Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi martedì 4 maggio 2021 in Puglia, sono stati registrati 13.803 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.028 casi positivi: 317 in provincia di Bari, 105 in provincia di Brindisi, 140 nella provincia BAT, 89 in provincia di Foggia, 196 in provincia di Lecce, 169 in provincia di Taranto, 8 casi di residenti fuori regione, 4 casi di provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 34 decessi: 7 in provincia di Bari, 9 in provincia di Foggia, 6 in provincia di Lecce, 12 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.261.410 test.
185.526 sono i pazienti guariti.
46.620 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 238.144 così suddivisi:
91.095 nella Provincia di Bari;
23.593 nella Provincia di Bat;
17.955 nella Provincia di Brindisi;
42.993 nella Provincia di Foggia;
23.971 nella Provincia di Lecce;
37.395 nella Provincia di Taranto;
773 attribuiti a residenti fuori regione;
369 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
di Nunzio DELL'ABATE
Se acquistiamo o ereditiamo un bene non ci sogneremmo mai di tenerlo chiuso ed abbandonato, neppure un giorno.
O lo usiamo, o lo mettiamo a reddito o lo vendiamo. In tutti e tre i casi ci metteremmo di impegno per trarre il maggior risultato ed in tempi brevi.
Con un bene pubblico, in Italia, l’approccio cambia radicalmente.
Anche Tricase, ahinoi, ha i suoi fulgidi esempi: l’ACAIT, il palazzetto piccolo di Campo Verde, l’ex scuola materna di Lucugnano ed altri sparsi per la città.
Una menzione particolare merita il campo sportivo di Depressa per il suo lockdown decennale e per l’alternarsi delle sue vicende in un classico tutto all’italiana.
Dopo quattro anni di chiusura e totale disinteresse, la Giunta Comunale con delibera n. 44 del 26 febbraio ‘15 decideva di affidare a terzi la gestione del campo. Passavano altri due anni e solo con determina n.55 del 24 gennaio ‘17 il Comune dava atto che l’Associazione Polisportiva aggiudicataria si era sciolta prima ancora di entrare in possesso della struttura ed indiva un nuovo bando per venti anni. Nello schema di convenzione posto a gara all’art. 1 si leggeva: “L’immobile, comprensivo dell’area esterna di pertinenza e dei relativi impianti, viene consegnato nello stato di fatto e di diritto in cui si trova, che l’Associazione concessionaria dichiara di aver verificato” ed all’art. 5: “In considerazione dell’ammodernamento e della ristrutturazione dell’intero impianto da parte del Concessionario, dell’uso pubblico dell’impianto, della riserva di disponibilità a favore dell’amministrazione comunale e dell’onerosità della gestione, il Comune di Tricase provvederà alle spese di manutenzione straordinaria per quanto riguarda il muro di cinta e gli spalti. Tutte le altre spese di manutenzione ordinaria e straordinaria saranno a carico del concessionario”.
Come è ovvio in ogni convenzione, l’art.16 prevedeva la risoluzione dell’affidamento in caso di inadempienza del concessionario agli obblighi assunti. Con determina n.329 del 4 aprile ’17 il Comune comunicava l’aggiudicazione in favore di una Associazione, poi trasformatasi in società, che solo il 21 novembre ’17 presentava il proprio progetto definitivo di ristrutturazione per € 385.000 approvato dalla Giunta con atto n.315 del 29 dicembre ’17. Ma con tale deliberato stranamente il Comune si faceva carico di “€ 27.000 per l’adeguamento dell’immobile, destinato a spogliatoio, alle prescrizioni di carattere igienico sanitario in merito all’altezza dei vani ed al rapporto aereo-illuminante”, lavori che non erano affatto previsti di sua competenza nella convenzione posta a gara. Cala il sipario per un anno intero, sino alla determina n.303 del 31 dicembre 2018.
Con quest’atto avviene l’imponderabile. Richiama l’art. 5 della convenzione, solo che fra gli obblighi a carico del Comune compare erroneamente anche la manutenzione straordinaria dei fabbricati e la sostituzione dei cancelli, oltre agli spalti ed al muro di cinta effettivamente previsti, per complessive € 80.500 oltre iva. Inoltre statuisce che il Comune esegua per ora i lavori di ristrutturazione straordinaria di un fabbricato e del terreno di gioco per campo da calcio a 11 per una spesa di € 27.000 in modo da rendere immediatamente fruibile la struttura. E la società che riapra le attività sportive entro sei mesi, pena -nuovamente- la risoluzione della convenzione.
I lavori del Comune sono terminati da quasi due anni, sebbene non fossero di sua competenza secondo la convenzione di gara. La società non si sa bene se e cosa abbia eseguito rispetto al progetto per il quale era risultata aggiudicataria, compreso il pagamento delle utenze, dei costi di manutenzione e del canone annuo di 500 euro.
Intanto il campo-bene pubblico viaggia spedito verso il terzo lustro di chiusura.
Ecco perché poi la gente comune non crede più alla politica e sinceramente anche chi scrive inizia a dubitare….nonostante la passione.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 3 maggio 2021 in Puglia, sono stati registrati 5.528 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 335 casi positivi: 54 in provincia di Bari, 39 in provincia di Brindisi, 47 nella provincia BAT, 81 in provincia di Foggia, 100 in provincia di Lecce, 11 in provincia di Taranto, 3 casi di residenti fuori regione.
Sono stati registrati 52 decessi: 19 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 2 in provincia BAT, 5 in provincia di Foggia, 8 in provincia di Lecce, 16 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.247.607 test.
184.129 sono i pazienti guariti.
47.023 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 237.116 così suddivisi:
90.778 nella Provincia di Bari;
23.453 nella Provincia di Bat;
17.850 nella Provincia di Brindisi;
42.904 nella Provincia di Foggia;
23.775 nella Provincia di Lecce;
37.226 nella Provincia di Taranto;
765 attribuiti a residenti fuori regione;
365 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Lunedì, 3 maggio 2021
Tricase- E’ stata una domenica di maggio da zona arancione e nerazzurra (interista).
Gita fuori porta, ma non per tutti. In tanti nonostante la zona arancione e le limitazioni agli spostamenti imposte dalla regola di contenimento del contagio Covid, si sono divisi tra mare e Città.
C’è chi ne ha approfittato della prima tintarella e un tuffo al mare e chi invece ha scelto le strade della Città. Mare preso d’assalto, soprattutto in mattinata grazie al repentino cambio di temperatura quasi estiva.
Non sono mancati i primi bagni al mare: a Tricase porto asciugamani stesi, tintarella in costume per gli amanti del genere e tuffi nelle acque ancora fredde.
Così come non sono mancate quattro chiacchere davanti alla linea d’orizzonte e i primi caffè in ghiaccio rigorosamente con il latte di mandorla.
Per i tifosi dell’Inter, campioni d’Italia, niente caroselli e sventolio di bandiere, solo qualche timida sfumatura nerazzurra.
Tutto questo con i numeri del bollettino (Covid) che restano alti con un tasso di positività che torna a salire: 13% rispetto al 1° maggio pari al 9,87%.
di Caterina SCARASCIA
Copio il titolo di un vecchio articolo della docente universitaria Adriana Luciano, perché è quello che esprime meglio il mio attuale stato d’animo, un miscuglio di disagio e rabbia per una classe politica che, causa pandemia, ha messo la scuola fra parentesi, chiudendola, in sostanza, per un anno e mezzo. Con un vergognoso balletto di decisioni e contro decisioni tra Stato e Regioni.
Ma se durante il lockdown iniziale, quello di marzo-aprile 2020, gusto per intenderci, tale chiusura aveva un senso, perché ne sapevamo poco, del virus e degli annessi e connessi, in seguito no, in seguito è stata una scelta infausta, peggiorata, in Puglia, dalle assurde ordinanze di Emiliano, che hanno trasformato la scuola in un ristorante d’asporto secondo le richieste e i bisogni delle famiglie.
Vuoi la didattica a distanza, non la vuoi? Prego, accomodati, siamo al vostro servizio!
Ma non è un servizio che ha fatto il bene dei ragazzi, né psicologico, né in termini di sviluppo degli apprendimenti. Spiace dirlo, ma è la verità.
Dopo il lavoro dell’estate, le determinazioni precauzionali, le misure di sicurezza, l’organizzazione faticosa della didattica a distanza (DAD), la disposizione minuziosa e faticosa degli spazi-aula, del numero degli alunni, dei distanziamenti, delle mascherine prima, durante e dopo le attività e via discorrendo, la scuola era in condizioni di reggere l’emergenza, non era necessario togliere agli studenti questo spazio vitale.
Sia chiaro: di errori ne sono stati fatti tanti anche lì, probabilmente si continua a farli, è ovvio, solo chi non fa non sbaglia, ma l’obiettivo era e resta chiaro: mantenere la presenza dei ragazzi e la relazione educativa, il rapporto diretto con i docenti e i compagni, l’inclusione dei diversabili e dei tanti allievi con bisogni educativi speciali.
E’ stato invece sacrificato tutto in nome della ricerca del consenso (di voti…alle elezioni…si sopravvive!), danneggiando, ancora una volta, un’istituzione responsabile del futuro dei giovani e quindi del Paese.
Oggi, ad appena due mesi dalla chiusura dell’anno scolastico, i bilanci sono inevitabili e le analisi, accademiche e non, sono ormai in dirittura d’arrivo: il livello di competenza degli studenti si è paurosamente abbassato; i loro disagi psicologici sono aumentati; il loro senso di responsabilità, già traballante in una società liquida e schiava dei social come quella attuale, sta franando a vista d’occhio; molte famiglie collaborano poco con l’istituzione scuola, perché scambiano il binomio diritti-doveri per pretese, non si fidano e pensano che i figli, 90 su 100, abbiano sempre ragione.
Sarei disonesta se, al contempo, non riconoscessi lo sforzo di tutti quei nuclei familiari che hanno dovuto affrontare difficoltà economiche e trasformarsi, nel medesimo tempo, in sostenitori dei loro ragazzi incollati ad uno schermo per avere riconosciuto il loro diritto all’istruzione.
Ma ritengo che era ed è necessaria più collaborazione, più sinergia, più forza nell’urlare, insieme, che la scuola non si tocca e le grida avrebbero dovuto raggiungere il cielo, soprattutto dinanzi al massacro della Superiore, con giovani ridotti a frequentare poco o nulla, perché non si potevano superare i limiti di determinate percentuali e che oggi hanno peraltro poca voglia di farlo (basta vedere le percentuali dei rientri di questa settimana).
Ma chi ha avuto il coraggio di denunciare, dai grandi politici agli ultimi consiglieri comunali, che il vero problema sono i trasporti ed il relativo indotto? I balletti con le ditte? Chi ha avuto il coraggio di dire che la mattina la scuola è chiusa, ma che il pomeriggio e la sera i ragazzi sono in giro, a frotte, anche senza mascherine?
Che la scuola non sia nelle priorità della nostra classe politica da…secoli…è noto ed arcinoto, ma poi non facciamo gli ipocriti parlando di lotta alla disoccupazione, di opportunità per i giovani, di fondi europei per questo o quell’altro progetto, perché senza conoscenze e competenze i nostri ragazzi non andranno da nessuna parte! E fra dieci, venti anni, avremo un’altra generazione di ignoranti, che potenzieranno le fila della politica, che continuerà a mettere pietre tombali sul futuro dell’Italia.
Siamo al capolinea ed io ho solo voglia di scendere, perché amo troppo il mio lavoro e soffro troppo per questa generazione allo sbando, per avere la forza di tacere.