di Pino Greco La foto, inviata da un nostro lettore, rispecchia il momento che vive la nostra Città.
E’ lunedì 3 aprile. Era prevista pioggia.
Quello che sembrava il più classico dei temporali, è diventato, in circa 15-20 minuti, un violento acquazzone
che ha trasformato Tricase in una piccola e fragile Venezia del Sud.
Acqua alta quasi ovunque.
Polizia Locale e Vigili del Fuoco sono stati chiamati a fare gli straordinari.
Ritornando alla foto del nostro lettore, come anticipato all’inizio dell’articolo, il violento acquazzone,
rispecchia il momento politico amministrativo tricasino.
Vale a dire: si naviga a vista
Senza vedere una destinazione certa, pronti come siamo spesso ad adattarci ai cambiamenti,
meteo e politici “rimodellando” continuamente la rotta da prendere.
Ci può stare: associare questi “2 temporali”, cercando di destreggiarsi in determinate
“situazioni politico-amministrative tricasine”, senza avere solide basi o validi punti di riferimento.
Aspettando che torni il bel tempo; si vive così, oggi, a Tricase.
Mercoledì 12 Aprile 2017 – ore 20.00
Ma'n'gio - Tricase, via Monsignor Ingletti, 14
“Da grande voglio fare il Meridione”
di Matteo Greco
(CartaCanta Editore)
concerto poetico, Matteo Greco e Daniele Vitali (tastiere)
Mercoledì 12 Aprile 2017, alle ore 20.00, a Tricase, presso Ma'n'gio, si terrà il concerto poetico con: letture di Matteo Greco di poesie tratte dal suo libro “Da grande voglio fare il Meridione” (CartaCanta Editore) e accompagnamento musicale di Daniele Vitali (tastiere). L'incontro fa parte degli appuntamenti organizzati dall'Associazione Diotimart e dalla Libreria Idrusa, per la rassegna “Aspettando il Festival Armonia... i luoghi del gusto!”.
Da grande voglio fare il Meridione (candidato al Premio Presìdi del libro di Puglia)è un’opera in cui la poesia intende rispondere alla sua missione originaria di essere al contempo parola della profondità e forma di comunicazione accessibile, popolare. Così era del resto ai tempi dell’antica Grecia, quando il verso poetico viveva fra le tavole imbandite dei simposi e parlava a tutti, interrogando il presente e l’esistenza.
Il Sud è figura e sfondo, protagonista e comparsa all’interno di un flusso poetico che guarda al tempo stesso al micro e al macrocosmo, alla quotidianità delle relazioni personali e al sociale dei fatti riportati sui quotidiani e nei telegiornali. Talvolta il Meridione smette di essere oggetto del discorso, per diventare punto di vista, soggetto narrante, terra incarnata nello sguardo di chi scrive.
Seguendo tale direzione, il libro porta il lettore nel Mediterraneo degli approdi mancati da parte dei migranti, nell’ultima notte di Paolo Borsellino in terra di Sicilia, o davanti alla figura del vescovo Don Tonino Bello; ma il lettore è portato anche nel mistero dei rapporti affettivi, assiste all’abbraccio fra una nipote e una nonna, guarda il primo ritratto di famiglia dell’umanità, scarta una sorpresa davanti all’uscio di casa.
Nella sezione in dialetto il Sud si fa linguaggio e si autoracconta nella sua bellezza e nelle sue contraddizioni, nella rabbia di chi emigra ancora e nella fiducia di chi resta o ritorna e scommette sulla propria terra.
Il verso guarda la realtà, ne assorbe gli oggetti, i nomi, i volti e li fa brillare in un gioco poetico che è fondamentalmente gioioso, perché è una gioia poter mettere al mondo uno sguardo sulla vita, poterlo fare in libertà.
Da grande voglio fare il Meridione è un libro che parla a tutti, che riporta la poesia nelle piazze, dentro i bar, nella vita di ogni giorno, là dove può fare ancora tanto, per reinnescare in ognuno la modalità del vivere all’insegna del volere e del desiderio. Perché questo è in fondo il Sud: prima ancora che un luogo fisico è un posto dell’anima dove decidere di vivere davvero.
Matteo Greco nasce a Gagliano del Capo, in provincia di Lecce, nel 1982. Studia a Bologna e a Limoges, in Francia, dove consegue un dottorato in semiotica. Svolge a Milano attività di ricerca nell’ambito dello studio dei linguaggi pubblicitari, presso l’Università IULM e Istituti di Marketing internazionali. È attualmente assegnista di ricerca presso l’Università del Salento.
È ideatore e autore dell’applicazione Sherazade, il cantastorie digitale per viaggiare in Puglia con parole nuove, e del Parco Narrativo di Fine Terra. È direttore artistico del festival internazionale dell’arte di strada “A Cappello” e della collana di storytelling In viaggio con Sherazade.
Coltiva da bambino la sua passione per la poesia. Partecipa a numerosi festival nazionali ed internazionali, nel 2007 vince il Certamen del Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna e nel 2012 il premio Subway Letteratura di Milano.
Nel 2013 pubblica la sua prima antologia di poesie, Giorni fatti a mano (Subway edizioni, Milano).
Nel 2014 firma la drammaturgia di due spettacoli teatrali: Raccontami Sherazade, dedicato al Salento e al suo patrimonio narrativo, e Penso che un sogno così, spettacolo di teatro-canzone ispirato alla figura del Domenico Modugno.
Nel 2015 pubblica C’era infinite volte il Sud. Percorsi narrativi alla scoperta del Salento (Il Raggio verde Edizioni).
Nel 2016 è stata pubblicata la nuova antologia poetica in italiano e dialetto salentino Da grande voglio fare il Meridione, presentata al Salone Internazionale del libro di Torino e candidato al Premio Presidi del libro di Puglia.
Ogni giorno cerca di tener fede al principio di Jodorowski, per cui “vivere come un autentico poeta significa non avere timore, avere il coraggio di dare, possedere l’audacia di vivere con una certa dismisura”.
Ingresso libero
Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
di Alfredo De Giuseppe Scrivo queste quattro righe non per me ma per i campioni della tricasinità. Ne conosco molti, anche gente che, con il gagliardetto sul petto, si è ben opposta quando si è per esempio parlato di allargare lo sguardo oltre il nostro paese, di analizzare con positività altre esperienze.
Una Grande Tricase come punto di riferimento politico, amministrativo e culturale di una serie di paesini che al nostro sono obiettivamente da sempre collegati. Gente che si opponeva, orgogliosa del campanile, che per decenni ha guardato con sufficienza tutti coloro che fossero nati oltre il castello di Tutino o la salitella di Depressa.
A tutti loro è dedicata questa breve riflessione antropologica. Non voglio con questo pezzo entrare nel merito dei programmi e delle scelte politiche, che in vista delle amministrative, affronteremo con serietà al momento della compilazione definitiva delle liste elettorali, ma voglio qui sottolineare un aspetto che pure ha una sua importanza sulla nostra comunità, elencando una serie di fatti non contestabili.
Ad oggi, prima settimana di aprile 2017, il quadro è il seguente: il sindaco di Patù, Gabriele Abaterusso nonché figlio di Ernesto, consigliere regionale, è da mesi il commissario del circolo PD di Tricase. Nunzietto Dell’Abate è il loro uomo migliore sul campo di Tricase, lo hanno prima sedotto durante le Regionali e poi abbandonato in vista delle Amministrative. Hanno giochicchiato con i componenti del Partito Democratico come il gatto col topo, hanno indicato nomi, gestito il dibattito e infine hanno condiviso la candidatura “unitaria” di Mimino D’Aversa, che alla prova dei fatti non è risultata gradita alle diverse e storiche correnti.
Nel frattempo il padre Ernesto diventava uno dei leader di MDP, la nuova costola scissionista del PD, mentre il figlio rimaneva nel Partito principale per “gestire” Tricase. Tutto questo non poteva essere indifferente all’altro leader locale del PD, il buon Sergio Blasi da Melpignano, che ha mosso subito le sue pedine e segnatamente l’ottimo sindaco di Tiggiano, l’ing. Ippazio Antonio Morciano, il quale si è prodigato per spaccare quel poco di centro-sinistra che ancora resisteva.
Quindi su indicazione anche di altri ottimi tricasini, al fine di contrastare il regno di Patù, per qualche giorno si è parlato della candidatura dell’ex Sindaco di Miggiano, l’avv. Totò Carbone, che pare avesse anche il sostegno dell’ex sindaco di Specchia, l’on. Antonio Lia.
Tiggiano, Specchia, Melpignano e Miggiano alleati contro Patù, nella battaglia che si combatte sotto le mura di Tricase: sembra una barzelletta ma è vero. Tricase accerchiata sta per affondare. Cambiate Tricase con la storia dell’Italia medievale e tutto diventa chiaro. Lo psico-dramma del centro sinistra probabilmente continuerà ancora per molte settimane e potrebbe riservarci grosse sorprese.
Intanto nel centro-destra l’avv. Carlo Chiuri, partito come civico, ha prima ottenuto la fiducia degli ambienti calcistici tricasini, guidati dal patron Antonio Raone, vice sindaco di Presicce, poi, per essere un vero aspirante alla poltrona di sindaco riconoscibile, ha chiesto e ottenuto l’imprimatur del sen. Totò Ruggeri, da Muro Leccese, leader dell’UDC (se ancora esiste).
E pare che ci sia anche l’adesione al suo progetto del fittiano Presidente provinciale Antonio Gabellone da Tuglie. Per fortuna la lista del M5S con sindaco Francesca Sodero ha ottenuto senza problemi la certificazione del premiato duo Grillo&Casaleggio, che però è lontano oltre 1.000 km e quindi rientra solo parzialmente in questa disamina.
Oltre ai tanti pensieri di tipo sociologico/storico/ambientale, faccio alcune brevi considerazioni politiche:
di Antonio Lia Assistere alla divisione del PD per le prossime amministrative di Giugno e' una assurdita' alla quale i democratici, i Cittadini di Tricase e di tutto il territorio del capo di Leuca non possono credere.
Se il Partito e' in crisi ed è diviso, se le correnti interne non riescono a trovare un candidato unico che soddisfi tutti, affidatevi al buon senso.
Negli anni ho vissuto, in tante realtà locali, situazioni uguali a quella di Tricase, ragionando e con buon senso siamo sempre riusciti a trovare una buona soluzione.
Siamo andati in cerca, molte volte obbligandole, di persone al disopra delle parti: la persona con grande esperienza (vedi Nusco), o la persona affidabile, di prestigio, di
buona levatura morale, saggia. In casi come questi, si cerca sempre qualcuno che garantisca la continuità' amministrativa e sappia contribuire a costruire
una nuova classe dirigente; una persona che deve sapere che la scelta fatta sara' solo una scelta di servizio al paese.
Sono certo che sì puo' fare e che Tricase ha le persone giuste per ritrovare dignita', identita' e governabilità'.
Nell'interesse del paese e di tutto il nostro territorio sforziamoci a pensare positivo.
Fare un passo indietro non è' una mortificazione ma a volte vuol significa maturita' e intelligenza.
Anche questo, per chi fa politica per passione, è un servizio al quale non si può' sottrarre.