Tricase,27 marzo 2020
Precisazioni del medico curante
In qualità di medico curante del sig. VITO ZOCCO preciso quanto segue: il paziente non risulta, al momento, affetto da infezione da covid19 ;
si è diffusa in data odierna l'allarmante notizia che il sig. Zocco fosse risultato positivo al tampone diagnostico, al quale è stato sottoposto in via precauzionale, poichè un suo collega di lavoro ,non di Tricase, aveva avuto contatti con una persona risultata positiva al test.
Preciso che il sig.Zocco sta osservando in maniera rigorosa le indicazioni prescritte per la quarantena fiduciaria, non ha sintomi riconducibili ad infezione da covid19,in attesa del risultato del tampone.
Tanto ho ritenuto di dover precisare per la serenità del mio assistito che ha subito pressanti ed ingiustificate considerazioni sulla sua presunta patologia
Dott.ssa Anna Maria Girasoli
27 Marzo 2020
Il bollettino epidemiologico della Regione Puglia dice:
1 CASO A TRICASE
CORONAVIRUS:PRIMO CASO A TRICASE
Il dott. Pierangelo Errico, direttore sanitario dell'ospedale Car.G.Panico di Tricase: “ Non è all’ospedale Panico ”
QUESTI DOVREBBERO ESSERE I COMUNI
( IN PROVINCIA DI LECCE) “CONTAGIATI”
LECCE
ARADEO
GAGLIANO DEL CAPO
VEGLIE
GALLIPOLI
ARNESANO
CALIMERA
CAVALLINO
GALATONE
MAGLIE
MELENDUGNO
MELISSANO
POGGIARDO
SQUINZANO
PRESICCE
ALEZIO
CUTROFIANO
LIZZANELLO
RACALE
TRICASE
MELISSANO
MURO
STERNATIA
La direzione generale del “Cardinale Panico” ha voluto ringraziare la CEI e la Conferenza Episcopale Pugliese “che attraverso anche il contributo economico ci spronano ad una più intensa e concreta azione
Nata in un momento difficile della vita del nostro Paese, in una terra che viveva, all’indomani del secondo conflitto mondiale, la sofferenza dell’immigrazione ma anche del sottosviluppo della povertà e della miseria, l’Azienda Ospedaliera Giovanni panico di Tricase è stata, soprattutto in quegli anni, ma continua ad esserlo ancora oggi nelle mutate situazioni, punto di riferimento nel territorio salentino, un luogo dove l’assistenza agli ammalati e ai sofferenti si coniuga con la testimonianza di una fede che guarda a ogni uomo e a tutto l’uomo.
Oggi il Paese si trova a vivere una situazione che, da varie parti, è stata definita più grave di quella vissuta dall’Italia nel dopoguerra, e alla pandemia del virus Covid-19 si risponde con l’impegno di tutte le realtà che operano in una struttura sanitaria: medici e infermieri, personale sanitario e amministrativo, donne e uomini che di fronte alla gravità della situazione non si tirano indietro, anche a rischio della loro stessa vita, come, purtroppo, stiamo registrando in questi giorni difficili.
Papa Francesco ha chiesto di rispondere alla pandemia con la preghiera, ma anche con le opere.
“La nostra preghiera, come struttura ospedaliera attiva nel territorio salentino”, si legge in una nota della Direzione generale dell’Azienda Ospedaliera tricasina, “si fa azione concreta per continuare ad essere accanto alle donne e agli uomini, ai giovani e agli anziani che hanno bisogno di cure e assistenza. Il nostro grazie oggi va alla Conferenza Episcopale Italiana che ha voluto destinare una parte dei fondi dell’8 per mille ad alcune realtà assistenziali, come il Cottolengo di Torino e l’Istituto Poliambulanza di Brescia, compreso il nostro Ospedale di Tricase”.
Il “Cardinale Panico” ha voluto ringraziare anche la Conferenza Episcopale Pugliese che ha espresso la Sua vicinanza ed il sostegno agli Ospedali Cattolici presenti in Puglia (Casa Sollievo di S. Giovanni Rotondo, Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti e Ospedale Panico di Tricase), con un contributo dei Fondi dell’8 per mille”.
“Grazie alla CEI e alla CEP che attraverso anche il contributo economico ci spronano ad una più intensa e concreta azione, confortata dalla preghiera. E lo fanno nel giorno in cui la Chiesa fa memoria dell’Annunciazione e ricorda i 25 anni della Lettera enciclica di san Giovanni Paolo II “Evangelium Vitae”. Promuovere e difendere la vita non è un concetto astratto, scrive, “ma si manifesta sempre in una persona in carne e ossa: un bambino appena concepito, un povero emarginato, un malato solo e scoraggiato o in stato terminale, uno che ha perso il lavoro o non riesce a trovarlo, un migrante rifiutato o ghettizzato… La vita si manifesta in concreto nelle persone”.
di Alessandro Distante
L’articolo 35 del Decreto Legge 2 marzo 2020 n. 9 fa divieto ai Sindaci di adottare ordinanze in materia di coronavirus in contrasto con le misure statali, pena la loro inefficacia.
Il Prefetto di Lecce, nei giorni scorsi, non ha mancato di bacchettare alcuni Sindaci, tra i quali anche quello di Tricase, per aver adottato ordinanze al di fuori di quanto previsto dalle misure varate dal Governo.
IL PREFETTO DI LECCE - La dott.ssa Maria Teresa Cucinotta
In particolare il sindaco Chiuri ha, dapprima, emanato un’ordinanza di chiusura per disinfestazione delle Scuole di Tricase, poi un’ordinanza di chiusura del mercato settimanale, poi un’ordinanza sulla distribuzione di volantini, quindi sulla chiusura dei distributori di acqua e poi ancora un’altra ordinanza sul divieto di recarsi in campagna se non per svolgere attività agricola.
Alcune di queste hanno anticipato provvedimenti governativi, sicchè si potrebbe dire che il Sindaco di Tricase è arrivato prima del Governo; altre, come quella sul mercato, è stata adottata il 16 marzo anche se il Governo (DPCM 11 marzo) li aveva già vietati; per altre, infine, come quella sull’attività agricola, sulle case dell’acqua o sui volantini, anche quelli distribuiti da associazioni culturali, il problema rimane.
Secondo il Prefetto di Lecce quelle ordinanze “non appaiono conformi alle normative nazionali ed anzi alcune rischiano di comprimere ulteriormente alcuni diritti costituzionalmente garantiti senza l’avallo, quanto meno, di una norma primaria che ne valuti i limiti e la compatibilità ordinamentale”.
Lo dice il Prefetto di Lecce dott.ssa Cucinotta, così rischiando di incappare nell’accusa di sciacallaggio da parte del Sindaco di Tricase e di qualche Consigliere secondo cui il Sindaco deve essere sostenuto in ogni modo e per ogni iniziativa, pena … il diffondersi del coronavirus