di Ercole MORCIANO

Le Missioni Popolari sono una forma di evangelizzazione straordinaria, una sorta di “terapia intensiva” della fede, tenuta da missionari incaricati dal vescovo o dal parroco, che dura in media 7-10 giorni e interessa un paese o una parrocchia. Storicamente sono stati i padri delle Compagnia di Gesù a pensarle e realizzarle nella prima metà del ‘500.

Tricase, angolo via T.de Revel-L.Romano.

Croce in ferro battuto del 1907 a ricordo

della prima missione popolare dei padri Passionisti

A Tricase la storia delle Missioni Popolari nasce nel XVII secolo ad opera dei missionari vincenziani che ne scrissero le cronache ora custodite nel loro archivio a Napoli. Fondata da s. Vincenzo de’ Paoli (1581-1660), al fine di evangelizzare specialmente i poveri e gli ambienti rurali, la congregazione operò a Tricase a più riprese. Io stesso ne ho documentato gli eventi straordinari descritti in commoventi pagine d’epoca e pubblicate sul mio Una storia della cristiana carità a Tricase. Sulle orme di S. Vincenzo de’ Paoli dal 700 al 900, mal d’estro edizioni, Tricase 2014, (disponibile in Biblioteca Comunale anche per prestiti).

I Vincenziani tennero missioni a Tricase fino alla prima metà dell’Ottocento. Dopo il periodo di assestamento politico per le note vicende risorgimentali, le Missioni Popolari ripresero a Tricase nel Novecento ad opera dei padri Passionisti.  La congregazione, fondata nel 1720 da s. Paolo della Croce (1694-1775) si diffuse presto in Europa, nelle Americhe e in Oceania ed ha, come ministero proprio, la predicazione delle missioni al popolo.

La prima missione dei Passionisti a Tricase ebbe luogo nel 1907 durante il parrocato di don Pietro Dell’Abate (1892-1914) e a futura memoria venne eretta la grande croce metallica con i simboli della Passione, ora fissata sul bivio tra la via di Caprarica e quella verso la chiesa di S. Lucia. Croci analoghe si trovano in molti paesi vicini dove i Passioni hanno tenuto loro missioni. La seconda missione dei Passionisti a Tricase si svolse nel 1947, durante il parrocato di mons. Tommaso Stefanachi (1914-1957) e fu ricordata con una epigrafe marmorea posta sotto la croce in ferro. Durante il parrocato di mons. Giuseppe Zocco (1957-1978) si svolsero due missioni: la prima, a carattere diocesano, fu tenuta dai padri Cappuccini agli inizi del 1960 e diretta dal noto padre gesuita Riccardo Lombardi, chiamato “il microfono di Dio”, fondatore del movimento ecclesiale “Per un mondo migliore”. La seconda missione popolare si tenne poco dopo la fine del Concilio Vaticano II (1962-1965) e fu affidata da mons. Zocco ai missionari laici della Pro Civitate Cristiana di Assisi.

I padri Passionisti tennero a Tricase la loro terza missione durante il parrocato di don Andrea Carbone, dal 20 febbraio al 7 marzo 2010, com’è attestato dall’epigrafe in marmo allocata sotto la croce e sovrapposta alla precedente. Lo storico luogo tuttavia è stato oggetto di varie superfetazioni costituite da immagini, targhe, ringhiere e oggetti devozionali vari, messi da privati, molto probabilmente non autorizzati, che impediscono la lettura dell’epigrafe e turbano la sobrietà dello storico luogo.

 

L’Associazione “Tricase, che fare?”, assieme ai Consiglieri Comunali Armando Ciardo, Antonio Luigi Baglivo e Giovanni Carità, invita la cittadinanza alla commemorazione del 25 aprile, Festa della Liberazione, che si terrà nella mattinata di domani in Piazza Dell’Abate alle ore 11.

Nel corso della cerimonia interverrà anche il Prof. Pasquale Santoro con un breve omaggio alla parole della Resistenza.

Contributi per interventi su opere pubbliche demaniali e patrimoniali

“ Tricase borgo e mare”

RIQUALIFICAZIONE DEL NUCLEO ANTICO DI TRICASE E VALORIZZAZIONE DELLE ANTICHE PIAZZE

Finanziamento:

Regione Puglia (Euro 1.400.000,00)

Comune di Tricase (Euro 100.000,00)

Importo del progetto Euro 1.500.000,00

Oneri per la sicurezza: Euro 18.209,80

Importo del contratto: 1.030.216,03

Inizio lavori: 01 marzo 2023

Ultimazione lavori : 04 settembre 2024

Domenica, 23 aprile 2023

Una nuova spaccata a Tricase durante la notte. È accaduto tra sabato e domenica nella zona ospedale. Questa volta il bersaglio è stato un centro medico.

La modalità è la stessa con la quale sono stati portati a segno i precedenti colpi.

Spaccata al Fisio medical di via Giambattista Morgagni (accanto agli uffici Inps nei pressi dell’ospedale), intorno alle 2. Ma l'allarme collegato con la responsabile dello studio li ha messi in fuga

Era la scorsa notte quando è scattato l’allarme al telefonino della proprietaria- subito dopo la stessa è arrivata in pochi minuti in via Morgagni.

Qui è stato riscontrato che i ladri hanno rotto il vetro di una finestra e una volta all'interno del centro medico hanno messo tutto a soqquadro

di Alessandro DISTANTE

Tricase (come il mondo) è alle prese con scelte epocali. Esagerato? Non direi e ve lo dimostro! Per convincersene basterebbe considerare tre luoghi fondamentali della nostra vita: il mare, la terra e la costa.

Il mare. Dal mare giungono persone che migrano per cercare terre dove non c’è la guerra o non c’è la fame o non ci sono persecuzioni. Il mare Mediterraneo torna ad essere al centro degli interessi del vecchio Continente: da un lato, gli immigrati con la loro disperazione e con chi propone (un vero assurdo), di costruire muri di sbarramento (Weber, presidente PPE) e, dall’altro lato, accordi per costruire, invece, ponti energetici per alimentare le nostre case e le nostre fabbriche. E Tricase che c’entra? In questi giorni, zona Ospedale, una donna proveniente dal Continente nero dormiva all’aperto fino a quando non è intervenuta la Polizia Municipale che ha provveduto ad un ricovero in un alloggio temporaneo (leggi articolo di approfondimento a pag. 5). Immigrazioni e sicurezza; Mediterraneo luogo di incontri oppure luogo di blocchi? Costruire ponti e canali (non solo energetici) oppure costruire muri?

Scelte epocali: non c’è che dire!

La costa. E’ in discussione in questi giorni il progetto finanziato con fondi CIS per realizzare lungo tutta la litoranea da Otranto fino a Leuca -e quindi anche per il tratto Tricase Porto-Marina Serra- una pista ciclabile. Il dibattito è se, restringendo la carreggiata, la litoranea debba diventare a senso unico. Dietro la pista ciclabile vi sono domande fondamentali: quale sviluppo turistico e quale salvaguardia della natura? Mobilità comoda e veloce oppure mobilità lenta ed ecologicamente sostenibile? Turismo di élite oppure turismo di massa? (Leggi articolo di approfondimento a pag. 4).

Scelte epocali: non c’è che dire!

La terra. Il batterio della xylella ha stravolto non solo la nostra economia agricola che, in larga parte, si basava sulla produzione dell’olio di oliva, ma ha stravolto il paesaggio, desertificando le nostre campagne piene, ora, di moncherini di alberi al posto degli ulivi secolari o millenari. Che fare? Ripiantare gli ulivi oppure cambiare coltivazione? Ritornare alla cura delle campagne o arrendersi al loro abbandono, magari riempiendole di pinete? Dare ristori per ripiantare o indennizzi per la mancata produzione? (vedi articolo di approfondimento a pag. 5).

Scelte epocali: non c’è che dire!

Scelte che ci interpellano, se è vero che Tricase si affaccia sul Mediterraneo, ha una splendida costa che è la principale attrazione turistica ed ha una antica economia agricola.

Scelte epocali: non c’è che dire!

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