Distretto o Ristretto sanitario ?

Da un po’ di anni la nostra Citta si è svuotata di alcuni servizi “ di salute”.

Infatti,non pochi servizi socio sanitari sono stati trasferiti presso l’ex stabilimento ospedaliero di Gagliano del Capo,

interessando, oltre la nostra Città con circa 18 mila abitanti, anche i 14 paesi vicini (Acquarica del Capo - Alessano - Castrignano del Capo - Corsano - Gagliano del Capo- Miggiano - Montesano- Morciano- Patu' - Presicce - Salve - Specchia - Tiggiano – Ugento),per un’utenza di circa 35/40mila persone.

Dunque in qualità di servizio fornito anche ai tricasini, siamo atterati con videovola a Gagliano del Capo.

Partiamo dal piazzale adibito a parcheggio

Segnaletica dei posti riservati ai disabili ? Scolorita !

Segnale che dovrebbe indicare il parcheggio ai disabili? “ Messo Kappaò Fuori posto “

Strisce pedonali e parcheggio riservato ai disabili, nella strada che collega il piazzale all’ex ospedale ? Si vedono a stento…

Dunque, la situazione da queste parti lascia molto a desiderare e questo “ autorizza ” in qualche modo gli automobilisti a lasciare la macchina dove e come gli pare. “ Il problema non è nuovo. Qui ognuno fa quello che gli pare ”, sospira un operatore arrivato per accompagnare un disabile. Qui, soprattutto al mattino la situazione è disastrosa.

La maggior parte dei posti riservati ai disabili è occupato da mezzi che non esibiscono il contrassegno.

Forse un intervento quotidiano della Polizia Locale sarebbe quanto mai opportuno per ridurre il forte disagio ma, da quanto dicono i presenti, "qui i vigili urbani si vedono ben poco, ed è per questo che una buona parte gli automobilisti “ trasforma il piazzale del Distretto a spazio Ristretto.…..per i disabili in particolar modo

Non ci resta che approfondire la situazione con il sindaco di Gagliano del Capo, dott,Carlo Nesca e il direttore ASL, dott. Giuseppe Guida.

A presto…

Tricase, 25 marzo 2017. Mancano pochi mesi alla fine del mandato dell’Amministrazione Coppola.

Quali sono i “ più fatti ” in fase di lavorazione, già realizzati in Città in questo ultimo periodo ?

Questi i numeri : 200.000 euro per 12.370 mq per il primo lotto del parco cittadino.

100.000 euro di economie del bilanciocomunale per la realizzazione di due importanti interventi a tutela dell’ambiente e della mobilità. Così divisi: € 80.000 per la rimozione dei tetti in cemento amianto presso i due capannoni Acait.

20.000 euro per il miglioramento della mobilità urbana a Tricase e frazioni, con anche il rifacimento di alcuni marciapiedi in via Angiulli, via Iaia, Via Labriola, via Capello, via Trento, via Apulia, Via Pio X, via Mascagni, via Imperatore Adriano e via Doria.

€ 190.000 con determina del Responsabile Servizio Ambiente Demanio Energie n. 1368 del 29/12/2016° firma dell’ ingegnere Guido Girasoli, è stato approvato il piano di caratterizzazione ambientale della discarica in zona Matine 5.000 euro destinate ad arredo urbano e giochi per bambini.

Sarà tutto….?

di Pino Greco Ci contattano da Lucugnano e Depressa.

Profondamente commossi per le attenzioni riservateci ... A chi di dovere…i nostri più sentiti ringraziamenti  ”

Sarà la non presenza di banche a Depressa e Lucugnano.

Sarà la non presenza di una sede staccata  dell’ospedale Panico nelle 2 frazioni.

Sarà una  strategia di costi  della società che gestisce anche  l’appalto decennale delle aree di sosta a pagamento a Tricase.

Sarà che i colori sociali delle 2 frazioni, sono diversi dal rosso e blu ( colori sociali dello sport tricasino ).

Scherzi a parte. Sta di fatto che sono un po’ arrabbiati.

A Lucugnano e Depressa si sentono un po’ “ abbandonati ” dal servizio navetta delle 2 linee ( blu e rossa).

Il perchè ?  A Tricase, funzionano tutti i giorni da lunedi al sabato, mattina e pomeriggio.

Nelle 2 frazioni solo il martedì mattina, 9.30 – 12.20  a Depressa,  a  Lucugnano, 9.55- 12.30 

Chissà se ci sarà un “ percorso” aggiuntivo con maggiore presenza delle 2 navette a Lucugnano e Depressa…

In fondo siamo tutti tricasini….Siamo in piena campagna elettorale…

 

di Cesare Lia Nel mentre ringrazio, anche a nome di Giulia, l’amico dott. Antonio Scarascia ed “Il Volantino” per l’articolo pubblicato su Peppino Scarascia e Vincenzo Resci, colgo l’occasione per fare le mie solite osservazioni sulle vicende, il popolo di Tricase e gli uomini che lo hanno reso visibile in tutta Italia.

Non ho avuto la fortuna di conoscere l’Avv. Vincenzo Resci, padre di mia moglie e nonno delle mie figlie ma in tutta la Città più che a casa mia ho sentito parlare del suo mite e nobile carattere, del suo impegno sociale e politico ma, soprattutto, della sua bontà d’animo e della sua vicinanza al popolo tricasino:

Il dott. Peppino Scarascia, suo grande amico e più d’un fratello, nella sua lettera diceva il vero quando riportava, condividendole, le parole del tricasino Ippazio Greco “Don Vincenzino poteva fare davvero il signore ma per il suo buon cuore non aveva mai pace, perché tutti ricorrevano a lui, e lui tutti ascoltava: Pure le petre lu chiancene per quellu che l’hannu fattu” .

A me molti tricasini hanno narrato vicende sul suo conto veramente impensabili per la sua disponibilità, la sua umiltà, la sua socializzazione, vicende che rendono un uomo dalle idee liberali, in un contesto oligarchico ed aristocratico del suo tempo, molto vicino ai problemi dei meno abbienti e pronto ad favorirli per quel che egli poteva.

Non voglio attardarmi sulle sue qualità perché il mio intervento ha un altro sapore ed una diversa considerazione. Un giorno, se camperò, forse scriverò qualche osservazione più specifica e documentale.

Quando mi iscrissi alla facoltà di giurisprudenza all’Università di Siena, il mio professore di diritto amministrativo, sentendo il mio modo stretto di parlare, quasi da siciliano, mi chiese da dove provenissi. Risposi da Specchia e per inquadrare geograficamente il mio paese di nascita e di residenza, aggiunsi vicino a Tricase. Ebbe un sussulto e mi disse:”la patria di Codacci-Pisanelli”. Il pof. Balocchi non è stato, seppure invitato, in Puglia né conosceva Tricase ma quel nome per lui significava tanto.

Nella mia vita politica e privata ho avuto tante altre occasioni nelle quali normali cittadini ed uomini di cultura hanno conosciuto Tricase per il Cardinale Panico, Santacroce, Girolamo Comi, lo stesso Peppino Scarascia, Alfedo e Vito Raeli, Vittorio Aymone, Antonio Dell'Abate, il Generale Minerva, Donato Valli, Hervè Cavalera ed altri ancora che ora mi sfuggono e soprattutto per Giuseppe Pisanelli, fondatore dell’unità d’Italia.

Quanti tricasini, però, conoscono la grandezza di quegli uomini, le loro opere, conosciute invece in tutta la Nazione, la loro devozione per questa città? Quanti hanno trasmesso ai loro discendenti la grandezza di simili personaggi? Dov’è ora il loro impegno terreno? Dove sono i loro resti mortali?

Sono rimasto allibito quando, interessandomi con Hervè Cavallera e Gennarino Ingletti ed altri amici del recupero e l’opposizione alla demolizione del vecchio Cimitero dei Cappuccini, ho visto dove è stata relegata l’ultima Principessa di Tricase. Una tomba anonima che sicuramente, in futuro, qualche necroforo butterà il suo contenuto nell’ossario comune scordando che Donna Bianca ha dato tanto a Tricase ed ai tricasini. Se Tricase ha un' importanza storica è perché questi uomini le hanno dato lustro superando ogni prospettiva che possa avere un paese provinciale soprattutto dell"Italia Meridionale.

Da tempo sto portando avanti il discorso del trasferimento dei resti mortali di Giuseppe Pisanelli nel Cimitero di Tricase, togliendolo dalla Tomba monumentale del Cimitero di Napoli, nella quale è sepolto, e nel quale, però, nessuno rivolge una preghiera nè un riconoscimento per quello che in vita ha fatto. Non ho avuto risposte nè il popolo tricasino ha rivendicato le sue spoglie dimostrando di non essere affezionato a simili personalità se non nel momento in cui occorre vantarsi di essere loro concittadini.

Eppure, ai tempi dell'amministrazione Serrano, costruendo il nuovo Cimitero, abbiamo riservato una zona, ove ora riposa Giuseppe Codacci-Pisanelli, ma solo per volontà della famiglia, dove conservare i resti di tutte le personalità tricasine. Una specie di "Santacroce" tricasina per ricordo ai posteri.

E' spiacevole vedere che, non potendo fare altro, quel simulacro è continuamente deturpato da qualcuno che si diverte a spezzare i rami degli alberetti d'ulivo, segno della pace, che i famigliari hanno posto all'ingresso della tomba. Forse l'ignoto detrattore vuol vendicarsi del posto che non ha avuto all'Università di Lecce o alle Poste Italiane o in qualche altro ufficio pubblico, cercando di deturpare l' immagine di un Uomo che, a parte gli altri meriti, quando parlava con un suo simile, per rispetto, si toglieva il cappello!

di Nunzio Dell'Abate Quando nel 2011, da assessore alle politiche giovanili, proposi l’area esterna adiacente la scuola elementare di Lucugnano per la realizzazione di un impianto sportivo di calcio a cinque, interamente finanziato dal Ministero, pensavo già a come si sarebbe potuto recuperare ed impiegare il fatiscente edificio comunale retrostante, da trent’anni in quello stato.  

La scelta era mossa dalle condizioni di profondo degrado e di devianza giovanile in cui versava quello spazio pubblico in contrada Santa Croce.Oggi il campo di calcetto ha certamente riqualificato la zona, oltre ad aver offerto un momento importante di aggregazione giovanile ed una chance occupazionale. Ma, per farla completa, occorre quanto prima metter mano allo stabile comunale che già visivamente deturpa i luoghi. E qui le idee si sprecano.

Un centro polivalente, sportivo e ludico-ricreativo al contempo, per giovani ed anziani, fruibile dall’utenza scolastica. Con attività all’interno, da quelle più tradizionali (es. pingpong, calcio balilla, biliardo, minivolley, giochi di società) a quelle più innovative (es. squash, peteca, hit ball), ed altre all’esterno (es. tiro con l’arco,minigolf o footgolf, pallacanestro, area fitness, parco giochi per i più piccoli e ripristino del campo di bocce per i meno giovani).

Senza tralasciare quelle rivolte ai diversamente abili. Data la vicinanza al centro della frazione, si potrebbe attrezzare uno spazio permanente, dotato di palco e servizi connessi, per le manifestazioni estive.

La gestione della struttura potrebbe essere assegnata, attraverso un apposito bando, a un’ATI di associazioni oppure a qualche tipo di imprenditoria giovanile che si costituisse ad hoc. Naturalmente, per rendere economicamente sostenibile la gestione, andrebbe consentito all’interno l’esercizio di piccole attività commerciali/artigianali/somministrazione alimenti e bevande.

Per la ristrutturazione ed adeguamento dell’immobile, vi sono apposite misure di finanziamento a cui possono attingere anche partnership pubblico/privato.

Alla lunga potrebbe divenire un luogo di socializzazione e di miglioramento della qualità della vita dell’intera comunità, in un’ottica di integrazione e di accrescimento reciproco tra generazioni. Una buona risposta al disagio giovanile, alla disabilità senile e al rispetto delle alterità, veicolando i valori sociali ed educativi dello sport e dello stare insieme.

E, perché no, anche alla disoccupazione dilagante.

 

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di Pino Greco  L'ultima riunione del PD si è tenuta lunedì 13 marzo. Quasi tutti presenti i tesserati. Abbiamo ascoltato uno dei due commissari del circolo PD di Tricase. Il sindaco di Patù, dott. Gabriele Abaterusso. Questo la sua dichiarazione :

Il Partito Democratico ha tenuto un’assemblea partecipata in vista della scadenza elettorale per le prossime amministrative. E’ emersa la volontà unanime di spendersi nel dialogo con i partiti e movimenti che si riconoscono nel centrosinistra, ma ponendo anche grande attenzione a tutte quelle forze che hanno a cuore un futuro di condivisione nella gestione della cosa pubblica a Tricase.

In una fase di proposizione di candidature a sindaco,sono emerse 2 proposte: Carmine Zocco e Gianluigi Forte

Il PD tornerà a discutere in questi giorni, consapevole che la proposta finale dovrà trovare dialogo, confronto e condivisione al tavolo dei partiti e movimenti del centrosinistra

di Nunzio Dell'Abate Interessanti gli spunti offerti dall’ultimo numero del Volantino in tema di imprese e sviluppo del territorio e pienamente condivisibile l’auspicio del Direttore di “elevare il confronto cittadino,spostandolo dalle pur importanti emergenze delle buche sulle strade alle altrettanto importanti e forse fondamentali emergenze del lavoro e dell’economia”.

Un cambio di passo che ha fatto la fortuna di diverse comunità, in Italia ma soprattutto in Europa, nel momento in cui si sono messe in rete dotandosi di strumenti di programmazione unitaria in grado di intercettare le ingenti risorse comunitarie a disposizione.

Su questo solco ottima l’iniziativa assunta dai Comuni del Capo di Leuca (promotore Patù e capofila Tiggiano, con Tricase partecipante) per il riconoscimento di “Area Interna” e il conseguente beneficio dei finanziamenti ad hoc, volti a contrastare la caduta demografica e a rilanciare lo sviluppo e i servizi di queste aree.

Vengono difatti definite "Aree Interne" quelle aree distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità), interessate da fenomeni di invecchiamento e riduzione della popolazione, da fenomeni negativi nell'uso del suolo, da crisi del settore produttivoe dalla crescita del tasso di disoccupazione, ma nel contempo ricche di potenzialità e risorse ambientali, culturali ed associative su cui far leva.

La strategia delle “Aree Interne” ha il duplice obiettivo di adeguare la quantità e qualità dei servizi di istruzione, salute, mobilità, nonché di promuovere progetti di sviluppo locale che valorizzino il patrimonio naturale e culturale, anche su filiere di settori produttivi.

Al primo obiettivo sono assegnate le risorse nazionali previste nella Legge di Stabilità; al secondo contribuiscono le Regioni destinando i fondi comunitari 2014-2020.

Ogni Regione può candidare due/tre aree rientranti nei parametri individuati dal Ministero per la Coesione e lo Sviluppo.

La Regione Puglia nella prima fase ha individuato l'area dei Monti Dauni, ora dovrà individuare la seconda e forse terza area.

L'area dei Comuni del Capo di Leuca rientra eccome tra le aree territoriali "marginali/periferiche" della Regione.

Da qui la sinergia posta in campo dai predetti Comuni per la programmazione del Piano Speciale d’Area, denominato “Capo di Leuca 2020”, al fine del riconoscimento di seconda “Area Interna” della Regione Puglia ed in sostanza del godimento di rilevanti risorse economiche.

Strategici gli indirizzi che muovono il Piano e tratteggiano una ben precisa identità territoriale:a)-le aree produttive di seconda generazione ad alta sostenibilità ambientale e risparmio energetico, attraverso la riqualificazione e il riuso di comparti industriali degradati e la specializzazione manifatturiera locale con misure straordinarie di sostegno alle attività innovative; b)-il turismo sostenibile, favorendo il passaggio da una cultura del turismo parcellizzato al turismo come sistema produttivo, sostenuto da una solida partnership pubblico/privata: c)-la valorizzazione del sistema agroalimentare, come produzione e veicolo di promozione nello stesso tempo; d)-il servizio di metrò di superficie; e)-le connessioni urbane sostenibili, con soluzioni innovative (ad es. ciclovie) nell’ambito del contesto proprio della “città diffusa”; f)-il recupero e la rivitalizzazione dei centri storici, incentivando in ogni modo la fruizione degli immobili privati; g)-la filiera energetica locale e l’utilizzo delle Smart-Grid, la rete elettrica in grado di integrare intelligentemente le azioni di tutti gli utenti connessi al fine di distribuire energia in modo efficiente, sicuro ed economicamente vantaggioso; h)-la rete dei porti per costituire un prodotto di eccellenza. E tante altre azioni del genere.

In tutto questo, Tricase, dovrebbe affaccendarsi di più, piuttosto che distrarsi con il particulare e l’ordinario…

 

 

 

 

Francesco Rizzello: debutterà al Campionato IRC

Il forte pilota salentino, insieme a Monica Cicognini pronti per una appassionante stagione rallistica.

Sarà un 2017 fermamente laborioso per Francesco Rizzello. Il trentaseienne portacolori della scuderia Salentomotori, infatti, disputerà, per la prima volta, l’International Rally Cup (IRC) targata Pirelli, serie nazionale tra le migliori del contesto rallistico italiano.

Il pilota ruffanese, cooperato alle note dall’esperta sanremese Monica Cicognini, affronterà l’intera stagione che verrà al volante della Ford Fiesta in configurazione WRC, dopo un positivo noviziato alla guida della Ford Fiesta R5 prima, e della Skoda R5 dopo, che proprio quest’ultima gli ha regalato grandi soddisfazioni al Monza Rally Show, giungendo 5° di classe.

Dopo una attenta ponderazione, puntare sull’IRC ci è sembrata la scelta preferibile. Ottimo campionato, partecipanti di calibro importante - ha spiegato Rizzello.  Inoltre, sarò anche al via del  Rally del Salento, una gara primaria essendo il suo 50° . In merito alla vettura, invece - continua – la potrò conoscere meglio ai test che effettuerò giorni prima dell’inizio del Rally Lirenas, e sono certo che la PA Racing mettere a disposizione una performante vettura e la giusta professionalità che gli ha sempre contraddistinti. Infine, Rizzello rivolge un sentito ringraziamento ai suoi principali sostenitori, in particolare a Uniclub, che oramai da anni crede in questa disciplina sportiva e che si riserva di un grande sostegno.

Gli appuntamenti dell’IRC saranno quattro in calendario: l’apertura con il 7° Rally Lirenas 8-9 aprile seguito, in ordine, dal 24° Rally Internazionale del Taro 20-21 maggio e dal 37° Rally Internazionale del Casentino 7-8 luglio, per chiudere con il 61° Rally Coppa Valtellina Internazionale 22-23 settembre.

di Ercole Morciano RICORDANDO MAESTRO ROCCO LONGO

Tricase, piazza Cappuccini, 2016. Rocco Longo, 3° da sinistra, con alcuni frequentatori della sua bottega in via Roma; alla sua dx Antonio Panico e Italo Santoro; alla sua sin. Donato Valli. (Foto Rocco Sperti)

Se n’è andato serenamente il 10 marzo - avrebbe compiuto 95anni a maggio - dopo una non lunga permanenza in ospedale, amorevolmente assistito dai famigliari e da quanti gli volevano bene.

Benché non avesse letto il De Senectute, l’elegante saggio filosofico che Cicerone compose sull’arte di invecchiare bene, il maestro sarto Rocco Longo ha ugualmente vissuto bene l’età più avanzata dell’esistenza. Ha amato la vita sino all’ultimo; lo capivi da come ti stringeva la mano sul lettino dell’ospedale o da come ti guardava o ti sussurrava le parole nel breve dialogo permesso da quella situazione. E in questo forte sentimento risiedeva la sua filosofia di vita derivata dalla saggezza distillata in tanti anni vissuti nell’attaccamento ai valori ricevuti, condivisi e trasmessi.

Tanto valida la sua filosofia, da non invidiare nulla a quella del pensatore e grande avvocato romano.Il segreto per vivere bene e a lungo - secondo Cicerone - è amare la vita con gioia anche durante la vecchiaia e, quanto più diminuisce il vigore fisico, tanto più occorre aumentare le attività dello spirito, senza mai abbassare l’interesse per ciò che ci circonda, persone e cose. Se poi a questo aggiungiamo la fede, allora comprendiamo ancor più come il maestro Rocco Longo, sia riuscitoa “rientrare serenamente nel porto dopo una lunga navigazione”- tanto per adoperare la metafora ciceroniana - e a insegnarci qualcosa anche nell’estremo momento dell’esistenza terrena.

Conoscevo maestro Rocco da sempre, ma mi sono avvicinato - diventandone in un certo senso amico - in occasione della raccolta di testimonianze per il mio libro Ebrei a Tricase-Portonel 2008. Da allora ho frequentato la sua bottega, in via Roma, e man mano il nostro rapporto è aumentato d’intensità. Mi piaceva ascoltarlo perché, pur alla mia età, avevo sempre da imparare qualcosa da lui. Le vicissitudini della vita lo avevano provato, anche duramente, ma aveva saputo reagire vedendo sempre il positivo; il suo temperamento benevolo e la sobrietà che protegge dagli eccessi gli avevano giovato consentendogli di raggiungere un’età veneranda. Il suo chiamarmi fiu era un segno di affetto che veniva fuori dal suo animo delicato e sempre disposto al bene,e io gliene sono grato. Amava intensamente i nipoti Pierfrancesco, Michele, Sara e Maria Luisa, che gli davano belle soddisfazioni; eppure non chiudeva,come molti fanno, gli affetti all’interno della famiglia. Spesso mi chiedeva del mio nipotino Sebastiano e desiderava vederlo. Quando glielo portavo e cominciavano tra loro a parlare, notavo la naturale tenerezza e lo vedevo veramente felice tanto da fargli esclamare “ve ne sciatiggià!”, nel momento in cui andavamo via.

L’ultimo grazie per maestro Rocco è per questa sua disponibilità all’accoglienza. Lo faccio -ne sono certo - a nome di tutti coloro che frequentavano la sua bottega: un vero “laboratorio intergenerazionale”, dove ci si incontrava con piacere per sapere cose di ieri ma anche per commentare fatti di oggi e immaginare prospettive per il futuro. A sostegno di questo “laboratorio” spontaneo,che purtroppo si è chiuso,non c’era nessun progetto; non c’erano obiettivi da raggiungere; non c’erano bilanci da approvare; non c’erano fondi da spendere; c’era però tanta amicizia in comune perché lì,si incontravano persone di età diversa, di cultura varia, con vissuti differenti, che tuttavia riuscivano a stare bene insieme e passare piacevolmente un po’ di tempo. Maestro Rocco amava il suo paese, Tricase; voleva essere informato e tutto ciò che ne ostacolava lo sviluppo o il progresso lo rendeva triste e preoccupato, specialmente per i giovani. Accoglieva tutti: mai ho sentito un lamento o un rimprovero verso un extracomunitario venditore porta a porta, anche quando accadeva che nella stessa serata se ne avvicendassero molti a breve distanza di tempo. Per loro aveva sempre una buona parola o un piccolo aiuto,anche con l’acquisto di qualcosa di superfluo, e in ogni caso sapeva riversare la sua esemplare umanità con un franco sorriso.

Grazie Maestro Rocco !

 

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