224 Nuovi casi

20.992 Test giornalieri

1 Persone decedute

Nuovi casi per provincia

Provincia di Bari: 75

Provincia di Bat: 8

Provincia di Brindisi: 30

Provincia di Foggia: 28

Provincia di Lecce: 47

Provincia di Taranto: 32

Residenti fuori regione: -2

Provincia in definizione: 6

3.139 Persone attualmente positive

146 Persone ricoverate in area non critica

17 Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

273.548 Casi totali

4.261.125 Test eseguiti

263.565 Persone guarite

6.844 Persone decedute

Casi totali per provincia

Provincia di Bari: 99.743

Provincia di Bat: 28.469

Provincia di Brindisi: 21.695

Provincia di Foggia: 48.342

Provincia di Lecce: 32.090

Provincia di Taranto: 41.693

 

Unveiled Tricase. Nuovi racconti per antichi paesaggi, il progetto di ricerca e valorizzazione turistici e sociale del patrimonio culturale materiale e immateriale di Tricase ammesso a finanziamento nell’ambito dell’annuale bando promosso dal Consorzio Universitario Interprovinciale Salentino.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco Antonio De Donno, seguiranno gli interventi della prof.ssa Antonella Rinella – docente dell’Università del Salento e coordinatrice di progetto – e dell’equipe responsabile composta dai ricercatori Carlo Vito Morciano, Daniela De Lorentiis, Michele Turco, Stefania Mastria, Sara Nocco e Patrizia Miggiano

 

 

 

di Giuseppe R. PANICO

Vi sono molteplici fattori che possono avviare la decadenza di una comunità, ma progresso economico e formazione dei giovani di certo incidono più degli altri.

Se il primo si basa essenzialmente sull’esistenza ed efficacia dei piani di sviluppo territoriale e sulla capacità della politica locale di portarli avanti, il secondo si basa, oltre che su una valida sinergia fra scuola e famiglie, anche su una politica nazionale di ben più ampio respiro a loro dedicata.

Purtroppo, i sintomi della decadenza, pur evidenti, sono spesso considerati non come problemi da risolvere o mali da curare ma come diversità locali di cui solo parlarne e alle quali adattarsi o estraniarsi anche emigrando.

Aveva forse ragione il giornalista/filosofo Pietro Gobetti nel dire che “cambiano i nomi e le occasioni della storia ma, in definitiva, i nostri mali e i nostri vizi rimangono sempre desolatamente uguali”. In particolare, quelli della politica, nel minimizzare i danni prodotti o nasconderli dietro le cortine fumogene del proprio vociare.

A volte decantando come successi dell’oggi quello che andava fatto già decenni prima o l’arrivo di finanziamenti per lavori che poi rimangono infruttuosi/superflui.

I simboli più evidenti del declino si vedono nell’anagrafe in calo numerico, nell’età media in aumento, nel costo delle abitazioni in calo e nella mancanza di investimenti sia di origine locale che esterna/straniera.

Se tali aspetti sono frequenti anche in altri comuni minori, montani o dell’entroterra, è indubbio che sono meno giustificati in una cittadina come Tricase che, pur avendo come “miniera reddituale” un ben noto ospedale, un rilevante polo scolastico e ben due marine per oltre otto km di costa, non ha saputo far sorgere una credibile linea di sviluppo, oltre alla piccola imprenditoria nel settore commerciale e dei servizi essenziali.

Nel turismo, il permanere di un Piano Coste deludente e l’immobilismo sulle marine, portualità e balneazione non può che incentivare la sfiducia nelle istituzioni, con assenza dalle urne e invito ai giovani ad alzare gli occhi dal loro smartphone e cercarsi un futuro altrove.

Alla emigrazione giovanile va purtroppo sommandosi la sempre più scarsa natalità e il crescente e sottaciuto malessere, indotto oltre che dal consumo di social, dal consumo di droghe.

L’uso dello spinello, la coltivazione casereccia di marijuana e i pusher diffusi sono ormai nel Salento argomenti di cronaca giornaliera che si sommano a un Salento ormai crocevia della droga coltivata massivamente al di là del Canale D’Otranto.

Il fatto poi che molti politici e persone di cultura siano favorevoli a liberalizzare il consumo di marjuana, sottacendo come tante droghe, pur minori, incidano su sviluppo e comportamento giovanile e siano l’anticamera di droghe ben più pesanti indica come tali consumi siano socialmente tollerati anche in ambienti prossimi alla scuola.

Le dinamiche comportamentali si ripercuotono pure sulla casistica degli incidenti stradali (sono la prima causa di morte dei nostri ragazzi) e sulla loro frequentazione del gioco d’azzardo.

Anche questo liberalizzato e diffuso da una politica che ha inteso far soldi appropriandosi e gestendo una attività prima illegale.

Purtroppo, senza alcun riguardo verso gli enormi costi sociali e sanitari che ne derivano e a carico di Stato e famiglie. Non dunque investendo massicciamente in funzioni ben più formative e, ove occorra, repressive ma sostituendosi alla criminalità o rendendo questa “legale”.

Ma una migliore formazione giovanile non può certo prescindere dalla disponibilità di lavoro che la buona politica locale deve saper creare con i suoi piani di sviluppo anche a favore del l’imprenditoria privata e per creare le fondamenta e i pilastri per un futuro che, in mancanza d’altro e come da sempre altrove, non può essere che verso il mare e la costa.

Un mare sul quale non abbiamo oggi nemmeno, una più comoda sdraio o ombrellone ove far accomodare chi intende anche pagare, ma sul quale si fa invece strada l’altrui progetto per decine e decine di pale eoliche galleggianti, produttrici di energia a basso prezzo e soprattutto di lavoro tecnologicamente avanzato.

Anche per i tanti giovani che, politica consentendo, intendono localmente avanzare e far avanzare un paese che sappia aiutarli, meglio formarli e non certo perderli o viziarli.

di Vanna MANTOVANI

E’ l’ultimo libro di Massimo Nava che verrà presentato giovedì 4 Novembre presso la Sala Conferenze del Comune di Salve.

L’autore, giornalista, corrispondente da Parigi, editorialista del Corriere della Sera nonché scrittore, pugliese di adozione, come inviato ha avuto modo di seguire personalmente le vicende storiche e politiche della Germania contemporanea, di fare interviste e di raccogliere fatti ed informazioni di prima mano.

Il libro inizia con un’ampia introduzione dell’autore in cui si delinea la figura di Angela Merkel come donna prima che come politica. Massimo Nava ci offre un’Angela Merkel nella ‘sua rassicurante normalità’, una Mutti (mamma), protettiva saggia e piena di buon senso così come la percepiscono i suoi connazionali che le hanno affidato la guida del Paese per ben quattro mandati (2005-2018).

Nell’alternarsi di luci e qualche ombra in questi 16 anni (la cancelliera ha saputo ritornare sui suoi passi con un occhio sempre attento agli interessi tedeschi, ma anche lungimirante in un mondo globale in cui siamo interdipendenti gli uni dagli altri e …“isolarsi non serve a nessuno”), esce di scena per la scelta di non ricandidarsi, giusto in tempo per lasciare di sé al mondo l’idea che una donna forte e determinata, capace di empatia e che vive la carriera politica come servizio può cambiare la storia: in meglio!

E poiché dell’adulto che si è, si trovano le motivazioni nel bambino e nel ragazzo che si era, il libro si compone di altre due parti:  ‘La ragazza dell’Est’ in cui Massimo Nava traccia il percorso di formazione nella DDR di Angela, nata Kasner, ad Amburgo, ma trasferitasi bambina con la famiglia nella Germania Orientale, le scuole e la laurea in fisica a pieni voti, la ricercatrice all’università, il confronto con la Stasi, i primi passi nell’impegno sociale e politico, il matrimonio a 23 anni, del cui primo marito ha conservato il cognome Merkel, la caduta del Muro di Berlino (1989), la carriera politica nella CDU della Germania unificata, la chiamata del cancelliere Helmut Kohl per guidare un ministero.

Infine, Lei, ‘La prima cancelliera’ affiancata da consiglieri discreti e da due fidate collaboratrici, le sue “moschettiere”: Eva Christiansen e Beate Baumann. Lei, unica donna di potere, tra i potenti della Terra, che ha dominato la storia, di sicuro quella europea!

Il libro non è un’autobiografia, non è un saggio, non è un romanzo, è un po’ tutto questo, è avvincente e si legge…come un romanzo!

Il Volantino ha accettato l’invito a partecipare alla serata sia perché è un momento di collaborazione con altre realtà impegnate nella diffusione della cultura, sia perché il libro di Nava offre molti spunti anche per tentare un parallelismo asimmetrico tra donne e politica in Germania e in Italia, una riflessione sugli stili comunicativi ed uno sguardo all’Europa e non solo. Vi invitiamo a partecipare: ne varrà la pena!

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