IL SALENTO BRUCIA - MOBILITAZIONE per un PIANO STRAORDINARIO di rigenerazione ecologica e paesaggistica
La petizione promossa dal gruppo Facebook Salviamo gli Ulivi del Salento sulla piattaforma Change.org ha superato in sole due settimane 20.000 firme e continua a raccogliere l’adesione di cittadini, associazioni, reti e movimenti locali in difesa del territorio salentino, afflitto da un’Emergenza Incendi e da un processo di desertificazione dell’entroterra senza precedenti.
L’iniziativa mira a far crescere una mobilitazione sociale e civile che chiede alle Istituzioni immediate azioni per fronteggiare e contrastare l’emergenza incendi, esasperata dalla stagione estiva e dalle condizioni climatiche, insieme a una più articolata opera di ripianificazione ecologica del territorio salentino, aperta alla partecipazione decisionale e progettuale da parte della cittadinanza e della popolazione rurale che abita, coltiva, nutre e valorizza il territorio rurale nel suo complesso.
Ciò a cui ci troviamo di fronte non è più solo (e ormai da tempo) una crisi di comparto che interessa i soli coltivatori diretti e le imprese agricole, ma una catastrofe ecologica a cui siamo arrivati a causa di enormi ritardi nell’attuazione di efficaci azioni pubbliche di prevenzione, di politiche rurali e ambientali non sufficienti per fronteggiare il progressivo abbandono delle campagne, nonché a causa dell’abuso di pratiche agricole nocive e inquinanti. Tutto questo ha creato lo scenario per il delitto perfetto dell’olivo, spianando la strada al “batterio kyller Xylella”, il quale è diventato per le istituzioni e gran parte dell’opinione pubblica il principale responsabile del progressivo disseccamento degli ulivi, negando di fatto la complessità delle cause a monte che hanno reso nel tempo l’ulivo esposto al batterio e alle sue nefaste conseguenze.
Già da tempo le istituzioni e la società Pugliese e Salentina tutta avrebbero dovuto riconoscere che quello che sta accadendo negli uliveti e nelle campagne è un vero e proprio disastro ambientale. Come tale, quindi, richiederebbe una politica pubblica e un’azione civile e culturale di ricostruzione complessiva, integrata e diversificata delle aree rurali ormai in gran parte private dei loro uliveti, non potendosi, quindi, limitare a incentivi a bando volti a lenire le perdite della produzione olivicola. Politiche di sostegno focalizzate in prevalenza sui reimpianti, infatti, rischiano di agevolare la sostituzione della monocoltura olivicola perduta con altri tipi di monocolture a carattere intensivo, che siano Ulivi o altre coltivazioni, non necessariamente autoctone, con tutti i rischi per la sostenibilità ambientale, economica e sociale che una monocoltura prima o poi comporta, come accaduto per l’olivicoltura.
Deve essere, piuttosto, inderogabilmente formulata e avviata una politica di ricostruzione ispirata ai principi della biodiversità, della sostenibilità ambientale, dell’equilibrata compresenza tra aree agricole coltivate, aree forestali e corridoi ecologici, di rispetto e ripristino del paesaggio in sintonia con la storia e la cultura locale, di pratiche agricole mirate a prevenire l’erosione dei terreni, ridurre il consumo idrico e l’uso di sostanze chimiche dannose per l’ecosistema.
Quello che servirebbe, quindi, è un approccio integrato a tutto il sistema naturale, trovandoci di fronte alla necessità di ricostruire un paesaggio nella sua articolazione e nella sua complessità agro-silvo-pastorale.
Di fronte a questa sfida, il passo successivo del gruppo Salviamo gli Ulivi del Salento sarà la creazione di una rete di coordinamento tra le associazioni promotrici della petizione e altre associazioni e imprese rurali interessate da questa Emergenza, con l’obiettivo di partecipare attivamente alla costruzione di una politica pubblica di ripianificazione agro-ambientale delle aree rurali, contribuendo con la confluenza di visioni, risorse, competenze e con la ricchezza della propria esperienza di vita rurale nelle proposte di immediata attuazione a contenimento dell’Emergenza Incendi e in quelle più articolate di un piano di rigenerazione ecologica del territorio, cui possano contribuire tutti gli attori della società civile in sinergia con le Istituzioni.
Il gruppo Facebook promotore della petizione “Salviamo gli ulivi del Salento” nasce nel 2012, prima ancora del dramma del CODIRO (fenomeno del disseccamento rapido dell’ulivo), quando già altre minacce di speculazione (infrastrutture viarie, ampliamenti di reti stradali sull’asse Maglie-Otranto) rischiavano di intervenire pesantemente a danno del paesaggio salentino, falciando uliveti sani e campi coltivati, oltre che fasce preziosissime di macchia mediterranea e corridoi ecologici di raccordo. Il gruppo diventa nel tempo una piattaforma di sensibilizzazione sui temi dell’agroecologia e dell’ambiente, di diffusione di buone pratiche agricole, rurali e ambientali, affrontando le periodiche emergenze ecologiche del territorio, confermandosi tristemente attuale nell’appello al salvataggio del patrimonio arboricolo locale contenuto nel suo nome.
La petizione è su Change.org:
Per aderire come associazioni è sufficiente mandare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. con l'anagrafica dell’associazione.
Hanno già aderito: Rete Salento Km0, Radici Urbane, XFARM, WWF Salento, Casa delle Agricolture Tullia e Gino, LUNA Laboratorio rurale, CRAS Calimera, Coppula Tisa, Mobius Circle APS, Nativa APS, APS Ciàula, APS Misticanza, Salento Bici Tour, Manu manu riforesta, Camera a Sud, Emys, Metoxé, Cantiere civico Tricase, Clean Up, Nardò Bene Comune, Salento Rinasce, Zeromeccanico Teatro, Progetto Civitas, Human First, Cooperativa sociale agricola Alba, Movimento Incomune Fasano, Associazione FuoriFase, Associazione Prossima Lecce, OfficinaVisioni, Comitato Ulivivo Cosate Valle D’Itria, Terra d’Egnazia APS, Società italiana protezione beni culturali sez. Regione Puglia (onlus), Sud Sud Commercio Equo e Solidale, Verdesalis, Legambiente Gallipoli, AIAB Puglia.
Gruppo Facebook SALVIAMO GLI ULIVI DEL SALENTO
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