Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 23 aprile, in Puglia, sono stati registrati 2.068 test per l'infezione Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 109 casi, così suddivisi:
59 nella Provincia di Bari;
2 nella Provincia Bat;
15 nella Provincia di Brindisi;
23 nella Provincia di Foggia
5 nella Provincia di Lecce;
2 nella Provincia di Taranto;
per 3 casi è in corso l’attribuzione della provincia di provenienza.
Sono stati registrati 10 decessi: 1 in provincia di Bari, 6 in provincia di Foggia, 3 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 50.410 test.
I casi attualmente positivi sono 2936
531 sono i pazienti guariti.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.839, così divisi:
1.247 nella Provincia di Bari;
360 nella Provincia di Bat;
527 nella Provincia di Brindisi;
956 nella Provincia di Foggia;
466 nella Provincia di Lecce;
251 nella Provincia di Taranto;
27 attribuiti a residenti fuori regione;
5 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
23 aprile 2020
Oggi,23 aprile 2020 ricorre il 43° anniversario di ordinazione sacerdotale del Vescovo S.E.Mons.Vito Angiuli.
Il direttore e tutta la redazione esprimono i migliori Auguri
Giovedi,23 aprile 2020
LE “FAVOLE AL TELEFONO” DI GIANNI RODARI LETTE TELEFONICAMENTE AI PIU’ PICCOLI
La Caritas Diocesana di Ugento - Santa Maria di Leuca comunica, ispirandosi all'esperienza di altre realtà come quella della Caritas Diocesana di Foligno, l’avvio di un’iniziativa per promuovere il piacere della lettura dei più piccoli, che in questo tempo sospeso, sono i più smarriti e confusi.
Il 2020 è un anno intenso, ricco di ricorrenze importanti nel nostro panorama culturale: 100 anni fa nasceva ad Omegna, Gianni Rodari, 50 anni fa lo stesso riceveva il prestigioso premio Andersen, 40 anni fa moriva a Roma, lasciandoci una corposa mole di scritti.
Per omaggiare anche la grandiosità dell'autore, la Caritas diocesana di Ugento - S. Maria di Leuca offre la possibilità ai bambini dai 4 ai 10 anni, su prenotazione, di ascoltare una delle "Favole al telefono", ritenendo che la cura dell'ascolto sia fondamentale, ora più che mai, ricordando che "la comunicazione parte dall'orecchio che ascolta".
Per usufruire dell’ascolto delle favole, basterà contattare il sodalizio tramite Messanger - Pagina Facebook: “Caritas Diocesana di Ugento-S.M. di Leuca”, indicando il nome del bambino o della bambina al/alla quale piacerebbe ascoltare una favola di Rodari e il recapito telefonico da richiamare, successivamente, a partire dalle ore 18.00 il/la piccolo/a sarà contattato/a telefonicamente.
SPIEGAZIONE DEL PROF. PIER LUIGI LOPALCO SUL NUOVO BOLLETTINO
Il responsabile del coordinamento emergenze pandemiche della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco, spiega il nuovo bollettino epidemiologico diffuso oggi:
“Il bollettino da oggi contiene delle informazioni aggiuntive sull’andamento dei casi Covid in Puglia. In particolare i dati vengono presentati anche per data di prelievo del tampone, offrendo così un quadro più aderente all’andamento dell’epidemia. Il primo grafico in particolare (Incremento giornaliero dei casi per data a prelievo tampone) illustra chiaramente la curva del contagio che in questo momento in Puglia è in fase di discesa”.
A tal proposito il prof. Lopalco chiarisce anche la differenza con il dato giornaliero di caricamento delle schede a sistema (vedi grafico “Numero cumulativo dei casi): “Oggi nel bollettino epidemiologico della Regione Puglia sono riportati 108 nuovi casi. Questo potrebbe sembrare un dato preoccupante rispetto ai numeri dei giorni precedenti ma in realtà non lo è, perché come accaduto altre volte, questi 108 casi non sono tutti avvenuti nelle ultime 24 ore ma si sono verificati in un periodo più lungo: oggi sono stati solo caricati sul sistema. Vanno quindi ‘spalmati’ nei giorni precedenti a ieri. Per interpretare questo dato dobbiamo chiarire che non c’è un aumento di casi riferiti a un solo giorno, ma è una normale fluttuazione statistica”.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledi 22 aprile, in Puglia, sono stati registrati 2.358 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 108 casi, così suddivisi:
28 nella Provincia di Bari;
20 nella Provincia Bat;
7 nella Provincia di Brindisi;
37 nella Provincia di Foggia;
9 nella Provincia di Lecce;
5 nella Provincia di Taranto;
1 caso fuori Regione;
1 caso la cui provincia è in corso di attribuzione.
Sono stati registrati 11 decessi: 4 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 3 in provincia Foggia, 2 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 48.342 test.
Sono 494 i pazienti guariti. I casi attualmente positivi sono 2874
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.730 così divisi:
1.188 nella Provincia di Bari;
358 nella Provincia di Bat;
512 nella Provincia di Brindisi;
933 nella Provincia di Foggia;
461 nella Provincia di Lecce;
249 nella Provincia di Taranto;
27 attribuiti a residenti fuori regione;
2 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Tricase,22 aprile 2020
Grazie alla generosità dell’imprenditore Antonio Raone ed al suo gruppo di aziende (Acque Pure Italia), la comunità Tricasina attraverso la spontanea prontezza nel fare del bene ad altri, di Michele Dell’Abate, potrà contare su 3000 mascherine ed altri dispositivi di protezione.
La consegna è già iniziata nelle mani del primario del centro di Immunoematologia, Med.Trasfusionale presso Ospedale “Card. G. Panico” di Tricase, il dott. Luciano Abbruzzese e della dott.ssa Elisa Nescis che hanno ringraziato l’imprenditore Antonio Raone per il generoso contributo.
Oltre all’ospedale tricasino anche la “ Casa di Riposo R.S.S.A. Gaudium di Montesardo, la Fondazione di Partecipazione "Tommaso Caputo",l’associazione Tricase Solidale,la redazione de il volantino di Tricase, gli operatori ecologici tricasini di Gial Plast, ed alcuni cittadini hanno già ricevuto il materiale a disposizione.
La consegna delle mascherine ed altri dispositivi di protezione seguirà nei prossimi giorni con Michele Dell’Abate
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi martedì 21 aprile, in Puglia, sono stati registrati 1.795 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 55 casi, così suddivisi:
19 nella Provincia di Bari;
3 nella Provincia Bat;
4 nella Provincia di Brindisi;
28 nella Provincia di Foggia;
0 nella Provincia di Lecce;
1 nella Provincia di Taranto.
3 casi registrati ieri nella provincia di Bari e 1 nella provincia di Brindisi sono stati attribuiti oggi.
Sono stati registrati 25 decessi (questo dato aggrega decessi anche avvenuti nei giorni scorsi, ma registrati oggi nel sistema): 5 in provincia di Bari, 11 in provincia Bat (somma di decessi anche dei giorni scorsi), 3 in provincia di Brindisi, 3 in provincia Foggia, 2 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 45.984 test.
Sono 459 i pazienti guariti.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.622 così divisi:
1.160 nella Provincia di Bari;
338 nella Provincia di Bat;
505 nella Provincia di Brindisi;
896 nella Provincia di Foggia;
452 nella Provincia di Lecce;
244 nella Provincia di Taranto;
26 attribuiti a residenti fuori regione;
1 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Villa Sauli, posta in cima a Punta Cannone, rimarrà lì, almeno per il momento.
E’quanto deciso dal TAR di Lecce che,con una sentenza depositata poco prima di Pasqua, ha accolto il ricorso proposto dai proprietari della Villa.
Secondo i Giudici Amministrativi, il Comune ha ritenuto illegittima la costruzione nonostante che avesse consentito nel corso degli anni agli stessi proprietari di conseguire l’agibilità e rilasciato provvedimenti che presupponevano la piena legittimità di quanto realizzato.
Ed allora –sembra chiedersi il Tribunale- come può il Comune oggi, a distanza di tanti anni, ordinare la demolizione di quel fabbricato? I Giudici, come si legge nella sentenza, non hanno potuto invece prendere in considerazione un altro fatto sottoposto alla loro attenzione: la traslazione del fabbricato che costituirebbe un altro motivo di possibile illegittimità della costruzione.
Ma quel motivo non è stato indicato nel provvedimento adottato dal Comune e pertanto,secondo i Giudici, non poteva essere preso in esame.
La decisione di primo grado ben può essere appellata ed in questo senso si è già espresso il Difensore del Comune; la battaglia quindi sembra destinata a proseguire e non sono pochi a temere che possa vedere anche la proprietà passare “all’attacco” con una richiesta di danni per possibili perdite di occasioni di vendita della Villa.
Insomma un ecomostro che può diventare un ecodisastro non solo per l’ambiente ma anche per le casse comunali.
Martedi,21 aprile 2020
Emergenza.
Dichiarazioni di Giuseppe Conte:
"Fase 2" “aperture da 4 maggio
In queste ore continua senza sosta il lavoro del Governo, coadiuvato dall’équipe di esperti, al fine di coordinare la gestione della ‘fase due’, quella della convivenza con il virus.
Come già sapete, le attuali misure restrittive sono state prorogate sino al 3 maggio. Molti cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina. Questo Governo ha messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, ma certo non è affatto insensibile all’obiettivo di preservare l’efficienza del sistema produttivo. Ma una decisione del genere sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme.
In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione. Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni. L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico.
Non possiamo permetterci di tralasciare nessun particolare, perché l’allentamento porta con sé il rischio concreto di un deciso innalzamento della curva dei contagi e dobbiamo essere preparati a contenere questa risalita ai minimi livelli, in modo che il rischio del contagio risulti “tollerabile” soprattutto in considerazione della recettività delle nostre strutture ospedaliere.
Vi faccio un esempio. Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro che pure abbiamo predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa genera. Le percentuali di chi usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in quali orari, con quale densità. Come possiamo garantire all’interno dei mezzi di trasporto la distanza sociale? Come possiamo evitare che si creino sovraffollamenti, le famose “ore di punta”? Come favorire il ricorso a modalità di trasporto alternative e decongestionanti?
Questo programma deve avere un’impronta nazionale, perché deve offrire una riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le attività commerciali. Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali. Perché le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non solo le stesse che in Lombardia. Come pure la recettività delle strutture ospedaliere cambia da Regione a Regione e deve essere costantemente commisurata al numero dei contagiati e dei pazienti di Covid-19.
È per questo che abbiamo gruppi di esperti che stanno lavorando al nostro fianco giorno e notte. C’è il dott. Angelo Borrelli che sin dalla prima ora ci aiuta, per tutta la parte operativa, con le donne e gli uomini della Protezione civile. C’è il dott. Domenico Arcuri che sta mettendo le sue competenze manageriali al servizio dell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e delle apparecchiature medicali di cui le Regioni erano fortemente carenti (pensate: ad oggi abbiamo fornito alle Regioni 110 milioni di mascherine e circa 3 mila ventilatori per le terapie).
C’è il prof. Silvio Brusaferro che insieme agli altri scienziati ed esperti sanitari del Comitato tecnico-scientifico ci forniscono un’analisi scientifica della curva epidemiologica e ci suggeriscono le misure di contenimento del contagio e di mitigazione del rischio. Più di recente si è aggiunto il dott. Vittorio Colao che insieme a tanti altri esperti sta offrendo un contributo determinante per la stesura di un piano per una graduale e sostenibile riapertura, che tenga conto di tutti i molteplici aspetti, operativi e scientifici.
È fin troppo facile dire ‘apriamo tutto’. Ma i buoni propositi vanno tradotti nella realtà, nella realtà del nostro Paese, tenendo conto di tutte le nostre potenzialità, ma anche dei limiti attuali che ben conosciamo.
Nei prossimi giorni analizzeremo a fondo questo piano di riapertura e ne approfondiremo tutti i dettagli. Alla fine, ci assumeremo la responsabilità delle decisioni, che spettano al Governo e che non possono essere certo demandate agli esperti, che pure ci offrono una preziosa base di valutazione. Assumeremo le decisioni che spettano alla Politica come abbiamo sempre fatto: con coraggio, lucidità, determinazione. Nell’esclusivo interesse di tutto il Paese.
Nell’interesse dei cittadini del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole. Non permetterò mai che si creino divisioni. Dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di comunità. È questa la nostra forza.
E smettiamola di essere severi con il nostro Paese. Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova.
Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma. Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio.
Lunedi,20 aprile 2020
Dichiarazione del prof. Lopalco sulla richiesta di screening di massa con tampone: “procedura non idonea ai fini della tutela della salute”
Il prof. Pier Luigi Lopalco responsabile del coordinamento epidemiologico della Regione Puglia, con riferimento alle note dei sindacati di Polizia e del presidente Ordine dei Medici, dichiara quanto segue:
“La richiesta di avviare programmi di screening di massa per la ricerca del virus SARS-CoV-2 con tecniche di biologia molecolare (il cosiddetto tampone), seppur comprensibile in un momento di pressione come quello che stiamo vivendo, non è comunque sostanziata da alcuna evidenza di efficacia. La ricerca a tappeto del virus in una platea di soggetti asintomatici, infatti, non è utile né come mezzo di prevenzione della diffusione del virus in ambito ospedaliero, né come tutela della salute dell’operatore.
Il tampone rileva il virus, con un certo livello neanche ottimale di sensibilità e specificità, solo in coloro che in quello specifico istante sono portatori del virus. La finalità dell’esame è dunque quella di fare diagnosi di COVID-19 in caso di sospetto. Il sospetto può essere legato o alla presenza di sintomi suggestivi o di confermato contatto con un caso accertato di COVID-19 per escludere l’avvenuto contagio. Con una tale strategia di ricerca, attualmente in Puglia si riesce ad ottenere un livello di positività al tampone intorno al 5%.
Fra i soggetti positivi, ricercati con i criteri sovra esposti, un terzo circa dei sospetti è asintomatico. Andando a ricercare i positivi con un criterio comunque allargato ma pur sempre mirato, si identifica appena un 1-2% di soggetti asintomatici al momento del tampone. È un buon risultato, considerando che tale soggetti, anche se pochi, costituiscono comunque una potenziale fonte di contagio.
Ma si capisce bene come, se invece tale indagine fosse eseguita a tappeto su una platea random di soggetti asintomatici, il numero di portatori positivi che si riuscirebbe a scovare sarebbe irrisorio. Non solo, considerando i valori di specificità e sensibilità della metodica, la quota di falsi negativi e falsi positivi da gestire sarebbe superiore a quella dei veri positivi eventualmente identificati.
Insomma, il tampone NON è un buon test di screening e utilizzarlo a questo scopo andrebbe contro ogni logica scientifica. Oltre al fatto che un aggravio del carico di lavoro dei laboratori porterebbe inevitabilmente a colli di bottiglia e ritardi per analisi di altri soggetti che presentassero una reale necessità di avere un risultato in tempi brevi.
Inoltre, poiché il risultato negativo al tampone avrebbe un significato solo transitorio, il rischio per un operatore di positivizzarsi nel giro di poche ore o pochi giorni resterebbe comunque. Il test negativo, quindi, potrebbe indurre a comportamenti più lassisti nei confronti delle misure di distanziamento e corretto utilizzo dei DPI in ambiente di lavoro.
Insomma, più tamponi si, ma con criteri dettati dalla scienza. Tamponi di massa o sistematici agli operatori sanitari non sono solo inutili, ma anche dannosi"
Lunedi,20 aprile 2020
G. Tondo, Segretario Generale Puglia:
Un weekend tra protezioni e "test" per tutti
La pausa è terminata. La domenica è ormai alle spalle. Trascorsa per molti tra le mura domestiche, ma non per tutti, specialmente per quei carabinieri che non conoscono domenica e sono sempre in strada, in prima linea.
Ma cosa è accaduto nei giorni immediatamente precedenti? E' accaduto che Noi di Unarma ASC ci siamo ritrovati a dover ritornare a chiedere al Presidente della Regione Puglia di rompere un silenzio assurdo, illogico, ingiustificato ed ingiustificabile all'appello dello scorso 23 marzo, volto ad ottenere idonee misure per la tutela della salute degli operatori di polizia.
Non abbiamo paura di sbagliarci, quando affermiamo che nulla può giustificare un silenzio nei riguardi di chi, rischiando ogni giorno di ammalarsi o di morire per garantire la salvaguardia altrui, ha solo richiesto un pò di attenzione anche per se stesso. Per garantire un servizio migliore al cittadino, per collaborare al meglio al contenimento del contagio ma soprattutto, per essere messo veramente nelle condizioni di poter fare il proprio lavoro in sicurezza e partecipare alla più rapida ripresa del nostro Paese. Abbiamo finito? Macché!
E' successo poi che al nostro comunicato – sottoscritto con sigle sindacali di Polizia di Stato, Vigili del fuoco, Polizia penitenziaria e Guardia di Finanza - si sono autonomamente associate anche alcune parti politiche, per sostenerci e sostenere la richiesta. Ben vengano più voci di supporto alla nostra causa di questo momento: i tifosi dei sindacalisti sono sempre ben accetti.
Si sta parlando della salute, di quella di chi deve - e rimarchiamo il termine deve garantire non solo la propria ma anche e soprattutto quella altrui. Si sta parlando purtroppo di vita o di morte. Unarma ASC, nel ribadire la propria indipendenza sindacale, plaude dunque all'iniziativa di questa parte politica anche perché, autonomamente decidendo di mettersi al fianco delle nostre recriminazioni, ci ha fornito un dato politico rilevante: il riconoscimento dell'opportunità di un'azione sindacale libera e democratica anche per il comparto militare, esattamente come quella dei Vigili del fuoco, della Polizia penitenziaria e dei nostri "cugini" della Polizia di Stato.
E noi di Unarma, auspichiamo che sia davvero così, perché viceversa ci rimbombano ancora nelle orecchie le parole dell'on. leghista Roberto Paolo Ferrari il quale, nell'audizione per la legge sui sindacati militari alla IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, sui tavoli che contano, riteneva fermamente improponibile per noi militari un diritto sindacale al pari della Polizia di Stato. Audizione alla quale chi scrive è stato relatore, in qualità di vice presidente nazionale, per il sindacato Unarma