I POVERI AUMENTANO E LA PARROCCHIA SI MOBILITA

Intervista a don Flavio Ferraro

In tempi di coronavirus anche le Parrocchie hanno dovuto cambiare le loro modalità di vivere l’impegno pastorale. Molti gli appuntamenti per le Messe e per i momenti di preghiera; tutti attraverso video e molti in diretta streaming. Abbiamo raggiunto, ovviamente per telefono, il parroco della Chiesa Madre, don Flavio Ferraro al quale abbiamo rivolto alcune domande.

Come vivi questo momento di distacco forzoso dalla tua comunità?

E’ inutile dirlo: mi sento in clausura. Per me, come per tutti noi parroci, il contatto con le persone, con i nostri parrocchiani è fondamentale. Non basta la parola, che cerchiamo di far arrivare attraverso le dirette streaming e il telefono; mi manca il contatto fisico, il guardare i volti dei miei parrocchiani, stringere loro la mano. In questo momento di emergenza è necessario fare così, ma non è pensabile una comunità parrocchiale virtuale.

Chi è che vive con maggiore difficoltà questo momento?

Certamente le persone anziane. Per loro, lo stare chiuse in casa, tante volte da sole, è una sofferenza enorme. Per i ragazzi è molto diverso: attraverso le video-cam oppure con i cellulari o internet riescono a riempire il loro tempo ma anche a rimanere in contatto tra di loro e sviluppare anche una certa creatività. E poi hanno l’impegno della scuola, seppure a distanza. Mentre, per gli anziani, non è così. Se penso a qualche vecchietta che aveva come unica uscita la Messa quotidiana, mi viene tanta tristezza.

Le attività di volontariato sono state sospese?

La Mensa di fraternità abbiamo dovuto sospenderla per ovvi motivi. Ma i bisogni aumentano e ai poveri di ieri si aggiunge e si aggiungerà a breve una nuova vasta schiera di poveri. Penso soprattutto a tante persone, con nomi e cognomi e con famiglie a carico, che hanno lavorato, talvolta lavoricchiato, ma comunque raggiungendo quelle risorse economiche che consentivano loro di portare avanti la famiglia. Da oggi e soprattutto tra qualche settimana, e non parlo di mesi, le situazioni di difficoltà cresceranno notevolmente e il rischio di esplosione del disagio sarà altissimo. Non possiamo soltanto pregare; dobbiamo pensare a loro ed intervenire.

Hai pensato a qualcosa in particolare?

Stiamo elaborando un progetto che vogliamo chiamare: spesa-sospesa, un po’ come il caffè sospeso, pagato per chi viene dopo. E’molto semplice: non vogliamo raccogliere soldi da dare a chi ha bisogno. L’idea è che chi vuole può recapitare alla Parrocchia dei buoni-spesa che io poi donerò a chi ne ha bisogno. Il buono spesa verrà lasciato in alcuni punti di raccolta. Sto pensando a casa mia (nella mia cassetta) e a tre rivendite di tabacchi, che in questo periodo possono rimanere aperte. Io passerei a raccogliere i buoni spesa donati e li consegnerei a chi conosco, a persone cioè delle quali conosco l’effettivo bisogno. Il progetto verrà avviato in forma sperimentale ma, d’intesa con la Caritas diocesana, potrà essere esteso alle altre Parrocchie della Foranìa.Ed è grazie alla Caritas diocesana che cerchiamo di provvedere ad altre esigenze, come il pagamento delle bollette per la fornitura di servizi essenziali; talvolta serve solo una integrazione, quanto manca a pagare la bolletta; altre volte paghiamo l’intero. E sempre con la Caritas, laddove è possibile e dove vi è urgenza, la Parrocchia non fa mancare gli alimenti. Ma ripeto, il futuro, con la crisi che ha portato il blocco delle attività per il coronavirus, sarà molto difficile e dobbiamo essere attenti ai tanti nuovi bisogni.

Pensi di coinvolgere i tuoi gruppi parrocchiali in questo progetto della spesa-sospesa?

Sì certamente; non intendiamo mettere in campo la squadra dei ragazzi ma la partecipazione dei grandi, specialmente dei capi scout sarà fondamentale.

Come vedi la risposta della Città in questo momento?

Ho saputo che l’Assessorato ai Servizi Sociali sta coinvolgendo le associazioni per organizzare una forma di volontariato ampia. Io ho dato la mia personale disponibilità alla Pro Loco. Ma a tutt’oggi non si è potuti partire; l’ultima notizia è che sta per essere approvata una delibera comunale che ufficializzi l’iniziativa. Ma intanto bisogna intervenire: le necessità ed i poveri non possono aspettare.

Quali sono le conseguenze del coronavirus sui Sacramenti?

Domenica prossima era programmata la Cresima ma ovviamente è stata rinviata. La Prima comunione è programmata per il 17 maggio, vedremo. Purtroppo molti matrimoni, fissati per i mesi di marzo-giugno, sono stati rinviati a dopo l’Estate

I gruppi parrocchiali stanno continuando, e come, la loro esperienza di comunità?

Le catechiste non perdono tempo; fanno giungere ai ragazzi schede e materiale vario. In questo modo riescono a tenere vivo il senso di appartenenza al gruppo e farli crescere. Io poi preparo la Messa domenicale delle 10; invio ai ragazzi una specie di introduzione e poi mi seguono nella celebrazione, da casa certo, ma debbo dire in

maniera partecipata. Sono molto felice di ricevere messaggi, magari a distanza di tempo, ma comunque belli perché spontanei.

Insomma don Flavio continui nella tua incessante operosità

Mi sento in clausura sì, ma non mi posso fermare.

Tricase,28 marzo 2020

La mia colonna di Alfredo De Giuseppe

Alcune cose connesse al coronavirus vanno ricordate, a futura memoria, fermate qui e ora, in questo preciso momento storico, in queste settimane di clausura. Almeno alcune tendenze nelle loro sfumature recondite e futuribili. Prima di tutto sta per finire la ventata, quasi una tempesta, antiscientifica.

Sono quasi spariti dal web i no-vax, ignoranti assurti fino agli scranni del Parlamento, gente che non aveva visto in vita sua neanche un programma televisivo di Piero Angela.

Gente che ignora ancora oggi che i virus, i batteri ci hanno permesso di esistere, di creare i nostri anticorpi. Ignorano le decine di epidemie che da sempre hanno colpito l’umanità, senza bisogno di agenti segreti e fameliche società farmaceutiche. Gente fomentata da un web sempre più sconcertante, che ancora oggi ama parlare di complotti, di scienziati che hanno volutamente sparso nell’aria una sostanza micidiale.

Intanto però non sono più no-vax e aspettano con ansia un vaccino liberatorio (che in genere la multinazionale tiene nascosto in un cassetto). Queste persone oggi sono disorientate, ma sempre pronte ad accettare la verità più inverosimile, purché non comporti una loro presa di coscienza.

In questo momento sono semi-nascosti anche i sovranisti a tutto tondo. Quelli che negli ultimi anni hanno immaginato, su input di politici in malafede, che l’autarchia fosse la soluzione di tutti i problemi. Ora hanno capito che il virus così come le merci, i soldi, le persone sono ormai interconnesse e se va male l’America o la Cina, va male anche l’Europa. Hanno capito?

O sono ancora imbevuti di spot e post che inventano nemici ad ogni passo, con preferenze per la Merkel, Macron e l’Europa? Possibile che ancora non si sia compreso che solo un’Europa unita e governata in modo univoco, può migliorare la nostra vita, la nostra economia, il nostro ambiente?

L’immigrazione non è più il problema dei problemi. Nessun politico va in Tv a dire che dobbiamo mandare tutti a casa loro, così qui la ricchezza tornerà a sorridere agli “italiani veri”. Ora noi, come quei poveracci in mezzo al mare, stiamo solo pensando a come salvare la pelle.

Nel frattempo sono in via di estinzione le richieste di miracoli ad personam, come se fosse arrivata improvvisa l’illuminazione che i problemi si risolvono nella loro globalità, nelle leggi di una comunità, non all’interno di una visione personalistica del rapporto con la natura e tutto ciò che ci circonda. Sembrerebbe sia in atto una minore attenzione ai santi e una maggiore propensione verso la ricerca di una comunità consapevole.

Le nostre vite si stanno spostando con veemenza verso il virtuale. Sarà difficile stare insieme come un tempo, per molto tempo ancora. Il vaccino se ci sarà non eliminerà il virus che continuerà ad esistere dentro di noi, come è successo ad esempio per il morbillo e la varicella. Quindi la scuola cambierà molto: buona parte dei programmi si potranno svolgere on-line e forse alcuni problemi logistici saranno finalmente risolti.

Viaggeremo in modo diverso e comunque solo con un consenso di tracciabilità attraverso i nostri cellulari che a loro volta indicheranno ogni persona che avremo incontrato. Siamo oltre l’immaginazione di ogni autore di fantascienza, ma questo è, e ancora di più sarà. I droni ci porteranno la posta e controlleranno che la nostra casa sia in ordine, in ogni suo aspetto: e sicurezza sia.

Un altro modo di vivere che si farà strada nei prossimi anni, nei prossimi business: la spesa si farà con le app delle varie catene di supermercati senza muoversi da casa. Potremo scegliere fra migliaia di articoli senza prendere il carrello e fare la fila alla cassa. E alla fine fra pochi decenni il sesso sarà un ricordo: sarà impossibile toccarsi, ci si potrà voler bene a distanza, nel modo che si imporrà più conveniente.

E infine i figli in provetta si ordineranno su una piattaforma mondiale, dando le dovute credenziali e le necessarie carte di credito.Insomma un’accelerazione sull’evoluzione della nostra specie, per colpa di un virus, o forse grazie a lui,portandola verso direzioni nuove, sconosciute, forse di maggiore solitudine, di maggiore interconnessione.Non lo so, ma certamente il virus infettante ci ha fatto intravedere un sacco di cose del mondo che verrà.

Un’ultima cosa sulla cittadina che vivo, la mia Tricase. A tutt’oggi non c’è nessun caso di contagio da Covid-19. Ne siamo tutti felici e speriamo che continui così.Ma un avvertimento: non è merito del sindaco, degli assessori, dei consiglieri di semi-opposizione o di quelli decisamente contrari, neanche dei medici o dei farmaci, ma di quella cosa che la protezione civile si ostina a invocare come “distanziamento sociale”.Nessun contagio perché qui la distanza sociale si applica da anni, in silenzio, senza neanche soffrire tanto.

Tricase,28 marzo 2020

Dalla pagina di facebook del sindaco Carlo Chiuri

AGGIORNAMENTO COVID-19 TRICASE

A seguito dei necessari approfondimenti effettuati nella nottata appena trascorsa e nella mattinata odierna, informo la cittadinanza che anche a Tricase, purtroppo, vi è un caso di contagio da covid-19.

Si tratta di un paziente già seguito dai competenti servizi ASL, che aveva osservato un primo periodo di quarantena e, in attesa dell'esito degli esami, su indicazione del Comando di Polizia Locale e della ASL, permaneva, con alto senso di responsabilità e seppur in assenza di ulteriori indicazioni ufficiali, in auto-isolamento in casa.

Invito pertanto la cittadinanza tutta a continuare ad osservare scrupolosamente le disposizioni precauzionali già adottate a livello locale e nazionale.

Esprimo il mio rammarico per l'assenza di informazioni ufficiali al momento in cui scrivo e vi assicuro il mio costante impegno a tutela di tutta la comunità.#maicomeadessodobbiamorestareacasa

IN SEGNO DI LUTTO

Tanti cittadini già lo stanno facendo. E ora anche gli edifici pubblici esporranno il tricolore in segno di lutto.
ll sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro ha firmato una circolare che invita tutti gli edifici pubblici a esporre la bandiera italiana a mezz'asta nella giornata di martedì 31 marzo in segno di lutto per le vittime del coronavirus, di vicinanza ai familiari delle vittime, di partecipazione nazionale al cordoglio delle comunità più colpite

Venerdi,27 marzo 2020 - Fonte Regione Puglia

Aggiornamento del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulle forniture da parte della Protezione civile nazionale, dei dispositivi di protezione individuale (DPI) destinati a tutti coloro che stanno svolgendo servizi essenziali, come medici, personale sanitario, 118, medici di famiglia e farmacisti:

"La notte scorsa sono arrivate qualche migliaio di mascherine dopo le nostre pressioni.

Abbiamo il necessario per andare avanti un altro giorno, ma abbiamo anche la promessa da parte del Governo e del commissario Arcuri di ottenere consegne quotidiane. Più in generale - aggiunge Emiliano - ci auguriamo che anche gli ordini per 32 milioni di euro di mascherine, tute, occhiali e ventilatori che abbiamo fatto come Regione Puglia sul mercato parallelo possano andare a buon fine. Va detto che stiamo ricevendo la collaborazione di tutti. Le banche, per esempio, sono rimaste aperte fino a tardi per consentirci di inviare le lettere di credito.

Fino ad oggi, lo voglio ribadire, siamo andati avanti con le nostre scorte, quelle che avevamo prudentemente messo da parte per tempo. Nessuno avrebbe potuto acquistare allora quantitativi superiori. Quindi abbiamo già fatto un vero e proprio miracolo. Non molliamo".

Il dirigente della sezione Protezione civile della Regione Puglia, Mario Lerario, comunica che da ieri a oggi 27 marzo sono arrivate da Roma – Dipartimento Protezione Civile le seguenti forniture:

3.480 mascherine ffp3

34.800 mascherine ffp2

30.000 bende tipo "Montrasio"

2.000 tute

11 ventilatori meccanici per terapie intensive (che si aggiungono ai 5 ventilatori già arrivati)

Si ricorda che il fabbisogno giornaliero della Regione Puglia è:

mascherine ffp3 33500

mascherine ffp2 33500

Tute 21350

ventilatori meccanici per terapie intensive = fabbisogno 408

 

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