di Pino Greco

Tricase, 9 maggio 2019

Circa venti anni fa il primo morto, poi una catena di incidenti di cui gli ultimi due gravissimi datati 2016 e 2019. Ennesima tragedia sfiorata dunque , sull’incrocio orma definito della morte, visto che il morto qualche anno fa c’è stato. Siamo nella zona mercatale,una delle zone più popolose e commerciali della Città.L’incrocio che in pochi rispettano è situato tra il corso Giulio Cesare e la via Marco Aurelio.

Ne è stata l’ennesima triste prova la scorsa settimana, precisamente giovedì 9 maggio intorno alle ore 8.00. Dai primi dati risulta che un’auto non si è fermata allo stop. L’incidente è avvenuto tra un Panda ed un’Alfa Romeo,per fortuna solo tanta paura.

Ad assistere ai primi soccorsi tanta gente che, con un tono acceso precisa: “Non è il primo, né il secondo, né il terzo incidente,la pericolosità di questo incrocio è stato segnalato più volte anche all’Amministrazione comunale,qui nessuno rispetta le regole,nessuno fa niente,aspettiamo il secondo morto?”.

Sull’ennesimo incidente ce chi ironizza sulla gravità della strada:“anche questa volta siete salvi potete tornare a casa con le vostre gambe e non con la vostra auto. Scherzi a parte, vorrei segnalare che da queste parti su questo incrocio, abbiamo visto con i nostri occhi, abbiamo filmato anche un video, dove auto, moto e camion sfrecciano senza rispettare lo Stop. Siamo tutti a rischio. Solo pochi e prudenti automobilisti, rispettano il segnale…Gli altri ? Rallentano per poi ripartire. Ricordo a tutti che STOP, vuol dire obbligo di fermata, speriamo che il problema venga risolto almeno con un semaforo”.

Sull’incidente sono intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri, la polizia locale e i sanitari del 118

 

di Ercole Morciano

Chi passeggia senza fretta sulla piazza Castello di Depressa in direzione Castiglione, e ha il tempo e la voglia di farsi prendere dalla curiosità, può osservare sulla destra un’elegante costruzione, di recente restaurata che col castello, il palazzotto con l’orologio civico, i palazzi Piccinni, Mastria e le altre costruzioni, contribuisce a dar forma all’insieme architettonico che fa percepire un certo senso di armonia,frutto della sobrietà e dell’amore per il bello.

Il palazzo Winspeare, da non confondere col castello che gli sta quasi di fronte, ha una storia interessante, da conoscere almeno nelle linee generali.Di proprietà degli eredi Piccinni, il palazzo fu acquistato nel settembre del 1894 da Antonio Winspeare, duca di Salve e barone di Depressa.

Sul personaggio è stato scritto tanto, sia sul piano politico-amministrativo che su quello imprenditoriale; in questa sede io ricorderò soltanto quanto fosse ardente la sua volontà di intraprendere, progredire, costruire, restaurare, ingrandire, «introducendo negli esterni e negli interni dei palazzi segni distintivi che rinviassero al salto dall’immaginifico “borghese” a quello “signorile nobiliare”» (M. M. RIZZO, “Committenza e progettualità: le trasformazioni de castello di Depressa nel carteggio Winspeare-Filippo Bacile di Castiglione”, in V. CAZZATO E V. BASILE, a cura di, Dal castello al palazzo baronale, Residenze nobiliari nel Salento dal XVI al XVIII secolo, Congedo editore, Galatina 2008, pp. 280-284.

Nell’ideare la trasformazione del palazzo già Piccinni in sede dell’amministrazione aziendale, con foresteria e abitazione dell’enologo, Antonio Winspeare segue la linea già sperimentata nei lavori a Villa Salve in Napoli e nel restauro del castello di Depressa : nobilitare senza stravolgere. Egli ne affida il compito all’architetto barone Filippo Bacile di Castiglione, originario di Spongano, che aveva dato buona prova nel trasformare il castello di Depressa, semidiruto e ridotto a “reietta e ignobile masseria”, in dimora aristocratica.

La collaborazione Winspeare-Bacile era poi continuata per la costruzione, a fine Ottocento,dello stabilimento vinicolo. Tipica figura del nobile intellettuale, colto e aperto al nuovo nel rispetto della tradizione, collegato ai circuiti culturali nazionali e internazionali, costui aveva tra l’altro, a suo merito, redatto i progetti delle chiese di Marittima e Surano; aveva scoperto – insieme a Cosimo De Giorgi i resti del teatro romano di Lecce e aveva vinto la battaglia per salvare il castello di Carlo V dalla distruzione voluta da alcuni amministratori per far posto a un rione nuovo, vicino alla piazza S. Oronzo.

Non è possibile qui riportare tutte le fasi del complesso restauro del palazzo ex-Piccinni che sono descritte, anche con disegni, nel carteggio studiato da Marcella Rizzo. Elementi concordati tra committenza e progettista per conferire alla costruzione “il carattere signorile” sono: la modifica delle dimensioni dei balconi, degli archi e loro incorniciatura per renderli “armoniosi”; la sostituzione delle ringhiere in ferro con balaustri in pietra leccese analoghi a quelli adottati per i finestroni del castello; la scelta di idonei basamenti artistici; lo stemma della casata – troppo grande, sproporzionato quello proposto dal duca di Salve – ridimensionato dal Bacile, viene fissato sul prospetto tra le due finestre.

Anche sulle maestranze vi è interlocuzione epistolare: Winspeare propone di mandare artigiani da Napoli; Bacile è contrario sostenendo che vi sono a Tricase e Poggiardo “scalpellini e scorniciatoi abilissimi”. I lavori durano dal 1904 al 1907 e impegnano anche l’ing. Gennaro Bacile di Castiglione, figlio del progettista e dipendente del Genio civile.

A lavori compiuti Antonio Winspeare ha circa 85 anni, essendo nato a Napoli il 20 ott. 1822; nonostante l’età (morirà a Depressa il 22 dic. 1918) non viene meno il suo impegno che tra l’altro gli farà meritare nel 1910 la nomina a Cavaliere del lavoro e la gratitudine delle successive generazioni per le tante occasioni di lavoro procurate dalle sue imprese.

Di mentalità liberale, ma aperto al progresso e sensibile ai bisogni dei concittadini, facendo verso la fine della vita il proprio bilancio esistenziale, giustamente pensò di «aver contribuito negli anni a trasformare il paese [Depressa] in una “borgata laboriosa”, soccorrendo i residenti non “con elemosina”, ma “con lavoro” e dando loro l’esempio “di severissima moralità”».

 

La Redazione

E’ proprio vero: non si può stare fermi per qualche settimana che a Tricase succede di tutto.

Il centro storico chiuso al traffico, seppure in forma sperimentale; la Stazione ferroviaria riattivata e Tricase centro di smistamento per la mobilità del Capo di Leuca e non solo; un Ministro pluripotenziario (Mario Andrea Vattani coordinatore UE Asia Pacifico) che sbarca a Tricase Porto per daremerito ad Avamposto Mare ed annunciare l’inserimento del nostra Città in un percorso di scambi tra porti internazionali ed addirittura con 21 Paesi rivieraschi dell’Oceano Indiano. Ed anche per Il Volantino le sorprese non mancano: un nostro appassionato Lettore, tale Alfredo De Giuseppe, si prende il bel fastidio di raccogliere in ben dodici volumi tutti i numeri del nostro Settimanale dall’inizio ai nostri giorni e, dulcis in fundo,

è visionabile sul nostro canale You Tube  https://youtu.be/8vfoTkkL81U il video del Premio IL VOLANTINO ad Antonio Polito

che dichiara di essere orgoglioso di aver ricevuto al culmine della sua carriera il Premio Il Volantino. Non c’è che dire: dobbiamo tornare in edicola, anche per un doveroso aggiornamento sulle vicende politico-amministrative della Città: la difficoltà di approvare nei termini il bilancio mette in evidenza una sempre più avvertita difficoltà di tenuta della maggioranza e c’è chi comincia a fare scommesse su una probabile crisi; come pure, sempre a livello politico, si ascoltano dichiarazioni sulla mancanza di fondi per l’ultimo tratto della 275 che, secondo alcuni parlamentari pentastellati, si fermerà, al momento e forse per sempre, a Montesano, salvo ad annunciare con manifesti da Prima Repubblica, bontà loro, la concessione di ben 90.000 euro per l’efficientamento energetico, grazie al decreto Fraccaro.

Riparte il Festival dell’Armonia con tanti scrittori ma con una location un po’ decentrata, divisa tra Lucugnano ed Alessano senza aver trovato ospitalità nel capoluogo di Tricase.

E le belle iniziative di Tricase in fiore e della festa degli Aquiloni hanno alimentato la speranza dell’arrivo della Primavera che, purtroppo, si fa ancora desiderare.Riprendiamo quindi

 

TEATRO A PALAZZO…IANCU un paese vuol dire

Venerdi,26 aprile – Palazzo Gallone –Sala del Trono-Ore 20.30

 

 

in Distribuzione