di Pino GRECO
Tanto spettacolo e tanto pubblico. Un nuovo esame superato a pieni voti per il Circolo Tennis Tricase.
Si è conclusa martedì 15 agosto, la 43^ edizione del Torneo Nazionale di Tennis “ La Vallonea”.
Il soddisfatto presidente Fernando Ricchiuto: “Grazie a tutti gli organizzatori del nostro circolo che hanno lavorato instancabilmente ogni giorno svolgendo le attività con attenzione per tutti gli iscritti e non solo.Siamo molto contenti perché ancora una volta “La Vallonea” ha confermato di essere evento importante per il nostro territorio. Grazie agli atleti, agli sponsor e al pubblico per l’affetto dimostrato. Questa manifestazione non è solo sportiva, ma anche a carattere turistico. Adesso la mente va già all’edizione 2024”. Il torneo ha visto grande partecipazione degli atleti, ben 168 tra uomini e donne provenienti da tutta Italia e da oltre confine.
Questi i vincitori della 43^ edizione
Seconda categoria, Valentin Florez ha prevalso su Silvio Mencaglia. Seconda categoria femminile: 1° classificata Giorgia Sticchi in una finale non disputata per infortunio alla giocatrice Andreina Pino (seconda classificata ).Terza categoria maschile: 1° classificato Marco De Pascalis, secondo Giacomo Mangionello. Terza categoria femminile:1° classificata, Elena Luceri, seguita al secondo posto da Marta Forte. Quarta categoria maschile: 1° classificato Filippo Pisoni, secondo Antonio Palmisano. Quarta categoria femminile:1° classificata Sonia Mastronardi, seconda Virginia Schiavone. Categoria N.C. 1° classificato un bel giovanotto tricasino dotato di una classe genuina, Ludwig Ruberto, 2° classificato Cesare Pepe
Nella foto - Categoria N.C. 1° classificato un bel giovanotto tricasino dotato di una classe genuina, Ludwig Ruberto
di Pasquale FERRARI
Giovedì, 17 agosto - Oratorio Giovanni Paolo II
A Depressa la “Sagra della Pasta fatta a Casa”: tra certezze dal passato e speranze per il futuro.
Anche quest’anno, la parrocchia di Sant’Antonio da Padova – con il patrocinio del Comune di Tricase – organizza l’appuntamento gastronomico dedicato alla pietanza più famosa della cucina tradizionale.
L’evento, che celebra il ventesimo anniversario, si ripropone immancabilmente con rigorosa puntualità, tanto da essere oramai considerato esso stesso tradizione. Consuetudine che non preclude, tuttavia, la voglia di innovazione. “Voglia di cambiamento”, si legge sulle pagine social degli organizzatori, pur con l’orecchio teso ad ascoltar “le voci di chi da vent’anni è presente in questa sagra” tanto che la promessa, neanche tanto velata – e che si è sicuri non verrà disattesa – è che “il gusto ed il divertimento saranno quelli di sempre”.
Come pure quello di sempre è il refrain che accompagna l’occasione, nobile negli intenti perché “l’intero incasso della manifestazione sarà devoluto al completamento dell’oratorio parrocchiale”.
Un oratorio monumentale, bellissimo, pensato – ancor prima che nella mente dei progettisti, gli architetti Antonio Longo, Giuseppe De Iaco ed il compianto Fernando Accogli, che lo hanno concepito – nella immaginazione di una collettività che ha sacrificato pro causa non solo quell’unica serata agostana nell’ultimo ventennio, bensì settimane, interi mesi che la precedevano, pur di vedere realizzata, completata ed utilizzata quella struttura, simbolo tangibile di un sentimento di aggregazione che pure quest’anno i numerosi ospiti attesi potranno respirare tra gli stand tra i profumi e gli odori delle pietanze che saranno preparate e consumate come sempre in enormi quantità. E d’altronde, fu proprio dal desiderio di aggregazione che nacque il primo oratorio, quello di Don Giovanni Bosco. Un ritrovo dove si faceva teatro, musica e sport e dove i giovani diventavano protagonisti di un'azione educativa sana e serena. Un intendimento, quello di Don Bosco, per il quale attività ludico-motorie rappresentavano un momento di unione tra oratoriani ed educatori, che è stato da sempre condiviso e perseguito dalla piccola grande comunità di Depressa.
Un paese intero che aveva pensato a questa grande festa estiva quale miglior occasione per raccogliere i restanti fondi destinati a completare il contributo (ammontante al 75%) della Conferenza Episcopale Italiana per la costruzione della struttura. Un paese unito che si è pure cimentato in un apposito referendum per individuare il nome da dare alla nuova costruzione: all’unanimità fu indicato il nome di papa Giovanni Paolo II, che in più occasioni aveva sostenuto che “l’oratorio è l’istituzione complementare alla famiglia e alla scuola”.
Anche per questo, specie dopo che negli ultimi anni la comunità ha dovuto metabolizzare l’assenza “fisica” della scuola, l’oratorio è oggi più che mai considerato il prolungamento, la propaggine, l’appendice del nucleo familiare, organismo sempre saldo.
Un’opera moderna (che si compone di ben otto aule per la catechesi, di un’aula magna per attività teatrali, convegni, tavole rotonde e servizi vari, finanche un campo di calcetto), che ci si augura venga sempre più spesso utilizzata secondo le idee di Don Bosco e per gli scopi per i quali è stata voluta e concepita. E realizzata da un paese intero ed unito.
Il nuovo dimensionamento, ancora sotto forma di proposta, prevederebbe la fusione, nel Salento, dei due Comprensivi di Trepuzzi, Polo 1 e Polo 2, (media alunni attuale 551, dopo la fusione 1.102), di Surbo, "Ampolo" e "Springer (media 626,5, dopo 1.253), di Leverano "Geremia Re" e "Don Lorenzo Milani" (media 659,5, dopo 1.319), di Maglie, via Manzoni e "Principe di Piemonte" (media 736,5, dopo 1.473), di Tricase, via Apulia e "Pascoli", (media 762, dopo 1.524), di Gallipoli, "Sofia Stevens" e Polo 2 (media 802, dopo 1.604), Proposta la riduzione di un'istituzione scolastica a Galatina: accorpamento Comprensivo "S. Giuseppe da Copertino", dei punti di erogazione di scuola dell'infanzia attualmente appartenenti al Polo 1, (alunni 887) quindi fusione del Comprensivi "Falcone" e del Polo 1 (alunni 1.281).
Stessa procedura a Nardò: fusione Polo 1 con "Ingusci" (alunni 1.339), quindi accorpamento "Renata Fonte", dei punti di erogazione scorporati dal Comprensivo "Ingusci" (alunni 1.200).
Infine a Lecce, saranno fuse la Secondaria "Quinto Ennio" e il circolo didattico "Battisti" (alunni 1.235).
di Pino GRECO
La “Marcia InSuperAbile” ha fatto tappa a Tricase.
Il progetto si rivolge principalmente a persone con patologie o disabilità fisiche o cognitive ma anche a persone in salute, di qualsiasi età.
Lo scorso venerdi’ dopo aver percorso le ultime tappe della via Francigena del sud Salento e piu’ di 1000 km in tutta Italia, la marcia è arrivata a Tricase. L’incontro all’ospedale Panico di Tricase- Casa di Betania.
All’evento hanno partecipato, Suor Margherita Bramato, direttore Generale dell’AO Card. G. Panico che ha evidenziato il “coraggio” che nella malattia accompagna le persone con disabilità, il Sindaco di Tricase, Antonio De Donno, che ha ringraziato per aver dato la possibilità alla comunità Tricase di accogliere questa tappa e il Prof. Giancarlo Logroscino, direttore del Centro per le Malattie Neurodegenerative e Invecchiamento Cerebrale di Uniba/Pia Fond. Card. Panico che ha in questi anni contribuito con i suoi studi e sperimentazioni cliniche a capire meglio la Demenza Fronto-Temporale e fornire maggiore consapevolezza alla comunità.
Importante è stato inoltre la testimonianza dei familiari di un paziente con Demenza Fronto-Temporale che hanno ringraziato lo staff medico del Panico per essere riusciti a diagnosticare una malattia così rara e per aver dato “dignità” alla salute del proprio padre.
Alla lunga marcia hanno partecipano ragazzi con varie disabilità con l'obiettivo dell'inclusione, indipendenza, fiducia in sé stessi quale opportunità per tutti. Insomma, un “percorso” sociale forte ed importante,uno strumento “InSuperAbile”, come supporto psicologico insostituibile in persone con disabilità fisiche e cognitive a cui garantisce un maggiore grado di sicurezza e di autostima.
di Alfredo SANAPO
Uno degli appuntamenti musicali clou del Salento, il concerto che festeggiava i vent'anni di carriera dei Negramaro, la nota band nostrana, ha avuto un risvolto negativo. Per problemi meramente organizzativi, molte persone hanno avuto non poche difficoltà a raggiungere la location dell'evento, l'Aeroporto di Galatina-Soleto.
Ho raccolto alcune dichiarazioni da parte di una famiglia tricasina circa le peripezie che ha dovuto patire per ascoltare i propri beniamini. "Nonostante avessimo regolarmente pagato - riferisce Anna Scarcella - il parcheggio a 2 km di distanza dal palco, i posti risultavano esauriti e abbiamo improvvisato, posteggiando l'auto nel primo luogo disponibile a circa 5 km. Un contrattempo - ci racconta - che ci è costato un'ora per raggiungere l'area concerto e un'ora e un quarto per tornare alla macchina: tutto al buio delle strade di campagna e in mezzo a un bagno di folla.
E, infine, tre ore di coda: mi sono coricata alle 4,40".
Per fortuna il concerto, sebbene iniziato con notevole ritardo, è andato bene e la musica ha salvato una serata che non lasciava ben presagire.
Tuttavia, il fatto racconta di un finale con scenario dolceamaro (o se volete negroamaro) degno del Sandhills, il deserto del Nebraska, noto per essere di notte oscuro e tetro (come le strade di campagne), ma ricco di vita (gli spettatori).