di Ercole MORCIANO
Ricordare l’avv. Gennaro Ingletti per me significa ripercorrere una serie di flashback che partono sin dalla fanciullezza.
foto di Alfredo De Giuseppe
Il primo risale all’estate del 1956. Ero un bambino, avevo 9 anni ed ero vicino alle case delle mie nonne, all’inizio di via Stella d’Italia e la strada era strapiena di gente. Dal palazzo Ingletti, al suono mesto del campanone, nel silenzio totale, si avviava il corteo funebre per accompagnare in chiesa la mamma di Gennaro, Donata Turco, prematuramente scomparsa. Solo chi subisce una perdita così grave, specialmente se piccolo – Gennaro aveva circa 13 anni – può capire la sofferenza interiore, la ferita, che accompagnerà quel ragazzino per tutta la vita.
L’altra immagine di quell’epoca che mi torna alla mente mi fa vedere Gennarino con suo padre Mario – lo storico direttore dell’ACAIT– partecipare alla Messa del fanciullo sempre al medesimo posto: nel transetto, ai piedi dell’altare di S. Vito.
Lo incrociai, non di persona, nei primi anni ’60 a Lecce. Lessi il suo nome in calce ad un bell’articolo sull’abbazia del Mito, pubblicato sulla “Tribuna del Salento”, diretta da Ennio Bonea ed esposto nella bacheca vicino alla sede del periodico in una viuzza del centro storico di Lecce, città dove studiavo. Un articolo, in seguito donatomi in copia, scritto con eleganza ma privo di retorica e ampollosità, lo stile detto della scuola “attica”, che avrebbe caratterizzato l’avvocato e il giornalista-opinionista per tutta la vita: precisione nelle argomentazioni, sobrietà nelle descrizioni, chiarezza nelle enunciazioni.
Le altre immagini sono comuni a molti altri tricasini e non: noto avvocato in grado di difendere nei vari ambiti e gradi della giustizia civile, penale e amministrativa; avvocato apprezzato da magistrati e colleghi dal quale i giovani tirocinanti si facevano guidare nei loro primi passi; fondatore con Carlo Cerfeda e altri tricasini di “Nuove Opinioni”; socialista all’antica, per nulla incline alle battaglie correntizie; cultore della musica jazz; lettore assiduo di giornali, riviste, libri e quant’altro potesse interessare la sua già vasta cultura; co-fondatore di varie associazioni tricasine culturali e sportive (Palla a volo Virtus, Pro-Loco, Società di Storia Patria e altre).
Onesto per principio, generoso per formazione, rispettoso per temperamento, al primo approccio poteva sembrare altero e distaccato; aveva invece una ricchezza interiore fatta di delicate sensibilità mai ostentate, eppure colte da chi aveva modo di conoscerlo meglio. Amava Tricase e lo dimostrava concretamente con i suoi scritti su “Nuove Opinioni” riguardanti argomenti di storia o di attualità, su cui prendeva chiara posizione: la sorte della Pretura e i problemi della giustizia, il depuratore EAPP e l’inquinamento del “Rio”, la tabacchicoltura, gli abusi edilizi, palla a volo e gli altri sport.
Negli ultimi anni l’avv. Ingletti ha vissuto con dignità la malattia, amorevolmente assistito dalla moglie M. Elisa e dai figli Claudia e Mario. Concludo con un passo preso dall’articolo “Itinerario della memoria” che il Pretore di Tricase, dr. Giuseppe Tuccari, scrisse su “Nuove Opinioni” nel 1979. in seguito al suo trasferimento a Lecce per promozione; benché non nominato l’avv. Ingletti vi compare indubbiamente: “…qui [a Tricase] è stato possibile celebrare un processo penale sotto un ulivo in aperta campagna; …qui sopravvive una grande tradizione di avvocati che lavorano artigianalmente e perciò sono gli ultimi strenui difensori mal ripagati dei diritti individuali… [quigli avvocati] hanno tutti una cultura umanistica fortemente personalizzata e alcuni di essi scrivono magnificamente; nobiltà d’animo e generosità d’affetti li rendono inclini all’amicizia; fondatori di giornali che esprimono opinioni rispettose delle altrui, essi sono libere individualità al servizio della crescita culturale e sociale dei concittadini.”
di Pino GRECO
Il sindaco Antonio De Donno annuncia investimenti per più di 3,8milioni di euro
Più di 3,8milioni di euro per rifare il centro storico e la piazza di Caprarica a Tricase. A breve la parte della Città più antica cambierà volto. A mutare, però, non sarà solo il “salotto”, ma anche un rione del Comune di Tricase.
La Giunta Municipale del sindaco Antonio De Donno, dopo 2 anni di amministrazione -ha approvato il progetto definitivo dei lavori per la rigenerazione urbana del “centro storico di Tricase e di Caprarica” per un importo complessivo di € 3.850.000.
Gli interventi di rigenerazione interesseranno via Stella d’Italia, via Immacolata, via Liborio Romano, piazza V. Ciardo, via F.lli Allatini, il completamento di via Thaon de Revel, largo S. Lucia, via Caputo, via Conce,via Acquaviva, Mito Cusi, Voluro, Menderano, via Trunco, via Campane. E poi piazza Sant’Andrea del rione Caprarica. Dunque, gli interventi consentiranno una rigenerazione urbana non solo nel centro storico o “ salotto” cittadino ma anche in uno dei più grandi rioni, Caprarica – dove la centralissima piazza Sant’Andrea avrà un nuovo “look”.
Il sindaco Antonio De Donno: “ I lavori di recupero del basolato nel centro storico, ( Piazza Pisanelli, rione Puzzu, via San Demetrio, via Tempio), inizieranno nel mese di febbraio- da via Tempio ed a seguire piazza Pisanelli per poi interrompersi in estate e proseguire in via San Demetrio a settembre. I lavori della rigenerazione urbana inizieranno nel 2024, e completeranno il centro storico oltre al resto del progetto da 3500000 di euro. Invece 1500000 per il completamento capannoni Acait. Questo è attualmente il cronoprogramma salvo imprevisti”.
Pertanto, un’aria di ripresa, un’agenda di cantieri piena per i prossimi mesi, in particolar modo per il centro storico, luogo sempre poco valorizzato e abbandonato. Insomma, iniziare a “riqualificare” un’area strategica della Città per lo sviluppo turistico e paesaggistico dell’intera comunità pensando all’importanza che i centri storici hanno per l’economia e per l’immagine del Paese
Martedì, 24 gennaio 2023
di Pino GRECO
E’ proprio vero: per avere successo, bisogna essere unici
La G&co di Tricase tra le migliori gelaterie d'Italia
La pazienza, la perseveranza e un lavoro ben fatto creano sempre un'imbattibile combinazione per il successo
Dopo un’attenta valutazione e supervisione il Gambero Rosso assegna i riconoscimenti alle migliori gelaterie d'Italia: i tre coni.
E quest'anno tra le 493 gelaterie segnalate nella guida, ben 63 hanno ricevuto il massimo riconoscimento. Solo una quella pugliese: è la G&co di Tricase.
Tre coni, il massimo riconoscimento
Quattro sorelle, passione per il lavoro e amore per il gelato
Cinque anni consecutivi, premiate per attenzione e impegno sulla qualità
La gelateria G&co di Tricaseè tra le realtà a livello nazionale in cui si lavora meglio il gelato.
Le “ fantastiche 4 “sorelle Miriam, Annalisa, Gabriella, e Antonella Ricchiuto, vincono ancora. Per la quinta volta consecutiva ( 2019, 2020, 2021, 2022 e 2023 - uno, due e tre coni), la gelateria di Tricase è tra le realtà a livello nazionale in cui si lavora meglio il gelato.
“Con le bucce di agrumi caramellate (scarto delle spremute), e gli oli essenziali abbiamo realizzato una crema di cioccolato con il gusto speziato di curcuma e cannella. Stracciato di massa di cacao 100*100 e crumble di frolla leggermente salato”, con questo “ miglior gusto”, creato per l’occasione, abbiamo ricevuto il massimo riconoscimento: i tre coni” – ci fanno sapere le sorelle Ricchiuto.
La settima edizione della guida Gelaterie d’Italia 2023 di Gambero Rosso è stata presentata ieri al Sigep. Un gelato sempre più “agricolo” ma non per questo meno attento alla tecnologia e ad intriganti mix con altri settori del mondo enogastronomico. Un gelato nel quale natura e scienza costituiscono un binomio sempre più indissolubile. Se da un lato trionfa il ritorno alla terra con grande attenzione al recupero degli scarti, dall’altro si moltiplicano le collaborazioni dei maestri gelatieri con chef, pasticceri, cioccolatieri, nutrizionisti e cantine per dar vita ad una proposta sempre più ampia, per far sì che la gelateria, senza perdere il suo carattere distintivo, allarghi il suo raggio d’azione con un’offerta che copra tutto l’anno.
Tornano le offerte di lavoro destinate esclusivamente a persone con disabilità: si cercano un tecnico di laboratorio chimico a Lecce e un banconista macellaio a Gagliano del Capo. Cresce, nel complesso, il volume di annunci veicolati dai Centri per l'impiego: sono 391 le figure ricercate (la scorsa settimana erano 360) da parte di 128 aziende. Sono i numeri del quarto report settimanale delle offerte di lavoro redatto dall’U.O. Coordinamento servizi per l’impiego dell’Ambito di Lecce di Arpal Puglia.
Si registra un aumento dei posti disponibili nel campo della bellezza e cura della persona, dove si cercano sei parrucchieri ed estetiste; stesso discorso anche per la sanità privata e l'assistenza alla persona, dove si selezionano 10 infermieri, fisioterapisti, tecnici radiologi ma anche autisti accompagnatori. Una crescita si ha, ancora, nel settore ambientale, dove si assumono quattro tecnici; nel commercio, dove si cercano 21 addetti; nell'industria del legno, dove se ne selezionano 4.
Sono, poi, richiesti ben 98 tecnici e operai in aziende edili; 22 autisti o meccanici nel settore trasporti e riparazione veicoli; 34 operatori in aziende metalmeccaniche; 29 operai nel tessile; due addetti nell'artigianato e altrettanti nel settore pulizie; dieci figure per i profili amministrativi e informatici; dieci operatori presso call center. Parabola ascendente per il turismo e la ristorazione: 133 i lavoratori ricercati sia nell'immediato che in vista della stagione da aprile a settembre.
Sono così suddivisi: 25 addetti lungo la costa adriatica; 40 lungo quella ionica; 38 nell'entroterra; 30 nel Capo di Leuca. Interessanti anche le proposte di lavoro e formazione che giungono da altri Paesi europei tramite la rete Eures, agenzia dell'Unione Europea formata dai servizi pubblici per l’impiego e creata per facilitare la mobilità del lavoro tra gli Stati membri: tra gli altri annunci, si segnala quello relativo alla catena “Garden Hotel” che cerca 30 animatori da assumere nelle proprie strutture ad Ibiza, Maiorca, Minorca, Andalusia e territorio spagnolo. In particolare si cercano 10 animatori sportivi, 15 animatori per bambini, 5 istruttori di fitness.
Le offerte, parimenti rivolta ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it, raggiungibile anche cliccando sui codici offerta inseriti all'interno degli annunci contenuti nel report. Quest'ultimo, inoltre, è diffuso anche sulla pagina Facebook "Centri impiego Lecce e provincia", sul portale Sintesi Lecce e sui profili Google di ogni centro per l'impiego. Le candidature possono essere trasmesse in tre modi: tramite Spid, direttamente dal sito "Lavoro per te"; inviando via mail ai Centri per l’Impiego il modulo scaricabile dagli annunci; direttamente nei Centri per l’Impiego durante gli orari di apertura al pubblico (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 11.30, il martedì anche dalle 15 alle 16.30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento, info e contatti a pag. 39, www.arpal.regione.puglia.it).
Gli scritti di don Donato Bleve presentati il 23 gennaio prossimo(ore 17,15)a Palazzo Gallone
Lettere ai miei parrocchiani
di Rodolfo FRACASSO
In sei eleganti volumi (trascritti dal periodico“Siamo la Chiesa“)il progetto editoriale di Rodolfo Fracasso. Rappresentano un contributo alla storia di Tricase e della nostraDiocesi dal 1973 al 2017. I libri (tra 200 e 270 pagine ciascuno con copertina colori) sono editi da Amazon, costano euro 7,5 ciascuno e il 23 gennaio saranno presentati i primi due volumi.
La presente pubblicazione nasce con l'intento di offrire al lettore, religioso o laico, l'occasione di riflessione, partendo dall'esperienza pastorale di un giovane parroco, don Donato Bleve, inviato nel 1971 a guidare la nuova parrocchia di S. Antonio da Padova in Tricase.
In una società in profonda trasformazione, in cui l'agricoltura fatica a confermare le antiche garanzie economiche, l'industria non decolla e il settore die servizi è agli albori, egli fonda il Bollettino parrocchiale intitolato “Siamo la Chiesa” (del quale egli sarà sempre direttore editoriale) e inizia a scrivere una lettera ai suoi parrocchiani, come articolo d'apertura (Carissimi, Siamo la Chiesa!) di ciascun numero, che contiene anche altrui contributi scritti, di natura non necessariamente religiosa.
Egli tratta temi non solo ecclesiali, ma anche sociali, politici e di costume.
Il periodico (che firmerò come direttore responsabile, su richiesta dello stesso parroco, a partire dal 1987) si diffonde e, insieme a un ancora esiguo gruppo di collaboratori, lo stesso sacerdote lo coordina, lo condivide, lo ciclostila e lo fa distribuire periodicamente casa per casa.
Il parroco scrive e i riscontri che egli riceve, nei vari colloqui con la gente a, gli fanno comprendere che è iniziato un dialogo, metà per iscritto e metà verbale, che gradatamente fa crescere l'attività pastorale.
Si tratta di una straordinaria, per l'epoca, esperienza sacerdotale che non poteva divenire eredità dispersa nei 184 numeri del Bollettino, ma costituire la ricchezza unitaria dell'esperienza di una vita spesa nel servizio per gli altri. Le lettere sono state infatti raccolte in sei volumi numerati, divisi con criterio cronologico, con una veste tipografica adatta a una lettura agevole.
Il progetto editoriale non sarebbe nato e non sarebbe stato realizzato senza la preziosa collaborazione di coloro che ne hanno pazientemente trascritto ogni parte, attingendo ai numeri originali del Bollettino e che pubblicamente ringrazio: Carmine De Marco, Marco Marra, Tommaso Ventura, Fernando Scolozzi e Loredana Wrona.