ASL Lecce partecipa a "Plasmare", il progetto di sensibilizzazione alla donazione di plasma e sangue e sulle malattie rare.
Numerose le attività previste.
In particolare:
Attività per le donazioni di sangue e plasma - parte 1
1. appuntamenti ed eventi informativi di sensibilizzazione alla donazione di sangue e plasma tra i giovani
2. presso l’IISS Don Tonino Bello di Tricase realizzazione di laboratori didattici sul processo di estrazione e lavorazione del plasma per la produzione di emoderivati
3. presso l’IISS Don Tonino Bello nelle sedi di Tricase, Alessano e Poggiardo realizzazione di un corner informativo sulla importanza terapeutica quali farmaci salvavita per alcune malattie rare
4. Sportello informativo sulla donazione del plasma presso le sedi ADOVOS Messapica di Alessano, Casarano, Castrignano del Capo, Felline, Parabita e Tricase
Attività per le donazioni di sangue e plasma - parte 2
1. laboratorio di sensibilizzazione tra adulti attraverso incontri con gruppi parrocchiali, ETS
2. azioni dirette a imprese particolarmente attente alla responsabilità sociale affinché possano promuovere nei confronti dei propri dipendenti e dei propri clienti azioni a supporto della donazione di sangue e plasma
3. laboratori informativi di sensibilizzazione per volontari, giovani e famiglie sull’importanza della prevenzione e del benessere psico fisico.
Attività per le malattie rare
1. sportello fisico informativo sulle malattie rare (su appuntamento e presso le sedi ADOVOS Messapica odv di Alessano, Casarano, Castrignano del Capo, Felline, Parabita e Tricase)
2. sportello telefonico informativo sulle malattie rare (insieme alla Federazione Uniamo)
3. formazione e informazione su tecniche e metodologie per affiancare e supportare i pazienti con malattie rare e contrastare l’auto-isolamento.
Previste attività per la figura di "Donatore di Tempo" con la promozione della figura del donatore di tempo e lo stimolo alla creazione di gruppi di auto mutuo aiuto. Il progetto ha durata di 18 mesi.
La finale dei Mondiali di calcio Qatar 2022 si è disputata domenica (18 dicembre 2022), al Lusail Stadium di Doha. L’Argentina ai calci di rigore vince i Mondiali 2022.
Al termine di una partita bellissima, forse, la miglior finale di sempre. L’Argentina conquista il terzo titolo della sua storia ( 1978 in casa, nel 1986 in Messico e nel 2022 in Qatar),3-3 dopo i supplementari, 4-2 ai rigori per l’Argentina. Tripletta di Mbappé, doppietta di Messi. Gol decisivo di Montiel. L’Argentina è campione del mondo! Francia battuta ai rigori in una Finale Leggendaria…
Tricase- Torniamo a parlare del nostro calcio e in particolare del calcio amatoriale.
E lo facciamo, numeri alla mano - con la migliore squadra nella storia del calcio amatoriale della Città di Tricase.
Questa squadra ha raggiunto qualcosa di unico nella storia vincendo 12 titoli.
Giocatori unici come Giuseppe Accogli,Totò Cazzato, Rocco Errico, Roberto Zocco, Michele Dell'Abate, Raffaele Chiuri e Alfredo De Giuseppe...
per loro niente poteva andare storto…
fonte Regione PUGLIA
Emiliano: “Grazie alla stretta collaborazione con il Gruppo FS abbiamo portato la rivoluzione del ferro in Puglia”
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, insieme all’assessore regionale ai Trasporti e alla Mobilità sostenibile, Anna Maurodinoia, all’AD di Trenitalia, Luigi Corradi, e al sindaco di Bari, Antonio Decaro, hanno inaugurato presso la stazione di Bari Centrale il nuovo collegamento Prime del Regionale di Trenitalia sulla linea Lecce-Bari. Il nuovo servizio parte dal capoluogo salentino tutte le mattine alle 7.20 e arriva a Bari Centrale alle 8.45 effettuando una sola fermata intermedia a Brindisi (arrivo alle 7.43). Il rientro da Bari è alle 17.45 con arrivo a Brindisi alle 18.46 e a Lecce alle 19.10. Un treno veloce da 300 posti che collega Lecce-Brindisi in appena 23 minuti e Brindisi-Bari in un’ora. Al servizio è dedicato uno dei 28 nuovi treni POP già in circolazione che insieme ai 3 treni Jazz rappresentano la moderna flotta di treni regionali acquistati grazie a finanziamenti della Regione Puglia. A essi si aggiungeranno, entro il 2025, altri 15 treni POP e 4 treni ROCK per il rinnovo completo della flotta pugliese.
“Grazie al proficuo lavoro fatto da Regione Puglia insieme al Gruppo FS e alle società collegate abbiamo messo in atto in Puglia una vera e propria rivoluzione del ferro – ha dichiarato il presidente Emiliano - che ha cambiato la storia del trasporto ferroviario: abbiamo rinnovato stazioni, i collegamenti tra porti, aeroporti e stazioni ferroviarie, incentivato l’intermodalità e abbiamo cambiato la vita di tanti pendolari. Il treno è un luogo particolare in cui nascono amicizie e amori e che permette di osservare il nostro meraviglioso paesaggio, quindi meglio andare in treno che in macchina.”
“Il regionale Prime è stato fortemente voluto dai pendolari salentini per un collegamento veloce con Bari – ha detto l’assessore Maurodinoia -. Abbiamo quindi risposto alle esigenze dell’utenza e compiuto un passo importante per unire le città capoluogo di provincia in modo veloce. Un altro passo importante è poi stato compiuto verso il totale rinnovo della flotta treni regionali, obiettivo su cui la Regione ha molto investito. Questi nuovi POP sono treni sostenibili, con più posti a sedere, accessibili ai diversamente abili, in cui è possibile trasportare bicilette e ricaricare le bici elettriche.”
"La flotta dei treni regionali di Trenitalia sarà la più giovane e moderna d'Europa - ha dichiarato Luigi Corradi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Trenitalia -. Oggi in Puglia diamo un'ulteriore accelerazione al piano di investimenti del Polo Passeggeri, di cui Trenitalia è capofila: un impegno da 15 miliardi di euro nei prossimi 10 anni, che si inserisce nel più ampio piano del Gruppo FS da 190 miliardi. I treni di ultima generazione, insieme al nuovo collegamento del Regionale sulla linea Lecce-Bari, inoltre, contribuiranno a rendere la nostra offerta ancora più integrata e organizzata sulle necessità dei passeggeri.
di Giuseppe. R. PANICO
Si è celebrata, lo scorso 5 dicembre, la giornata mondiale del suolo, istituita dalla FAO nel 2014 per sensibilizzare l’umanità sull’importanza di tale prezioso bene, dedicato soprattutto alla agricoltura.
Si parla del suo consumo anche quando tale bene viene sottratto ai fini alimentari a favore di strade, ferrovie, capannoni, ospedali, edilizia abitativa etc. necessari allo sviluppo.
In Italia, nel 2021 si è raggiunto il valore più alto degli ultimi dieci anni (19 ettari al giorno).
Roma è la città che ne ha consumato di più, 95 ettari in 12 mesi, la regione Puglia è fra quelle più voraci, 499 ettari, in gran parte per impianti fotovoltaici.
Il suolo, dunque, non solo per produrre cibo per una popolazione mondiale in crescita (ormai oltre otto miliardi), ma anche energia ed economia.
In particolare, in questo periodo, caratterizzato da una guerra in Europa, inarrestabili immigrazioni, crisi energetica, povertà crescente, cambiamenti geopolitici e climatici e da culture ambientali che, spesso radicali, idealizzano e/o propongono un mondo irreale nutrito di… “Ecologia e Povertà”.
Nel nostro comune, di suolo ne abbiamo in totale 42,6 Km quadrati con circa 9 km di costa impervia e rocciosa. Suolo in parte già “urbanizzato e industrializzato” ma privo da decenni di un organico piano di sviluppo.
Soffriamo inoltre della carenza di suolo pubblico destinato al verde cittadino.
Il parco di via Pirandello, nato tardivamente e in grande sulla carta, lo si è poi rimpicciolito sul terreno per destinarne di più al grigiore del cemento e della politica che lo alimenta.
Il suolo coltivabile, ove si costruivano “lamie, paiare e suppinne” per ricovero di beni, persone e animali, si eliminavano, anche con la dinamite, le rocce affioranti per renderle più facile l’aratura e si scavavano cisterne per raccogliere e riutilizzare gratis l’acqua piovana, appartiene ormai non più ad una ridimensionata cultura contadina, ma ad una evoluzione sociale ed economica più urbanizzata e soprattutto politica.
Politica che, raccogliendo da anni a caro prezzo le acque piovane per poi buttarle in mare e degradare il Rio, non ha saputo meglio supportare le campagne, né valorizzarne la memoria. Così, anche l’ACAIT del tabacco si è trasformata in un’altra dolente e costosissima telenovela.
Di suolo ci rimane la costa, con il tratto più rilevante racchiuso fra Punta Cannone, sormontata e violentata dal ben noto grandioso cadente rudere, e Punta Quadrano, anche questa sormontata e consumata da un’altra grande struttura incompiuta e abbandonata.
Il resto devoluto a parco costiero, ma ridotto, dall’abbandono degli uomini e delle istituzioni, a facile preda di devastanti incendi. Ormai, in gran parte, è un residuale scosceso, carsico declivio roccioso, disabitato e scarnificato, ove pure i fichi d’india fanno fatica a riprendersi e dalla Torre del Sasso cadono sempre più sassi.
Povera Costituzione, almeno nel suo Art. 9, che tutela il paesaggio, come anche nel suo Art. 1 per una Repubblica fondata sul lavoro (se ormai poco nei campi, non certo quello da bonus o passivo come oggi frequente).
Lavoro che, nei comuni costieri come Tricase, non può che basarsi, in gran parte, su un suolo da dedicare al turismo. Nella scorsa stagione circa 869.000 presenze ad Ugento, 632.000 ad Otranto, 526.000 a Gallipoli, 433.000 a Melendugno.
Numeri da sogno economico per una Tricase che, comune fra i più importanti del Sud Salento Costiero, sogna sviluppo ma non cerca, non sa o si crea impedimenti nel realizzarlo. Si parla tanto di progetti con i fondi europei PNRR, ma poco si evidenzia che sono, in gran parte, in prestito e da restituire, grazie al lavoro e agli utili che dovrebbero generare.
Di tali fondi l’Italia, pur avendo già un debito pubblico di oltre 2700 miliardi di euro, ne ha chiesto il massimo possibile. Le altre nazioni, per timore di debito e interessi, ne hanno richiesti molto meno.
Ventre molle dell’Europa e sorvegliati a vista, oltre per il ritardo nelle riforme richieste, anche per gli ultimi casi di corruzione a carico di propri alti funzionari italiani, rischiamo di aggiungere al consumo o improprio uso di suolo, al consumo di tempo nel programmarne l’uso e al consumo di Costituzione nel non rispettarla, l’ulteriore consumo di fiducia internazionale per non impiegare, anche per il suolo, i fondi richiesti. O non più restituirli, perché destinati dalla politica e dal diffuso pubblico disinteresse ad opere improduttive.
di Alessandro DISTANTE
“Ultimo numero dell’anno” grida lo strillone ai passanti distratti e infreddoliti! Non spaventatevi: niente bilanci di un anno che è passato e niente scontate previsioni benauguranti per l’Anno che verrà.
Di bilanci e di auguri ne abbiamo -e ne avremo- piene le tasche e, forse, non solo quelle!
Chiudo l’annata con un fatto di cronaca personale, un episodio addirittura banale che non meriterebbe –per dirla con Francesco Guccini- due colonne in un giornale, neppure quelle de Il Volantino. Ma io, che ne sono il Direttore, una licenza me la voglio prendere!
Sono andato a trovare un amico di infanzia: mi ha presentato il figlio. Un giovanotto alto e forte che lavora come OSS in un Ospedale della provincia. Ha ereditato il nome del nonno, un nome inconfondibile perché unico (ma non ve lo dico). Il papà mi ha parlato poi, altrettanto orgoglioso, della figlia: studia Ingegneria chimica presso la Scuola Normale di Pisa.
In un colpo solo ho visto tradizione e innovazione incrociarsi; vecchio e nuovo sovrapporsi ed integrarsi; centro e periferia unirsi; passato e futuro farsi, all’improvviso, presente.
Mi è sembrato uno spunto insuperabile per l’editoriale del Natale e del Nuovo anno: “Qui nessuno è senza radici” si legge in una lapide apposta sul muro della Chiesa di Caprarica; è una frase di padre Davide Maria Turoldo, sacerdote e profeta. Un altro sacerdote e profeta, come don Tonino Bello, ci metteva in guardia dalla cultura del rizoma: un tubero senza radici e senza rami, senza passato e senza futuro, senza profondità e senza elevazioni.
Il mio amico di infanzia si è lamentato con me della crisi, dell’aumento dei prezzi, della tassazione feroce, della micro criminalità, ma gli si illuminavano gli occhi quando mi parlava dei figli.
Sono gli occhi di chi ha visto tanto, ma che è pronto a vedere ancora; di chi vuole guardare, con trepida attesa e fiduciosa curiosità, il domani, a cominciare, perché no, dal Nuovo Anno.
Non è un bilancio e non è un augurio, ma –se volete- è molto di più!