di Alfredo Sanapo 
 
Nell'ultima settimana il territorio salentino, precisamente i feudi di Castrignano del Capo e Tricase, è sotto attacco di una specie aliena. Il pericolo proviene da una marmotta che si sarebbe adattata così bene nelle nostre zone da cambiare le sue abitudini alimentari: anziché cibarsi di rami e radici, si è specializzata a nutrirsi di carta filigranata. Per evitare l'infestazione da parte di questa specie, è necessario eliminarla.
Nelle mie colonne, come è noto, ho sempre difeso a spada tratta piante e animali, ma in questo caso devo fare un'eccezione. Nossignori! Non sono "lo sposo impazzito oppure" che "ha bevuto", come canta De Gregori, e per dimostrarlo vi spiego le mie ragioni. Ma andiamo con ordine.
Negli ultimi giorni gli ATM di due Uffici Postali del Basso Salento sono stati fatti esplodere da rapinatori non certo alle prime armi. I lettori sapranno che gli ATM sono dotati di un sistema di sicurezza che, in caso di tentativo di furto con scasso ai loro danni, impregna con inchiostro indelebile le banconote rendendole inutilizzabili al portatore. I rapinatori, come dimostrato da filmati ampiamente diffusi in rete, riescono ad eludere tale sistema attraverso la cosiddetta "tecnica della marmotta": essa prevede l’uso di un ordigno che viene inserito nello sportello dopo aver preparato il “terreno” con un trapano. L’ordigno, che può contenere fino a mezzo chilo di polvere da sparo, emette un fischio prima dell’esplosione che ricorda il verso del roditore (da cui il nome). Dopo l’esplosione, i ladri raccolgono le banconote che restano immacolate e, perciò, valide. 
Come avete potuto vedere, il presente non è un pensiero incoerente con le mie convinzioni, perché, in questo caso, la marmotta non è un animale. Pertanto, posso concludere che, abbiamo il dovere morale di contrastare, se non eliminare, l'evoluzione di questa specie nel senso criminogeno appena descritto. L'arma migliore che abbiamo è potenziare le tecnologie antirapina che sposti l'ago della bilancia a favore degli onesti risparmiatori. Forza Poste Italiane! Siamo con voi!

di Giuseppe R. PANICO

Quel passaggio a livello in via Roma sembra ormai lo spartiacque che separa il nostro passato da un possibile futuro. Un passato, spesso dimenticato, fatto anche di treni e littorine affollate di passeggeri e soprattutto di studenti di scuole medie superiori diretti a Lecce. Studenti, oggi ultrasettantenni e in parte emigrati, costretti a dedicare, ogni giorno, dalle 4 alle 5 ore per il “transit time” casa- scuola-casa, con oltre 3 ore e 30 m di treno e tantissime fermate intermedie.

La stazione di Tricase era anche uno scalo merci per i prodotti della nostra terra, resa fertile dalle gocce di sudore versate fra quei campi, ora in gran parte abbandonati. Al passaggio al livello di allora, quando chiuso, poche auto, radi passanti e fuggevoli sguardi fra chi viaggiava accanto al finestrino del treno ed i pochi ivi in sosta forzata.

Tutto è ormai cambiato: Tricase è un centro scolastico di rilievo e tantissimi studenti dei paesi vicini viaggiano in proprio o in autobus; la provincia di Lecce è ora una fra le più dotate di auto e reti viarie che incentivano la movimentazione su gomma; molte funzioni lavorative/amministrative non rendono più necessario il viaggio fino a Lecce e non vi è più alcun traffico merci ferroviario ad animare i binari morti.

Al passaggio a livello, si accumulano poi, e più volte al giorno, decine di auto e cittadini, lunghi minuti in attesa, capo chino sul cellulare e occasionali imprecazioni per littorine vuote o quasi.

Ma, dopo oltre 60 anni, molto è rimasto anche invariato: la lentezza del trasporto (ancora un’ora e 50 minuti per Tricase-Lecce); lo spreco in lavori pubblici, come per quelle barriere antirumore, ormai crollate, fatte di sassi tenuti su da gracili gabbie in legno; la memoria di grandi scandali nella gestione FSE e le frequenti promesse di una politica regionale inconcludente o tardiva ed oggi anche chiacchierata ed incriminata. Continua intanto a parlarci di “metropolitana di superficie” e di “motori a idrogeno” per una realtà nei trasporti locali ormai del tutto su strada.

Il nostro territorio urbano rimane intanto spaccato, fra Tricase e frazioni; i vasti terreni ferroviari incolti ed inutilizzati e la stazione ferroviaria deserta e trascurata. Sempre più rari sono poi i fiocchi rosa e blu per darci un giorno nuovi utenti FSE; sempre meno giovani con voglia di restanza, sempre più anziani che del treno di un tempo non sanno che farne. Prevale in aggiunta quella cultura che, rivolta a ingigantire il passato e a lodarsi del suo presente, rivolge al futuro il suo  “depensamento”. Il “Sud dei Sud e dei Santi”, così il geniale Carmelo Bene descriveva il suo e nostro Salento.

 Ad incentivare il trasporto su gomma, avremo a breve anche una SS 275 a quattro corsie che va ad aggiungersi alla SS 274 sul lato ionico. Realtà sociale, economica e nei trasporti, dunque, profondamente mutata e che, a meno di una rivoluzione “copernicana”, continua a rendere alcuni tratti FSE (in particolare il Maglie-Gagliano-Casarano e il Maglie-Otranto), uno spreco di territorio, di fondi pubblici e potenzialità urbanistiche. Realtà, quella di Tricase, non dissimile da altri comuni vicini collegati alla FSE e con una valenza economica e sociale anche minore. Ovviamente i costi km/passeggero avranno raggiunto, con così pochi utenti, cifre da capogiro, pur con un debito pubblico di circa tremila miliardi e un PUG da ridefinire. Per quest’ultimo, l’acquisizione delle aree FSE, già in disuso, potrebbe far accrescere oltre che parchi e verde urbano, viabilità e parcheggi di prossimità, eventualmente coperti, da pannelli solari per energia da immettere in rete.

Alla eventuale soppressione degli accennati tratti ferroviari, dovrebbe far seguito un Hub ferroviario FSE, con vasto parcheggio, all’altezza di Maglie, con più frequenti e rapidi collegamenti e meno fermate per le stazioni di Lecce e Brindisi e poi aeroporto. Più autobus/shuttle FSE (e private) favorirebbero il collegamento con l’Hub di Maglie. L’attuale tracciato ferroviario poi trasformato in pista ciclabile o percorso turistico/ambientalistico. Argomento, quello dei trasporti, e dunque del turismo, ovunque cruciale per uno sviluppo realistico e bisognoso, oltre che di una politica adeguata, di un sano dibattito cittadino.

di Alessandro DISTANTE

La tragica morte del giovane ivoriano a Tricase Porto ci ha fatto comprendere meglio e vivere con grande compassione il dramma di chi, venendo da fuori, cerca –troppe volte invano- la terra promessa. La notizia ha suscitato importanti e significativi segnali di vicinanza e di solidarietà, tra dichiarazioni e attestati di stima per quel giovane.

Proprio in questi giorni il Parlamento europeo ha approvato, tra tante polemiche e divisioni, il nuovo Patto per l’emigrazione: è stato affermato il dovere di solidarietà tra gli Stati membri. Nessuno può sottrarsi al compito di prestare accoglienza a chi giunge sulle nostre coste (e non solo); eppure è stato deciso che questo obbligo può essere soddisfatto anche pagando 20.000 euro a migrante e così stare a posto con la “coscienza”.

Di fronte a noi, dall’altra parte del Mediterraneo, si aggravano, intanto, le situazioni di crisi e la guerra tra Israele e Palestina rischia di allargarsi all’Iran e al Libano (e non solo). 

Più in generale le spinte nazionalistiche e sovranistiche e la crisi delle Organizzazioni internazionali hanno accentuato le contrapposizioni tra Stati e Nazioni; vengono meno quegli scambi e quelle aperture che, attraverso la conoscenza, consentono di riscoprire quanto di comune vi può essere tra storie differenti.

Eppure solo qualche anno fa a Tricase il SIFF dedicava le serate al cinema iraniano e a Tricase Porto da anni vi è un “presidio”, un “avamposto” per costruire legami tra i popoli che si affacciano nel Mediterraneo, così tessendo quella tela della conoscenza e della reciproca amicizia che è l’unica via per la vera pace.

Alcuni decenni fa il Salento faceva scoprire al mondo il suo volto umano e la sua capacità di accoglienza con i tanti albanesi che cercavano l’America in Italia. Proprio in questi giorni l’Università del Salento ha promosso il progetto Otranto-Valona con l’obiettivo di creare uno scambio culturale e scientifico tra le due sponde, favorendo la reciproca conoscenza e ribadendo i legami di amicizia.

“Casa mia, casa tua. Che differenza c’è?”. E’ solo il ritornello di una canzone?

 

Sabato 20 Aprile alle ore 19,30 nello splendido Palazzo Baronale Serafini-Sauli di Tiggiano sarà “In-Canto a Primavera”: protagonisti il soprano Chiara Scatolino, accompagnata al pianoforte da Valerio De Giorgi. Il concerto è organizzato dalla Camerata Musicale Salentina in collaborazione con l'Associazione di Alta Cultura Musicale W. A. Mozart. In programma musiche di Schipa, Bizet, Tosti, Puccini e Mascagni.

Chiara Scatolino, soprano lirico, è nata a Lecce ed è figlia d'arte. Ha conseguito il diploma di laurea di secondo livello in Discipline Musicali (canto) con il Maestro Lorenzo Regazzo. E' diplomata in Canto Lirico con la Prof.ssa Virna Sforza presso il Conservatorio di Musica "T. Schipa" di Lecce. Ha al suo attivo un master di perfezionamento presso l'Accademia del Belcanto "Rossini" di Bad Wildbad in Germania, un diploma conseguito presso la "Opera Studio Academy" di Foggia, una Masterclass Erasmus in Canto lirico e Musica vocale da Camera con Elisabet Frlingsdohir e Amelia Felle, un Master di perfezionamento presso "Akademie Belcanto" con Bruna Baglioni a Turi (Ba) ed un Master "Tosti-Lab" presso l'Accademia Musicale Europea a Napoli.

Vincitrice di numerosi Premi e Concorsi, ha al suo attivo numerosissimi concerti ed affianca la sua attività di cantante lirica a quella di tirocinante presso il Conservatorio di Musica "Tito Schipa" di Lecce. Attualmente è docente di canto presso il Liceo Musicale di Cuneo.

Valerio De Giorgi, pianista e compositore leccese, si è diplomato in Pianoforte col massimo dei voti e la lode presso il conservatorio di Lecce “Tito Schipa” sotto la guida della prof.ssa Vittoria De Donno. Ha proseguito i suoi studi musicali perfezionandosi in esecuzione pianistica col M° Aldo Ciccolini presso le Accademie di Biella e Roma e diplomandosi brillantemente col M° Massimo Gianfreda in Composizione. È stato maestro sostituto nell’allestimento delle stagioni liriche organizzate dalla Provincia di Lecce.

Nel campo compositivo si è distinto con l’esecuzione e la registrazione su CD di brani propri e di altri compositori su testi del celebre latinista Joseph Tusiani. Nel 2004 una commissione presieduta dal M° Gianluigi Gelmetti ha decretato unanimemente l’inno “Tis imesta artena imi”, su testo di Paola Buccarella, musicato e strumentato per grande orchestra sinfonica da Valerio De Giorgi, l’inno della Grecìa Salentina. Dirige vari ensemble strumentali e corali e molta della sua attività creativa è richiesta da Associazioni o Fondazioni per la stesura di partiture originali o adattamenti per le più svariate compagini strumentali e vocali.

È docente di pratica dell’accompagnamento e della collaborazione al pianoforte nel biennio di secondo livello presso il conservatorio della sua città e la sua attività di ricerca riguarda sia il ramo didattico sia quello della sperimentazione nella implementazione e nella valorizzazione dello studio della partitura corredato da competenze tecniche, musicali, culturali ed interpretative finalizzate ad una piena conoscenza dei repertori dell’accompagnamento e della collaborazione pianistica senza tralasciare l’approfondimento delle tecniche di lettura estemporanea e di trasposizione tonale.

Prevendite disponibili presso la sede della Camerata Musicale Salentina.

Fondata dal M° Carlo Vitale nel 1970, la Camerata Musicale Salentina è sostenuta dal Ministero della Cultura, dalla Regione Puglia e dal Comune di Lecce. Sponsor della manifestazione Banca Popolare Pugliese.

PROGRAMMA MUSICALE

  1. Bizet, da “Carmen”, Ouverture
  2. P. Tosti, A’ Vucchella
  3. Puccini, da “Gianni Schicchi”, O Mio Babbino Caro
  4. Schipa, da “La Principessa Liana”, Gondolata (Strument.)
  5. Schipa, da “La Principessa Liana”, Ogni dolcezza memore
  6. Mascagni, da “L’amico Fritz”, Son pochi fiori
  7. Mascagni, da “L’amico Fritz”, Intermezzo (Strument.)
  8. Mascagni, da “Cavalleria Rusticana”, Intermezzo
  9. Schipa, Beddha e trista
  10. Schipa, El Coquetòn
  11. Schipa, da “La Principessa Liana”, El Gaucho
  12. P. Tosti, Marechiare

PREZZI dei BIGLIETTI

Posto Unico: Intero € 5, Ridotto*  € 3

* RIDOTTO: Over 65 | Docenti | Studenti | Abbonati 54^ Stagione CMS | Soci e iscritti Ass. Mozart | Soci FAI | Soci Soroptimist | Dipendenti e Studenti Università del Salento | Dipendenti Banca Popolare Pugliese | Studenti e Dipendenti Conservatorio "T. Schipa" di Lecce | Iscritti agli Ordini degli Ingegneri, dei Farmacisti e degli Architetti della Provincia di Lecce | Under 35 | Disabili e Accompagnatori | Gruppi (almeno 8 persone) | Allievi e accompagnatori di scuole di musica convenzionate.

I disabili in carrozzina hanno diritto all’ingresso gratuito.

Le riduzioni verranno applicate dietro presentazione del relativo documento che le consente.

Per l'acquisto online e nei punti vendita del circuito Vivaticket è previsto un diritto di prevendita aggiuntivo di 1,50 €.

CARTA DEL DOCENTE E 18APP

Anche per questo evento è possibile l'acquisto del biglietto o dell'abbonamento utilizzando il Bonus Cultura, scegliendo come tipologia di buono SPETTACOLI DAL VIVO o CONCERTI.

BIGLIETTO SOSPESO

Un “biglietto sospeso” per chi non può permettersi di andare a teatro: solidarietà e cultura si fondono nell'iniziativa della Camerata Musicale Salentina. Il meccanismo è molto semplice: chiunque, con soli 2 €, può offrire un “biglietto sospeso” e fare in modo che il teatro sia davvero uno strumento di cultura per tutti.

Per ogni biglietto sospeso donato, la Camerata ne offrirà un altro. Le Associazioni solidali che vogliono collaborare a questo progetto possono contattare gli uffici della Camerata al 348 0072655.

INFO

Camerata Musicale Salentina

Via XXV Luglio 2B – Lecce

Tel: 0832 309901 - Cell: 348 0072654 (Info) - 348 0072655 (Biglietteria)

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Sito: www.cameratamusicalesalentina.com – Seguici su Facebook!

di Alfredo DE GIUSEPPE

Cronistoria del PRG/PUG dal 1959 al 2024

  1. I Piani Regolatori vengono concepiti a partire dall’Unità d’Italia. Tra i primi ad adottarli per scelta urbanistica furono alcuni Comuni del Sud come Cagliari (1861), Catania (1879), Napoli (1885). L’obbligo venne introdotto in piena seconda guerra mondiale con la legge n. 1150 del 17 agosto 1942. La legge faceva un elenco di tutti i Comuni che erano obbligati all’adozione del PRG: tra questi figura anche Tricase (Le).
  2. Tra il 1946 e il 1959, Tricase crea il suo sviluppo urbano lottizzando gran parte delle campagne che lo dividevano dalle frazioni di Tutino, Sant’Eufemia e Caprarica, in modo completamente disordinato, senza verde, con strade minimal e nessun servizio. In preparazione delle elezioni del 1959, Salvatore Cassati promette l’adozione del Piano Regolatore Generale per porre fine al “sacco” indiscriminato del territorio, viste le ipotesi di massive costruzioni in zone altamente compromesse dal punto di vista idrogeologico.
  3. Il 7 giugno 1959 Cassati diventa Sindaco (non c’era ancora l’elezione diretta del Primo Cittadino) e già nel gennaio 1960 affida l’incarico di redigere il PRG a Marcello Fabbri, ingegnere illuminato, piemontese di scuola olivettiana, che nel frattempo stava ultimando a Lecce il progetto di un nuovo quartiere nella Zona Settelacquare. L’ing. Fabbri accetta, si mette all’opera e presenta il suo PRG già all’inizio del 1961. Dopo qualche ritocco in data 13 maggio 1961, viene convocato il Consiglio Comunale per la sua approvazione. Il Consiglio si dilunga e viene riconvocato per il giorno 20 maggio: finalmente si vota. Il Piano Regolatore viene approvato con 22 voti a favore e 5 astenuti.
  4. Però già nell’estate del 1961 spuntano degli inaspettati ricorsi di cittadini comuni, esaminati comunque nel Consiglio del 27.11.61. Le famiglie più facoltose, la vecchia borghesia agraria, e i tecnici più in vista si schierano contro, sia apertamente che sotterraneamente. Il più importante personaggio politico dell’epoca, Giuseppe Codacci Pisanelli, non prende posizione ma anche familiari e amici vicini a Cassati mostrano molti dubbi sulla regolamentazione edilizia. Tra il sollievo generale il Sindaco si dimette. È il 9 gennaio 1962. Fine della storia del primo tentativo, anche perché il Piano non entrò mai in vigore perché mai inviato al Ministero dei Lavori Pubblici come previsto dalle norme dell’epoca.
  5. Il nuovo sindaco Cosimo Piccinni, che era vice di Cassati, tenta di mantenere in piedi la sua maggioranza più che forzare un Piano ostile a molti dei suoi stessi Consiglieri. Fu Sindaco per 18 mesi prima di passare il testimone all’On. Codacci Pisanelli che a sua volta rimase in carica dal novembre 1963 al novembre 1972. Tutto cadde nel dimenticatoio: dal 1963 al 1968 furono approvate oltre 70 nuove lottizzazioni e costruiti circa 800.000 mq (mentre il centro storico veniva abbandonato: nel 1976 furono censiti oltre 5.500 vani abbandonati o inagibili).    
  6. Quando è palese a tutti che dopo il 1962 sia avvenuta una speculazione selvaggia che non ha tenuto conto di alcuna prescrizione, si corre ai ripari con l’affidamento di un Programma di Fabbricazione all’arch. Orazio Antonaci di Lecce (anche per rispettare l’obbligo imposto dalla legge n° 765 del 1967, nota come Legge Ponte).
  7. Il Consiglio Comunale del 28 agosto 1972 approva tale P.d.F. che però torna dagli uffici della Regione Puglia per una nuova approvazione a causa di una serie di prescrizioni sostanziali, soprattutto perché sovradimensionato nella sua struttura demografica e volumetrica.
  8. Dopo lunghe discussioni, interne alla DC ma anche al PSI, il P.d. F. di Antonaci viene definitivamente approvato nella seduta consiliare del 12 aprile 1975 (Sindaco di nuovo Cassati). La Regione approva stralciando però ampie zone delle Marine, rinviandole a successivi studi particolareggiati (mai redatti in futuro). Sembrerebbe un primo passo verso una maggiore regolamentazione delle risorse del territorio, nella realtà è e sarà un simulacro urbanistico dentro il quale si cela la massima espansione possibile, senza alcuna visione strategica e con grandi spazi di discrezionalità.
  9. La Regione Puglia con la legge 56 del 1980 impone ai Comuni di dotarsi di un PRG. La DC di Tricase si è rinnovata profondamente: dal maggio 1978 Sindaco è Vittorio Serrano, circondato da altri giovani decisi a modificare l’atteggiamento speculativo fin qui tenuto dai grandi proprietari. Normare però una tale materia, in mezzo ad enormi interessi ormai stratificati, non è così semplice.
  10. Il 25 febbraio 1982 viene affidato con delibera consiliare l’incarico di redigere il nuovo PRG per Tricase agli ing. Cesare e Giuseppe Sarno di Lecce.
  11. Si apre un dibattito tutto interno alle correnti DC sulla visione del paese, ma anche e soprattutto sulla difesa di diritti, speranze affaristiche e nuovo inusitato consumo di suolo. Discussioni, sgambetti e dispetti, fino ad arrivare all’aprile del 1988 per vedere traccia del documento finale firmato dallo Studio Sarno. Mancano poche settimane al voto, il PRG si rinvia alla nuova consiliatura.
  12. Alle elezioni del maggio 1988 viene eletto Sindaco il giovane Alfredo Codacci-Pisanelli. Nella primavera del 1990 si susseguono riunioni tra i capigruppo consiliari per definire il calendario utile alla presentazione e approvazione finale del PRG. Viene infine convocato il Consiglio Comunale in data 19 novembre 1990 con all’ordine dell’ordine del giorno “Piano regolatore Generale- Determinazioni”, riconvocato poi per il 19 dicembre: in entrambi i casi la maggioranza DC non si presenta, il Consiglio va deserto, la programmazione urbanistica si rinvia a nuovo anno.
  13. Il consiglio Comunale del 24 agosto 1991 (Gianni Zocco ha intanto sostituito Codacci-Pisanelli alla guida della giunta) vede di nuovo all’ordine del giorno il PRG. L’assessore Scarnera, geometra di professione, rilegge il tormentato iter del Piano Sarno e lo ritiene ancora attuale, ma l’incarico va riconfermato, con l’integrazione di un nuovo sviluppo verso le Marine. In sostanza si ricomincia tutto daccapo.
  14. L’Assessore Regionale all’Urbanistica, Pasquale Di Gioia fissa per il maggio 1992 il termine improrogabile entro il quale adottare il PRG, pena il commissariamento. Un’improrogabilità più volte disattesa e facilmente aggirabile. Infatti, il Consiglio Comunale del 6 maggio 1992 approva la convenzione per avere i rilievi aerofotogrammetrici mancanti e tutto può essere rinviato. La consiliatura retta da Gianni Zocco chiude il suo mandato nell’aprile 1993, dimenticando il PRG nel solito cassetto silenzioso.
  15. Il 20 giugno 1993 per la prima volta il Sindaco viene eletto direttamente dal voto dei cittadini. La DC, ormai in crisi, viene sconfitta a Tricase, dopo decenni di dominio assoluto, da una coalizione civica variegata che potremmo definire di centro-sinistra guidata da Luigi Ecclesia, di provenienza socialista. Assessore all’Urbanistica viene nominato Hervé Cavallera, professore ordinario di Storia della Pedagogia, eletto nelle fila del movimento “Città per l’Uomo”. C’è una nuova normativa regionale che prevede la decadenza dell’intero consiglio nel caso il PRG non venga approvato entro la data improrogabile del dicembre 1996. Cavallera, insieme a tutto il movimento, viene esautorato e sostituito da Ecclesia già nell’aprile del 1995, ben prima di iniziare un qualsiasi iter relativo al PRG. Del Piano non si parla più, neanche dell’eventuale scioglimento per legge.
  16. Il 27 aprile 1997, Ecclesia, passato nel frattempo a Forza Italia, viene rieletto al primo turno, da una coalizione di centro destra. La sua giunta diventa nota come quella delle tre C – Cazzato, Citto, Cazzato -, i suoi maggiori sostenitori che non vedono il PRG come prioritario alla soluzione dei problemi del paese, e infatti non se ne parla mai, per tutta la durata del mandato.
  17. Nel frattempo la Regione Puglia sostituisce il PRG con il PUG – Piano Urbanistico Generale con delle procedure che sembrerebbero favorire i tempi di attuazione. In effetti per alcuni Comuni, come Tricase, è un modo come un altro per ricominciare tutto daccapo, bisogna studiare le nuove modalità di attuazione.
  18. Il 28 maggio 2001 a Tricase diventa sindaco con una cordata di centro-sinistra Antonio G. Coppola che, da esperto funzionario e responsabile dell’Ufficio Tecnico dello stesso Comune (fin dal 1981), conosce bene la situazione reale e sa perfettamente che a Tricase c’è già una sproporzione tra residenti e vani disponibili. Per lui il PUG, nonostante la presenza dei Verdi nella sua coalizione, è uno strumento da maneggiare con cura perché potrebbe essere addirittura dannoso per l’economia della cittadina. Tra le deleghe assessorili non figura quella all’Urbanistica. Fino al 2006 non se ne parla.
  19. Il 13 giugno 2006 Coppola viene riconfermato sindaco. La Reg. Puglia dà un altro termine perentorio: entro due anni bisogna presentare gli elaborati del nuovo PUG. Il nuovo assessore all’Urbanistica, Rocco Indino, non si esprime. Il governo Coppola nel frattempo chiude in anticipo la sua seconda esperienza il 24 luglio 2007.
  20. Durante il commissariamento prefettizio della dott.ssa Rosa Maria Simone, preso atto che la Regione Puglia già il 10 maggio 2006 aveva imposto entro 180 giorni di dare attuazione agli adempimenti preliminari all’attuazione del Piano, conferisce, attraverso determina dell’Ufficio Tecnico Comunale (guidato da Luisella Guerrieri) al Dipartimento di Architettura e Urbanistica (DAU) del Politecnico di Bari l’incarico di redigere un documento sui “territori costruiti”, propedeutico all’adozione del PUG;
  21. Il 15 aprile 2008 vince una coalizione di centro-destra guidata da Antonio Musarò che naturalmente in campagna elettorale ha messo al primo punto l’adozione del PUG. Invece non se ne parla per quasi tre anni, quando il 12 maggio 2011, incalzato dalle opposizioni e dai termini di legge, emette una delibera di giunta che contiene l’indirizzo al dirigente del Settore Assetto del Territorio di individuare ed incaricare, nelle forme di legge e quindi anche nel rispetto dell’evidenza pubblica, “i professionisti esterni altamente specializzati ritenuti indispensabili, cui affidare la consulenza”. Siamo insomma ancora all’individuazione dei progettisti. In ogni caso la giunta Musarò, si ritrova senza maggioranza poche settimane dopo quella delibera e l’esperienza si chiude in data 22 luglio 2011.
  22. Dopo circa un anno di commissariamento, il 22 maggio 2012 Antonio G. Coppola ridiventa sindaco per la terza volta, in una larga coalizione di centro-sinistra. L’adozione del PUG, per quanto restrittivo, è un atto che rimane indispensabile, sollecitato più volte con atti formali dalla Regione Puglia e con molta forza dall’Ass. Angela Barbanente, sincera e attiva protagonista della difesa del territorio. Forse per velocizzare i tempi, forse per non seguire la strada del suo predecessore, la giunta Coppola annulla la precedente delibera Musarò e in data 26.07.2013 affida senza gara pubblica l’incarico della redazione del nuovo PUG al Dipartimento di Scienza dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura (DICAR) del Politecnico di Bari al costo di € 40.000 + IVA. Le opposizioni insorgono, la delibera della Giunta viene prontamente impugnata dall’Ordine degli Ingegneri. Prima che il TAR si pronunci, su consiglio dell’Avv. Sticchi Damiani, la giunta Coppola, con deliberazione n. 231 dell’11.11.2013, provvede a revocare in autotutela la sua stessa delibera del 26 luglio. Fine del supporto universitario (e inizio di contenziosi presso la Corte dei Conti).
  23. Dopo vari tentennamenti e piccoli passi avanti, nel febbraio 2016 viene effettuata una gara pubblica per la redazione del PUG che vede vincitore per un importo di € 112.500,00 oltre IVA lo studio Architetti Benevolo con sede legale a Cellatica (Brescia). Finalmente nel marzo 2017 il sindaco Coppola e l’Assessore all’Urbanistica Maria Assunta Panico presentano un documento pubblico dal titolo “TRICASE: Piano Urbanistico Generale 2017- Documento Programmatico - Preliminare Legge urbanistica regionale n. 20 del 27 luglio 2001”. Però è troppo tardi per andare oltre: la legislatura termina nel giugno del 2017 senza aver concluso le azioni propedeutiche all’adozione.
  24. Il 26 giugno 2017 Carlo Chiuri diventa sindaco di Tricase. La sua coalizione è variegata e un po’ troppo eterogenea, una porta girevole di uscite e ingressi. Dopo pochi mesi è già in crisi. Nel 2019 la pentastellata Francesca Sodero decide di andare in soccorso dell’Amministrazione purché si proceda a passo spedito verso l’approvazione del PUG. Si riprende dallo Studio Benevolo e dagli incontri partecipati, dalle rilevazioni geologiche e dalle nuove proposte (basate per lo più sulla sostenibilità ambientale). Arriva però la sonora bocciatura di 39 tecnici operanti sul territorio che, attraverso una lunga nota che appare come un vero e proprio contro-piano, rivendicano in sostanza una maggiore disponibilità a mantenere i diritti acquisiti dei loro clienti. Mentre ancora si discute e si cercano difficili mediazioni, il 2 giugno 2020, dopo che la maggioranza diserta il Consiglio Comunale, si dimette l’assessore Lino Peluso. Anche Francesca Sodero decide di mollare: non può continuare da sola a sorreggere una maggioranza così sfilacciata. Nel giorno della Festa della Repubblica nove consiglieri comunali firmano una mozione di sfiducia al Sindaco, e decretano di fatto la fine della legislatura.
  25. A settembre 2020 si vota. Vince una coalizione di centro-sinistra guidata da Antonio De Donno, che nel corso della consiliatura perde il sostegno del PD e rimane con una maggioranza risicata di un solo consigliere. Il sindaco tiene per sé anche la delega all’Urbanistica. Per oltre tre anni non c’è traccia di attività intorno al PUG. Ovviamente l’incarico allo studio Architetti Benevolo rimane in piedi, ma “l’Ufficio di Piano” non viene mai convocato nei primi 40 mesi di governo. Il 21 marzo 2024 con delibera nr 62 la Giunta Comunale decide di accertare la disponibilità dei precedenti componenti del suddetto “Ufficio” ma soprattutto “procedere ad una ricognizione delle menzionate aree di espansione assoggettate ad obbligo di pianificazione attuativa, nell’ottica di un’attività di pianificazione partecipativa, avviando una manifestazione di interesse finalizzata a conoscere la reale volontà dei proprietari dei lotti in questione di esercitare il proprio ius edificandi”. Una formula alquanto chiara per invitare i proprietari e i tecnici a costruire quanto prima possibile. Intanto il PUG può attendere.

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