Giovedi, 27 maggio 2021

Il Corriere della Sera scrive oggi che la circolare del commissario all'emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo, è pronta e arriverà proprio entro il 10 giugno. E sancirà la cancellazione delle restrizioni relative alle fasce d'età: tutti gli italiani potranno così prenotare la vaccinazione anche se hanno meno di 40 anni. Dando così un'accelerazione alla campagna vaccinale in vista dell'estate.

I TEMPI PERCHÉ LE REGIONI SI ALLINEINO

Per adesso però le bocche sono cucite. Perché Figliuolo vuole dare ancora tempo alle regioni di arrivare a immunizzare quelli che finora non si sono presentati o non hanno chiesto l'appuntamento. Perché sono impossibilitati a raggiungere l'hub vaccinale o perché sono ostili nei confronti dei sieri. La priorità quindi rimarrà ancora per una quindicina di giorni quella di vaccinare gli over 60.

Poi scatterà il liberi tutti.

E visto che per la fine di giugno si attende l'arrivo di 28 milioni di dosi, si pensa anche a una soluzione per la seconda dose in vacanza.

VACCINAZIONI ANCHE IN FARMACIA

Attraverso le farmacie, le aziende, gli hub vaccinali. In Puglia già nei prossimi giorni potrebbe concludersi l’accordo tra Regione Puglia e farmacisti per l’avvio della campagna vaccinale. Fra le questioni portate sul tavolo, la gestione della piattaforma informatica sulla quale effettuare le prenotazioni e che dovrà poi rilasciare l’apposita certificazione. Le modalità di distribuzione dei vaccini, che vengono consegnate dalla Protezione civile nei centri di stoccaggio.

di Giuseppe R. PANICO

Con il virus in discesa e le temperature in salita, torna quasi il “liberi tutti” e il via vai verso il mare. Ma la tradizione marinara-sportiva locale non è delle più forti e così anche la “blue economy” derivante da mare e turismo.

Forse perché gran parte della nostra impervia costa fu ritenuta, nel 2005, pericolosa, classificata PG2 o PG 3, paventando che sassi e sassoni possano cadere su chi si avventura sul bagnasciuga o sue vicinanze. Intanto attendiamo, come da mezzo secolo, uno strategico “Recovery Plan” che non sia l’eterno rinvio o la mummificazione dello “status quo” e azioni spicciole e concrete per il decoro e funzionalità delle aree pubbliche costiere e delle discese a mare egualmente disattese.

Queste ultime spesso disastrate più che dall’inclemenza del mare d’inverno, dalla carenza di adeguati interventi o da norme/interpretazioni che, troppo privilegiando l’ambiente, troppo affossano la natura umana, da sempre in cerca di economia, sicurezza e benessere. Sono iniziati (finalmente!) i lavori sulla nostra ultima torre (Palane) e il santuario di Marina Serra sembra quasi pronto a spargere per coste e campagne l’antico suono delle sue campane.

Ma per tante altre ragioni, non siamo inclusi nelle 17 bandiere blu concesse quest’anno alle località turistico- balneari pugliesi. Una bandiera da noi scarsamente coltivata ai fini di un ben più forte richiamo turistico. La strategia per il nostro futuro sembra ora debba tener conto, più di quanto maturato negli scorsi anni (Piano Coste improduttivo, bozza di PUG disattesa dalle ultime due amministrazioni, esiti di interventi pubblici e privati), di ben 17 criteri emanati dall’ONU per uno sviluppo sostenibile (di cui il PUG e P.C non possono essere che la struttura portante) e di una nuova partecipazione cittadina.

Se le 17 bandiere blu regionali non possono che rimarcare passato e presente di una carente vocazione turistica, i 17 criteri ONU riguardano il nostro futuro, pur fra valori oggetto alcuni più di antiche utopie che di concrete speranze. Un approccio strategico al nostro futuro, anche costiero, non può che basarsi soprattutto sulla concretezza di quello che siamo, di quello che abbiamo, su decisioni ben motivate, sulla qualità degli interventi e sulla coscienza diffusa di una “geopolitica” turistica/economica locale e salentina.

E tale coscienza non può che suggerire che la pericolosità di km. di costa sia da rivedere. Se la prudenza non è mai troppa, troppi immotivati divieti non possono che affossare ogni idea di sviluppo. Da oltre 65 anni frequento quel mare e, a parte brevissimi tratti, non si vede sui pertinenti fondali nessun nuovo sasso o macigno divelto dalle tempeste invernali o da qualche locale ciclope accecato o impazzito.

La torre Palane, continua a resistere, da mezzo millennio su una scogliera ritenuta pericolosa, nelle sue immediate vicinanze si fa da sempre il bagno senza casco in testa e le tante grotte e cavità sono da sempre le stesse. Un recente studio geologico, sul sito del Comune ci dice poi: “non si sono registrati crolli, né sono evidenti segni geo-morfologici che possono far presagire una imminente instabilità della costa”. Di fatto, la nostra storia patria è ben più ricca di scivolate e cadute su buche stradali, di scogliere e discese a mare mal curate che di pietrame costiero caduto in testa a bagnati e villeggianti.

Con una costa, in gran parte in “lock down” e senza interventi (ove proprio necessario), è come chiudere tante attività senza un reale pericolo, dimenticando che in ogni attività umana va accettato un minimo rischio calcolato o ragionato. Non si rinuncia a viaggiare per paura di incidenti, a lavorare per timore di infortuni o, a far uscire i propri ragazzi per timore di cattivi incontri e, in questi giorni, a un vaccino per una ben lontana probabilità di complicazioni. E non a km. di costa, senza più valide attuali ragioni tecniche, valutazioni politiche e…dibattito cittadino.

Curare per guarire è spesso possibile,

prendersi cura per il sollievo è sempre possibile

XX Giornata Nazionale del Sollievo

Domenica 30 maggio 2021

Domenica 30 maggio 2021, si celebrerà la XX Giornata Nazionale del Sollievo, istituita nel 2001 con direttiva del presidente del Consiglio dei Ministri per «promuovere e testimoniare, attraverso idonea informazione e tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale, non potendo giovarsi di cure destinate alla guarigione».

Nel corso degli anni, considerando i bisogni concreti delle persone malate e sofferenti, il significato della Giornata è andato ampliandosi, abbracciando tutte le condizioni di malattia ed esistenziali che comportano sofferenza, pur mantenendo un posto di rilievo la fase terminale della vita.

Tre gli enti promotori della Giornata: la Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti Onlus (impegnata sin dal 1975 per una cura più umana e rispettosa dei bisogni delle persone malate di tumore e dei loro familiari), il Ministero della Salute, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome con il sostegno dell’Ufficio per la Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana.

Una Giornata che non vuol essere “una” giornata e solo per chi è sofferente e malato, ma una ricorrenza che si propone di risvegliare, in tutti e in modo duraturo, la sensibilità verso ciò che è concretamente possibile fare per portare sollievo a chi è nella prova del dolore; una sensibilità oggi più che mai sopita dalla fretta e da una certa ineducazione, talvolta da impreparazione e paura, a confrontarsi in modo maturo, empatico, solidale e propositivo con la sofferenza e con il dolore. Una Giornata dunque anche con un intento educativo, che coinvolge tutti, non solo chi per professione si prende cura delle persone sofferenti, infatti il sollievo può essere “portato” da chiunque anche con un gesto amorevole, con il dono della propria attenzione, attraverso il prendersi cura e la vicinanza alla persona sofferente.

La vicinanza” – scrive papa Francesco nel Messaggio per la XXIX Giornata Mondiale del Malato 2021 – “è un balsamo prezioso, che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia. […] Viviamo questa vicinanza, oltre che personalmente, in forma comunitaria, […] una comunità capace di guarigione, che non abbandona nessuno, che include e accoglie soprattutto i più fragili”.

La presenza, la vicinanza, la prossimità alla persona malata e sofferente, nella loro dimensione fisica e spaziale, sono state frustrate e significativamente ridotte dalle misure per contrastare la diffusione del contagio di Covid-19. Ciò non significa che non si possa essere comunque “diversamente” vicini o presenti.

La XX Giornata del sollievo può essere un’occasione, anche animata da creatività, per manifestare la propria vicinanza alla persona che soffre attraverso segni e messaggi di cura, di partecipazione e di carità, nel rispetto del distanziamento fisico, anche mediante tecnologie di comunicazione come il telefono, i social, la videochat, ecc. In definitiva, “quello che importa” - come diceva Gigi Ghirotti – “è che la persona malata non si senta abbandonata e sola”.

La Giornata ha una connotazione affermativa e propositiva: non è direttamente “contro” il dolore o la sofferenza, ma “a favore” del sollievo, cioè l’esperienza di sospensione o affrancamento dalla sofferenza e dal dolore in chi è malato e nelle persone care. Il sollievo è sempre possibile, anche nei casi in cui la persona permanga nella condizione di malattia o sia giunta al termine della vita. Un sollievo che può essere raggiunto grazie a nuovi e sempre più efficaci farmaci e terapie, ma anche attraverso una cura umana fatta di attenzione, tenerezza, vicinanza, sostegno e amore. Sollievo non significa solo affrancamento dal dolore fisico o da altri sintomi, significa anche rispetto e centralità della persona.

Sollievo come obiettivo della cura globale della persona anche quando non è possibile la guarigione, sollievo come auspicabile e desiderata via finale comune, meta e tappa al tempo stesso, di diverse forme di sofferenza indotte da patologie che feriscono e affliggono l’uomo nel corpo, nella mente e nello spirito. Il sollievo è quindi un’esperienza che coinvolge tutte le dimensioni della persona umana: fisica, psichica, spirituale e sociale.

Di qui la varietà delle centinaia di manifestazioni che si svolgono in Italia in ospedali e municipalità in occasione della Giornata del Sollievo (anche quest’anno ridimensionate per le misure anti-Covid-19): eventi pubblici di sensibilizzazione e di informazione (prevalentemente a distanza, via internet) promosse da enti pubblici sanitari o da enti no profit, d’intesa con scuole, centri diocesani, parrocchie; visite mediche gratuite in ambulatori di terapia del dolore; preghiere per le persone malate e per chi se ne prende cura (è accaduto più volte nelle passate ricorrenze della Giornata che il Santo Padre, dopo la preghiera dell’Angelus/Regina Cæli, rivolgesse un saluto a chi in quel momento stava celebrando la Giornata del Sollievo insieme alle persone malate e sofferenti); convegni e corsi di formazione per operatori sanitari; riconoscimento di “Città del Sollievo” conferito dalla Fondazione Nazionale “Gigi Ghirotti” onlus col patrocinio dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (hanno superato il numero di trenta i nodi del network uniti da un impegno solidale partecipativo, informativo e formativo); spettacoli ed esibizioni musicali in ospedali.

Come lo scorso anno al Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” in Roma, il 30 maggio sarà celebrata la Santa Messa (sull’ultima pagina del foglietto “La Domenica”, la Giornata del Sollievo è annunciata in un articolo intitolato “Essere “dolcissimo sollievo” accanto a chi soffre”). Celebrazione liturgica che assurge ormai a simbolo della Giornata presso il Policlinico e che vede la partecipazione delle persone lì ricoverate, dei loro familiari e di operatori sanitari.

Anche quest’anno l’Ufficio per la Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana sostiene la Giornata del Sollievo, diffondendone lo spirito più autentico declinato in varie attività, svolte autonomamente per iniziativa di vari Uffici diocesani per la Pastorale della Salute e di Cappellanie ospedaliere in vari contesti territoriali, ovunque ci siano persone malate e sofferenti alle quali portare sollievo anche con un gesto che li faccia sentire partecipi della comunità e mai abbandonati e soli.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledì 26 maggio 2021 in Puglia, sono stati registrati  8797 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 237 casi positivi: 49 in provincia di Bari, 27 in provincia di Brindisi, 50 nella provincia BAT, 10 in provincia di Foggia, 58 in provincia di Lecce, 40 in provincia di Taranto, 3 casi di residenti fuori regione.

Sono stati registrati 16 decessi: 2 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 7 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.461.051 test.

213.261 sono i pazienti guariti.

29.675 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 249.380 così suddivisi:

94282 nella Provincia di Bari;

25059 nella Provincia di Bat;

19.139  nella Provincia di Brindisi;

44.566 nella Provincia di Foggia;

26.267 nella Provincia di Lecce;

38.887 nella Provincia di Taranto;

796   attribuiti a residenti fuori regione;

384  provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

di Gian Paolo ZIPPO

L’avvio, in ambito Agenda 2030, di un iter volto al coinvolgimento della cittadinanza, non può che essere accolto con favore.

Ciò deve costituire, però, il vero cambio di passo verso una programmazione strategica. Le aziende di successo, le economie vincenti sono tali perché anticipano i tempi, non li ricorrono.

Quindi: programmazione come cultura politica e come metodo di governance!

Dall’avviso pubblico emanato dal Comune e dalle dichiarazioni rilasciate a seguire, emergono alcuni elementi che non vanno sottovalutati, anzi vanno sviluppati e messi a regime:

  1. valorizzazione della partecipazione dei cittadini alla vita della Città;
  2. necessità di una visione partecipata e a lungo periodo;
  3. costituzione di tavoli tematici e coinvolgimento delle professionalità universitarie del territorio;
  4. collegamento con Enti territoriali e coinvolgimento di associazioni locali;
  5.  approvazione di un DUP (Documento Unico di Programmazione) in linea con gli obiettivi strategici.

Su quest’ultimo punto vorrei soffermarmi per sottolinearne l’importanza in termini di effettiva realizzazione degli obiettivi che l’amministrazione comunale si pone a livello politico.

Con Delibera N. 95 del 10/05/2021, infatti, è stato approvato il DUP per il periodo 2021-2023, andando a colmare quel gap che nella sostanza impediva di poter realisticamente cominciare a parlare di obiettivi a medio e lungo periodo, nell’ottica di una programmazione strategica che potesse a sua volta includere anche gli obiettivi (o parte di essi) di Agenda 2030.

Finalmente il DUP è stato liberato dai limiti insiti nella versione predisposta dal Commissario, senz’altro valida dal punto di vista amministrativo, ma priva di qualsiasi contenuto politico, per cui lo strumento ora nelle mani dell’Amministrazione Comunale rappresenta il punto di partenza per una programmazione politica funzionale all’attuazione del mandato di programma e degli obiettivi strategici. Sul suo contenuto la cittadinanza si può confrontare con l’Amministrazione Comunale in merito al raggiungimento o meno degli obiettivi stessi.

Ben vengano, allora, l’apertura di tavoli partecipati, l’istituzione di forum tematici, le manifestazioni di interesse richieste ad associazioni e cittadini, ma una cosa deve essere chiara: questo deve essere il metodo di lavoro per il futuro e non solo per Agenda 2030.

Se il metodo viene fatto proprio, condiviso, partecipato ed opportunamente comunicato alla cittadinanza diventa esso stesso la chiave del successo, per cui l’invito che sento di fare in questo particolare momento storico è duplice:

  •  uno verso l’Amministrazione comunale, affinché lo strumento della programmazione e della partecipazione condivisa diventi strutturale (sempre a titolo di esempio si veda: https://www.comune.martinafranca.ta.it/pagina1316_stati-generali-delleconomia.html);
  •  uno verso la cittadinanza tutta (nelle sue varie espressioni private, sociali ed economiche), affinché approfitti di queste situazioni per avviare un processo propositivo, costruttivo e soprattutto collaborativo “super partes”.

Chiudo questo mio intervento, richiamando - con le parole che il Direttore di questa testata ha usato nello spazio “Focus sul Comune” dello scorso numero – l’appello ad una “partecipazione non motivata da obiettivi personali, di gruppo o di categoria, ma con il solo intento di apportare il proprio bagaglio di esperienza e sensibilità da affiancare a quella degli altri”.

Ora più che mai serve una forte sinergia tra macchina amministrativa, volontà politica e collaborazione della cittadinanza attiva, in grado da fungere da volano per far emergere tutte le professionalità e le competenze necessarie allo sviluppo economico, sociale e culturale di Tricase.

 

 

 

 

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