D I S P O N E la revoca della convocazione della seduta consiliare prevista per il 12
Marzo alle ore 8.30. Con l’occasione lo scrivente, interpretando la volontà dell’intero
Consiglio Comunale, chiede ai concittadini il massimo rispetto delle disposizioni del
Decreto suddetto, perché solo con l’osservanza delle sue indicazioni e prescrizioni,
insieme, senza allarmismi e imprudenze, supereremo questa emergenza.
Domani saremo ancora più forti!"
Tricase,10 marzo 2020
Visto le ultime disposizioni in materia di contenimento e gestione dell'emergenza
epidemiologica da COVIS-19, la 1^ convocazione è per le ore 8,30 di giovedì
12.03.2020 presso la Sala del Trono di Palazzo Gallone,
per la trattazione di n.14 punti all'ordine del giorno
nella foto Francesca Sodero
Nel prossimo Consiglio comunale questi dovrebbero essere gli equilibri.
GLI EQUILIBRI IN CONSIGLIO COMUNALE
8 CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA
CAMBIAMENTI TRICASE: Antonio Baglivo,Vincenzo Chiuri e Francesca Longo.
8 CONSIGLIERI DI MINORANZA
MESSAGGIO ALLA CHIESA DI UGENTO- S. MARIA DI LEUCA PER LA QUARESIMA 2020.IL VESCOVO VITO ANGIULI: “ESORTO TUTTI AD ATTENERSI ALLE INDICAZIONI DATE E A QUELLE CHE SARANNO PROPOSTE IN FUTURO PER SCONFIGGERE IL CORONAVIRUS”
«Cari fratelli e sorelle,
l’epidemia del coronavirus COVID-19 si è abbattuta su tutto il mondo come una tempesta di sabbia nel deserto. In alcune zone desertiche, capita che le forti raffiche di vento sollevano le particelle di sabbia facendole vibrare e rotolare sul terreno. Queste si rompono in particelle di polvere più piccole che cominciano a viaggiare in sospensione fino a diventare una tempesta che sposta enormi quantità di sabbia, tanto da sembrare un muro di polvere, che può raggiungere anche un chilometro e mezzo d’altezza. Necessariamente tutto si deve fermare e attendere che la tempesta passi. Quando essa sopraggiunge, non si può fare altro se non rifugiarsi in un luogo coperto e aspettare che la tormenta si plachi e diminuisca d’intensità.
Il coronavirus ha bisogno di essere decifrato nella sua composizione e nelle sue dinamiche. Gli esperti si sono attivati con molta generosità e competenza, ma sanno bene che, per conoscere adeguatamente il virus in modo da trovare l’antidoto giusto, occorrerà un congruo periodo di tempo per lo studio e la ricerca del vaccino. Per ora, non si può fare altro se non formulare ipotesi e accumulare dati scientifici che possano condurre a una completa diagnostica del fenomeno.
Nel frattempo, per chi è affetto dal contagio, soprattutto nei casi più gravi, non c’è altro da fare se non entrare in “quarantena”. È la parola che sentiamo ripetere più spesso in questi giorni. Gli esperti sottolineano che, per evitare il contagio e il propagarsi dell’infezione, bisogna sottoporsi a un periodo di isolamento forzato e prendere tutte le necessarie precauzioni. Positivamente si deve registrare che non mancano casi sempre più frequenti di guarigione. Ma la soluzione tarda a venire. Occorrerà ancora altro tempo.
Con il diffondersi dell’epidemia (si comincia già a parlare di pandemia) molte cose sono cambiate nelle relazioni interpersonali e nella vita sociale. Sono state decise dalle autorità alcune misure restrittive e imposti alcuni divieti. Sono state indicate norme da rispettare e comportamenti da evitare. La questione è diventata più problematica se si considera che in gioco non c’è sola la malattia, ma anche il contraccolpo sull’economia. Le due cose sono interdipendenti. Le conseguenze sul piano produttivo, industriale e commerciale si annunciano per il futuro piuttosto problematiche. Insomma, mentre ci si deve preoccupare di combattere gli effetti del virus, si deve anche programmare un piano che permetta di arginare le conseguenze negative dal punto di vista economico, occupazionale, lavorativo.
A ben vedere, questa epidemia non solo si è manifestata nel tempo che noi cristiani chiamiamo “quaresima”, ma presenta una certa analogia con il tempo quaresimale. Il termine “quarantena” deriva da quaranta giorni. Anche la quaresima è un periodo di quaranta giorni, una sorta di “quarantena spirituale”, un periodo di purificazione dell’anima dal peccato per vivere in novità di vita, un tempo di benefica “potatura” delle falsità, della mondanità, dell’indifferenza e di tutte le altre “malattie mortali” causate dal “virus del peccato”. Come per i mali fisici, anche per quelli spirituali possiamo incorrere in tre atteggiamenti sbagliati.
Il primo consiste nel far finta di niente, nel minimizzare la portata negativa o addirittura nel convivere con il male e il peccato, magari pensando che il virus non ci contagerà o giustificandoci sostenendo che in fondo il nostro cattivo comportamento non è peggiore di quello degli altri. Questo atteggiamento assomiglia a chi non vuole vedere ciò che è evidente e per questo chiude volontariamente la porta dall’interno, rimanendo prigioniero di se stesso e della sua pericolosa condizione.
Un altro ostacolo consiste nella vergogna così forte per il male commesso da essere incapaci di confessarla. In questo caso, ci si comporta come chi ha paura di andare dal medico e di confidargli il proprio malessere.
La terza insidia è quella di chi non solo non cerca di aprire il proprio cuore, ma si rintana nella propria misera condizione, rimuginandola continuamente, fino a sprofondare e a rimanere inabissato nel buio e nell’oscurità della propria anima. Allora, non solo non si guarisce, ma aumenta la tristezza e il disgusto della vita. Ciò che occorre, invece, è cercare di venire fuori dalla propria condizione di male e dal proprio labirinto interiore e, seguendo il “filo di Arianna”, cioè ascoltando i buoni consigli che vengono da persone esperte e dalla Parola di Dio, uscire dal tunnel e ritornare a vedere la luce del sole.
Come per guarire dal contagio del virus è necessario un periodo di quarantena, così la prima cosa da fare per guarire dal peccato è ritirarsi nel deserto, in un luogo appartato per rimanere soli con se stessi e con Dio. I quaranta giorni quaresimali sono un tempo cronologico con un forte valore simbolico. Sono, infatti, un’esortazione a rivedere il proprio stile di vita e a cambiare le abitudini più dannose.
Il numero quaranta richiama i quaranta giorni del diluvio universale, della permanenza di Mosè sul monte Sinai, del pellegrinaggio del popolo di Israele nel deserto prima di giungere alla terra promessa, del percorso del profeta Elia per giungere al monte Oreb, del periodo di predicazione del profeta Giona nella città di Ninive per indurre gli abitanti di quella città alla conversione. Anche Gesù digiuna quaranta giorni e quaranta notti nel deserto e, dopo la sua risurrezione, rimane ancora quaranta giorni sulla terra per istruire i suoi discepoli e inviarli nel mondo, mentre lui ascende al cielo.
D’altra parte, come l’epidemia del coronavirus richiede un periodo di cure per riacquistare la salute corporale, così la quaresima è un tempo di “combattimento spirituale contro lo spirito del male” per vivere in pienezza la propria vita. La quaresima, come la quarantena, si presenta come un «tempo favorevole» (2Cor 6,2) nel quale attivare gli anticorpi necessari per vincere la difficile battaglia.
Tre sono le medicine che guariscono dal pericoloso virus del peccato: il digiuno, la preghiera e l’elemosina. Queste tre opere quaresimali sono intrecciate l’una nell’altra. Non si possono scindere, ma devono essere attuate insieme. Con ragione, san Pietro Crisologo afferma che «preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola e ricevono vita l’una dall’altra. Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia è la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. Perciò chi prega digiuni. Chi digiuna abbia misericordia» (Discorso, 43). Il coronavirus ci sta obbligando a un profondo cambiamento delle nostre abitudini. Anche la quaresima intende scuoterci dal nostro torpore spirituale e spronarci a ricuperare i valori essenziali della vita attraverso «la preghiera, quale apertura verso Dio; il digiuno, quale espressione del dominio di sé anche nel privarsi di qualcosa, nel dire “no” a se stessi; e infine l’elemosina, quale apertura “verso gli altri”» (Agostino, Enarrat. in Ps., 42, b).
Digiunare vuol dire non solo astenersi dal cibo, ma anche fare verità nella propria anima. Questo, per sant’Agostino, comporta che «nessuno, con il pretesto dell’astinenza, cerchi di cambiare piaceri invece che eliminarli del tutto: come avverrebbe se uno andasse in cerca di cibi ricercati perché non mangia carne e di bevande insolite perché non beve vino. In questo caso l’occasione che ha di domare la carne si trasforma piuttosto in ricerca di piacere. Per i puri di cuore infatti tutti gli alimenti sono mondi, ma l’intemperanza li rende tutti immondi» (Discorso, 205,2).
Il digiuno spirituale consiste nel mettere in atto una molteplicità di atteggiamenti positivi per far risplendere la bellezza della vita umana e cristiana: l’uso moderato dei mezzi di comunicazione sociale e dei social, la sobrietà nell’utilizzo delle parole, la ricerca di momenti di silenzio e di riflessione, il superamento della frenetica voglia di novità, la capacità di vivere con calma e tranquillità allentando il convulso ritmo della vita, la moderazione nel soddisfacimento dei propri desideri, l’autocontrollo nella sfrenata brama di divertimento, la sincerità e la serenità nelle relazioni interpersonali, l’equilibro e l’obiettività nei giudizi, la pacifica accoglienza della diversità delle opinioni.
Tra questi atteggiamenti, la lezione che l’attuale epidemia ci rappresenta in modo evidente e inequivocabile è l’accettazione convinta del senso del limite e il riconoscimento della connaturale fragilità e finitudine della nostra umanità. L’accettazione del proprio limite aiuta a ricuperare il valore dell’elemosina, ossia dell’alterità, della solidarietà e della fraternità. Sono questi gli aspetti positivi che l’epidemia del coronavirus sta mettendo in evidenza in modo esemplare. In questi giorni, stiamo assistendo a un meraviglioso spettacolo: una splendida gara di solidarietà, di dedizione, di condivisione. Il dialogo, la disponibilità verso chi è più debole, la costruzione della fraternità sono la vera ricchezza che dobbiamo condividere e incrementare. È questa l’elemosina che bisogna offrirsi reciprocamente. «Tutti concordi, – scrive sant’Agostino – tutti fedeli coerenti, tutti, in questo pellegrinaggio, sospirando per il desiderio e ardendo per l’amore dell’unica patria. Nessuno invidi, nessuno disprezzi nell’altro un dono di Dio che lui non ha. Nei beni spirituali ritieni come tuo ciò che ami nel fratello; e lui ritenga come suo ciò che ama in te» (Discorso 205,2).
La carità infatti, «copre una moltitudine di peccati» (1Pt 4,8) perché è il regno dell’ascolto, della dedizione, della crescita spirituale, della gratuità. La carità è gioia, è slancio, è vocazione alla prossimità, è mano tesa che non smette di portare i pesi dell’altro. E, alla fine, è l’unica cosa che rimane. Sant’Agostino insegna che il digiuno e l’elemosina sono «le due ali della preghiera» (Discorso 205,3). Insieme, queste tre opere quaresimali consentono di superare le difficoltà, di aiutare chi è nel bisogno, di raggiungere il fondo della propria anima per andare, di slancio, incontro a Dio.
In questo particolare momento di difficoltà che l’Italia e il mondo intero stanno attraversando, dobbiamo elevare una grande preghiera al Signore. La preghiera non è evasione, astrazione o fuga dalla realtà, ma è immersione nella storia. Non è rifugio consolatorio, ma sincera confidenza e fiducioso atto di abbandono in Dio. Come insegna Gesù nel “Padre nostro”, pregare è chiedere di essere liberati dal male, dalla paura e da ogni calamità.
Allora, cari fratelli e sorelle, non stanchiamoci di elevare al Signore la nostra insistente e fiduciosa preghiera. Preghiamo per i malati e per i loro familiari. Preghiamo per i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari, perché continuino a fronteggiare questa calamità con professionalità e dedizione. Preghiamo per le autorità civili, perché sappiano prendere le giuste misure per il bene dell’intera popolazione.
Esorto tutti ad attenersi alle indicazioni date e a quelle che saranno proposte in futuro per sconfiggere il coronavirus. Invito a vivere questo momento con fiducia e speranza nella convinzione che insieme potremo debellare la malattia. La quaresima, infatti, è un cammino verso la Pasqua, festa della guarigione corporale e della salvezza spirituale. Formulo l’augurio che la lotta contro questa epidemia si risolva positivamente e ritorni in tutti la gioia di una vita serena e fraterna. La Vergine de finibus terrae ci sostenga e ci accompagni con la sua materna protezione».
Il vostro Vescovo + Vito
di Alessandro Distante
PIAZZA MARINAI D’ITALIA: UN PARCHEGGIO DI AUTO
Proseguendo a spulciare il Piano Urbanistico Generale in fase di elaborazione, passiamo in rassegna alcuni interventi riguardanti la sistemazione di piazze e di spazi già esistenti oppure la previsione di Abbiamo già pubblicato (n. 6 del 22.02.2020) una Tavola del PUG riguardante Piazza Marinai d’Italia; si tratta –per chi non la avesse presente- della piazzetta antistante l’Hotel Callistos. Attualmente vi è al centro uno spazio destinato a pista di pattinaggio, da sempre poco utilizzata.
Di recente tuttavia sono stati avviati lavori per la sistemazione della Piazza, così completando l’intervento di sistemazione ed abbellimento con aiuole a verde anche della parte dove oggi si affacciano i locali della Pizzeria El Paso e Pasticceria Golosa.
L’intervento, effettuato a spese della proprietà del Callistos, è in attuazione di una convenzione approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale nel maggio 2017. Sorprende che, a distanza di poco più di due anni e con i lavori in corso, il PUG abbia previsto proprio in quella Piazza la realizzazione di un parcheggio di scambio, funzionalmente collegato ad una stazione per gli autobus da attrezzare in prossimità della Stazione ferroviaria.
Niente verde e niente spazio per il gioco, ma parcheggio di automobili. L’idea potrebbe rispondere alla volontà di potenziare l’uso del mezzo pubblico, nel caso specifico il treno, ed in linea con il progetto di fare della Stazione di Tricase un punto di arrivo e di partenza ferroviario che colleghi con pulman l’intero Capo di Leuca.
E tuttavia appare poco comprensibile sacrificare uno spazio a verde per fare posto alle automobili, specialmente se la destinazione a Piazza con verde e giochi è stata adottata poco tempo fa e viene realizzata a tutte spese del privato.
Il PUG prevede invece che l’intervento sia riservato al Comune o, detto in altre parole, a spese delle casse cittadine. Sembrano riemergere alcune scelte che, nel recente passato, hanno visto a Tricase diminuire gli spazi per i pedoni e per la fruibilità delle persone ed aumentare gli spazi per le automobili e per il loro parcheggio (vedasi Via Roma). Insomma una scelta –quella di Piazza Marinai d’Italia- che meriterebbe un ripensamento.
PIAZZA CAPPUCCINI: UNA RISISTEMAZIONE
Nel numero 6 di questo giornale abbiamo pubblicato un’altra Tavola riguardante Piazza Cappuccini. Il PUG prevede, anche per quella Piazza, un intervento che è finalizzato alla sistemazione in forma unitaria dello spazio della Piazza andando a creare una nuova connessione stradale tra le vie Carso e via Diaz eliminando la strada di grande sezione adiacente all’edificio porticato.
ZONA OSPEDALE: UN PARCO VERDE E UN NUOVO INGRESSO
E sempre a proposito di risistemazione degli spazi esistenti, un intervento di ridisegno toccherà anche la zona Ospedale: un primo intervento sarà la sistemazione in forma di parco verde della Piazza antistante l’ingresso principale dell’Ospedale Panico, eliminando la rotatoria e gli spazi a parcheggio. Il tutto sarà preceduto dallo spostamento dell’ingresso sua via Papa Giovanni XXIII – Via Ariosto.
E non basta: verrà realizzato un parcheggio all’ingresso dell’Ospedale dalla circonvallazione sulla SP 81 (via Ludovico Ariosto). Il progetto dovrà inoltre farsi carico della acquisizione dell’area posta a Nord dell’Hospice Casa di Betania per suoi futuri possibili ampliamenti e della sistemazione in superficie in forma di viale ciclo-pedonale di un percorso fino al Liceo Comi.
UN NUOVO POLO SPORTIVO
Passando a considerare nuovi spazi di pubblica fruizione, di indubbio interesse è un altro intervento: la creazione di un nuovo polo sportivo in via Avogadro-Dulbecco.
“L’intervento –così si legge nelle Norme Tecniche di Attuazione del PUG- è finalizzato alla creazione di un nuovo centro sportivo che abbracci in primo luogo sistemazioni di gioco per sport attualmente non praticabili a Tricase come il rugby, baseball, ecc., combinate con spazi a parcheggio e collegamenti pedonali verso il nucleo antico principale e verso l’esistente collegamento pedonale con Marina Serra”.
Vi è da chiedersi se non sarebbe più opportuno concentrare gli impianti sportivi nei pressi dell’attuale Stadio San Vito e quindi del Palazzetto dello Sport nelle cui adiacenze vi sono i lavori iniziali del grande Palazzo dello Sport del quale si vedono soltanto le fondamenta e alcuni pilastri. Ma poi vada per il rugby (che ha già una squadra) ma qualche dubbio fa sorgere l’idea di un campo di baseball.
Sarà un segnale di apertura della nostra Città
In merito alla gestione del CORONAVIRUS,si raccomanda di non prendere in
considerazione alcuna notizia che non provenga o sia confermata da fonti ufficiali.
Ogni indicazione relativa al CORONAVIRUS verrà resa pubblica tramite i canali
istituzionali.
È importante che ognuno faccia la propria parte per evitare
la circolazione di notizie e voci infondate o non verificate.
FONTE : http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus
Dove posso trovare altre informazioni sul nuovo Coronavirus?
Il Ministero della Salute ha realizzato un sito dedicato:
www.salute.gov.it/nuovocoronavirus.
Le Regioni hanno attivato numeri verdi locali per rispondere
alle numerose richieste di cittadini.
Si raccomanda di non recarsi nei pronto soccorso, ma di chiamare al telefono il
proprio medico di famiglia o pediatra in caso di sintomi influenzali e sospetto di
contatto stretto e prolungato con un malato di Covid-19. Utilizzare i numeri di
emergenza 112/118 soltanto se strettamente necessario.
I dati sull'andamento dell'epidemia sono resi noti alle 18 di ogni giorno dalla
Protezione Civile e pubblicati anche nelle pagine dedicate Situazione in Italia e
Situazione nel mondo del sito del Ministero.
Chi viaggia all'estero può trovare utili informazioni nel sito Viaggiare sicuri del
Ministero degli Affari Esteri
Altre informazioni sul sito Epicentro dell'Istituto superiore di sanità -Epicentro.