UNA DEPRESSA CENTRALE
Depressa ha avuto un ruolo simbolicamente centrale nella ultima competizione elettorale.
Innanzitutto è bene dire che il nuovo Sindaco risiede a Depressa, pur essendo originario del capoluogo di Tricase.
Poi: il più suffragato in Consiglio Comunale è stato Dario Martina, che vive ed opera a Depressa. La Frazione ha poi avuto anche una donna in Consiglio Comunale, Francesca Longo, forte di 214 preferenze.
E Depressa ha svolto un ruolo simbolicamente importante se è vero, come è vero, che il primo comizio di ringraziamento il Sindaco lo ha tenuto, nella giornata di lunedì, in Piazza Castello a Depressa.
Depressa negli ultimi anni aveva registrato una crisi di rappresentanza; se almeno un consigliere era entrato a Palazzo Gallone, è da tempo che nessun cittadino residente nella Frazione aveva fatto parte della Giunta, contravvenendo ad una tradizione che vedeva nell’Esecutivo la rappresentanza di un assessore per Depressa e di un altro per Lucugnano.
Il dato significativo è che a candidarsi a Depressa sono stati essenzialmente giovani, molti dei quali alla loro prima esperienza di impegno politico o almeno elettorale.
Sono buone speranze per un percorso, anche politico-amministrativo, che sia all’altezza delle persone che vivono in una Frazione, una volta desiderosa di divenire Comune autonomo, ma da tempo alla ricerca di una identità e di un ruolo all’interno del Comune.
Mi chiedo, come molti, al di là del risultato delle amministrative, cosa resterà della campagna elettorale del 2017 a Tricase. Al di là delle opinioni di ciascuno di noi, serviranno tempo e lavoro, serviranno fatti, per avere un’idea concreta sui risultati ottenuti da tutti. Maggioranza e minoranza.
Al neo Sindaco vanno i migliori auspici di buon lavoro nell’interesse della Città che ha necessità di recuperare il tempo perduto. Ai nostri elettori il ringraziamento per la riconfermata fiducia.
Da parte nostra assicuriamo un’azione di opposizione responsabile e costruttiva, fatta innanzitutto di proposte, ma anche pungolo per soddisfare le esigenze dei cittadini con cui continueremo a confrontarci.
Confidiamo che il Sindaco Chiuri non ci riserverà lo stesso trattamento del suo predecessore, il quale ha sempre rifiutato ogni forma di dialogo relegandoci in un angolo, così mortificando la funzione consiliare demandataci dagli elettori.
Come siamo fiduciosi che quantomeno ci ascolterà e rifletterà, nel segno della trasparenza, razionalità e legalità, ove mai dovessimo riscontrare anomalie nell’azione amministrativa.
Dall’ex Sindaco abbiamo ricevuto solo sprezzanti offese tutte le volte che, con garbo, abbiamo evidenziato grossolane illegalità di un certo operato amministrativo. Atteggiamento che non ci ha potuto esimere, nella nostra veste consiliare, di interessare i competenti organi di garanzia i quali, a loro volta, di fronte alla sorda perseveranza dell’Amministrazione, hanno denunziato fatti ed atti alla Corte dei Conti con conseguente condanna di Sindaco e Giunta a risarcire la comunità.
Va infine elaborata e messa in pratica un’idea di Città forte e produttiva e non ci tireremo indietro nel dare il nostro modesto contributo di esperienza e competenze.
Insomma, tutti al lavoro per il bene comune.
I consiglieri di minoranza
Nunzio Dell’Abate e Vito Zocco
Presentazione del libro “Don Gino Martella. Il sorriso e la mitezza”
di Antonio Ciardo (prefazione di Edoardo Winspeare)
Nel secondo anniversario della scomparsa di monsignor Gino Martella, originario di Depressa di Tricase e vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, giovedì 6 luglio, nell’oratorio parrocchiale “Giovanni Paolo II” di Depressa, si svolgerà la presentazione del libro "Don Gino Martella. Il sorriso e la mitezza", curato da Antonio Ciardo ed edito dalla casa editrice Libellula.
La stesura del volume nasce dal desiderio di fornire un’immagine diversa, più intima e quotidiana di don Gino Martella. Nei suoi quindici anni di ministero, monsignor Martella ha svolto il suo servizio pastorale ispirandosi ai principi di guida, obbedienza e amore verso ciò per cui era stato chiamato. Ma come viveva tale missione nell’intimo e nella quotidianità? La risposta a tale domanda arriva da coloro che sono i veri autori dell’opera, le persone che vivevano quotidianamente e a stretto contatto con don Gino. Ciò che emerge dalle loro parole è la vera eredità di don Gino: la pazienza, il pensiero, l’ascolto, il ponderare e il guardare al bene comune. Traspare la figura dell’uomo riservato, quasi timido e tenero, a tratti ingenuo e capace di gesti non sbandierati, non pubblicizzati, ma colmi di significato e di umanità agli occhi di chi aveva imparato a vederli.
Leggendo le testimonianze, si scopre anche come i nostri vescovi e i nostri parroci vivano, soffrano, amino più profondamente di quanto si possa immaginare. E sperimentano l’amore nella sua più intima e autentica natura, non fatto di mero sentimento ma di conflitti interni, di dolori non ostentati ma vissuti, di gioie e decisioni difficili. E di confronti.
Programma della presentazione - Giovedì 6 luglio 2017
Alle 18.30 il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, monsignor Vito Angiuli, celebrerà la messa nel piazzale dell’oratorio di Depressa.
Alle 19.30, poi, avrà inizio la presentazione del volume. Parteciperanno: il vescovo monsignor Vito Angiuli; il docente di Storia della pedagogia dell’Università del Salento Hervè Cavallera; l’ex segretario personale di don Gino e parroco della parrocchia “Immacolata” di Molfetta don Nicolò Tempesta; il medico chirurgo e curatore del volume Antonio Ciardo; il parroco della parrocchia “Sant’Antonio” di Depressa don Andrea Carbone. Modererà l’incontro il presidente della pro-loco di Depressa Adolfo Rizzo.
Il ricavato della vendita del libro sarà interamente devoluto in beneficienza.
BIOGRAFIA DI MONSIGNOR LUIGI MARTELLA
S.E. Mons. Luigi Martella, del clero dell’Arcidiocesi di Otranto, nasce a Depressa, frazione di Tricase (attualmente diocesi di Ugento-Santa M. di Leuca) il 9 marzo 1948 da Rocco e Vita Maria Rizzello, ottavo di dieci figli di una famiglia contadina molto umile. Dopo le scuole elementari a Depressa, entra nel Seminario Arcivescovile di Otranto, dove frequenta le medie e il ginnasio. Compie gli studi liceali fino alla maturità classica presso il Seminario di Treviso ed inizia i corsi filosofici. Ottiene il baccellierato in Filosofia, quindi prosegue gli studi in Teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale a Napoli, allievo del Seminario Interregionale di Posillipo, tenuto dai Padri Gesuiti.
Presso la medesima Facoltà consegue il baccellierato in Teologia e quindi la specializzazione in Teologia Morale.
In seguito passa a Roma, presso l’Accademia Alfonsiana, dove consegue il Dottorato in Teologia Morale, con pubblicazione della tesi.
Ordinato sacerdote il 10 aprile 1977 dall’allora Arcivescovo di Otranto Mons. Nicola Riezzo, svolge il ministero sacerdotale in diocesi, ricoprendo diversi incarichi: dal 1979 al 1986 è Rettore del Santuario “Madonna del Rosario” di Castro Marina e, dal 1986 primo parroco della stessa chiesa eretta a parrocchia; docente di Religione presso il Liceo Classico “F. Capece” di Maglie dal 1979 al 1994, docente di Teologia Morale presso l’Istituto di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” di Otranto e presso la Scuola di Teologia per laici nella diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, docente di Etica professionale alla Scuola Infermieri dell’Ospedale “Card. G. Panico” di Tricase, responsabile diocesano della pastorale della famiglia nell’Arcidiocesi di Otranto e a livello regionale.
Nel 1994 è chiamato dalla Conferenza Episcopale Pugliese a svolgere il compito di Direttore Spirituale nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta. In seguito gli è affidata la cattedra di Teologia Morale Fondamentale presso l’Istituto Teologico aggregato alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale; è responsabile dell’Ufficio formazione dell’Istituto Pastorale pugliese e Consulente etico regionale della Federazione dei Consultori di ispirazione cristiana.
Nel dicembre del 2000, anno giubilare, da Giovanni Paolo II è eletto Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. Consacrato nella Basilica Cattedrale di Otranto il 10 marzo 2001, fa il suo ingresso in diocesi il 17 marzo dello stesso anno.
Dal 2005, oltre al governo della diocesi, ha l’incarico di Visitatore dei Seminari d’Italia per conto della Sacra Congregazione per l’Educazione Cattolica dei Seminari e degli Istituti di Studi, organismo della Santa Sede.
A livello regionale è delegato della Conferenza Episcopale Pugliese per la formazione e la disciplina dei futuri sacerdoti presso il Pontificio Seminario Regionale di Molfetta.
È priore della delegazione molfettese dell’Ordine Equestre dei Cavalieri del Santo Sepolcro, Sezione Bari-Bitonto, e dello stesso Ordine è Grande Ufficiale insignito della Palma d’oro.
Nel 2011, decimo anno del suo episcopato, gli è conferita la cittadinanza onoraria della Città di Molfetta.
Il 20 aprile del 2008, in coincidenza del 15° anniversario della morte, ha promosso la Causa di Beatificazione del Servo di Dio don Tonino Bello, suo illustre predecessore nella diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. Il percorso si è concluso il 30 novembre del 2013, quando il Prefetto della Congregazione dei Santi, il Cardinale Angelo Amato, ha confermato la validità e la completezza degli atti prodotti.
S. E. Monsignor Luigi Martella si spegne, improvvisamente, a Molfetta il 6 luglio 2015. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Depressa.
IL 2 agosto 2016 gli è stato conferito il Premio Turris Magna – Città di Tricase, alla memoria(il riconoscimento è riservato alle personalità che si sono distinte nella loro storia professionale, artistica, culturale e sociale, per attaccamento alla terra e per la promozione del Salento).
Nella motivazione del premio si legge: “S. E. Mons. Luigi Martella (familiarmente don Gino) ha dedicato tutta la sua esistenza terrena alla vita spirituale, svolgendo un ininterrotto insegnamento che lo ha visto persona disponibile, sempre attenta ai problemi sociali ed esistenziali, confermando la gloriosa tradizione di prelati salentini”.
di Alessandro Distante Molte possono essere le chiavi di lettura del risultato elettorale che ha visto vincere Carlo Chiuri e la sua coalizione. Ne scelgo una, forse la meno usuale: ha vinto la proposta politica più civica.
Del resto era questo uno dei messaggi ripetutamente lanciati dal candidato oggi sindaco nel corso della campagna elettorale e nei mesi che l’hanno preceduta. Ed è stato questo il primo messaggio delle interviste rilasciate a caldo nel dopo vittoria.
Nel moltiplicarsi di liste civiche, fenomeno che ha caratterizzato a livello nazionale questa campagna elettorale e che è ormai una costante degli appuntamenti per il rinnovo degli organi degli Enti locali, la proposta di Chiuri si è presentata lontana, se non immune, dalle negatività che, purtroppo, hanno contrassegnato la vita dei Partiti storici di Tricase, compresi quelli di centro destra come Direzione Italia e Forza Italia.
L’altro candidato, giunto al ballottaggio, ha dovuto invece fare i conti con le pesanti lacerazioni e la profonda crisi del Partito Democratico, da tempo commissariato e nel quale vi è stato un “ricambio” non perfettamente riuscito. Ai nuovi arrivati si è accompagnato l’esodo di molti altri, con una scia velenosa non proprio ideale alla vigilia di una campagna elettorale.
Ed anche al ballottaggio molti elettori tradizionalmente appartenenti all’area politica più in sintonia con Dell’Abate hanno avuto difficoltà a riconoscere nei consiglieri eletti con quello schieramento persone che li potessero rappresentare, essendo stati, nel consiglio comunale uscente, all’opposizione rispetto al partito che aveva sostenuto l’Amministrazione Coppola.
Il connotato civico della proposta di Chiuri ha consentito a molti elettori che al primo turno non lo avevano votato di preferirlo al ballottaggio. L’attuale Sindaco, al secondo turno, ha ottenuto circa 600 voti in più rispetto al primo turno. Se si considera il calo dei votanti il risultato è ancor più rilevante e non può che spiegarsi con il fatto che ha ottenuto il consenso anche di coloro che avevano votato per altri candidati, e soprattutto da quelli che al primo turno avevano votato per candidati di area centro sinistra.
E’ ben difficile pensare che Chiuri sia stato votato da coloro che hanno votato Fracasso o 5 Stelle; non i primi, considerato il vincolo di appartenenza che caratterizza quel voto; non i secondi, considerata la tradizionale avversione del Movimento ad apparentamenti formali o non formali.
Ed allora si deve pensare che l’incremento di voti a Chiuri sia venuto da coloro che al primo turno avevano espresso la loro preferenza per la candidata Panico, vice sindaco di Coppola e che rappresentava quella componente, per così dire governativa, del centro sinistra.
La proposta civica di Chiuri ha favorito un travaso di voti fortemente connotati da una avversione, più volte dichiarata, al candidato Dell’Abate e non tanto per la sua persona, quanto per coloro che in caso di sua vittoria, avrebbero avuto un ruolo determinante nell’ amministrazione.
Se la connotazione civica di Chiuri ha dato i suoi frutti in campagna elettorale, bisognerà ora vedere se quella connotazione potrà tornare utile alla Città, chiamata ad inserirsi in dialoghi costruttivi con gli altri Enti e soprattutto con le Istituzioni regionali e nazionali, perché, talvolta, non bastano i buoni progetti e le buone idee.
Ma questo sarà oggetto di verifica nei prossimi mesi.