Tricase,30 marzo 2020
Lanciato un toccante “ grazie di cuore”
In un silenzio quasi assoluto che sapeva di lutto e di dolore, i lampeggianti accesi hanno fatto vivere un commovente saluto a medici e infermieri per il prezioso ed insostituibile lavoro quotidiano.
Tutte le forze dell’ordine e i militari assieme per omaggiare medici, infermieri e professionisti sanitari impegnati a Tricase nella lotta al coronavirus.
Alle ore 19 di oggi, davanti all’azienda ospedaliera Card. G. Panico di Tricase”, arma dei carabinieri, guardia di finanza, polizia di stato, polizia locale, vigili del fuoco, protezione civile e forestale,hanno reso omaggio agli operatori sanitari impegnati, in queste settimane, per l’emergenza coronavirus.
E’ stato un modo singolare per mostrare la loro vicinanza a chi, come loro, sta lottando in prima linea contro un nemico invisibile.
Gli uomini in divisa hanno acceso le sirene delle loro auto e hanno cantato l’Inno d’Italia. Presente per ringraziare tutti anche il sindaco di Tricase Carlo Chiuri.
In provincia di Lecce spettano al Comune di Lecce, un milione e 431mila.
Per quanto riguarda gli altri Comuni,da segnalare l'importo di 141mila euro per Tricase, 260mila per Nardò, 216mila per Galatina, 209mila per Copertino.
L’elenco della provincia di LECCE
Arriveranno entro martedì 31 marzo i 400 milioni di euro destinati ai Comuni per finanziare i buoni spesa e fronteggiare l’emergenza alimentare.
La tempistica è scritta nella versione definitiva dell’ordinanza della Protezione civile, che fissa anche i criteri di ripartizione delle risorse.
L’80% del fondo sarà distribuito in base alla popolazione, e l’altro 20% si concentrerà nelle zone più povere in base al parametro della distanza fra il reddito pro capite del Comune e quello medio nazionale
Ma come avverrà la distribuzione? I 400 milioni potranno essere utilizzati dai Comuni in due modi: o attraverso dei buoni spesa per l'acquisto di generi alimentari presso una serie di esercizi commerciali contenuti in un elenco pubblicato da ogni amministrazione, oppure comprando e distribuendo direttamente generi alimentari e prodotti di prima necessità.
Cinque Marzo 2020
Il giorno 5 marzo 2020 è iniziata una nuova vita per Torre Palane: essa è stata formalmente consegnata dalla Capitaneria di Porto di Gallipoli - quindi dal Demanio marittimo, al Comune di Tricase, sul cui territorio insiste.
Con questa decisione, viene sancita non solo la fine di un iter amministrativo iniziato tempo fa, anche se dalla progressione lenta, ma anche -ci piace pensare- l’inizio di una fase nuova che ponga fine ai tentennamenti, alle sinusoidi di interesse privato e disinteresse pubblico, ai tentativi zoppicanti di trovare una destinazione chiara negli intenti, condivisa da quanti se ne vorranno interessare, stabile nel lungo termine, culturalmente propulsiva, dinamica, soprattutto pubblica.
TORRE PALANE a Marina Serra
Però, per essere davvero pubblica, non basta che sia affidata ad un ente pubblico: le attività devono soddisfare un “pubblico interesse”, i destinatari sono il pubblico.
D’altra parte, per questo la torre costiera è stata eretta nel XVI secolo, per la protezione del territorio: questa torre, come le altre.
E dove finiva un’insenatura ed un promontorio oscurava la vista del tratto di costa successiva, su un’altura ne costruivano un’altra che colloquiasse con quelle precedenti e successive, in modo da creare una catena comunicativa avente le stesse finalità protettive.
A questo orizzonte lontano è opportuno guardare nella progettazione della sua salvaguardia fisica in primis e del suo ruolo successivamente. Naturalmente il coinvolgimento di tante realtà, pubbliche e private, in quello che dovrà essere un progetto di ampio respiro, partecipato, è scontato, ma l’errore da non fare, è perdere il focus sugli obiettivi.
Tante esperienze di gestione di beni simili ormai hanno fatto letteratura: più lungimirante e culturalmente denso e variegat è l’obiettivo, più probabilità di successo si hanno. La “cortomiranza” sembra pagare nel brevissimo tempo, ma sulla lunga distanza è fallimentare. Ed infatti così pare essere stata finora la vita in apnea di questa bellissima torre.
L’Associazione Marina Serra, da anni attiva su diversi fronti (ambiente e natura, cultura, agricoltura, alimentazione) che, per quanto diversi, hanno in comune questo intento latamente pubblico, si è adoperata fattivamente e con tanta costanza e pazienza per ottenere questo piccolo grande risultato conclusivo: l’assegnazione al Comune di Tricase di Torre Palane, di cui quindi rivendica il merito, al solo scopo di dimostrare che, se si vuole, si può. Ma si può solo se si vuole in un certo modo e con certi scopi: pubblici appunto, per i tanti “pubblici” di oggi e di domani.
Angelo Francesco Chiuri
Presidente Associazione di Promozione Sociale “Marina Serra”
I POVERI AUMENTANO E LA PARROCCHIA SI MOBILITA
Intervista a don Flavio Ferraro
In tempi di coronavirus anche le Parrocchie hanno dovuto cambiare le loro modalità di vivere l’impegno pastorale. Molti gli appuntamenti per le Messe e per i momenti di preghiera; tutti attraverso video e molti in diretta streaming. Abbiamo raggiunto, ovviamente per telefono, il parroco della Chiesa Madre, don Flavio Ferraro al quale abbiamo rivolto alcune domande.
Come vivi questo momento di distacco forzoso dalla tua comunità?
E’ inutile dirlo: mi sento in clausura. Per me, come per tutti noi parroci, il contatto con le persone, con i nostri parrocchiani è fondamentale. Non basta la parola, che cerchiamo di far arrivare attraverso le dirette streaming e il telefono; mi manca il contatto fisico, il guardare i volti dei miei parrocchiani, stringere loro la mano. In questo momento di emergenza è necessario fare così, ma non è pensabile una comunità parrocchiale virtuale.
Chi è che vive con maggiore difficoltà questo momento?
Certamente le persone anziane. Per loro, lo stare chiuse in casa, tante volte da sole, è una sofferenza enorme. Per i ragazzi è molto diverso: attraverso le video-cam oppure con i cellulari o internet riescono a riempire il loro tempo ma anche a rimanere in contatto tra di loro e sviluppare anche una certa creatività. E poi hanno l’impegno della scuola, seppure a distanza. Mentre, per gli anziani, non è così. Se penso a qualche vecchietta che aveva come unica uscita la Messa quotidiana, mi viene tanta tristezza.
Le attività di volontariato sono state sospese?
La Mensa di fraternità abbiamo dovuto sospenderla per ovvi motivi. Ma i bisogni aumentano e ai poveri di ieri si aggiunge e si aggiungerà a breve una nuova vasta schiera di poveri. Penso soprattutto a tante persone, con nomi e cognomi e con famiglie a carico, che hanno lavorato, talvolta lavoricchiato, ma comunque raggiungendo quelle risorse economiche che consentivano loro di portare avanti la famiglia. Da oggi e soprattutto tra qualche settimana, e non parlo di mesi, le situazioni di difficoltà cresceranno notevolmente e il rischio di esplosione del disagio sarà altissimo. Non possiamo soltanto pregare; dobbiamo pensare a loro ed intervenire.
Hai pensato a qualcosa in particolare?
Stiamo elaborando un progetto che vogliamo chiamare: spesa-sospesa, un po’ come il caffè sospeso, pagato per chi viene dopo. E’molto semplice: non vogliamo raccogliere soldi da dare a chi ha bisogno. L’idea è che chi vuole può recapitare alla Parrocchia dei buoni-spesa che io poi donerò a chi ne ha bisogno. Il buono spesa verrà lasciato in alcuni punti di raccolta. Sto pensando a casa mia (nella mia cassetta) e a tre rivendite di tabacchi, che in questo periodo possono rimanere aperte. Io passerei a raccogliere i buoni spesa donati e li consegnerei a chi conosco, a persone cioè delle quali conosco l’effettivo bisogno. Il progetto verrà avviato in forma sperimentale ma, d’intesa con la Caritas diocesana, potrà essere esteso alle altre Parrocchie della Foranìa.Ed è grazie alla Caritas diocesana che cerchiamo di provvedere ad altre esigenze, come il pagamento delle bollette per la fornitura di servizi essenziali; talvolta serve solo una integrazione, quanto manca a pagare la bolletta; altre volte paghiamo l’intero. E sempre con la Caritas, laddove è possibile e dove vi è urgenza, la Parrocchia non fa mancare gli alimenti. Ma ripeto, il futuro, con la crisi che ha portato il blocco delle attività per il coronavirus, sarà molto difficile e dobbiamo essere attenti ai tanti nuovi bisogni.
Pensi di coinvolgere i tuoi gruppi parrocchiali in questo progetto della spesa-sospesa?
Sì certamente; non intendiamo mettere in campo la squadra dei ragazzi ma la partecipazione dei grandi, specialmente dei capi scout sarà fondamentale.
Come vedi la risposta della Città in questo momento?
Ho saputo che l’Assessorato ai Servizi Sociali sta coinvolgendo le associazioni per organizzare una forma di volontariato ampia. Io ho dato la mia personale disponibilità alla Pro Loco. Ma a tutt’oggi non si è potuti partire; l’ultima notizia è che sta per essere approvata una delibera comunale che ufficializzi l’iniziativa. Ma intanto bisogna intervenire: le necessità ed i poveri non possono aspettare.
Quali sono le conseguenze del coronavirus sui Sacramenti?
Domenica prossima era programmata la Cresima ma ovviamente è stata rinviata. La Prima comunione è programmata per il 17 maggio, vedremo. Purtroppo molti matrimoni, fissati per i mesi di marzo-giugno, sono stati rinviati a dopo l’Estate
I gruppi parrocchiali stanno continuando, e come, la loro esperienza di comunità?
Le catechiste non perdono tempo; fanno giungere ai ragazzi schede e materiale vario. In questo modo riescono a tenere vivo il senso di appartenenza al gruppo e farli crescere. Io poi preparo la Messa domenicale delle 10; invio ai ragazzi una specie di introduzione e poi mi seguono nella celebrazione, da casa certo, ma debbo dire in
maniera partecipata. Sono molto felice di ricevere messaggi, magari a distanza di tempo, ma comunque belli perché spontanei.
Insomma don Flavio continui nella tua incessante operosità
Mi sento in clausura sì, ma non mi posso fermare.
Tricase,28 marzo 2020
La mia colonna di Alfredo De Giuseppe
Alcune cose connesse al coronavirus vanno ricordate, a futura memoria, fermate qui e ora, in questo preciso momento storico, in queste settimane di clausura. Almeno alcune tendenze nelle loro sfumature recondite e futuribili. Prima di tutto sta per finire la ventata, quasi una tempesta, antiscientifica.
Sono quasi spariti dal web i no-vax, ignoranti assurti fino agli scranni del Parlamento, gente che non aveva visto in vita sua neanche un programma televisivo di Piero Angela.
Gente che ignora ancora oggi che i virus, i batteri ci hanno permesso di esistere, di creare i nostri anticorpi. Ignorano le decine di epidemie che da sempre hanno colpito l’umanità, senza bisogno di agenti segreti e fameliche società farmaceutiche. Gente fomentata da un web sempre più sconcertante, che ancora oggi ama parlare di complotti, di scienziati che hanno volutamente sparso nell’aria una sostanza micidiale.
Intanto però non sono più no-vax e aspettano con ansia un vaccino liberatorio (che in genere la multinazionale tiene nascosto in un cassetto). Queste persone oggi sono disorientate, ma sempre pronte ad accettare la verità più inverosimile, purché non comporti una loro presa di coscienza.
In questo momento sono semi-nascosti anche i sovranisti a tutto tondo. Quelli che negli ultimi anni hanno immaginato, su input di politici in malafede, che l’autarchia fosse la soluzione di tutti i problemi. Ora hanno capito che il virus così come le merci, i soldi, le persone sono ormai interconnesse e se va male l’America o la Cina, va male anche l’Europa. Hanno capito?
O sono ancora imbevuti di spot e post che inventano nemici ad ogni passo, con preferenze per la Merkel, Macron e l’Europa? Possibile che ancora non si sia compreso che solo un’Europa unita e governata in modo univoco, può migliorare la nostra vita, la nostra economia, il nostro ambiente?
L’immigrazione non è più il problema dei problemi. Nessun politico va in Tv a dire che dobbiamo mandare tutti a casa loro, così qui la ricchezza tornerà a sorridere agli “italiani veri”. Ora noi, come quei poveracci in mezzo al mare, stiamo solo pensando a come salvare la pelle.
Nel frattempo sono in via di estinzione le richieste di miracoli ad personam, come se fosse arrivata improvvisa l’illuminazione che i problemi si risolvono nella loro globalità, nelle leggi di una comunità, non all’interno di una visione personalistica del rapporto con la natura e tutto ciò che ci circonda. Sembrerebbe sia in atto una minore attenzione ai santi e una maggiore propensione verso la ricerca di una comunità consapevole.
Le nostre vite si stanno spostando con veemenza verso il virtuale. Sarà difficile stare insieme come un tempo, per molto tempo ancora. Il vaccino se ci sarà non eliminerà il virus che continuerà ad esistere dentro di noi, come è successo ad esempio per il morbillo e la varicella. Quindi la scuola cambierà molto: buona parte dei programmi si potranno svolgere on-line e forse alcuni problemi logistici saranno finalmente risolti.
Viaggeremo in modo diverso e comunque solo con un consenso di tracciabilità attraverso i nostri cellulari che a loro volta indicheranno ogni persona che avremo incontrato. Siamo oltre l’immaginazione di ogni autore di fantascienza, ma questo è, e ancora di più sarà. I droni ci porteranno la posta e controlleranno che la nostra casa sia in ordine, in ogni suo aspetto: e sicurezza sia.
Un altro modo di vivere che si farà strada nei prossimi anni, nei prossimi business: la spesa si farà con le app delle varie catene di supermercati senza muoversi da casa. Potremo scegliere fra migliaia di articoli senza prendere il carrello e fare la fila alla cassa. E alla fine fra pochi decenni il sesso sarà un ricordo: sarà impossibile toccarsi, ci si potrà voler bene a distanza, nel modo che si imporrà più conveniente.
E infine i figli in provetta si ordineranno su una piattaforma mondiale, dando le dovute credenziali e le necessarie carte di credito.Insomma un’accelerazione sull’evoluzione della nostra specie, per colpa di un virus, o forse grazie a lui,portandola verso direzioni nuove, sconosciute, forse di maggiore solitudine, di maggiore interconnessione.Non lo so, ma certamente il virus infettante ci ha fatto intravedere un sacco di cose del mondo che verrà.
Un’ultima cosa sulla cittadina che vivo, la mia Tricase. A tutt’oggi non c’è nessun caso di contagio da Covid-19. Ne siamo tutti felici e speriamo che continui così.Ma un avvertimento: non è merito del sindaco, degli assessori, dei consiglieri di semi-opposizione o di quelli decisamente contrari, neanche dei medici o dei farmaci, ma di quella cosa che la protezione civile si ostina a invocare come “distanziamento sociale”.Nessun contagio perché qui la distanza sociale si applica da anni, in silenzio, senza neanche soffrire tanto.