Lunedì 20, giorno del 27° anniversario della morte del Servo di Dio, il vescovo Mons. Angiuli si recherà ad Alessano per pregare sulla tomba di don Tonino.

Intanto la Fondazione “Don Tonino Bello” mette le risorse provenienti dai diritti di autore di alcune pubblicazioni, a disposizione della parrocchia di Alessano e della Caritas della diocesi

In occasione della ricorrenza del ventisettesimo anniversario della morte di don Tonino Bello il vescovo della Diocesi di Ugento – S.M. di Leuca, Mons. Vito Angiuli si recherà sulla sua tomba ad Alessano per una preghiera.

Ventisette anni fa moriva uno degli uomini più amati della nostra terra della seconda metà del secolo scorso.

Il 20 aprile del 1993 ci lasciava Mons. Antonio Bello, che affettuosamente e semplicemente è conosciuto come don Tonino come egli si faceva chiamare anche da Vescovo.

È stato l’educatore e l’evangelizzatore della sua diocesi di origine, Ugento – S. M. di Leuca, ed il pastore e il profeta durante il suo episcopato nelle Chiese di Molfetta Giovinazzo Terlizzi e Ruvo e nella sua presidenza di Pax Christi Nazionale.

La forza della sua parola, declinata sempre sulle pagine del vangelo, da quando ci ha lasciato ha mantenuto viva e palpitante la sua presenza nella Chiesa italiana di oggi, tant’è che molti oggi lo conoscono attraverso i suoi scritti e il racconto dei suoi gesti e della sua testimonianza, che è così limpida e attuale, che pur non avendolo veduto in vita, lo sentono presente e vicino quasi in modo più intenso attraverso la dinamica e l’afflato spirituale che ha suscitato e ancora suscita nell’animo di tutti.

Sicché possiamo ben dire che la sua non è stata una morte, ma un dies natalis, come è ormai consueto ricordare la sua dipartita, che manca ancora del sigillo dell’ufficialità per poter dire che Don Tonino, nei giorni della sua vita terrena e del suo ministero, è stato l’uomo delle beatitudini evangeliche, che ha vissuto, respirando e facendo respirare, la vita di Cristo.

Tutta la sua esistenza è stata declinata sul modello divino, appartando ovunque l’esempio della mitezza, della franchezza, della consolazione e della profezia.La Fondazione don Tonino Bello, costituita qualche hanno dopo la sua morte, ha cercato di contribuire a mantenere viva la sua parola e la sua testimonianza, cercando di far rivivere il suo spirito di solidarietà e di intelligenza.

In diversi modi, secondo le circostanze, ha rilanciato la pratica del discernimento sugli avvenimenti rivisitati alla luce del pensiero e della spiritualità dell’insigne maestro, compiendo anche dei gesti che hanno avuto l’intento di disporsi nel percorso della sua fattiva solidarietà e carità.

Perciò in questo memento particolare di grande afflizione e di lotta a causa del gravissimo morbo che sta infestando il mondo intero, la Fondazione, così come avrebbe fatto don Tonino, nel suo piccolo, mette a disposizione le risorse provenienti dai diritti di autore di alcune pubblicazione, donandole alla parrocchia di Alessano e alla Caritas della diocesi di Ugento – S.M. di Leuca, allo scopo di provvedere ad interventi di sostegno e di intervento nei confronti di persone e famiglie bisognose del territorio.

In occasione del Dies Natalis del Servo di Dio, la televisione vaticana TV2000 terrà un collegamento in diretta proprio con S.E. il Vescovo Angiuli nel corso del programma “Bel tempo si spera” in onda lunedi 20 aprile, dalle 9 alle 9,30.

di Pino Greco

Una vasca (che si trova sulla via per Marina Serra) a difesa del Canale del Rio di Tricase.

Il TAR di Lecce, con una sentenza depositata in questi giorni, ha affermato la legittimità degli atti con i quali il Comune di Tricase ha realizzato una vasca in cemento armato destinata alla grigliatura e sedimentazione delle acque provenienti dalla rete pluviale separata.

Il contenzioso, che si protrae da anni e che ha visto interessato anche il Tribunale Superiore delle Acque, è stato promosso da una cittadina che, proprietaria di una casa in campagna, si duole della realizzazione di quella vasca ad una distanza di pochi metri dalla sua abitazione, sostenendo che avrebbe violato la distanza minima di 100 metri.

Alla base, la convinzione che anche la vasca farebbe parte dell’impianto di depurazione e che quindi anche quella vasca deve rispettare la distanza prevista per detti impianti.

I Giudici Amministrativi, accogliendo quanto prospettato dall’avv. Alessandro Distante difensore del Comune di Tricase, hanno invece deciso in senso contrario: la vasca non è parte dell’impianto depurativo già esistente, ma si limita a raccogliere le acque meteoriche che provengono da una conduttura separata.

Da qui l’ulteriore conseguenza che non trovano applicazione le distanze previste invece per un impianto di depurazione di acque reflue e nere. Il TAR non ha mancato di evidenziare che, peraltro, quelle distanze riguardano le zone abitate, residenziali o commerciali o di traffico notevole, come a dire che non trovano applicazione in una zona agricola e con case sparse.

Il contenzioso aveva visto una prima fase svoltasi innanzi al Tribunale Superiore delle Acque di Roma; anche in quell'occasione i Giudici hanno dato ragione al Difensore del Comune il quale, in quella sede, aveva contestato l’ammissibilità del ricorso perché proposto ad un Giudice che non ne aveva la competenza: non si trattava di un impianto per l’uso di acque pubbliche perché le acque, una volta sottoposte a grigliatura e sedimentazione, avrebbero trovato sbocco in mare e non sarebbero state riutilizzate ad usi irrigui.

La vasca realizzata dal Comune di Tricase (costo preventivato 750.000 euro) è già da tempo in funzione; con questo impianto il Comune provvede ad intercettare le acque che vengono canalizzate e le sottopone ad un processo di grigliatura, così eliminando i corpi grossi, e di sedimentazione, così facendo depositare gli altri detriti. Dopo questo trattamento le acque dalla vasca vengono reimmesse nel canale che porta le acque a mare presso il Canale del Rio.

Il trattamento delle acque piovane –secondo il progetto realizzato dal Comune- evita che le acque portino in mare scorie di qualsivoglia natura ed in questo modo si pensa di aver salvaguardato uno dei punti più belli della costa salentina.

Tante erano le polemiche e le proteste per l’immissione delle acque nel canale e l’inquinamento di quelle acque, diversamente e naturalmente cristalline

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 18 aprile, in Puglia, sono stati registrati 2.145 test per l'infezione Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 82 casi, così suddivisi:

25 nella Provincia di Bari;

2 nella Provincia Bat;

19 nella Provincia di Brindisi;

15 nella Provincia di Foggia;

9 nella Provincia di Lecce;

4 nella Provincia di Taranto;

1 fuori regione

7 non attribuiti.

Sono stati registrati 7 decessi: 1 in provincia di Bari, 2 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Brindisi, 1 in provincia BAT, 1 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 40.423 test.

401 sono i pazienti che risultano guariti.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.409, così divisi:

1.075 nella Provincia di Bari;

335 nella Provincia di Bat;

458 nella Provincia di Brindisi;

822 nella Provincia di Foggia;

443 nella Provincia di Lecce;

239 nella Provincia di Taranto;

26 attribuiti a residenti fuori regione;

11 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Sabato,18 aprile 2020

Un tricasino verso la presidenza dell’Enel.

Nato nel 1972.

Dal 2009 è partner fondatore dello studio legale Riolo Calderaro Crisostomo e Associati di Milano.

E’ stato consigliere di amministrazione di Ansaldo Sts,in rappresentanza del socio Elliott.

(fonte Il Sole 24 ORE).

Michele Crisostomo,avvocato specializzato nell’assistenza a banche  e assicurazioni

Nella foto l’avv.Michele Crisostomo

(con la fascia tricolore in occasione del matrimonio dell’architetto Giuseppe Cavalieri)

 

 

Tricase,17 aprile 2020

di Alessandro Distante

Tante le iniziative di volontariato sorte spontaneamente in questo periodo, tutte encomiabili, specialmente se fatte senza alcun clamore o pubblicità. Accanto alla macchina della solidarietà del privato-sociale è partita quella istituzionale. Numerosi gli interventi del Governo e forte la richiesta di interventi a livello europeo ed internazionale.

Tra i primi concreti interventi del Governo anche i buoni alimentari; 400 milioni di euro distribuiti dalla Protezione Civile ai Comuni italiani e tra questi, ovviamente, anche al Comune di Tricase, dove sono giunti € 141.429. Il Comune ha così adottato una delibera delle Giunta con le linee guida dell’operazione e poi, a mezzo dei Servizi Sociali e del competente Assessorato, si è messo subito al lavoro per informare i cittadini ed invitarli ad inviare un modulo contenente alcuni dati utili per poter fruire dei buoni stessi.

Per chi viene ritenuto in possesso dei requisiti, il Comune ha deciso di assegnare buoni di taglio diverso a seconda dei componenti il nucleo familiare. Si va da buoni di 100 euro per nuclei con un solo componente fino a buoni da 500 euro per nuclei familiari formati da 5 o più componenti. Gli importi vengono poi dimezzati per destinatari di sostegni pubblici. Sono stati infine previsti ulteriori buoni in caso di presenza di minori fino a 6 anni. Fin qui tutto bene.

I problemi sono sorti nel momento in cui, per ritirare i buoni, le persone si sono dovute mettere in fila, qualche volta all’esterno del Palazzo Municipale e quindi senza alcuna garanzia di privacy.

Una condizione che è stata avvertita come imbarazzante se non addirittura umiliante. Eppure il Comune aveva dato avviso che i beneficiari sarebbero stati informati telefonicamente dell’esito della richiesta con le indicazioni di tempi e di modi per la consegna dei Buoni spesa. Evidentemente questo sistema –che avrebbe garantito maggiore ordine ed evitato quanto accaduto- non ha funzionato.

Altra questione sorta è stata quella della difficoltà di comprendere quali siano i criteri per la selezione delle domande; l’avviso pubblico contiene un generico rinvio ad una istruttoria sulla base di quanto auto dichiarato nelle domande. Al termine dell’esame delle domande non si ha notizia di una graduatoria generale, perché l’istruttoria delle domande avviene “a scorrimento, seguendo l’ordine di arrivo, fino ad esaurimento delle spettanze o delle risorse comunque disponibili”.

La scelta del Comune è stata quella di approvare l’elenco dei beneficiari ogni tre giorni senza tuttavia fissare un termine ultimo per far pervenire le domande. Il rischio può essere quello che, a distanza di giorni, arrivino altre domande, magari da parte di persone ancor più bisognose ma che quelle domande non possano essere soddisfatte perché, nel frattempo, famiglie “meno bisognose” hanno ricevuto il buono.

Sicuramente una consegna a domicilio dei buoni, come chiesto da alcuni Consiglieri comunali, oppure con invio telematico oppure con un messaggio whatsApp avrebbe evitato file e problemi di privacy. Il rischio che al distanziamento umano faccia seguito un di stanziamento sociale è forte. Ed è una delle cose che il Comune certamente voleva e vorrà evitare.

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