Tricase,3 aprile 2020
di Vincenzo E.Chiuri
La ringrazio per gli attestati di stima che mi ha rivolto e che ricambio, non avendo mai avuto difficoltà a riconoscere l'impegno Suo e della Sua Redazione nel panorama sociale e politico della nostra Comunità,tanto da citare Suoi scritti pubblicamente, nel corso di alcune sedute consiliari, prescindendo dalle divergenze espresse (spesso in maniera brusca) anche dal massimo rappresentante della Maggioranza alla quale appartengo.
Altresì, non posso non riconoscere l'ospitalità che Il Volantino ha riservato in passato ai miei scritti.
In quest'ultimo caso, però, non ho ritenuto di dover coinvolgere il Suo giornale, dal momento che il mio scritto non era rivolto esclusivamente all'articolo pubblicato nel numero del14 marzo; bensì riguardava più ampie riflessioni su quanto accaduto in ambito politico cittadino nelle ultime settimane, riferendomi sia ad articoli che a post sui social.
Qualora avessi voluto rispondere solo all'articolo, non avrei avuto problemi ad inviare la risposta alla Sua Redazione.
Anzi, ricordando il primo scritto inviatoLe, in cui facevo riferimento “al sottile confine tra bias e a diritto di cronaca”, devo riconoscere che stavolta il preconcetto (il bias) l'ho posto io.
Ho posto il confirmation bias (pregiudizio di conferma), col quale si tende a confermare un'ipotesi considerando solo le prove a favore e scartando aprioristicamente quelle contrarie.
Nello specifico, la stima che nutro nei Suoi confronti ed il riconoscere nei Suoi scritti un atteggiamento equilibrato mi ha fatto escludere (aprioristicamente, appunto) la possibilità che l'articolo fosse frutto della Sua penna.
Oltre al fatto che, nella sezione PoliTric a Sua firma, vi era una disamina sulla situazione politica locale, sulla mancanza di certezze e spirito di squadra.
Così come si faceva la conta dei Consiglieri di Maggioranza e di Minoranza, con la posizione “sospesa” della Consigliera Sodero. Ragion per cui, un ulteriore articolo che affrontava lo stesso argomento sembrava pleonastico (seppur parlando di Consiglio e potendo essere l'assenza della firma indicativa del pensiero della Redazione).
A meno che, appunto, non fosse stato scritto da altri e quindi pubblicato, erroneamente senza firma e con un titolo di dubbio gusto (secondo me), visto che il 14/03 le dimensioni del problema erano visibili anche ai non addetti ai lavori.
A quanto pare,ho sbagliato,ne prendo atto!Ma non cambia la sostanza delle riflessioni.
Non ho intenzione di dare una ulteriore ricostruzione dell'accaduto, avendoci già pensato Lei ed il Presidente del Consiglio. Lascio ai lettori delle varie testate il compito di farsi una propria idea e trarre le proprie conclusioni.
Ne saranno sicuramente capaci.Mi permetto solo di invitarLa – per completezza di informazione – a farsi leggere per intero il messaggio del quale mi sono fatto latore a nome della Maggioranza (e che ha anche ricevuto risposta affermativa scritta da due componenti della Minoranza). Le dico solo che – da poco social e poco avvezzo agli hashtag quale sono – si concludeva con un “antico” sursum corda!
La invito a trovare il “velato avvertimento” che avrebbe dovuto “intimorire” il Presidente nelle sue scelte.
Delle quali egli è “coraggiosamente” convinto; ragion per cui il Consiglio si sarebbe potuto insediare, al di là di ogni opportunità (ognuno ha diritto di avere la sua) e delle prescrizioni normative vigenti allepoca del messaggio (DPCM del 04/03, 08/03 e 09/03/2020).
Anzi, spero di non essere stato io l'intimidatore che ha fatto sì che la convocazione della Conferenza dei Capigruppo (emessa il 10/03 per l'11/03) venisse da lui repentinamente revocata, dovendosi limitare a “sentire i Capigruppo”.
Giacché, stante il ragionamento seguito per il Consiglio, devo arguire che la convocazione della Capigruppo fosse altrettanto opportunamente, tecnicamente e normativamente lecita.
Inoltre, in questo caso specifico, egli aveva tutte le prerogative previste dal TUEL per convocare la Conferenza dei Capigruppo, a differenza della necessità di confrontarsi con gli stessi al fine di convocare il Consiglio Comunale.
Per cui, delle due l’una: o le riunioni del Consiglio e della Capigruppo si potevano tenere; oppure non era opportuno farlo. A meno che, appunto, non sia stato io l’intimidatore…Se così è stato, mi dolgo!
Quanto alle ordinanze sindacali, non mi addentro ulteriormente in discorsi per addetti ai lavori.Noto che, spesso, limitazioni poste dai Sindaci sono state recepite da versioni aggiornate dei DPCM. Ciò perché è possibile che le Amministrazioni locali abbiano “meglio il polso della situazione, riguardo scenari di possibile formazione di focolai epidemici sul proprio territorio”.
Concludo sollevandomi con Lei ad un piano un pò più elevato della contingenza attuale ed accogliendo l'invito al confronto e approfondire queste tematiche appena superata l'emergenza.
Ma, oltre queste, ce ne saranno altre che si potranno approfondire, tra le quali, ad esempio, le conseguenze sociali e psicologiche che rischiano di esplodere durante e dopo l'emergenza.
Basti pensare al suicidio di un infermiera di Monza alla notizia di essere COVID-positiva, per il timore di aver infettato altre persone (proprio lei che aveva come mission la cura delle persone!); oppure il suicidio del Ministro delle Finanze dell'Assia, in Germania, assillato dalla continua avanzata del virus e dalle sue conseguenze economiche, con l'angoscia di capire come poter andare incontro alle necessità della popolazione sul fronte degli aiuti finanziari in previsione di una nuova crisi economica.
Come vede, di lavoro da fare ne abbiamo tanto!