I tifosi del calcio Tricase con un comunicato chiedono al Presidente Antonio Raone

di fare chiarezza sul futuro della società.

Il comunicato dei tifosi:

“A due mesi dall’incredibile quanto meritata vittoria dei playoff in terra brindisina, a due mesi dall’ennesima dimostrazione di smisurato amore dei tifosi tricasini verso la squadra della propria città, a due mesi ad importanti dichiarazioni dei vertici societari, ad oggi non abbiamo alcuna notizia di come la società, se esiste ancora, abbia intenzione di muoversi.

E non partiamo dell’attesa di grandi notizie, ci riferiamo a quelle informazioni basilari fondamentali per una normale programmazione societaria. Pertanto la Gradinata Est rappresentata in questo comunicato dai gruppi organizzati Rum Boys e Tricase Fans chiede ufficialmente al presidente Antonio Raone di rendere pubbliche, a stretto giro, le sue intenzioni sulla proprietà del Tricase Calcio e sulla stagione 2018/2019.

Noi, tifosi del Tricase che per questa maglia spendiamo le nostre migliori energie, che svolgiamo il nostro ruolo con passione, amore, rispetto, originalità e senza risparmio alcuno, sappiamo di avere il sacrosanto diritto di essere informati in tal senso e di pretendere da ogni parte il rispetto dei propri ruoli al fine di evitare inutili speculazioni sulla storia di questa maglia”.

 

Sala del Trono - Palazzo Gallone - Tricase

Durata del laboratorio  : dal 9  luglio  al 10 agosto 2018

Due appuntamenti settimanali: Lunedì  Venerdì h. 9.30 - 11.00

 

Possono iscriversi tutti i bambini e le bambine  dai 7 ai 13 anni

Le iscrizioni  si effettuano presso la Biblioteca Comunale

Per informazioni : prof.  Pasquale Santoro 349 4467 210

 

Il corso è patrocinato dall'Amministrazione Comunale ed è gratuito.

Gli obiettivi del Progetto Lettura sono:

-Stimolare il piacere della lettura interpretativa.

-Saper parlare in pubblico, gestire l'ansia e l'emotività.

-Saper controllare la propria voce

-Confrontarsi con coetanei  e saper relazionarsi in gruppo.

Una riunione informale ma, come poche volte accade, una riunione che si è trasformata in un incontro.

All’ordine del giorno: l’idea di fare qualcosa contro ogni razzismo.

Le cronache di questi giorni e non solo- hanno spinto qualcuno a farsi promotore di una chiamata all’incontro.

Alfredo, Carmine, Giovanni, ed altri ancora a tenere le fila di una serata, presso la Sala della Fondazione Tommaso Caputo, che ha visto una partecipazione nutrita ma, soprattutto, molto motivata.

Intorno ad un tavolo allargato, anche presenze da fuori Città, un buon inizio per una serata all’insegna dell’accoglienza. Un segnale importante, ma anche utile, se ci si vuole abituare al confronto e ad una dimensione che sempre più deve essere senza confini e senza barriere. Sarebbe stato assurdo e contraddittorio se in un progetto di apertura si fosse partiti chiusi nei soliti recinti e nei soliti steccati.

Molti degli intervenuti hanno sottolineare che non può essere questione di schieramenti e di appartenenze, tanto meno politiche o peggio partitiche, o di un muro contro muro. Nessuna battaglia contro, ma una battaglia a favore, nel segno della informazione, della conoscenza e del confronto vero al di là dei luoghi comuni.

La questione immigrazione non può essere liquidata con facili e talvolta comodi slogan, siano quelli contro gli immigrati siano quelli a favore.

La questione è complessa ma una presa di posizione anche forte non può prescindere dall’impegno a conoscere e far conoscere le ragioni di una battaglia, che non può che essere comune, contro il razzismo e per affermare una cultura ed una prassi dell’accoglienza da veicolare nella vita di ogni giorno dei paesi, dei quartieri e delle singole famiglie.

Di fondo, la convinzione che l’iniziativa non avrebbe molto senso se fosse svolta senza i protagonisti e cioè gli immigrati. Ed allora il primo impegno: portare al prossimo incontro proprio gli immigrati, per conoscerli, ascoltarli e, magari, capirli.

Non è mancato chi ha messo in comune i suoi ricordi di ex giovane emigrato (e quindi immigrato) in Germania. Un modo come un altro per aiutare a capire.

Il prossimo appuntamento è per martedì 26 giugno ore 20 presso la Sala dell’Asilo Caputo.

 

La mia colonna

L’opacità del potere è da sempre un dato distintivo di chi gestisce la vita, l’economia, le guerre e la salute di milioni di persone. Non è possibile, forse, dire tutto a tutti, dire la verità con l’assoluta certezza che questa non procuri guai maggiori. Ad esempio, gli anni che ci aspettano, i prossimi decenni, fino all’assestamento demografico dell’intero pianeta, saranno molto difficili, terribili, dicono alcuni.

Un politico accorto, deciso almeno a mitigare gli effetti dei problemi che si riverseranno su tutti noi, dovrebbe fare due cose fondamentali: studiare con profondità i processi sociali e globali che andremo a vivere e avvertire i suoi elettori delle difficoltà complessive del sistema di far convivere libertà e sicurezza, dignità e ricchezza, giustizia e solidarietà. Questo pensavo seguendo in questi giorni l’indagine legata al nuovo stadio della Roma.

Ho sempre guardato con interesse alla nascita e all’evoluzione del Movimento 5 Stelle, proprio perché su questi temi sembrava poter dare una visione diversa, un’accelerazione alla metafora del potere. Però da sempre, fin dall’inizio ho segnalato a me stesso e ad altri che un movimento, prima apparso quasi spontaneo, sull’onda delle battute di un divo televisivo come Beppe Grillo (arrabbiato per motivi personali e umorale per copione), non poteva lasciare l’organizzazione interna e statutaria a personaggi terzi di cui nessuno conosceva nomi, cognomi, la loro storia, le loro basi culturali e politiche. Davide Casaleggio, ad esempio, figlio di Gianroberto, è un nome che non è incluso in nessun organigramma del Movimento, eppure viene comunemente accettato come coordinatore e gran tessitore di ogni confusa diatriba interna.

Lui, in accordo con pochi altri, una volta accertata la limitata autonomia decisionale della Raggi, ha per esempio imposto assessori nella giunta di Roma, ha suggerito i dirigenti delle partecipate, saltando ogni confronto e ogni competenza. Ha detto la sua su ogni mossa relativa al nuovo governo, e non è poco per uno che non mai fatto nulla nella vita, se non essere figlio del fondatore di un blog. Tutto in maniera opaca, così come poco trasparente è apparsa ai più la composizione delle liste formatesi attraverso la piattaforma on-line Rousseau, che in effetti è nelle sole mani di Casaleggio e (forse) Grillo.

L’obiezione è ovvia: anche negli altri partiti decidono tutto i segretari o i padroni (Berlusconi), ma questo non convince chi da sempre ha criticato il Berlusca politico, il Renzi pigliatutto e vedeva in Grillo un ispiratore, non certo un coordinatore politico come poi è diventato. Inoltre la mancanza di una vera discussione politica prima e poi della chiarezza politica e amministrativa porta il leader Di Maio a dire tutto e il contrario di tutto nell’arco di pochi giorni. Per cui su Ilva non sappiamo ancora come la pensa, anche se tutto il Movimento fino a un mese la voleva chiudere, cosa vuol fare dei progetti iniziati dai precedenti governi, come si vuole rapportare all’Europa.

Però se arriva una mail dalla Casaleggio & Associati, se Beppe scrive un bel post, l’aria si purifica e tutto può procedere. Infatti nel governo sono entrati in quota 5stelle dei ministri che nulla hanno condiviso in questi anni delle battaglie del movimento (Tria e Moavero ad esempio). Così come Conte esce da un cilindro incomprensibile e alla fine indigeribile agli stessi simpatizzanti pentastellati. Forse potevamo capire di più se alcune discussioni, sui nomi e sulle modalità delle nomine (vedi Lanzalone a Roma) fossero state viste da tutti noi in diretta streaming, come all’inizio prometteva lo stesso Grillo. Una casa di vetro, visionata dal web in ogni momento. Una pura illusione, rinnegata velocemente, senza alcuna spiegazione.

In definitiva, l’unico streaming al quale abbiamo assistito, è quello con Bersani, durato non più di 5 minuti, tanto per irridere qualsiasi possibilità di dialogo. Una forza nuova, rivoluzionaria, in quel streaming avrebbe dovuto approfondire per 5 ore o forse per 5 giorni, quali erano le reali possibilità di cambiare l’Italia con le forze determinate a farlo nel vero interesse generale (bastava anche una buona legge elettorale e la revisione seria del ruolo delle Regioni nell’ambito di una vera riforma costituzionale).

Insomma, dopo quel mancato vero confronto nell’interesse dell’Italia, si è andati avanti con slogan elettorali, a volte inutili, a volte falsi, fino ad arrivare ad una specie di asservimento al sovranismo demagogico e razzista di Salvini. A quel tempo la rabbia dei 5S non ammetteva confronti, oggi la gestione del potere impone l’accettazione di ideologie pericolose, contenenti tutti i sintomi di una débâcle italiana ancora più lacerante. Mi auguro ancora che la base del M5s trovi la modalità di uscire da questo opaco, terribile cono d’ombra. Per il bene dell’Italia.

di Pino Greco

Era il 26 giugno 2017… Carlo Chiuri vince con 5.393 voti (67,26%),

mentre Fernando Dell’Abate ha avuto 2.625 voti (32,74%)

A distanza di un anno esatto….

Non nascondiamoci dietro un dito, l’Amministrazione Comunale è in qualche difficoltà.

Tra alti e bassi… molte le ragioni che hanno fatto perdere la pazienza in questi 12 mesi a sindaco, assessori e consiglieri comunali.  

Lo dicono i  “ fatti”, non lo dico io. Lo dice il sindaco pubblicamente… Lo manifestano in tanti… tra maggioranza e minoranza…E’ vero…si vede…si sente tra la gente…

Tutto questo potrebbe influire negativamente su quelle che saranno le decisioni e reazioni future…

Non nascondiamoci dietro un dito…lo scrivo con molta serenità e sincerità….

lo dicono in tanti…io lo scrivo…c’è tanta delusione e pochi cambiamenti…

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