Domenica si vota per il Sindaco di Tricase e per il rinnovo del Consiglio Comunale.
Nel corso di questi mesi abbiamo rivolto domande ai Candidati a sindaco ed abbiamo,
dato spazio al dibattito sui programmi e sui progetti per la Città.
Il 1° giugno, in Piazza Pisanelli, abbiamo poi organizzato un incontro con i Candidati a sindaco i quali si sono intervistati reciprocamente sfidandosi tra di loro su programmi e su progetti politico-amministrativi.
Su questo numero –che esce con un giorno di anticipo- offriamo, più che altro, alcune notizie utili al voto e qualche considerazione anche alla luce dell’Incontro da noi organizzato.
In attesa di conoscere i risultati rivolgiamo un “In bocca al lupo a tutti” e … vinca il migliore !
Elezioni comunali 2017: ecco come si vota
È eletto sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi. Ovvero almeno il 50 percento più uno. Se nessun candidato raggiunge quella soglia si torna a votare domenica 25 giugno 2017 per il ballottaggio tra i due candidati più votati. Il consiglio comunale sarà poi composto in base ai risultati elettorali del primo turno e
degli eventuali apparentamenti del secondo. Alla compagine del sindaco vincitore andrà il 60 percento dei seggi se nessun’altra lista
o coalizione non avrà ottenuto più del 50 per cento dei voti. I seggi rimanenti saranno poi divisi tra le altre liste proporzionalmente in
base ai voti ottenuti.
Come si vota?
La scheda per l’elezione del sindaco e dei consiglieri comunali è una sola.
L’elettore può:
- tracciare un segno solo sul candidato sindaco.
In questo caso il voto è attribuito solo al candidato sindaco;
- tracciare un segno solo su una delle liste collegate al candidato sindaco. Può anche tracciare un segno sia sul candidato sindaco che su una delle liste a lui collegate. In entrambi questi casi il voto è attribuito sia al candidato sindaco che alla lista di candidati consiglieri;
- esprimere il voto disgiunto tracciando un segno sul candidato sindaco ed un altro segno su una lista non collegata. In questo particolare caso il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista non collegata.
Le preferenze: un occhio di riguardo alle quote rosa
La preferenza o, come vedremo, le preferenze per i candidati a consiglieri comunali si esprimono scrivendo il cognome del prescelto nell’apposito spazio presente sulla scheda.
Molta attenzione bisogna prestare quando
nella stessa lista, o in altre liste, figurano candidati con lo stesso cognome. In casi di omonimia bisogna scrivere anche il nome del candidato per evitare contestazioni durante lo spoglio. In tutti gli altri casi è sufficiente il
cognome. Sarà possibile esprimere sulla scheda elettorale due preferenze. Ma a condizione che siano attribuite a un uomo e una donna (non
a due uomini o a due donne quindi) e che entrambi i candidati facciamo parte della medesima lista.
Questa misura è figlia di una legge approvata il 12 novembre 2012. La norma è chiaramente rivolta a favorire l’elezione di un congruo numero di donne nei consigli comunali. Affinché il voto sia valido infatti è necessario che la doppia preferenza uomo-donna sia scritta
accanto al simbolo dello stesso partito, diversamente il voto è nullo. Non è possibile quindi assegnare preferenze a candidati di liste diverse anche se della stessa coalizione. Qualora, invece, si assegnino due preferenze
a candidati dello stesso sesso verrà annullata la seconda preferenza.
Dunque: Un candidato uomo ed una candidata donna va bene; due uomini non va bene; due donne non va bene;
I due candidati (uomo e donna) da votare devono essere della stessa lista.
Altre informazioni utili per l’elettore
Di seguito elenchiamo alcune informazioni che potrebbero essere utili all’elettore.
- Per esprimere il proprio voto, l’elettore deve recarsi al seggio di appartenenza munito di documento di riconoscimento e della propria
tessera elettorale. Se quest’ultima è stata smarrita l’elettore potrà rinnovarla nell’apposito ufficio in municipio. Questa possibilità è contemplata anche nel giorno stesso del voto, per tutta la durata delle operazioni di votazione.
I residenti all’estero dovranno necessariamente tornare in patria se vorranno esprimere il proprio voto. Per le elezioni amministrative,
infatti, non è previsto il voto per corrispondenza. Possono inoltre votare i cittadini dei Paesi dell’Unione europea che risultano residenti e che ne hanno fatto richiesta 40 giorni prima dell’11giugno 2017.
Gli elettori diversamente abili possono essere accompagnati all’interno della cabina elettorale per esprimere il voto. Vale per i ciechi, gli amputati delle mani, e gli affetti da paralisi o da altro impedimento di analoga gravità.
ELEZIONI IN RIMA
baciata ma non troppo
E’ giunto il giorno tanto agognato
E finalmente si saprà il risultato.
E all’indomani, al lunedì
Apriti cielo, non passare da lì:
Ha vinto il tuo, ma il mio non ha perso
Ma vedrai tra cinque anni sarà diverso
Diciamola tutta e non giriamo intorno
Per quello certo non ci sarà ritorno.
Anche dei consiglieri si saprà il risultato
Mi incuriosisce quello: come è andato?
L’idea delle donne per il Consiglio
Aperte le urne: hanno poi vinto?
E l’uomo e donna avrà funzionato?
Lo sapremo solo con il risultato.
L’eredità del Sindaco, di quello uscente
Andrà al candidato che sarà il vincente
Questo è ovvio è inutile dirlo
Come gestirla bisognerà capirlo.
Al ballottaggio o si chiuderà?
Intanto vota, il popolo deciderà.
E questa sera dai candidati
Gli ultimi fuochi verranno sparati
Indirizzati nel finale messaggio
Ai cittadini lì di passaggio.
E la domenica ad urna aperta
La Scuola non sarà deserta
Un sorriso ed un saluto è il segnale
Il rispondere è persino banale.
Il farsi vedere è certo un dovere
Ma basterà per il voto avere?
E così avanti fino a tarda sera
Per vedere se la speranza era vera.
I miei auguri a tutti quanti
A cercar voti eravate in tanti
Ne siamo certi vincerà il migliore
E’ la democrazia: decide l’elettore.
SADIS
Dal 12 giugno al 14 luglio - Chiesa dei Diavoli Tricase
Dal 12 giugno Alibi organizza “Punto al Campus” un laboratorio teatrale quotidiano dedicato ai bambini dai 6 ai 12 anni, che vedrà impegnati, i ragazzi tutte le mattine dal lunedì al venerdì (dalle 9 alle 13), per un mese fino al 14 luglio, un progetto creato in collaborazione con Meditinere, Sac Porta d’Oriente e Libreria Idrusa, un'occasione per relazionarsi con gli altri e dare sfogo alla loro espressività.
Un programma piuttosto intenso realizzato negli spazi della Chiesa dei Diavoli di Tricase, dove i ragazzi potranno stare a contatto della natura, immersi nel verde del Parco Costiero Otranto–Leuca.
Un percorso eco-pedagogico, diretto da Alibi Teatro che, attraverso la natura, il gioco teatrale e i racconti, il laboratorio di lettura e di scrittura, il laboratorio di scene e costumi teatrali, intende tutelare l’infanzia come uno spazio magico, da custodire gelosamente per tutta la vita.
Nei vari giorni i giovani saranno a contatto con la natura ed attraverso attività ludiche si avvicineranno al teatro e conosceranno dal vivo come si costruiscono i copioni e come si creano gli spettacoli.
Insieme agli esperti di Alibi Teatro Gustavo D’Aversa, Walter Prete e Patrizia Miggiano, i ragazzi potranno osservare la natura da cui sceglieranno le tematiche, che diventeranno un racconto teatrale, da affrontare durante tutto il periodo del campus.
Si realizzeranno i costumi e le scene, si illustreranno e si svilupperanno le varie tecniche teatrali rendendo ogni partecipante consapevole e protagonista della bellezza del mondo e della magia del teatro.
Grazie all’attività e alla conoscenza delle varie tecniche teatrali i ragazzi potranno manifestare la fantasia di entrare in altri personaggi e in altri mondi e la capacità di assumere ruoli a loro più adatti. L’esperienza scenica aiuta a prendere coscienza del proprio mondo interiore e del rapporto con il proprio corpo, imparando ad esercitare un controllo sulle proprie emozioni, i più piccoli superano difficoltà ed insicurezza e sono stimolati a potenziare le capacità creative, inoltre l’attività teatrale facilita i rapporti interpersonali tra coetanei.
Ogni settimana un giorno sarà dedicato alla lettura, un laboratorio realizzato in collaborazione con la Libreria Idrusa di Alessano, tenuto da Michela Santoro e Patrizia De Paola, saranno lette pagine di alcuni libri importanti e famosi e sarà mostrato ai ragazzi come trasformare la realtà in arte, inoltre i ragazzi in seguito vedranno anche la versione cinematografica dei libri diventati film.
Info e iscrizioni al 329.1271425 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ci si aspettava qualche domanda e risposta fra candidati sindaci il 1 giugno in piazza Pisanelli. Invece...
di Giuseppe R. Panico I nostri 9 km di costa, il nostro mare e la nostra Tricase, anche quest'anno, non hanno meritato la “bandiera blu” come i nostri vicini (Melendugno, Otranto, Castro,Salve). Voluta dall'ONU (Nazioni Unite) e simbolo di civiltà, benessere, attrattiva turistica- economica e buona amministrazione, premia la qualità di nautica e balneazione ed il buon uso della costa e del mare. Riusciremo mai ad averla anche noi? Ci si aspettava qualche domanda e risposta fra candidati sindaci il 1 giugno in piazza Pisanelli. Invece, fra fogli volanti e parole urtanti, per le nostre marine nemmeno una parola.
E come meravigliarsi se i candidati invece che rivolti a Oriente verso il mare erano tutti rivolti ad Occidente verso Montesano, a giocarsi ancora al lotto politico pure i numeri della SS 275. Erano schierati uno accanto all'altro e, come i moai di pietra dell'isola di Pasqua, con la faccia rivolta verso terra e non verso il mare. Per chi i moai venerava, andò a finire come quasi sempre succede a chi dal mare si allontana o viene allontanato e alla “blu economy” (economia del mare) non si avvicina. Decadenza economica, anagrafica, culturale, scomparsa dei giovani e quindi della propria identità o sua riduzione ad un livello inferiore.
Lo avevano imparato propri tutti, Fenici, Romani, Greci, Vichinghi, Veneziani Pisani, che il mare è la più grande superstrada di cultura, potenza e ricchezza. Lo hanno imparato pure i nostri vicini, lavorando sodo per una bandiera blu. Forse da noi, faro culturale del Capo di Leuca, la cultura non guarda ai fari sulla costa e si limita a quelli spenti nella propria testa. E non si avvede che, per accenderli, non bastano certo le attività museali e gli shows musical-canori fronte-mare. E' una questione di DNA locale diceva, bofonchiando acida con nordico accento, una arcigna signora in difficoltà con il suo nuovo gommone lungo il trascurato scalo di Marina Serra.
Forse è un DNA mutato verso terra per paura di “mamma li Turchi” o per sudditanza medioevale verso un turismo aristocratico che, residente altrove, fa proprio il “mare nostrum” e la costa pure. Un DNA che non disdegna di chiudere alle barche a motore il porticciolo di Marina Serra, dopo averne da sempre coltivato il degrado. Altro che potenziarlo, dragarlo e ben gestirlo con più elevate capacità come “porto a secco” e attrattiva turistico- economica (la Regione Puglia ha stanziato di recente decine di milioni di euro per i porti turistici) . Che non disdegna di confinare nello stesso porticciolo, privo di ogni servizio e di più adeguato ricambio delle sue acque, le persone diversamente abili. Altro che considerarle nostre simili, favorendo ovunque il loro accesso.
Come pure presso strutture/associazioni già esistenti a Tricase Porto ove avviarli alle attività nautiche (come avvenuto altrove e come inutilmente richiesto). E i forestieri ospitarli nella scuola in disuso da trasformare in colonia/ostello giovanile rianimando così il Borgo Pescatori e la sua economia. Ma forse è l'esistenza nel nostro meridione di un numero di invalidi pari, stranamente, a circa il doppio del settentrione, a reclamare, quale estiva bagnarola, un piccolo “sea harbur”attivabile per gran parte dell'anno.
La logica dello sviluppo reale, in termini di servizi ed infrastrutture, sembra ancora lontana. Come pure trasferire la balneazione, ora sulle banchine del porto, sul retro di Punta Cannone, in un capace e soleggiato “lago di mare” con spiaggetta, ivi realizzabile con sovrastante panoramico parco pubblico al posto di quel rudere. E utilizzare così la sottostante banchina quale approdo occasionale di grandi imbarcazioni, come gli aliscafi da Otranto diretti in Grecia ma che da Tricase non possono passare.
Progettiamo invece un “inland harbur” (porto da...entroterra) nel vecchio macello. Non arriveranno le mareggiate ma forse le acque reflue delle vicine vasche che, già troppo care e troppe volte sbagliate, saranno prevedibilmente troppo piene, per scarso uso agricolo, e dunque da versare ancora in mare, magari con un refluo “canal grande” come a Venezia.
C'è molto da fare o da rivedere se vogliamo davvero il benessere di una reale “blu economy” e della bandiera che la favorisce.
Cominciando col girare verso il mare le “teste di moai”, fatte di pietra locale. Ma ci vorrebbe forse un Churchill o una Thatcher, per avere, fra cinque anni, una Relazione di Fine Mandato della nuova amministrazione all'insegna del blu, con più differenziata (ora un misero 30%,), meno debiti, più servizi e più imprese. Purtroppo nel Meridione e lontano dalla Perfida Albione (inghilterra), agli statisti preferiamo i trasformisti.
Alcuni considerano periferia pure le marine e, insieme alle frazioni, da gestire con un “assessorato alle periferie”. Il mal di mare politico sembra dunque diffondersi. Forse meglio, se non un “Magistrato alle Acque” come un tempo a Venezia, un valido “Assessorato alle Marine ed al Turismo” La decisione a breve ai nuovi eletti. Intanto il 10 giugno ricorre la festa della Marina Militare che, con tanti tricasini in divisa blu, ci protegge su mari vicini e lontani ( la nostra economia , per circa il 90%, viaggia sul mare).
L'associazione ANMI la celebrerà nel tardo pomeriggio presso la chiesa di Marina Serra. E' la prima triste “festa” da che i marinai di Tricase, in esito ad un silente e sinistro “mal-consiglio”comunale, hanno dovuto traslocare dalla loro storica sede.
A differenza di dove sventola la bandiera blu, sembrava quello dei moai in pietra: tutti muti, immobili, con “spallucce” alle storie di mare e agli anziani marinai.