di Alfredo DE GIUSEPPE
Il Piano Regolatore Generale (o PUG) è uno strumento urbanistico. Ma non solo.
È la visione della città, l’economia di un territorio, la qualità della vita, il risparmio di energie umane e la limitazione del consumo di suolo. È anche la riduzione della discrezionalità dei funzionari e amministratori e forse la chiarezza delle reali potenzialità di un luogo. In definitiva è come si immagina il posto in cui vivi.
Il discrimine nel dotarsi di alcune regole urbanistiche è tutto nelle differenze che può determinare, quelle per cui discutiamo ogni giorno: ordine o disordine, pulizia o sporcizia, servizi o disservizi. Immaginare ad esempio di costruire sull’intero territorio di un Comune, senza congiungere in forma ponderata nessuna delle frazioni esistenti da secoli, è pura follia, perché, oltre al certificato danno ambientale, c’è un’estrema difficoltà nel raggiungere ogni singola costruzione con acqua e fogna, con elettricità e fibra ottica, con strade, asfalti e sicurezza.
Tant’è che normalmente il PRG emerge da uno studio più approfondito del semplice disegno tecnico. Si interpella il sociologo, il geologo, lo storico e spesso il futurologo, proprio perché regolamentare una città disordinata e sedimentata nelle idee e nei veti incrociati, non è cosa da poco, non è roba che si possa cucinare in un solo giorno.
A ben guardare la cronistoria delle mancate adozioni dei PRG emerge un dato impressionante: nei primi due-tre anni di ogni singola consiliatura, il PIANO rimane un tabù, nessuno ne parla, nessuno vuole aprire quella pagina. Magari basterebbe continuare quei pochi adempimenti lasciati in sospeso dalla precedente Amministrazione, ma non si fa. Tutto rimane in un limbo che presto si trasforma in inferno, perché come prevedibile ogni volta bisogna ricominciare da capo.
È un mistero o c’è una spiegazione? Dando per scontato che Tricase ha una sua matrice contemplativa e quindi è portata a credere ai misteri dolorosi, voglio propendere anch’io, per una volta, su questa tesi enigmatica. Si, è un mistero e la risoluzione stavolta la vorrei lasciare ai tanti politici provetti, ai tanti tecnici competenti, ai tanti predicatori messianici.
La voce e il canto sono il primo argomento di questo numero. Dare voce e cantare è l’aspirazione di chi vuole realizzare un dialogo e promuovere la bellezza e così creare quell’incanto del quale pure parla l’articolo di pag. 2 di Alfredo Sanapo.
Il dare voce alla programmazione del territorio allo scopo di creare l’incanto del bello nell’ambiente nel quale viviamo e nel quale vivranno chi verrà dopo di noi è la ragione di fondo dell’approfondimento che questo numero ha voluto dedicare alla strumentazione urbanistica del Comune di Tricase. Una strumentazione che è ferma alla fine degli anni Settanta e che, dopo un tentativo abortito di piano regolatore risalente al 1959, è ancora di là da venire, se è vero –come documenta la cronistoria di Alfredo De Giuseppe alle pagg. 4 e 5- che una recente deliberazione della Giunta Municipale propone di ripartire nel percorso di adozione del PUG, magari rinnovando o cambiando alcuni componenti dell’Ufficio di Piano, e chiedendo ai cittadini di esprimere le loro reali intenzioni per le zone di espansione, le c.d. Zone C con un appello commentato da Alessandro Distante a pag. 6.
Un canto e tanto poco incanto invece per quanto accade intorno a noi, a partire dalle note stonate delle cronache regionali dove si indaga, con tanto di arresti, per compera di voti e con una Assessora che si dimette perché indagata; sarebbe la beneficiaria di una macchina che, da tempo, userebbe acquisire consensi a suon, a proposito di canto, di 50 euro a voto.
Ovviamente tutto da dimostrare, ma intanto un dato politico ritorna: non sempre le campagne acquisti tipiche del direttore d’orchestra Emiliano si sono tradotte in una incantevole armonia.
Ed allora non resta che dare voce a chi invoca legalità, come i residenti e i commercianti di via dei Pellai (Pino Greco a pag. 7) che lamentano la mancata osservanza da parte degli automobilisti dei limiti al parcheggio posti dal disco orario.
In sintesi. Tutti gli articoli di questo numero dimostrano una sola cosa: l’incanto si può creare a condizione che le voci, magistralmente dirette, siano tutte intonate, perché se uno stecca o stona, sia esso politico o cittadino, amministratore o automobilista, altro che incanto!
Sabato 13 aprile - dopo la pausa pasquale torna in distribuzione il settimanale cittadino di Tricase
LEGGERETE IN QUESTO NUMERO
La voce e il canto…
Il Piano Regolatore da tutti invocato da nessuno realizzato…
Residenti e commercianti di via dei Pellai…
Oltre alla versione cartacea sarà sempre disponibile sul sito redazionale (ilvolantinoditricase.it), la versione online
il Volantino - settimanale cittadino di Tricase
torna in distribuzione sabato 13 aprile
Sul prossimo numero un approfondimento sulla storia della pianificazione urbanistica a Tricase dal 1959 ad oggi. Il PUG. Un mistero doloroso. Ed altro ancora…
A sabato prossimo