VIA LIBERTINI ( alle spalle di piazza Santa Lucia) DOPO PIÙ DI 10 ANNI…
ARRIVA IL SENSO UNICO E IL DIVIETO DI SOSTA
RISOLTO
LEGGE 112/2016 “DOPO DI NOI”
TRICASE - SALA DEL TRONO PALAZZO GALLONE
15 OTTOBRE 2016 – ORE 15.00
Tricase - Il Rally del Gargano si avvicina e Paolo Garzia libera le sue carte. Il pilota di Parabita, disputerà il prossimo Rally del Gargano su una Peugeot 106 N2 con il chiaro intento di puntare al gradino più alto del podio, cosa già fatto nella scorsa edizione, raggiungendo primo di classe e quarto di gruppo. Per l’occasione Garzia verrà navigato da Giovanni Marzo, un new entry nel mondo rallystico, con alle spalle una sola gara, con esordio al Rally dei Cinque Comuni.
Bella l’iniziativa dei due - commenta il Presidente Antonio Forte della Scuderia Salentomotori, dove in questa prossima gara vediamo Paolo Garzia che con la sua esperienza professionale, ha deciso di debuttare per la prima volta con Giovanni Marzo, quest’ultimo un ragazzo colmo di passione e soprattutto con la voglia di voler imparare. Il Rally del Gargano sarà la quarta corsa stagionale per l’infaticabile pilota parabitino che in questo 2016, purtroppo lo ha visto figurare ben poco, con una vittoria di classe al Rally di Casarano e con due successivi ritiri.
“L’obiettivo sarebbe di arrivare sul podio - afferma Antonio Forte, soprattutto sul gradino più alto, e questo può significare per Paolo Garzia e Giovanni Marzo, la vittoria in Coppa Italia di classe in N2”
Il rally foggiano si regola su otto prove speciali con i tratti di Macchia, Monte Sant’Angelo e Mattinata, che verranno disputati su un percorso speciale di 81 km.
Partenza sabato sera 15 ottobre alle ore 18.15 da Manfredonia, piazzale mercatale Scaloria. mentre l’arrivo è previsto a Monte Sant’Angelo, domenica 16 alle ore 17.55.
di Nunzio Dell'Abate E’ apprezzabile che il Volantino stia dando ampio spazio al dibattito sulla S.S. 275, a seguito dei recenti avvenimenti.
Come minoranza consiliare, abbiamo da tempo richiesto una convocazione del Consiglio Comunale in adunanza aperta e con la partecipazione dei rappresentanti salentini al Parlamento ed alla Regione, dei Sindaci dei Comuni interessati dal tracciato della statale e del responsabile provinciale ANAS. L’intento è quello di informare e coinvolgere la cittadinanza sullo stato dell’importante infrastruttura stradale. Intanto, lunedì prossimo, il Consiglio Provinciale sarà chiamato a pronunciarsi sull’Ordine del Giorno presentato dal gruppo consiliare di cui faccio parte. Chiediamo in sostanza che il Presidente si attivi, nell’ambito delle sue prerogative e con gli strumenti ritenuti idonei, affinchè: 1)-abbiano celere inizio i lavori del primo tratto; 2)-sia vagliato, con i territori interessati e con gli attori istituzionali dell’intervento strategico, la revisione progettuale del secondo tratto dell’arteria stradale, quello che va dalla zona industriale di Tricase/Miggiano a Leuca; 3)-sia immediatamente sostituito l’impianto semaforico di Surano con una rotatoria provvisoria removibile, anche di materiale in plastica; 4)-siano individuate e bonificate, al più tardi prima di metter mano al secondo tratto, le discariche di rifiuti interrati. Ma il tenore di alcune posizioni mi ha dato da riflettere. Quando si afferma: <l’importante è che la 275 arrivi a Tricase, oltre non vi è necessità>, si ragiona con il solito “campanile” in testa che stride con il tratto identitario attribuito -sulla carta…- al Capo di Leuca quale unicum e a Tricase quale “faro”. Non entro qui nel merito di come possano i paesi a sud continuare a essere tagliati in due dalla statale o di come si possa ammorbidire l’impatto del nuovo tracciato sul territorio di Tricase. Mi chiedo, piuttosto, se questo modo di porci ha pagato negli anni? Le Amministrazioni del Capo di Leuca stanno lavorando da tempo assieme su programmazione e risorse finanziarie, con l’obiettivo non più solo di un’unica Unione di Comuni ma soprattutto di un’unica offerta turistico-produttiva. Castrignano ha divorziato da noi e si è unito a loro. Se poi ci guardiamo intorno, Presicce e Acquarica sono a buon punto per fondersi in un’unica Città. Diso, Ortelle, Spongano ed Andrano ormai sono in rete e stanno per impiegare su marine ed entroterra in modo integrato milioni di euro di finanziamenti conseguiti. E non saliamo oltre, altrimenti l’analisi territoriale diviene ancora più impietosa, specie se rapportata a tutti i servizi essenziali che Tricase ha perso nel tempo in favore di altre municipalità. E se non fosse per il presidio ospedaliero, sarebbe veramente fuori da ogni gioco. Non siamo l’ombelico del mondo, anzi rischiamo di rimanere isolati.
Dobbiamo necessariamente volgere lo sguardo a sud e stringerci intorno al Capo di Leuca, con la giusta dose di umiltà e con la volontà di costruire assieme una forte identità territoriale che un giorno diventi ambita meta turistica da e per il Mediterraneo, servita da una efficiente portualità, da una veloce metropolitana di superficie e da una ammodernata S.S. 275.
di Giuseppe R. Panico E venne di nuovo il PCC il Piano Coste Comunale. Per i riflessi sul turismo, sulla nostra economia, sul nostro futuro e sul nostro modo di vivere il mare,il PCC interessa noi tutti. Impicciamoci tutti dunque con la sua lettura. Ma siamo in campagna elettorale, o quasi, eci sia aspetta allora che i candidati, o a chi ha in animo di candidarsi, sul PCC si impicci molto di più. Non possiamo certofar salire a Palazzo Gallone chi trascura tale piano onon intende esprimersie poici chiede voto e fiducia. Il PCC lo stiamo aspettando da 10 anni, (2006) una eternità di tempo per conoscere il nostro litorale e decidere in merito. Molti ricorderanno le varie presentazioni a Palazzo Gallone e i pubblici interventi.IlPCC, più che un documento programmatico, è una raccolta di dati scientifici, geologici e marini. Peccato che di “antropico” (popolazione, economia, turismo, sport sul mare, talassoterapia, balneazione, nautica,PIL, ipotesi di sviluppo costiero, attuali carenzeetc) vi sia ben poco.Di conseguenza, di opere costiere, sia pur solo ipotizzate e sulla fascia demaniale, nemmeno l’ombra. Solo qualche aggiustamento e recupero qua e là.Inoltre il prevalere della nuova “ecologia del coralligeno”sembra ora rendere ancora più difficile e tardivo, se non improbabile,il recupero del Rio.IL Rio come simbolo e inizio della nostra decadenza; il Rio quale simbolo e inizio di un rinascimento cittadinosempre rinviato. Non ci resta dunque che impicciarci di quello che più ci riguarda: turismo, balneazione e nautica. Sulla mappa, il tutto sembra rappresentato da un serpentello a colori che si stiracchia lungo unacostadi lunghezza ancora incerta(km 9,040 o 9,570?). E il coralligeno ci ricorda il “coralsnake”. Il serpente corallo, che,piccolo e bello, morde da…morire. Il PCCci morderà o ci darà nuova vita con i suoi colori segmentati che indicano“private concessioni e…. pubbliche privazioni”? Il60% della costa fruibile dovrebbe rimanere libera e, di questa, massimo il 40% classificabile come SLS (spiaggia libera con servizi e concessa a privati per una occupazione massima con i servizi fino al 50% della sua superficie-un esempio è quella della piscina di Marina Serra). Di fatto, come SLS, massimo il 24% della costa utile. E già qui sorge un bel impiccio. La costa utile da considerare è quella tricasina nel suo insieme, o distinta per le nostre due marine?Lasciaperplessi che a Marina Serra, su poche centinaia di metri di scogliera utile e fronte-mare, siano previste ben 5 concessioni (4 SLS e un SB o stabilimento balneare). La SLS sembrano occupare ben di più del 24%. Lespiagge libere sono tre, ma di queste è agibile solo quella fra piscina e porticciolo, le altre due, la prima fra Lavaturo e Grotta Matrona e la seconda verso il Rio, sono quasi per nulla fruibili, alquanto impervie e pericolose o senza collegamenti. Ancora a Marina Serra, una di queste SLS riguarda, dolorosamente, tutta l’area del Lavaturo e il suo pregevole ambiente e scenarionaturale da destinare ora a sdraie, ombrelloni, long-drink e rock and roll.Incomprensibile (almeno per me)è poi l’idea di dismettere il porticciolo e farne un’altra SLS, anche per persone diversamente abili e affitto canoe/kayak etc. Attività, quest’ultima, già tranquillamente compatibile con l’attuale “status”. Altro che dragarlo, bonificarlo, potenziarlo e ben gestirlo per una più qualificata attività nautica, come più volte ipotizzato anche sul Volantino. Altro che ammodernare tale preziosa infrastruttura (scavata nella roccia circa 70 anni fa), ben sapendo che il porto di Tricase, nel periodo estivo, è già super affollato di barche e non certo in grado diassorbire i circa 30 posti barca di Marina Serra, elevabili peraltro a 50-60 con un razionale uso dello scalo(modalità da porto a secco). Un velenoso morso non solo per abitanti, vacanzieri, prospettive di crescita e introiti comunalima anche per lavoro e commercio nautico sul nostro territorio. Sopprimerlo e utilizzarlo quale racchiusa bagnarola per disabili quando un’altra piscina è già a poche decine di metri? Negarlo alla nautica tutto l’anno (almeno con calma di mare) per consentirne l’uso, per poche settimane estive, a persone diversamente abili, peraltro in acque ristrette e con piùdifficile ricambio? Non è come nella vicina piscina, con doppio ingresso di acqua o come al porto ove sgorgano anche diverse sorgenti, ed ove, in zona “rena” sono già stati realizzati servizi dedicati proprio ai Disabili e altri locali, già recuperati, potrebbero essere resi disponibili per la loro assistenza. Si intendesopprimere anche il parcheggio del Lavaturo:“in luogo dell’attuale area parcheggi, uno spazio per eventi d’arte, di spettacoli e sportivi”, così dice il PCC e chiudere al traffico la strada, già asfaltata che dal Lavaturo va verso la grotta, ”creazione di un’ area pedonale e ciclabile” dice ancora il PCC. Ma si perderebbero circa 80-90 posti- auto decisamente utili anche ai vicini albergo/ristorante/bar/rotonda ed alle future concessioni SLS. Si intende creare parcheggi lungo la litoranea, almeno 70 metri più in su, equivalenti a circa 250 scalini, e consentire l’accesso in auto al comprensorio di Marina Serra solo ai residenti, mentre pubblico e turisti di passaggio dovrebbero lasciare la macchina sulla litoranea e servizi poi di mezzi pubblici ecologici. Significherebbe perdere gran parte degli utenti giornalieri e ritornare al “turismo aristocratico”dei soli residenti e/o ospiti di strutture vacanziere. Alla ricerca delle analisi e motivazioni per tali rilevanti proposte, si èpensato che il PCC fossestato discussonella Commissione Turismo cittadina. Madel PCC, come anche d’altro, tale commissione non si è mai impicciata nella sua storia più che quadriennale. Anzi non si è mai riunita Eppure il PCC parla testualmente di “sviluppo del settore turistico”. Forse serve una pausa di riflessione, l’attivazione di una tavola rotonda fra addetti ai lavori, dirimere dubbi e fraintesi e valutare la sostenibilità delle soluzioni adottate. E prima ancora che a Marina Serra, alla luce dell’assetto proposto (vedere la ben differente zonizzazione a colori della costa di Tricase Porto), si ammaini la bandiera del “Mare Nostrum” e si alzi quella del “Mare Lorum”Impicciarsitutti e meglio del nostro futuro sul mare dunque. Magari lasciando per qualche giornoda parte quel serpentone ben più lungo, grigio, velenoso e…noioso chiamato SS 275.