Venerdì 5 luglio a Maglie è giunto il ministro Matteo Salvini per porre la prima pietra alla SS 275.

L’ANAS ha infatti consegnato il primo tratto del primo lotto della Maglie-Leuca ed in particolare il tratto, lungo 10 chilometri e mezzo, che da Melpignano giunge fino a Scorrano.

Il secondo stralcio funzionale riguarderà il tratto da Botrugno a Surano (82 milioni) ed il terzo da Surano fino alla zona industriale di Tricase (57 milioni).

Rimane da definire il secondo lotto e cioè quello che da Tricase porterà a S.M. di Leuca per il quale è stato approvato il progetto ma che deve essere appaltato e, ancor prima, deve trovare i finanziamenti necessari. Il primo finanziamento dell’opera risale al 2003 a cui ne ha fatto seguito un altro nel 2009.

Una strada senza amore (oppure FS)

di Alfredo DE GIUSEPPE

Sulla strada 275, prima di cominciare ad esprimere un pensiero compiuto, bisogna sempre fare delle premesse. Necessarie, purtroppo. Da almeno trent’anni c’è un movimento ideale, non legato quindi a gruppi finanziari/imprenditoriali più o meno legittimi, che afferma pubblicamente due cose: 1) la strada fino a Montesano si può facilmente ampliare a 4 corsie, senza grandi stravolgimenti e senza aggiungere ulteriori danni e ferite a quelli già perpetrati sul territorio (vedi Zona industriale Surano, quasi tutta abusiva); 2) dopo Montesano Salentino, il dedalo di paesi, frazioni, strade e stradine farebbe propendere per idee più consone al momento storico, senza l’inutile spargimento di asfalto fino alla Madonna di Leuca (che osserva e non lacrima).

Fatte queste doverose premesse, già discusse e pubblicate decine di volte, bisogna adesso aggiungere delle ulteriori considerazioni. Il Salento finisce in una forma puntuta verso il mare, in una specie di triangolo peninsulare che meriterebbe un amore, un’attenzione aumentata che invece manca del tutto. Questo lembo finale dell’Italia, che si affaccia verso altri mari e altri popoli, ha delle particolarità incredibili. Decine e decine di forme autoctone di flora, paesini che hanno tradizioni, fiere, dialetti, santi e poeti diversissimi nell’arco di pochi chilometri. Dalla parte est, gustando l’alba, c’è una roccia alta e bellissima che crea paesaggi mozzafiato, dalla parte ovest, guardando il golfo di Taranto, una riviera bassa e sabbiosa, da decenni colonizzata da spiagge private. In definitiva ci sarebbe da riflettere sulla nostra distintività, su cosa vogliamo essere, ma anche come vogliamo apparire.

Invece da decenni queste riflessioni lasciano il posto a foto-opportunity di politici locali e nazionali che pare abbiano un unico obiettivo, asfaltare il più possibile per rendere più fruibile il territorio, esaltando la fatidica prima pietra. Non c’è l’idea di renderlo unico al mondo, ma di ricrearlo simile ad una Dubai di secondo livello: strade larghe e velocissime, svincoli doppi o tripli per Nociglia e Botrugno, il casello a Tricase e l’Autogrill con annesso panino surgelato sul Faro di Leuca.

C’è da notare che molto di suo ci mette la stampa e la televisione locale. I morti, i feriti, gli incidenti sulla 275 sono più noti e descrittivi rispetto a tutti gli altri. Sulla 275 pare si muoia da eroi. Nonostante le statistiche dicano che gli incidenti avvengano ovunque e soprattutto a causa di una scriteriato uso della velocità e del telefono, quando succede su questa strada la colpa diventa esclusivamente della strada. I titoli in genere sono di questo tenore: “Ancora una vittima sulla strada della morte” e giù una serie di ricostruzioni sulla lentezza nell’adeguamento autostradale della nostra arteria più discussa. A nulla vale far notare, ad esempio, che sulla 4 corsie da Lecce a Maglie, in questi ultimi anni, ci sono stati più incidenti che nel tratto tra Scorrano e Montesano.

In ogni caso, ripeto, sull’ampliamento da Scorrano a Montesano (Z.I. Tricase) nessuno si è mai veramente opposto. Però oggi vale la pena far notare che nonostante i sorrisi di Sindaci, Consiglieri e Presidenti Regionali, Ministri e Sottosegretari, Portaborse e Occupanti vari della Politica, nessuno dica delle cose di buon senso che ovunque nel mondo del 2024 sono accettate, progettate e realizzate. Una strada moderna avrebbe bisogno di alcune cose che qui appaiono stravaganti e comunque irrealizzabili. Ad esempio, salvare gli alberi esistenti, anzi procedere ad una serie di piantumazioni continuative durante tutto il percorso da Scorrano in giù. Creare ai due lati un sicuro percorso ciclabile. Progettare dei piccoli tunnel da un lato all’altro per permettere agli animali di attraversare senza rischi. Alimentare con pannelli solari tutta l’eventuale illuminazione pubblica e quella privata adiacente. Sistemare al contempo le strade intercomunali esistenti, che, temo, saranno abbandonate ancor di più. Pensare ad un treno veloce che crei un vero utilizzo lavorativo e turistico, magari che faccia 50 Km in 20 minuti. Nessuno ne parla, nessuno propone qualcosa di nuovo, noi siamo passivi e siamo lì come babbei a gustarci un’altra strada larga come fosse la felicità. Eppure sulla mobilità sostenibile siamo a zero. Beati noi!

Però in definitiva per darci un tono potremmo avere anche altre idee alternative. Dopo l’aeroporto Malpensa intestato al beato Silvio Berlusconi, potremmo anche noi cambiare nome trasformando quell’anonimo numero 275 in strada Fitto-Salvini (FS in sigla) unendo finalmente l’Italia differenziata, la vecchia DC gattopardesca e la nuova Lega del Generale. Con i sorrisi collettivi e tanti simpatici baci.

Perché noi non aspiriamo alla bellezza, amiamo farci prendere in giro.

 

in Distribuzione