solo vincere. In caso di sconfitta, l’Aurispa Alessano sarebbe matematicamente in B..

Dunque, X FORZA E X AMORE….VINCERE !

 

 

 

di Giuseppe R. Panico Un tempo, non molto lontano, la strada verso Marina Serra era in terra battuta, più stretta, meno livellata e con un percorso leggermente diverso. Ben poche macchine e moto la percorrevano; erano più frequenti, all’alba e al tramonto, “traini”, biciclette e pedoni diretti o di ritorno dai campi. D’estate molte famiglie contadine usavano alloggiare in campagna in parche e affollate “paiare”, “lamie” o “suppinne” senza elettricità e arredate sovente, più che con letti e materassi, con “saccuni” riempiti di “ristuccia” (la paglia raccolta nei campi dopo la mietitura). Era l’era del tabacco, i campi erano verdi del suo fogliame, i “talari” pieni di foglie ad essiccare ed i ragazzi di campagna felici di recarsi al mare poco distante.

Quel giorno il papà era al lavoro altrove, sulla nuova litoranea verso Leuca, ove le continue esplosioni scuotevano la montagna, ne frantumavano la roccia e la strada lentamente avanzava. Si valorizzava la costa, le marine ed il turismo, il porticciolo era già fatto e la piscina “naturale” si sarebbe poi fatta.

Marco, il maggiore fra i molti fratelli, non ancora decenne, ebbe da sua madre un compito da grandi: recarsi in bicicletta in paese a comprare delle uova per pranzo. All’andata la strada un po’ impervia ed in salita ne rallentava la corsa, al ritorno la strada in discesa e la voglia di mare la accelerava. In quel tratto, ora dismesso, ma ancora ben visibile, che si inerpica su un lieve dosso per poi ridiscendere, Marco correva forte quando una “sacara” gli attraversò d’improvviso la strada.

Il grosso colubro fece rapido sfoggio della sua sinuosa e leopardina livrea e quindi scomparve fra i cespugli. Marco istintivamente sterzò, lo evitò, prese una buca, perse l’equilibrio, cadde battendo la testa, perse i sensi e lì rimase disteso sotto il sole e fra le uova tutte infrante. Un filo di sangue solcava ora il suo infantile viso abbronzato per poi, goccia dopo goccia, arrossare il terriccio. Passò del tempo poi si sentì scuotere. Confuso e contro sole, vide una figura di donna china su di lui.

Era anziana alta magra, vestita di scuro con uno scuro “maccarulo” in testa. “Ddiscete,vagnone, ddiscete” diceva, con voce alta ed accorata, reggendogli la testa. Marco si destò, mentre la ferita continuava a sanguinare. Non aveva con sé nulla per tamponarla, né nulla aveva quella solitaria contadina, se non una piccola e povera borsa. Ne aveva tratto il contenuto: una bottiglietta d’acqua ed un paio di frise, una era già per terra sfatta e rossa di sangue. Prese la seconda, ne ammorbidì un lato con alcune gocce d’acqua e la pose sulla ferita. Poi prese la mano di Marco e la spinse sulla fronte. “Tegnala stritta, tegnala cusì. Comu te sentì? A ddu abbiti?”.

Marco si sentiva già meglio; si sedette, il tampone funzionava, disse che abitava poco distante e che poteva continuare da solo. “Si ssicuru? Te ccumpagnu? “None nunna grazie, me sentu meiu, fazzu sulu”. Si alzò, ringraziò ancora… “grazie nunna”. Con l’altra mano prese la bicicletta danneggiata, guardò le uova infrante poi il ginocchio sbucciato e, dolorante e zoppicando, proseguì verso casa. Quel giorno non andò al mare. Sua madre, vedendolo e già preoccupata per il ritardo, gli corse incontro quasi gridando “Marcu cci tte successu? “Mamma...nna sacara” rispose Marco fra le lacrime e i singhiozzi di un pianto troppo a lungo represso.

La madre lo abbracciò, gli tolse la frisa ormai sfatta, gli curò la ferita, e poi, per quel giorno a pranzo, non più uova per tutti ma “paparussi e pummidori” rapidamente raccolti nel vicino orticello. Chiedeva intanto di quella contadina per poi recarsi a ringraziarla. Marco non la conosceva, non seppe dare altre indicazioni, mai più la incontrò, ma non dimenticò la povera borsa vuota e la poca acqua rimasta. Forse era tutto il suo nutrimento per quel giorno di lavoro nei campi.

Sono ormai quasi sessanta anni che Marco percorre sovente quella strada, ora asfaltata, senza più quel dosso, senza buche e senza sassi e con tante auto dirette verso il mare o le nuove candide villette. Forse la sacara, o le sue discendenti, vive lì ancora, pronta a uscire, al primo caldo sole di questa nuova primavera, e curiosare fra rovi e muri a secco, “paiare”, “lamie” o “suppinne” , in gran parte cadute o cadenti, fra terreni verdi solo di rovi ed erbacce, senza più tabacco né grano e nemmeno …”ristuccia”.

Passando in auto, Marco inconsciamente rallenta. Forse spera ancora di rivedere, se non la sacara, quella magra contadina, guardarla bene e senza il sole negli occhi, chiederle il nome e poi chiederle di quelle frise, premute sulla sua fronte e intrise nel suo sangue e poi ancora... del suo digiuno in quel giorno nei campi.

                                                                                                          

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