di Giuseppe R.Panico
L’agire della politica si presta da sempre a mutazioni e varianti.
Tuttavia, la coerenza verso programmi di sviluppo ed orientamenti culturali, considerata in altri campi una virtù, sembra aver oggi perso, anche per una carente formazione civica ed esacerbato opportunismo, ogni valore e credibilità.
Ne deriva sovente la inaffidabilità delle istituzioni e delle persone elette, con conseguente ulteriore allontanamento dei cittadini dalle urne e dal comune interesse. Cambiare casacca, per adattarsi a nuovi accordi ed alleanze, costituisce così non un atto politico sostenuto dai propri elettori, ma quasi un loro tradimento per procurarsi una seggiola, una poltrona o un posto al sole.
A nobilitarlo, non basta certo un profluvio di parole in politichese, a meno che non si voti, come sovente avviene, “per tifo” o “di pancia” o per “voto di scambio” o turandosi il naso sul meno peggio dei candidati (come suggeriva il grande Montanelli), e non per fiducia o credibilità in chi poniamo in mano i nostri soldi e il nostro futuro. Di salti e saltimbanchi sul carro dei vincitori di turno la nostra storia ne è piena, fino a sprezzanti commenti stranieri nelle ultime guerre.
Verso un paese che: “si sa con chi entra in guerra ma non si sa con chi la finisce”.
Tale modo di agire in politica (e non solo) continua ora a porci fra i paesi più inaffidabili d’Europa ed è una delle maggiori cause del nostro sottosviluppo nazionale e locale e fuga di tanti investimenti anche stranieri.
D’altro canto, senza una più adeguata mentalità, certi valori non si comprano al mercato, come frutta e verdura, per meglio nutrire la propria coscienza e riversarla, col voto, su quella dei nostri politici, così restii al cambiamento.
A volte capita che questi siano eletti con una “maggioranza bulgara”, derivante non dal giusto merito ma da ben altri discutibili fattori. E’ dunque ben raro che ne scaturisca un… “Lorenzo Il Magnifico” che, con vasta cultura ed oculata gestione del potere, sia in grado di rinnovare o far rinascere una comunità.
E’ più facile che ne derivi arroganza ed autoritarismo, “yes men” come collaboratori, carenze programmatiche e superficialità verso il pubblico denaro e il pubblico dibattito. In definitiva, un decadimento democratico con facili derive verso illegalità e…“mafiocrazia” (in Puglia di esempi ne abbiamo già tanti).
Soprattutto in comunità indebolite dall’assenteismo politico dei cittadini e che, senza procedure di “recall”, (iniziativa pubblica per licenziamento degli eletti prima del fine mandato elettorale) si trovano poi a subire amministrazioni dispendiose e poco produttive, ma decise a tenersi ben salde e calde le poltrone del potere.
Sembra quasi passata la politica dei ricchi nobili dei tempi del “Gattopardo”, (come dal famoso romanzo), del “Cambiare Tutto per non Cambiare Nulla”, che ci ha lasciato un Meridione sempre più in declino.
Ma sembra subentrata una politica più povera di capacità, cultura e diplomazia e che, erede della stessa mentalità, ha come motto: “Cambiare Nulla per non Cambiare Niente”, per proteggere, peggio che nel “Gattopardo”, le proprie rendite di posizione. Quasi come gli struzzi, che, estraniandosi da quanto li circonda, proteggono la propria testa mettendola nella sabbia.
Priva dunque di una visione più ampia e più rapide ed efficaci azioni verso il bene comune, lascia l’implume posteriore di quel corpo da struzzi, che, in fondo, rappresenta la collettività che la elegge e stipendia, in balia di altrui venti ed eventi.
Altro che “politica delle aquile” o del cambiamento, lungimirante e determinata verso un comune e credibile sviluppo, grazie a vista acuta, robusti becchi ed acuminati artigli, ovvero capacità ed affidabilità.
Speranza vana se la politica del passato, anche a noi vicina, non ci ha lasciato credibili piani di sviluppo (tipo PUG) e quella del presente, nel cambiare o meno casacca, ci lascia oltre al consueto starnazzare, un sacco di delusioni.
Forse perché le aquile volano e prolificano ben più a Nord o a quote o mentalità ben più silenziose e dinamiche.
Ci rimangono colombi e piccioni che si aggirano dentro e fuori i palazzi del governo in cerca di becchime politico. Purtroppo, ove questi si posano, più che darci nuove speranze, corrodono, con i loro maleodoranti “lasciti”, soldi e cornicioni.
E se qualche “falchetto”, datosi alla politica nostrana, sentendosi aquila, ne indossa la casacca, non fa che volare troppo in basso e troppo in tondo.
Facile impallinarlo da chi, disturbato, tira fuori la testa e prende la mira. “Nui simu fatti cusì” diceva anni fa qualche canuto tricasino.
Forse oggi lo si dice un po’ meno, ma la mentalità assente, sottomessa e poco incline al cambiamento è ben dura a cambiare. Come dimostra l’interesse verso il Piano Urbanistico Generale (PUG), diventato ora, solo per una singola iniziativa dell’opposizione, una “condizio sine qua non” per la continuità amministrativa.
Ma il paese non ha bisogno del “prendere o lasciare” frettolose cartacee ricette, scritte per una mera sopravvivenza politica, ma di una vera svolta.
Anche verso una “Urbanistica Partecipata” che non affossi, per un malriposto ambientalismo, in particolare verso le marine, ogni idea di sviluppo, investimenti e lavoro e che sia comprensiva di ben motivati aspetti tecnici, economici e programmatici. “Make America Great Again” (Facciamo di nuovo grande l’America) diceva, in USA, l’antipatico, arrogante e vittorioso Trump.
Nel nostro piccolo, senza aquile, mentalità e politica americane, si potrebbe almeno gridare ben forte, con casacca da veri cittadini, nelle orecchie di struzzi e piccioni presi per il collo, “Facciamo una Tricase Migliore”.
TUTINO E PIAZZA DON TONINO BELLO: UNA PRECISAZIONE
di Maria Assunta Panico Consigliere Comunale
Egregio Direttore, Le scrivo, seppur in ritardo, per una precisazione su quanto da Lei affermato nell’edizione n.29 del 12 ottobre scorso.
Si evince dalla sua disamina che l’Amministrazione Chiuri si è distinta per la sistemazione di Piazza don Tonino Bello e di Piazza Castello dei Trane a Tutino.
Tutino
Comprendo che le numerose foto, apparse sui social, del Sindaco Chiuri nelle suddette piazze, probabilmente finalizzate ad attribuirsi l’iniziativa di opere che non gli appartengono, hanno fatto pensare ad una programmazione della sua Amministrazione.
In realtà queste opere furono decise, pianificate, inserite nel piano delle opere pubbliche, messe in bilancio ed avviate durante l’Amministrazione “Coppola”, di cui ero componente.
A prova di ciò Le cito i seguenti atti: Delibera n.164 del 23-06-2016 con la quale si approvava il progetto di fattibilità tecnica ed economica dei lavori di sistemazione di piazza Castello dei Trane, di 43 strade circa e dello slargo antistante la Chiesa di San Nicola a Sant’Eufemia, i lavori per questa ultima opera inizieranno a breve, anche per valorizzare la presenza dell’ipogeo, con Delibera n.204 del 12-08-2016 approvammo i progetti definitivi di tutte le opere citate.
Inoltre con Delibera n.11 del 19-01-2017 decidemmo di utilizzare la somma di 100.000 euro, derivante dalle economie di gara per le opere di asfalto, per la sistemazione di piazza don Tonino Bello e con Delibera n.99 del 04-04-2017 approvammo il progetto esecutivo della piazza.
Piazza don Tonino Bello
I lavori hanno subito notevoli ritardi a causa dei rinvenimenti archeologici e della conseguente variante in corso d’opera.
Sarebbe stato oltremodo singolare se l’Amministrazione Chiuri non avesse proseguito lavori ed opere programmate e finanziate.
Continua a mancare, invece, nell’esperienza della compagine di Governo un’idea strategica di sviluppo della città, una visione programmatica che possa essere condivisa o almeno conosciuta dai cittadini, sicuramente in base ai bandi regionali emanati si procederà a singole progettazioni, ma non si intravede una programmazione ed una visione della città futura.
VENERDI,22 NOVEMBRE ORE 18.30 SALA DEL TRONO - TRICASE
PREMIATO ANTONIO PADELLARO
La carriera giornalistica
Antonio Padellaro nasce a Roma nel 1946 e diviene giornalista professionista nel 1968 lavorando per l’ANSA.
Nel 1971 si trasferisce al Corriere della Sera di cui è redattore e responsabile della edizione romana.
Nel 1977 passa all’Espresso dove diviene vice direttore. Nel 2005 viene nominato direttore de L’Unità fino all’agosto del 2008.
Nell’aprile del 2009 partecipa alla fondazione del nuovo quotidiano Il Fatto Quotidiano che inizia la pubblicazione il 23 settembre 2009 e
ne diviene direttore fino al 5 febbraio 2015. Il CdA del Fatto lo nomina presidente della Società Editoriale e rimane editorialista del
Libri pubblicati
Chi minaccia il Presidente. Il caso Cossiga (1991)
Processo a Craxi. Ascesa e declino di leader (1993)
Non aprite agli assassini. Il caso Fenaroli e i misteri italiani (1997)
Senza cuore. Diario cinico di una generazione al potere (2000)
Il libro nero della democrazia. Vivere sotto il governo Berlusconi (2002)
Io gioco pulito (2009)
Il fatto personale. Giornali rimorsi vendette (2016)
C’era una volta la sinistra (2019)
Il gesto di Almirante e Berlinguer (2019)
Nel marzo del 2005 viene nominato direttore de L’Unità
Ad intervistare Antonio Padellaro si alterneranno, oltre al nostro Direttore, i direttori o redattori di alcuni giornali protagonisti della carta stampata locale. Il Gallo, con Lorenzo Zito, Il BelPaese con Andrea Colella, La Voce di Corsano con Carlo Ciardo e 39° Parallelo con Alfredo De Giuseppe.
La scelta non è casuale, ma vuole mettere in vetrina esperienze varie tutte accomunate dalla passione per il giornalismo e per l’impegno al territorio.
Le testate sono quelle della carta stampata, in linea con l’attività del Premiato che, dopo aver lavorato in vari importanti giornali, è ora, oltre ad autorevole opinionista del Fatto Quotidiano, anche editore.
Si tratta di giornali a distribuzione gratuita che, tra mille difficoltà, escono da diversi anni se non addirittura decenni e che, con caratteristiche e ambiti di distribuzione diversi, assolvono al compito di informare e animare la discussione.
Il Volantino ringrazia le testate sopra menzionate per aver aderito all’invito, segnale importante per possibili future collaborazioni
di Antonella Piccinni
Lo squallore degli ultimi avvenimenti in capo
a questa “Amministrazione” mi impone un’esternazione
Il Sindaco pensa che tutto sia stato lasciato nel dimenticatoio, perché con il passare del tempo tutto si dimentica…
Mi spiace deluderlo. Nel giugno scorso, a seguito della Sua comunicazione di “Revoca della carica di Assessore Comunale”
recapitata alla sottoscritta, dopo l’esposizione dei fatti, scrissi pubblicamente che ero delusa perché “aveva preso in giro tutti”.
Non avevo nessuna intenzione di fare alcuna nuova dichiarazione a tal proposito, ma lo squallore degli ultimi avvenimenti in capo a questa “Amministrazione” mi impone un’esternazione. Certamente ha preso in giro me facendo passare la mia defenestrazione come un normale turn over di TUTTI gli assessori come richiesto dalla maggioranza, dichiarando ufficialmente che entro il mese di settembre avrebbe terminato il rimpasto. Ma ciò non è avvenuto.
E stranamente il tutto avviene nel silenzio assordante della maggioranza, quella stessa maggioranza che aveva aperto la crisi chiedendo l’azzeramento della Giunta e che oggi assiste inerme alla pantomima del Sindaco che dichiara di essersi dimesso per pressioni esterne che non gli avrebbero consentito di amministrare e in Consiglio si rifiuta di spiegare i motivi delle sue dimissioni e del suo rientro, salvo poi arrampicarsi sugli specchi della sua ipocrisia.
La crisi è tutta interna alla maggioranza e scaturisce da due fattori ormai accertati: l’ipocondria di un Sindaco ormai sempre più solo che minaccia di bruciare Roma e tutti i Filistei dimettendosi e facendo prove di forza all’interno della sua ormai ex maggioranza ( supponenza, irriverenza e sorrisetti in Consiglio comunale ormai fanno parte del personaggio) e totale mancanza di visione, condivisione e progettualità amministrativa e politica!
Chi è a conoscenza del PUG che con la stampella pentastellata dovrebbe essere approvato a giugno? I consiglieri di maggioranza? Di opposizione? La cittadinanza? Nessuno!!! Questo è gravissimo, tutto si decide nelle segrete stanze con pochissimi eletti, ci sono Super Assessori e comuni mortali che subiscono decisioni altrui.
Io ho stima di molti ex colleghi, qualcuno, dopo avermi espresso grande solidarietà, ha rimarcato in Consiglio la parola data nel caso in cui il Sindaco non avesse mantenuto la sua nell’azzerare tutta la Giunta, come il Consigliere Peluso, che voterà di volta in volta secondo coscienza non sentendosi piu’ piena parte di quella maggioranza, o la Consigliera Esposito che ha lamentato l’esclusione da ogni coinvolgimento decisionale e si è riservata di decidere di conseguenza.
E gli altri? Il Sindaco ha rispettato le loro richieste di azzerare la Giunta? Perché tutto è tornato alla normalità? Io spero che la responsabilità che si portano dietro vada oltre il salvare la poltrona a questo Sindaco e si esplichi nel lavorare per la collettività limitando i danni che lo stesso sta facendo all’immagine di un Paese che meritava ben altro, e che nasconde limiti collettivi di una maggioranza che non esiste più e personali di un uomo che non sa gestire una pur buona squadra e ed è persino disposto a sporcare l’immagine di un onorato paese con presunte pressioni esterne che lo avrebbero portato persino alle dimissioni (ricordo che le “pressioni esterne” sono quelle che hanno portato allo scioglimento di vari consigli comunali…)
La Pro Loco di Tricase è lieta di presentare il “PREMIO CIVILIA - CULTURA, PAROLE E MUSICA”, a cura della Associazione Culturale Civilia.
Il riconoscimento rappresenta un premio alla canzone d’autore itinerante nel Salento ed è stato istituito dalla omonima Associazione Culturale proprio con l’intenzione di conoscere e coinvolgere artisti che hanno ricoperto un ruolo nel panorama musicale legato al mondo della “produzione” d’autore. Nella prima parte della serata è prevista l’esecuzione di uno degli spettacoli prodotti dall’Associazione Civilia, (“Quelle forze del destino” recital ispirato all’album “SIGNORA BOVARY” di Francesco Guccini) mentre, nel corso della seconda parte è prevista la cerimonia di conferimento del premio e a seguire un momento musicale dell’artista premiato
Per questa edizione, il Premio Civilia verrà conferito a Gianfranco Manfredi: cantautore, scrittore, sceneggiatore e attore nonché fumettista italiano.Si tratta di un riconoscimento ad unartista che rappresenta nel modo migliore una tradizione di altissimo livello nell’ambito della canzone d’autore.
L’evento si svolgerà presso le Scuderie di Palazzo Gallone
il 16.11. p.v. con inizio alle h 20:30
Posti limitati. Per informazioni è possibile recarsi,
dal lunedì al sabato dalle h 9:00 alle h12:30,
presso la sede storica della Pro Loco ( Torre Piccola in Piazza Pisanelli)
o chiamare il numero 392 4511787. Vi aspettiamo