PUGLIA: PREOCCUPA LA VARIANTE INDIANA

A lanciare l'allarme è stato questa mattina il governatore Michele Emiliano: "Stiamo seguendo molto attentamente la variante Delta che è la variante indiana. La variante Delta ha ricominciato a fare contagiati in Inghilterra e c'è un focolaio a Brindisi che è stato strettamente monitorato, speriamo di aver individuato tutti i soggetti contagiati. La variante Delta ci preoccupa molto perché potrebbe essere meno sensibile ai vaccini e quindi potremmo non avere ad ottobre l'effetto favorevole dell'immunità di gregge".

I casi accertati in Puglia sono 25, quasi tutti concentrati a Brindisi dove sono stati individuati due cluster.Si teme che la variante indiana possa rimettere in moto la pandemia, facendo crescere nuovamente la curva dei contagi.

I laboratori anti Covid pugliesi e i dipartimenti di Prevenzione sono al lavoro per identificare quanto più rapidamente possibile eventuali altri casi e isolarli prima che la variante si propaghi come ha è accaduto con quella inglese.

Fonte Ansa

L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) approva la vaccinazione mista per gli under 60 che abbiano ricevuto una prima dose di AstraZeneca, ma le Regioni continuano ad andare in ordine sparso. Chi si adegua alle indicazioni e chi continua a dire no al mix di vaccini; chi sospende i richiami con i farmaci a mRna al posto di Astrazeneca finché non avrà garanzie su ulteriori forniture e chi lascia la possibilità di scegliere se avere o meno la seconda dose con il farmaco anglo-svedese anche se si hanno meno di 60 anni.

Insomma, i territori continuano a non avere una linea comune anche dopo l'ordinanza del ministero della Salute che ha dato indicazioni perentorie - ribadite anche ieri dal ministro Roberto Speranza - sull'utilizzo di Astrazeneca e aprono un nuovo fronte: con i vaccini a vettore virale ormai marginali servono più dosi di Pfizer e Moderna per non rallentare la campagna e raggiungere l'immunità di gregge a settembre.

"Ai nuovi vaccinati non sarà somministrato Astrazeneca al di sotto dei 60 anni, rispetto al vaccino Johnson & Johnson la posizione del Ministero non è definita in modo chiaro e vincolante. Pertanto tale vaccino non sarà somministrato sotto i 60 anni". Lo afferma il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca in una nota dopo aver ricevuto la risposta dal ministero della salute sulle interrogazioni che la Campania aveva posto domenica.

Il risultato è il caos, che si va ad aggiungere alla confusione e alla perdita di fiducia da parte dei cittadini provocata dall'apertura al mix sui vaccini - sul quale le posizioni degli esperti sono tutt'altro che granitiche - e dall'ennesimo cambio di rotta, il quarto dall'inizio dell'anno, su Astrazeneca imposto dagli esperti alla luce delle nuove evidenze scientifiche e del miglioramento della situazione epidemiologica.

Una confusione confermata nella nota con cui l'Ema, parlando di "disinformazione" e ribadendo che il vaccino di Astrazeneca "resta autorizzato per tutta la popolazione", cerca di mettere una pezza ad un'intervista, poi smentita, del capo della task force sui vaccini della stessa Agenzia, Marco Cavaleri. Anche per questo il governo ribadisce che la linea non cambia e, anzi, il premier starebbe pensando ad un ulteriore messaggio di chiarezza e rassicurazione da dare agli italiani. Tra le ipotesi, quella di un evento ad hoc per mettere in chiaro alcuni punti ed evitare che la campagna rallenti. "Le nostre indicazioni - dice Speranza - sono perentorie e devono essere seguite. Non è un dibattito politico, non è un presidente del consiglio, un ministro o un presidente di regione che decide: la comunità scientifica internazionale ha dato indicazioni su Astrazeneca che sono cambiate sulla base delle evidenze scientifiche e noi dobbiamo seguirle".

"Il cosiddetto 'crossing vaccinale' è una cosa che la Germania fa da due mesi, che anche la Francia e la Spagna fanno da tempo: è una procedura che ha dato buoni risultati, non sono invenzioni, ma evidenze e studi scientifici". Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un'intervista al quotidiano La Stampa, parlando del mix vaccinale con Pfizer o Moderna dopo la prima con AstraZeneca. Secondo il ministro "avere due terzi del Paese in zona bianca è il frutto delle misure rigorose adottate e della campagna vaccinale che procede con numeri molto buoni. Ma è necessario continuare sulla strada della prudenza e della gradualità, su questo punto c'è un'ampia condivisione anche tra i cittadini". Cambiare il vaccino per la seconda dose non è pericoloso, "anzi probabilmente è vantaggioso. Perché è verosimile che il sistema immunitario risponda meglio a stimoli più ampi, diversificati". Lo afferma Guido Rasi, ex direttore di Ema e ora consulente del commissario straordinario, generale Francesco Figliuolo, in una intervista alla Repubblica.

Con un parere pubblicato in serata una parola definitiva sul mix di vaccini arriva, come detto, dall'Aifa, che approva la vaccinazione mista per gli under 60 che abbiano ricevuto una prima dose di vaxzevria, il siero di AstraZeneca. "Sulla base di studi clinici pubblicati nelle ultime settimane, la Commissione tecnico scientifica dell'Aifa - si legge - ha ritenuto, a fronte di un rilevante potenziamento della risposta anticorpale e un buon profilo di reattogenicità, di approvare il mix vaccinale (prima dose con Vaxzevria e seconda dose con Comirnaty o, per analogia, con il vaccino Moderna)". E' in corso di pubblicazione in Gazzetta la determina attuativa. Al momento le Regioni continuano però a non avere una linea comune. Nei prossimi giorni si riunirà la commissione Salute e giovedì ci sarà la conferenza delle regioni: il tema non è all'ordine del giorno ma non è escluso che se ne parli per arrivare ad una posizione unica. Per ora dunque ognuno va per la sua strada. Vincenzo De Luca ha annunciato di aver inviato a Speranza una "nota tecnica" contenente i dubbi sulla vaccinazione eterologa ribandendo il no della sua regione: il mix di vaccini, dice, "non ha avuto sul piano internazionale una sperimentazione ampia".

Anche la Puglia va per conto suo. La regione, sostiene Michele Emiliano, seguirà le indicazioni del governo e però, "chi volesse fare la seconda dose con Astrazeneca avrà questa possibilità, fermo restando che l'atto della vaccinazione è l'atto del singolo medico che valuterà caso per caso". La Lombardia continua invece a tergiversare da 3 giorni. Prima ha detto no al mix salvo poi fare marcia indietro, ma i richiami non sono ancora partiti. Il perché lo spiega il presidente Attilio Fontana: servono più dosi di di Pfizer e Moderna.

"Appena sapremo cosa ci risponde il governo, sia sulla fornitura di eventuali dosi aggiuntive sia sulla conferma delle modalità, noi potremo stabilire una data". E più dosi dei due farmaci a mRna le chiedono anche quelle regioni che hanno annunciato si atterranno alle indicazioni governative: l'Emilia Romagna, che deve fare i richiami a 40mila persone e per questo "servono più scorte", e il Lazio, che non lo dice esplicitamente ma riporta il richiamo di Pfizer e Moderna da 35 a 21 giorni. E gli altri che fanno? La Liguria si è adeguata, anche se il governatore Giovanni Toti non perde l'occasione per ribadire che anche quando si è utilizzato Astrazeneca sotto i 60 anni ci si è attenuti alle indicazioni del Cts. E si sono allineati la Toscana, il Piemonte - dove la buona notizia è che in un'ora sono andate sold out tutte le prenotazioni per gli open day riservati ai giovani da venerdì a domenica, segno che la voglia di normalità tra i ventenni prevale sulle paure - il Veneto. Dice Luca Zaia: "applicheremo pedissequamente quello che viene prescritto". Ma il governatore va oltre e già individua quello che sarà il nuovo fronte d'autunno, la terza dose: il green pass dura 9 mesi e, considerando che i primi richiami sono stati fatti il 19 gennaio, a metà ottobre scadranno. Che si farà allora?. "Se non sarà una terza dose sarà un nuovo vaccino - dice - ma ritengo sia impensabile che non ci sia un nuovo richiamo, poi magari mi sbaglierò".

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi martedì 15 giugno 2021 in Puglia, sono stati registrati 8053 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 169 casi positivi: 60 in provincia di Bari, 24 in provincia di Brindisi, 32 nella provincia BAT, 17 in provincia di Foggia, 7 in provincia di Lecce, 28 in provincia di Taranto, 1 caso di residente fuori regione.

Sono stati registrati 2 decessi: 1 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.582.579 test.

234.546 sono i pazienti guariti.

11.311 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 252.449 così suddivisi:

94.996 nella Provincia di Bari;

25.531 nella Provincia di Bat;

19.645 nella Provincia di Brindisi;

45.055 nella Provincia di Foggia;

26.800 nella Provincia di Lecce;

39.252 nella Provincia di Taranto;

804   attribuiti a residenti fuori regione;

366  provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

15 Giugno - Viva San Vito Patrono della Città di Tricase

Lunedì, 14 giugno 2021

PUGLIA IN ZONA BIANCA, COSA CAMBIA DA OGGI

Cosa cambia dunque da oggi per la nostra regione? La novità più rilevante è rappresentata dallo stop al coprifuoco: ciò vuol dire che non è più necessario rientrare a casa entro una certa ora, ci si può spostare senza limiti di orario. Consentiti gli spostamenti in ingresso e uscita dalla regione. Resta comunque il rispetto delle generali restrizioni anticovid: obbligo di mascherina, distanziamento interpersonale, igiene delle mani, divieto di assembramento.

ATTIVITÀ DI RISTORAZIONE E PUBBLICI ESERCIZI

Con la fascia bianca arrivano regole meno vincolanti per i ristoranti. In questa zona i bar, i ristoranti e le altre attività di ristorazione sono aperti ed è possibile consumare cibi e bevande al loro interno, senza limiti orari. Sono consentite senza restrizioni anche la vendita con asporto di cibi e bevande e la consegna a domicilio, che deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti. Le nuove regole prevedono che in zona bianca all’aperto non ci siano limiti di persone ai tavoli (tra i quali deve esserci comunque il distanziamento di un metro), mentre nei bar e nei ristoranti al chiuso potranno sedere allo stesso tavolo massimo sei persone salvo che siano tutti conviventi.

SÌ A MATRIMONI E FESTE, MA CON IL GREEN PASS

In zona bianca è possibile organizzare feste private dopo cerimonie religiose o civili, come matrimoni, cresime, comunioni, battesimi ma anche compleanni, feste di laurea e anniversari. Per parteciparvi è tuttavia necessario essere in possesso di una delle tre certificazioni verdi previste dai decreti in vigore: certificato di vaccinazione (valido per 9 mesi a partire dal completamento del ciclo vaccinale, oppure dal 15esimo giorno dopo la prima dose fino alla somministrazione della seconda); certificato di guarigione dal Covid, che ha validità 6 mesi; tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti la partecipazione all'evento.

LE ALTRE RIAPERTURE

In zona bianca, secondo gli specifici protocolli di sicurezza stabiliti, riaprono le piscine al chiuso, centri benessere, i parchi tematici, le sale giochi e le sale scommesse. Restano ancora chiuse le discoteche.

GLI SPOSTAMENTI

Sono consentiti tutti gli spostamenti in ingresso e in uscita verso le regioni in zona bianca e gialla (nei limiti orari eventualmente previsti per ciascuna zona). Chi è in possesso di certificazione verde Covid-19 si può spostare da/verso regioni in zona arancione e rossa nei limiti orari previsti per ciascuna zona (non è necessario invece per gli spostamenti relativi a regioni in zona bianca e gialla).

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