Lunedì, 31 luglio 2023

Tricase, nella notte tra venerdì e sabato, un furto sacrilego ha privato la cripta basiliana "Madonna del Gonfalone" della sua campana in bronzo che troneggiava sul campanile a vele svettante sul presbiterio rialzato della stessa Cripta.

Tale campana era stata donata da un devoto nel lontano 1986 e serviva da richiamo per le celebrazioni delle Messe vespertine delle domeniche estive e per dare il segno della festa nella ricorrenza annuale della celebrazione della memoria di Maria Regina dell'universo il 22 si agosto di ogni anno.

La cripta

La cripta della Madonna del Gonfalone è situata lungo la strada provinciale n. 184 che da Tricase va verso Alessano e si affaccia direttamente su questa strada pertanto gli ignoti che hanno perpetrato il sacrilego furto erano probabilmente dei professionisti in quanto coperti dalle tenebre e senza alcun rumore hanno asportato la campana senza arrecare alcun segno di scasso al campanile a vela e hanno portato via campana, cicogna e persino la corda legata al battacchio.

di Alessandro DISTANTE

E’ proprio vero: il consenso è più difficile mantenerlo che conquistarlo.  Può anche capitare che il consenso dipenda dalle buche non tappate e non anche dalle progettualità di sviluppo di una Città.

Sul nostro sito ho provato a mettere a confronto i dati di lettura di due articoli di taglio diverso: l’editoriale sull’uso dei beni pubblici, sul rapporto tra tradizione e innovazione, sul piano delle opere pubbliche e un altro articolo che informava sulla caduta di un povero cristiano per colpa di una buca stradale. Ebbene: l’articolo sulla buca ha ricevuto ben 1.246 visite in un solo giorno con tanto di improperi per la cattiva Amministrazione, mentre l’editoriale, nello stesso arco temporale, soltanto 451 lettori e zero commenti se non per qualche sbavatura sul titolo in dialetto.

Il dato è molto interessante perché ci consente di comprendere come e su cosa si forma e si mantiene il consenso.

Esagerato? Forse sì, ma in estate per suscitare un minimo di attenzione bisogna spararla grossa; ed allora, la sparo: ciò che interessa è quello che sta sotto i nostri piedi, qui ed ora, e cioè la buca da tappare!

Certo, è giusto occuparsi e preoccuparsi della persona che è caduta, ma non vedo perché non occuparsi e preoccuparsi del futuro di una terra che sconta una politica incapace di andare al di là del perseguire uno sviluppo turistico alimentato da poderosi investimenti sul recupero dei patrimoni storici e di quelli immateriali, mentre non ha saputo risolvere, ad esempio, il problema della mobilità ferroviaria con grave danno anche ambientale.

I dati usciti in questi giorni hanno dimostrato che all’aumento delle presenze dei turisti non ha fatto seguito una crescita del reddito medio dei salentini.

Il pensare a tappare le buche è importante ed è fondamentale, ma serve a poco se non si pensa anche dove si vuole andare a parare come territorio e se non si investe su processi che favoriscano l’industria, manifatturiera o meno, se non si recupera la centralità dell’agricoltura, se si continua con questa politica di un turismo che arricchisce i pochi proprietari di case (trasformate in B & B) e crea salari da fame.

Possiamo pensare solo al qui e all’oggi (le buche da tappare) quando i nostri giovani continuano ad andare via? Le nostre belle strade, finalmente lastricate e senza buche, verranno attraversate dai vecchi che saranno rimasti e dai turisti, fino a quando questi non scopriranno altri posti, parimenti belli come il Salento, dove si spende molto meno (Croazia, Albania e Grecia tanto per fare riferimenti ai nostri dirimpettai).

Ed allora, se l’interesse continuerà ad essere per i danni che provocano le buche e poco interesse susciteranno i temi dello sviluppo e della costruzione del futuro, allora il Salento sarà sempre e solo lu sule, lu mare e lu ientu, ma senza giovani e quindi senza speranza, un salotto da aprire a giugno e chiudere dopo Ferragosto, bello ma poco vissuto!

 

 

 

“Volti, luoghi e momenti di una piccola comunità”

Martedì 1 Agosto – Ore 20.00

Lucugnano di Tricase (LE)

Ingresso Libero

A Lucugnano, piccola frazione del Comune di Tricase, da alcune settimane è in preparazione la mostra diffusa “Ci vuole un paese…” promossa dall’Associazione di Promozione Sociale “Tina Lambrini – Casa Comi”.

Un vero e proprio cantiere urbano e collettivo che sta impegnando volontari, artisti e cittadini, in azioni di riqualificazione estetica e artistica del piccolo centro del Capo di Leuca.

La mostra è un vero e proprio omaggio al poeta Girolamo Comi, all’estroso e bizzarro Papa Galeazzo e all’arte della lavorazione della Terracotta: tre delle caratteristiche peculiari di Lucugnano che l’Associazione “Tina Lambrini-Casa Comi” ha deciso di valorizzare con questo progetto culturale.

La mostra si svilupperà tra Piazza Girolamo Comi (e il palazzo che fu del Poeta) e l’antica Via dei Vasai, ma successivamente includerà anche Via Don Galeazzo (nota ai Lucugnanesi come Via “du Cafudda”). Installazioni artistiche, foto, murales, disegni, decorazioni, frasi e racconti. Un percorso immersivo che, prendendo spunto dai versi di Girolamo Comi, si propone di diffondere bellezza e stupore.

Sono tanti gli artisti, non solo lucugnanesi, che hanno raccolto l’invito dei promotori e hanno deciso di partecipare all’iniziativa che sarà ufficialmente presentata al pubblico Martedì 1 Agosto a partire dalle ore 20. La serata prevede i concerti di Blumosso (Atrio di Palazzo Comi) e Mino De Santis con Pantaleo Colazzo (Piazzetta tra Via dei Vasai e Via Nazario Sauro). In piazza Girolamo Comi, per tutta la serata, area ludica a cura di AnimArte con giochi interamente realizzati in legno.

Palazzo Comi sarà aperto al pubblico con la possibilità di visite guidate all’interno della Casa Museo e Biblioteca. La biblioteca custodita a Casa Comi è un archivio storico tra i più preziosi della Puglia, composto da circa 3000 volumi con oltre 1100 testi francesi. Arricchiscono questo luogo i preziosi manoscritti, l’epistolario, i fondi Valli, Fuortes e UDI Macare. La visita a Casa Comi è un viaggio immersivo alla scoperta del Poeta lucugnanese e tra arredi storici, arazzi, librerie e preziosi volumi, il percorso guidato dai volontari dell’Associazione “Tina Lambrini – Casa Comi” consente di scoprire uno dei personaggi più significativi del ‘900 letterario salentino e pugliese. Le stanze al piano terra del Palazzo ospiteranno mostre e installazioni artistiche.

Grazie alla collaborazione con l’Associazione Archès sarà possibile anche partecipare a tour guidati nel centro storico di Lucugnano, alla scoperta di storia, tradizioni e culacchi.

Spazio anche a Kitri Ballet che catapulterà il pubblico in un viaggio danzante. Partendo dalle parole di Girolamo Comi e, insieme a Antonio e Nino, si rivivrà il duro lavoro delle Tabacchine e il momento in cui hanno avuto il coraggio di ribellarsi al "padrone". L’esibizione continuerà immergendosi nell'atmosfera salentina. Nel Salento ogni stradina ha un significato e ogni tavolo, sedia o bicchiere, abbraccia chi ci passa accanto coinvolgendolo fino a farlo sentire a casa.

I Laboratori artistici e gli attacchi d’arte della mostra “Ci vuole un paese…” proseguiranno anche nelle settimane successive, senza soluzione di continuità. La mostra diffusa, infatti, continuerà a propagarsi anche in Via Don Galeazzo che sarà interamente dedicata alle bizzarre vicende del noto “Arciprete di Lucugnano”.

Domenica 13 Agosto è prevista una passeggiata letteraria con concerto. Si partirà alle 21 da Palazzo Comi e, a piedi, si percorrerà Via dei Vasai a Lucugnano teatro delle incursioni d’arte della mostra “Ci vuole un paese…”. Lungo il tragitto, lettori e pubblico, si cimenteranno nella lettura delle poesie di Girolamo Comi che hanno dato titolo e spunto alle opere realizzate. Alle ore 22, presso l’AIA della Famiglia Baglivo in contrada “Futuse”, l’imperdibile concerto di Dario Muci con “Italo Calvino - Racconti magici e canti popolari”, le fiabe Italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti. Per due anni Calvino ha vissuto in mezzo ai boschi e palazzi incantati, col problema di come meglio vedere in viso la bella sconosciuta che si corica ogni notte al fianco del cavaliere, o con l’incertezza se usare il mantello che rende invisibile o la zampina di formica, la penna d’aquila e l’unghia di leone che servono a trasformarsi in animali.

Al termine del concerto, rientro a Palazzo Comi e visita guidata nella casa del Poeta.

La mostra “Ci vuole un paese…” e le iniziative ad essa collegate sono organizzate e promosse dall’Associazione di Promozione Sociale “Tina Lambrini – Casa Comi”, con il patrocinio del Polo Biblio-Museale di Lecce, della Provincia di Lecce e della Città di Tricase. Media Partner ufficiale dell’evento è Mondoradio Tuttifrutti. Alla realizzazione della mostra hanno contribuito la Parrocchia “Maria Santissima Assunta di Lucugnano”, con il Parroco Don Rocco D’Amico e tutti gli animatori e i bambini del Grest 2023. Un grazie particolare va espresso alle numerose attività commerciali e imprenditoriali del territorio (ma anche ai privati cittadini) che con sponsorizzazioni e contributi economici hanno scelto di sostenere questo incredibile progetto di comunità.

Mino De Santis

Un uomo libero, verace, un cantastorie unico. Paragonarlo e accostarlo musicalmente ad altri grandi cantautori, che come lui hanno viaggiato tra le parole semplici varcando la soglia del tempo e dello spazio con lo stesso spirito con cui lo fa lui, è un torto al suo pensiero, al suo modo di essere e alla sua continua lotta contro ogni tipo di stereotipo a favore della libertà e del rispetto. Mino De Santis è il cantore di una terra meravigliosa, il Salento. Con la sua voce rompe gli argini dell’appiattimento del panorama musicale senza preoccuparsi di piacere agli altri, senza nessuna mania di protagonismo, conservando la sua pungente semplicità che s’incunea nel vissuto di tutti i giorni, senza nessuna velleità di un successo fatto di soldi e visibilità. C’è chi oramai immagina la terra salentina soltanto come mare e relax, come buon cibo, oppure come mondanità nella stagione estiva, ma il Salento è ben altra cosa: è uno stato d’animo e lo si può percepire attraverso le parole di quest’uomo che è nato libero e non baratterà mai nemmeno un centimetro del suo mondo con una globalizzazione di pensiero che stronca la vera natura dell’uomo. Un artista vero è libero, sempre. La sua voce intensa e profonda che segue il ritmo lento dei battiti del suo cuore e si muove tra le righe della sua irriverente scrittura lo descrive e, contestualmente, fotografa con sarcasmo e ironia, sagacia e coraggio, i pregi, i difetti, i sogni e la piena realtà del vissuto di tutti i giorni, invitando alla riflessione. Nasce a Tuglie, un paese che conta poco più di cinquemila anime, incastonato nell’entroterra del versante jonico salentino; nelle sue vene scorre il sangue vivo della musica e delle parole che diventano carezze o graffi, ma prima di arrivare a esibirsi e a provare realmente a vivere della sua arte, lavora sodo in campagna, fa anche l’imbianchino, il commerciante e l’operatore culturale nel Museo della civiltà contadina del suo paese. Il fuoco sacro della passione però lo costringe a provarci, a uscire dal suo eremo, a cantare non solo per i suoi amici e conoscenti, e inizia così a regalare un canto libero che profuma di lavoro, terra e mare. La storia della sua vita sembra una favola antica ma è un racconto moderno che lascia ancora sperare chi crede nella bellezza dei propri sogni e sceglie di lottare ogni giorno per agguantarli con orgoglio.

Blumosso

Blumosso, pseudonimo di Simone Perrone, è un cantautore, musicista e compositore pugliese.  Il suo primo disco è In un baule di personalità multiple, del 2018. Nel 2020 pubblica un EP di cinque brani dal titolo Conseguenze. Nel 2021 esce La vita sognata, cortometraggio musicato e diretto, alla regia, dallo stesso Blumosso e Di questo è d’altri amori, l’ultimo lavoro discografico: un mini EP di 3 brani.  Blumosso è anche scrittore. L’artista ha pubblicato due romanzi. Debutta nel 2015 con Spremuta d’arancia a mezzogiorno [Editore Lupo], al quale segue Schiena Cucita [Kimerik edizioni] del 2020.

AnimArte

“Animarte”, è nata nel 2020, un progetto d’impresa certamente ambizioso che ha ottenuto il finanziamento della Regione Puglia (misura N.I.D.I) e che persegue due principali finalità: da un lato, estendere l’ambito territoriale di azione, dall’altro, produrre un’offerta di attività e servizi che trovino riconoscimento e si rifacciano, in parte, anche agli obiettivi europei in materia di inclusione, sostenibilità ambientale e partecipazione attiva (Agenda 2030). L’agenzia “Animarte” è specializzata nella realizzazione di eventi pubblici che cercano e trovano nella famiglia il target privilegiato di riferimento. L’allestimento itinerante di aree ludiche con giochi interamente realizzati in legno, di laboratori creativi e la proposta di spettacoli di teatro comico di strada, sono tutti elementi che nascono dalla volontà di restituire un’occasione di condivisione e reale inclusione, fra adulti e bambini, su di un terreno, il gioco, solo apparentemente caro solo ai più piccoli! L’area ludica è allestita con una serie di moduli in legno di varia misura appositamente realizzati per far ripercorrere agli adulti e conoscere ai bambini i giochi di una volta. I giochi, montessoriani nella loro ideazione, stimolano l’attenzione, l’abilità, la manualità fine, la concentrazione e consentono a grandi e piccini di divertirsi insieme.

Dario Muci

Cantante e musicista Salentino, affianca alla sua attività concertistica anche una appassionata e profonda ricerca sulle tradizioni orali. Discepolo del barbiere-musicista Luigi Stifani di Nardò “medico delle tarantate”, ha esordito nel mondo della musica popolare nel ‘97 col gruppo Dakkamè. Nel 2000 inizia la sua collaborazione con Officina Zoè e successivamente con Salentorkestra. Con la sua ricerca sulla tradione, porta alla luce il repertorio polifonico delle “Sorelle Gaballo” e un documentario su “Antonio Calsolaro” e la musica delle sale da barba (barberìa) nel Capo di Leuca. Ha preso parte alla realizzazione di diverse colonne sonore sia per film che per documentario. Al suo primo disco “Mandatari” (Anima Mundi 2007) seguono “Centueuna” – Salentorkestra (Anima Mundi 2008), “Canti polivocali del Salento Nardò/Arneo” – Sorelle Gaballo (Kurumuny 2009), “Sulu” (Anima Mundi/ Kurumuny 2011). Nel 2013, con Lupo Editore ha pubblicato “Rutulì – Barberia e canti del Salento”. Nell’aprile del 2016 ha pubbblicato per AnimaMundi il secondo volume dedicato alla musica delle sale da barba con un documentario allegato sul maestro Antonio Calsolaro, ultimo depositario nel Salento dell’antico repertorio di ballabili della Barberia. Ha fatto parte di progetti jazz, world ed elettronica collaborando con Paolo Fresu, Ernst Reijsenger, Valerio Daniele, Raffaele Casarano, Marco Bardoscia, Justin Adams, Julde Camara, Tenores de Orosei, Mirko Signorile. Nel 2018, fonda insieme a Enza Pagliara, la casa editrice Nauna Cantieri Musicali e pubblica MAREA Pagliara/Muci; “ Canti narrativi a Nardò” con le Sorelle Gaballo.

Continua l’Estate de Il Volantino

IL 4 AGOSTO (VENERDÌ) AVREMO COME OSPITE ANTONIO CAPRARICA. L’INCONTRO SI SVOLGERÀ NELL’ATRIO DI PALAZZO GALLONE CON INIZIO ALLE ORE 21,00.

Antonio Caprarica, oramai un amico de Il Volantino, ritorna a Tricase per presentare il suo ultimo libro. Protagonista, il nuovo Re inglese, Carlo III.

L’Autore ci farà viaggiare all’interno della Corte, svelandoci, con la sua solita maestrìa, vizi e virtù della Casa Reale inglese ed in particolare gli aspetti meno conosciuti di Carlo III.

Numerose sono le curiosità e le domande che nascono leggendo il Libro e che proveremo a sottoporre ad Antonio Caprarica e così per esempio:

E se anche per la monarchia dovesse fare i conti con il consenso popolare? E se la successione al trono dipendesse dall’opinione pubblica? E se fosse la stampa a guidare gli umori di un popolo? E se la vita privata di un futuro monarca fosse condizionata dal compito assegnatogli dal destino? E se gli amori reali rispondessero a ragioni di testa più che a ragioni di cuore? E se Camilla non fosse poi una donna così malvagia? E se le guerre in famiglia non fossero casi isolati? E se la Brexit avesse segnato la fine dell’impero britannico? E se fosse ormai superata l’idea di un re capo di una Chiesa? E se l’idea di una persona simbolo di unità stesse prendendo piede anche in Italia? E se Carlo fosse un re-filosofo? E se Carlo avesse visto giusto sull’ambientalismo e sul volontariato? E se avessimo sempre bisogno delle favole? E se………………………….

Se poi volete porre Voi delle domande, non avete che da inviarle alla nostra redazione Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Previa selezione, le rivolgeremo all’Ospite e così renderemo la serata ancor più frizzante!

Antonio Caprarica è stato per quasi quindici anni popolarissimo corrispondente della RAI da Londra. La sua profonda conoscenza della società britannica arricchisce la vasta esperienza internazionale accumulata in molti anni di reportage televisivi dall’estero: per la RAI è stato prima inviato di guerra in Afghanistan e Iraq, poi corrispondente da Gerusalemme, Il Cairo, Mosca, Parigi. Ha lavorato nella carta stampata come commentatore politico dell’Unità e di Epoca e poi condirettore di Paese Sera, e in radio, come direttore dei Giornali Radio RAI e Radio 1. Per la sua attività ha ricevuto i più prestigiosi premi di giornalismo. E’ autore di saggi, racconti di viaggio e romanzi. Ha pubblicato numerosi libri sulla famiglia reale inglese. E’ spesso ospite di trasmissione televisive e di talk show. Ha ricevuto il Premio Il Volantino nel 2008.

L’8 AGOSTO (ATRIO DI PALAZZO GALLONE INIZIO ORE 21) AVREMO CON NOI NATASHA KORSAKOVA.

L’incontro è organizzato dal Volantinoinsieme alla Associazione Eleusi protagonista da alcuni anni di Estati di musica classica, e non solo di musica, con interpreti di livello che girano tutto il Salento.

Natasha Korsakova è una rinomata ed affermata violinista di livello internazionale che, da qualche anno, ha scoperto il piacere di scrivere romanzi gialli.

La Korsakova –che parla correntemente cinque lingue (russo, tedesco, italiano, inglese e danese) iniziò i suoi studi con il padre, il famoso Andri Korsakov al Conservatorio di Mosca. Si trasferì quindi in Germania dove continuò i suoi studi, prima con Ulf Klausenitzer a Norimberga e poi con Saschko Gawriloff a Colonia.

Ha ricevuto la medaglia d’argento al Concorso Henryk Szeryng nel 1997 ed è stata premiata al Concorso Stradivarius di Cremona nel 2011.

Ha lavorato come solista in tournée con la Russian State Chamber Orchestra, la Russian Academic State Orchestra e la Moscow Philharmonic

Nel 1994 ha debuttato nella Filarmonica di Berlino

Ha girato esibendosi nel mondo, in quadi tutti i Paesi europei, in America e Giappone. Nel 1998 è stata premiata come artista dell’anno in Cile. Dopo un recital davanti al Presidente della Repubblica italiana e diversi concerti a Milano, la Korsakova ha ricevuto nel luglio 2008 il Premio Catullo come artista dell’anno in Italia.

Poi il concerto in Sala Nervi in Vaticano alla presenza di Benedetto XVI con il compagno, il violinista Manrico Padovani.

Korsakova è ospite fisso dei Festival internazionali come Uto Ughi per Roma, Ludwigsburg Festival, Incontri Asolani, Schleswig-Holstein e Lockenhaus Festival.

Dal 2011 è ambasciatrice culturale della Fondazione Sorella Natura ad Assisi.

Da alcuni anni si è cimentata con successo nella scrittura.

Il luogo nel quale i suoi gialli si svolgono è Roma ed il Commissario Di Bernardo si muove, sulla scena, con tutto il suo spessore di uomo dai contorni che vanno molto al di là del suo mestiere.

La Korsakova è capace di ambientare i suoi scritti nel mondo della musica e di far volare il lettore attraverso gli anni ed addirittura i secoli, legando il fatto a situazioni storiche che lei presenta con assoluta padronanza frutto dalla sua profonda conoscenza del mondo e della storia della musica.

“Ultimo concerto romano” fa seguito a “L’ultima nota di violino”, che ha vinto il Premio Speciale Edoardo Khilgren Opera Prima

 

Si è trattato di un guasto elettrico o di una perdita di carburante.

Ad andare in fiamme una Smart il cui conducente, un uomo di Tricase accortosi delle fiamme che velocemente stavano avvolgendo l’abitacolo, ha abbandonato l’auto in tutta velocità.

Il fatto è accaduto questa mattina intorno alle 6,30 in via Luigi Galvani.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Tricase.  Per il conducente fortunatamente solo tanta paura

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