di Antonio Coppola Gentile Direttore, ti ringrazio per la richiesta di un mio intervento sull’annosa vicenda della strada statale 275. Lo faccio volentieri, interrompendo un periodo abbastanza lungo di silenzio, che riprenderò subito dopo per evitare che, anche sulle cose ovvie, si inneschino inutili strumentalizzazioni. E poi, tra un po’, tornerò nella sfera del privato. È bene che mi prepari.
Mia nonna Teresina, nata alla fine dell’’800 pensate un po’, era solita dirmi: “Figlio mio, non ti preoccupare, il tempo è galantuomo!”. La vicenda della SS 275 ne è un lampante esempio. Fin dal 2001, mio primo anno da sindaco, le amministrazioni da me guidate hanno sempre sostenuto, con fermezza e determinazione totale, l’irrazionalità del tracciato come progettato nel nostro territorio.
Otto chilometri di enorme nastro d’asfalto senza nessuno svincolo intermedio per migliorare i collegamenti con la nostra città, un’enorme superficie da espropriare, beni di valore archeologico e paesaggistico da sacrificare, senza alcuna reale utilità e con costi altissimi ed ingiustificati. Ricordo il mio intervento in consiglio comunale, durante l’ultima amministrazione Ecclesia quando, come ingegnere addetto ai lavori pubblici, mi opponevo fermamente alla strada, ricordo le critiche che mi vennero rivolte dalla maggioranza di allora.
Ricordo la conferenza dei servizi presso il ministero, in cui come sindaco di Tricase, con veemenza, confermai la ferma opposizione, ottenendo soltanto un riconoscimento di danno ambientale di tre milioni di euro, ricordo le strumentalizzazioni contro la nostra amministrazione, pretesto, insieme ad altri, che portò alla prematura fine della seconda amministrazione Coppola,
ricordo il consiglio comunale, sindaco Musarò, in cui la maggioranza di allora, “senza se e senza ma”, si dichiarò a favore di quel devastante tracciato, nonostante la nostra ferma opposizione, ricordo l’interrogatorio da parte della Guardia di Finanza in cui il maresciallo incaricato dalla Procura, che non aveva saputo, o voluto, leggere gli atti, mi accusava di aver espresso parere favorevole su quel progetto che “occultava le discariche”. Ovviamente non era così, come fu costretto a convenire quando gli feci leggere la mia relazione in cui affermavo che il progetto non era approvabile perché la cartografia e gli elaborati grafici erano gravemente inadeguati.
Ricordo l’intervista di “Report”, su suggerimento di qualche nostrano ambientalista, non so quanto in buona fede, che mi portò alla ribalta nazionale come se io fossi uno dei colpevoli di irreparabile danno ambientale per le discariche “abusive”, che poi tanto abusive non erano visto che erano state autorizzate con ordinanze sindacali dei sindaci che mi avevano preceduto.
In questo clima, con determinazione e caparbietà che i più mi riconoscono, proponevo soluzioni alternative ai dirigenti nazionali dell’ANAS, alla Regione Puglia (ricordo con un po’ di tristezza una lunga chiacchierata a Bari con l’allora presidente Vendola). Ricordo la ferma sollecitazione al prof. Di Santo, responsabile dell’Autorità di Bacino, per fargli valutare con attenzione il grave rischio di allagamento nel previsto sottopassaggio all’incrocio con la provinciale per Specchia.
Ed, infine, ricordo la conferenza dei servizi che anni fa, su nostra sollecitazione, fu convocata dall’assessore regionale Giannini.
Tra gli altri erano presenti gli ingegneri Francesca Pace, per la Regione e, per l'ANAS, il Coordinatore “Territoriale Adriatica” Ing. Castiglioni ed il capo Sezione di Lecce, ing. Paglialunga. In quella sede fu presentata la nostra proposta.
Due corsie a Sud della zona industriale di Tricase, messa in sicurezza della circonvallazione Est (la nostra “Cosimina”), una circonvallazione per superare Tiggiano ed una galleria per attraversare la ferrovia che passa sulla collina della “Madonna di Fatima”. Nell’incontro del 19 aprile il nostro progetto è stato proposto come soluzione del problema.
Ripeto, il nostro progetto, solo leggermente traslato verso Sud. “Il tempo è galantuomo figlio mio!”.
Il tempo ci ha dato finalmente ragione.