Lunedì 23 gennaio ore 18
Sala del Trono di Palazzo Gallone, Tricase
 
L'opera di Vito Bianchi, Otranto 1480 il sultano,la strage,la conquista (Laterza), ha l'indubbio merito di essere la prima opera organica sulla presa di Otranto da parte dei Turchi e del conseguente eccidio di circa ottocento civili otrantini. Ciò colma una grave lacuna su un importante evento della nostra storia, non solo locale. Se a ciò aggiungiamo il grande rigore storiografico e l'ampio uso di fonti, unite ad una notevole capacità esplicativa che rende scorrevole e piacevole la lettura, è evidente che ci troviamo di fronte ad un lavoro di grande spessore. Del resto i riconoscimenti a livello nazionale non sono mancati, citiamo a livello esemplificativo gli articoli elogiativi di Paolo Mieli sul paginone centrale del "Corriere della Sera" del Maggio 2016 e di Franco Cardini su "Avvenire" il 12 Agosto dello stesso anno. Non sono mancate neanche le polemiche, per la verità soprattutto a livello locale, riguardo la tesi, sostenuta nel testo, che non ci fu nessun martirio ma si trattò di una strage a scopo terroristico funzionale al disegno turco di espandersi fino a Roma secondo uno stile comunemente adottato dagli Ottomani. Le argomentazioni di Bianchi sono rigorose e difficilmente attaccabili sul piano storiografico; resta il fatto che tale ricostruzione entra in netto contrasto con la narrazione devozionale che considera l’eccidio un indiscutibile martirio, divenuto ora dogma in seguito alla recente santificazione delle vittime otrantine. Di questo e di altro si discuterà con l’autore Vito Bianchi la sera di lunedì 23 gennaio (ore 18) a Tricase, nella sala del trono di Palazzo Gallone, in un incontro organizzato dal Liceo Scientifico/Classico Stampacchia e dalla libreria Marescritto di Isabella Litti .Un confronto importante per tornare ad interrogarci sull'identità storica, a tal proposito tutti i cittadini interessati sono invitati.
 
Fabrizio Perniola  Roberto Figini
 

 

di Nunzio Dell'Abate Sono stati due anni intensi, quelli spesi tra i banchi del Consiglio Provinciale, che mi hanno certamente arricchito e formato, non fosse altro per il più largo orizzonte territoriale.

L’arrivo e il commiato sono i momenti più carichi di significato e di emozione, che ti portano a vedere il bicchiere mezzo pieno.

Tante problematiche affrontate, tanto approfondimento ed ardore di cui serberò a lungo il ricordo.

Prima fra tutte la decisione del Presidente Gabellone di ipotecare per i prossimi trent’anni il futuro di Palazzo Comi, affidandone la gestione a privati senza alcuna garanzia di tutela del patrimonio librario. Mi sono sempre chiesto come mai Gabellone, nonostante gli strali degli enti preposti alla vigilanza(MIBACT, Soprintendenza, ecc.), l’ostilità di un intero territorio, il recente passaggio in capo alla Regione della funzione in materia di valorizzazione dei beni culturali biblioteche e musei, il deficitario stato economico della provincia, persista nel folle disegno.

E ancoral’aspra battaglia condotta affianco ai lavoratori diAlba Service, azienda che sarebbe morta e sepolta se non avessimo mantenuto alta l’attenzione,a dispetto dei reiterati tentativi di affossarla, e propostola costituzione di una multiutility, con azzeramento di tutte le altre società partecipate della Provincia e con un innovativo piano di rilancio aziendale.

Non abbiamo affattocondiviso il modo di amministrare di Gabellone che ha viaggiato in perfetta solitudine e frapposto un profondo solco con noi della minoranza.Quando invece la nuova fattispecie di Provinciarichiede un Presidente intento a coordinare più che a comandare e un Consiglio compatto ad assistere ed indirizzare i Comuni.

Come non abbiamo condiviso che Gabellone abbia mantenuto staff presidenziale, dirigente esterno e personale in comando proveniente da altri enti con un costo di circa 250.000euro annui, in aggiunta a segretario e direttore generale e a fronte di un ente enormemente ridimensionatoSe è nera, è nera per tutti, abbiamo sempre sostenuto.

Abbiamo invano prospettato un progetto di contenimento dei costi e di razionalizzazione delle risorse, a cominciare dalla concentrazione degli uffici provinciali in un’unica sede e dal conferimento degli incarichi legali aisei avvocatiin organico piuttosto che a professionisti esterni.

Per non parlare dell’immenso e rilevante patrimonio immobiliare lasciato allo sbando e non valorizzato, che tanto potrebbe dare in termini di promozione ed occupazione. Da Parco Torcito a Villa Luisa,dal Velodromo degli Ulivi all’ex Liceo Musicale Tito Schipa per finire all’exColonia Scarciglia, immobile quest’ultimo che, per la sua posizione e per il suo fascino, potrebbe essere un volano di rilancio del turismo sostenibile per tutto il Capo di Leuca. Invece si ritrova a essere un ammasso di lamiere arrugginite incastonato nella punta Meliso.

E poi la questione ambientale con loscenario inqualificabile di strade e rotatorie provinciali. Eppure il Presidente Gabellone ha portato i tributi provincialialla massima percentuale consentita e non ci ha mai spiegatoil reale utilizzo dei circa 6.500.000 di euro incassati dagli autovelox nel solo 2015,denari per legge destinati al miglioramento della viabilità e tutela ambientale.

Altro capitolo dolente gli istituti scolastici, sia in termini infrastrutturali, con cantieri fermi o neppure partiti nonostante i finanziamenti concessi da Regione e Governo di cui si rischia la revoca, che di forniture e servizi, in particolare con lo scandalo ogni anno del riscaldamento.

Non vorrei dimenticare il faro acceso sullagestione della Fondazione ICO, che ha di fatto appiedato la prestigiosa Orchestra Provinciale Tito Schipaa seguito della perdita dei finanziamenti ministeriali e della mancata programmazione, come pure l’attività di sensibilizzazione per mantenere la Corte d’Appello a Lecce, per avere il riconoscimento della via Francigena sino a Leuca e la previsione di un biglietto unico di trasporto.

Ma ciò che mi piace più annoverare è l’istituzione della Stazione Unica Appaltante della Provincia che si occupa della gestione delle gare d’appalto oltre una certa soglia. E sono doppiamente soddisfatto, come Consigliere provinciale, perché mi sono speso in prima persona,strenuamente convinto che essa risponda non solo all’assolvimento di una delle funzioni-per me la più rilevante-demandate all’ente, ma soprattutto alle vitali esigenze di assistenza tecnico-amministrativa delle amministrazioni comunali, sempre più alle prese con la carenza di personale dedicato e costantemente aggiornato nel delicato settore degli appalti. Come Consigliere comunale, per aver convinto il Consiglio di Tricase ad abbandonare altri percorsi di aggregazione intercomunale e ad aderire, come primo Comune, alla Stazione Unica Appaltante.

La consapevolezzadella poco agevole praticabilità del doppio incarico consiliare, aggravata dalla permanenza di un Presidente che sicuramente proseguirà in quel modo accentratore e poco partecipativo di amministrare, l’imminente scadenza del mio mandato amministrativo a Tricase e la constatazione del legittimo desiderio di altri amministratori della mia parte politica di fare questa esperienza mi hanno condotto con tutta serenità a passare la mano.

Auguro ai due neo eletti Consiglieri del Capo di Leuca un fervido in bocca al lupo. Così come auspico, alla luce del recente esito referendario, che venga presto rivisto il metodo di designazione dei rappresentanti in seno alla Provincia.

di Maria Assunta Panico La presentazione del Progetto di Urbanistica Partecipata alla comunità di Tricase, avvenuta il 12 novembre 2016 a Palazzo Gallone, ha visto la partecipazione di molti cittadini e dato avvio ad una fase di ascolto attivo del territorio strutturata attraverso interventi su più luoghi. Gli incontri previsti, con la comunità, sono stati distribuiti in sette luoghi diversi del territorio e hanno visto la partecipazione in media di 18/25 persone. Hanno partecipato presidenti di associazioni, rappresentanti di categorie di settore, alcuni imprenditori, diversi tecnici (ingegneri, architetti, geometri, paesaggisti), studenti, insegnanti e cittadini singoli, non inclusi nelle categorie suddette.

Alcuni cittadini hanno partecipato all’intero ciclo proposto, altri, la maggior parte, hanno partecipato ai focus ritenuti maggiormente attinenti ai loro interessi, rispetto anche alla disponibilità di tempo richiesta. Non è stata confermata l’ipotesi che ha guidato la collocazione dei focus in diverse aree, per la quale i cittadini si sarebbero iscritti ai focus, non tanto per gli argomenti di interesse, ma in modo più rilevante per appartenenza topologica. Non si è rilevata, infatti, una correlazione tra appartenenza topografica dei partecipanti e luogo scelto per i focus.

Ogni incontro si è sviluppato in varie fasi, un momento iniziale di presentazione, espresso in modo creativo e legato al tema del focus, una parte centrale in cui si lavorava in gruppi, ed una parte finale in cui si concludeva con un debriefing, una restituzione di quanto discusso. Gli incontri si sono svolti attraverso laboratori condotti dalla psicologa di comunità, Dott.ssa Francesca Scafuto e dall’Architetto Luisa Fatigati, architetto urbanista. Il facilitatore, psicologo di comunità, ha avuto il ruolo di guidare il processo, formare il gruppo, motivarlo e attivare l’intelligenza creativa attraverso i vari strumenti di facilitazione, mentre l’urbanista ha avuto il ruolo di accompagnare i contenuti discussi, offrendo esplicitazioni, e raffronti con i piani sovraordinati, e fornendo quindi supporto tecnico nei diversi gruppi formati. La formula base adottata è stata quella del World Cafè. L’idea alla base del World Cafè è tanto semplice quanto rivoluzionaria: lavorare per creare conversazioni importanti, ideando in modo creativo e non convenzionale, ragionando insieme su progetti complessi, ma in modo concreto, divertente e produttivo.

Per fare questo il World Cafè si basa sull’allestimento di uno spazio di discussione informale, come quello di un caffè, per l’appunto, con tavoli intorno ai quali si possono sedere piccoli gruppi di persone. La presenza di un buffet, di solito, rende l’ambiente ancora più conviviale, nel nostro caso il tavolo della pausa caffè è stato arricchito con la distribuzione di thè, caffè e pasticcini. Le risultanze degli incontri ed i relativi materiali saranno presto agli atti del processo partecipato di costruzione del PUG, scaricabile dal sito comunale. Le informazioni e le percezioni acquisite durante i focus group hanno fornito dati utili ai tecnici ed ai Responsabili del Piano per integrare il punto di vista dei cittadini negli indirizzi di pianificazione.

Tutti i laboratori programmati: Identità dei Luoghi e Palinsesto Storico-Ambientale presso l’Auditorium Parrocchiale-Caprarica; Agricoltura e Economia di Prossimità, svoltosi all’Oratorio di Tutino; Turismo e Servizi al Laboratorio di Biologia Marina di Tricase Porto; Viabilità e Accessibilità all’Oratorio di Depressa; Spazi Aperti e Attrezzature presso il Salone Parrocchiale di Sant’Eufemia; Comunità e Partecipazione al “Centro Anziani” Ex ACAIT e l’ultimo, Case, Città e Paesaggio, che si è tenuto a Lucugnano, hanno visto una buona partecipazione dei cittadini, a riscontro di come la cittadinanza attiva è vissuta, dalla comunità, come nuova forma della politica, che può produrre sperimentazione ed innovazione e può essere espressa anche da un singolo soggetto o da un gruppo informale, non necessariamente appartenente ad un’associazione formalizzata.

Dai lavori di gruppo, desumibili dalle prime analisi redatte dai tecnici che li hanno guidati, sono emersi contenuti progettuali interessanti scaturiti dalla memoria e dall’esperienza degli abitanti e sono anche emerse conflittualità latenti o dichiarate tipiche di ogni processo di trasformazione. La figura della rete ( Reti della memoria, produttive, infrastrutturali, eco-pubbliche, insediative) è stata proposta come metafora per comporre i vari elementi indagati nei focus tematici e richiamare la necessità di una interconnessione tra temi e luoghi e tra interpretazioni e proposte offerte, rispetto all’intero territorio comunale.

La discussione ha fatto emergere l’importanza dei luoghi come elemento fondamentale della qualità del territorio ma anche del benessere dei cittadini e della qualità delle relazioni sociali. L’attenzione al concetto di luogo infatti è emerso come un argomento trasversale in tutti i focus ricorrendo in riflessioni di natura diversa: la necessità del recupero di alcuni luoghi di grande valenza ambientale come il Canale del Rio e le problematiche connesse allo scarico di acque reflue; l’abbattimento “dell’ecomostro” sulla scogliera di Tricase Porto, per il recupero dei “luoghi del mare”; il recupero dell’esistente rispetto alle nuove edificazioni; il bisogno di spazi accessibili, visibili, attraenti, che incoraggino la fruizione da parte dei cittadini; la riqualificazione di tutti i centri storici invertendo l’attuale processo di abbandono, ricostruendo spazi di incontro per la comunità; un luogo che favorisca l’ascolto e il più possibile articolato al suo interno, ampio e flessibile, capace di ripensarsi nel tempo; luoghi della trasmissione delle culture, di incontro e composizione della comunità e dei diversi linguaggi; luoghi dove la memoria storica possa favorire la partecipazione dei nuovi cittadini; luoghi come raccoglitori di idee, proposte e progetti della comunità, spazi di socializzazione, in cui conoscersi, relazionarsi e condividere.

L’orientamento comune è che nei piccoli nuclei il concetto di cittadinanza significa prossimità, vicinanza, mantenimento dell’identità dei luoghi che caratterizzano il territorio, integrazione che avviene attraverso la comunicazione all’esterno e la presenza di uno spazio relazionale (la piazza, le connessioni fisiche tra i luoghi attraverso lo spazio pubblico, le reti di comunicazione tra le frazioni, le reti di comunicazione tra i centri ed il mare, la rivitalizzazione delle marine e la destagionalizzazione delle presenze). Dall’esperienza effettuata emerge l’esigenza ed il bisogno di un maggiore ascolto e coinvolgimento attivo dell’utenza nella fase di progettazione di opere e servizi, una maggiore integrazione tra strutture, attività e territorio al fine di costruire nuove forme di benessere per la comunità. Per questo motivo si è deciso di continuare la fase di ascolto attivo del territorio, con cadenza bimensile, con inizio giovedì 26 gennaio, e successivamente 9 febbraio, 23 febbraio, 9 marzo, 23 marzo, presso il “Centro Anziani” Ex ACAIT via Leonardo Da Vinci, dalle ore 15.30 alle ore 18.30, i tecnici dell’Ufficio del Piano riprenderanno il programma di incontro con i cittadini con focus tematici che potranno anche essere proposti dai cittadini stessi.

di Alessandro Distante Si sono svolte in questi giorni, nell’indifferenza dei cittadini, le elezioni per il Consiglio Provinciale.

Si tratta di elezioni così dette di secondo grado e cioè alle quali partecipano i consiglieri comunali e i sindaci dei Comuni che ricadono all’interno di ogni Provincia.

L’elezione riguarda il Consiglio provinciale ma non anche il presidente della Provincia che è rimasto in carica e che per la nostra provincia è Antonio Gabellone.

Tricase, nella passata legislatura, aveva due Consiglieri provinciali, il sindaco Antonio Coppola e il consigliere comunale Nunzio Dell’Abate.

Da due, Tricase si ritrova oggi con nessun consigliere. Nessuna candidatura è stata avanzata e quindi nessuno di Tricase è stato eletto.

Vi è da dire che il sistema elettorale penalizzava Tricase che è vicina al voto amministrativo e che quindi avrebbe visto decadere, in caso di mancata ricandidatura e mancata rielezione come sindaco o come consigliere comunale, il consigliere provinciale eletto.

Tra i candidati del Capo di Leuca l’hanno spuntata il sindaco di Tiggiano, Ippazio Antonio Morciano e quello di Gagliano Carlo Nesca.

Il primo è risultato il più suffragato in assoluto con 7.505 voti ponderati (il numero rappresentata il peso di ogni voto a seconda del numero degli abitanti del Comune dell’elettore) e il secondo ha conseguito un risultato comunque importante ed utile alla elezione con voti 3.653.

Morciano è stato eletto nella lista “Salento bene comune” di Sinistra mentre Nesca per “Riprendiamo a costruire con Gabellone presidente” di centro destra e specificatamente riferibile al gruppo COR-Riformisti (Fitto).

Complessivamente i Consiglieri provinciali sono 16 più il Presidente. Nella nuova Provincia, superato il referendum che voleva eliminarle, non esiste una Giunta ma il Presidente conferisce alcune deleghe ai Consiglieri da lui scelti nelle poche materie di competenza dell’Ente: pianificazione territoriale di coordinamento, viabilità, gestione dell’edilizia scolastica per le scuole superiori, programmazione provinciale della rete scolastica, trasporti, tutela e valorizzazione dell’ambiente, controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale, gestione dati utili agli enti locali.

Ai neo eletti l’augurio di buon lavoro.

 

La Rubrica VideoVola si arricchirà da quest’anno con una serie di servizi su segnalazioni che perverranno in Redazione.

Una troupe con tanto di operatore andrà a filmare il caso e ad intervistare l’interessato.

Seguiteci sul sito; basta collegarsi a www.ilvolantinoditricase.it e cliccare su Video

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Sms - WhatsApp e WhatsApp Audio: 347 111 34 05

 

 

Tricase, 19 gennaio 2017.Cambio in panchina, Michele De Giorgi nuovo allenatore.

Rudy Alemanno non sarà più il tecnico della Fulgor Tricase Volley.

La Società ringrazia Mister Alemanno per il lavoro fin qui svolto con dedizione e serietà.

Dopo la sconfitta interna per 1-3 contro il Taranto, sulla panchina rosso blu ci sarà Michele De Giorgi, già atleta (palleggiatore) della Virtus Tricase nella stagione 2013-14. Nativo di Squinzano, è il fratello di Fefè De Giorgi, nominato da poco CT dei campioni del mondo della Polonia.

Mister Michele De Giorgi, siederà per la prima volta sulla panchina rossoblu, nella sfida di domenica prossima a Casarano, ore 18.30, tra le 2 seconde della classe, Casarano e Tricase.

di Francesca Sodero (Meetup Cinque Stelle per Tricase)

Egregio Direttore,

da qualche anno osserviamo il funzionamento degli uffici comunali, ascoltiamo cittadini, professionisti e commercianti che quotidianamente si interfacciano con la burocrazia locale, scandagliamo il sito web del Comune per esercitare al meglio un continuo monitoraggio dell’attività amministrativa nell’interesse della comunità. Grazie a queste attività ed al confronto con altre realtà comunali, anche vicine, abbiamo acquisito l’amara consapevolezza del terreno che nel tempo Tricase ha perso nel percorso di miglioramento che dovrebbe caratterizzare qualsiasi pubblica amministrazione.

Procedure amministrative macchinose e ripetitive, scarsissima digitalizzazione, scollamento fra i vari settori, sono solo alcuni dei fattori che causano inefficienze, ritardi, frustrazione delle risorse umane, eccessive energie sprecate nella gestione dei processi interni a discapito delle attività di servizio agli utenti. Per non parlare dell’assenza di trasparenza, testimoniata da un sito web istituzionale carente anche delle minime informazioni richieste dalla normativa, ricco di insopportabili “trabocchetti” come pagine con soli titoli e nessun allegato, privo dei contenuti che tanto potrebbero facilitare la vita dei cittadini, come le carte dei servizi e gli standard di qualità, che consentirebbero a tutti di conoscere i servizi erogati, gli uffici e i funzionari competenti, nonché i propri diritti nei confronti della pubblica amministrazione.

Si può cambiare passo? Si deve! Si deve partire da una riorganizzazione che consenta di ottimizzare le risorse, umane e non, di snellire e digitalizzare le procedure amministrative, di dettare i tempi e monitorare le attività, di premiare l’impegno e di coinvolgere i dipendenti a tutti i livelli in un percorso continuo di miglioramento.  

La politica locale degli ultimi venti anni è venuta meno a queste precise responsabilità, per incompetenza o mancanza di volontà, ed ora non c’è più tempo da perdere!

Ecco perché abbiamo già inserito le seguenti priorità nel programma politico per le prossime elezioni amministrative:

- ridefinizione della struttura organizzativa comunale;

- implementazione del controllo strategico e di gestione e valorizzazione del piano delle performance;

- approntamento, approvazione e pubblicazione delle carte dei servizi e degli standard di qualità;

- digitalizzazione delle procedure amministrative e dei servizi ai cittadini.

Alcuni di questi punti sono in realtà obblighi già previsti dalla legge rispetto ai quali il Comune di Tricase è semplicemente e sostanzialmente inadempiente!

Saremo lieti di condividere con “Il Volantino” e i suoi lettori, passo dopo passo, la costruzione del programma per Tricase, che sta avvenendo in incontri settimanali sempre più partecipati ed ancora aperti per accogliere i cittadini che abbiano il desiderio di apportare il proprio contributo per migliorare la nostra città.

Siamo in marcia per #Tricase5Stelle2017!

P.S.: Ci vediamo ogni lunedì alle ore 20.00 in via Roma 114. Partecipazione libera, non servono tessere!”

di Giuseppe R. Panico Sarà un buon anno?Ma è iniziato a furia di attentati,tanti migranti a Marina Serra, una gelata da pinguini e il nome duemila e…17.“A disgrazia”, dicono a Napoli sulla loro tombola, pensando pureal sangue di S.Gennaro che lo scorsodicembre non si è sciolto. Tenendo ben stretti i nostri …portafortuna, vediamoallora come gira il nostro mondo storto.

Si sciolgono i ghiacciai, si alza il livello del mare ela temperatura del pianeta.

Il Salento, con tanti rifiuti,diventa “terra dei fuochi” e un fiume di droga arriva dall’Albania; lapovertà economica e culturale avanzae i nostri giovani rinunciano pure amoltiplicarsi.Perla Procura Antimafia di Lecce, la criminalità aumenta e si evolve, ma in stilecalabrese. Altro cheresidui di mafia e camorra, orascivoliamoverso la ndrangheta. Avanzano i migranti, sia in entrata che in uscita.

Sono 181mila quellidel 2016, quanti sono gliabitanti di Brindisi e Lecce, in media 500 al giorno. Vengono, in gran parte, dall’Africa sub- sahariana (un tempo detta Africa Nera); moltissimi non per guerre maper motivi economici e senza diritto di asilo. Oltre centomila sono invece i nostri giovani emigrati(principalmentein Germania),anche loro per motivi economici.

La differenza è che i nostria trovare lavoro, stipendio e alloggio ci pensano da soli. Per quelli che invece arrivano da noi, ci pensiamo noi ma poi, a parte pochifortunati, li schiavizziamo nei campi, li arruoliamo nella malavita e lighettizziamonelle periferie urbane.

Se il Nord Europa progredisce con le nostrefaccepiù abbronzate, il Sud Europa che noi siamo, regredisce e si scurisce in viso ancora di più. Di loroil resto d’Europa non ne vuole sapere; ha alzato muri, divieti, fili spinati e gli Inglesi ne sono uscitianche per questo. Sempremeno, più deboli e vecchi,non riusciamo ad aiutare i nostri giovani in casa nostra e quelli stranieri in casa loro.

Portati dagli scafisti, raccoltidai nostri “scafoni” sono, come nei terremoti,ma per motivi religiosi, economici, di guerra e di sovrappopolazione, le “faglie” islamica e arabo-africana che spingono sotto quella europea e, ove questa è più debole, causanoscosse eterremoti.Saranno forse loro ad integrare noi tutti, ma nei loro usi e costumi.

Saremo meno Meridionali ma più Eurabici o Eurafricani.Intanto Putin, che continua ad espandere gli interventi dellasua Russia, e Trump,in America alle prime armi,sembranoportarcia una nuova guerra fredda. Le tante roventiguerre locali a raffreddarsi invece proprio non ci pensano. Le vendite di armi vanno alla grande e“Finché c’è guerra c’è speranza” diceva un bel film con Alberto Sordi.Nel Salento proseguono intanto le “guerricciole” per la SS 275, la Sud -Est edaltre insaneopere o gestionie le News politiche a volte si accoppiano con quelle delle“gangs of Salento”. Riuscirà Roma, senza più Renzi, a salvarci?

La Capitale affidatasi intanto “alle stelle”,fa fatica a ripulire le sue vecchie stalle. Se, per fondarla, bastarono due gemelli (Romolo e Remo) e i capezzoli di una mamma lupa, per affondarla, ai tanti del malaffare politico, non basta una mandria di mucche con le…”minne”piene.

Non riuscendo poi a salvare le loro banche, le risanano pure con i nostri soldi.Chi ci salverà da tanta “disgrazia” o“realpolitick”?

Non saràcerto colpa di Napoli, di Roma, di noi tutti, né del primo 17 di questo terzo millennio. Forse è colpa di quei due che, nei giardini dell’Eden, dando retta a una biforcuta linguaccia, addentarono una mela. Che peccato! Sarà stato anche originale, ma ci ha rovesciato addosso un mondo di malanni, pur lasciandociqualche terrena delizia.

Comela voglia,l’illusione, l’utopia, il coraggio, il sacrificio di impegnarsi a cambiarlo.Magari iniziando col nostropiccolomondotricasino. Piano Coste, Piano Regolatore, Piano Parco, Piano Marino,Piano Traffico epure il Piano Asfalto.Meglio troppo tardi che mai.

Abbiamo pure le amministrative in primavera e Palazzo Gallone piace a molti, forse pure a chi c’è già. Ma, a meno di illuminate eccezioni, è ben noto (almeno altrove)che, alternando, con sane elezioni, avvicendamenti e meritocrazia,politici e dirigenti, lo sviluppo cresceed il malaffare cala. A chi pensa, come il savio Andreotti, che“Il potere logora chi non c’è l’ha”, meglio dirgli che, farsi logorare sempre dagli stessi,non è proprio da savi. L’eccesso di potere è poicome la droga,logora subito latesta.Alle idi di maggio,la teca di S.Gennaro verrà di nuovo manipolata. Il sangue si scioglierà o aspetterà il 2018 ? (La tombola per il 18 dice “o sangre”).

Noi, in quel periodo, col motto “vota e vinci, se non voti perdi”scioglieremo il nostrovoto, maalle urne. Megliosenzamanipolazioni altrui oquel“familismo amorale” che rischia di appenderci al collo “a disgrazia” di questo 2000 e… 17.Cambiaretombola? Meglio.

Ma una tuttanuova associando, ad ognuno deisuoi 90 numeri, 90 delle più belle immagini della nostra Tricase e della sua storia.Un vincente portafortuna da regalare “urbe et orbi”, ai turisti d’estate,a Natale d’inverno, ai nostri ragazzi lontani, agli immigrati vicini. Faremmoidentità e, come dice il Presidente Mattarella, anche comunità.

E se il paradiso terrestre non ritorna fra noi, avremmo almeno più punti per meritarci quell’altro.

                                                                                     o

 

 

 

di Antonio Lia Cari amici, mi piace immaginare il Centro Storico di Tricase con tutte le sue strade,stradine, corti, piazzette,fornite di tutti i servizi: rete idrica e fognatura per le acque reflue e quelle piovane, metano, una nuova e più adeguata illuminazione, fili telefonici e dell’ENEL interrati, le strade rifatte con basoli, i muri delle case dipinti con tinteggiature fedeli ad un piano colori ben studiato, un Centro Storico pieno di ristorantini, piccoli locali commerciali, di artigianato locale,baretti accattivanti con tavolini all’esterno dei locali, senza traffico ma tutto in una bella isola pedonale, in particolare nelle ore serali.

Mi piace anche immaginare un parcheggio auto per quegli automobilisti che vogliono vivere e visitare il Centro ma che non vogliono fare strada a piedi; un parcheggio quindi vicino, magari nel terreno dove insiste una serie di vecchie serre arrugginite(che non distruggerei ma penserei a come riutilizzarle, forse per un orto botanico di erbe spontanee e su questo se ne potrebbe parlare in seguito), vecchie serre che oggi creano un brutto impatto con il paese per chi viene dal Porto di Tricase o da Marina Serra. Mi piace immaginare lì un bel parcheggio in mezzo agli alberi, ordinato, pulito, con servizio di un piccolotapie-roulant che servirebbe per portare la gente in Piazza Pisanelli e poi nel Centro Storico del paese, un tratto brevissimo che potrebbe servire al visitatore per guardare una planimetria della Città e fargli capire la posizione e i luoghi da visitare o da intrattenimento.

Tricase, non finirò mai di dirlo, è un paese unico, attrattivo, che può dare molto all’intero territorio, che può fermare qui i turisti; offrire ospitalità in Città o al mare o nei paesi vicini non è difficile, una Città che, se ben organizzata, potrebbe diventare il riferimento vero, il centro di tutto il Capo di Leuca.

Tra qualche mese gli elettori di Tricase saranno chiamati ad eleggere il Sindaco ed il nuovo Consiglio Comunale;oltre alla simpatia dei Candidati, le parentele, l’appartenenza partitica,dovranno valutare i programmi che verranno presentati e la loro credibilità, la volontà della nuova Amministrazione Comunale di realizzare in tempi certi gli impegni assunti. Sono convinto, o meglio voglio convincermi, che Tricase saprà uscire dal gap negativo nel quale sta vivendo, che saprà trovare linfa nuova e persone che hanno a cuore i problemi del paese e dei suoi Cittadini, Uomini che abbiano passione per le cose, le persone,l’impegno per la risoluzione dei problemi della gente e, in modo particolare, dei giovani che stanno vivendo momenti difficili per il loroinserimento nel mondo del lavoro, lavoro che ogni giorno diventa sempre più un problema. Auguro alla popolazione che quelli che saranno eletti, al di là di rappresentare i partiti politici(che invero non esistono più), sappiano rappresentare la Città e sappiano ritrovare la sua Identità. Tricase ha bisogno di una Amministrazione che sappia dialogare, trovare il modo di coinvolgere tutte quelle esperienze e persone che possono contribuire a far crescere il paese, da quelli che hanno avuto il coraggio di restare e di quanti hanno avuto la forza di andare via ma che amano il loro paese, di quelli che hanno scelto la Città come seconda meta della loro vita, perché attratti, affascinati, dalla bellezza e dal calore umano che gente semplice sa trasmettere; degli Amministratori che sappiano caricarsi di umiltà ascoltando tutti, facendo tesoro di consigli e proposte, riunendo, in incontri foraniali, gli assenti per ascoltare le loro idee, frutto di esperienze maturate in altri posti. Tricase ha anche bisogno di ritrovare la sua dignità, essere presente nelle Istituzioni, rappresentare il territorio, orfano a tutti i livelli Istituzionali.

Il Comune può,ed è la mia esperienza che mi fa dire che un Comune può, anche creare nuove opportunità lavorative, esempi ce ne sono tanti. Tricase è ricco di risorse perché paese con Cittadini laboriosi, con buoni artigiani, agricoltori, professionisti, operatori commerciali; il Comune può, insieme a loro, fare molto e dare serenità a tante famiglie preoccupate per il futuro dei loro figli.

Mi auguro che ci sia qualcuno che avrà voglia di immaginare la Città del futuro, una Città moderna, capace di dare servizi ai Cittadini, di risvegliare la dignità sopita, di cogliere quelle creatività che fanno proiettare il paese verso il futuro. Se c’è la voglia, la passione, l’amore verso il paese, sono convinto che tutto questosi può e si deve fare.

Antonio Lia

di Alessandro Distante  Non entro nel merito della decisione del Sindaco Coppola di non confermare il dott. Luigi Muci come Comandante della Polizia Municipale. Le ragioni di tale mancata conferma si possono leggere nel provvedimento a firma del Sindaco.

Esprimo un giudizio positivo sulle capacità e sulle doti professionali dell’ex Comandante, riconosciute, del resto, in autorevoli contesti; vorrei però soffermarmi, seppure brevemente, sulla reazione di alcuni cittadini che -almeno così mi è sembrato e così voglio sperare che sia- costituiscono una sparuta minoranza, che non ha mancato di salutare quella scelta con un “Finalmente” o “Era ora!” o frasi simili.

Dico subito che queste ultime reazioni, oltre che essere assolutamente fuori luogo rispetto alle ragioni della decisione sindacale, mi fanno riflettere suscitando non poche preoccupazioni.

Esse vanno al di là di ogni questione sul rapporto di fiducia che pure deve esistere tra il Sindaco ed un Dirigente, ma mettono in luce una antica insofferenza per quella doverosa azione di controllo e, se del caso, di repressione che è alla base del vivere ordinato.

Le regole di una Comunità devono essere rispettate e devono essere osservate da tutti, a prescindere dalla forza sociale, o di altra natura, del singolo. Quando non si rispettano, ci deve essere qualcuno che lo accerti e prenda le conseguenziali iniziative.

Ciò è necessario, perché non accada che chi conosce, chi può o chi ha, possa farla franca e che la legge finisca per valere solo per chi non sa o non può difendersi o, per dirla in altre parole, che valga solo per i più deboli.

Far rispettare le leggi e applicare le sanzioni non è certo compito grato ma è pur sempre necessario. Ed è un compito che costa, tanto è vero che il dott. Muci è stato destinatario di una lettera di minacce che non si deve mai smettere di condannare.

Gli autori di quella lettera non sono stati individuati, ma chi oggi dice “Finalmente” o “Era ora!” rischia di consolidare quel substrato che alimenta quel tipo di deprecabili iniziative; non basta dire quel che è ovvio, e quindi condannare lettere e minacce, ma occorre chiedersi se quelle lettere e quelle minacce non trovino la loro lontana origine in quella insofferenza al controllo che porta a vedere come “liberatoria” la rimozione di chi è stato vittima di quelle lettere e di quelle minacce.

Come pure viene da chiedersi se quelle lettere e quelle minacce non trovino un lontano alimento in quella deprecabile cattiva politica che scarica sul Funzionario le “responsabilità”, isolandolo più che sostenerlo e ingenerando nel cittadino l’idea che determinate questioni potrebbero andare diversamente se solo quel Funzionario non fosse così “intransigente”.

Sono queste le domande e le preoccupazioni suscitate da alcune reazioni e commenti; al di là della questione specifica, sarebbe molto pericoloso se, inavvertitamente, si desse corpo ad atteggiamenti che nulla hanno a che fare con quella cultura della legalità e della responsabilità per la quale lavorano tutti, politici e funzionari, nessuno escluso e che sono alla base di un ordinato e piacevole vivere civile.

 

Dal Decreto del Sindaco Antonio G. Coppola n. 1 del 2.01.2017

“… Considerato altresì che in occasione del conferimento del nuovo incarico il sottoscritto intende assicurare i presupposti di piena e reciproca fiducia che sottostanno allo stesso, specie in un settore nevralgico della vita del Comune, come quello della polizia locale;

Dato atto: che il dr. Muci ha mostrato, con paradossale inversione di ruoli, la propria totale disistima nell’operato del Sindaco, giungendo a segnalarne all’autorità giudiziaria supposti comportamenti aventi rilevanza penale e a opporsi alla richiesta di archiviazione avanzata dal P.M. ( si v. ordinanza di archiviazione GIP 14/11/2016); che ciò è avvenuto proprio nella sua qualità di comandante della polizia locale nel doppio conflittuale ruolo di parte lesa e di tutore ‘istituzionale’ delle ragioni del Comune, in aperta sovrapposizione alla rappresentanza legale del Comune…”.

Al nuovo comandante della Polizia Locale dott. Angelo G. Lanzilotti i migliori auguri per un proficuo lavoro al servizio della Città e dei Cittadini.

Al dott. Luigi Muci un ringraziamento per l’attività svolta al servizio della Città e dei Cittadini

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