di Cesare Lia  Caro Direttore,

ho letto attentamente il tuo articolo pubblicato sull’ultimo numero de “Il Volantino” e l’ho trovato molto interessante per l’analisi da te fatta sulla situazione del Capo di Leuca.Capo di Leuca e non Basso Salento per motivi che ti illustrerò in un mio scritto ancora più lungo e che non ti propongo oggi perché so che il giornale da te diretto non ha lo spazio per pubblicarlo. La tua analisi è appropriata e condivisa appieno anche nella parte delle colpe che non sono da attribuire solo all’incapacità di un popolo, il capuano, il quale non riesce a sollevarsi da una situazione economica e di disoccupazione atavica, pur avendo tutte le caratteristiche e le strutture naturali per farlo. La colpa va attribuita anche e soprattutto ai responsabili politici locali che non hanno inteso di mutuare e far proprie le iniziative programmatiche avanzate da alcuni di noi ma, anzi, le hanno avversate e affossate. Oggi per il tuo tramite vengono riproposte come nuove strategie di sviluppo! Ben venga, finalmente ci sia questo tempo nuovo e si comprenda quanto è necessario recuperare. Non vi è gelosia in questo, anzi c’è un vero ringraziamento se la volontà generale ritrova il giusto cammino per un saggio e permanente sviluppo della nostra società. Quando leggo gli articoli come il tuo mi viene in mente l’astio, l’avversione, la critica negativa che si fece al povero Cosimino De Benedetto quando volle la circonvallazione est di Tricase. Un astio ed una critica distruttiva che sfociò nella nomina, a detta dei critici e per quei tempi, spregevole dell’opera voluta da un politico avveduto nel nominarla “La Cosimina”. Oggi non c’è chi non ammetta che l’opera è validissima e che l’autore aveva visto bene! Questa, per la verità, deve essere la sana amministrazione e questo il saper fare politica! Cioè guardare oltre il naso e prevedere in modo esatto su come dovrà essere la nostra società tra 20/30 anni! Quello che tu hai evidenziato nel tuo articolo di grande interesse per il nostro Capo di Leuca è una parte dei nostri bisogni, di quelli di un popolo che vuole uscire dalla strettoie e dall’assistenzialismo del passato. Quello che hai evidenziato, però, è già stato studiato e proposto 30/40 anni fa. Così “La Cosimina” fu erroneamente criticata negativamente forse perché era stata proposta da una parte politica e non da un’altra, forse perché venivano compromessi interessi personali di alcuni proprietari terrieri, forse per invidia, per gelosia, per genitura. Non lo so! Lo sforzo di proporre il Consorzio dei Comuni del Capo di Leuca e di crearlo in un tempo in cui era carente una legislazione in tal senso, anzi era contraria, quello di istituire il GAL, quello di progettare una metropolitana di superficie che sviluppasse collegamenti migliori, più economici e rapidi in tutta la nostra provincia, quello di collegare i due mari con una bretella più accessibile al turista, quello di sviluppare un rapporto strutturale e commerciale con i paesi del mediterraneo, quello di allargare e mettere in sicurezza la 275, quello di creare un eliporto che consentisse al Capo di Leuca di collegarsi con il resto della nostra lunghissima Puglia e con la Grecia, quello di creare poli turistici fruibili ed attrezzati, quello di creare almeno due porti turistici di collegamento con le nazioni frontaliere, quello di creare in Tricase un centro informatico per i servizi dei Comuni di tutto il Capo di Leuca, quello di spostare in altro sito il sistema di raccolta delle acque reflue, quello di creare un invaso delle acque piovane ed altre che non sto ad elencare, stanno a dimostrare che già da allora si intendeva sviluppare il discorso che tu saggiamente proponi ad una platea sorda e forse invidiosa che l’iniziativa sia fatta da un direttore di un giornale locale e non da persone politicamente altolocate. Se si potessero rispolverare quegli studi e quelle proposte e rimettere in gioco quelle idee, certamente i "capuani" del futuro potrebbero finalmente raggiungere uno stato di benessere ottimale senza fare gli schiavi di alcuno, emigrando e cercando lavoro anche oltre i confini d’Italia. Mi premurerò di farti avere uno scritto più approfondito sulle proposte che tu hai evidenziato e le altre già previste nel passato in modo che tu possa svegliare la coscienza dei capuani e sopire, se realizzate, i piagnistei di sempre. Devo rilevare, per la verità, che, oltre a Mons. Angiuli, persona qualificata e di enorme cultura, ricordo un altro prelato, Mons. Mincuzzi, che in un convegno tenuto a Taurisano invitò il popolo del Capo di Leuca di svegliarsi dall’atavico sopore. Entrambi, però, vengono dalla Terra di Bari, ove lo concretezza è di casa e la sua imprenditoria alza notevolmente il PIL di tutta la Puglia. Grazie per aver ripreso un discorso sul quale ho speso una intera vita politica senza essere adeguatamente compreso.

Sergio Staino è stato nominato direttore del giornale L’Unità, storico quotidiano nazionale

Era il 2013 quando, nell’Atrio di Palazzo Gallone, consegnammo a Staino il Premio Il Volantino. Fu una piacevole serata nel corso della quale tra una vignetta e l’altra e tra una lettura e l’altra (con le voci del duo Santoro-Nicolardi), Staino raccontò la sua vita e come fosse diventato quel vignettista famoso e come avesse dato vita ai suoi personaggi e, tra tutti, a Bobo.

A Sergio i nostri migliori auguri

 

di Nunzio Dell'Abate Il Volantino ha documentato fotograficamente lo stato penoso e di completo abbandono in cui versa il campo sportivo di Depressa.Come minoranza consiliare, abbiamo approfondito l’incresciosa questione, portandola all’attenzione del prossimo Consiglio Comunale attraverso una interrogazione ad hoc rivolta al Sindaco.Dall’insediamento di questa Amministrazione e quindi da quattro anni e mezzo, la struttura sportiva è chiusa e non è stato disposto alcun intervento di manutenzione, neppure ordinaria. Solo nel febbraio dello scorso anno, la Giunta Comunale deliberò l’affidamento della gestione del campo a terzi indicendo una gara, ma i cancelli continuano tutt’oggi a restare chiusi. Duole registrare una incuria così mortificante di un bene pubblico che, con il passare degli anni, sarà sempre più difficile recuperare e mettere a fruizione della comunità. Ancor più “depressi” si resta poi, se si volge il pensiero a ciò che esso ha rappresentato per giovani e meno giovani, specie della frazione di Depressa. Auspichiamo che l’Amministrazione mostri presto fattivo interesse per lo storico stadio di Depressa.Oggigiorno, con gli adeguati strumenti di finanziamento sportivo e le innovative tecniche, si potrebbe pensare ad una struttura polisportiva in erba sintetica in cui praticare calcio ed altri sport minori, come minigolf, rugby, tiro con l’arco e atletica. Magari arricchita con attività commerciali dedicate allo svago ed intrattenimento, in funzione sino a sera, e -perché no- anche con un piccolo parco giochi di libero godimento. Un modo per caratterizzare la frazione di Depressa e costituire altresì un’occasione di aggregazione e di occupazione lavorativa. Insomma qualunque cosa, ma non l’oblio…

Sono convinto che il progresso richieda i suoi sacrifici ma nei dovuti limiti. Sfruttando un sostantivo purtroppo abusato in questi giorni di lutto e di danni subiti nell’italia centrale, mi riferisco alla’ faglia’ della fibra, che ha peggiorato ulteriormente il nostro golfistico comune. Oltre alle buche che da decenni regnano senza necessita’ di intervento  da parte di  chi di competenza, si aggiungono come allego in foto i laghetti artificiali (quando piove ) che peggiorano la pessima qualita’ delle nostre strade.Mi auguro che si ponga rimedio a tale disagio in tempi brevi.

Gianfranco Cavallo

in Distribuzione