20 MARZO 2020
MILITARI DELLA COMPAGNIA DI TRICASE, AMBITO MIRATI SERVIZI PREVENTIVI
FINALIZZATI ALL’ACCERTAMENTO DI VIOLAZIONI RELATIVE AL D.P.C.M. 11 MAR
2020 RIGUARDANTE PROVVEDIMENTI DI CONTRASTO DIFFUSIONE COVID-19,
EFFETTUAVANO I SEGUENTI CONTROLLI:
- NR. 87 SOGGETTI CONTROLLATI
- NR. 72 VEICOLI CONTROLLATI
DEFERENDO IN STATO DI LIBERTA’ PER IL REATO IN TITOLO
NR. 7 SOGGETTI IN QUANTO CONTROLLATI FUORI RISPETTIVE ABITAZIONI IN
MANCANZA DI LECITE COMPROVATE ESIGENZE
A proposito della sanificazione delle strade a Tricase
di Alessandro Distante
Sono d’accordo con chi invita all’unità e richiama all’orgoglio di essere italiani.
Non mi sembra tuttavia possibile organizzare appuntamenti sui balconi per cantare tutti insieme Azzurro mentre i militari portano le bare nei cimiteri lontano da casa dei congiunti.
L’unità e il patriottismo non possono far finta di niente e, soprattutto, non è ammissibile che si lascino da soli quelli che più soffrono, come sono le famiglie che perdono un loro caro e che certamente non hanno voce per cantare Azzurro.
Siamo italiani, ma siamo seri! Sono d’accordo con l’adozione di misure severe per prevenire il diffondersi del coronavirus e non invidio chi, in prima fila, è chiamato a prendere decisioni impopolari.
Massimo sostegno innanzitutto ai sindaci, impegnati a far rispettare le misure governative e ad assumersi grosse responsabilità. Non mi sembra tuttavia che si possa tacciare di sciacallaggio chi, facendosi portavoce di cittadini (pochi o molti non ha importanza) contesta alcune misure o le modalità di attuazione delle stesse
E’ accaduto a Tricase per la sanificazione delle strade cittadine; una iniziativa annunciata a gran voce dal Sindaco e dalla consigliera Sodero con tanto di manifesti e dovizia di particolari, salvo poi scoprire che la sanificazione è stata fatta parzialmente e in modo inadeguato e che, addirittura, era meglio non farla, come ha chiarito, paradossalmente, la stessa Sodero.
Ancor meno accettabile è rifiutare il confronto e attaccare le persone piuttosto che confrontarsi sul merito delle questioni.
In questo periodo emergenziale, i cittadini sono disposti a rinunciare a tante libertà e a tante consuetudini, ma non è ammissibile che rinuncino anche alla libertà di pensare, di esprimere un’opinione, e, se del caso, anche di muovere obiezioni.
E’ dovere di chi ricopre cariche pubbliche dare spiegazioni. Altrimenti, quale unità si intende perseguire? Oppure si pensa che l’unità si raggiunge cantando Azzurro o l’Inno nazionale? Siamo italiani, ma siamo seri!
di Giuseppe R.Panico
Papa Francesco diceva qualche anno fa (2014), che la terza Guerra Mondiale era già in atto. Ma diversa dalle prime due, fatte da grandi schieramenti politico- militari per un reciproco disumano macello, come mai nella storia.
Una guerra mondiale, quella accennata dal Papa, “a pezzi” che, sparsi qua e là sulla terra, anche vicino a noi, sono resi roventi da motivi economici, ideologici o di contrapposti poteri. Con la fine della Guerra Fredda, di pezzi di guerra se ne contano oggi almeno una trentina con le solite distruzioni, povertà, malattie e immigrati che in tanti arrivano pure da noi.
Che fortuna per le nuove generazioni italiane non aver vissuto la 1° G.M., vinta dai nostri nonni a carissimo prezzo in caduti e mutilati. Pure la vittoria fu detta “mutilata”, almeno da Gabriele D’Annunzio che, non sazio delle conquiste ottenute, era propenso a menar di nuovo le mani.
Non hanno vissuto nemmeno la 2° G.M. con gli enormi disastri causati all’Italia da una politica funesta in guerra contro tutti, i bombardamenti aerei sulle città, la guerra civile e i morsi della fame. Forse tali storie non vanno di moda né a scuola né in famiglia, come la geografia che tali storie ospitò, come l’economia che tante guerre generò e come ideologie e religioni altrui per conoscere meglio gli altri e dunque sé stessi.
La sospensione del servizio militare (2005) ha anche privato i giovani di una più reale visione del mondo che gira da sempre intorno a guerra e pace e svilito una più spiccata formazione civica con senso del dovere e identità nazionale.
L’ attuale terza G.M. “a pezzi” fatta dagli altri, risparmiando l’Italia da ben oltre settanta anni, ci ha permesso di vivere in pace e nel benessere come mai. In tal tempo, forse ben pochi hanno letto il gran libro “La storia” (ambiente da 2°G.M.) di Elsa Morante per rendersi più edotti sul nostro recente passato.
Ora sembra scoccata di nuovo “l’ora di tutti” con tutti coinvolti in una guerra di tipo mai visto. Scoppiata altrove da poco, si è fatta subito totale e mondiale. Nessuno la ha dichiarata, non risultano patti segreti e bellicose alleanze fra dittatori e generaloni, né nuove armi da provare sul campo, né economie, religioni, ideologie e crociate in “guerra santa” per espandersi altrove.
Un microscopico e sconosciuto virus si sta espandendo, con una guerra-lampo, sulla nostra salute, la nostra economia, il nostro presente e, d’improvviso. reso più incerto il futuro. Lo abbiamo chiamato “Corona Virus” forse perché, come Napoleone che col Papa non andava troppo d’accordo, si è incoronato da solo per invadere, oltre all’Europa, il mondo intero. A combatterlo sono scesi in campo soprattutto medici e scienziati, laboratori e
ricercatori; tutti in prima linea e in camice bianco per affrontare il gran nemico e produrre ben più valide armi. Nelle trincee ospedaliere, cadono pure loro, sopraffatti dal nemico nel suo rapido pandemico avanzare.
Per non precipitare nel caos mondiale, sanitario, economico, e sociale o rimanere in casa per chissà quanto e chissà in quanti, non ci resta che attaccarlo per una decisa vittoria. Non “mutilata” come la nostra di un secolo fa, ma schiacciante e fra tanti alleati, quasi come la Waterloo di due secoli fa.
Per combattere da cittadini, non bisogna porsi in divisa, né armarsi di fionde, archi e mitraglie o bombe atomiche e bombe a mano. Per ora, basta senso civico e senso della disciplina (anche per quelli senza naia alle spalle) in vista che… “Tutto andrà Bene”.
E’ l’ora più buia del nostro vivere civile, ma ci tocca far subito luce in questa già calda primavera per correre di nuovo al parco o in piazza con i bimbi di nuovo liberi e felici.
Nello offrir loro un gelato tricolore, avremo sconfitto il Napoleone -Virus o confinato la sua genia in un disabitato oceanico scoglio. “Ei Fu”, scriveva il Manzoni alla morte di Bonaparte il 5 maggio; “Ei Fu” (il virus) vorremmo lietamente dirci, senza mascherina e con un abbraccio, ancor prima del prossimo 5 maggio.
Nel parco o nelle piazze ormai in fiore, potremmo accogliere in festa i nostri valenti camici bianchi e gli artefici di questa vittoria e dir forte di loro quello che disse Churchill dei piloti inglesi dopo la vittoriosa Battaglia d’Inghilterra contro quell’altro funesto “virus” con svastica e baffetti: “Mai nel campo dei conflitti umani, così tanti dovettero così tanto a così pochi”.
Per aver fermato non l’invasione nazista di ieri ma quella del subdolo virus di oggi. Ci rimarrà la terza G.M. “a pezzi” menzionata dal Papa, ora in solitaria tristezza e preghiera, e l’eterno “virus” guerriero dell’“homo sapiens”.
Passato il Corona, senza che ci faccia passare in troppi a miglior vita, ci tocca continuare a curare quel presuntuoso povero “homo”. Di malefici “virus”, non in corpo ma nell’anima, ne ha davvero fin troppi.
di Andrea Caroppo
ON. Parlamentare Europeo, Lega-ID
Copertino, Lecce, Foggia, Bari, Acquaviva, Ostuni, Taranto, San Giovanni Rotondo e oggi Altamura e Castellaneta: non si contano più i casi di infezione negli ospedali, tra medici e infermieri, ma anche tra pazienti ricoverati nei nosocomi per altre ragioni, tant’è vero che la Puglia ha il tasso di mortalità con Covid 19 più alto del centro sud, contando un numero di decessi abnorme a fronte del numero di contagi accertati e dichiarati.
Al di là delle eventuali responsabilità dei singoli nella vicenda relativa all’ospedale di Castellaneta, è evidente un intollerabile deficit di dispositivi di protezione individuale e di organizzazione che sta mettendo ulteriormente in ginocchio il nostro sistema sanitario regionale e determinando l’insorgenza di pericolosi cluster infettivi.
Per queste ragioni chiedo immediatamente al Presidente della Regione, non solo che nomini quanto prima un assessore alla sanità, ma anche che:si attivi immediatamente ed effettivamente uno screening massivo sugli operatori sanitari;ci sia celerità nelle comunicazioni perché il tempo che forse ancora abbiamo va assolutamente utilizzato per mettere in sicurezza prioritariamente il personale medico sanitario ed elevare la soglia di attenzione, istituzionale ed individuale, nelle zone in cui si diffonde il contagio.
Non é mia intenzione generare alcuna polemica di natura politica partitica in questo periodo doloroso, e angosciante, ma vuole solo essere un contributo dato alla Città di Tricase ed al suo primo cittadino amico Carlo Chiuri, nonché alla sua Giunta.
Il Prefetto di Lecce,richiamando l'art 35 del DPCM del 2 marzo ultimo scorso, ribadisce che non generano alcun potere le ordinanze emanate dai sindaci di fronte ad un'emergenza nazionale, in quanto l'unico potere decisionale rimane in capo al Governo.
Tanto premesso credo sia doveroso da parte del nostro primo cittadino disporre la revoca della sua ultima ordinanza del 20 marzo in quanto genera confusione tra i cittadini sia riguardo le "attività agricole" che le "attività motorie" .
Se ogni Sindaco potesse fare di testa sua potremmo avere nella sola provincia di Lecce 100 ordinanze. Sarebbe attuabile secondo voi?
Nella fattispecie l'amministrazione dovrebbe interessarsi, come ritengo lo stia facendo, solo dell'osservanza delle regole comportamentali dettate con DPCM e non emanarne altre difformi.
Si genera solo caos e disorientamento oltre al fatto che si potrebbero creare dei contenziosi, per difformità di norme comportamentali.