di Giuseppe R. PANICO
Tempi difficili per le gravi vicende geopolitiche in corso, ma anche per la “guerricciole” che si fanno sovente, anche localmente, ad un passato che si intende reinterpretare, svilire o cancellare.
Non in base a nuove testimonianze storiche, ma per immagine propria e/o per gli interessi di un politicare che, vociando e denigrando, ci riporta più agli shows delle peggiori partite di calcio che a costruttivi dibattiti su valide proposte per il futuro.
Se si aggiunge poi la ricerca del “politicamente corretto”, che frena un linguaggio più efficace e diretto, e la diffusa negazione del “mainstream” (flusso principale) di opinioni/notizie diffuse dal sistema informativo e giornalistico, diventa pure “credibile” che la terra sia piatta e non più tonda.
Ne deriva così, oltre al “ripensamento” su eventi del passato, maturati in contesti politici, culturali e sociali ben diversi da quelli attuali, anche la “revisione” di personaggi del tempo che, osannati dai nostri avi e nonni, dedicando loro anche strade e piazze, vengono poi screditati e… “spiazzati” da moderni politicanti nipoti smaniosi di immagine e consenso.
Di questo passo si rischia di svilire anche Giulio Cesare che, con la sua “Decima Legione”, di “macelli” ne fece un bel po’, di Cristoforo Colombo che, scoprendo l’America, aprì la strada ad altri stermini e di qualche grande Papa animato da “maniere forti” contro gli infedeli.
Tempi, questi, non di molta riflessione e rafforzamento di una carente unità nazionale, ma di contrapposizioni e verbosità che, favorite dai social e da un giornalismo sempre in cerca di novità, vengono riversare su lettori, interessati più alla notizia ed alla cronaca del momento che al dibattito sul futuro.
Ne deriva, così, l’accoglienza nelle liste elettorali, e poi nelle sedi governative/europee, anche di figure che, rese ben visibili da cronache e mistificazioni politiche, hanno pure un curriculum di sentenze e condanne. Non certo una bella italica rappresentanza a livello internazionale.
La conseguenza è anche il rifiuto di tanti, pur turandosi il naso per troppi… “cattivi odori”, come suggeriva il grande Montanelli, di recarsi alle urne. Fattori che condizionano sovente gli esiti elettorali, come a Tricase con il suo povero 35,59 % di votanti alle recenti europee.
Esiti che portano poi a svilire anche il grande valore di pluridecennali Istituzioni Internazionali. In particolare, della Unione Europea, istituzione certamente imperfetta e da migliorare, e della NATO, che, ora in espansione con nuovi soci, garantisce, in caso di aggressioni, la Difesa Nazionale degli Stati membri.
E, soprattutto, dell’ONU che, pur con i suoi limiti e carenze, è un baluardo alla difesa di una pace continuamente ricercata, che rimane al momento lontana e che sogni ideologici e disinformazione tendono a trasformare in “resa sul campo”, in chinarsi al volere degli aggressori e perdita di democrazia e libertà.
Perdite che vanno anche a sommarsi alla avanzante cancellazione della cultura civica occidentale. Una ricerca di pace che, nei recenti vertici mondiali (Borgo Egnazia e Burgenstock) ha visto l’assenza proprio dei paesi aggressori o animati da un nuovo imperialismo (Russia, Cina etc.), la perdurante necessità di sostegno militare all’Ucraina e di una più adeguata Deterrenza Militare.
Intenti e istituzioni deboli, senza una capace politica estera, senza adeguati investimenti e senza quella credibilità, derivante anche da una più radicata pubblica coscienza e partecipazione elettorale. Ovunque nel mondo, Difesa e Deterrenza sono da sempre affidate alle Forze Armate che, da noi, sottodimensionate, assorbono meno del 2% del PIL e sono rette, principalmente, da chi, in divisa e conoscendo meglio la guerra, ne conosce anche i disastri e l’opportunità di evitarla/contenerla.
Se per contrastare/ limitare criminalità e illegalità sul territorio nazionale servono le Forze dell’Ordine (da noi fra le più numerose in Occidente e, in parte, militarizzate), nel campo internazionale/ geopolitico, da sempre caratterizzato da situazioni ben peggiori, servono Forze Armate e Alleanze Militari. Una necessaria assicurazione, dunque, sui beni materiali e immateriali, in casa e fuori-casa, non sempre ben accetta e a volte vilipesa.
Soprattutto in ambiti politici e culturali avulsi dal passato e dalla realtà del presente, o che, influenzati dal “cancel culture” e dintorni, cancellano o sviliscono anche il dovere di recarsi alle urne.
Ing. Cosimo RIZZO
Molte delle richieste dei lettori riguardano informazioni sulle procedure di costituzione delle comunità energetiche e sulla compatibilità della misura con altre agevolazioni. Di seguito alcune indicazioni, con l’invito di continuare a contattarci per maggiori dettagli sull’argomento.
L’iniziativa per dare vita ad una comunità energetica rinnovabile può partire da qualsiasi soggetto, sia pubblico che privato, deve prevedere la presenza di almeno due membri/soci facenti parte della configurazione in qualità di clienti finali e/o produttori, e di almeno due punti di connessione distinti a cui siano collegati rispettivamente un’utenza di consumo e un impianto di produzione/UP. Il primo passo è quello di dotare la CER di una propria autonomia giuridica attraverso una qualsiasi forma che ne garantisca la conformità con i principali obiettivi costitutivi tenendo presente, in questa fase, che lo scopo della comunità non può essere il profitto finanziario. Tra le personalità giuridiche che possono dar vita ad una CER sicuramente le associazioni non riconosciute sono quelle più indicate. Questo tipo di associazioni possono infatti essere costituite con un semplice contratto registrato fiscalmente con costi di gestione contenuti e semplici adempimenti. Ovviamente, dal momento che l’associazione non ha scopo di profitto, è possibile anche optare per un ente del terzo settore, cooperativa, cooperativa benefit, consorzio, organizzazione senza scopo di lucro etc.
Una volta creato il soggetto giuridico dovrà essere approvato uno statuto che ne riporta le regole di accesso e di adesione alla comunità con indicazione sulla distribuzione dei proventi. Questo dovrà consentire in modo non discriminatorio la possibilità di affiliarsi alla CER a tutti i soggetti interessati, o che ne facciano richiesta, in possesso dei requisiti di produttore, consumatore o prosumer. Le comunità energetiche sono caratterizzate dalla struttura aperta e pertanto non possono porre come barriera d’ingresso impegni di finanziamento o gravosi costi di iscrizione.
La tariffa incentivante è cumulabile con il contributo PNRR o altri contributi in conto capitale, nella misura massima del 40%, a fronte di una decurtazione della tariffa incentivante del 50%. È possibile ottenere la tariffa incentivante anche nel caso di accesso alle detrazioni fiscali al 50% per ristrutturazioni edilizie. Tali impianti però non possono accedere ad altri contributi in conto capitale, compreso quello previsto dal PNRR.
4 LUGLIO 2024 – ORE 20,30 - PIAZZA DON TONINO BELLO - TRICASE
PREMIATO PIERGIORGIO GIACOVAZZO
Quest’anno ritorniamo in Piazza don Tonino Bello in una location ricca di fascino.
La possente eleganza del Palazzo mirabile nel loggiato che si affaccia sulla Piazza si unisce alla elegante facciata della Chiesa Madre; ai piedi, all’incrocio tra l’edificio dell’Istituzione civile e di quello dell’Istituzione religiosa, la statua di don Tonino Bello, vescovo in odore di santità e che a Tricase visse anni importanti della sua missione prima di diventare il Vescovo tanto ammirato da Papa Francesco.
Alle spalle, un bel palazzotto con a piano terra il locale Mater, gestito da intraprendenti imprenditori, amanti del buon gusto ed impegnati nel rendere gradevole la sosta.
E’ in questo contesto che trascorreremo una bella serata; oltre ad ascoltare e conoscere Piergiorgio Giacovazzo e sentire le sue esperienze in prima persona nella Ucraina subito dopo lo scoppio della guerra, ci intratterremo sul mondo dell’informazione specie radiotelevisiva, sule cronache nazionali e sul panorama internazionale.
Non ci lasceremo sfuggire alcune curiosità sul mondo delle bici e dei motori (sua grande passione).
Durante la serata potremo gustare le delizie di Mater oppure bere qualcosa. La consumazione è libera ma è un modo per contribuire alle spese della Manifestazione.
Come sempre, dopo la consegna del Trofeo offerto da Agostino Branca, a chiusura della serata, la Pasticceria La Golosa offrirà una torta con l’effigie del Premiato.
La conversazione con Giacovazzo sarà curata dal giornalista Tonio Tondo, una figura molto conosciuta a Tricase per il suo impegno politico oltreché giornalistico presso La Gazzetta del Mezzogiorno.
Infine: vi saranno alcune sorprese ma, siccome sono sorprese, non vogliamo assolutamente anticiparle.
Rinnoviamo infine l’invito ad inviare le Vostre domande in redazione; dopo la loro selezione verranno rivolte, attraverso il nostro Direttore, al Premiato.
La manifestazione ha il patrocinio della Città di Tricase e della Provincia di Lecce
CHI E’ IL PREMIATO
PIERGIORGIO GIACOVAZZO - Nato a Roma il 3 gennaio 1970, è entrato in RAI nel 1997 e nella Redazione del TG2 ha ricoperto il ruolo di telegiornalista nelle edizioni più centrali.
Di particolare importanza i suoi recenti servizi dall’Ucraina; dopo lo scoppio della guerra con la Russia, Giacovazzo è rimasto l’ultimo giornalista RAI sul fronte di guerra, benchè la RAI gli consigliasse di fare ritorno a Roma per evitare rischi.
La sua scelta, indubbiamente coraggiosa, è stata premiata dallo studio curato dal sito specializzato in comunicazione Spot and Web: Giacovazzo è risultato il telegiornalista più amato dagli italiani come indicato dal 18% delle preferenze ottenute su un campione di 560 italiani tra i 18 e i 65 anni.
Giacovazzo è redattore e spesso conduttore della rubrica settimanale “TG2 Motori” ma è un appassionato anche di biciclette e soprattutto di mountain bike.
E’ stato anche capo dell’Ufficio Stampa del campione die motociclismo Max Biagi.
Poco dopo l’invito da noi rivoltogli a venire a Tricase per ritirare il Premio è stato protagonista, mentre conduceva l’edizione del TG2, di un famoso “fuori onda” sulla figlia di Fiorello; un “incidente” che ha accresciuto la sua popolarità ed ha consentito al Nostro di esprimere “pubblicamente” quanto moltissimi spettatori pensavano.
di Pino GRECO
Tricase- Paziente in fuga dall'ospedale, la Polizia Locale lo rintraccia in stazione e lo salva: «Volevo tornare a casa in treno»
E’ accaduto questa mattina in viale stazione. Allertati dalla direzione sanitaria dell’ospedale Cardinale Giovanni Panico di Tricase, nonché dalla locale Stazione dei Carabinieri, una pattuglia della Polizia Locale di Tricase si metteva alla ricerca di un degente, versante in una delicatissima situazione clinica ed indebitamente allontanatosi dal nosocomio tricasino. Dopo aver perlustrato attentamente l’intera Città, la persona veniva rintracciata dagli agenti della Polizia Locale presso la stazione ferroviaria del Sud-Est, in evidente stato confusionale e con addosso ancora visibili presidi medici. Attraverso un approccio dialogante ed attento all’aspetto umano, gli operatori intervenuti riuscivano a convincere l’ammalato della necessità di far rientro presso il luogo di cura al fine di sottoporsi alle necessarie terapie. Lo stesso si dimostrava particolarmente provato per la privazione dell’affetto dei propri familiari dichiarando di “voler tornare a casa in treno”. Immediatamente è stato chiamato il servizio 118 - il quale tempestivamente interveniva- e, contestualmente, provvedeva a darne informazione ai familiari. I familiari sopraggiunti sul posto quasi contemporaneamente ai sanitari 118 ed, alla loro vista, l’uomo si dimostrava rassicurato, acconsentendo al rientro in ospedale. “ Un sincero plauso agli uomini della Polizia Locale di Tricase per la professionalità e la delicatezza avuta nella gestione di una situazione non facile”, dichiara il sig. Giuseppe presente alla vicenda