Recensione a cura di Vito Cassiano
Il Convegno di Studi, promosso dalla Diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca e svolto il 2 luglio 2016 presso l’Auditorium Benedetto XVI di Alessano, ha avuto come tema “Giuseppe Codacci-Pisanelli laico cristiano impegnato nella politica e nella cultura”. Mons. Vito Angiuli, vescovo della diocesi, mediante questo convegno, ha voluto ridare “memoria di quest’uomo così benemerito e ridarla a tutti, come un punto di riferimento a quanti, oggi, operano nella società da cristiani e da salentini”.
In verità, lo svolgimento del convegno non ha registrato l’attenzione e la partecipazione che si aspettava e si desiderava, forse per il periodo e il giorno in cui si decise di tenerlo, ma nell’occasione furono presentate relazioni, rilevanti per il loro contenuto storico-scientifico e il loro valore testimoniale, di studiosi e di testimoni diretti dell’illustre concittadino. I relatori hanno rivisitato la vita di Giuseppe Codacci-Pisanelli sotto diversi profili, quello umano e religioso e, riapprofondendolo in modo essenziale e pregnante, il suo magistero politico e culturale, come quello di un uomo che ha vissuto e ha contribuito in modo notevole a creare e a rafforzare le istituzioni democratiche e culturali , nel periodo immediatamente post-bellico, nella fase costituente, e a sviluppare in modo originale ed efficace una notevole cultura giuridica.
Le relazioni presentate nel convegno sono ora riprodotte integralmente nel volume curato da Mons. Salvatore Palese, Giuseppe Codacci-Pisanelli (1913-1988).Laico cristiano impegnato nella politica e nella cultura. Studi e testimonianze, testi e immagini, Congedo Editore, Galatina, 2017. La lettura del volume ripaga alquanto la mancata presenza al convegno commemorativo, ma più che altro arricchisce e ravviva una conoscenza, per certi aspetti anche nuova ed inedita, che accresce la stima per questa illustre figura di politico cristiano. e la notorietà che il nostro Salento e Tricase in particolare riceve dal suo impegno sociale e culturale. E tutto ciò suscita in molti che l’hanno conosciuto o di cui ne hanno sentito parlare un sentimento di riconoscenza per la sua opera e di rinnovata fiducia e interesse per l’impegno politico, in un momento difficile , qual è quello odierno, in cui sembra predominare una mentalità antistituzionale o, come si dice oggi, di antipolitica, che manifesta un cieco individualismo e un certo degrado della convivenza civile. CodacciPisanalli con il suo alto magistero civile e culturale, con la sua attività politica, ci sprona oggi ad essere costruttori e non demolitori dei valori democratici.
Particolarmente interessante e, per diversi aspetti, inediti sono gli esiti della ricerca effettuata da Ercole Morciano, che con il suo stile limpido e lineare offre nella sua relazione una ricostruzione degli anni giovanili di Giuseppe Codacci-Pisanelli, in cui, dietro l’influsso primario della madre e poi di un maestro di spirito come mons. Massimo Massimi, divenuto poi cardinale, sviluppa una visione spirituale che lo porterà poi sempre a coniugare la dottrina e la pratica religiosa ad una concezione antropologica aggiornata, aperta alla contemporaneità e nello stesso tempo integrata ai valori della laicità e della fede. Come sottolinea il curatore del volume nella sua prefazione: “Ercole Morciano offre un contributo assolutamente originale sulla formazione giovanile di Codacci-Pisanelli e sull’alta e profonda spiritualità che fu il motore della sua vita familiare, politica e culturale, attingendo a fonti scarsamente note e descrivendo modalità che caratterizzano i giovani cattolici migliori del Novecento. Si tratta di uno studio fondamentale per comprendere interamente la personalità di Giuseppe Codacci-Pisanelli” (o.c. p.8).
Il Dott.AntonioScarascia offre un approccio scientifico di ricostruzione storica del notevole contributo dell’illustre parlamentare alla redazione della Costituzione italiana. Si tratta di fatti e aspetti già conosciuti, ma che sono riproposti in modo organico e puntuale con un’ampia appendice documentaria . Il relatore nel suo breve saggio illustra a grandi linee il lavoro di argomentazione, di analisi e di proposta svolto da Codacci-Pisanelli in seno all’Assemblea costituente e, in particolare, in seno alla Commissione dei 75, gruppo ristretto dei deputati cui fu affidato il compito di elaborare il Progetto di Costituzione, e della sottocommisione di questa che approfondiva l’organizzazione dello Stato. Nel suo studio, Scarascia richiama la proposta di Codacci-Pisanelli, non approvata poi dall’Assemblea, di istituire la Regione Salento e l’intenso lavoro svolto per l’introduzione nel testo della Costituzione dell’istituto della decretazione d’urgenza, il quale, osteggiato e rimosso più volte, in seguito alle argomentazioni politiche e giuridiche del nostro parlamentare, ottenne l’approvazione definitiva dell’Assemblea.
Il tema dell’impegno politico nella sua attività di parlamentare della Repubblica Italiana, svolto in modo eccellente per diversi lustri e con importanti incarichi governativi, è affrontato dal sen. emerito Giorgio De Giuseppe, già vice presidente della Camera. La sua più che altro è la testimonianza di un discepolo divenuto poi collega.“Giuseppe Codacci-Pisanelli si è impegnato nella vita pubblica, con dedizione assoluta e con uno stile suo inconfondibile. Non ha mai pensato a se stesso o ai suoi interessi. Ha pensato agli altri Per lui politica significava operare e, quindi, fare qualcosa di utile.” Secondo questo stile si adoperò per il riscatto del Mezzogiorno. Il relatore richiama l’impegno del nostro parlamentare per la salvaguardia e lo sviluppo dell’agricoltura salentina, la sua lotta nel consorzio internazionale per la realizzazione del protosincrotone per attività di ricerca sulla materia indicando la zona di Nardò, in alternativa a quella di Ginevra, la quale però per motivi geopolitici ebbe la meglio. Ma la sua grande opera di sviluppo del Mezzogiorno è stata l’istituzione dell’Università del Salento. Notevole fu anche il contributo di Codacci-Pisanelli alla politica estera. Egli è stato protagonista della politica italiana dall’inizio dell’era repubblicana, da quando si discuteva il duro trattato di pace alla fine della guerra, all’avvio dell’unificazione europea e, in qualità di presidente dell’organismo internazionale unione interparlamentare “autorevolmente a nome dei parlamenti dei cinque continenti” ha incontrato i capi delle maggiori potenze mondiali apportando un contributo rilevante alla moderazione e al superamento delle contrapposizioni.
L’uomo che realizzò un sogno”, l’Università del Salento, è il tema trattato ed esposto nella relazione riportata nel volume dal prof. HervéCavallera, docente ordinario di pedagogia presso l’Università. Dopo un breve excursus sull’istruzione nel meridione dal medioevo ai nostri giorni, il relatore focalizza la sua attenzione sull’Università salentina e sul suo fondatore. Egli ritiene che “ GiueppeCodacci – Pisanelli realizzò un sogno tanto agognato dai Salentini (l’Università appunto) e lo difese e l’amò sopra tante cose” ed auspica che l’Università possa assumere la denominazione del suo effettivo fondatore.
A conclusione il volume riporta la testimonianza del prof. Vittorio Serrano, già sindaco di Tricase, che ripercorre sul filo della memoria e delle opere realizzate l’attività ammnistrativa e politica svolta da Codacci- Pisanelli in qualità di Sindaco per dieci anni di Tricase e di esponente di spicco della politica della Democrazia Cristiana del territorio.
Mons. Vito Angiuli, infine, nella sua conclusiva riflessione colloca la figura di Codacci-Pisanelli nell’alveo del discepolato evangelico con le note tipiche del cristiano della lettera a Diogneto. “ Pur essendo nel mondo, essi non sono del mondo. Ciò non toglie che devono vivere per il mondo , agendo nella storia per amore dei fratelli” . E’ ciò che ha fatto in modo eminente il nostro illustre concittadino, che non solo ha detto, ma ha vissuto con i fatti la sua esperienza e il suo impegno di politico cristiano dando speranza e suscitando amore.
La seconda parte del volume riporta una ricca documentazione fotografica curata anche con una breve introduzione dal Dott. Carlo Vito Morciano, e diversi testi di Giuseppe Codacci-Pisanelli.
di Giuseppe R. Panico Nella storia dell'uomo la viabilità è sempre stata, oltre che funzionale allo sviluppo e al progresso, motivo di immagine e capacità tecnica . Non solo dunque quale trampolino di lancio verso altre economie , ma anche per evidenziare ricchezza, potenza, capacità e cultura nel realizzarne e gestirne le opere.” Fare strada” o “farsi strada”è diventato anche un modo di dire per indicare l'anelito al successo e il detto “dimmi che strade hai e ti dirò chi sei” aiuta anche a definire l' identità di una cittadina. Da noi, in economia, vorremmo “fare più strada” e identità ma, nella nostra provincia, abbiamo intanto il record delle imprese che chiudono.
La nuova “strada maestra” extraurbana (la SS 275) verso Nord è intanto ancora sulla carta e quella urbana, via Stella d'Italia, è ormai in decadenza. Diretta questa verso l'ACAIT e il monumento ai caduti, indicava una patria che, dando lavoro col tabacco ed esigendo giovani vite per le sue guerre e poi commemorare, intendeva anche dare risalto alla nostra comunità. Il viale della stazione che era anche il segno della nostra valenza economica, per i prodotti della terra da imbarcare sui treni merci, e di quella umana per i tanti giovani che si imbarcavano di buon mattino per andare a scuola a Lecce, ora è solo una una mera strada- parcheggio con ben radi passeggeri FSE. E' la Tricase che cambia o cambiata, ma che stenta a progredire.
Verrebbe da pensare a una nuova strada-simbolo. I simboli , come sempre, ove condivisi e credibili, rompono l'inerzia, creano dinamismo, svecchiano il presente, motivano i più capaci e dinamici , fanno identità e, con buoni e lungimiranti capi, una migliore via d'uscita verso il futuro diventa possibile e ne può sorgere un vero rinascimento. Se allora crediamo che la nostra economia, basata sul comparto scolastico ed ospedaliero (voluti e gestiti da altri), può essere rilanciata valorizzando le Marine, come si dice da oltre mezzo secolo, non ci resta che darci da fare.
In attesa di un Piano Coste, di un Piano Urbanistico e ora pure di un Piano Mare, chissà quando da realizzare e con quali risultati economici (la nostra burocrazia ha tempi biblici , la irresponsabilità politica non ha alcun interesse a ridurli, l'estremo e diffuso conservatorismo/ambientalismo frena ogni iniziativa, i nuovi enti creano spesso solo poltrone con stipendi a nostro carico ), non ci resta che aprirci almeno una strada- simbolo proprio verso la costa, con capolinea il sole che sorge sul mare e che tramonta sulla terra e con accanto (finalmente come nei paesi evoluti) una pista ciclabile/pedonale.
E non si può che pensare alla attuale strada per Marina Serra. E' già ben larga con tanti spazi laterali ,( residui del vecchio tracciato e da alberare), corre in pianura, è dominata dall'alta serra del Calino, un chiesetta campestre ristora gli animi e un vicino magnifico e solitario ulivo secolare sembra un vecchio nonno-ulivo, lì a raccontare ai passanti la storia del territorio. Mentre già il profumo di mare invade nuove villette e antichi muri a secco, la strada prosegue fra lievi pendenze e dolci curve. Uno stupendo campo di ulivi secolari si espande sulla destra e un recente grande complesso alberghiero avvicina al mare tanti giovani ospiti estivi. Non rimane che una lieve salita ,fra due storiche ville, e poi una breve discesa e rinfrescarsi a quella fontana o quel bar o sostare un attimo di fronte a quel monumento ,ove la porta di un sommergibile ci ricorda i tanti marinai ancora sul fondo, poco lontano da noi nella loro bara di acciaio in fondo al mare.
Proseguendo lungo la scalinata, si raggiunge la antica chiesa ove, fra tanta pace e serenità fronte-mare, le sue caditoie ci ricordano che era anche un fortino per i contadini della zona. Come sempre, per difendersi dai “Mamma Li Turchi”o da altri nemici, oltre alla fede religiosa o nei valori comuni, serve anche la fede nelle armi. Dalla panoramica piazzetta lo sguardo corre sul mare e la sottostante costa: al promontorio del Calino, al profondo incavo della grotta Matrona, alla rada del Lavaturo, all' Hotel con piscina, allo Spinchialuro, al porticciolo, all'unico “stabilimento balneare” della nostra costa, alla famosa piscina naturale , alla maestosa 'ultima torre (Palane) e all'insenatura dell' Acqua Viva con le sue sorgenti. Con buona visibilità, lo sguardo corre verso le alte innevate vette dell'Albania e le isole greche di Corfù e di Othoni.
E' la nostra natura, la nostra storia che la nostra carente identità economico- culturale non ha saputo o non ha voluto ancora più valorizzare, con atti e progetti credibili, all'insegna di una economia più liberale e di un sostenibile sviluppo. Scuola e cultura, ospedale e sanità, marine e turismo sono i tre pilastri della nostra, ora traballante, piattaforma economica. Il terzo è quello di più in nostre mani ed alla politica che sappiamo esprimere. Una strada- parco, un viale verso il mare, attuabile senza traumi territoriali, (come invece sarebbe sulla via per Tricase Porto), più che un simbolo ,sarebbe uno strumento concreto e trainante per un reale sviluppo costiero comprensivo di una sana ripresa delle locali attività edilizie .
Ad attendere ancora non ci resta che sperare nella economia di Stato o Parastato degli altri due pilastri ,quali una nuova Casa di Betania, per i troppi anziani che avanzano negli anni e la svendita delle scuole per i sempre meno giovani che le frequentano.
TRICASE O TICASE ? Ci segnalano che il Servizio unico di persone in attesa all’ospedale Cardinale Panico
è operativo nella Città di TRICASE, mentre il biglietto riporta TICASE.
Si sa…sbagliare è umano