Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledì 23 giugno 2021 in Puglia, sono stati registrati 6684 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 63 casi positivi: 18 in provincia di Bari, 4 in provincia di Brindisi, 7 nella provincia BAT, 4 in provincia di Lecce, 29 in provincia di Taranto, 2 casi di provincia di residenza non nota. 1 caso di residente fuori regione è stato riclassificato e attribuito.

Sono stati registrati 3 decessi: 2 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.634.171 test.

240.487 sono i pazienti guariti.

5.937 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 253.037 così suddivisi:

95.119 nella Provincia di Bari;

25.575 nella Provincia di Bat;

19.747 nella Provincia di Brindisi;

45.130 nella Provincia di Foggia;

26.892 nella Provincia di Lecce;

39.396 nella Provincia di Taranto;

807 attribuiti a residenti fuori regione;

371 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

247° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE

BILANCIO OPERATIVO DEL 2020

Nel corso del 2020 i Reparti territorialmente dipendenti del Comando Provinciale di Lecce hanno eseguito oltre 6.200 interventi ispettivi e circa 688 indagini per contrastare le infiltrazioni della criminalità, organizzata e comune, nel tessuto economico e sociale: un impegno “a tutto campo” a tutela di famiglie e imprese in difficoltà e a sostegno delle prospettive di rilancio e di sviluppo del Paese, caratterizzato anche da una capillare azione di controllo per assicurare il rispetto delle misure di contenimento della pandemia.

Un impegno concentrato sull’attenzione ai fenomeni di illegalità più gravi, diffusi e dannosi e su ogni possibile strumentalizzazione dell’attuale difficile congiuntura economica, volto a valorizzare ulteriormente la qualità dell’azione di controllo.

Un lavoro quotidiano e meticoloso, che produce effetti positivi per l’intera collettività; oggi, affidarsi alla Guardia di Finanza significa fare affidamento su una moderna forza di polizia a competenza generale in materia economico finanziaria, impegnata in prima linea a tutela dell’entrate e delle uscite del bilancio e per il corretto funzionamento dell’economia di mercato nonché nel concorso alla sicurezza interna ed esterna del paese.

LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI 

Interventi mirati e selettivi, fondati sull’incrocio delle banche dati fiscali e di polizia, sul controllo economico del territorio e sulle risultanze delle indagini di polizia giudiziaria e valutaria, nei confronti dei contribuenti ad elevata pericolosità fiscale e, in particolare, verso coloro che pongono in essere condotte fraudolente e illeciti a carattere transnazionale: è questa, in sintesi, la strategia adottata dal Corpo dall’inizio della pandemia per arginare i più gravi e diffusi fenomeni di illegalità tributaria e contributiva e tutelare l’impresa legale dall’illecita concorrenza degli evasori fraudolenti.  

Rintracciare le ricchezze nascoste all’estero e in particolare nei paradisi fiscali resta la priorità del Corpo.

Nel 2020 sono stati scoperti 88 evasori totali, ossia esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo completamente sconosciuti all’Amministrazione finanziaria (molti dei quali operanti attraverso piattaforme di commercio elettronico) e 88 lavoratori in “nero” o irregolari.

Sono state eseguite, inoltre, 107 indagini di polizia giudiziaria, che hanno portato alla denuncia di 98 soggetti, per aver commesso 98 reati fiscali. 

Il valore dei beni sequestrati per reati in materia di imposte dirette e IVA è di circa 2 milioni di euro, mentre le proposte di sequestro tuttora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria ammontano a circa 16 milioni di euro. 

Un caso di evasione fiscale internazionale scoperto, principalmente riconducibile a stabili organizzazioni occulte, a manipolazione dei prezzi di trasferimento, alla fittizia localizzazione all’estero della residenza fiscale di persone fisiche e giuridiche e all’illecita detenzione di capitali oltreconfine.

Ammontano, invece, a 137 gli interventi eseguiti in materia di accise, anche a tutela del mercato dei carburanti. Complessivamente sono state sequestrate 75 tonnellate di prodotti energetici e accertate 8,5 mila tonnellate consumate in frode, a testimonianza della particolare pervicacia del fenomeno criminale nel territorio regionale.

I controlli e le indagini contro il gioco illegale ed irregolare hanno permesso di irrogare sanzioni per 207.000 euro, di denunciare 6 soggetti.

CONTRASTO AGLI ILLECITI NEL SETTORE DELLA TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA 

Nel corso del 2020 la Guardia di Finanza in Puglia ha dedicato una particolare attenzione agli illeciti in materia di spesa pubblica e a tutte le condotte che, mettendo a rischio la legalità e la trasparenza che devono connotare l’azione della Pubblica amministrazione, pregiudicano la corretta allocazione delle risorse, favorendo sprechi, truffe, malversazioni e indebite percezioni.

Il Governo Italiano e l’Unione Europea hanno messo a disposizione risorse ingentissime per assicurare la ripresa economica e la tempestività nell’organizzazione dei fondi è un tassello fondamentale per garantire un’immediata ripresa del paese. Due elementi quindi la celerità e l’entità dei fondi messi a disposizione generano gli appetiti della criminalità organizzata e le tante inchieste della Guardia di Finanza sono il segno tuttavia che il sistema paese, con ampie sinergie tra gli organi di gestione e controllo della spesa, sono ben capaci di intercettare i percorsi deviati di questo sistema.

Dietro ai reati di evasione e alle frodi fiscali si celano forme di dissimulazione di tensioni finanziarie al solo scopo di incassare gli aiuti; in tal senso sono stati avviati specifici piani di intervento che si muovono su tre direttrici: la prima attraverso l’attività di intelligence sul territorio; la seconda attraverso l’acquisizione di dati mediante l’utilizzo della c.d. “dorsale informatica”, un moderno sistema tecnologico trasversale a numerose banche dati; la terza attraverso l’incrocio di questi elementi mediante delle dedicate analisi di rischio.

Tale approccio investigativo consente di selezionare al meglio i target per consentire di migliorare costantemente i livelli di efficienza, di efficacia e di economicità: in tale contesto i finanziamenti assistiti da garanzia statale e le analisi delle autodichiarazioni dell’impresa costituiscono “le spie” indicatrici dei comportamenti illeciti più perniciosi.

1.169 sono gli interventi complessivamente svolti a tutela dei principali flussi di spesa, dagli appalti agli incentivi alle imprese, dalla spesa sanitaria alle erogazioni a carico del sistema previdenziale, dai fondi europei alla responsabilità per danno erariale, cui si aggiungono 88 deleghe d’indagine concluse in collaborazione con la Magistratura ordinaria e 11 deleghe svolte con la Corte dei conti.

Le frodi scoperte dai Reparti in danno del bilancio nazionale e comunitario sono state pari a oltre 4,6 milioni di euro, mentre si attestano su circa 2 milioni quelle nel settore della spesa previdenziale, assistenziale e sanitaria, con un numero di soggetti denunciati complessivamente pari a 202.

Per quanto concerne gli strumenti finanziari della Politica Agricola Comune e della Politica Comune della Pesca, sono state scoperte, a livello regionale, indebite percezioni e/o richieste di contributi per oltre 3 milioni di euro.

Con riguardo alle risorse indebitamente richieste o conseguite in relazione ai Fondi Strutturali o a quelle gestite centralmente dalla Commissione europea (cc.dd. “spese dirette”), sono state accertate frodi per circa 700.000 euro.

Si tratta di attività che hanno quasi sempre una ricaduta sul versante erariale, nell’ambito del quale sono stati segnalati alla Magistratura contabile danni per oltre 16 milioni di euro, a carico di 95 soggetti, nonché eseguiti sequestri per oltre 46 mila euro in tema di responsabilità amministrativa.

In materia di spesa previdenziale e assistenziale, sono stati eseguiti complessivamente 459 controlli, che hanno consentito di accertare l’indebita corresponsione e/o richiesta di prestazioni non spettanti per circa 2 milioni di euro. Con riguardo alla sola spesa previdenziale (assegni sociali, pensioni di guerra, invalidità civile e altre) sono state accertate frodi per oltre 400.000 euro.

Tra i controlli in materia di prestazioni sociali agevolate, il Corpo ha realizzato uno specifico dispositivo operativo volto al contrasto dei fenomeni di illecita apprensione del “reddito di cittadinanza”. Gli interventi svolti in quest’ultimo ambito, anche con il contributo dell’INPS, sono stati indirizzati, in maniera puntuale e selettiva, nei confronti delle posizioni connotate da concreti elementi di rischio e hanno permesso di intercettare circa 1,3 milioni di euro indebitamente percepiti e oltre 200.000 euro di contributi richiesti e non ancora riscossi, nonché di denunciare all’Autorità Giudiziaria, per le ipotesi di reato previste dalla normativa di settore, 167 soggetti. Tra questi figurano anche soggetti intestatari di ville e autovetture di lusso, evasori totali, persone dedite a traffici illeciti e facenti parte di associazioni criminali di stampo mafioso, già condannate in via definitiva.

12 sono stati gli interventi portati a termine dai Reparti in relazione al Piano operativo finalizzato alla tutela della regolarità della spesa sanitaria.

Le frodi scoperte hanno raggiunto l’ammontare di oltre 28.000 euro, con sequestri, a carico dei responsabili, di valori e disponibilità per quasi 330 mila euro.

In relazione al settore della spesa sanitaria, significativo è il dato riferito all’ammontare dei danni erariali accertati (oltre 338.000 euro), a testimonianza di come il segmento operativo sia interessato da condotte oggetto di valutazioni tanto delle Autorità Giudiziarie penali quanto di quelle contabili.

Passando al settore degli appalti, il valore delle procedure contrattuali risultate irregolari a seguito di mirati controlli basati su analisi di rischio, è stato pari a oltre 66 milioni di euro: di questi ultimi, circa 33 milioni di euro sono appalti riferiti alla spesa sanitaria.  

Le persone denunciate per reati in materia di appalti, corruzione e altri delitti contro la Pubblica Amministrazione sono state 36, di cui 6 tratte in arresto. In tale ambito, riveste importanza strategica la collaborazione con l’Autorità Nazionale Anticorruzione, su cui delega, nel corso del 2020, i Reparti hanno effettuato controlli in materia di contrattualistica pubblica e accertamenti nel settore anticorruzione e trasparenza.  È utile sottolineare, a fattor comune, come un sicuro indice dell’incisività dell’azione investigativa sia rappresentato dal dato riguardante i sequestri: nell’ambito delle attività svolte a tutela della spesa pubblica, sono stati eseguiti provvedimenti ablatori per un importo complessivo di oltre 30.000 euro.

CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA  ED ECONOMICO-FINANZIARIA

Sul fronte della tutela del mercato dei capitali, l’impegno profuso nel 2020 si è concretizzato nel sequestro di beni per un valore di circa 20.000 euro a seguito di 4 interventi in materia di riciclaggio e auto-riciclaggio. 4 sono le persone denunciate, di cui 2 tratte in arresto. Il valore del riciclaggio accertato si è attestato intorno a 3,5 milioni di euro. 

I settori più delicati in tale ambito sono quelli connessi allo smaltimento dei rifiuti, dei servizi funerari, delle sanificazioni, delle distribuzioni dei dispositivi di protezione; la criminalità organizzata “segue” con interesse gli appalti pubblici, perché con essi è in grado di offrire posti di lavoro agli affiliati o di subappaltare alle aziende satellite e in questo modo consolida la propria forza sul territorio attraverso il consenso sociale.

Le patologie connesse all’acquisizione del credito per fronteggiare la mancanza di liquidità di cittadini e imprese costituiscono l’”humus” migliore per il c.d. “Welfare mafioso di prossimità” e in tal senso un fenomeno esemplificativo è la c.d. usura della porta accanto.

Fondamentale resta la collaborazione del cittadino onesto la cui collaborazione costituisce una risorsa importante per catalizzare l’azione preventiva e massimizzare la repressione dei crimini della specie, che riverberano soprattutto sull’equilibrio sociale del paese.

Con riguardo alla prevenzione, sono state vagliate 229 segnalazioni di operazioni sospette, di cui 196 sottoposte ad indagini più approfondite, 8 delle quali attinenti specificamente al fenomeno del finanziamento del terrorismo.

Nel campo dei reati fallimentari, sono stati operati sequestri di beni per un valore pari a circa 3,5 milioni di euro, su un totale di patrimoni risultati distratti di oltre 21 milioni di euro. 

Nel comparto operativo dedicato alla sicurezza della circolazione dell’euro è stato denunciato 1 soggetto, con l’esecuzione di sequestri di valute, titoli, certificati e valori bollati contraffatti.

In applicazione della normativa antimafia, sono stati sottoposti ad accertamenti patrimoniali 26 soggetti, mentre i provvedimenti di sequestro e confisca eseguiti hanno raggiunto, complessivamente, la quota di 12 milioni di euro. Ammonta, invece, a 250.000 euro circa il valore dei beni mobili, immobili, aziende, quote societarie e disponibilità finanziarie proposti all’Autorità Giudiziaria per il sequestro. 

Tali misure ablative ricomprendono l’esecuzione di sequestri di prevenzione, ai sensi del Codice Antimafia, per oltre 410.000 euro e confische in via definitiva di beni per circa 3,8 milioni di euro. 

Sono stati eseguiti, poi, 252 accertamenti a seguito di richieste pervenute dai Prefetti della Repubblica delle province pugliesi, la maggior parte dei quali (251) riferiti alle verifiche funzionali al rilascio della documentazione antimafia. 

L’attività a tutela del mercato dei beni e dei servizi è stata volta a contrastare la contraffazione di marchi registrati, l’usurpazione di indicazioni di origine e qualità delle merci, le false attestazioni concernenti la corrispondenza dei prodotti agli standard di sicurezza previsti e le violazioni alla normativa sul diritto d’autore.

In tali ambiti, i Reparti operativi hanno effettuato oltre 152 interventi e dato esecuzione a 30 deleghe dell’Autorità Giudiziaria, sottoponendo a sequestro oltre 300.000 prodotti industriali contraffatti, con falsa indicazione del Made in Italy e non sicuri nonché ingenti quantitativi di prodotti alimentari recanti marchi industriali falsificati o indicazioni non veritiere. Per tali condotte sono state segnalate alle Procure della Repubblica n. 47 soggetti.

La crisi sanitaria connessa al Covid-19 ha visto la Guardia di Finanza fortemente impegnata, inoltre, nelle attività a tutela dei consumatori, principalmente volte a contrastare le fattispecie fraudolente riferite, da un lato, all’illecita commercializzazione di beni utili a fronteggiare l’emergenza epidemiologica e, dall’altro, a condotte ingannevoli e truffaldine.

In tale contesto, sono stati denunciati 8 soggetti per i reati di frode in commercio, vendita di prodotti con segni mendaci, truffa, falso e ricettazione, constatate sanzioni amministrative in 6 casi e sottoposto a sequestro oltre 55 mila mascherine e dispositivi di protezione individuale e 28.000 prodotti igienizzanti venduti come disinfettanti.

5 soggetti sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per il reato di manovre speculative su merci e sono stati sequestrati oltre 2.000 beni, alcuni dei quali commercializzati al pubblico con ricarichi estremamente alti rispetto al prezzo di acquisto. 

CONTROLLO DEL TERRITORIO  E CONTRASTO AI TRAFFICI ILLECITI VIA MARE

Nell’ambito del contrasto ai traffici illeciti di sostanze stupefacenti sono stati sequestrati complessivamente oltre 1,1 tonnellata di sostanze stupefacenti, arrestando 14 narcotrafficanti e sequestrando 5 mezzi utilizzati per il traffico.

IL CONCORSO NEI SERVIZI DI ORDINE E SICUREZZA PUBBLICA

L’impegno concorsuale del Corpo nella tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica è stato confermato, altresì, nell’ambito delle recenti direttive emanate dal Ministero dell’Interno per la gestione delle manifestazioni pubbliche e di eventi di particolare rilevanza, cui il Corpo partecipa con l’impiego dei militari specializzati Anti Terrorismo Pronto Impiego “AT-P.I.”.

A seguito dell’emergenza epidemiologia, la Guardia di Finanza in Puglia ha assicurato l’attuazione delle misure di contenimento della pandemia eseguendo oltre 3.500 controlli, che hanno consentito di sanzionare 428 soggetti e di denunciare all’Autorità Giudiziaria, a vario titolo, 74 responsabili. 

 

di Giuseppe R.PANICO

Quasi sempre la politica prossima alle urne si avvia sulla strada del cambiamento. Più per ricercare consenso “a caldo” che far fronte alle esigenze della collettività, spesso poco incline, anche in ambienti di alta cultura ed esperienza, a dibattere temi pur importanti.

Ne deriva che decisioni, prese poi senza un esame di idee alternative, come anche di accurato esame in commissione ed a volte sorvolando su aspetti economici e sociali, dimostrano ben presto i propri limiti.

Da un Piano Coste rimasto improduttivo, alla “ristrutturazione” di via Roma, ridotta ad angusto sentiero di shopping e movida, seggiole e tavolini, fra fumanti marmitte di mezzi in transito o in ingorgo.

Dal “diritto di marciapiede”, a ridosso di importanti nuovi edifici, negato alla collettività dei pedoni ma non ad auto private, alle dolorose vicende ACAIT. Nel frattempo, il PUG, in bozza da anni sul sito del Comune, rimane lettera morta, difficilmente risuscitabile negli attuali contenuti. Corre ora sulla stampa l’idea di trasferire all’ ACAIT gli uffici del Comune e trasformare il Gallone in “contenitore culturale”; un provvedimento dagli alti costi, non solo economici.

“ E il Centro Muore” riportava il Volantino  anni fa, causa una Piazza Pisanelli già abbandonata da importanti attività commerciali, di quartieri storici scarsamente risanati, di associazioni sfrattate , di una vicina biblioteca periferizzata e potenziata ma poi meno frequentata, di negozi già in sofferenza, di uno sviluppo urbanistico in senso opposto alle marine e del plateale rifiuto di trasferire il GAL all’ACAIT, a proprie spese.

Il trasferimento del Comune rischierebbe di dare il colpo di grazia al centro città, incentivandone ancor più l’abbandono. La locale movida serale/estiva, come anche un flusso turistico di entità e qualità marginali, per la atavica, quasi ricercata, carenza di servizi balneari e costieri di maggiore profilo, ben difficilmente potranno compensare gli aspetti sociali ed economici, dovuti ora alla presenza del Comune. Di “contenitori culturali” vuoti o semivuoti, se non di arte e cultura, di visitatori/frequentatori/eventi, ne abbiamo già tanti: scuole, biblioteca, cinema, palazzi nelle frazioni, piccoli musei, chiese con grandi locali annessi, locali sul porto, antichi castelli, piazzette etc.

Aggiungere l’intero Gallone e portare il Comune “fuori centro” significa anche addossare ai cittadini, già con tasse in Italia fra le più alte del mondo, scarsa qualità dei servizi, “sopravvivenza” economica basata su debito pubblico e prestiti europei, nuove spese di gestione e manutenzione.

Queste ultime usualmente pari, come media annuale, a 1-2% del valore dell’immobile, pena decadenza e crolli. Ovunque, le attività istituzionali nelle sedi storiche danno valenza politica e culturale alla comunità e le aree industriali dismesse (ACAIT) trasformate in parchi, nuovi insediamenti imprenditoriali o moderni C.S.U (Centro Servizi e Uffici) con studi professionali, sedi di imprese, etc. (e annessi servizi comuni) oggi sparsi fra case e condomini.

La revisione del PUG con sviluppo verso le marine e delle marine, oltre a creare sviluppo e turismo, riporterebbe piazza Pisanelli e vicini storici edifici e chiese ad essere il nostro “Centro di Gravità Permanente” e i quartieri adiacenti non solo ad uso movida e basso profilo abitativo. “Contenitori culturali” potrebbero diventare i locali in eccesso del Gallone e del vicino convento.

 Un alto esempio è il Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica come anche di attività museali aperte al pubblico, (vedasi mio “Il Quirinale e il Gallone”). Un dibattito in merito darebbe un civile contributo alla politica del momento e un motivato sostegno al futuro della nostra Tricase.

Scrive Alessandro Barbano, illustre ospite per il premio “Il Volantino” (1 luglio), “la essenza di una democrazia non sta nelle costituzioni e neanche nel voto libero, ma nel fatto che sulle questioni più importanti si apra un confronto nelle piazze pubbliche”.

Una essenza che da noi stenta troppo a crescere.

Tra le novità più rilevanti introdotte dal Decreto Sostegni Bis, all’Art.32 compare il “nuovo” credito d’imposta: un’agevolazione pari al 30% prevista per la sanificazione dei luoghi di lavoro e per l’acquisto di mascherine e dispositivi di protezione individuale. Dato il prolungarsi dello stato di pandemia, l’importo stanziato per finanziarie la misura agevolativa, per l’anno 2021, è di 200 milioni di euro.

A CHI SPETTA?

Hanno diritto al nuovo credito d’imposta tutti i soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni, enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti. Sono ammesse anche le strutture ricettive extra-alberghiere a carattere non imprenditoriale a condizione che siano in possesso del codice identificativo di cui all’art. 13-quater, comma 4, del D.L. 34/2019 (decreto Crescita), come bed and breakfast.

PER QUALI IMPRESE?

Danno diritto al credito d’imposta le spese sostenute per la sanificazione degli ambienti nei quali è esercitata l’attività lavorativa e degli strumenti utilizzati nell’ambito di tali attività.

Sono ammesse, in aggiunta alle spese già descritte, anche quelle sostenute per:– l’acquisto di dispositivi di protezione individuale: mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari, che siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea;– l’acquisto di dispositivi di sicurezza: termometri, termoscanner, tappeti, vaschette decontaminanti e igienizzanti (incluse le eventuali spese di installazione), che siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea;– l’acquisto di prodotti detergenti e disinfettanti;– l’acquisto di dispositivi per garantire la distanza di sicurezza interpersonale, incluse le eventuali spese di installazione;– la somministrazione di tamponi a coloro che prestano la propria opera nell’ambito delle attività lavorative e istituzionali.

Il credito d’imposta è introdotto nella misura del 30% delle spese elencate, se sostenute nei mesi di giugno, luglio e agosto 2021, fino ad un massimo di 60.000 euro per beneficiario.

La modalità di utilizzo del credito d’imposta è duplice: può essere fruito direttamente nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di sostenimento delle spese (quindi periodo d’imposta 2021) oppure può essere oggetto di compensazione. Non è prevista, infine, la possibilità di cedere il bonus. Un provvedimento direttoriale l’Agenzia delle Entrate stabilirà i criteri e le modalità di applicazione e fruizione del credito d’imposta

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi martedì 22 giugno 2021 in Puglia, sono stati registrati 8.033 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 92 casi positivi: 24 in provincia di Bari, 20 in provincia di Brindisi, 5 nella provincia BAT, 11 in provincia di Foggia, 13 in provincia di Lecce, 18 in provincia di Taranto, 2 casi di residenti fuori regione. 1 caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito.

E’ stato registrato 1 decesso, in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.627.487 test.

252.974 sono i pazienti guariti.

7063 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 239.301 così suddivisi:

95.101 nella Provincia di Bari;

25.568 nella Provincia di Bat;

19.743 nella Provincia di Brindisi;

45.130 nella Provincia di Foggia;

26.888 nella Provincia di Lecce;

39.367 nella Provincia di Taranto;

808 attribuiti a residenti fuori regione;

369 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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