Lunedi,27 aprile 2020

Che cosa si può fare da oggi

Le aziende
Le aziende strategiche, industriali e produttive, che esportano all’estero e rischiano di perdere altre quote di mercato, possono riaprire presentando un’autocertificazione e passando al vaglio dei prefetti.

I cantieri
Riparte anche l’edilizia carceraria, scolastica e per il contrasto del dissesto idrogeologico.

Che cosa si può fare dal 4 maggio 2020

Spostamenti
Saranno consentiti «solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute» ma si «considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento e vengano utilizzate le mascherine». E dunque ci si potrà muovere all’interno della propria Regione di residenza ma soltanto per questi motivi. Per andare in un’altra Regione bisognerà invece avere «comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute».

Visite ai parenti
La novità è la possibilità di spostarsi per visite «mirate» ai congiunti e qui il presidente del Consiglio Conte fa riferimento alle «famiglie che sono state separate dal lockdown: genitori e figli, nonni e nipoti». Ma il divieto di assembramento rimane e gli incontri devono avvenire sempre «nel rispetto delle distanze e con le mascherine».

Autocertificazione
Il modulo cartaceo con nome, cognome, indirizzo e destinazione dello spostamento è stato uno dei temi più dibattuti da ministri e scienziati. Alla fine, poche ore prima della conferenza stampa del premier, la linea del rigore ha vinto. L’autocertificazione resta per almeno due settimane. La scelta è motivata dal timore che gli italiani percepiscano l’allentamento delle misure come il ritorno alla vita di prima, uno stato d’animo che potrebbe ripercuotersi drammaticamente sulla curva dei contagi. «L’autocertificazione è fondamentale», si è battuto il ministro della Salute, Roberto Speranza. In sostanza alle tre motivazioni che consentono gli spostamenti (lavoro, salute, stato di necessità) se ne aggiunge una quarta: incontro con i congiunti.

Dispositivi di protezione
Nei luoghi chiusi la mascherina diventa obbligatoria. E quindi dentro i negozi, negli uffici, nelle fabbriche, sugli autobus, sulla metropolitana, nei treni e a bordo degli aerei bisognerà coprirsi naso e bocca. Il tema è stato uno dei più dibattuti, per le difficoltà di approvvigionamento e per i costi. Finché ieri, durante la riunione della cabina di regia, si è trovato un accordo anche con Regioni e Comuni e si è deciso di emanare una circolare per fissa il prezzo massimo delle mascherine chirurgiche, così da evitare abusi e speculazioni di mercato.

Parchi e sport all’aperto
Un altro pezzetto di libertà riconquistata è la possibilità di passeggiare anche lontano dalla propria abitazione, purché a distanza dagli altri. Parchi, ville e giardini pubblici riapriranno su tutto il territorio nazionale, ma gli ingressi nelle aree riservate ai bambini potranno essere «contingentati», e i sindaci potranno attuare restrizioni, sempre seguendo la curva dei contagi. Le forze dell’ordine controlleranno il rispetto delle norme. Sarà possibile fare jogging, praticare sport all’aperto e riprendere gli allenamenti individuali. La distanza di sicurezza sarà di minimo due metri anche per gli atleti professionisti, che però dovranno allenarsi da soli.

Mare e montagna
Si potrà andare al mare per nuotare e fare passeggiate in montagna: attività motorie da soli o al massimo in due, ma non ci si potrà trasferire nelle seconde case.

Messe e funerali
La Chiesa da settimane prova a convincere il governo a far celebrare la Santa messa, ma per gli scienziati è ancora troppo rischioso. Sul fronte delle cerimonie religiose si potranno soltanto celebrare i funerali, purché alla funzione non prendano parte più di quindici persone con mascherine e rimanendo a distanza. Le persone ammesse alla funzioni dovranno essere soltanto i familiari più stretti.

Cibo da asporto
Bar e ristoranti rimangono chiusi ma sarà possibile acquistare cibo da asporto «da consumare a casa o in ufficio» e non rimanendo davanti ai locali.

Aziende
Si rimettono in moto le industrie manifatturiere, le costruzioni e il commercio all’ingrosso relativo a queste filiere.

Ristrutturazioni private
Anche i cantieri privati potranno riprendere a lavorare, perché l’Inail stima che il settore presenta un indice di rischio tra i più bassi. In tutte le riunioni il premier ha raccomandato il rispetto rigoroso dei protocolli di sicurezza.

Che cosa si può fare dal 18 maggio 2020

Negozi
Potranno riaprire i negozi di abbigliamento e di calzature, le gioiellerie e tutti gli altri esercizi commerciali di vendita al dettaglio rispettando le regole sugli ingressi contingentati, il distanziamento di un metro e l’uso delle mascherine.

Mostre e musei
Gli scienziati hanno chiesto al governo grandissima cautela sulla riapertura dei luoghi di aggregazione. Cinema, teatri e sale da concerto resteranno chiuse, come i pub e le discoteche. «Sono sospese le manifestazioni organizzate, gli eventi e gli spettacoli con la presenza di pubblico», non è possibile organizzare feste pubbliche e private, anche nelle case. Riaprono invece i musei e si potranno visitare le mostre a ingressi contingentati, rispettando le distanze e indossando le mascherine.

Allenamenti di squadra
Gli atleti che praticano sport di squadra potranno tornare ad allenarsi sempre mantenendo le distanze.

Che cosa si può fare dall’1 giugno 2020

Bar e ristoranti
Dopo la lunga attesa potranno riaprire bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie. In base all’ampiezza dei locali e agli spazi disponibili i ristoranti perderanno la metà dei posti a sedere a causa delle regole di distanziamento: due metri tra un tavolo e l’altro. I camerieri indosseranno guanti e mascherine.

Estetiste e parrucchieri
Si potrà andare su appuntamento perché bisognerà rispettare il rapporto di un lavoratore per un cliente. Poiché non è possibile mantenere la distanza, entrambi dovranno indossare la mascherina e i guanti.

Che cosa si può fare il 17 giugno 2020

Esame di maturità
I ragazzi potranno rientrare a scuola e sostenere l’esame di maturità.

Seppur con un lieve incremento rispetto ai numeri record di ieri, i numeri del contagio da Covid-19 restano bassi da giorni in Puglia, dove oggi (26 aprile) si sono registrati 36 nuovi casi (ieri erano 31). Un lieve aumento dunque, soprattutto visto il numero ridotto dei tamponi effettuati (1.294 rispetto ai 2.156 di ieri), ma in ogni caso cifre ai minimi dall'inizio dell'epidemia. L'incremento giornaliero dunque è dello 0,92% mentre il rapporto positivi/tamponi risale al 2,78% (ieri era crollato al'1,44%).

Tornano a salire gli attualmente positivi, oggi 2.937, mentre resta stabile da alcuni giorni la percentuale dei ricoverati in terapia intensiva, ferma al 2% dei contagiati; il 21% degli infetti sono invece ricoverati mentre il 77% si cura a domicilio.

I nuovi 36 casi sono così suddivisi:

8 nella Provincia di Bari;

1 nella Provincia Bat;

10 nella Provincia di Brindisi;

8 nella Provincia di Foggia;

5 nella Provincia di Lecce;

2 nella Provincia di Taranto;

1 fuori Regione Puglia

1 caso la cui provincia di provenienza è in corso di attribuzione

Sono stati registrati 8 decessi: 1 in provincia di Bari, 5 in provincia di Foggia, 2 provincia Bat.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 55.992 test. I casi attualmente positivi sono 2.937. Salgono a 612 sono i pazienti guariti.

 Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.948 , così divisi:

1.282 nella Provincia di Bari;

366 nella Provincia di Bat;

552 nella Provincia di Brindisi;

986 nella Provincia di Foggia;

475 nella Provincia di Lecce;

255 nella Provincia di Taranto;

29 attribuiti a residenti fuori regione;

3 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.

Tricase,25 aprile 2020

Non avrei mai pensato di essere accusato di aver violato, con una sola azione, tante norme; queste, nell’ordine:

violazione del DPCM che obbliga a stare in casa essendo andato per strada per documentare una inchiesta giornalistica;

violazione del diritto alla riservatezza essendo diventato un maniaco che guarda dal buco della serratura;

esercizio abusivo di servizio di ronda avendo mandato la mia troupe a vigilare intorno a Palazzo Gallone

e, per concludere,

istigazione al suicidio collettivo di tutti i bisognosi di Tricase.

Sono queste le principali accuse mossemi dalla maggioranza (?)consiliare e dall’intera Giunta; tutti riunitisi (divieto di assembramento)per stilare un documento non inviatomi (violazione del diritto di difesa e del principio del contraddittorio) ma pubblicato sugli altri giornali locali (violazione del dovere di lealtà e correttezza) con il quale mi si invita a non usare le parole (violazione del diritto all’informazione) e a non guardare l’operato dell’Amministrazione (violazione della trasparenza).

La maggioranza tuttavia –e questo mi conforta- ammette che la fila per ritirare il buono alimentare c’è stata (come da me denunciato); che i criteri sono stati resi noti successivamente (come da me denunciato); che per la presentazione delle domande non vi era un termine di scadenza (come da me denunciato); che non vi era una graduatoria generale (come da me denunciato);che vi sono stati problemi di privacy (come da me denunciato).

Ma l’accusa che ho trovato più ingiusta è che il mio articolo avrebbe finito per svelare alle persone l’umiliazione patita; sì, è l’accusa più ingiusta, ingiusta non nei miei confronti ma di quelle persone in fila: saranno pure bisognose, ma una ricchezza la possiedono ed è la loro dignità della quale sono pienamente consapevoli senza bisogno che altri gliela facciano scoprire.A.D.

Tricase,25 aprile 2020

o l’insofferenza del Potere

di Alessandro Distante

In un articolo uscito nel numero scorso avevo parlato dell’intervento del Comune di Tricase nella distribuzione di buoni mensa. Indicavo numeri e modalità di gestione. Ponevo in evidenza luci ed ombre e, a difesa dei più indifesi, evidenziavo la triste vicenda di una fila fatta sotto il Palazzo Municipale, senza alcuna privacy; in uno spirito di sano e costruttivo confronto, suggerivo, ad esempio, la consegna a domicilio dei buoni mensa.

A conferma della verità del fatto pubblicavo una foto giunta in Redazione.

Dopo qualche giorno, l’Amministrazione sentiva la necessità di rassicurare i tricasini che nessuno sarebbe rimasto indietro e fin qui tutto bene, ma riteneva di non dover accogliere i suggerimenti. E anche questo ci può stare, ci mancherebbe altro.

Il punto è che i Consiglieri di maggioranza e i componenti della Giunta passavano a censurare chi aveva scritto l’articolo e pubblicato la foto, accusandolo di aver portato all’evidenza una vicenda che non doveva essere resa pubblica, perché tutti in Comune lavorano e lavorano bene e quindi la denuncia era ingiusta, infondata e pericolosa.

Il tutto evidenziando, ancora una volta, l’insofferenza per la critica e mal nascondendo la minaccia a stare zitti, ad essere sordi e a chiudere gli occhi.

Un altro attacco al Giornale (o alla “testatina” come simpaticamente ribattezzata dal Primo cittadino) e ai Giornalisti (ricordo un “chissà perché” per il quale la Giunta decise di procedere contro il corrispondente de Il Quotidiano); un attacco, ancora una volta, senza stile, al punto che gli Amministratori hanno ritenuto di non dover inviare la risposta a Il Volantino ma agli altri due giornali locali.

La Città di Tricase –è bene dirlo- non accetta nessun virus e, tanto meno, un virus che intacchi il confronto democratico che passa anche dalla libertà di stampa e soprattutto dalla stampa libera. 

P.S. In Redazione sono giunte alcune email di chi in fila, o che ha saputo della fila, ha condiviso il mio pezzo e questo mi basta.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 25 aprile, in Puglia, sono stati registrati 2.156 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 31 casi, così suddivisi:

6 nella Provincia di Bari;

4 nella Provincia Bat;

7 nella Provincia di Brindisi;

9 nella Provincia di Foggia;

4 nella Provincia di Lecce;

0 nella Provincia di Taranto.

1 caso per un residente fuori regione

Sono stati registrati 8 decessi: 2 in provincia di Bari, 1 in provincia Brindisi, 1 in provincia Bat, 4 in provincia Foggia.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 54.628 test.

Sono 602 i pazienti guariti.

2.919 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.912 così divisi:

1.274 nella Provincia di Bari;

365 nella Provincia di Bat;

542 nella Provincia di Brindisi;

978 nella Provincia di Foggia;

470 nella Provincia di Lecce;

253 nella Provincia di Taranto;

28 attribuiti a residenti fuori regione;

2 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Sabato,25 aprile 2020

Quest’anno, forse mai come questa volta, il 25 aprile verrà sentito come la Festa della Liberazione.

Certo, vale come augurio, anche se vi è la certezza che sabato 25 non potrà essere il giorno della Libertà. Eppure, è proprio vero –come disse Piero Calamandrei nel Discorso ai Giovani di Milano- che “la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”.

Libertà deriva dal latino liber: uomo libero, contrapposto a servus, schiavo.

Allo stesso modo, libertas è contrapposta a servitus,schiavitù.

La sfida per la Fase 2, ed ancor più per la Fase 3, sarà quella di ritrovare la libertas senza ricadere nella servitus,nella schiavitù del tran tran quotidiano, dello smog cittadino, degli incontri perditempo, del lavoro sempre fuori di casa, delle spese per oggetti inutili.

La libertas sarà bella se sarà quella di andare per campi, respirare aria pulita, incontrare ed abbracciare gli amici, prendere un caffè al bar ma, il tutto, senza perdere il piacere di stare in casa, di ascoltare il silenzio ed essere più felici, liberi dai falsi bisogni e tutti, nessuno escluso, da ogni bisogno.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 24 aprile, in Puglia, sono stati registrati 2.062 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 42 casi, così suddivisi:

21 nella Provincia di Bari;

1 nella Provincia Bat;

5 nella Provincia di Brindisi;

13 nella Provincia di Foggia;

0 nella Provincia di Lecce;

2 nella Provincia di Taranto.

Sono stati registrati 11 decessi: 7 in provincia di Bari, 1 in provincia Brindisi, 2 in provincia di  Foggia, 1 in provincia di Lecce.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 52.472 test.

Sono 565 i pazienti guariti.

2933 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 3.881 così divisi:

1.268 nella Provincia di Bari;

361 nella Provincia di Bat;

535 nella Provincia di Brindisi;

969 nella Provincia di Foggia;

466 nella Provincia di Lecce;

253 nella Provincia di Taranto;

27 attribuiti a residenti fuori regione;

2 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Tricase,24 aprile 2020

La Redazione invita i propri lettori e tutti i cittadini ad un nuovo momento di condivisione.

Durante questo periodo di emergenza, di obbligo a restare a casa, hai scattato delle foto o girato dei video che rappresentano quanto sta accadendo a Tricase (frazioni e marine incluse)?

Per esempio, strade e piazze deserte, code ai supermercati, posti di blocco, assembramenti non autorizzati, comportamenti scorretti o al contrario virtuosi, “eroi” al lavoro, cartelli significativi e altro ancora?

Oppure hai delle foto di istanti di vita quotidiana che rappresentano la particolarità del momento? Per esempio, immagini in famiglia o altre situazioni curiose che, per te, sono significative del periodo.

Se sì, invia il tutto alla redazione a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure su WhatsApp al num. 347 111 34 05.

Con il materiale ricevuto realizzeremo una “galleria di ricordi” che tutti possano vedere, scaricare gratis e tenere come ricordo

Venerdi,24 aprile 2020

VIAGGIARE E MUOVERSI CON IL CORONAVIRUS: STAZIONI, TRENI, AEREI, NAVI E AUTOBUS, ECCO COSA SI POTRÀ FARE E CHE COSA NO

I nuovi protocolli per la mobilità dei passeggeri in vista della la fase 2 che partirà il prossimo 4 maggio sono riportati nella bozza di lavoro per le direttive anti-contagio da Covid redatta nella giornata di ieri dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli. Linee guida già trasmesse nelle scorse ore alle organizzazioni sindacali e alle associazioni di categoria per l'analisi e la proposta di eventuali modifiche. Osservazioni alla bozza già annunciate dal presidente di Asstra Puglia Matteo Colamussi: «Ci atterremo alle norme fa sapere Va da sé che il principio dei vari Dpcm emessi sino a questo punto prevedono l'obbligo di mascherine e dispositivi sanitari quando le distanze sociali si riducono rispetto al metro previsto. Ecco perché riteniamo che in Fase 2 tali dispositivi debbano essere obbligatori per tutti e su tutti i mezzi».

Aerei. I gestori degli aeroporti dovranno individuare percorsi separati di entrata e uscita per evitare l'incontro di flussi di utenti e senso unici fino ai gate. A bordo degli aerei è previsto, poi, l'obbligo di distanziamento dei passeggeri il cui rispetto dovrà essere garantito dal personale di bordo. E ancora, obbligo di utilizzo di mascherine e guanti per passeggeri, dipendenti, operatori aeroportuali e accompagnatori, a bordo e a terra. Infine, l'utilizzo di termo-scanner per tutti gli utenti, sia in arrivo che in partenza.

Navi. Con riferimento al settore del trasporto marittimo, le compagnie marittime avranno l'obbligo di evitare i contatti fra personale di terra e personale di bordo e, comunque, mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro. Distanza sociale di almeno un metro anche tra i passeggeri e obbligo di comunicazione immediata alle autorità sanitarie di utenti a bordo che presentino sintomi da covid. Passeggeri che dovranno essere posti in isolamento sino allo sbarco.

Treni. Anche nelle stazioni ferroviarie, all'interno dello scalo e nei corridoi sino ai binari, dovranno essere predisposti senso unico di entrata e uscita per evitare assembramenti di utenti. Previsto il sistema degli ingressi contingentati e l'obbligo di distanziamento sociale anche su scale e percorsi mobili. A bordo dei treni a lunga percorrenza, ancora, i passeggeri potranno occupare i posti a sedere con il sistema a scacchiera mentre sulle poltrone non utilizzabili saranno applicati maker di divieto. I biglietti saranno sempre nominativi per identificare tutti i passeggeri e gestire eventuali casi di presenza a bordo di sospetti o conclamati casi di positività al virus. I servizi di ristorazione, infine, a bordo verranno sospesi.

Autobus, tram e metro. Stop alla vendita di biglietti  a bordo da parte degli autisti e igenizzazione dei mezzi da effettuare almeno una volta al giorno. Prevista, inoltre, la separazione tra conducente e passeggeri. A bordo degli autobus e sui tram bisognerà, inoltre, garantire un numero di passeggeri tali da garantire il rispetto della distanza di un metro. E ancora, salite discese da porte separate e ipotesi di saltare alcune fermate da parte dell'autista per gestire l'affollamento a bordo. È, infine, prevista la dotazione dei mezzi di telecamere intelligenti conta persone e saturimetri.

Possibile “indicatore” precoce di future recidive dell’epidemia da Covid-19. Studio effettuato da Sima,ricercatori dell'Università di Bari, Bologna e Trieste, e dell’ateneo di Napoli “Federico II”

Fonte agi.it

A poco più di un mese dalla pubblicazione di un Position Paper sulla "Valutazione della potenziale relazione tra l'inquinamento da particolato atmosferico e la diffusione dell'epidemia da Covid-19", la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) annuncia che il coronavirus SARS-Cov-2 è stato ritrovato sul particolato (PM). "Questa prima prova apre la possibilità di testare la presenza del virus sul particolato atmosferico delle nostre città nei prossimi mesi come indicatore per rilevare precocemente la ricomparsa del coronavirus e adottare adeguate misure preventive prima dell'inizio di una nuova epidemia", anticipa il professor Alessandro Miani, presidente della Sima.

“Questa prima parte della ricerca mirava espressamente a cercare la presenza dell'RNA del SARS-CoV-2 sul particolato atmosferico. Le prime evidenze relative alla presenza del coronavirus sul particolato provengono da analisi eseguite su 34 campioni di PM10 in aria ambiente di siti industriali della provincia di Bergamo, raccolti con due diversi campionatori d'aria per un periodo continuativo di 3 settimane, dal 21 febbraio al 13 marzo”, spiega Leonardo Setti, coordinatore del gruppo di ricerca scientifica insieme a Gianluigi De Gennaro e a Miani.

"I campioni sono stati analizzati dall’Università di Trieste in collaborazione con i laboratori dell’azienda ospedaliera Giuliano Isontina, che hanno verificato la presenza del virus in almeno 8 delle 22 giornate prese in esame. I risultati positivi sono stati confermati su 12 diversi campioni per tutti e tre i marcatori molecolari, vale a dire il gene E, il gene N ed il gene RdRP, quest'ultimo altamente specifico per la presenza dell'RNA virale SARS-CoV-2. Possiamo confermare di aver ragionevolmente dimostrato la presenza di RNA virale del SARS-CoV-2 sul particolato atmosferico rilevando la presenza di geni altamente specifici, utilizzati come marcatori molecolari del virus, in due analisi genetiche parallele”4, precisa Setti.

Secondo De Gennaro, “questa è la prima prova che l'RNA del SARS-CoV-2 può essere presente sul particolato in aria ambiente, suggerendo così che, in condizioni di stabilità atmosferica e alte concentrazioni di PM, le micro-goccioline infettate contenenti il coronavirus SARS-CoV-2 possano stabilizzarsi sulle particelle per creare dei cluster col particolato, aumentando la persistenza del virus nell'atmosfera come già ipotizzato sulla base di recenti ricerche internazionali. L’individuazione del virus sulle polveri potrebbe essere anche un buon marker per verificarne la diffusione negli ambienti indoor come ospedali, uffici e locali aperti al pubblico. Le ricerche hanno ormai chiarito che le goccioline di saliva potenzialmente infette possono raggiungere distanze anche di 7 o 10 metri, imponendoci quindi di utilizzare per precauzione le mascherine facciali in tutti gli ambienti”.

“La prova che l'RNA del SARS-CoV-2 può essere presente sul particolato in aria ambiente non attesta ancora con certezza definitiva che vi sia una terza via di contagio”, prosegue De Gennaro. “Tuttavia, occorre che si tenga conto nella cosiddetta Fase 2 della necessità di mantenere basse le emissioni di particolato per non rischiare di favorire la potenziale diffusione del virus”.

A tal proposito, l’epidemiologo Prisco Piscitelli spiega: “Ad oggi le osservazioni epidemiologiche disponibili per Italia, Cina e Stati Uniti mostrano come la progressione dell'epidemia Covid-19 sia più grave in quelle aree caratterizzate da livelli più elevati di particolato. Esposizioni croniche ad elevate concentrazioni di particolato atmosferico, come quelle che si registrano oramai da decenni nella Pianura Padana, hanno di per sé conseguenze negative sulla salute umana, ben rilevate e quantificate dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, rappresentando anche un fattore predisponente a una maggiore suscettibilità degli anziani fragili alle infezioni virali e alle complicanze cardio-polmonari. È arrivato il momento di affrontare il problema”.

Conclude Alessandro Miani: “Siamo in stretto contatto con l'Organizzazione Mondiale della Sanità e con la Commissione Europea per condividere i risultati delle nostre analisi. Sono in corso ulteriori studi di conferma di queste prime prove sulla possibilità di considerare il PM come ‘carrier’ di nuclei contenenti goccioline virali, ricerche che dovranno spingersi fino a valutare la vitalità e soprattutto la virulenza del SARS-CoV-2 adesso al particolato. Intanto, la presenza del virus sulle polveri atmosferiche è una preziosa informazione in vista dell’imminente riapertura delle attività sociali, che conferma l’importanza di un utilizzo generalizzato delle mascherine da parte di tutta la popolazione. Se tutti indossiamo le mascherine, la distanza inter-personale di 2 metri è da considerarsi ragionevolmente protettiva permettendo così alle persone di riprendere una vita sociale”.

 

Venerdi,24 aprile 2020

Fonte Nuovo Quotidiano di Puglia

È il turismo, di pari passo con quello culturale e dello spettacolo, il settore che maggiormente risentirà della crisi economica post-coronavirus. E sarà il turismo, fatalmente, anche il comparto che rispetto a tutti gli altri - molti dei quali anch'essi in grande affanno - ripartirà per ultimo, nella difficoltà oggettiva di individuare misure ad hoc che permettano di coniugare la sicurezza dei vacanzieri con i grossi incassi di un tempo. Proprio questi ultimi, è infatti il punto, saranno da dimenticare almeno per il 2020.
Per questo motivo il governo scende in campo con provvedimenti in grado di garantire la sopravvivenza di un settore fondamentale per l'economia, soprattutto per la Puglia. E la formula che l'esecutivo spera si riveli vincenti si chiama bonus vacanze, ovvero una forma di sostegno per incentivare anche le famiglie meno abbienti a trascorrere un periodo di vacanze durante la prossima estate.

Il punto di partenza è una campagna che il governo sta lanciando, denominata Viaggio in Italia. I contenuti sarebbero stati annunciati dal premier Giuseppe Conte ai rappresentanti degli enti locali. Vista l'emergenza Coronavirus, come annunciato dal ministro Dario Franceschini, la prossima estate sarà italiana e misure per favorire il turismo nel Paese saranno inserite anche nel decreto di aprile, che dovrebbe essere discusso lunedì in Consiglio dei ministri per poi essere sottoposto al voto del Parlamento.

Stando alle bozze, il bonus vacanze dovrebbe tradursi in una sorta di voucher da 350-500 euro, sotto forma di detrazione fiscale, per soggiorni di almeno tre notti presso strutture ricettive italiane. Il bonus vacanze potrà essere richiesto da lavoratori dipendenti e professionisti con un reddito compreso tra 7.500 e 26.000 euro. L'importo del bonus potrebbe variare a seconda del nucleo familiare: per un solo componente, senza figli a carico, ammonterebbe a 100 euro, con il secondo componente verrebbero aggiunti altri 75 euro, altri 50 per il terzo e così via, fino ad un massimo di 325 o di 500 euro (in base a ciò che il governo stabilirà).

Sì al bonus vacanze da Federbalneari Italia, il cui Centro Studi ha diffuso una prima proiezione dei danni nazionali per il settore a seguito dell'emergenza-coronavirus: ben 45 milioni di turisti in meno, una perdita di 30 miliardi di euro stimata e un costo per l'adeguamento alle misure anti Covid-19 di circa 360 milioni per la prossima stagione (pari a circa 12mila euro in media per impresa a stagione) per il solo comparto delle concessioni demaniali marittime. Alla luce di questi drammatici numeri Federbalneari Italia chiede un pacchetto di misure economiche straordinarie a sostegno, a partire dall'istituzione di un fondo straordinario per il turismo. L'associazione, che riunisce 13 associazioni regionali e per oltre 3000 imprenditori, chiede di procedere subito alla fase di attuazione della legge 145 del 2018, per fornire certezze e stabilizzare il sistema delle imprese messe alla prova dalla pandemia con la proroga del periodo concessorio da dicembre 2020 al 2033.

Tra le sue proposte Federbalneari chiede anche riduzioni straordinarie dei canoni di concessione demaniale, l'adeguamento dell'Iva al 10% per il turismo balneare (ora è al 22%), la riduzione straordinaria del 90% per gli anni 2020 e 2021 e del 60% per l'anno 2022 dell'imposizione tributaria che incide sul turismo quale Imu, Tari, tassa di soggiorno, Ires, Irap. Opportune anche misure straordinarie sul credito d'imposta: in particolare visto l'elevato aggravio di costi previsto per le imprese i balneari propongono di prevedere un tax credit del 75% su base di due anni per la detraibilità immediata delle spese aziendali di sanificazione, disinfezione dei locali e delle attrezzature e beni strumentali vari per un tetto massimo di 30 mila euro. Da prevedere, inoltre, uno strumento di garanzia e tutela per i lavoratori stagionali.

Infine, dalla Puglia giungono nuove proposte per il turismo: il vice presidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta, il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Nino Marmo, e i consiglieri Aldo Aloisi, Domenico Damascelli e Francesca Franzoso suggeriscono di destinare 100 euro a persona per soggiorni di minimo tre notti da assegnare ai cittadini pugliesi che vorranno trascorrere le vacanze restando in Puglia.
Fratelli d'Italia chiede invece lo stop alle bollette dell'Acquedotto pugliese per tutto il 2020 per alberghi, villaggi, camping, ristoranti, bar, stabilimenti balneari, agenzie viaggio, organizzatori di eventi. Sia per il pagamento corrente sia quelle non pagate per le quali è stato già previsto un piano di rateizzazione.

 

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